25 Agosto

La soluzione per Zingaretti passa tra Madrid e Lisbona

L'accordo tra Cinque Stelle e Pd è difficile, prima bisogna pesare quanto valgono i partiti, cioè andare al voto. Solo dopo il passaggio delle elezioni si possono fare accordi con il "nemico". Maite Carpio sul rebus della crisi italiana e l'esempio della Spagna di Sanchez e del "geringonça", il marchingegno di Costa in Portogallo

di Maite Carpio

Sarà molto difficile trovare l’accordo Pd- 5Stelle. Sono tutti in alto mare e nessuno trova la bussola. Se ci riescono - nel laboratorio italiano la creatività è l’ingrediente principale - sarà arduo costruire un governo “di legislatura” come vorrebbe il Presidente Mattarella. Comunque tutto è possibile. Oggi giravano ipotesi di governo che non avrebbero immaginato nemmeno i più coraggiosi sceneggiatori di “Guerre Stellari”. Qui da List, pensiamo ancora che l’unica soluzione sensata a questa crisi sia tornare al voto. Mattarella potrebbe fare un governo tecnico, evitiamo succedanei di transizione indigesti e si va a verificare con le nuove elezioni qual è la realtà politica del paese.  Qualunque altra soluzione è destinata a fallire in un giro di boa. Non c’è formula che regga lo slancio propositivo che ci vuole per costituire e tenere un governo stabile. Perché è tutta una questione di pesi. Di pesi e di persone. In queste ore sono tutti agitati, tutti parlano troppo e quando c’è tanta confusione vuol dire che nessuno ha capito bene qual è il proprio posto e dove può realisticamente arrivare. 

In sintesi, i numeri che entrambe le formazioni hanno oggi in Parlamento non rappresentano la realtà politica e molto meno la pubblica opinione che preme per farsi sentire. I Cinque Stelle hanno perso 6 milioni di voti alle elezioni europee ed escono come pugili suonati dallo scontro con Salvini. Di Maio non controlla il partito (abbiamo già scritto sull’avatar Conte) ma non può cedere la leadership ad un altro (la candidatura di Roberto Fico emersa oggi è durata quanto un tramonto) e molto meno ancora può tirarsi indietro (non ci si può aspettare niente da lui se non capricci). Dall’altra parte, il Pd di Zingaretti è un partito bipolare che non controlla i gruppi nelle Camere, in ostaggio dell’umore balenante di Renzi (pericolosissimo)...


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