15 Ottobre
L'embargo europeo non c'è, resta la guerra di Erdogan
Il Consiglio dei ministri degli Esteri non trova una soluzione unitaria, gli Stati decideranno in maniera autonoma. Di Maio conferma il blocco italiano all'export di armi alla Turchia. Ankara sferra l'attacco su Kobane e Manbij. A Roma il governo si spacca senza rompersi
La giornata è iniziata come sempre prima dell'alba, in Siria si combatte, in Italia Renzi ha dato l'altolà a Conte e soci su Quota 100, il Consiglio dei ministri ieri sera è saltato. Tutto questo dovrebbe perfino essere importante, ma siamo giunti infine a quello che sospettavamo: ci sarà una spruzzata di gabelle qua e là (la tassa sulle sigarette! si sono spremuti le meningi) e il resto è pilota automatico dellle contabilità obbligatoria condito di provvedimenti da Torquemada fiscale con tasse ideologiche, misure demagogiche, il tutto in assenza di una visione dell'Italia.
01
Il governo si spacca senza rompersi
Qual è il disegno del governo per i prossimi dieci, vent'anni? Non si sa. Perché come quello precedente non ha le intelligenze che guardano nel lungo termine. Dacci il seggio oggi, per il domani si vedrà. Ciò che mancava prima con i sovranisti immaginari continua a essere assente oggi con gli europeisti alla pummarola.
I giornali stamattina fanno titoli da fine governo. In realtà l'esecutivo si spacca ma senza rompersi. Ce la faranno a stare in piedi? Sono sulle orme dell'esecutivo precedente, la storia in Italia si ripete, ma non c'è una via per il voto, almeno per ora. Devono accadere fatti in sequenza, prima di tutto il filotto delle elezioni regionali, primo test in Umbria il 27 ottobre. I governi vanno in crisi perché le formule sono respinte dai cittadini, la prova è il voto. E il resto è solo uno show che non vale il biglietto che pagano i contribuenti. D'altronde, oggi va in onda a Porta a Porta un duello televisivo che confermerà il quadro: Renzi vs Salvini. Andrà bene per gli ascolti di Vespa ma il paese reale fa altro. Un tassista sta parlando al telefono di "milonga di alto livello e non faremo più 300 ingressi, ma solo...
La giornata è iniziata come sempre prima dell'alba, in Siria si combatte, in Italia Renzi ha dato l'altolà a Conte e soci su Quota 100, il Consiglio dei ministri ieri sera è saltato. Tutto questo dovrebbe perfino essere importante, ma siamo giunti infine a quello che sospettavamo: ci sarà una spruzzata di gabelle qua e là (la tassa sulle sigarette! si sono spremuti le meningi) e il resto è pilota automatico dellle contabilità obbligatoria condito di provvedimenti da Torquemada fiscale con tasse ideologiche, misure demagogiche, il tutto in assenza di una visione dell'Italia.
01
Il governo si spacca senza rompersi
Qual è il disegno del governo per i prossimi dieci, vent'anni? Non si sa. Perché come quello precedente non ha le intelligenze che guardano nel lungo termine. Dacci il seggio oggi, per il domani si vedrà. Ciò che mancava prima con i sovranisti immaginari continua a essere assente oggi con gli europeisti alla pummarola.
I giornali stamattina fanno titoli da fine governo. In realtà l'esecutivo si spacca ma senza rompersi. Ce la faranno a stare in piedi? Sono sulle orme dell'esecutivo precedente, la storia in Italia si ripete, ma non c'è una via per il voto, almeno per ora. Devono accadere fatti in sequenza, prima di tutto il filotto delle elezioni regionali, primo test in Umbria il 27 ottobre. I governi vanno in crisi perché le formule sono respinte dai cittadini, la prova è il voto. E il resto è solo uno show che non vale il biglietto che pagano i contribuenti. D'altronde, oggi va in onda a Porta a Porta un duello televisivo che confermerà il quadro: Renzi vs Salvini. Andrà bene per gli ascolti di Vespa ma il paese reale fa altro. Un tassista sta parlando al telefono di "milonga di alto livello e non faremo più 300 ingressi, ma solo 120". Eccola, la conferma: l'orchestrina c'è, l'Italia balla. Occhio all'iceberg.
***
Le notizie che contano sono altre, anche quelle che possono apparire laterali, delle note a margine, hanno invece una grande importanza. Le sentenze di condanna agli indipendentisti catalani sono uno shock (il socio spagnolo sta scrivendo sul tema), la lacerazione della Spagna ci racconta tanto della contemporaneità, della piazza che cerca soluzioni che le istituzioni consumate, bloccate e cieche non riescono più a dare. Ma è proprio la stessa piazza a non trovare questo esito finale.
Qui abbiamo un velo di malinconia e un sentimento di grande riconoscimento per Harold Bloom. La sua morte è una notizia che apre il cassetto dei ricordi lontani e vicini, sui suoi libri qui ci siamo persi e ritrovati. Il suo "Canone" è una stupenda mappa della letteratura, da quella terra esplorata da Bloom si parte, si va, si torna. Una borsa, una penna e un taccuino, Dante e Shakespeare, e il viaggio è fatto.
***
Ora ne inizia un altro, di viaggio, andiamo in zona di guerra. Che succede in Siria? La guerra muta le alleanze, niente di strano, sono le regole a imporlo. Il nemico del mio amico è mio nemico, l'amico del mio amico è mio amico, l'amico del mio nemico è mio nemico. E il nemico del mio nemico? Può essere mio amico. E così per la prima volta dal 2013 ieri le forze dell'esercito siriano sono entrate nella città di Ayn Issa, al confine tra Turchia e Siria, nella zona dell'intervento militare della Turchia. Fino a ieri questa zona era sotto il controllo delle milizie curde Ypg. Ci sono molti attori in campo. Troppi. Mal di testa? È la guerra. Prima di tutto, l'ultima notizia sul fronte diplomatico. Un bagno di verità che racconta quanto sia grande l'ipocrisia dell'Unione europea.
02
Embargo delle armi? Quello dell'Europa è sparito
Non lo avete sentito nei giorni scorsi il coro sull'embargo delle armi alla Turchia? Certo che sì, peccato che al dunque il coro abbia cominciato a sciogliersi e infine ognuno è andato a cantare per se stesso. Le conclusioni del Consiglio Affari Esteri in Lussemburgo sono queste: una condanna (che non si nega a nessuno in questi casi, perbacco) dell'operazione in Turchia, ma sull'export delle armi ogni Stato si comporterà in maniera autonoma, una posizione unitaria non c'e. Non ci sarà alcun embargo dell'Unione europea, ogni Stato membro deciderà la sua politica. Dunque vai con le belle parole sull'intervento armato e l'Ue che "condanna l'azione militare della Turchia che mina gravemente la stabilità e la sicurezza dell'intera regione, causando un aumento della sofferenza dei civili" e "ostacolando gravemente l'accesso all'assistenza umanitaria". E naturalmente, mi raccomando, si sappia che la Ue, "rimane impegnata per l'unità, la sovranità e l'integrità territoriale dello stato siriano". "La Turchia èun partner chiave dell'Unione europea e un attore di fondamentale importanza nella crisi siriana e nella regione - aggiungono i ministri degli Esteri - le preoccupazioni di sicurezza della Turchia nella Siria nord-orientale dovrebbero essere affrontate con mezzi politici e diplomatici, non con azioni militari e in conformità con il diritto internazionale umanitario". E l'export di armi? Ah, certo, ecco qui l'esercizio acrobatico, dove si ricorda "la decisione presa da alcuni Stati membri di bloccare immediatamente le licenze di esportazione di armi in Turchia". Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha confermato che l'Italia bloccherà le forniture di armi alla Siria. Valgono quasi un miliardo di euro. Ma tutti andranno in rigoroso disordine sparso. E si capisce perché quando emergono i numeri, i fatti, gli affari. Follow the money, segui i soldi.
03
Un paio di fatti scomodi sul mercato delle armi
In guerra tuonano le armi. Così Francia e Germania - e figuriamoci, l'Italia - hanno trovato la soluzione, cribbio: non vendere le armi alla Turchia. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, con la corazza e il mantello, ha annunciato che l'Italia sospenderà la vendita. Cribbio, perché nessuno ci ha pensato prima? Non vendere le armi. Al secondo esercito della Nato. Così Ankara le compra dalla Russia, come è accaduto con il sistema di difesa anti-aerea S-400. Davvero semplice, tutto risolto. L'ipocrisia raggiunge vette altissime, la politica viene fatta per ipnotizzare le masse ignoranti. Fermare la produzione e la spesa militare? Ecco il trend globale, dati del Sipri di Stoccolma:
La spesa è in aumento. Questa è la classifica dei primi 40 paesi per spesa militare:
La Turchia è al quindicesimo posto, l'Italia all'undicesimo. La spesa mondiale in armamenti nel 2018 è stata pari a 1822 miliardi di dollari. Questa è la ripartizione della spesa:
Bene, ora facciamo un altro esercizio, sempre con il database del Sipri di Stoccolma. Chi sono i principali 25 esportatori di armi e quali sono i loro principali clienti? Guardate qui:
Avete letto bene? Sì, il primo cliente dell'Italia (produttore di armamenti) è la Turchia. Torniamo sul terreno dello scontro.
04
Assad, i curdi e il gioco di Putin
In questa girandola di opzioni ieri abbiamo visto i primi segnali di avvicinamento tra Assad e i curdi, fino all'annuncio di un'alleanza che si schiererà al confine a Est del fiume Eufrate, in contrapposizione ai curdi e sotto lo sguardo della Russia che fa lo stesso gioco degli Stati Uniti: osserva senza partecipare direttamente con il fuoco dell'artiglieria.
Ricordiamo il Risiko di Putin: ha rapporti eccellenti con Erdogan, gli ha venduto il sistema di difesa anti-aerea S-400, ha una relazione speciale con l'Iran e parla amabilmente con il principe saudita Mohammed Bin Salman, in Siria ha difeso e evitato la caduta di Assad con l'aviazione e le truppe speciali, tesse la tela del Medio Oriente in tandem con l'Egitto del generale Sisi, ha un piede e molti fucili in Libia via Haftar che tiene in stallo la situazione in attesa di un accordo sul deserto (e il petrolio), fa il prezzo del barile nell'Opec nel formato plus e qualsiasi iniziativa di risoluzione nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu deve passare il muro di Mosca e Pechino. Tutto questo Putin riesce a farlo grazie a una visione strategica superiore, senza il "problema" dei contrappesi della democrazia occidentale, con un sistema di difesa rinnovato, una spregiudicata e efficace tattica diplomatica interpretata da Serghei Lavrov e il rubinetto del gas sempre a portata di mano.
Mosca ha in Siria il suo sbocco nel Mediterraneo attraverso la base navale di Tartus. Ecco la foto satellitare:
Putin lascia libero Assad di dispiegare le sue forze alleate con i curdi perché non può concedere a Erdogan di penetrare oltre la linea di confine che ha tracciato (una trentina di chilometri a Nord) e perché il porto di Tartus è il suo cancello spalancato nel Mediterraneo. La Russia ha ristabilito le sue sfere di influenza dove c'era un tempo la Cortina di Ferro e oggi muove i pezzi sulla scacchiera del Medio Oriente come mai prima. Mosca ha combattuto la sua guerra in Siria con questo scopo preciso. E l'ha vinta. Erdogan ha i suoi disegni, ma deve sempre ricordare che al Cremlino ne hanno uno più grande. Il campo di battaglia è aperto.
***
Come ha reagito Erdogan all'alleanza tra Assad e i curdi? Una sola parola: "Chiacchiere".
05
I turchi sferrano l'attacco su Kobane e Manbij
Cavalleria corazzata e fanteria dell'esercito turco si stanno schierando a Ovest del fiume Eufrate per sferrare un attacco sul fronte occidentale di Kobane. L'offensiva punta anche su Manbij, località che era inizialmente fuori dal piano di intervento turco. La notizia viene da fonti militari di Ankara. Il piano di Erdogan va avanti: spostare la frontiera. Aveva mostrato chiaramente cosa voleva fare durante l'Assemblea Generale dell'Onu, quella della Turchia era un'invasione annunciata.
06
L'invasione annunciata
Osservate con attenzione l'immagine qui sopra che apre questo numero di List. La foto (Ansa) è stata scattata il 24 settembre scorso a New York, nel Palazzo di Vetro, sede delle Nazioni Unite. Mentre i media, la politica, tutta la rotativa collettiva, i pezzi da novanta e i loro corifei erano immersi nella messa liturgica del cambiamento climatico, di Greta contro Trump, una fiera dell'ambientalismo trasformato in nuovo -ismo da sostituire all'anti-capitalismo, mentre si stava sulle nuvole, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan brandiva una mappa: era (è) il suo piano di battaglia, la linea rossa che vedete nell'immagine è la "zona di sicurezza" che Erdogan vuole creare per "ospitare" i profughi siriani, in pratica il nuovo confine della Turchia. Poco fa Erdogan ha detto che "con l'operazione Fonte di pace, la Turchia ha intrapreso un passo vitale quanto l'operazione a Cipro del 1974". L'anno in cui l'esercito turco occupò l'isola per rispondere a un tentativo di golpe filo greco.
L'invasione della Siria era annunciata. Il piano dell'avanzata della cavalleria corazzata turca era tracciato. Ma il mondo, la cosiddetta comunità internazionale, pensava ad altro. Ora si sono accorti che esistono i curdi, che in Siria si muore. Questa distrazione di massa dalle cose che pesano, contano, dalla vita e dalla morte, dalla realtà permanente della guerra e dello sterminio (leggere i libri di Victor Davis Hanson sul tema) ha radici culturali profonde, la cancellazione della guerra come elemento politico, la sua riduzione a "incidente" che non è il caso di citare e tanto meno discutere, è una delle prime cause del declino del nostro mondo. Non si può comprendere cosa sta accadendo se non si affronta il tema del crollo dei pilastri della terra d'Occidente. È il tema di una puntata di RadioList, è qui che cerchiamo di disegnare lo scenario in cui si incastonano i fatti che abbiamo messo nero su bianco.
07
La Turchia è la prova della crisi dell'Occidente
Erdogan lancia la cavalleria corazzata sui curdi, gli Stati Uniti si fanno da parte, l'Europa è muta. È non solo una prova di impotenza, ma il segno tangibile dello smarrimento culturale dell'Occidente. Un'indagine del titolare di List e Raimondo Cubeddu tra guerra, politica e filosofia
La Turchia invade la Siria del Nord, bombarda i curdi e minaccia di aprire le porte dell'Europa a oltre 3 milioni di profughi. La reazione dell'Unione europea è nulla, ne dimostra l'impotenza. L'America si disimpegna dal Medio Oriente. Perché la Cina, l'India, le potenze emergenti sono diventate un problema che scuota la sempre più debole cultura dell'Occidente. Un'indagine del titolare di List con il professor Raimondo Cubeddu.
Siamo nel campo del terribile e dell'indicibile che diventa visibile. Sarà una lunga giornata. E abbiamo in agenda un incontro interessante che ci aiuterà a capire cosa sta succedendo. A più tardi.
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7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.