3 Dicembre
Non è Nato ieri
Ciclone Trump al vertice per i 70 anni dell'Alleanza Atlantica nel Regno Unito. Critica Macron, sostiene Johnson, dazi contro Francia e Italia, guerra del container con la Cina per tutto il 2020. A Londra c'è anche Conte e il Belpaese gioca allo schiaffo del soldato
Che succede? Truuuuump! Il presidente americano è arrivato a Londra al vertice per i 70 anni della Nato e con la delicatezza di un mammut ha cominciato a fare il tutti giù per terra con la cristalleria della tavola imbandita per le grandi occasioni. Cielo, i calici di Baccarat in frantumi. Gli altri leader sono abituati a misurarlo così com'è, ingombrante, no limits. Si contenga, dicono i parrucconi, accigliati, con l'indice alzato, senza aver ancora compreso che cercare di dominarlo - uno come Trump - significa incitarlo a fare di peggio. E lui lo fa, senza mostrare alcun pentimento. La Nato ha 70 anni e si vedono tutti.
La discussione sul suo futuro si aprì con il crollo del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda. Da quel momento la Nato ha perso la missione originaria e ne ha dovuto rincorrere di volta in volta una che funzionasse allo scopo. L'attentato nel cuore dell'America l'11 settembre del 2001, il crollo delle Torri Gemelle, sembrava aver dato una nuova ragione d'esistere all'Alleanza, ma se sei nato per dare la caccia ai sovietici e leggere i movimenti di truppe del Cremlino, è difficile che tu possa diventare improvvisamente un cacciatore di talebani o di pirati somali. Questa finzione è durata per un po', infine è cascata sulla realtà della guerra asimmetrica, dei lupi solitari, dei foreign fighters e del terrorista in casa. A quel punto, ecco la brillante idea: continuiamo ad allargarci ad Est e riprendiamo a fare la guerra segreta ma non troppo alla Russia.
01
Crollo del Muro, allargamento a Est, rivoluzione in Ucraina
Tre sono i momenti che hanno condotto alla crisi della Nato: il crollo del Muro di Berlino, l'allargamento a Est e la rivoluzione in Ucraina. Siamo di fronte a un classico paradosso terminale della storia: nel momento...
Che succede? Truuuuump! Il presidente americano è arrivato a Londra al vertice per i 70 anni della Nato e con la delicatezza di un mammut ha cominciato a fare il tutti giù per terra con la cristalleria della tavola imbandita per le grandi occasioni. Cielo, i calici di Baccarat in frantumi. Gli altri leader sono abituati a misurarlo così com'è, ingombrante, no limits. Si contenga, dicono i parrucconi, accigliati, con l'indice alzato, senza aver ancora compreso che cercare di dominarlo - uno come Trump - significa incitarlo a fare di peggio. E lui lo fa, senza mostrare alcun pentimento. La Nato ha 70 anni e si vedono tutti.
La discussione sul suo futuro si aprì con il crollo del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda. Da quel momento la Nato ha perso la missione originaria e ne ha dovuto rincorrere di volta in volta una che funzionasse allo scopo. L'attentato nel cuore dell'America l'11 settembre del 2001, il crollo delle Torri Gemelle, sembrava aver dato una nuova ragione d'esistere all'Alleanza, ma se sei nato per dare la caccia ai sovietici e leggere i movimenti di truppe del Cremlino, è difficile che tu possa diventare improvvisamente un cacciatore di talebani o di pirati somali. Questa finzione è durata per un po', infine è cascata sulla realtà della guerra asimmetrica, dei lupi solitari, dei foreign fighters e del terrorista in casa. A quel punto, ecco la brillante idea: continuiamo ad allargarci ad Est e riprendiamo a fare la guerra segreta ma non troppo alla Russia.
01
Crollo del Muro, allargamento a Est, rivoluzione in Ucraina
Tre sono i momenti che hanno condotto alla crisi della Nato: il crollo del Muro di Berlino, l'allargamento a Est e la rivoluzione in Ucraina. Siamo di fronte a un classico paradosso terminale della storia: nel momento del trionfo, comincia il declino. Nel caso della Nato registriamo uno smarrimento collettivo. È la caduta di Kiev ad aver innescato la reazione di Mosca e dello zar, Vladimir Putin (sopra, nella foto Ansa), il suo ammodernamento dell'arsenale balistico e riarmo, la costruzione di un altro muro - missilistico, tecnologico, di sofisticata cyberguerra, spionaggio e nuova disinformatia.
Tutte le armi della Russia di ieri con nuovo hardware e software aggiornati. C'era da attenderselo, ma chi avvisava del disastro imminente che sarebbe arrivato dando il via libera a una rivoluzione a Kiev piena di contrasti, era visto come minimo come un pericoloso putiniano. Bastava invece solo un po' di buonsenso e conoscenza della storia per capire che cosa sarebbe successo. Neppure di fronte alle immagini raccapriccianti dell'incendio di Odessa, con i neo-nazisti che lasciavano bruciare vive 48 persone nella Casa dei Sindacati, le Truppe del Progresso si sono fermate a riflettere. Come ha spiegato John Mearsheimer, politologo dell’Università di Chicago, “le élite occidentali non hanno la minima cognizione del fatto che qualcuno possa ragionare con altre categorie rispetto alle loro, è un fatto che semplicemente non accettano”. L'allargamento della Nato senza un chiaro obiettivo politico - e visibilissimi missili ai confini con quella che fu la Cortina di Ferro - ha finito per spingere la Russia tra le braccia della Cina. Mosca e Pechino oggi sono un altro muro, un altro ordine mondiale in divenire. E non ne fanno certo mistero, dicono chiaramente di volere un ordine alternativo al dollaro, al sistema Swift, al Wto, la sfida è lanciata, in corso e si gioca sulle nuove tecnologie e la Difesa, elementi nuovi combinati con quelli antichi della geopolitica: Terra e Mare, non a caso titolo di un meraviglioso libro di Carl Schmitt.
Sono cose che i lettori di List cononoscono perché ne abbiamo scritto tante volte fin dai primi numeri. Non c'è niente di più inedito del ripubblicato, come questo brano del 3 marzo 2018.
Il 9 febbraio del 1990 l'allora segretario di Stato americano James Baker assicurò a Michail Gorbaciov, allora presidente dell'Unione Sovietica (si dissolverà nel dicembre del 1991), che la Nato non avrebbe allargato il suo spazio di un "solo pollice". Quell'assicurazione di Baker non era una chiacchiera, faceva parte delle garanzie chieste da Mosca nella trattativa per il processo di riunificazione delle due Germanie. I documenti storici pubblicati nel dicembre del 2017 dal National Security Archive della George Washington University sono illuminanti. I russi sono stati ingannati (nessuna sorpresa, la politica è anche questo). Putin non è uno stinco di santo, ma la strategia occidentale, come ha evidenziato John Mearsheimer in un magistrale saggio su Foreign Affairs, è una provocazione. Quando vai a stuzzicare l'orso nella sua grotta, il minimo che può accadere è che ti dia una zampata.
La rivoluzione in Ucraina è stata il volta pagina di questa storia. Quando la Cia ha cominciato a organizzare la rivolta di Kiev, i russi a loro volta hanno preparato le contro mosse. Alla caduta di Yanukovych è seguita l'annessione della Crimea, un "ritorno a casa" avvenuto senza sparare un colpo, mentre in Ucraina la rivoluzione finiva nel sangue e nell'orrore del massacro di Odessa (2 maggio 2014), più di quaranta morti, bruciati vivi durante l'assedio alla Casa dei Sindacati dove si erano rifugiati, circondati da gruppi di neofascisti. Arsi vivi. Mentre la polizia stava a guardare.
Il ritorno della Russia sulla scena mondiale, tema di cui il segretario generale della Nato Stoltenberg si lamenta, è una reazione a due fatti innescati dalla politica estera americana: l'allargamento della Nato a Est e il ritiro degli Stati Uniti dallo scenario del Medio Oriente e del Nord Africa. Si chiama geopolitica e quando si mischia con la storia dovrebbe insegnare qualcosa. Come ricordava Mearsheimer su Foreign Affairs: la Francia napoleonica, la Germania imperiale prima e quella nazista dopo, quando varcarono il confine incontrarono la risposta durissima della Russia. L'Ucraina era lo Stato cuscinetto. Se non c'è più, a Mosca s'accigliano. E visto che il trattato INF sui missili a corto e medio raggio non c'è più, il lancio è questione di un attimo. Geopolitica.
02
Che fare con la Cina?
Sulla scia del Comandante Mao. Xi Jinping, presidente della Cina (Foto Ansa)Non potendo muovere guerra alla Russia (non si fece ai tempi della Guerra Fredda, figuriamoci oggi), il vero soggetto di cui dovrebbe occuparsi la Nato si chiama Cina. Qual è la strategia dell'Alleanza nei confronti del Dragone cinese? Risposta: non c'è. Il 27 novembre scorso il titolare di List ha partecipato a un incontro organizzato dall'Aspen Institute a Roma, il tema era quello della durata del ciclo dell'economia americana, ma con un soggetto simile si è finiti per forza a parlare di Cina, dell'imminente vertice della Nato, dell'era del Pacifico che diventa penetrazione di Pechino in Occidente (infrastrutture, porti, autostrade. reti di telecomunicazioni). L'Unione europea ha una strategia comune? No, ma serve come l'acqua nel deserto, prima di tutto per avere un'alternativa alla linea politica di Trump, per avere un proposta di rupture, spezzare il duopolio, uscire dalla condizione del vaso di coccio tra i vasi di ferro.
La Nato stessa dovrebbe averne una di strategia di confronto con la Cina, ma se Macron la giudica cerebralmente morta - spingendola tra le braccia di Trump e Johnson, come abbiamo visto - alla fine quel che risulta è il vuoto prodotto dalle divisioni dei leader europei. L'Anglosfera è già un altro mondo e la Brexit oggi si paga, ma domani per un popolo che sogna l'impero è un luogo chiamato libertà. Angela Merkel - che ha mille problemi in casa, come abbiamo visto su List - questo l'ha capito benissimo e ha criticato Macron per l'uscita da gollista senza essere il generale De Gaulle. Saper dire alla Cina che "quando è troppo è troppo", questo dovrebbe essere l'imperativo dell'Unione europea, punto emerso in tutti gli interventi nella discussione dell'Aspen. Certo, sul tavolo c'è la richiesta dell'amministrazione americana di non dare seguito agli investimenti cinese sulle reti 5G in Italia, in tutta Europa. E figuriamoci, noi abbiamo perfino firmato l'intesa sulla Nuova Via della Seta. Sul taccuino del titolare c'è una nota: il tema della sicurezza c'è, ma qual è l'alternativa tecnologica che propongono a Washington? Non c'è, questo è il punto. Tra disponibilità dell'innovazione, sicurezza e priorità geopolitica cosa deve fare uno Stato al centro del Mediterraneo, crocevia di rapporti tra Occidente e Oriente? Non abbracciare la Cina, questo è chiaro (almeno qui la cosa è cristallina, a Palazzo Chigi le cose sono decisamente meno cristalline), ma l'amico americano è davvero amico? E se la Germania manda avanti i progetti per le infrastrutture 5G perché mai l'Italia dovrebbe restare indietro? Qual è il confine tra interesse nazionale e vincolo europeo privo di una linea comune?
Flashback. Ormai parecchi anni fa, durante una conferenza a Washington, il titolare si trovò a discutere con gli analisti dell'American Enterprise Institute sulla strategia del governo Berlusconi con la Russia di Putin. Anche allora il tema caldo per l'amministrazione americana era quello del gas, del petrolio, dell'energia, del potere di Gazprom, la potenza del rubinetto in Europa e l'influenza del Cremlino in Italia. Alle numerose critiche sulla linea politica e il legame (tra l'altro, storico) tra Roma e Mosca, fu opposta dal vostro cronista una semplice domanda: "Dov'è il tubo che porta petrolio e gas da Washington all'Italia?". Quella domanda ancora oggi è senza risposta.
***
Torniamo al vertice della Nato. Uno show di Trump.
03
Guerra del container con Pechino anche nel 2020
Il negoziato sul commercio con la Cina. "Non ho una scadenza in un certo senso mi piace l'idea di aspettare fino a dopo le elezioni per l'accordo con la Cina". Siamo sempre nel gioco d'ombre cinesi.
... e la guerra dei dazi con l'Unione europea. "L'Unione Europea sta trattando gli Stati Uniti molto, molto ingiustamente sul commercio. Non è giusto approfittare della Nato e trarre vantaggio dal commercio", come fa l'Europa, ma "è quello che accade e non possiamo permettere che ciò accada. Stiamo parlando con l'Unione europea del commercio e devono adeguarsi, altrimenti le cose diventeranno molto difficili". Gong.
Gong Macron. Il presidente francese che ha parlato di "morte cerebrale della Nato"? Per Trump è stato "molto, molto offensivo".
Big Ben BoJo. Che ne pensa Boris Johnson? "La Nato è in buona salute, è un fantastico successo. "Il mio messaggio a tutti i leader, al presidente Trump, al presidente Macron, alla cancelliera Merkel e a tutti i nostri amici", è "guardate, siamo una grande alleanza che ha avuto un fantastico successo per 70 anni e ha portato pace e prosperità". Macron ha un problema: è tornata l'Anglosfera.
La protesta in Iran. "L'Iran sta uccidendo forse migliaia e migliaia di persone proprio ora, mentre stiamo parlando. Solo per il fatto di protestare. È un fatto terribile e il mondo deve guardare". C'è un forse. Centinaia (forse) era più aderente alla realtà di cui si ha qualche evidenza.
Il voto inglese. "Saranno elezioni importanti per il Regno Unito credo che Johnson sia competente e può fare bene", ma "resto fuori dalle elezioni". E se vincesse Corbyn? "Posso lavorare con tutti". Trump incontrerà Boris Johnson nelle prossime ore.
La contro-inchiesta del Russiagate. "Credo che il grande rapporto da aspettare sia il rapporto Durham. Questo è quello che veramente la gente sta aspettando". Trump ha già letto gli esiti del dossier investigativo preparato da Horowitz.
The Donald e Erdy. "Mi piace la Turchia e il suo presidente". Chissà cosa ne pensa Erdogan che sta nella Nato e compra sistemi anti-missile dalla Russia.
04
Le President non fa un passo indietro
Oh, Macron. Il presidente francese con Donald Trump. Prima volano i piatti, poi si siglano i patti (Foto Ansa)Le President si conferma en marche. La Nato? Sempre una questione di "morte cerebrale". Trump lo critica, Macron non arretra. "Io mantengo quelle parole", ha detto Macron durante la conferenza stampa con Donald Trump (qui sopra, nella foto Ansa). Gong à la parisienne.
***
Restiamo tra il fantasy e il reality. Andiamo a Montecitorio, Roma. La Città Eterna è un set senza rivali. Soprattutto quando il genere è quello della commedia.
05
Conte e lo schiaffo del soldato
Justin Trudeau, Giuseppe Conte e Boris Johnson. Come sulla Settimana Enigmistica, ora provate a scoprire l'intruso (Foto Ansa)Ai tempi del videogame apparirà come una cosa arcaica, ma lo schiaffo del soldato ha una sua versione contemporanea nella politica che si traduce nel passatempo dello schiaffo al premier. Conte preso a ceffoni da tutti. Va detto che anche l'avvocato del popolo mena, ma ne prende più che darne. Finché è attaccato dall'opposizione, no news, ma se con Di Maio finisce ai materassi e con il Pd va che i dem devono tappare tutte le falle che apre con i suoi interventi e il suo interventismo da propaganda personale, allora la cosa diventa molto seria.
Quanto seria? Si parla ormai apertamente della sostituzione di Conte, un modo per evitare il voto e provare a far ripartire l'alleanza giallo-rossa. Si parla e ovviamente ufficialmente si nega. Dunque poco fa (ore 20:20) Luigi Di Maio ha detto che è in "piena sintonia con Conte su Mes e prescrizione". Mal di testa? Tranquilli, è il sudoku del Palazzo italiano.
Conte non è un politico e dovendo fare un lavoro politico di cucitura di anime diverse, si vedono tutti i suoi limiti (il suo discorso di ieri alle Camere sul fondo salva Stati è costellato ddi errori politici, a cominciare dall'accusa a Di Maio), gli stessi che erano venuti fuori nell'edizione del Conte 1, ma in questa fase sono in realtà aumentata, perché Conte s'è messo in testa di giocare in proprio. Possibile? Se Calenda fa un partito, può farlo anche Conte. C'è solo un problema: i voti.
Facciamo il punto nave dopo il disaster-movie del suo intervento ieri in Parlamento.
Schiaffo Mes. È doppio. Conte lo ha preso da Salvini che gli dà del bugiardo e questo ci sta, Salvini è all'opposizione. Ma l'altro schiaffo, quello del Movimento Cinque Stelle non è d'ordinanza, Conte se lo è in qualche maniera cercato, diciamo che lo ha rafforzato con il passaggio ieri sul tutti quelli del governo precedente sapevano del Mes. Passaggio che ha fatto infuriare Di Maio, il quale - toh, che casualità - stamattina ha detto: "Siamo l'ago della bilancia, decideremo noi se passa".
Schiaffo prescrizione. Conte qui non sa che fare e dunque cerca di accontentare tutti. La fase dell'imputato per sempre ha travolto anche lui. Il Partito democratico non sa che pesci pigliare (neppure le sardine) e così Italia Viva oggi non ha partecipato alla votazione sulla procedura d'urgenza (chiesta da Forza Italia), respinta dalla Camera con 269 voti contrari (245 favorevoli), sull'esame. Hanno votato contro Cinque Stelle, Pd e Leu. Hanno votato a favore dell'urgenza FI, FdI e Lega. Attenzione, Italia viva non ha partecipato al voto e con questa assenza è stata determinante per la prosecuzione dei lavori.
Schiaffo migranti. Il cattivo Salvini non c'è più, ma il premier è lo stesso, sempre il Conte, e la nave Alan Kurdi è sempre in alto mare carica di migranti. Così Nicola Fratoianni, di Sinistra italiana, la mette giù piatta con una richiesta al governo: "La nave Alan Kurdi è in mare da giorni. Continuano le evacuazioni mediche. Cosa stiamo aspettando ad assegnare un porto sicuro per farli sbarcare? #fateliscendere", scrive su Twitter Fratoianni rivolgendosi a Conte, ai ministri Lamorgese e De Micheli. Il partito di Fratoianni è al governo, fa galleggiare il Conte 2, ha messo Speranza alla Sanità, l'hanno selezionato perché il nome si sposava al dicastero.
***
Siamo troppo seri? Abbiamo un deficit di leggerezza? Volete un momento lieto, una digressione, un "a margine", un tuffo fiabesco nel potere? Va bene, bussiamo alla porta. Chi aprirà? Sempre di potere si tratta.
06
Natale alla Casa Bianca
Là sulle rive del Potomac, mentre il padrone di casa svernicia con la carta vetrata le pareti delle residenze reali d'Inghilterra, c'è chi prepara l'arrivo di un ospite importante. Lo sentite? Sta arrivando, è il Natale. Alla Casa Bianca Melania l'ha apparecchiato così:
Tutto fatato, innevato, fioccoso. Le signore eleganti a prescindere, quelle con il jet-lag d'ordinanza e il diamante ecosolidale, diranno che tutto questo è tremendamente kitsch. Vabbè, incasseremo anche questa sentenza senza problemi, sono anni che veniamo randellati come negli Antenati. È la solita irresistibile Wilma, ma da molto tempo non passa più a Fred la clava, la usa. Come finirà? Fred se ne andrà, lei troverà un altro da randellare. È la vita. È anche l'ora di un Gin Martini, buona serata.
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stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.