25 Dicembre
La politica del paradiso in terra (che non c'è)
La battaglia tra i titani, il ritorno dello Stato, il governo italiano che scambia il sussidio e salvataggio (Alitalia, ex Ilva, Pop Bari) per investimento. Un viaggio nell'illusione del progresso senza limiti. Un libro di Lasch e la realtà. Erdogan vola in Tunisia per discutere pace (e guerra) in Libia
Che succede? È Natale, il 2019 vira con forza verso i titoli di coda, il 2020 sta per entrare, un nuovo ventennio. In realtà un ciclo storico di segno diverso è iniziato nel 2016 con la Brexit e l'elezione di Trump, nel 2019 ha accelerato con la vittoria di Boris Johnson nelle elezioni inglesi del 12 dicembre scorso, subito dopo è arrivato il sì di Westminster al piano di BoJo che a sua volta ha innescato il countdown del primo grande fatto del 2020: la Brexit ci sarà, entro il 31 gennaio. Tra i fenomeni di questo tempo, abbiamo segnalato più volte il "ritorno dello Stato" in forme diverse - dietro la mano pubblica in economia, nella vita sociale, nel privato fino a toccare "le vite degli altri", in competizione con il sistema della sorveglianza della Silicon Valley - ci sono temi e pulsioni più o meno (s)velati: la crisi del capitalismo, prima di tutto, la volontà di potenza degli autocrati e il disegno che tende naturalmente al dispotismo delle leadership democratiche, la competizione asimmetrica tra sistemi liberali e dittature sul campo della produzione e del commercio, il tentativo di arginare l'inverno demografico con il surplus del consumo delle fasce d'argento, il win for life di redditi minimi che non danno accesso al possesso, ma conducono a uno stato di schiavitù permanente al guinzaglio dello Stato, la fine di ogni competizione (per il meglio) e la "stabilizzazione" del mediocre come cifra della contemporaneità.
È un mondo distopico, letterario e reale, una dimensione parallela visibilissima. Le cronache dei giornali sono colme di sangue, di fatti di nera, tragedie stradali, è lo show del dolore intimo, la bolla dell'inquietudine tra le lamiere contorte e l'assassinio sotto casa, lo splatter e il voyeurismo in prima pagina, il nuovo cloroformio. Meno si discute dell'Essere e più lontano è il problema contemporaneo del...
Che succede? È Natale, il 2019 vira con forza verso i titoli di coda, il 2020 sta per entrare, un nuovo ventennio. In realtà un ciclo storico di segno diverso è iniziato nel 2016 con la Brexit e l'elezione di Trump, nel 2019 ha accelerato con la vittoria di Boris Johnson nelle elezioni inglesi del 12 dicembre scorso, subito dopo è arrivato il sì di Westminster al piano di BoJo che a sua volta ha innescato il countdown del primo grande fatto del 2020: la Brexit ci sarà, entro il 31 gennaio. Tra i fenomeni di questo tempo, abbiamo segnalato più volte il "ritorno dello Stato" in forme diverse - dietro la mano pubblica in economia, nella vita sociale, nel privato fino a toccare "le vite degli altri", in competizione con il sistema della sorveglianza della Silicon Valley - ci sono temi e pulsioni più o meno (s)velati: la crisi del capitalismo, prima di tutto, la volontà di potenza degli autocrati e il disegno che tende naturalmente al dispotismo delle leadership democratiche, la competizione asimmetrica tra sistemi liberali e dittature sul campo della produzione e del commercio, il tentativo di arginare l'inverno demografico con il surplus del consumo delle fasce d'argento, il win for life di redditi minimi che non danno accesso al possesso, ma conducono a uno stato di schiavitù permanente al guinzaglio dello Stato, la fine di ogni competizione (per il meglio) e la "stabilizzazione" del mediocre come cifra della contemporaneità.
È un mondo distopico, letterario e reale, una dimensione parallela visibilissima. Le cronache dei giornali sono colme di sangue, di fatti di nera, tragedie stradali, è lo show del dolore intimo, la bolla dell'inquietudine tra le lamiere contorte e l'assassinio sotto casa, lo splatter e il voyeurismo in prima pagina, il nuovo cloroformio. Meno si discute dell'Essere e più lontano è il problema contemporaneo del Non Essere. E il paradiso in terra? Lo promettono tutti, ma nessuno lo realizza perché a un certo punto della storia il nostro futuro ha deviato. Verso dove? Seguite il titolare di List.
01
Il Leviatano e il fiume del denaro
L'economia americana è costellata di sussidi e programmi di sviluppo dello Stato federale; quella cinese è un'economia di Stato con la presenza di soggetti privati nella forma e pubblici nella sostanza (il Wall Street Journal ha pubblicato oggi i numeri degli aiuti dello Stato cinese alla compagnia di telecomunicazioni Huawei, 75 miliardi di dollari); i Conservatori inglesi hanno in mente per il Regno Unito un piano da 100 miliardi di investimenti pubblici in infrastrutture e ricerca; l'Unione europea ammanta di verde ciò che appare come una lenta e disperata risposta alla sfida lanciata dai nuovi e vecchi giganti che calpestano un mondo ristretto; l'India è un soggetto dove grandi aziende private beneficiano di interventi pubblici per lo sviluppo di infrastrutture per un miliardo di persone.
Oggi il Leviatano si bagna nel fiume del denaro.
Liber Floridus. L'Anticristo insediato sul dorso del Leviatano.Non tutti i casi possono essere messi in parallelo, la contemporaneità è un gioco di fumo e specchi, siamo nel teatro dei giganti.
02
Fumo e specchi, il gioco dei giganti
L'esperimento cinese e quello indiano hanno di fronte il titano della crescita demografica e dell'ordine da mantenere in un caotico mosaico di identità in conflitto; la nazione americana è divisa, sottoposta alle pressioni vitali per il sistema del consumo e del credito, alla narcosi di massa (la crisi devastante degli oppioidi e non solo), all'incubo totalitario della Silicon Valley, a una feroce lotta politica sopra e sotto le regole; la Russia è lo Stato più grande della Terra che si regge sull'abbondanza di materie prime energetiche, la divisione del potere oligarchico e la capacità dell'uso delle armi dove gli altri hanno timore di perdere il consenso (e non uscire mai dalla guerra); la Turchia è un gigante islamizzato alle porte dell'Europa, un mix di capitale e esercito, integrato e allo stesso tempo sganciato dall'Occidente, un'Idra di Lerna, un animale mitologico a più teste, letale; il Canada ricco e in progress non è più da tempo il paradiso di boschi e città accoglienti dove trovare riparo in una dimensione di "lontananza"; il Messico è uno Stato senza pace finché sarà in mano a spietate organizzazioni di narcos che seminano l'orrore; il Brasile sperimenta il suo ennesimo populismo, mentre l'Amazzonia e le foreste primarie sono minacciate; l'Australia, il gigante del Pacifico, brucia, travolta da ondate di calore; il Giappone, uno dei paesi più vecchi del mondo, bellissimo con i suoi monti innevati e i ciliegi in fiore, lotta per la sua sopravvivenza di fronte al fiammeggiante Drago Cinese; il Medio Oriente è petromonarchia, teocrazia, esercizio del terrore e scintillante modernità dove trova regnanti capaci di unire la scimitarra al sogno, mentre in Iran oggi il regime ha oscurato Internet per evitare la diffusione sui social di messaggi e filmati commemorativi delle vittime della repressione avvenuta un mese fa nel paese (Reuters ha pubblicato 48 ore fa un numero terribile: la repressione con 1500 morti in due settimane, dal 15 novembre, su ordine diretto dell'Ayatollah Ali Khamenei); l'Africa è il continente più perduto e paradossalmente più ricco di speranza.
03
Lo stivale nella Terra di mezzo
In questa Terra di mezzo, con i giganti che marciano come in un romanzo di J.R.R. Tolkien, s'allunga sulla mappa uno stivale, un paese piccolo, prigioniero di un inverno demografico senza fine, con un popolo carico di "furore di vivere" (definizione del Censis) intrappolato in un lungo sonno, incapace di risvegliarsi da suo perenne sonnambulismo: l'Italia. Siamo intrappolati in una transizione priva del finale, dove i governi passano e ognuno di essi cerca di giustificare l'insufficienza con nuove/vecchie formule che ripetono l'errore. Un'intervista del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, è l'esempio più chiaro di questo ciclo dell'eterno ritorno, un avanti e indietro che alla fine ha un solo risultato: il logoramento del paese, la sua inesorabile caduta, senza mai finire con il collasso.
"Serve più Stato". Sicuro? Riavvolgiamo il film delle ultime 48 ore.
04
Le macerie dello Stato
Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, storico (Fonte Ansa)La Camera ha approvato definitivamente la legge di Bilancio con 312 voti favorevoli e 153 contrari, una manovra incolore, tassatrice in maniera per niente intelligente, senza alcuna ambizione se non quella di mandare avanti la baracca e poi si vedrà. Incolore, come la classe dirigente di questo paese. Tutti a casa, il governo mangia il panettone. Sceneggiatura scontata, il carrozzone riparte a gennaio e là si misurerà (elezioni in Emilia Romagna, 26 gennaio) la tenuta del governo e la reale forza della destra (di centro non c'è l'ombra). Il voto anticipato? Interessa solo l'opposizione (e neanche tutta, a dire il vero), Salvini e Meloni hanno una capitalizzazione immediata sul piano numerico (con il grande timore di dover poi governare ciò che appare ingovernabile), Forza Italia è un cumulo di macerie e votare per i deputati e senatori eletti con Berlusconi sarebbe letale, tanto che al partito del Cavaliere si guarda per un provvidenziale "smottamento" di parlamentari verso il governo, in caso di "esodo" dai Cinque Stelle e crisi della maggioranza giallo-rossa. Sono capitoli della storia in parte visibili, ma da scrivere.
Approvata la legge di Bilancio, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha parlato. È diventato improvvisamente ciarliero, ha dovuto difendere una manovra che lui aveva definito intoccabile e alla fine il Parlamento ha stravolto. In un paese serio - e l'Italia contemporanea non lo è - un ministro con la sua manovra cambiata a ceffoni avrebbe dato le dimissioni, oggi resta al suo posto e ci racconta com'è bravo, con l'andatura impettita delle classi dirigenti prive d'udito. Gualtieri è uno che non mette in fila i numeri (se l'avesse fatto sul serio, questa legge di Bilancio non sarebbe mai uscita dall'aula), ma con i congiuntivi e i condizionali s'arrangia e con queste armi va alla battaglia del coperchio. Cosa è il coperchio? Cercare una giustificazione economica (e nel suo caso, perfino storica) per un progamma di governo che marcia indietro tutta. Su Repubblica il ministro afferma:
Non vogliamo sussidiare inefficienze ma, quando è necessario, promuovere gli investimenti e l'innovazione nei settori strategici.
Sicuro? Gualtieri non è uno sprovveduto, è un collaudato uomo d'apparato, uno studioso del Pci, un ortodosso pronto alla metamorfosi kafkiana (come tutto il governo, ieri sovranista immaginario e oggi europeista senza Europa) che conosce il vai e vieni dietro le quinte degli affari monetari dell'Unione, si compiace di esser tra coloro che hanno lo scettro, fa parte dell'élite e sente la faccenda d'alta quota incorporata nella sua persona, ma nonostante l'hybris che gli sgorga dalla giacca, in un angolo semichiuso della sua mente lampeggia una spia rossa: egli sa benissimo che gli interventi in Alitalia, ex Ilva e Popolare di Bari (tre fra i tanti in cantiere) sono un gioco d'azzardo di fronte a situazioni di totale inefficienza, passata e futura. Alitalia perde 2 milioni di euro al giorno (numero che peggiora i conti rispetto alle perdite proiettate in passato), Arcelor Mittal ha documentato un'uscita di cassa nel 2019 per 1 miliardo di euro, la Popolare di Bari ha presentato bilanci con oltre 2 miliardi di crediti deteriorati. La correzione delle inefficienze del mercato da parte dello Stato evocata da Gualtieri ("la logica di mercato e l'intervento dello Stato possono coesistere perfettamente, proprio perché esistono i fallimenti di mercato nei quali lo Stato non solo può, ma deve intervenire") fa sorridere perché qui non siamo di fronte a fallimenti di mercato, ma a aziende mal gestite da anni e anni che sono da liquidare o vendere (Alitalia e Pop Bari), mentre quello dell'acciaio di Taranto è un caso di economia globale che è indipendente dalle azioni del governo italiano. In tutti e tre i dossier aperti non è lo Stato il soggetto che paga, va ricordato al ministro dell'Economia quel che diceva Margaret Thatcher: non esistono i soldi dello Stato, sono i soldi del contribuente.
05
Volare, prestare, fondere. Non è affare dello Stato
Primo volo Alitalia: 5 maggio del 1947.Alitalia nonostante i tagli, le bad company, le "cure" dei commissari, è un'azienda da libri in tribunale, cessione del marchio e avanti con un'altra storia. La perdita del 2019 secondo quanto abbiamo potuto ricostruire (non c'è un bilancio, ma è stato il ministro Patuanelli a dire qualche giorno fa che perde 2 milioni al giorno) sarebbe di oltre 600 milioni di euro, per ogni passeggero trasportato nel 2018 la compagnia ha perso 16 euro, nessuno vuole entrare nel capitale dell'azienda senza una ristrutturazione pesante. Chi paga? Il contribuente (che per Gualtieri naturalmente è un'entità astratta, lo Stato), come in passato: il serial finanziario è cominciato nell'aprile del 2017 con l'uscita dell'azionista arabo Etihad e i 900 milioni "prestati" dal governo Gentiloni, regolarmente bruciati (Alitalia non ha versato neppure gli interessi). Esaurito il primo miliardo, sono arrivati pochi giorni fa altri 400 milioni con il governo Conte 2 e il conto degli ultrimi tre anni è salito a oltre 1,4 miliardi di euro versati nelle casse della compagnia che oggi (Patuanelli dixit) perde 2 milioni di euro al giorno. Non è un fallimento del mercato, ma un crac colossale di gestione politico-economica. Alitalia è costata finora circa 10 miliardi di euro e non può volare perché insieme al kerosene brucia il denaro dei contribuenti che dovrebbero continuare a pagare - non si sa in base a quale principio - lo stipendio dei suoi dipendenti. Sarebbe questo il mercato che il governo vuole correggere? Non c'è alcun mercato, c'è una compagnia aerea che in queste condizioni non può volare. Con il mercato, Alitalia chiude.
Il caso Popolare di Bari è se possibile ancor più tragico. Abbiamo un soggetto privato che viene salvato e contemporaneamente c'è il governo che dichiara di voler intervenire per creare una banca d'investimento del Mezzogiorno con un'azienda, Pop Bari, che è un caso di pessima gestione (e avremo ulteriori sorprese quando si vedranno gli affidamenti) e ha una serie di inchieste penali aperte. Il caso Pop Bari è balzato di fronte all'opinione pubblica solo perché un galantuomo come Paolo Savona, presidente della Consob, ha segnalato il comportamento anomalo del management (dopo una richiesta di chiarimenti da parte di Consob) alla magistratura e a Bankitalia. Solo allora, non prima, è scattato il commissariamento della banca. Quanto alla vigilanza, con grande rispetto per l'istituzione della Banca centrale e i suoi vertici, ma spingere l'acquisto di Tercas da parte di Pop Bari è stato un errore. E non si può dire che il sistema non fosse avvisato, ci furono voci contrarie e a ragione, come abbiamo visto. In ogni caso, qui Gualtieri sostiene il paranormale: si prende un moribondo e si pretende di farlo diventare Flash Gordon, notevole. Si fa niente meno che una banca d'investimento per il Mezzogiorno con tutti quegli azionisti che stavano muti di fronte a un caso di hackeraggio dei conti? Si fa una grande operazione per il Sud con Pop Bari uccisa dal localismo bancario e dall'amministrazione dei famigli? Non ci crede nessuno, ma qualcosa bisogna pur dire per giustificare il piatto da 1 miliardo messo giù per chiudere un caso (im)popolare come pochi.
Vigilia di Natale all'ex Ilva. Il premier Giuseppe Conte e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Foto Ansa)Quanto al dossier dell'Ilva di Taranto, il governo prima lo ha lasciato andare alla deriva, poi ha creato le condizioni (non solo politiche ma legali) per l'exit di Arcelor Mittal, infine s'è messo al tavolo da poker con l'impresa puntando soldi (del contribuente) e un piano che prevede il mantenimento di una produzione che il mercato (queste sono le condizioni dell'acciaio oggi e il domani non è ipotecabile) non vuole. Dove sarebbe l'operazione di riequilibrio del mercato? Questo è sussidio e tra l'altro con un privato a cui vengono date condizioni di favore per mantenere posti di lavoro a carico sempre della stessa persona, il contribuente. In attesa della soluzione che peserà sul bilancio dello Stato, il premier alla vigilia di Natale è tornato a Taranto, a conferma di quel che scriviamo da tempo: la startup politica di Conte ha la sua base in Puglia, sua terra Natale. Ai giornalisti che gli contestavano una passerella politica, Conte ha risposto stizzito: "No, è una passerella perché ci siete voi. Io non vi ho chiamato. Ora, per favore, non mi seguite, andate dalle vostre famiglie come è giusto che sia". Bene, allora poteva non far pubblicare le foto della sua visita sul sito del governo:
Poteva lasciare che fosse un fatto senza clamore, privato, ma se fai impaginare foto e video sul sito internet del governo - sito trasformato in un teatro di posa del premier - allora il fine è un altro, se pubblichi un video con i bambini di Taranto sulla tua pagina Facebook, allora lo scopo è chiaro, ben visibile. A tutti. D'altronde, il Movimento Cinque Stelle ha auto-prodotto una sit-com per spiegare la legge di Bilancio, ormai tutto è possibile, siamo ai confini della realtà.
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Post scriptum: a proposito di fenomeni, a Lilliput s'è diffusa la voce che il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, sia a un passo dalle dimissioni. Voleva dimettersi il 23, dopo il via libera della Camera alla manovra, ma ha preso tempo. Ora dicono che abbia tratto le conclusioni (le aveva promesse, le dimissioni, se non avessero accolto la sua richiesta di fondi, cosa che ovviamente non è avvenuta) e tra stasera e domani mattina farà il passo indietro. Conte avrebbe già ricevuto la lettera di dimissioni. Non vi corre un brivido lungo la schiena per le dimissioni di Fioramonti? Neanche a noi. Avanti un altro.
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Torniamo alle cose serie o presunte tali. Volare, prestare e fondere l'acciaio. Non è affare dello Stato. E le visite a sorpresa che contano, che pesano, che disegnano il domani, sono ben altre.
06
Erdogan in Tunisia. Prepara la guerra e discute la pace
Viaggio a Tunisi. Il presidente turco Tayyip Recep Erdogan e il presidente tunisino Kais Saied (Foto Ansa)Lo seguiamo con attenzione e puntuale fa la mossa. Il presidente turco Tayyip Recep Erdogan è volato a sorpresa in Tunisia, accompagnato dai vertici di Difesa, Esteri e Intelligence per discutere un cessate il fuoco in Libia con il presidente tunisino Kais Saied. Erdogan con un colpo diplomatico e militare è diventato il dominus del teatro libico insieme a Vladimir Putin. Il presidente turco ha denunciato la presenza di combattenti stranieri, in particolare sudanesi e russi. Secondo l'agenzia di stampa turca Anadolu, Erdogan ha affermato che "gli sviluppi in Libia non riguardano solo la Libia, ma hanno gravi conseguenze negative per i Paesi vicini, principalmente la Tunisia", ecco perché "abbiamo discusso dei passi da compiere per un cessate il fuoco e un ritorno a un processo politico in Libia". Quello che avrebbe dovuto fare l'Italia, lo sta facendo la Turchia. Erdogan prepara la guerra e discute la pace. È la dura e inesorabile realtà della guerra, il resto è vanità. E rivoluzione.
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Come chiudiamo questo numero di List? Con un libro che sta accompagnando le notti del titolare. Un'opera straordinaria, per sapere, per capire.
07
Il paradiso in terra
Cosa è il paradiso in terra? Ciò che è promesso dalle religioni, dalle ideologie, e non può essere mantenuto. Christopher Lasch è un autore di riferimento per List, le nostre analisi, i nostri umili tentativi di mettere insieme i cocci aguzzi di bottiglia (Eugenio Montale, Ossi di seppia: "E andando nel sole che abbaglia / sentire con triste meraviglia / com'è tutta la vita e il suo travaglio / in questo seguitare una muraglia /che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia") passano sul cammino di tante letture, autori fondamentali, visioni. Abbiamo detto e scritto tante volte che non è solo l'economia a spiegare lo scenario, che l'Occidente (il nostro spazio naturale) non è liberato dal bisogno di aspirare a una dimensione ultra terrena e che proprio l'assenza del sacro e del limite lo sta logorando.
Lasch ne Il paradiso in terra fa vibrare una critica del progresso che è un lampo nel buio, illumina quello che definisce il problema di fondo, "il rifiuto di una visione eroica della vita", una dimensione spaziale dove il tempo non è più finito (e capace di tornare indietro) ma una linea ininterrotta di illusori successi, il progresso che è sicuro, certo, irreversibile.
La Storia ci racconta ben altro, abbiamo di fronte il declino e l'ascesa degli imperi e delle nazioni, ma viviamo tempi in cui un banchiere centrale sostiene niente meno che "l'irreversibilità" della moneta unica e nessuno fa il contrappunto: caddero i più grandi e magnifici imperi, quello Romano, quello Persiano, Carlo V disse che sul suo impero non tramontava mai il sole, ma tutto questo, il suo e gli altri imperi finirono in rovina. Cominciamo un altro ventennio, senza memoria di un ventennio che agli albori di un altro secolo condusse a due guerre mondiali. Le intuizioni del libro di Lasch lasciano senza fiato quando racconta l'arrivo di Kennedy alla Casa Bianca e coglie il primo balzo dell'unione tra la tecnologia e la politica:
La politica estera di Kennedy (...) mi sembrava perfino più avventata di quella di Truman. I best and brightest (i migliori e più brillanti) non mi facevano impressione: avevo avuto una certa consuetudine con gente del genere. Per me, la migrazione di Harvard a Washington significava l'influenza politica della Statale 128, patria delle industrie a elevato contenuto tecnologico che stavano spuntando alla periferia di Boston. Questo vasto aggregato suburbano, fondato sull'unione di cervelli e potere militare, forniva una dimostrazione materiale del complesso industriale-militare, come lo chiamava Eisenhower.
Qui Lasch coglie il primo passaggio della storia, a cui seguirà 60 anni dopo un altro balzo dominato dalla tecnologia, quello presente, la connessione intima della macchina della guerra con il titano digitale della Silicon Valley. Come puoi combattere l'oligopolio della coscienza se l'appalto Jedi da 10 miliardi di dollari per il cloud computing del Pentagono è il terreno di battaglia di Microsoft e Amazon? Le aziende hi-tech non sono più i tuoi fornitori, posseggono i dati della guerra.
La cavalcata di Lasch nel mondo del bisogno eternamente insoddisfatto, il suo viaggio nel generatore perpetuo di desideri, l'illusione della "liberazione con la libertà personale e anarchica", l'idea sfuggente del progresso e della crescita infinita confusa con una società dell'abbondanza di beni e scarsità di valori. Le pagine del Paradiso in terra sono anticipatrici (l'opera è del 1991) dello sfaldamento contemporaneo, la middle class polverizzata che fa il check in del proprio corpo dimenticando l'anima in un garage della coscienza, la fine dell'idillio del villaggio senza l'inizio della felicità nella metropoli.
Lasch cita autori che non sono frequentati nelle biblioteche dell'Europa presunta colta, cerca le radici del repubblicanesimo, trova le congiunzioni con le analisi della Scuola di Francoforte - che andava al di là del meccanicismo storico del marxismo, pensate alla teoria di Herbert Marcuse in Eros e civiltà - e arriva al "mondo senza meraviglia" che oggi cerca lo stupore nella fiction, nella distrazione di massa, una disciplina nel vuoto del linguaggio politicamente corretto che alla fine coincide con il disordine delle idee quando queste sono regolarmente contraddette dalla realtà. Libro profondo, una discesa nell'abisso e poi una risalita, ogni riga ha la densità di un buco nero, possiede un magnetismo che ti costringe a cercare altri libri, autori, citazioni, rimandi, disconnessioni e connessioni. L'ipotesi che le potenzialità della scienza e la produzione siano illimitate qui vacillano, anzi tramontano definitivamente. Così l'ottimismo progressista diventa il solco sul quale cresce il seme del populismo che per Lasch "pone le domande giuste, ma non ha le risposte già pronte". Trent'anni dopo, lo scenario del Paradiso in terra è una realtà in tutto l'Occidente.
Il 2020 apre un nuovo ventennio e vivremo tempi interessanti. Forse troppo. Buon Natale.
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L'immagine che apre questo numero di List è un dipinto del 1596 di Jan Bruegel il Vecchio, una scena del Paradiso terrestre e gli animali che entrano nell'Arca di Noè.
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2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.