10 Novembre
I socialisti arretrano, Vox raddoppia. Nessuno governa
La Spagna al voto per la quarta volta non risolve il problema della maggioranza. Sanchez vince ma perde 3 seggi, la destra di Abascal galoppa e i Popolari avanzano. Tutti sono lontani dalla maggioranza. Maite Carpio racconta un altro sottosopra di Madrid
Che succede? La corrida di Madrid fa il botto e Vox il pieno di voti, le elezioni in Spagna sono un passaggio importante e confermano due tendenze della politica europea: la destra è forte, avanza, i partiti identitari guadagnano consensi, le sinistre arrancano, le formule di governo sono sempre più pasticciate, i governi fragili e i parlamenti in crisi. La democrazia si è inceppata. Ogni paese ha la sua storia, ma i fenomeni di lungo respiro in un mondo sempre connesso si riverberano e autoalimentano, creano l'immaginario. E dunque la realtà del voto, l'opinione (e la persuasione) che diventa scelta dell'elettore e fatto politico ha un impatto. Il voto in Spagna si farà sentire anche in Italia. Salvini e Meloni esultano, il Partito democratico guarda al risultato non buono di Sanchez con lo sguardo di chi non sa cosa fare e forse tenterà di restare fermo, in surplace, non potendo in realtà permettersi l'immobilismo.
C'è chi affronta la realtà e chi scappa. Evo Morales ha lasciato il Bolivia, destinazione Argentina. E dimissioni. C'èra una volta un presidente e ora ci sarà un altro voto e chissà cos'altro. Il Sudamerica brucia.
E poi ci siamo noi, in cronaca, l'Italia. Un attentato in Iraq che ha coinvolto cinque militari italiani ci ricorda che ci sono servitori dello Stato silenziosi e la nostra politica estera, per quanto piccola e mal interpretata dalla classa politica, è fatta di cooperazione, impegno internazionale e troops on the ground, soldati sul terreno. Nel gioco del Medio Oriente sono cambiate molte cose.
Sono questi i fatti principali sul nostro taccuino. Facciamo un di giostra, seguite il titolare di List. Si comincia dalla Spagna, la muleta passa al socio spagnolo. Olè.
01
Il sottosopra di Spagna
Non Podemos. Pablo Iglesias, leader di Podemos. Anche per lui una domenica amara (Foto Ansa)...Che succede? La corrida di Madrid fa il botto e Vox il pieno di voti, le elezioni in Spagna sono un passaggio importante e confermano due tendenze della politica europea: la destra è forte, avanza, i partiti identitari guadagnano consensi, le sinistre arrancano, le formule di governo sono sempre più pasticciate, i governi fragili e i parlamenti in crisi. La democrazia si è inceppata. Ogni paese ha la sua storia, ma i fenomeni di lungo respiro in un mondo sempre connesso si riverberano e autoalimentano, creano l'immaginario. E dunque la realtà del voto, l'opinione (e la persuasione) che diventa scelta dell'elettore e fatto politico ha un impatto. Il voto in Spagna si farà sentire anche in Italia. Salvini e Meloni esultano, il Partito democratico guarda al risultato non buono di Sanchez con lo sguardo di chi non sa cosa fare e forse tenterà di restare fermo, in surplace, non potendo in realtà permettersi l'immobilismo.
C'è chi affronta la realtà e chi scappa. Evo Morales ha lasciato il Bolivia, destinazione Argentina. E dimissioni. C'èra una volta un presidente e ora ci sarà un altro voto e chissà cos'altro. Il Sudamerica brucia.
E poi ci siamo noi, in cronaca, l'Italia. Un attentato in Iraq che ha coinvolto cinque militari italiani ci ricorda che ci sono servitori dello Stato silenziosi e la nostra politica estera, per quanto piccola e mal interpretata dalla classa politica, è fatta di cooperazione, impegno internazionale e troops on the ground, soldati sul terreno. Nel gioco del Medio Oriente sono cambiate molte cose.
Sono questi i fatti principali sul nostro taccuino. Facciamo un di giostra, seguite il titolare di List. Si comincia dalla Spagna, la muleta passa al socio spagnolo. Olè.
01
Il sottosopra di Spagna
Non Podemos. Pablo Iglesias, leader di Podemos. Anche per lui una domenica amara (Foto Ansa)di Maite Carpio
Serata elettorale non consigliabile per cardiopatici. Si temeva lo stallo ed è arrivato puntuale come il colpo d'accetta nei film horror. Con lo scrutinio del 96% dei voti i risultati sono questi: vince il PSOE con 120 seggi, tre in meno di quelli ottenuti nell’ultima votazione di aprile. Un disastro! La seconda formazione è il Partito popolare, che guadagna 22 seggi e arriva a 88 posti in Parlamento. Psoe e Pp si confermano i due fenomeni annunciati. Vox sale a 52 seggi (ne ha 28 in più) e si conferma come terza forza in Parlamento. Crolla Ciudadanos che si ferma a 10 seggi e perde per strada niente meno che 47 seggi. Va male anche Unidas Podemos, il partito di Pablo Iglesias, che perde 7 seggi e rimane con 35 seggi.
La tendenza è chiara (da qui alla chiusura possono variare di poco i risultati), la prima lettura è che ha vinto la formazione di Pedro Sanchez ma non ha i numeri per governare, ci vogliono 176 seggi per avere la maggioranza ed entrambi gli schieramenti sono lontani. Le aspettative del Psoe di capovolgere la situazione di impasse creata dopo tutti i tentativi falliti di accordo con Podemos, non si sono verificate. La loro strategia elettorale si è dimostrata un fiasco, non solo i socialisti non si sono spostati di una virgola, ma hanno perso 3 posti cruciali in Parlamento. È stata sottovalutata la richiesta del proprio elettorato che voleva l’accordo con Podemos. Un buon numero dei loro votanti era contrario al ritorno alle urne e si sono visti i risultati. Volevano sollecitare il centro moderato che invece era pronto a radicalizzarsi, a destra. Ora ci vorrà un grande sforzo di volontà e di immaginazione politica da parte di Sanchez per essere all’altezza della situazione.
Il risultato più eclatante è quello di Vox, la Spagna di destra si è estremizzata, schiacciando nella morsa la formazione più moderata di Ciudadanos. Questo giro avrà delle conseguenze politiche notevoli. La leadership del giovane Rivera sarà messa a dura prova e Casado dovrà dimostrare le proprie doti, e una certa autonomia, se non vuole finire tra le fauci della bestia inseguendo Vox che, a sua volta, sarà nella posizione di poter condizionare a suo piacimento le scelte dell’opposizione, se ne sarà capace.
A un primo sguardo sembra che niente sia cambiato, ma non è così. Domani Pedro Sánchez, con i risultati che ha avuto dalle urne, tornerà a negoziare con le formazioni politiche di sinistra e con quelle delle autonomie, anche se la maggioranza la raggiungerebbe solo con un patto di governo con il Partito popolare. Comunque sia, ci sarà qualcosa di diverso intorno al tavolo delle trattative: l’aria è cambiata, ora è diventato tutto più serio, più da pronto soccorso. Sono finiti i giochi e devono per forza trovare un accordo. Bisogna lasciare i rispettivi ego a casa e identificare la via di uscita migliore per portare a termine il mandato dei cittadini. Non si può tornare più alle urne, è il tempo della politica. Solo la volontà dei cittadini è legittimata a decidere il futuro del paese e lo ha fatto. Non è lo stallo degli scacchi, in politica la patta non è prevista. Tocca rimboccarsi le maniche e dimostrare la padronanza del mestiere.
***
Gli amici spagnoli vivono tempi interessanti. Forse troppo. Non si fugge dalla realtà. A meno che uno non si trovi nella situazione del cocalero, Evo Morales. Si vota. Si vola. Via. Bolivia.
02
La fuga di Evo Morales
I fatti sono più forti degli uomini. Così è stato per Evo Morales (sopra, nella foto Ansa), presidente del Bolivia. Pensava di aver vinto le elezioni e di poter far finta che la piazza che gli diceva di levare le tende - con la polizia che stava con quella piazza - non esistesse. Prima ha provato a sedare la rivolta con la forza, poi la forza ha smesso di obbedire ed è passata dall'altra parte, poi ha indetto nuove elezioni e infine mentre scriviamo il quotidiano argentino Clarin scrive che "un aereo con a bordo il presidente boliviano, Evo Morales, ha lasciato La Paz diretto verso l'Argentina". Sarà vero? Il presidente Macrì, è ancora lui in carica, dice che non ha nessuna intenzione di accogliere il politico in fuga. Niente asilo, solo tango. Morales nel frattempo s'è pure dimesso, messaggio video: "Voglio dirvelo, la lotta non finisce qui. Gli umili, i poveri, i settori sociali continueranno questa lotta per l'uguaglianza e la pace. È importante dire alla gente che èmio dovere come Presidente cercare questa pacificazione. Spero che (Carlos) Mesa e (Luis Fernando) Camacho abbiano capito il mio messaggio. Non maltrattare sorelle e fratelli. Non ingannare con le bugie e usare la gente". Questa è la fine del cocalero Evo. Che storia incredibile. Il Venezuela in fiamme, il Brasile con la scossa di Bolsonaro, l'Argentina e il rientro del peronismo di Cristina Fernandez per interposto presidente, il Cile in piena rivoluzione. Il Sudamerica, una pentola a pressione. Che tempi e che serata di notizie.
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Ne abbiamo una dura che riguarda l'Italia e ci ricorda che quello che accade a Palazzo Chigi non corrisponde alla realtà.
03
Cinque militari italiani feriti in Iraq
Un lampo, un boato, la terra che si solleva, il blindato che sbanda. Soldati. A bordo del veicolo. E a piedi. Cinque militari italiani feriti. Tre sono gravi, nessuno in pericolo di vita. Un soldato ha subito l'amputazione di una gamba, altri due hanno lesioni serie. L'impatto di una bomba esplosa al passaggio del convoglio. Il bollettino viene dall'Iraq, l'attentato nei dintorni di Kirkuk, nel Kurdistan dove i nostri soldati addestrano le truppe dei Peshmerga.
L'esplosione è avvenuta nella fase di rientro del gruppo di militari alla base d'appoggio. Routine. È questo dettaglio a dirci che non si tratta di un fatto casuale: l'ordigno è stato piazzato per colpire in quel momento, in quel punto, quel convoglio.
Gli italiani improvvisamente (ri)scoprono che dall'Iraq non ce ne siamo mai andati, che la guerra non è un videogame, che continuiamo a prestare con onore, passione e professionalità la nostra conoscenza del mestiere delle armi, l'addestramento a combattere. Si chiama nation building, costruire forze armate per edificare uno Stato di cui gli iracheni hanno estremo bisogno.
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La nostra missione in Iraq ha ragioni storiche precise, il testo è quello della reazione degli Stati Uniti all'attacco alle Torri Gemelle l'11 settembre del 2001. Radici lontane, lo sviluppo dell'America dal Dopoguerra a oggi e la sua ascesa come prima potenza mondiale. Ma il futuro è un altro. Quale?
04
Il Grande Gioco del petrolio e l'America
Guardate la mappa qui sopra: Turchia, Siria, Iraq, Iran, Arabia Saudita, Libano, Israele, Giordania. Questo è il centro del grande gioco della politica, della guerra, dell'energia. Allarghiamo lo sguardo, saliamo sulla macchina del tempo. Guardate questa mappa declassificata della Cia, anno 1951:
Questa mappa ci racconta l'intreccio del petrolio e del gas. Ma per capire il futuro, il nuovo ruolo degli Stati Uniti, serve un'altra mappa, quella dello shale oil in America:
L'America è ricchissima di petrolio e gas, la tecnologia del fracking ha aperto un nuovo mondo. Quale? Guardate questo grafico:
L'ascesa e discesa del consumo segue i cicli delle crisi economiche, gli shock geopolitici. Le curve che bisogna leggere con attenzione sono quelle della produzione (guardate il salto in alto dal 2007 in poi), il calo della curva dell'import (legato alla crisi e poi stabilizzato dalla produzione interna), il crollo della linea delle importazioni nette e il balzo delle esportazioni. È il ritratto di un paese che sta realizzando un piano di autonomia energetica e trasformazione in soggetto esportatore di energia. Una rivoluzione. Qui risiede una delle ragioni profonde del mutamento della politica estera americana, il suo limitato impegno militare in Medio Oriente. Senza la catapulta della "War On Terror" gli Stati Uniti non replicheranno mai un'invasione dell'Iraq (2003), una campagna militare di vasta scala in luoghi del mondo che restano di grande importanza ma non sono più il serbatoio del gas e del petrolio dell'America.
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Il mega-giacimento (e il reattore) dell'Iran
Il presidente Hassan Rohani ha annunciato la scoperta di un nuovo maxi giacimento di petrolio che vale oltre 50 miliardi di barili (sarà il secondo più grande, dopo quello di Ahvaz, da 65 miliardi di barili) che si sommeranno alle riserve di greggio dell'Iran, pari a circa 150 miliardi di barili. Il nuovo giacimento si trova in Khuzestan. "Voglio dire alla Casa Bianca che nei giorni in cui sanziona le vendite di petrolio iraniano, i lavoratori di questo Paese e i suoi ingegneri sono stati in grado di scoprire 53 miliardi di barili di greggio", ha dichiarato Rohani, citato dall'agenzia Fars. Il nuovo campo petrolifero potrebbe diventare il secondo piu' grande dell'Iran dopo quello di Ahvaz che contiene 65 miliardi di barili.
Sempre da Teheran ecco un'altra notizia: l'Iran ha dato il via libera alla costruzione di un secondo reattore nucleare alla centrale di Bushehr, a circa 700 chilometri a Sud della capitale, Teheran. Hanno iniziato a versare il calcestruzzo. Gli iraniani hanno accelerato la loro uscita dagli accordi del 2015 sul nucleare. Gli Stati Uniti l'hanno disdetto, ma l'Europa ora cosa farà?
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Petrolio, uranio. Un mondo che pulsa. Radioattivo. Trump ha davanti un orizzonte - se verrà rieletto - di duro confronto con gli Ayatollah. A proposito, come vanno le cose in America? C'è la corsa per le presidenziali. E l'ingresso di Michael Bloomberg nelle primarie dei Democratici si fa sempre più interessante. Rischia di essere un crac per i dem.
06
Bloomberg ha un problema: Bloomberg
Michael Bloomberg ha fatto tutti i suoi piani per partecipare alle primarie dei Democratici e prendere tutto il banco. Probabilmente non si aspettava di avere un problema: Bloomberg. Miliardario, bianco, potentissimo, 77 anni (sopra, nella foto Ansa). Esattamente tutto quello che non sembra rispondere ai sentimenti che si agitano nella base dei dem. Sul Financial Times ieri abbiamo letto una serie di analisi appuntite e taglienti e, visto anche il sondaggio di Morning Consult che dà a Bloomberg solo il 4 per cento dei consensi tra gli elettori (ci sembra troppo basso, ma questo dice) la sintesi è questa: Bloomberg copre il terreno di un incerto Joe Biden e dunque ne fa deragliare la campagna, ma dà sostanza alla corsa di Elizabeth Warren e il suo messaggio politico di tassare i ricchi. Risultato: (ri)vince Trump (forse).
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Sono fatti che diventeranno storia. In attesa di vederli, c'è il passato da studiare. Serve a (pre)vedere il futuro.
07
Il crollo del Muro. E la mappa di come eravamo
Trent'anni dal crollo del Muro di Berlino. Abbiamo letto, visto, ascoltato. Dall'archivio spunta una mappa della Cia degli anni Sessanta, eccola:
C'era una volta un mondo in due blocchi. E la Germania dell'Est, chi se la ricorda? Eccola, in un'altra mappa della Cia:
Il comunismo dell'Unione Sovietica è sparito, archiviato. La DDR è un incubo polveroso che ha strappato e distrutto troppe "vite degli altri". Berlino è diventata una scintillante città europea. L'Unione europea ci ha dato tanto ma nella lotta tra il bene e il male, la pace e il benessere non sono mai permanenti - e bisogna ricordarlo agli euroscettici e agli europeisti, fazioni senza moderazione - e quella rivoluzione pacifica del 1989 fu soprattutto l'implosione di un sistema. Quella vittoria dell'Occidente (e di quell'America che il ministro degli Esteri della Germania, il socialdemocratico Heiko Maas, non ha mai citato ricordando il trentennale della riunificazione, ringraziando Gorbaciov e l'Europa e non quel gigante chiamato Ronald Reagan!) fece maturare a sua volta l'illusione di un'affermazione permanente, della "fine della Storia" e di un avanzamento costante dei valori liberali. Non è andata e non va così: la Cina contende agli Stati Uniti il ruolo di prima potenza mondiale, altri muri sono stati eretti e le dittature crescono. La libertà si rispetta, si coltiva. E le mappe non si dimenticano. Sono come eravamo e spesso non vogliamo (e possiamo) più essere.
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24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.