22 Ottobre
Un premier contanti problemi. E una lettera da Bruxelles
Conte dopo aver detto che la manovra non si tocca cede a Di Maio. Non è un problema di cash e di pos, ma di leadership. E contabilità: la Commissione chiede lumi sulla riduzione del debito. Brexit, BoJo prova il colpo e minaccia il voto anticipato
Che succede? C'è il balletto italiano sulla manovra, poi là fuori c'è un mondo che propone cose decisamente più importanti. Certo, non bisogna prendere sottogamba quanto sta accadendo nella maggioranza che ha dato vita a un nuovo governo poco tempo fa, il 5 settembre scorso, ma esiste una gerarchia delle notizie, un peso e una qualità su cui non possiamo sorvolare. Abbiamo fatto notte per seguire il vertice di maggioranza e il Consiglio dei ministri. Ne viene fuori il ritratto di un governo in crisi e una maggioranza che non sembra avere un grande orizzonte davanti. Qui il dato nuovo è la velocità di logoramento. Nata a settembre, la coalizione è in fase di esaurimento a ottobre. C'è una crisi della premiership e una della coalizione. Viviamo tempi accelerati. Forse troppo.
01
La crisi? È quella della premiership
Nel vertice notturno Conte ha dato a Di Maio quel che non poteva negare: lo slittamento delle misure sul contante (tetto a 2.000 euro, utilizzo dei pos), quindi il tempo che serve per non andare in campagna elettorale nelle regioni e prendersi i fischi della piccola impresa. I Cinque Stelle temono un impatto negativo di questi provvedimenti soprattutto nel Mezzogiorno (bacino di voti pentastellati), dunque le norme sul contante slittano a luglio 2020. Si prende tempo, per il futuro si vedrà. Le norme sul cashback sono passate e sembra di vivere in un paese da Luna Park, con il gioco a premi permanente e dunque vai con il rimborso del 19% del valore della spesa in alcune categorie di attività (la messa in piega, il tubo del lavandino, santo cielo, il giardiniere!). Siamo catapultati in una frenesia da lotteria strapaesana, con il banditore dei premi dello Stato biscazziere: dal gratta e vinci allo spendi e gratta. E siamo proprio inesorabilmente di fronte...
Che succede? C'è il balletto italiano sulla manovra, poi là fuori c'è un mondo che propone cose decisamente più importanti. Certo, non bisogna prendere sottogamba quanto sta accadendo nella maggioranza che ha dato vita a un nuovo governo poco tempo fa, il 5 settembre scorso, ma esiste una gerarchia delle notizie, un peso e una qualità su cui non possiamo sorvolare. Abbiamo fatto notte per seguire il vertice di maggioranza e il Consiglio dei ministri. Ne viene fuori il ritratto di un governo in crisi e una maggioranza che non sembra avere un grande orizzonte davanti. Qui il dato nuovo è la velocità di logoramento. Nata a settembre, la coalizione è in fase di esaurimento a ottobre. C'è una crisi della premiership e una della coalizione. Viviamo tempi accelerati. Forse troppo.
01
La crisi? È quella della premiership
Nel vertice notturno Conte ha dato a Di Maio quel che non poteva negare: lo slittamento delle misure sul contante (tetto a 2.000 euro, utilizzo dei pos), quindi il tempo che serve per non andare in campagna elettorale nelle regioni e prendersi i fischi della piccola impresa. I Cinque Stelle temono un impatto negativo di questi provvedimenti soprattutto nel Mezzogiorno (bacino di voti pentastellati), dunque le norme sul contante slittano a luglio 2020. Si prende tempo, per il futuro si vedrà. Le norme sul cashback sono passate e sembra di vivere in un paese da Luna Park, con il gioco a premi permanente e dunque vai con il rimborso del 19% del valore della spesa in alcune categorie di attività (la messa in piega, il tubo del lavandino, santo cielo, il giardiniere!). Siamo catapultati in una frenesia da lotteria strapaesana, con il banditore dei premi dello Stato biscazziere: dal gratta e vinci allo spendi e gratta. E siamo proprio inesorabilmente di fronte a tutto e al contrario di tutto, quindi tiè, ecco otto anni di carcere per gli evasori oltre i 100 mila euro. Il marchio del ministro Alfonso Bonafede è quello delle manette.
Dettagli. Quello che conta in questa storia è il sottotesto politico. Il governo Conte bis ha una febbre persistente, fastidiosa e debilitante, con dei picchi improvvisi, c'è un malessere tropicale che riguarda il rapporto del premier con i partiti. Qualcosa di mal impostato nella relazione tra diversi, perché Conte interpreta il suo ruolo come se non dipendesse da una maggioranza, ma come l'investito di un potere che lo rende immune dal negoziato - anche continuo, sì - e dalla mediazione. Parliamo di una materia come la legge di Bilancio, cioè lo strumento più importante a disposizione di una maggioranza (non del premier, ma della coalizione) per realizzare il suo programma (ancora: non del premier, ma della coalizione) e non è certo immaginabile che sia Conte a porre condizioni ultimative, perché è materia che riguarda i partiti che fondano il governo. Neppure Silvio Berlusconi, quando era premier e fondatore di Forza Italia, poteva determinare da solo la linea della maggioranza su quella che allora si chiamava legge Finanziaria. Berlusconi si lamentava dei paletti e delle difficoltà che incontrava, aveva un ministro dell'Economia di grande personalità come Giulio Tremonti, alleati che chiedevano (e ottenevano) come Umberto Bossi, Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini e Forza Italia era tutt'altro che un monolite, ma una "monarchia anarchica" dove tutti puntavano le loro carte sul tavolo della spesa e qualche volta vincevano, altre perdevano. È il gioco della democrazia parlamentare.
Conte ha trascorso gli ultimi quindici giorni strombazzando sui giornali che non avrebbe mai discusso di nuovo la manovra, che quella era e quella restava, cribbio. Ultimatum, penultimatum, altolà, Conte sembrava un militare a guardia di un forte circondato e senza difesa. Ieri sera il premier è tornato sulla Terra e dopo svariate interviste in cui si è perfino definito "più duro di Craxi a Sigonella" (attendiamo i report dell'amministrazione Trump e domani l'audizione del premier al Copasir, il comitato di controllo parlamentare dei Servizi), ha iniziato a discutere di fisco e dintorni con i capi delegazione della maggioranza, com'era logico. Se Di Maio e Renzi in tandem criticano alcuni provvedimenti chiave sulla lotta all'evasione - tra l'altro sono critiche più che fondate - il premier ha il dovere di sedersi al tavolo, ascoltare e poi trarre le conclusioni. Dunque Conte alla fine ha diluito e trattato. E non c'è alcuna sorpresa, perché non contano le interviste, ma i fatti. E i fatti sono squadernati sul taccuino del cronista. Non è un problema di cash e di pos, ma di crisi di leadership e di premiership.
Le zuffe quotidiane di Palazzo Chigi confermano che siamo in piena fase Gattopardo, tutto cambia affinché nulla cambi. Ieri erano Di Maio e Salvini, oggi Di Maio e Conte con l'aggravante che nel copione s'è aggiunto un altro carattere da compagnia di ventura, quello di Renzi. Nel frattempo, la realtà bussa al portone di Palazzo Chigi, toc toc, è permesso? È arrivata una lettera della Commissione Ue che chiede al governo "chiarimenti sulle misure" nel bilancio. Traduzione: scusate, ma dove sono le coperture? E che state combinando con il debito? Noi diamo i numeri. Nessuna ironia, sono quelli veri. Prima, il testo della lettera degli amici della Commissione brussellese, istruttiva.
02
C'è posta per te. Lettera da Bruxelles sui conti
La letterina è arrivata, niente che non fosse nel menù del possibile e del logico, vista la manovra, i numeri e le coperture che ballano il fox trot. Con un governo di centrodestra avremmo letto titoli roboanti sull'Armageddon contabile della maggioranza, ma viviamo tempi (interessanti) giallo-rossi dunque tutto è felpato, sopito, s'aggiusterà. Che dicono Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici?
La Commissione Ue dice che "il piano dell'Italia non è conforme ai parametri di riferimento per la riduzione del debito nel 2020" e il Documento programmatico di Bilancio "prevede una modifica del saldo strutturale nel 2020 pari a un peggioramento dello 0,1% del Pil", percentuale che "non è all'altezza dell'adeguamento strutturale raccomandato e pari allo 0,6% del Pil". Elementi che "non sembrano essere in linea con i requisiti della politica di bilancio stabiliti dalla Commissione". In poche parole, il documento viene ritenuto non chiaro, opaco, sulla composizione del bilancio e la struttura della spesa. "Ci aiuterebbero a capire se c'è un rischio di deviazione significativa" rilevano Dombrovskis e Moscovici. La Commissione Ue si riserva inoltre una "valutazione approfondita" sulla richiesta di flessibilita' avanzata dall'Italia che terrà conto "dei criteri di ammissibilità" ma assicura allo stesso tempo che intende "proseguire un dialogo costruttivo con l'Italia per giungere ad una valutazione finale".
Siamo nella liturgia di Bruxelles/Roma, niente di eccezionale abbiamo visto nel corso degli anni e con diversi governi come tutte le pedine poi vadano a dama. La Commissione chiede informazioni, il governo dà la sua versione, si fanno un po' di verifiche, si limano le distanze e poi si va con il pilota automatico della spesa dentro un parametro ritenuto accettabile dalla Commissione. Sembra un processo meramente contabile, in realtà fa parte del vai e vieni politico dell'Unione europea, dei suoi equilibri e delle tensioni tra i vari paesi. Concedere all'Italia, con quel debito pubblico, margini ampi di spesa, non piace a molti paese "rigoristi". Si tratta sempre di capire come sintonizzarsi con la Commissione. Reagire sbattendo i pugni sul tavolo non serve assolutamente a nulla (l'abbiamo visto con la rappresentazione del sovranismo immaginario del precedente governo), bisogna sedersi al tavolo e negoziare. Con il sorriso fuori, duramente quando si è faccia a faccia. Questo lavoro - in teoria, vedremo i fatti - il Pd di solito sa farlo e la presenza di Paolo Gentiloni in Commissione dovrebbe aiutare, il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, inoltre, conosce i corridoi di Bruxelles. Il problema non è la lettera di Bruxelles, ma quello che accade a Roma e la situazione complessiva dei nostri conti che non ci concede grande spazio di manovra fiscale. Serviva coraggio e questo, francamente, nella legge di Bilancio manca. Con la presenza, invece, di un grave errore di impostazione culturale sulla questione del contante, le piccole e medie imprese e in generale su chi i soldi li ha e dovrebbe farli girare ma non s'azzarda a farlo perché non si fida di un governo che mostra un carattere ideologico da "anche i ricchi piangono" e la totale assenza di garantismo. Una cosa è combattere giustamente l'evasione, un'altra è far emergere il pregiudizio del Torquemada fiscale. Sono errori che si pagano. Nell'urna. Presto lo vedremo. Torniamo alla ciccia, i conti pubblici. Diamo i numeri (e non c'è niente da ridere).
03
Din don, siamo il debito e il pil
Ecco una tabella interessante, l'ha pubblicata ieri Eurostat, ci sono un po' di dati sul prodotto interno lordo, la spesa e il debito pubblico. Quello che conta quando si parla di politica del governo, qualunque esso sia:
Come vedete (in alto, a destra), il rapporto tra debito e pil nell'Europa a 19 è pari all'85,9 per cento, mentre nell'Europa a 28 questo rapporto scende all'80,4 per cento. Qual è la situazione dell'Italia? Il rapporto tra debito pubblico e pil è pari al 134,8 per cento, in aumento rispetto al 134,1 per cento del 2017. Peggio di noi fa solo la Grecia, ecco la tabella degli amici ellenici, occhio al numeretto in basso a destra:
Quel 181,2 per cento in aumento rispetto al 176,2 per cento del 2017, ci racconta molte cose di noi e di Atene. L'Italia non intende affrontare il tema del debito pubblico (e trovare una soluzione che sia compatibile con la crescita), la Grecia uscita da un piano doloroso di "risanamento" orchestrato da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale, continua ad avere problemi giganteschi.
Nel frattempo... l'inverno sta arrivando. E non siamo in una puntata di Game Of Thrones. Andiamo in Germania.
04
Achtung, la Germania è sempre in frenata
Il bollettino mensile della Bundesbank non è ancora di guerra, ma abbiamo una certezza (registrata da tempo su List): l'economia tedesca ha rallentato bruscamente e nel trimestre chiuso a settembre potrebbe aprirsi una recessione tecnica. Il rallentamento dell'export "minaccia di influenzare anche l'economia domestica" ma per ora, questo afferma la Banca centrale della Germania, "una recessione profonda non è probabile". Dobbiamo sperare che abbia ragione: l'influenza a Berlino fa molto male all'economia italiana.
C'è un'altra cosa interessante nel rapporto della Buba, riguarda il tema delle pensioni. Ricordiamo che la Germania, il Giappone e l'Italia sono i paesi più vecchi del mondo, dunque quello che pensano a Berlino in materia di previdenza e welfare per noi è significativo. Che dicono? Che l'età per la pensione di anzianità in Germania dovrà essere elevata a 69 anni e 4 mesi. La Buba vede "forti pressioni in futuro, specie a partire la 2020". L'ultima riforma previdenziale in Germania risale al 2012.
***
Non tutto è economia, ma questi sono fattori che incidono sulle scelte politiche e qualunque capo di governo ne deve tenere conto. Prendete la Brexit. Non è arrivata per ragioni economiche, era (è) una questione di politica dell'identità.
05
Johnson ci riprova. E minaccia il voto anticipato
Mentre scriviamo questa nota è in corso il dibattito alla Camera dei Comuni, la politica inglese è unn pantano, Boris Johnson punta al deal ma nel bagaglio della sua auto ci sono le elezioni anticipate, lo ha detto poco fa, senza il via libera all'accordo sulla Brexit, meglio andare al voto prima di Natale. Merry Boris. Il premier britannico ribadisce: "Dobbiamo lasciare l'Ue entro il 31 ottobre". Ma c'è chi afferma (il giornalista del Financial Times George Parker) che BoJo sarebbe pronto ad accettare un rinvio di una decina di giorni, ma solo se l'Unione europea pone la data come definitiva, l'ultimo rinvio. Stop.
La notizia del possibile (non per forza probabile) mini-rinvio ha fatto impennare la Sterlina:
Naturalmente siamo nel pieno di una partita a poker. Il voto arriverà tra qualche ora. Due i passaggi, quello sul Withdrawal Agreement Bill (l'accordo di recesso) e quello sul 'timetable'. Allacciamo le cinture.
Tutto nasce dalla decisione dello speaker del Parlamento britannico, quella sagoma di John Bercow, di non ammettere la mozione presentata dal governo sull'accordo per la Brexit. Bercow ha sostenuto ieri che le due mozioni presentate da Downing Street sono "sostanzialmente" uguali e dunque non si può votare una seconda volta. Sul piano del regolamento parlamentare, che per gli inglesi si fonda su una profonda consuetudine, la decisione di Bercow non fa una piega. Ma BoJo non può perdere tempo dietro le bizze dello speaker della Camera dei Comuni, come fu per Theresa May, è intrappolato nelle sabbie mobili parlamentari. O fa approvare le leggi attuative o tenta il colpo del voto anticipato. Ci riuscirà? Ieri al numero 10 di Downing Street dicevano di avere i voti per far passare l'accordo, ma dalle nostre parti è più che sovrana la Regina Prudenza. God Save The Queen e vediamo cosa si inventano stasera a Westminster.
***
A volte nelle piccole decisioni si celano giganti che possono diventare un grave problema. Chiedete lumi a Pinēra, il presidente del Cile. Ha aumentato il prezzo del biglietto della metropolitana. E gli è scoppiata la rivoluzione in casa.
06
La pizza cilena
Lui, il presidente del Cile, Sebastian Pinera, mangiava la pizza, mentre il suo paese sprofondava nel caos. La foto ha fatto il giro del mondo, è micidiale e non siamo in presenza di fake news, è tutto vero. Eccolo qui, nella pizzeria Roma di Vitacura, mentre festeggia il compleanno del nipote. Finora i morti nei disordini sono undici.
"Fuera Pinera" e "renuncia Pinera" sono gli slogan dei cileni che scendono in piazza. Lui ha risposto con un decreto che stabilisce lo stato d'emergenza per 15 giorni e il coprifuoco dalle 22 alle 7: "Siamo in guerra contro un nemico potente e implacabile, che non rispetta nulla o nessuno". In strada esercito e carri armati. Sulla Rete girano video di pestaggi e comportamenti molto duri dei "Carabineros". Pinera, classe 1949, è cresciuto in una famiglia benestante, il padre era un ambasciatore, laurea in economia, master a Harvard, azionista di una compagnia aerea, editore del canale televisivo Chilevision, è diventato uno degli uomini più ricchi del Cile, secondo Forbes il suo patrimonio è di 1,2 miliardi di dollari. Cosa ci fa un tipo come questo alla guida del Cile? Sono i misteri della democrazia.
***
Il Cile è in fiamme, l'ex impero britannnico non se la passa benissimo, la Regina assiste allo spettacolo della Little Britain un tempo Great e nell'ex colonia delle giubbe rosse, un paese immenso, verde e freddo, c'è chi farà il bis ma senza aver messo a segno una gran vittoria.
07
Canada. Trudeau azzoppato, i separatisti volano
Justin Trudeau non sarà il primo premier canadese che in 84 anni non viene riconfermato, ma perde la maggioranza e avrà bisognodell'appoggio est erno del New Democratic Party (Ndp). Il partito del premier uscente conquista 156 dei 338 seggi della House of Commons, per governare da solo ne servono 170, rispetto al 2015 Trudeau perde 28 seggi. Tempi duri per il bello e il celebrato della politica liberal. Alla fine arriva il contrappasso dantesco, il più puro che ti epura e il politicamente corretto che scopre il tuo lato scorretto in un profilo che si vende come perfetto. Trudeau paga le pressioni per salvare la Snc-Lavalin in un'inchiesta per corruzione, le foto del giovane festante con la faccia dipinta di nero, un'immagine di lezioso perbenismo consumata ma ancora non del tutto logorata. I conservatori hanno fatto un balzo, ma non al punto da far cadere il premier, hanno conquistato 121 seggi (ne avevano 97), Trudeau resta in sella con il cavallo azzoppato. Il dato politico da tenere d'occhio per il futuro non è il declinante Trudeau, ma l'ascendente Bloc Quebecois di Yves-Francois Blanchet, il partito separatista che nel Quebec francofono ha triplicato i seggi (da 10 a 32) e ora è il terzo partito del Canada.
08
Dal Comandante Mark al Bianco di Ellis
Il Canada, l'Ontario, le giubbe rosse. Scorrono nella memoria i bei tempi in cui leggevamo le avventure del Comandante Mark:
Era un mondo senza computer, smartphone, social media ed era migliore perché nessun algoritmo e venditore di sogni in pixel controllava il tuo stile di vita, cosa leggi, cosa mangi, cosa compri, cosa desideri. Certo, c'era già Vance Packard che ci raccontava le tecniche di manipolazione de "I persuasori occulti", ma quel tempo passato era ancora "libero".
C'era la tv, la sua pubblicità, lo stordimento da tubo catodico, ma quello che accade oggi è di incomparabile gravità e grandezza. Basta leggere "Il capitalismo della sorveglianza" di Shoshana Zuboff per fare un salto in una dimensione da Orwell, solo che non siamo in un romanzo, la distopia è reale, siamo nel tempo presente dove impera "un'architettura globale di sorveglianza ubiqua e sempre all'erta". Vai sul searchbox di Google e parte "le vite degli altri". La tua. Clic.
Sono temi che escono dalla fiction e diventano realtà, il libro è ottimo e corposo, analizza il problema dei titani di Internet che plasmano la tua vita fino ad automatizzarla, non offre una soluzione, una exit strategy, ma prima o poi qualcosa accaddrà, basta guardare il finale di Metropolis di Fritz Lang. Come finisce? Con la rivoluzione. Che potente visione, premonizione, ammonizione:
La sommossa, i cui primi segnali arrivano sempre dal linguaggio, dalla sgrammaticatura nel discorso ipercorretto. Leggere "Bianco" di Bret Easton Ellis dà questo senso di liberazione dalla camicia di forza dei benpensanti, la confessione che non ne puoi più di tutto questo circo di idioti che ti circondano e fanno cose intelligenti, sissignore, non sbagliano mai.
Bianco. Dove si dice quello che non si può dire, chiamare corrosivamente le cose con il loro nome, tanto per cominciare, la fine dell'ipocrisia, la dissoluzione e lo spegnimento della chiacchiera, ronzante come le mosche:
A un certo punto nel corso degli ultimissimi anni – e non saprei indicare con esattezza quando – un vago eppure quasi opprimente e irrazionale fastidio ha preso a straziarmi fino a una decina di volte al giorno. Questo fastidio riguardava cose all’apparenza cosí secondarie, cosí lontane dai miei consueti interessi, che ero sorpreso dallo sforzo che dovevo fare per liberarmi dal disgusto e dalla frustrazione provocati dalla stupidità altrui: adulti, semplici conoscenti ed estranei che sui social condividevano pareri e giudizi avventati, stupide preoccupazioni, sempre con l’incrollabile certezza di avere ragione.
Sognare la fine dei social e di tutti i riti della vita social. Il loro decadimento atomico, la rovina imperiale, un crash gigantesco e tanti clown che gironzolano nella polvere. Il crollo di questo castello d'irrealtà. Mark Zuckerberg (e con lui tutti questi paraguru della Silicon Valley infelpati) che torna ad essere quello che si vede. Lo vedete? Buona giornata.
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che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.