11 Novembre
Acciaio e manovra. Non basta l'ombrello
Angela Merkel in visita a Roma, il premier Conte parla di una "collaborazione sull'acciaio" e di "cantiere Taranto", ma il caso Arcelor Mittal per ora è senza soluzione. La legge di Bilancio bocciata da tutti durante le audizioni parlamentari. L'unico elemento di stabilità nel Paese è rappresentato dal quadrante geopolitico di Mattarella
Che succede? In Spagna il voto è finito esattamente come dipinto dal titolo del quotidiano catalano La Vanguardia: "Estamos donde estábamos". Siamo dove stavamo. La faccenda del "bloqueo" politico riguarda non solo la Spagna, ma gran parte delle democrazie che vivono il cambiamento dello scenario elettorale, la fine di alcune famiglie politiche sulle quali s'era consolidata la politica del dopoguerra.
Fino a dieci anni fa i fenomeni di rottura dello schema popolari/socialdemocratici erano rari e passeggeri, una fiammata, poi si tornava al tran tran tra i due schieramenti, un rassicurante vai e vieni dei partiti. Gli elettori di volta in volta spostavano qualche punto percentuale, ma sempre dentro un meccanismo che teneva a freno la tentazione di "uscire" da quel rassicurante confine che ha finito per auto-consumarsi, com'era logico che accadesse. È cambiato tutto. Come? Seguite il titolare di List.
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Merkel a Roma da Conte (e una cosa che in Germania non accadrà mai)

I fatti corrono. Mentre scriviamo questa nota, Angela Merkel è a Roma. Al suo fianco c'è Giuseppe Conte e la cosa fa un certo effetto. Perché? Fatevi questa domanda: da dove viene Conte? Ha illustrato la patria e per alti meriti è diventato Presidente del Consiglio? Qualcuno di voi conosceva l'avvocato Conte prima di vederlo catapultato a Palazzo Chigi? Nessuno in Germania potrebbe mai diventare cancelliere senza aver partecipato alla vita politica tedesca intensamente, con merito, dal gradino più basso a quello da protagonista. In Italia invece un perfetto sconosciuto può diventare primo ministro, nella generale indifferenza di tutti, come se questo fosse un processo politico normale. E siamo dunque così: da una parte la più grande statista d'Europa, dall'altra c'è Conte, già avvocato del popolo, oggi premier europeista.
Cosa è venuto fuori dall'incontro? Merkel ha fatto la sua visita di cortesia dopo il...
Che succede? In Spagna il voto è finito esattamente come dipinto dal titolo del quotidiano catalano La Vanguardia: "Estamos donde estábamos". Siamo dove stavamo. La faccenda del "bloqueo" politico riguarda non solo la Spagna, ma gran parte delle democrazie che vivono il cambiamento dello scenario elettorale, la fine di alcune famiglie politiche sulle quali s'era consolidata la politica del dopoguerra.
Fino a dieci anni fa i fenomeni di rottura dello schema popolari/socialdemocratici erano rari e passeggeri, una fiammata, poi si tornava al tran tran tra i due schieramenti, un rassicurante vai e vieni dei partiti. Gli elettori di volta in volta spostavano qualche punto percentuale, ma sempre dentro un meccanismo che teneva a freno la tentazione di "uscire" da quel rassicurante confine che ha finito per auto-consumarsi, com'era logico che accadesse. È cambiato tutto. Come? Seguite il titolare di List.
01
Merkel a Roma da Conte (e una cosa che in Germania non accadrà mai)

I fatti corrono. Mentre scriviamo questa nota, Angela Merkel è a Roma. Al suo fianco c'è Giuseppe Conte e la cosa fa un certo effetto. Perché? Fatevi questa domanda: da dove viene Conte? Ha illustrato la patria e per alti meriti è diventato Presidente del Consiglio? Qualcuno di voi conosceva l'avvocato Conte prima di vederlo catapultato a Palazzo Chigi? Nessuno in Germania potrebbe mai diventare cancelliere senza aver partecipato alla vita politica tedesca intensamente, con merito, dal gradino più basso a quello da protagonista. In Italia invece un perfetto sconosciuto può diventare primo ministro, nella generale indifferenza di tutti, come se questo fosse un processo politico normale. E siamo dunque così: da una parte la più grande statista d'Europa, dall'altra c'è Conte, già avvocato del popolo, oggi premier europeista.
Cosa è venuto fuori dall'incontro? Merkel ha fatto la sua visita di cortesia dopo il varo del governo giallo-rosso, Conte aveva l'aspetto che ormai assume par defaut: impomatato, pochette, lo statista inamidato. Cosa ha detto Conte? Cose grosse, cribbio, ha affermato che "la Nato resta per noi un pilastro della politica internazionale". E naturalmente il premier ha affermato che "non dobbiamo aumentare l'intolleranza e le forze disgregatrici nell'Ue" (quali? la Lega con cui Conte era il governo fino all'altro ieri? chi?).
02
Un pezzo teatrale d'acciaio immaginario
A un certo punto, è giunta l'epifania, Conte non ha resistito, vai con il sipario, il teatro dell'avvocato del popolo riapre. Fase propaganda, eccola, riguarda il settore dell'acciaio immaginario: "Ci siamo ripromessi una cooperazione per cercare di confrontarci sulle soluzioni più avanzate dal punto di vista tecnologico e condividere le conoscenze". L'acciaio? Roma e Berlino? Ma che dice? Non sono gli Stati a giocare il ruolo chiave, ma le imprese che fanno ricerca senza aver bisogno dello Stato, perché è nell'interesse del settore sviluppare efficienza, conoscenza, processi con meno emissioni. Siamo al surreale, un'uscita che mostra la difficoltà del governo, ancora una volta. Conte ha detto che "bisogna far marciare all'unisono valori come salute, ambiente, lavoro". Che scoperta. Fa cadere dall'alto banalità, le spande come se fossero grandi intuizioni e così, nella mediocrità lessicale, lancia niente meno che il "cantiere Taranto". E uno nell'ascoltarlo pensa all'arte del trasformismo senza mai dire nulla. I renziani hanno presentato gli emendamenti per lo scudo penale, il governo non ha una linea comune, Di Maio ha ribadito che lo scudo non ci può essere, tutti sono pronti alla nazionalizzazione che leverebbe le castagne dal fuoco, ma bisogna farla digerire ai contribuenti, cioè agli italiani che pagano le tasse e se perdono il lavoro non trovano lo Stato a salvare la baracca. Dilemmi, grandi, della contemporaneità. Domanda sul taccuino: su Arcelor Mittal ci sono reali progressi? Zero. Siamo alla guerra di carte bollate, i commissari hanno fatto ricorso, dicono che gli indiani "non possono rescindere il contratto", nel frattempo Arcelor Mittal ha fermato lo scarico di materia prima, sta rallentando la produzione. Si preparano all'uscita, salvo un accordo in extremis di cui per ora non si vede l'ombra.
Post scriptum. Durante le audizioni sulla legge di Bilancio, non c'è stato un solo soggetto, istituzione, ente, associazione che abbia promosso la manovra in Parlamento. L'hanno bocciata tutti. Pura cronaca. Facciamo un recap istruttivo sul tema.
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Pioggia di bocciature sulla manovra
Senato della Repubblica, giornata di bocciature a raffica per la legge di Bilancio. Elenco in rigoroso disordine sparso.
Banchieri. L'Abi va giù a piedi uniti, dice il direttore generale Giovanni Sabatini: "Il mondo bancario risulta ancora una volta uno dei settori maggiormente chiamati alla contribuzione alla manovra di fine anno, attraverso disposizioni che, come avvenuto già in occasione della Manovra di bilancio 2019, drenano liquidità in maniera consistente e rappresentano un ulteriore sacrificio per le banche, con impatti sul loro ruolo di sostegno all'economia, a famiglie e imprese".
Industriali. Gli industriali hanno mandato a dare la loro versione in Parlamento una tipa tosta, la direttrice generale di Confindustria, Marcella Panucci: "La plastic tax avrà un impatto sulla spesa delle famiglie stimabile in circa 109 euro annui". Serve almeno a qualcosa? Leggiamo cosa dice Panucci: "Non comporta benefici ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti e rappresenta unicamente una leva per rastrellare risorse". Giudizio generale sulla manovra: "Non traccia un disegno di politica economica capace di invertire la tendenza negativa delle aspettative degli imprenditori e dei potenziali investitori, nazionali ed esteri. Anzi, in alcuni casi, produce un effetto opposto".
Magistratura contabile. La Corte dei Conti fa il suo lavoro e snocciola il problema: "Va sottolineato come la mancanza di un quadro organico delle misure che si intende assumere, rinviate a specifici provvedimenti collegati, non consente di valutare pienamente come si intenda intervenire sulle principali criticità del nostro sistema economico e istituzionale",
Sindacalisti. Una sintesi di Cgil, Cisl e Uil, poche parole: "Le risorse non sono sufficienti". Per fare cosa? Tagliare il cuneo fiscale e rinnovare i contratti del pubblico impiego. Siamo sempre al "signori, non c'è una Lira".
Cooperative. Il presidente dell'Alleanza delle Cooperative, Mauro Lusetti, ha manifestato le critiche sulle tasse sulla plastica e i prodotti zuccherati. Critica che non giunge nuova.
Commercialisti. Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ha spiegato che "non c'è alcun intervento per il lavoro autonomo quando sarebbe stato importante allargare la flat tax anche ai soggetti che operano in forma associata perché l'attuale situazione è un disincentivo a lavorare insieme".
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Così, nel diluvio dei cartellini rossi alla politica economica del governo, in una piovosa giornata di novembre, nell'anno 2019, in una Capitale bella e sfibrata, abbiamo visto un incontro tra una grande statista alla fine della sua storia politica e un soggetto camaleontico uscito dal cilindro dei Cinque Stelle. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
04
Parlamenti inceppati. Spagna, Italia, Regno Unito
I segnali c'erano tutti, ma per vederli occorre essere liberi dal pregiudizio. Così nessuno o quasi aveva dato credito al nascente partito di un comico e un visionario (Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio) fino a quando nel 2013 non ha rotto lo schema destra-sinistra che in Italia era declinato in berlusconismo e antiberlusconismo e il resto della storia è andato in rotta di collisione con il mondo parallelo sognato dalle classi colte. Lingua, attori, spettatori diversi, ma stesso film nell'isola d'Inghilterra dove il partito di Nigel Farage - il primo che fondò, Ukip - veniva trattato sui media come il partito dei clown e naturalmente la Brexit non ci sarebbe mai stata. È andata come sappiamo: nel 2016 la Brexit è arrivata, il Parlamento inglese ha cominciato a dare segni di sbornia da gin, i Tories hanno bruciato due primi ministri (David Cameron e Theresa May) , il Labour è tornato socialista, è arrivato Boris Johnson e Farage nel frattempo, per non farsi e farci mancare niente, ha fondato un altro partito che non è un giro di parole: Brexit Party. Si vota il 12 dicembre. Farage ha assicurato oggi che non farà concorrenza ai Tories nei collegi. È un patto per il governo di Downing Street domani. E spiana la strada della vittoria a BoJo.
Il voto in Spagna ci ha dato un altro esempio di caduta in picchiata dei desideri: Pedro Sanchez pensava di andare all'incasso con il voto anticipato, aveva raccontato a se stesso e agli altri che rompendo il negoziato estenuante con Podemos avrebbe dato ai socialisti i seggi per la vittoria. È andata al contrario, la maggioranza non c'è, gli elettori chiedevano il governo subito non un altro voto, tanto che il partito centrista per eccellenza, Ciudadanos, da ieri sera è in via di zombificazione e il suo leader, Albert Rivera, stamattina si è dimesso e ha annunciato l'abbandono della vita politica. Ha vinto il ruggito di Vox che autodefinisce la sua proposta politica come una "scelta patriottica". Capite bene, cari lettori, che nel tempo dell'indipendentismo senza soluzione, con uno stracotto catalano che va avanti con processi, manifestazioni d'inconciliabili parole d'ordine, in pieno sbraco istituzionale iberico, presentata così da Vox, la faccenda del da che parte stare, con un messaggio diretto, preciso, evocativo - nazionalista e di destra, claro que sì - diventa una tentazione da bodega da mattino a sera, è il vaffa iberico con il paso doble, siamo sempre là, proprio così, "estamos donde estábamos", quel popolo che in fondo ieri cercava un'uscita con Podemos attaccato al codino di Pablo Iglesias, oggi ha (anche) un'altra direzione con Vox e s'arrampica sulla barba di Santiago Abascal.
Le democrazie giocano con lo schema antico della carta e della bussola mentre là fuori la contemporaneità si esprime su Tik Tok e si orienta sul gps. Tutto è schermo, dunque velo, quinta del teatro della politica, un gioco d'illusionismo. Sul display della contemporaneità si sono smarrite le élite che avrebbero dovuto guidare il popolo, le masse che passano dal like al deepfake senza sapere perché, automatizzate dai social media. Fanno soldi, le élite, ma non riescono più a governare nel nome del bene comune, quello che si può fare per approssimazione ma bisogna fare proprio per impedire che regni il caos. Perfino i sistemi autoritari hanno problemi di entropia, caos, disordine interno. Dove c'è una connesione, s'inocula il caos. Il compagno Xi Jinping è in Grecia (dove il disordine non manca e la gru della Cina si stende sul porto del Pireo), s'è distratto un attimo e a Hong Kong è arrivato un giorno di piombo.
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La Spagna è un bagliore nel buio, l'abbiamo visto brillare quattro volte in cielo negli ultimi quattro anni. E ora? È tutta una questione di regole d'ingaggio con l'immaginario della politica. Andiamo a leggere il socio spagnolo, Maite Carpio.
05
Il box office della Spagna non perdona
Vincitori e vinti, volti e barbe, storie azzeccate e sbagliate del voto. Chi sbaglia storytelling è perduto. Sanchez fa l'errore sul centro silenzioso, Vox fa il botto sull'identità, Rivera fa crac e lascia la politica. Un'indagine di Maite Carpio sulla sceneggiatura delle elezioni

di Maite Carpio
La politica è diventata come il cinema, quando devi scegliere un film e guardi sul giornale o sul web, la prima cosa che ti domani è “di che tratta”? Così succede oggi con quello che propongono i partiti. Il trailer deve essere chiaro e azzeccato perché l’audience sa riconoscere al volo “di cosa parla questa storia”. E in Spagna, questo weekend, il box office e’ stato impietoso. Il flop più eclatante è stato quello di Ciudadanos, che ha perso 47 seggi (ne aveva 57 ad aprile). Albert Rivera, il leader della formazione, si è dimesso e non poteva fare altrimenti. Ha detto che si ritira a vita privata e che d’ora in poi vuole essere “miglior marito, miglior padre, figlio e amico”. E viene da domandarsi che razza di persona era prima. Continua a leggere l'articolo su List.
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Democrazia, dittatura, ibridi autoritari, equivoci liberali. E poi là dove sorge il sole, a Oriente, c'è il più distopico esperimento sociale della nostra storia: la Cina. E un sogno che non può diventare cinese senza sparire, bruciare, soffrire: Hong Kong. La mutazione impossibile.
06
Hong Kong e i "nemici del popolo"
La protesta a Hong Kong è sull'orlo dell'abisso. La polizia spara a bruciapelo e anche i proiettili di gomma possono essere letali. Guardate qui:
Tutto sembra completamente fuori controllo. Altra scena, terribile: i manifestanti cospargono un uomo filocinese di liquido infiammabile e gli danno fuoco. Atroce. Ci sono le immagini, vi avvisiamo, non sono una visione facile:
Siamo al sonno della ragione. Hong Kong è vicina al teatro oscuro della legge marziale, sul Global Times è stato pubblicato un pezzo dove i manifestanti vengono paragonati all'Isis e la difesa della polizia dell'isola è totale: "Vogliamo dire alla polizia di Hong Kong che non deve avere paura di nulla. Avete il sostegno non solo del popolo cinese di Hong Kong, ma anche della Polizia Armata del Popolo e dei soldati dell'Esercito di Liberazione Popolare a Hong Kong". Il passo all'invasione dell'esercito cinese è questione di un attimo: "Se necessario, i soldati dell'esercito cinese possono entrare a Hong Kong e dare sostegno, in conformità con le disposizioni della Legge Fondamentale". Dulcis in fundo, il giudizio sui manifestanti: "Le loro azioni atroci non sono diverse da quelle dei terroristi, come i membri dell'Isis". Cosa manca? Il timbro ufficiale, quello del governo. Eccolo: "I manifestanti sono i nemici del popolo". Chi l'ha detto? La governatrice di Hong Kong, Carrie Lam. Attendiamo le mosse di Pechino.
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La rivolta di Hong Kong e la nube di incertezza che va e viene sul negoziato sul commercio tra Stati Uniti e Cina hanno innescato un avvio pessimo di Wall Street che la settimana scorsa aveva messo a segno nuovi record. Il Dow Jones è in rosso dello 0,39% a 27.527 punti, l'indice S&P va giù dello 0,44% a 3.079 punti e il Nasdaq è negativo dello 0,5% a 8.432 punti. Passerà? Tutto dipende da Trump e Xi, il Grande Gioco oggi (e domani) è nelle loro mani. In che mani siamo.
07
Warren e anche i ricchi piangono
La campagna presidenziale americana torna sul punto di sempre: tassare i super ricchi. La cosa non fa una piega finché non si esagera, ci sono fondate ragioni per farlo, soprattutto in un sistema economico in piena divergenza che allarga la forbice tra le classi dominanti e il resto del mondo. Guardate questo grafico, la fonte è Brookings e dice tutto:

Il top 1% dei ricchi americani oggi possiede una ricchezza che supera quella totale della classe media. Trump ha promesso agli americani più benessere, un ciclo economico positivo e in parte ha realizzato questo piano. Ma la diseguaglianza continua a marciare a passo di carica. Il piano di Elizabeth Warren su questo punto ha una sua forza. E la candidatura del miliardario Bloomberg la sua debolezza.
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C'è chi vuol tassare i ricchi. E chi fa Tafazzi e in un colpo solo continua a tassare i poveri e farsi del male. Sì, viaggiare. In auto. Torniamo in Italia.
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Gualtieri sale in auto. E fa retromarcia
Lo segnaliamo come caso curioso della politica che si auto-nomina intelligente, è quello di Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, il genio che ha varato la plastic tax, la sugar tax e il nuovo fisco sulle auto aziendali. Questo fenomeno, farà retromarcia su tutto. Oggi ci ha illuminato la via con un tentativo di circonvenzione linguistica: "È ragionevole che uno sgravio fiscale come l'auto aziendale sia legato a un obiettivo di riduzione delle emissioni: lavoreremo per evitare che un obiettivo giusto si traduca in aumento della pressione fiscale". Cosa sta dicendo Gualtieri? Che loro, perbacco, l'hanno pensata bene, ma poi forse no perché da qualche parte qualcuno s'incazza (il contribuente) e, per soprammercato, noi qui facciamo sommessamente notare che ci sono un paio di elezioni regionali che al governo possono costare la vita già peraltro compromessa. Tutto come previsto, Gualtieri è nella parte che gli era stata assegnata: quella del sopravvalutato.
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Mentre l'Europa si dibatte con gli zerovirgola delle pur importanti regole brussellesi (non sono totem, si adattano alla realtà), mentre a Gualtieri è stato fornito un utile e semplice pallottoliere con una carta geografica dell'Italia e il calendario del dove si vota e dove il Pd governa, mentre Conte continua la sua sfilata in pochette per riportare Arcelor Mittal al tavolo del negoziato, mentre c'è tutto questo cuccuzzaro di roba che s'accumula, i cinesi, il principale pericolo per l'industria siderurgica europea, comprano la British Steel. Viviamo tempi d'acciaio. Forse troppo.
09
I cinesi comprano British Steel
I cinesi di Jingye Group compreranno British Steel, c'è il preliminare d'acquisto e la promessa di investimenti per 1.2 miliardi di sterline nei prossimi dieci anni. Come sempre, guardiamo lo scenario politico: sono in gioco 5 mila posti di lavoro a Scunthorpe, nel Lincolnshire, British Steel è in crisi nera, l'unica alternativa è la chiusura, nell'Inghilterra del Nord la disoccupazione è una cosa seria. Che fare? Spalancare la porta a chi ha i soldi, i cinesi. Il governo inglese ci crede (e a cos'altro potrebbe credere?), è pronto a garantire i prestiti e a dare agevolazioni. Tappeto rosso, dragone cinese. Le forme del dominio sono d'acciaio. Gli imperi sono d'energia. E la partita non la gioca più l'Occidente da solo, la corsa è a tre: Cina, India, Stati Uniti. Il resto è letteratura del passato.
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C'è altro? Una riunione del Consiglio supremo di Difesa. Vertice al Quirinale con Mattarella, abbiamo cinque militari feriti in un attentato in Iraq, quattro sono in gravi condizioni, nessuno è in pericolo di vita. L'Isis ha rivendicato l'attentato contro i nostri soldati. La materia da discutere è quella delle nostre missioni militari all'estero.
10
Il quadrante geopolitico del Quirinale
Prima di tutto, un video che aiuta a decifrare il contesto, il Consiglio supremo di Difesa, siamo al vertice delle istituzioni, la Presidenza della Repubblica:
Esiti della riunione del Consiglio supremo di Difesa? Dal Quirinale dicono che:
- Il recente attacco al nostro contingente in Iraq conferma che il terrorismo transnazionale resta la principale minaccia per l’Italia e per tutta la Comunità Internazionale. È necessario continuare a garantire la nostra presenza nelle principali aree di instabilità e contribuire con decisione alle strategie tese a sviluppare un efficace sistema di contrasto comune al fenomeno.
- L’innalzamento della tensione in Medioriente sta raggiungendo livelli preoccupanti.
- In Libia, il confronto tra le fazioni in lotta sembra destinato a protrarsi con sempre più gravi conseguenze sulla situazione sociale e di sicurezza del Paese. Il Consiglio ha analizzato le azioni diplomatiche in atto, le posizioni degli attori locali e internazionali, ribadendo la necessità di superare le criticità che impediscono la ripresa del dialogo.
- In Afghanistan, i tentativi di negoziato tra le parti e il processo elettorale non stanno producendo risultati significativi. Le distanze che caratterizzano le rispettive posizioni stanno minando ulteriormente il fragile assetto sociale e il sistema istituzionale del Paese. Il Consiglio ha confermato la necessità di seguire attentamente gli sviluppi di situazione e di assumere decisioni in stretto coordinamento con gli Alleati e il Governo Afghano.
- La NATO e l’Unione Europea costituiscono le fondamenta di uno stabile sistema cui l’Italia aderisce con convinzione. In un contesto di crescente competizione, il nostro Paese resta costantemente impegnato nella ricerca della più ampia convergenza e multilateralità delle politiche di sicurezza e difesa, continuando ad offrire un contributo determinante ed efficace alle operazioni e alle iniziative comuni.
Il Presidente Mattarella, che è un politico da sempre attento alle questioni della difesa e dell'intelligence, ha fatto un punto geopolitico e militare. Riunione preparata con la consueta cura istituzionale, comunicato perfettamente calibrato sul contesto, i punti toccano tutte le aree dove l'Italia ha il suo interesse nazionale. Una lezione alla politica urlata, al continuo festival di demagogia. Mattarella è l'unico riferimento istituzionale saldo in un quadro ad elevata sismicità politica. I Capi di Stato parlano con il Colle, sanno che a Palazzo Chigi le cose cambiano in fretta. La stabilità si chiama Mattarella, il resto è volatile.

Il vertice è servito a dire che confermiamo tutti i nostri impegni nelle missioni militari internazionali, crediamo nella cooperazione, nel multilateralismo e sulla Nato non la pensiamo affatto come il presidente francese Emmanuel Macron che ha detto che l'Alleanza è in fase di "morte cerebrale". Su questo punto, siamo con la Germania. Quanto al resto, compra tutto la Francia.
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2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.