31 Dicembre

Italia 2020. Cinque rischi e tre scenari

Instabilità politica, spiaggiamento economico-finanziario, de-industrializzazione, ombre cinesi, ritorno dello Stato all’italiana. Quali saranno gli esiti? Status quo, arrocco, collasso. Un'indagine di Lorenzo Castellani sullo scenario di un anno che sarà dominato dalla precarietà

di Lorenzo Castellani

Il 2020 si annuncia un anno ricco di avvenimenti geopolitici rilevanti. La Brexit dovrebbe giungere al completamento, a novembre si vota per il Presidente degli Stati Uniti, la questione libica si complica, le tensioni con la Cina sono destinate ad accrescersi, la nuova Commissione Europea entrerà nel vivo della sua legislatura, lo spettro di una nuova recessione mondiale è sull’uscio. Quali sono i principali rischi e gli scenari per l’Italia?

Partiamo dai rischi.

1) Instabilità politica. Le forze della maggioranza faticano sempre di più a coordinarsi e a trovare un’unità. Il compito del Conte 2 di portare il paese alla legge di bilancio è esaurito e dal primo gennaio tutti i giochi sono aperti. Nel Movimento 5 Stelle le tensioni sono alle stelle ed eventuali smottamenti non sembrano improbabili. Matteo Renzi sarà chiamato a difendere un governo in cui non ha mai creduto veramente. Le elezioni regionali saranno un banco di prova durissimo per la maggioranza, e nel frattempo si capiranno i destini della legge elettorale tra referendum proposto dalla Lega e discussione in Parlamento. Votare prima del 2023, sulla carta, non conviene a nessun partito che sostiene il governo, ma in una condizione di debolezza strutturale perenne l’incidente parlamentare o l’accelerazione di una fazione restano sempre dietro l’angolo. Domanda: può questo esecutivo reggere almeno altre due leggi di bilancio prima di eleggere il presidente della Repubblica? L’instabilità non è data soltanto dal rapido avvicendarsi dei governi, ma anche dall’estrema debolezza di quelli che resistono in sella. 

2) Spiaggiamento economico-finanziario. La crescita non c’è stata e non ci sarà. Un governo che nasceva per ottenere maggiori benefici finanziari da Bruxelles, grazie al suo dichiarato e ortodosso europeismo, ha carpito ben poco dalle istituzioni comuni. Gli spazi in bilancio restano molto stretti, l’esecutivo ha mantenuto le politiche più controverse del...


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