27 Dicembre
La Grecia avvisa Erdogan: in Libia scherza col fuoco
Il risiko del Mediterraneo. L'esercito turco: pronti a partire per Tripoli. Atene contro Ankara. Telefonata tra Putin e il presidente egiziano Al Sisi. Merkel andrà da Erdogan per mettere al sicuro l'accordo tra Europa e Turchia sui profughi siriani. L'idea green di Fioramonti e la realtà
Che succede? Erdogan (qui sopra, nella foto Ansa, durante il varo del sommergibile Piri Reis, il 22 dicembre scorso) ha annunciato il botto di fine anno, le conseguenze sono imprevedibili e si attende il voto del parlamento turco dell'8 gennaio, il via libera all'invio dell'esercito in Libia. In Italia il caso delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti da ministro dell'Istruzione conferma che il governo è sospeso tra giorno e notte, idee green, scomposizioni e ricomposizioni di gruppi parlamentari, mentre il Movimento Cinque Stelle cerca di recuperare identità e consenso premendo per la revoca della concessione a Autostrade. Si tratta di un'illusione, ma in politica contano. C'è un fatto di cronaca, doloroso, che diventa fenomeno di discussione pubblica, la storia tragica di Camilla, Gaia e Pietro. Seguite il titolare di List.
01
Il risiko del Mediterraneo
La situazione nel Mediterraneo si sta surriscaldando, la Grecia ha mandato un avviso a Erdogan: "Sta scherzando col fuoco". L'avvio dell'operazione militare della Turchia in Libia sta facendo precipitare una crisi diplomatica in corso da tempo. "Le reazioni a questo espansionismo neo-ottomano sono forti e arrivano da ogni parte. Erdogan sta giocando con il fuoco e genera reazioni non solo dalla Grecia, ma anche da tutti gli attori del sistema internazionale", ha detto il vice ministro degli Esteri di Atene, Miltiadis Varvitsiotis, citato dal quotidiano Ekathimerini. Atene non accetta il memorandum firmato da Turchia e Libia che riconosce ad Ankara la giurisdizione su un'area del Meditteraneo contesa Turchia e Grecia (guardate la mappa qui sopra - attenzione all'Egitto). Nel frattempo, Tunisia e Algeria hanno preso le distanze dall'iniziativa militare di Erdogan, temono i contraccolpi di un'azione che per ora ha incontrato un'opposizione diplomatica, ma con gli stivali dei soldati turchi sul terreno libico, il teatro potrebbe riservare delle brutte sorprese. Per questo la Tunisia ha detto di essere "neutrale" e l'Algeria ha...
Che succede? Erdogan (qui sopra, nella foto Ansa, durante il varo del sommergibile Piri Reis, il 22 dicembre scorso) ha annunciato il botto di fine anno, le conseguenze sono imprevedibili e si attende il voto del parlamento turco dell'8 gennaio, il via libera all'invio dell'esercito in Libia. In Italia il caso delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti da ministro dell'Istruzione conferma che il governo è sospeso tra giorno e notte, idee green, scomposizioni e ricomposizioni di gruppi parlamentari, mentre il Movimento Cinque Stelle cerca di recuperare identità e consenso premendo per la revoca della concessione a Autostrade. Si tratta di un'illusione, ma in politica contano. C'è un fatto di cronaca, doloroso, che diventa fenomeno di discussione pubblica, la storia tragica di Camilla, Gaia e Pietro. Seguite il titolare di List.
01
Il risiko del Mediterraneo
La situazione nel Mediterraneo si sta surriscaldando, la Grecia ha mandato un avviso a Erdogan: "Sta scherzando col fuoco". L'avvio dell'operazione militare della Turchia in Libia sta facendo precipitare una crisi diplomatica in corso da tempo. "Le reazioni a questo espansionismo neo-ottomano sono forti e arrivano da ogni parte. Erdogan sta giocando con il fuoco e genera reazioni non solo dalla Grecia, ma anche da tutti gli attori del sistema internazionale", ha detto il vice ministro degli Esteri di Atene, Miltiadis Varvitsiotis, citato dal quotidiano Ekathimerini. Atene non accetta il memorandum firmato da Turchia e Libia che riconosce ad Ankara la giurisdizione su un'area del Meditteraneo contesa Turchia e Grecia (guardate la mappa qui sopra - attenzione all'Egitto). Nel frattempo, Tunisia e Algeria hanno preso le distanze dall'iniziativa militare di Erdogan, temono i contraccolpi di un'azione che per ora ha incontrato un'opposizione diplomatica, ma con gli stivali dei soldati turchi sul terreno libico, il teatro potrebbe riservare delle brutte sorprese. Per questo la Tunisia ha detto di essere "neutrale" e l'Algeria ha sottolineato che "non partecipa a nessuna alleanza".
Il conflitto diplomatico tra Atene e Ankara è aperto. L'esercito turco, giusto per rasserenare gli animi, ha fatto sapere di essere pronto alla missione. "Siamo pronti ad intervenire in patria e all'estero appena ricevuto l'ordine. Una mozione sull'invio di militari turchi in Libia sarà presto discussa, alla riapertura del Parlamento sottoporremo la proposta, in agenda l'8 o 9 gennaio", ha detto in una conferenza stampa Nadide Sebnem Aktop, portavoce dell'esercito. Che forze saranno impiegate? Una parte secondo quanto riportato da Bloomberg - che ha citato un alto funzionario del governo di Tripoli - sarà costituita da gruppi di ribelli siriani filo-turchi che saranno schierati nei quartieri della capitale, in difesa del governo guidato da Fayez Al Serraj. Erdogan che trasloca jihadisti dalla Siria alla Libia, la Nato non ha nulla da dire? La Turchia sarebbe disposta inoltre a costruire una base militare in Libia. La bandiera rossa con la stella e la mezzaluna sventolerà a Tripoli.
Il portavoce della presidenza turca, Fahrettin Altun, ribadisce la linea di Erdogan: "Mentre sosteniamo il governo libico, non vogliamo che la Libia sia una zona di guerra. In Libia sono attive forze regionali che lavorano per ristabilire regimi repressivi che non sono responsabili davanti al popolo", ma "i loro sforzi per creare uno stato fantoccio non avranno successo". Chi è il fantoccio? E dov'è lo Stato?
Vladimir Putin intanto prepara le contromisure e si consulta con l'alleato più importante nell'area, il generale egiziano Al Sisi. I due hanno avuto oggi un colloquio telefonico. La nota del Cremlino parla di coordinamento tra Russia e Egitto, riconoscimento degli sforzi della Germania e dell'Onu per il processo di pace che coinvolga i principali partiti della Libia. Traduzione: se Erdogan si muove, i russi e gli egiziani sosterranno ancora il generale Haftar. Ora non si cede un centimetro di territorio.
E l'Europa che fa? È prigioniera di Ankara, Erdogan ha la mano che sfiora il rubinetto dell'immigrazione dalla Siria verso il Nord Europa. Non a caso la cancelliera Angela Merkel, secondo quanto riporta la Suddeutsche Zeitung, andrà in gennaio in visita in Turchia per sollecitare Erdogan a rispettare l'accordo tra Turchia e Unione europea per il controllo dei confini e l'accoglienza dei profughi siriani. Il presidente turco nei giorni scorsi ha minacciato di non accogliere più i profughi siriani provenienti dalla provincia di Idlib che è sotto il bombardamento delle forze siriane e russe. Gong a Berlino.
Notizie dal campo di battaglia? L'esercito del generale Haftar ha dichiarato di aver ripreso il controllo dell'aeroporto di Tripoli (quello chiuso dal 2014, non quello di Mitiga) e di alcuni depositi di carburante e della base militare di Naqliya. Strategia? Haftar potrebbe tentare un'accelerazione verso il centro di Tripoli prima che la Turchia schieri il suo esercito. Ma ne ha la forza reale?
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La società turca è un mondo complesso, ramificato, un dedalo di Escher.
02
Libertà (per Wikipedia) arresti per i dissidenti
Relatività, M. C. Escher, dicembre 1953.Tre notizie, libertà e prigionia, Turchia.
- Wikipedia sarà di nuovo visibile in Turchia, fine della censura online. Lo ha deciso la Corte Costituzionale di Ankara a maggioranza, sostenendo che il blocco dell'accesso al sito web viola la libertà d'espressione. Strano paese. Leggete qui sotto.
- Sette giornalisti di Sozcu - quotidiano laico e kemalista, considerato vicino all'imam Fethulla Gulen, in esilio in America, accusato da Ankara l'ispiratore del fallito golpe del luglio 2016 - sono stati condannati da un tribunale di Istanbul in un processo per terrorismo. "Complicità con un'organizzazione terroristica armata, pur senza far parte della sua struttura gerarchica", è la motivazione della condanna. Gli editorialisti Emin Colasan e Necati Dogru hanno subito una condanna a 3 anni e mezzo di carcere, il direttore Metin Yilmaz e il vicedirettore del sito web Mustafa Cetin sono stati condannati a 3 anni e 4 mesi. L'editore del quotidiano, Burak Akbay, si è rifugiato all'estero e rischia 30 anni in un alro procedimento. L'opposizione del partito Chp è dura: "In Turchia non c'è giustizia nè democrazia".
- Diciotto giudici e pubblici ministeri sono stati sospesi dal servizio, sono sospettati di appartenere alla rete di Gulen.
La Turchia è un paese membro della Nato, il preambolo del Trattato di Washington recita:
Gli Stati che aderiscono al presente Trattato riaffermano la loro fede negli scopi e nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e con tutti i governi. Si dicono determinati a salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza del diritto. Aspirano a promuovere il benessere e la stabilità nella regione dell'Atlantico settentrionale. Sono decisi a unire i loro sforzi in una difesa collettiva e per la salvaguardia della pace e della sicurezza. Pertanto, essi aderiscono al presente Trattato Nord Atlantico.
Che cosa è successo alla Nato? La domanda cade nel vuoto, più o meno quello che presenta ogni giorno lo scenario politico italiano.
03
L'idea green di Fioramonti
La notizia politica è sempre quella delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti e questo dà la misura del problema, il governo. Lui, il ministro che non c'è più, non ha versato le "restituzioni" che gli eletti dei Cinque Stelle devolvono ogni mese, i suoi ex compagni di partito lo attaccano, copione scontato. Stamattina il Fioramonti ha risposto: "Credo che sia la prima volta nella storia del nostro Paese che un ministro della Repubblica venga criticato perché ha fatto ciò che aveva annunciato. Non da giorni, ma da mesi. Io sono così: se una cosa la dico, poi la faccio. Per questo ho lottato senza sosta, anche da ministro, per porre la questione nel governo anche con riferimento alla scuola". E le "resistituzioni"? Ecco la spiegazione: "Dopo aver restituito puntualmente per un anno, come altri colleghi, ho continuato a versare nel conto del Bilancio dello Stato e le mie ultime restituzioni saranno donate sul conto del Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, un centro di ricerca pubblico che, da viceministro prima e da ministro poi, ho promosso a Taranto, una città deturpata da un modello di sviluppo sbagliato".
Fioramonti è questa sagoma, un predicatore di utopie (che di solito pagano sempre gli ultimi), uno che parla di fine degli idrocarburi senza neppure immaginare con quale carburante si muovano navi e aerei, oggi e in futuro, così egli afferma che a Taranto il modello di sviluppo è sbagliato (ma bisogna trovarlo e poi provarlo, quello che egli ritiene giusto). Come tanti, sorvola sul fatto increscioso degli oltre 10 mila posti di lavoro in pericolo (chi li paga?) e qui attendiamo miracoli per crearne di nuovi. Si propongono soluzioni radicali (a vanvera), meravigliose, il mondo smette di consumare e tutti vissero felici e contenti. Fioramonti e i suoi adepti su questi temi continueranno a seminare l'impossibile, c'è da starne certi, egli ha un disegno politico ecologista, tutto green, l'amo e l'esca perfetta per gli ingenui che amano il tepore della casa d'inverno e al primo colpo di caldo accendono l'aria condizionata.
04
La realtà. Un po' d'aria condizionata
Per sapere, per capire, bisogna uscire dalla demagogia. E leggere, per esempio, il report dell'Agenzia Internazionale per l'Energia sull'ascesa dell'industria dell'aria condizionata, un gran sollievo con il caldo torrido. Gli ecologisti che tra qualche mese staranno al fresco dovrebbero riflettere. Ecco un grafico, per iniziare, è la percentuale, negli Stati più importanti, di abitazioni provviste d'aria condizionata:
Guardate i paesi in fondo alla classifica: India (oltre 1 miliardo di abitanti), Sud Africa (55 milioni di abitanti), Indonesia (270 milioni di abitanti), Brasile (210 milioni di abitanti), Messico (126 milioni di abitanti). Questo dovrebbe essere sufficiente ad afferrare lo sviluppo immenso che avrà l'aria condizionata. Pensate poi al numero della Cina (oltre 1 miliardo di abitanti) che è lontana (60 per cento) dal tetto degli Stati Uniti (85 per cento) e allo sviluppo del cooling nel Medio Oriente e naturalmente in tutta l'Africa e il Sudamerica. A questo scenario occorre aggiungere il fenomeno inesorabile della concentrazione della popolazione della Terra nei centri urbani. Ecco una tabella molto istruttiva:
Si tratta di uno dei fattori che più inciderà sulle emissioni di Co2 in futuro. Il fenomeno dell'isola di calore. Cosa è? Questo:
Le città scoppiano di calore. Nel 2050 due terzi delle abitazioni della Terra avranno l'aria condizionata. Cina, India e Indonesia avranno la metà dei condizionatori. Questa sarà la ripartizione della domanda di elettricità nel 2050:
Lo spazio celeste è per l'aria condizionata (37 per cento), quello blu è per gli elettrodomestici (25,5 per cento), il verde chiaro è per l'illuminazione (7,8 per cento), il verde scuro è per il riscaldamento (12,4 per cento) e il giallo è per servizi vari (17,4 per cento). Tutto chiaro? Il problema è che i condizionatori che si acquistano - che poi saranno in servizio per anni e anni - non sono i migliori tra quelli già oggi disponibili, la domanda energetica, con condizionatori d'aria efficienti, potrebbe calare fino al 45 per cento.
Di cosa c'è bisogno di fronte a questo scenario? Di una politica di fatti concreti, non di aspirazioni che non incontrano la realtà. Chissà perché, ci viene in mente il dossier Autostrade, anche in questo caso, siamo tra fiction e realtà.
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Ingorgo in autostrada
A proposito di realtà, come vanno le cose con la revoca della concessione a Autostrade? Benissimo, a sentire gli esponenti del governo, tutto è apparecchiato: revoca, affidamento a Anas, tutto a posto. Di questo è sicuro Luigi Di Maio, che afferma: "Ricordate quando tutti dicevano che revocare la concessione ad Autostrade ci sarebbe costato almeno 23 miliardi Di euro? Nei giorni scorsi i Benetton avevano persino inviato una lettera al governo in cui minacciavano la stessa penale. Peccato per loro, però, che sia una enorme sciocchezza, una vera e propria montatura alimentata anche da tv e giornali che pur di screditare il Movimento Cinque stelle farebbero Di tutto. Nel 2020, una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l'affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali". Ma se è tutto così semplice, come mai da oltre un anno nulla è successo? Diamo tutto all'Anas, dicono a Palazzo Chigi. Lasciamo perdere il tema della causa legale - che arriverà alla velocità della luce in caso di revoca senza indennizzo e poi si vedrà l'esito finale, il verdetto - e andiamo a vedere la gestione delle partecipazioni Anas, sono un dettaglio nel bilancio complessivo dell'Anas, ma in quel dettaglio s'annida il legittimo dubbio sull'operazione che ha in mente il governo Conte. Sull'autostrada c'è un ingorgo.
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Diamo tutto all'Anas. E poi?
Facciamo un viaggio dentro le pagine della relazione della Corte dei Conti pubblicata quest'anno, numeri del bilancio del 2017. Al 31 dicembre 2017 risultavano direttamente o indirettamente controllate da ANAS le seguenti società:
- Anas International Enterprise S.p.a. (100 per cento);
- Anas Concessioni Autostradali S.p.a. (100 per cento);
- Quadrilatero Marche-Umbria S.p.a. (92,38 per cento);
- Stretto di Messina S.p.a. in liquidazione (81,85 per cento);
- PMC Mediterraneum S.c.p.a. (60 per cento);
- Società Italiana Traforo Autostradale del Fréjus S.p.a. (51,09 per cento).
Come vanno? Allacciate le cinture, si viaggia nell'iperspazio.
Partiamo con ottimismo dalla parte internazionale. L'Anas International Enterprise è attiva in un po' di paesi, ha registrato una perdita d'esercizio (che sarà esaminata nella prossima relazione della Corte dei Conti, avvisano i giudici), qui annotiamo questo passaggio dei magistrati contabili: "AIE ha partecipato a 5 gare internazionali e alla presentazione di 19 manifestazioni d’interesse per l’affidamento di concessioni, senza che, tuttavia, alcuna di esse abbia avuto esito positivo alla fine dell’esercizio all’esame". Molto bene, andiamo avanti.
Il cronista immagina che la parte importante sia tutta dentro Anas Concessioni Autostradali, leggiamo la relazione: "La nuova società, la cui costituzione è stata deliberata dal Consiglio di amministrazione in data 27 luglio 2017, ha ad oggetto essenzialmente l'assunzione e la gestione di partecipazioni, nonché l'esercizio diretto e/o indiretto di concessioni di costruzione e gestione di tratte stradali e autostradali a pedaggio, mediante conferimento dei diritti connessi alle partecipazioni detenute nelle società concessionarie autostradali Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco S.p.a., Autostrada Asti-Cuneo S.p.a., Concessioni Autostradali Venete - S.p.a. (CAV), Società Italiana Traforo Autostradale del Fréjus S.p.a. (SITAF) e in Anas International Enterprise S.p.a.. La società, benché costituita il 17 novembre successivo, non è divenuta, nei fatti, mai operativa, non essendosi provveduto ai previsti conferimenti a causa dei vincoli statutari e normativi inerenti alla partecipazione detenuta in CAV, della mancata rinuncia da parte degli altri soci all'esercizio del diritto di prelazione, per ciò che concerne la società che gestisce l’autostrada Asti-Cuneo, e del contenzioso in essere con i soci privati di SITAF". Mai operativa. Zero.
Ci vuole pazienza, proseguiamo la lettura, andiamo sul Quadrilatero Marche-Umbria e apprendiamo che "trattasi di una società pubblica di progetto senza scopo di lucro, a cui partecipano con una quota minoritaria del 7,62 per cento le regioni Marche e Umbria, la Provincia di Macerata e le Camere di commercio di Macerata e di Perugia, che ha per oggetto (quale soggetto attuatore unico) la realizzazione del progetto pilota denominato “Asse Viario Marche e quadrilatero di penetrazione interna”. Ok, questa non serve allo scopo, non ha fine di lucro.
Andrà meglio con la PMC Mediterraneum S.c.p.a, immagina il vostro cronista, allacciate le cinture di sicurezza: "La società è stata costituita nel dicembre 2013 da ANAS (che detiene una quota complessiva pari al 60 per cento), da Progetti Europa & Global S.p.a. (che detiene una quota pari al 30 per cento) e da Italsocotec S.p.a. (che possiede una quota pari al 10 per cento) per dare esecuzione al contratto (già affidato in precedenza agli altri soci in raggruppamento temporaneo di impresa) avente ad oggetto l’espletamento dei servizi di project management di un’autostrada in Libia, nell’ambito del trattato di amicizia italo-libico del 30 agosto 2008. Nel corso del 2017, dopo il forte rallentamento delle attività conseguente alla problematica situazione sociopolitica in Libia, la società ha ricominciato ad operare, essendosi provveduto alla ricostituzione della commissione mista italo-libica, che, ai sensi dell'art. 9 del suddetto trattato, ha il compito di presiedere e coordinare la realizzazione dei progetti infrastrutturali". In Libia? Si spara.
Com'è la situazione della ben più nota al grande pubblico Stretto di Messina S.p.a.? Cribbio, è in liquidazione! E qui andiamo direttamente in orbita: "Nel corso del 2017 sono proseguite le attività di liquidazione della società e, sono state attuate ulteriori misure di riduzione e contenimento dei costi. (...) Merita, infine, di essere segnalato che, dopo la pronuncia della Corte di cassazione intervenuta nel gennaio 2018, dichiarativa della giurisdizione del giudice ordinario, risulta tuttora pendente in primo grado il contenzioso introdotto dal contraente generale e dalla società affidataria dei servizi di project management consulting dinanzi al Tribunale di Roma concernente un preteso diritto al risarcimento del danno, quantificato in 800 mln". Ballano ottocento milioni di risarcimento, niente male.
Lasciamo lo Stretto, torniamo al Nord, come se la passano quelli della Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus S.p.a. (SITAF)? Benissimo, "per la controllata SITAF non sussistono significative informazioni aggiuntive rispetto a quelle riferite con la Relazione dell’esercizio precedente, circa il complesso contenzioso in essere con i soci di minoranza privati con riguardo all’effettuato trasferimento ad ANAS delle azioni già detenute dalla Provincia e dal Comune di Torino". Toh, c'è un contenzioso.
Altre società collegate? Una piccola costellazione: "Con riguardo all’assetto relativo alle altre società partecipate non in regime di controllo, si evidenzia che nel corso del 2017 si è conclusa la procedura di liquidazione di “Concessioni Autostradali Piemontesi S.p.a.”, con la cancellazione dal registro delle imprese intervenuta in data 29 dicembre. Al 31 dicembre 2017 risultavano, pertanto, in essere quattro partecipazioni paritetiche e a controllo congiunto in società costituite con le Regioni Veneto, Lombardia, Lazio e Molise (“Concessioni Autostradali Venete - S.p.a.” (CAV), “Concessioni Autostradali Lombarde S.p.a.” (CAL), “Autostrade del Lazio S.p.a” (AdL) e “Autostrade del Molise S.p.a” (AdM), nonché quelle detenute in “Autostrada Asti-Cuneo S.p.a.” (pari al 35 per cento) e in “Società Italiana Traforo Monte Bianco S.p.a.” (pari al 32,125 per cento). Quanto ai fatti gestionali di maggior rilievo concernenti le suddette società, merita di essere evidenziato quanto segue con riguardo, esclusivamente, a Autostrade del Molise S.p.a. e Autostrade del Lazio S.p.a. Con riferimento alla prima, si segnala che l’esercizio 2017 si è chiuso con una perdita pari a 1,519 ml, determinata prevalentemente dall’ammontare dei costi per servizi e dalle somme accantonate a fondo rischi in considerazione del cospicuo contenzioso, al quale si è già fatto cenno nella Relazione relativa all’esercizio 201638 . La società, infatti, non ha mai potuto contare su ricavi propri (se non sui proventi finanziari generati da risorse versate dai soci in ragione della sottoscrizione del capitale sociale), sicché gli oneri della gestione ordinaria sostenuti dal 2008 al 2017, unitamente ai citati accantonamenti a fondo rischi, hanno portato, per il secondo anno consecutivo, ad un ammontare delle perdite cumulate di gran lunga superiore al terzo del capitale sociale. Ricorrendo, quindi, le condizioni di cui all’art. 2446, c. 2 del Codice civile, è stata convocata l’Assemblea degli azionisti per l’assunzione delle relative determinazioni, le quali, tuttavia, sono state rinviate all’esito della nomina del liquidatore, resasi necessaria a seguito dell’accertamento - da parte del Consiglio di amministrazione - dell’avvenuto verificarsi delle cause di scioglimento della società per sopravvenuta impossibilità di conseguire l’oggetto sociale e per impossibilità di funzionamento dell’assemblea. Quanto, invece, a Autostrade del Lazio S.p.a., si rappresenta che l’esercizio si è chiuso con una perdita pari ad € 243.114, che, aggiunta a quelle degli esercizi precedenti, ha comportato una perdita cumulata di € 509.000, superiore, quindi, anche per questa società, al terzo del capitale sociale. Al riguardo, il Consiglio di amministrazione ha predisposto un piano di rientro triennale da sottoporre all’Assemblea per l’adozione dei provvedimenti di cui all’art. 2446, c. 1 del Codice civile". È partita la musica dei Goblin, colonna sonora di profondo rosso.
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La gestione delle società partecipate e collegate - eredità del non proprio felice passato di Anas - è significativa se la proiettiamo in futuro, in vista di un affidamento all'Anas della gestione di Autostrade. Va detto che Anas dal gennaio 2018 fa parte al cento per cento del gruppo Ferrovie dello Stato, sono già emersi cambiamenti importanti, può gestire la rete che oggi è in concessione a Autostrade, non abbiamo alcun dubbio sul punto visto che Anas ha già in carico 30 mila km di strade e autostrade, il sistema di trasporto del paese, (mentre tanti dubbi sorgono sul piano legale e della libertà del mercato), ma i proventi da partecipazione, numerosi fatti gestionali, realizzati finora ci dicono che siamo ben lontani dall'efficienza (a meno che non si sostenga che queste società non debbano conseguire utili, con il rischio di scivolare nel laissez faire del buco di bilancio), abbiamo di fronte un moloch che ha tutta l'eredità della pesante macchina dello Stato. Ferrovie ha la conoscenza e le persone per farlo, un altro punto fermo, e nel giro di qualche anno ne migliorerà i risultati, anche questo è probabile, ma se la via intrapresa è quella del monopolista, dello Stato gestore e esattore del pedaggio (e delle nomine collegate, del sistema di potere economico, una dimensione totalizzante che alla fine della fiera rischia di non far bene al paese), allora si vada dritti al punto, si traggano le conseguenze: le autostrade non devono avere pedaggi e vanno a carico della fiscalità generale. Sia chiaro, non è la soluzione che auspichiamo, c'è vita là fuori, esistono imprenditori italiani e stranieri che possono far bene il loro lavoro e rispettare il contribuente italiano.
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Con che cosa chiudiamo questo numero di List? C'è un fatto di cronaca che ha assunto una rilevanza collettiva. Ne scriviamo in punta di penna, siamo su un terreno colmo di dolore.
07
Camilla. Gaia. Pietro
Chiesa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore, Roma, omelia di Don Gian Matteo Botto: "Quando sei sbronzo e fatto ti metti al volante: questa è vita?". I funerali di Camilla Romagnoli e Gaia Von Freymann, le due sedicenni travolte e uccise da un Suv guidato da Pietro Genovese. Un momento straziante, due famiglie hanno perso il bene più caro, le loro figlie. Una terza famiglia, quella di Genovese, è attonita, avvolta in un drappo nero di disperazione, un figlio ventenne ha travolto le due ragazze, una sera di pioggia e morte, a Roma. "Brancoliamo nel buio, in un'epoca in cui ci sentiamo onnipotenti ma siamo palloni gonfiati. Il senso della vita non è bere e fumare ma amarci l'un l'altro", dice il prete. I morti, i vivi, i sopravvissuti. Siamo in una dimensione che farebbe impazzire chiunque tra noi, nel vortice furioso della perdita, della fine, dell'irrimediabile. Le famiglie delle ragazze cercano una comprensibile e immediata forma di giustizia terrena che non restituirà loro il sorriso di Camilla e Gaia. Il dolore più grande.
La famiglia di Pietro non conta un caduto in questa guerra della Roma notturna, crudele, sbandata, ubriaca, drogata, umida, piovosa, iperveloce, smarrita, metropolitana, ma il dolore è acuto, lancinante, senza tregua, uno stordimento ghermisce la mente, il cuore batte, scompare, rallenta, accelera, l'ansia oscura ogni visione. Paolo Genovese, il padre, un regista, l'ha detto: "Siamo una famiglia distrutta". Lo hanno azzannato, per il figlio che ha bevuto e si è drogato, che ha guidato veloce e ucciso, come tanti altri in questa gioventù che non ha neppure la disperazione d'essersi bruciata perché mai si è accesa, per il suo appartenere al ceto degli intellettuali, s'è aperta l'arena, il Colosseo, i gladiatori, i leoni, la Roma famelica con le zanne che luccicano e il sangue che stilla sulla polvere. Roma Nord, frontiera di un'altra capitale, il nostro Far West del consumo stupefacente, schizzo d'asfalto, rosso e verde, frenata, troppo tardi, un botto, il buio, due corpi, la morte, lamiera d'argento contorta, come in un romanzo di James G. Ballard, Crash.
Camilla, Gaia, Pietro. Tre nomi che sono diventati indissolubili. I morti, i vivi, i sommersi e i salvati. Un intreccio di rovi fiammeggianti. Per tutti, il ricordo di una notte che ha cambiato tutto. "Quando sei sbronzo e fatto ti metti al volante: questa è vita?", il clangore di parole che risuonano come l'acciaio di una spada che penetra l'armatura. Forse serviva altro, siamo in un bosco che brucia. Si fanno ricostruzioni, le impaginiamo fin da quella sera lampeggiante di vana corsa d'ambulanza: l'imprudenza delle ragazze, la velocità del ragazzo al volante. Quello che forse era inevitabile e no, doveva andare piano e schivarle. Dubbi. Atroci. La domanda sul taccuino: chi tra noi avrebbe mai potuto evitare l'impatto? E un'altra ancora, un imperativo: droga e alcol, mai al volante. Ma poi, l'illusione del buon senso scompare, per andare su di giri bisogna essere adulti dentro, uno sforzo che è diventato sovrumano, pare. Guardi là fuori, osservi il vai e vieni nel retro e davanti di un locale qualsiasi di questa Roma in bambola, a bordo ring, al conto alla rovescia, che si mastica i denti e sputa pezzi di gengiva, sanguina dal naso, zampilla fiumi di d'esistenza dissipata dai tagli della disperazione: qui si fanno tutti. Anche quelli che pensano di esser ancora giovani e di reggere una vita che è sballata prima nell'anima e poi nelle vene. Pietro, uno come tanti nella tetra movida capitale, gli avevano pure ritirato e restituito la patente, ci è cascato di nuovo per il semplice e inesorabile fatto che la sua vita è come tante un lungometraggio di non-sense, un'opera aperta che si è frantumata, come quella di centinaia di migliaia di giovani, è questa assuefazione al cloroformio dispensato in modica e accessibile quantità, uno stordimento di massa che è la sospensione perenne dal mestiere di vivere, l'infanzia prolungata con la poppata di stupefacente pronta, infinita, rassicurante, una vita che non ha nulla di avventuroso, di psichedelico, non c'è nessun viaggio da fare, è una semplice, definitiva, mortale e perenne anestesia.
Lui è vivo, loro sono morte. Sì, il bollettino è questo. Durante la guerra, le mamme sobbalzavano nel buio, l'incubo del postino, la lettera che annunciava la caduta dell'amato o del figlio in battaglia. Caduti, sopravvissuti, reduci. Che vita sarà mai quella di un uomo non ancora uomo che ha sradicato dalla terra due fiori? È agli arresti domiciliari, Pietro. Vive in un eterno presente, il suo passato s'è accartocciato a Roma Nord. E il padre, Paolo Genovese, un regista con il successo in mano, che cosa potrà mai scrivere di nuovo, di gioioso, di unico? Quando mai potrà di nuovo fissare con lo sguardo la telecamera e girare storie strappano il sorriso? Piangerà da solo, stringendo i pugni, con il cuore pesante, avvolto da un mantello di piombo. Ha davanti la sceneggiatura più difficile di tutta la sua vita. Essere padre. Trovare le parole. Pronunciarle. Non cadere. Non lasciarsi precipitare. Andare avanti. Perché altrimenti cade tutto. Caricarsi il peso del figlio, della mamma, di tutto. Lo accompagna in queste ore senz'ombra un silenzio assordante, spezzato crudelmente dal ticchettìo di un tempo che non passa mai e non ritorna al prima, ora tutto è dopo. I giorni della gioia si sono dileguati in una notte. Non è lo stesso dolore, non è il lutto più grande, la perdita di un figlio, non è l'assenza immanente che ti consuma ogni giorno, goccia dopo goccia, ma è una dissipazione corrosiva, una condanna e fine pena mai, il drappo fiammeggiante della colpa. Pietro non è morto. Avete ragione, tribuni, Pietro è un disperso che cammina senza meta sulle rovine fumanti.
Bare bianche, occhi che cercano un altrove impossibile. L'ultimo atto. Si discute, siamo nella Torre di Babele. Si prega. Si piange. Si condanna. Si assolve. Un tribunale terreno per giudicare ciò che appare come un disegno incomprensibile. Attraversare. Correre. Morire. C'è la giuria, nelle parole di Don Gian Matteo Botto: "Quando sei sbronzo e fatto ti metti al volante: questa è vita?". Non sono le parole attese, dov'è il sacro? dov'è la misericordia? Non è sull'altare, è fuori dalla chiesa, in una frase, all'ingresso, appesa su uno striscione: "Venite, adoriamo il Signore".
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2. Acquisto dell'abbonamento
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2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
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2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
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2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
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3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
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3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
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dall'Utente attraverso
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4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
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diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
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Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
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rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
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6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.