10 Settembre
Pazienza e tempismo. Storia di Gentiloni
Una giovinezza scapigliata, una carriera politica da uomo moderato, baciato dalla fortuna. L'ascesa di Paolo Gentiloni, nuovo commissario agli Affari economici dell'Unione europea
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Ue, ha presentato il nuovo esecutivo. Il Commissario agli Affari economici sarà Paolo Gentiloni che prende il posto che fu del francese Pierre Moscovici. Quello di Gentiloni è un incarico di grande importanza e prestigio, un ottimo risultato per l'Italia. Ecco la squadra completa della Commissione Ue:
Helena Dalli (Malta): commissaria all'Eguaglianza - Valdis Dombrovskis (Lettonia): vice presidente esecutivo Commissario ai Servizi Finanziari - Elisa Ferreira (Portogallo): commissaria alla Coesione e alle Riforme - Mariya Gabriel (Bulgaria): commissaria all'Innovazione e alla gioventù - Paolo Gentiloni (Italia): commissario agli Affari economici - Sylvie Goulard (Francia) commissaria al Mercato Interno e Industria - Johannes Hahn (Austria): commissario al Bilancio e all'amministrazione - Phil Hogan (Irlanda): commissario al Commercio - Ylva Johansson (Svezia): commissaria Affari Interni - Vra Jourov (Repubblica Ceca): commissario ai Valori e alla Trasparenza - Stella Kyriakides (Cipro): commissario alla Salute - Janez Lenari (Slovenia): commissario alla gestione delle crisi - Rovana Plumb (Romania): commissaria ai Trasporti - Didier Reynders (Belgio): commissario alla Giustizia - Margaritis Schinas (Grecia): vice presidente con delega all'Immigrazione - Nicolas Schmit (Lussemburgo): commissario al Lavoro - Maro Efovi (Slovacchia): vicepresidente e commissario alle relazioni interistituzionali - Kadri Simson (Estonia): commissaria all'Energia - Virginijus Sinkeviius (Lituania): commissario Ambiente e Oceani - Dubravka Uica (Croazia): vicepresidente con delega alla Democrazia e Demografia - Frans Timmermans (Olanda): vice presidente esecutivo per il Green deal - László Trócsányi (Ungheria): commissario al vicinato e allargamento - Jutta Urpilainen (Finlandia): commissario Affari Interni - Margrethe Vestager (Danimarca): vicepresidente esecutivo per il digitale - Commissaria alla Concorrenza - Janusz Wojciechowski (Polonia): commissario all'Agricoltura - Josep Borrell Fontelles (Spagna): Alto Rappresentante per la Politica Estera e la Sicurezza
Storia di Paolo, nobile e un tempo scapigliato
Pazienza e tempismo. Paolo Gentiloni ha due doti...
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Ue, ha presentato il nuovo esecutivo. Il Commissario agli Affari economici sarà Paolo Gentiloni che prende il posto che fu del francese Pierre Moscovici. Quello di Gentiloni è un incarico di grande importanza e prestigio, un ottimo risultato per l'Italia. Ecco la squadra completa della Commissione Ue:
Helena Dalli (Malta): commissaria all'Eguaglianza - Valdis Dombrovskis (Lettonia): vice presidente esecutivo Commissario ai Servizi Finanziari - Elisa Ferreira (Portogallo): commissaria alla Coesione e alle Riforme - Mariya Gabriel (Bulgaria): commissaria all'Innovazione e alla gioventù - Paolo Gentiloni (Italia): commissario agli Affari economici - Sylvie Goulard (Francia) commissaria al Mercato Interno e Industria - Johannes Hahn (Austria): commissario al Bilancio e all'amministrazione - Phil Hogan (Irlanda): commissario al Commercio - Ylva Johansson (Svezia): commissaria Affari Interni - Vra Jourov (Repubblica Ceca): commissario ai Valori e alla Trasparenza - Stella Kyriakides (Cipro): commissario alla Salute - Janez Lenari (Slovenia): commissario alla gestione delle crisi - Rovana Plumb (Romania): commissaria ai Trasporti - Didier Reynders (Belgio): commissario alla Giustizia - Margaritis Schinas (Grecia): vice presidente con delega all'Immigrazione - Nicolas Schmit (Lussemburgo): commissario al Lavoro - Maro Efovi (Slovacchia): vicepresidente e commissario alle relazioni interistituzionali - Kadri Simson (Estonia): commissaria all'Energia - Virginijus Sinkeviius (Lituania): commissario Ambiente e Oceani - Dubravka Uica (Croazia): vicepresidente con delega alla Democrazia e Demografia - Frans Timmermans (Olanda): vice presidente esecutivo per il Green deal - László Trócsányi (Ungheria): commissario al vicinato e allargamento - Jutta Urpilainen (Finlandia): commissario Affari Interni - Margrethe Vestager (Danimarca): vicepresidente esecutivo per il digitale - Commissaria alla Concorrenza - Janusz Wojciechowski (Polonia): commissario all'Agricoltura - Josep Borrell Fontelles (Spagna): Alto Rappresentante per la Politica Estera e la Sicurezza
Storia di Paolo, nobile e un tempo scapigliato
Pazienza e tempismo. Paolo Gentiloni ha due doti che sono rare. Il tempismo di chi sapendo attendere riesce a cogliere l'attimo. Con pazienza ha tenuto a distanza (per quanto possibile) un inquieto Renzi quando andò al governo, con una buona dose di stoicismo ne ha subito le frecciate subito dopo. I due non si sono mai riconciliati, neanche oggi, sono troppo diversi, tanto felpato è Paolo quanto scartavetrato è Matteo. Divergenti i caratteri, altra storia le rispettive biografie. Da anni le loro vite s'incrociano e collidono e alla fine, anche in questa partita del governo del sottosopra e dell'incarico alla Commissione Ue, Gentiloni e Renzi si sono trovati a doversi sopportare e trovare una mediazione sul terreno del potere.
Zingaretti e Gentiloni avrebbero preferito la soluzione del voto, ma l'abile e rapida manovra di Renzi ha messo la coppia di fronte a una realtà ineludibile: i gruppi parlamentari sono un dominio toscano, dunque Renzi ha un potere che nessuno può ignorare. Così il segretario del Pd ha giocato al sorpasso e alla proposta di governo istituzionale che era arrivata da Renzi ha risposto con un patto di governo di legislatura tra Pd e Cinque Stelle. Formula elaborata da Goffredo Bettini, risultata poi vincente, almeno nella fase della soluzione della crisi, il resto si vedrà. Gentiloni sembrava schiacciato tra la realpolitik di Zingaretti e il blitzkrieg di Renzi, in realtà era l'unica carta "nobile" che il Pd poteva giocare per il posto in Europa e così è stato, da oggi Paolo Gentiloni è il Commissario europeo agli Affari economici. Occupa il ruolo che fu di un osso duro, il francese Pierre Moscovici, un posto potente, di prestigio, un ottimo risultato per l'Italia. Ursula von der Leyen ha deciso per dare un segnale chiaro di appoggio al governo giallo-rosso, una scelta che punta a rafforzare un esecutivo che come abbiamo visto non avrà vita facile in Parlamento.
Gentiloni divenne Presidente del Consiglio quando Renzi capitombolò sul referendum costituzionale, fu una scelta di mediazione - ieri come oggi, fu un patto tra Renzi e Franceschini - dentro un partito che perdeva una leadership duramente contestata dalla minoranza del partito e bocciata clamorosamente nel referendum costituzionale. A chi affidare la transizione? A lui, Gentiloni, figura che accoglie, dialoga sulle cose del mondo, pascola nei campi della Chiesa e, frequentando con una spruzzata di snobismo il mistero della fede, si cala sulle cose terrene per raffreddare lo spirito rustico del Bomba di Firenze e quello da nebbia padana del Tarzan di Ferrara. Chi l’avrebbe mai detto, il fu giovane scapigliato e cattolico inquieto Paolo che, varcata la soglia dei sessant’anni (è nato nel 1954) si ritrova ancora una volta nella stanza dei bottoni. Ieri Palazzo Chigi, oggi a Bruxelles nella Commissione europea. Una bella carriera politica, una biografia molto più "mossa" di quanto suggerisce il suo apparire compassato.
Gentiloni è uno stemma araldico, una famiglia, una tradizione a trazione integrale, una naturale vocazione di Palazzo, un portato di nobiltà dove il cognome si dispiega nel contado italico, declinando in possedimenti di signorie del passato: Gentiloni Silverj, Nobili di Filottrano, di Cingoli e di Macerata. Una sagoma perfetta per il governo a Roma e a Bruxelles, la cui storia cominciò con la famiglia Aldobrandini e proseguì con quella dei Chigi, stirpe senese di banchieri. Un Palazzo, la grande storia, il potere. Il ministro degli Esteri ha la diplomazia nel Dna, imparentato con Ottorino Gentiloni, uomo del patto che nel 1912 unì politicamente i cattolici e i liberali di Giolitti, in fondo (ri)trova il suo campo da gioco diplomatico, perché Palazzo Chigi fu sede di ambasciate e lui, Paolo, ha sempre amato immaginarsi come un Zbigniew Brzezinski del foro di Roma di fronte a The Grand Chessoboard, la grande scacchiera. La prima occasione per misurarsi con la sua biografia arrivò con la decisione di Renzi di allontare dalla Farnesina Federica Mogherini (divenne rappresentante della politica estera europea) da Bruxelles; la seconda con la caduta di Renzi, la terza sempre nel segno del Matteo (Renzi) e di un altro Matteo (Salvini) con la costruzione del progetto di governo giallorosso. Toh, l'imprevisto, le frasi roboanti dei due Mattei contrapposte alla sua misura e discrezione. Tre incidenti altrui lo hanno catapultato ancora una volta nella miglior casella disponibile del momento. È una macchiavellica fortuna dove il caso gioca la sua parte e il resto lo fanno il buon carattere, l’astuzia felpata, la tradizione ecclesiastica che si misura con il tempo lungo e lo traduce in sottile pazienza.
Fu giovane, Gentiloni. Il primo carattere del doppio Paolo. Impaziente. Sfrenato. Scapigliato. L’educazione montessoriana prende forma kafkiana quando il ragazzo passa a Liceo Tasso e nel 1970 fa quello che impone la massa: l’occupazione. Da quel momento la famiglia scopre un’anima in fuga (letteralmente). Paolo viene rapito dalla bruma della fabbrica rivoluzionaria e va a Milano dove scopre le visioni di Mario Capanna e le trasforma in una militanza nella sinistra extraparlamentare del Movimento Lavoratori per il Socialismo, un sottoprodotto di lavorazione del Movimento Studentesco dei (poco) formidabili anni. Ah, il Sessantotto, che brio e che brivido per il pargolo di una famiglia con il palazzo nobiliare vicino al Quirinale. Quando il Movimento confluisce nel Partito di Unità Proletaria per il Comunismo, Paolo c’è. Non poteva non esserci, il taglio con la tradizione borghese deve essere consumato. Perché egli pensa. E scrive. In men che non si dica si ritrova a fare il mestiere che per molti in quegli anni è il naturale approdo dell’ideologia cingolata, il giornalismo. Senza colpo ferire, il suo impegno s’inchiostra, scrive per Pace e Guerra e nel pullulare di riviste di varia umanità di quel rutilante momento storico, ne trova una che al caso suo: diventa direttore di Nuova Ecologia e tra una bicchierata e l’altra con Chicco Testa ed Ermete Realacci scopre un mondo che trasforma l’impeto rivoluzionario in terra da coltivare, energia nuova, pane e giustizia per il volgo. E’ qui che incontra Francesco Rutelli e il suo progetto di partito (al) verde, più un fulmine che un arcobaleno, un passaggio a livello dove passa il treno di un’altra storia, quella che forgia il secondo carattere del doppio Gentiloni, un salto dalla rivoluzione all’istituzione. Rutelli, abile tessitore di storie politiche collettive e individuali, ne apprezza il tatto, la capacità di non strappare mai e mantenere il punto. I due sono nati lo stesso anno (1954), hanno in testa l’idea pazza di cambiare la sinistra italiana e quando il Partito comunista entra nella fase “toh, è crollato il Muro di Berlino” e cerca di coprire i suoi buchi nelle bandiere per Francesco e Paolo si apre un mondo diverso e un’occasione per introdurre un virus dentro il software senza aggiornamenti disponibili dei ragazzi di Berlinguer. Appiccano un incendio tra i rovi del postcomunismo, Rutelli diventa sindaco di Roma nel 1993 e nel 1997, Gentiloni lo segue come un’ombra in Campidoglio, ma in posizioni sempre più visibili, fino a essere uno dei protagonisti della Margherita.
Arriva in Parlamento nel 2001 e da quel momento è uno dei punti di riferimento del Palazzo quando ci sono idee da lanciare, tensioni da ammorbidire, inimicizie da centrifugare, errori da strizzare. Tiene d’occhio la comunicazione del Partito, si occupa con circospezione cardinalizia della Rai durante la sua presidenza nella Commissione di vigilanza, fa il ministro delle Comunicazioni nel secondo governo Prodi, si fa convincere per un attimo da Nostra Signora Utopia e porta in Consiglio dei ministri una riforma senza i piedi per terra con una fondazione alla guida della tv di Stato (figuriamoci), mentre il governo elefantiaco (103 componenti) del Professore viene dilaniato dalle lotte interne e dopo 722 giorni tira le cuoia.
Chiusa l'era Prodi, finita nell'ultimo colpo di coda di Berlusconi e nella scatoletta di tonno grillina la fantasia di Bersani, resta in piedi la tradizione democristiana innestata nella Margherita. Mentre il partito entra in una spirale di crisi di idee, confusione, lotte fratricide, Gentiloni fa crescere un suo gruppo di collaboratori brillanti (tra i quali figurano gli oggi parlamentari Michele Anzaldi e Filippo Sensi) mentre dall’Arno emerge quella che appariva come la sagoma dell'uomo nuovo, Matteo Renzi. Gentiloni ancora una volta legge il futuro. Quel ragazzo che fa il sindaco di Firenze sembra avere i numeri per dare il colpo di grazia al Partito democratico dei caminetti, della ditta senza ragione sociale, dei teorizzatori di giaguari da smacchiare. Paolo incontra Matteo, si mettono in cammino, sono due figli in asincrono della tradizione politica cattolica, più di vent’anni li separano, cosa possono fare insieme? È qui che Gentiloni ritrova il sogno, tra il rivoluzionario e il riformista, di scalare il Pd. Che sfida. Renzi perde e cade una prima volta. Si rialza e vince la seconda volta. Spegne il caminetto, chiude la ditta, accompagna con la campanella Enrico Letta a Parigi e "stai sereno". Matteo commette l’errore di piazzare la Mogherini alla Farnesina, capisce in fretta che non è utile ai suoi disegni e corregge l'errore con una delle sue spericolate mosse del cavallo, salta tutti, ordina il trasloco di Federica nell’inutile poltrona di capo della gassosa politica estera dell’Unione europea e promuove Gentiloni dove avrebbe dovuto essere fin dall’inizio, agli Esteri. Da quel momento Paolo viaggia, vede, scrive, annota, progetta, incontra, tesse, cuce, ammonisce, prova a fare politica estera in un paese immobile che ha una linea mobile. Va al Council on Foreign Relations, sfodera un ottimo inglese (e vedrete presto Di Maio), una dose di realismo, l’idea di portare pace e stabilità in Libia, essere amici degli americani senza dimenticare il gas della Russia. Una visione salutare, ragionevole e ragionante.
La strage delle illusioni è dietro l'angolo e arriva puntuale quando Renzi tenta il tutto per tutto nel referendum costituzionale. O me o la riforma, dice Matteo. Gli italiani ne accontentano l'ego con una sconfitta enorme nel voto sulla riforma costituzionale, 4 dicembre, game over. Gentiloni va a Palazzo Chigi, prova a governare ben sapendo di avere Renzi alle spalle che trama un suo ritorno. Paolo e Matteo si scontrano, Renzi tenta di defenestrare Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, ma incontra la tenacia di Mattarella e Gentiloni che blindano Visco e lasciano Matteo alla finestra senza il panorama della sua ennesima operazione militare da ammirare.
Il 4 marzo del 2018 il Partito democratico subisce la peggior sconfitta elettorale della sua storia. Dopo un anno di governo giallo-verde, di sovranismo immaginario, un ruzzolone tragico di Matteo Salvini mette nelle mani dell'avvocato del popolo, Giuseppe Conte, la possibilità di fare un bis sostituendo il verde con il rosso, il sovranismo con l'europeismo, il populismo con l'establishment. Renzi centra la sua vittoria con una manovra spettacolare che stritola ogni piano per andare al voto e il Pd trasfomato in opera zingarettiana che un anno prima si leccava le ferite ottiene in Europa due poltrone insperate: la presidenza del Parlamento europeo con David Sassoli e il Commissario agli Affari economici con lui, Paolo Gentiloni. La storia è fatta di paradossi, ne abbiamo uno di fronte e ci dice che per governare non bastano i voti nelle piazze, servono anche le persone giuste nei Palazzi. La politica, come la vita, è tutta una questione di pazienza e tempismo.
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rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.