13 Novembre
Com'è triste Venezia
Il premier Conte fa un altro social-tour, dopo Taranto va in Laguna. Siamo al bis, problema noto, nessuna soluzione. C'è un Mose che non apre né chiude le acque. Renzi ha un programma: "Voglio fare al Pd quello che Macron fece ai socialisti". E non è una bella cosa
Che succede? La sintesi del nostro tempo è in un titolo che mette insieme due fatti: "Venezia sommersa, il governo cola a picco a Taranto". Il premier Giuseppe Conte è a Venezia. Che ci fa? Niente, si fa guidare dalla politica dei social. L'importante è instagrammare. Prima o poi tornerà la serietà - sì, proprio così, la serietà - la consapevolezza che bisogna lavorare a Palazzo Chigi, nei ministeri, nelle istituzioni, che le giornate utili per il paese - e non per se stessi - sono quelle trascorse al governo e non davanti a una telecamera. Questa politica non fa alcuna differenza tra il divano di Porta a Porta e la trasferta operaia a Taranto, la conferenza stampa con Angela Merkel e la missione acquatica a Venezia. Le leadership sono bit, pixel, file audio e video, fiction. Siamo passati dall'Essere o non Essere, all'Esserci o non Esserci. Bel progresso. Così il primo ministro oggi è a Venezia, metafora dell'Italia bella e impossibile, grande (ieri) e fragile (oggi), impero (ieri) e provincia (oggi). Conte a Venezia, sembra il titolo di un film in concorso al Festival di Venezia. Non vincerà il Leone d'Oro. Nemmeno quello alla carriera.
Tempo fa, di fronte al disastro dell'amministrazione di Roma, la Capitale d'Italia non un borgo qualsiasi, scrivemmo che era urgente l'arrivo della Trojka al Campidoglio, con Angela Merkel a dirigere le operazioni e Wolfgang Schäuble a capo dell'ordine pubblico. La Trojka non è mai arrivata, in compenso Roma è in ginocchio. Non è solo una questione di partito e d'amministrazione, c'è un destino da strapaese che sta tracimando, una sguaiata storia rionale che sta sprofondando. E ora guardate Venezia, osservate lo sfascio sui canali, nelle calli, non è un problema che può risolvere il sindaco Brugnaro, dietro e davanti, sopra e sotto, c'è la...
Che succede? La sintesi del nostro tempo è in un titolo che mette insieme due fatti: "Venezia sommersa, il governo cola a picco a Taranto". Il premier Giuseppe Conte è a Venezia. Che ci fa? Niente, si fa guidare dalla politica dei social. L'importante è instagrammare. Prima o poi tornerà la serietà - sì, proprio così, la serietà - la consapevolezza che bisogna lavorare a Palazzo Chigi, nei ministeri, nelle istituzioni, che le giornate utili per il paese - e non per se stessi - sono quelle trascorse al governo e non davanti a una telecamera. Questa politica non fa alcuna differenza tra il divano di Porta a Porta e la trasferta operaia a Taranto, la conferenza stampa con Angela Merkel e la missione acquatica a Venezia. Le leadership sono bit, pixel, file audio e video, fiction. Siamo passati dall'Essere o non Essere, all'Esserci o non Esserci. Bel progresso. Così il primo ministro oggi è a Venezia, metafora dell'Italia bella e impossibile, grande (ieri) e fragile (oggi), impero (ieri) e provincia (oggi). Conte a Venezia, sembra il titolo di un film in concorso al Festival di Venezia. Non vincerà il Leone d'Oro. Nemmeno quello alla carriera.
Tempo fa, di fronte al disastro dell'amministrazione di Roma, la Capitale d'Italia non un borgo qualsiasi, scrivemmo che era urgente l'arrivo della Trojka al Campidoglio, con Angela Merkel a dirigere le operazioni e Wolfgang Schäuble a capo dell'ordine pubblico. La Trojka non è mai arrivata, in compenso Roma è in ginocchio. Non è solo una questione di partito e d'amministrazione, c'è un destino da strapaese che sta tracimando, una sguaiata storia rionale che sta sprofondando. E ora guardate Venezia, osservate lo sfascio sui canali, nelle calli, non è un problema che può risolvere il sindaco Brugnaro, dietro e davanti, sopra e sotto, c'è la forza immane della natura. Tornate indietro con la memoria, provate a ricordare le parole pronunciate negli ultimi 25 anni. Tutto tempo perso. Una fabbrica di errori. Siamo entranti in un tempo sospeso tra storia e cronaca, in una dimensione liquida, sottomarina.
01
Acqua, salvezza e maledizione
di Marco Patricelli
Venezia va sott’acqua e la credibilità del sistema-Italia finisce sottozero. Nel destino della città lagunare l’acqua è stata salvezza all’alba della fondazione ed è maledizione nel buio del presente: dalla barriera naturale per proteggersi dalle scorrerie degli unni alla barriera dell’ingegneria umana che finora non ha mai protetto. Il Mose c’è, ma è come se non ci fosse: una specie di fabbrica di San Marco, un’incompiuta che prima o poi, forse, sarà compiuta, un pozzo senza fondo che ha ingoiato miliardi di euro (cinque e mezzo) e digerito pure gli immancabili scandali all’italiana su corruzione, costi e ritardi. E nel frattempo la città più unica al mondo e che ha dato il nome a pallide imitazioni in Olanda, Belgio, Francia, Svezia, Russia, piange due vittime, boccheggia, gorgoglia, si dispera per il patrimonio artistico e architettonico finito a mollo, sotto gli occhi proprio di quel mondo che le dà lustro e soldi alimentando la fabbrica del turismo con cui convive a fatica ma di cui non può proprio fare a meno.
Un’immagine passata in tv in maniera forse distratta ha fatto rimbalzare in tutte le case una presa a muro che erogava copiosamente acqua corrente invece di corrente elettrica. Ha fatto meno scalpore dei turisti estasiati per la foto o il selfie fuori programma in piazza San Marco inondata, un po’ per incoscienza un po’ per la superficialità dei tempi moderni, dove apparire è meglio che essere, perché in fondo tutto fa spettacolo, anche la tragedia che non è solo simbolica, visto che l’alluvione ha chiesto un tributo di vite. Più forte del vento a 100 chilometri orari spira come d’abitudine un vento di polemiche niente male, col turbinio del detto e del risaputo, delle banalità e delle criticità, dei lamenti del giorno prima e delle lacrime rabbiose del giorno dopo. La straordinarietà meteorologica sta tutta nella cifra, non nella sua manifestazione. Ed è inutile oltre che scontato fare tare, distinguo e paragoni con la grande alluvione del 1966 (record di 194 centimetri) che ferì al cuore la perla dell’Adriatico, e che il mare sembrò addirittura volersi riprendere per vendicarsi del furto degli uomini.
Mose, prove delle paratie a bocca porto Chioggia (Foto Ansa)Da allora si originò il tam tam di salvare Venezia, il patrimonio dell’umanità, prigioniera della sua natura e di se stessa, terra strappata all’acqua e da essa sempre minacciata, che ha tentato prima di sedurre poi di sposare per sempre persino con la cerimonia rituale del matrimonio del mare. Il colpo di genio di un accento partorì il sistema ciclopico-leonardesco che metteva insieme il gesto eclatante della Bibbia con le meraviglie della scienza: come Mosé aprì il Mar Rosso, Mose doveva chiudere tre porte della laguna alle bizze dell’Adriatico che si attiene solo alle leggi della Natura, indifferente a quelle dell’uomo. Il sistema di dighe mobili si impelagò subito nelle sabbie ancor più mobili di una storia all’italiana: pensato nel 1981, doveva entrare in servizio nel 2011 e se tutto andrà bene se ne parlerà invece agli sgoccioli del 2021; il miliardo e seicentomilioni preventivati sono diventati quasi 5,5; in mezzo, per non farsi mancare nulla, ritardi, scandali, corruzione. Intanto l’opera progettata un quarantennio fa mostra le rughe del tempo, aggredita da corrosione, colonizzazione di mitili, innalzamento del livello delle acque oltre il limite prefissato previsto all’epoca, ogni sorta di rinvio e di ostacolo sopra e sotto il pelo dell’acqua. Nei fatti il fallimento del Mose, indipendentemente dall’effettiva funzionalità tecnica, è già stato dichiarato per modi, tempi e conseguenze.
Nel Belpaese “presto” e “bene” sono ai margini del vocabolario degli appalti e dei lavori pubblici. Se e quando Mose entrerà in funzione, se e quando dimostrerà la sua efficacia, risucchierà risorse calcolate in 100 milioni di euro l’anno, e considerando come solitamente vanno le cose a queste latitudini la cifra risulterà in difetto. Le sirene di Venezia non seducono, ma annunciano disgrazie con l’occhio al cielo e al mare. Il CNR ha già definito imprevedibile quel che è accaduto, ma che fosse probabile è quasi una certezza, considerata la ciclicità con cui negli ultimi anni proprio cielo e mare non risparmiano la città. Parlare di maree eccezionali in una storia in cui tutto parla di lotta contro il mare, sembra umorismo involontario, ma c’è poco da ridere. La conta del disastro è appena cominciata e già l’allarme risuona per il 17 novembre, in una Venezia in ginocchio e invasa dalle acque all’80%, inanellando record negativi nel centro storico e assistendo impotente a tutto quello che il destino le riserva. "Com’è triste Venezia", cantava Charles Aznavour, che probabilmente non l’ha mai vista così. La città che esalta la bellezza, che nel corso dei secoli ha incarnato la gioia di vivere col clima di festa di un Carnevale interminabile, è oggi più legata alle immagini da cartolina che a un modello di cultura del mare e della terra, e galleggia giocoforza in un’emergenza infinita. Come la pazienza. O la rassegnazione.
02
Il bollettino dell'alta marea
Basta un solo numero per capire quanto sia grave la situazione: 400 interventi fatti dai 160 vigili del fuoco presenti ora Venezia. "L'emergenza non è finita perché le previsioni non sono favorevoli", ha spiegato il comandante del corpo nazionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commenta: "Scenario apocalittico". La testimonianza più intensa, quella che ci avvisa su quel che può accadere, è del Patriarca di Venezia, Monsignor Francesco Moraglia:
Vorrei che si vedessero le immagini di piazza San Marco intorno alle 22.30-23 di ieri. Io non ho mai assistito ad una cosa del genere: ho visto piazza San Marco molte volte colma, ma ieri c'erano delle onde che sembrava di essere in riva al mare. Un anno fa abbiamo già vissuto una situazione analoga ed era chiaro che si sarebbe potuta ripetere.
Può succedere di nuovo.
Il Patriarca dice una cosa che pare non penetri il cervello della classe dirigente: "Basta con la città ferita ogni anno. Venezia è una città unica e l'intervento di soccorso richiede tempi, risorse e procedure che nessuna altra città conosce". Un luogo straordinario ha bisogno di una risposta straordinaria. C'è solo un problema, abbiamo una politica meno che ordinaria. Salvare Venezia, in una notte è emerso dall'acqua il problema.
03
Salvare Venezia
L'acqua alta ha invaso la piazza e la Basilica di San Marco, è la sesta volta che accade in 1600 anni. Sorpresa e preoccupazione per l'intensità del fenomeno, il picco ha toccato i 187 centimetri, oltre un metro d'acqua dentro la chiesa. Si riapre il dibattito sul Mose. Che fare? Venezia non si discute. Venezia si ama. Venezia si salva
Un paese grande e fragile, con una classe politica inadeguata e un'élite disimpegnata e senza patria, sta deragliando. L'Italia, una potenza del G7, si regge su fondamenta friabili. La metafora perfetta, intrisa di lancinante malinconia, è Venezia. Andiamo a Piazza San Marco. Ci sono fatti che sono un preludio del futuro. La marea è penetrata ovunque, i danni sono enormi. La stima è stata continuamente rivista dai tecnici: la previsione iniziale era di un metro e 45 centimetri, poi si è passati a 160 centrimetri, poi 170, poi 180 e alle 23.00 la previsione era di 190 centimetri. L'asticella si è fermata a 187 centimetri, il secondo livello di sempre, dopo i 194 centimetri dell'alluvione del 1966. Il tamburo liquido della storia, il memento. Continua a leggere l'articolo su List.
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L'Italia a un primo sguardo appare come il paese delle crisi improvvise, degli innamoramenti rapidi che diventano odio eterno, del rotto dove prima era intero, del crac provvisorio che diventa permanente, ma niente in realtà è frutto dell'arrivo di un meteorite, gli errori si sedimentano nel corso del tempo, poi come un fiume carsico emergono. Il caso Venezia è frutto di decenni di discussioni senza sbocco, poi si decise di fare il Mose e il risultato oggi è che il Mose non funziona. E a Taranto l'acciaio si sta spegnendo perché quando cominci a picconare il mondo dell'industria, alla fine il capitale se ne va da altre parti, prende il volo. Resta la politique politicienne di cui Conte, il premier, è oggi l'esempio: un premier senza storia politica.
04
Non ha scudo
Crisi dell'acciaio. La riunione di Conte con i parlamentari pugliesi del Movimento Cinque Stelle va male per Palazzo Chigi. Barbara Lezzi e i suoi ribadiscono il no all'immunità penale. Il premier in piena campagna mediatica per contrastare la realtà: oggi Arcelor Mittal ha depositato in tribunale il recesso dall'ex Ilva
Siamo di fronte a una storia imbarazzante: quella di un primo ministro travolto dalla sua stessa imperizia nel gestire il dossier sull'acciaieria di Taranto. Conte prima ha provato a schivare il problema e scaricare le colpe sugli altri, poi ha dovuto metterci la faccia e ha cominciato a mostrare i suoi limiti, la politica non si improvvisa, a un certo punto ha bisogno del lavoro di un professionista. E Conte non lo è. Non avendo il quid del politico-statista, è finito in loop di comunicazione a vuoto: il premier è presente sui media, solo che la comunicazione made in Casalino lo ha condotto nuovamente nel luogo da cui l'avventura di Conte era partita, il nulla. Continua a leggere l'articolo su List.
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D'altronde, la parte costruttiva in Italia pare sia scomparsa. Tutto vogliono distruggere qualcosa. Dunque Conte deve far secco Di Maio, Di Maio deve tenere a distanza Di Battista, Salvini guarda con sospetto la Meloni che a sua volta avanza e cerca un futuro sorpasso, Zingaretti ha lo spettro di Renzi in camera da letto e naturalmente Renzi deve distruggere il Pd. Un programma, quello dell'ex segretario, dichiarato al cento per cento. È sua la frase del giorno.
05
Voglio fare ai dem quello che Macron fece ai socialisti
Matteo Renzi non tradisce, prima o poi sfodera una frase che fa un gran casino. Intervistato da La Stampa ne sfodera una che non lascia alcun dubbio sul suo progetto:
Il nervosismo di alcuni ex colleghi è comprensibile: noi vogliamo fare ai dem quello che Macron ha fatto ai socialisti. Vogliamo assorbirne il consenso per allargare al centro e alla destra moderata. Il disegno è dichiarato e io penso che nei prossimi tre anni si realizzerà".
Che cosa ha fatto Macron ai socialisti francesi? Li ha distrutti. C'è solo un dettaglio: Pd e Italia Viva sono alleati di governo. I progetti per eliminare l'avversario funzionano se si sta su sponde opposte, ma se si condivide il governo c'è subito una vittima: il governo. Che le cose stiano andando a rotoli è certo, manca solo la data del decesso, ma i problemi si stanno accumulando a ciclo continuo. Sta per arrivare la riforma della giustizia del ministro Bonafede, uno che ha già sfornato una riforma della prescrizione che gli avvocati penalisti hanno battezzato così: imputato per sempre. Il Pd si berrà anche la prossima trovata del Guardasigilli?
06
Il saloon della giustizia
Il ministro della Giustizia ha annunciato che lui è arrivato al traguardo. Nel farlo s'è dimenticato che quello di cui fa parte è un governo di coalizione, ci sono altri partiti, le riforme si discutono e votano insieme. Niente, Alfonso Bonafede, va dritto, lui è fatto così, entra nel saloon senza salutare nessuno, ordina un whiskey e se c'è qualcuno che strimpella il piano s'incazza e lo fa smettere. Solo che il Pd oggi ha riunito i suoi esperti di giustizia e ha scoperto, cribbio, che dal ministero della Giustizia non è arrivata nessuna risposta alle proposte inviate. Traduzione: Bonafede non se li fila, i dem. Ci sarà un vertice, domani, dopo domani, un giorno si vedranno. La maggioranza va così, in rigoroso disordine sparso. E senza giustizia.
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In che mondo viviamo? Basta una notizia per capirlo, questa, via Agi: "Facebook ha dichiarato di aver cancellato quest'anno già 5,4 miliardi di account falsi, molti nel momento in cui sono stati creati presso il principale social network". Siamo nel mondo del falso, della fiction. Non conta cosa sei, ma come appari. Alla fine, ti conoscerà solo il tuo amato e la tua amata, ma attenzione, come diceva Albert Camus, anche questi ultimi soggetti che pur ti amano proiettano all'esterno un'immagine che non corrisponde a quella del tuo essere. Ah, come siamo filosofici stasera, c'è un velo di malinconia, una lacrima per Venezia... basta, ci riprendiamo subito, dopo aver lavorato fino alle 4 del mattino ieri, stasera c'è bisogno di una scossa energetica, andiamo al bancone dell'American Bar, versane un altro, Gin Martini come l'acqua alta, poi se ne andrà via, si ritirerà piano piano e poi lestamente, come certe promesse non mantenute, assegni di vita postdatati mai incassati. Siamo qui, con il taccuino aperto, da sempre aspettiamo l'alta marea. Buona serata.
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5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.