18 Dicembre

Brexit, Europa, Trump. L'accerchiamento del governo

Lo scenario per l'esecutivo giallo-rosso è cambiato. La rivoluzione inglese di Boris Johnson, le elezioni americane e lo sfaldamento del quadro politico della Germania mettono il Conte 2 in condizioni precarie e l'Italia diventa terra di conquista. Abbiamo una sola relazione in ascesa, con la Cina. E non è quella giusta

di Lorenzo Castellani

Gli artigiani della boutique di List, si sa, amano gli scacchi. La vittoria prepotente di Boris Johnson alle elezioni, ci induce a tirare a lucido la scacchiera e ad iniziare la tortura mentale della partita. 

Il Re, quello che alla fine può subire il matto, è il governo giallorosso. Le elezioni britanniche sono un primo passo verso l’accerchiamento del Conte 2. Il Regno Unito lascerà l’Unione Europea, che probabilmente diventerà ancora più rigida ed incapace di uscire dallo status quo. La Brexit è un colpo sottovalutato e sopravvalutato al tempo stesso: non innescherà una reazione a catena subito, ma ha dimostrato plasticamente che un’Europa irreversibile non esiste. Il processo d’integrazione si può arrestare, dal gioco si può uscire (seppure a condizioni variabili da paese a paese). Come completare unione bancaria, assicurazione sui depositi, MES, allargamento del bilancio comune, esercito comune in un clima del genere? Non si può, ed infatti non si va avanti. Il capitale di fiducia è troppo scarso. Ci saranno difficoltà persino sugli investimenti verdi, che penalizzano alcune classi d’elettori e settori strategici per molte nazioni. 

In ogni paese, i partiti sono o attraversati dal nazionalismo o incalzati da nuove formazioni polarizzate. La più robusta difesa dell’interesse nazionale, la precarietà economia e sociale, il mondo sull’orlo di una nuova guerra fredda congelano le possibilità di avanzamento ed eccitano gli spiriti politici. Aumentano la frammentazione, la polarizzazione, la stasi.  Ciò è assai evidente in Germania, con la progressiva consunzione lenta ma progressiva della CDU e con la crisi irrisolta dell’SPD, oramai ridotta a piccolo partito. La prima potenza d’Europa tra poco più di un anno sarà governata da una formula diversa. Nel frattempo, la destra di AfD continuerà la sua avanzata locale e nazionale, condizionando tutto il dibattito pubblico tedesco. La...


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