31 Dicembre
Il botto finale del 2019 di Trump
Annuncia per il 15 gennaio la firma della prima fase dell'accordo tra Stati Uniti e Cina sul commercio e un viaggio a Pechino per chiudere il negoziato. I numeri dell'economia, la corsa per America 2020. A Baghdad hanno un problema con l'Iran. Perché gli Stati Uniti non vogliono andare più in battaglia, i costi umani e materiali della guerra
Che succede? Alle 20.30 Sergio Mattarella parlerà alla nazione nel messaggio di fine anno. Per la politica è stato un anno di forti tensioni, non risolte e probabilmente destinate a intensificarsi nel 2020, come abbiamo visto nello scenario dedicato oggi all'Italia nel 2020. Il Presidente della Repubblica affronterà certamente il tema della coesione nazionale, del valore dell'identità italiana, delle responsabilità della classe politica, il copione è in parte intuibile, vedremo tra poco se Mattarella darà spunti nuovi al suo messaggio. L'anno se ne va in baruffe, niente che incida davvero sull'agenda: ancora discussioni sulla revoca della concessione a Autostrade e i Cinque Stelle che premono su premier e partner di governo (a questo punto Conte abbia almeno il coraggio di farla, la revoca, e di misurarsi in tribunale), Renzi che critica il reddito di cittadinanza e non ha tutti i torti (oggi abbiamo appreso con gioia che a Taranto lo incassavano cinque soggetti agli arresti domiciliari, straordinario), mentre Goffredo Bettini - quello che nel Pd pensa al posto di Nicola Zingaretti - saluta con favore la formazione di una lista legata al premier Conte ("farebbe bene a fare una sua lista"), parole su cui torneremo a breve, perché sembra proprio che nel Pd abbiano smarrito il senso di che cosa sia - e non sia - la sinistra.
Come avete intuito, le notizie che contano stanno da un'altra parte. Trump ha annunciato il botto di fine anno, l'accordo con la Cina sulla prima fase del negoziato sui dazi (e tra qualche riga vedremo come). In Iraq gli sciiti legati all'Iran stanno pressando il governo e hanno protestato in massa davanti all'ambasciata degli Stati Uniti, non è la prima volta, ma è il segno che a Baghdad non riescono a mantenere l'ordine e con la regia di Teheran può accadere di tutto. Tra il Giappone e...
Che succede? Alle 20.30 Sergio Mattarella parlerà alla nazione nel messaggio di fine anno. Per la politica è stato un anno di forti tensioni, non risolte e probabilmente destinate a intensificarsi nel 2020, come abbiamo visto nello scenario dedicato oggi all'Italia nel 2020. Il Presidente della Repubblica affronterà certamente il tema della coesione nazionale, del valore dell'identità italiana, delle responsabilità della classe politica, il copione è in parte intuibile, vedremo tra poco se Mattarella darà spunti nuovi al suo messaggio. L'anno se ne va in baruffe, niente che incida davvero sull'agenda: ancora discussioni sulla revoca della concessione a Autostrade e i Cinque Stelle che premono su premier e partner di governo (a questo punto Conte abbia almeno il coraggio di farla, la revoca, e di misurarsi in tribunale), Renzi che critica il reddito di cittadinanza e non ha tutti i torti (oggi abbiamo appreso con gioia che a Taranto lo incassavano cinque soggetti agli arresti domiciliari, straordinario), mentre Goffredo Bettini - quello che nel Pd pensa al posto di Nicola Zingaretti - saluta con favore la formazione di una lista legata al premier Conte ("farebbe bene a fare una sua lista"), parole su cui torneremo a breve, perché sembra proprio che nel Pd abbiano smarrito il senso di che cosa sia - e non sia - la sinistra.
Come avete intuito, le notizie che contano stanno da un'altra parte. Trump ha annunciato il botto di fine anno, l'accordo con la Cina sulla prima fase del negoziato sui dazi (e tra qualche riga vedremo come). In Iraq gli sciiti legati all'Iran stanno pressando il governo e hanno protestato in massa davanti all'ambasciata degli Stati Uniti, non è la prima volta, ma è il segno che a Baghdad non riescono a mantenere l'ordine e con la regia di Teheran può accadere di tutto. Tra il Giappone e il Libano s'è consumata una fuga spettacolare, quella dell'ex presidente della Nissan, Carlos Ghosn, uno che ha passato parecchi mesi in prigione a Tokyo, è uscito dalla cella con l'obbligo di risiedere in Giappone e ieri ha preso un jet privato ed è atterrato in Libano dove ha subito dichiarato di di essere fuggito dalla condizione di "ostaggio di un'ingiusta persecuzione politica". La notizia è buona per una "crime story", ma il fatto mette in imbarazzo le istituzioni nipponiche, per la giustizia di Tokyo si tratta di un buco nero gigantesco, la fuga di un personaggio che è il simbolo di un caso giudiziario - e geopolitico - che ha cambiato cambiato i rapporti tra Nissan e Renault, la grande partita della supremazia nel settore chiave dell'automobile tra Francia e Giappone. Per domani abbiamo segnato sul taccuino un appuntamento a Pyongyang, parla Kim jong-un, di solito il primo dell'anno combina qualcosa, lo attendiamo con il taccuino squadernato. È ora di fare il nostro giro di giostra, puntiamo verso l'America.
01
Trump verso la chiusura del negoziato con la Cina
Ultimo giorno del 2019, Trump ha innescato il botto: il presidente americano ha annunciato che il 15 gennaio firmerà l'accordo con la Cina sulla "fase 1" e subito dopo andrà a Pechino per proseguire il negoziato. Boooom. Eccolo qui, l'uomo del deal. "Firmerò la fase uno del nostro grande e completo accordo commerciale con la Cina il 15 gennaio. La cerimonia avrà luogo alla Casa Bianca. Saranno presenti rappresentanti di alto livello della Cina. In seguito andrò a Pechino, dove inizieranno i colloqui sulla fase due".
Sergio Marchionne subito dopo la sua elezione disse: "È un game changer". Era il 24 novembre del 2016, eserciti di economisti infallibili (mai) e editorialisti con le piume del pavone (sempre) predissero il crollo dell'economia americana. È andata come disse Marchionne e non come i fini scrittori che avevano sbagliato tutte le previsioni (e hanno continuato a sbagliare praticamente su quasi tutto), da quella della corsa alla Casa Bianca all'Armageddon dei mercati. Quattro anni dopo, Trump resta l'uomo da battere. Ha un problema (lo stesso che lo fece vincere: l'uomo dimenticato) e lo analizzeremo su List con calma e ponderazione.
Gli annunci vanno sempre presi con cautela, bisogna leggere le carte, soprattutto quando si ha a che fare con tipi ad alto voltaggio come Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, ma siamo vicini a una svolta e il presidente americano non vuole semplicemente siglare un accordo sul commercio con la Cina, vuole mettere la firma sulla sua rielezione alla Casa Bianca. Finora Trump ha giocato la partita con la Cina alternando le parti, il buono e il cattivo, un sulfureo stop and go dove le porte sono state sbattute da entrambi più volte, ma il tavolo non è mai stato rovesciato, la possibilità dell'accordo, il deal che fa parte dell'immaginario trumpiano, è rimasto sempre in piedi. Il nuovo anno potrebbe chiudere la partita e aprire una nuova fase del commercio mondiale. Un quadro nuovo in cui si inserirà anche il Regno Unito che il 31 gennaio lascerà l'Unione europea per navigare in mare aperto, è un altro capitolo della storia secolare dell'Anglosfera.
02
L'accordo della fase 1
La prima parte dell'accordo tra Stati Uniti e Cina è di lieve entità, ma il significato politico è quello che conta. La Cina acquisterà più prodotti agricoli (l'export a Oriente è fondamentale per il settore americano), gli Stati Uniti in cambio non procedono con l'aumento delle tariffe su una serie di prodotti cinesi e le riducono dal 15% al 7,5% su alcuni prodotti per un valore di circa complessivo di circa 120 miliardi di dollari. Non aumentano le tariffe del 25% su beni cinesi per circa 250 miliardi di dollari, in cambio Pechino acquisterà prodotti agricoli che innalzeranno di 32 miliardi di dollari gli acquisti rispetto ai livelli precedenti. Un buon passo avanti, non cambia per ora i grandi numeri del commercio, ma è importante per alcune aziende di settore e apre le porte all'accordo finale annunciato da Trump.
03
Bilancia commerciale, produzione, lavoro
Numeri, per sapere, per capire. La bilancia commerciale americana in settembre e ottobre è migliorata a causa di minori importazioni:
Sono per ora movimenti che non costituiscono un trend. Il numero che guarda l'amministrazione americana è quello del prodotto interno lordo, una serie robusta:
La terza rilevazione della produzione nel terzo trimestre del 2019 ha fissato il numero a + 2,1 per cento, nel secondo trimestre era stato pari a + 2,0 per cento. L'altro dato è quello del mercato del lavoro, l'ultimo è del 6 dicembre scorso, 266 mila nuovi posti di lavoro creati in novembre, guardate la curva della disoccupazione:
In novembre la disoccupazione in America è al 3,5 per cento, il tasso di partecipazione della forza lavoro è 63,2 per cento. Dov'è l'Armageddon? Nella testa di coloro che scambiavano i desideri per la realtà.
Come andrà il 2020? Nessuno può dirlo con certezza, i fattori esterni e interni, gli shock geopolitici, sono sempre dietro l'angolo, ma una cosa è certa: Trump ha mostrato di esser capace di creare le aspettative del mercato, di assecondarle e temperarle con una miscela di annunci e fatti che hanno continuato a stimolare l'appetito degli investitori. L'accordo con la Cina sul commercio può ridare una spinta alla crescita economica mondiale. Conseguenze? Con i numeri positivi dell'economia anche nei prossimi mesi - se tutto va secondo la road map americana - e con i Democratici che si sono infilati nella trappola dell'impeachment senza per ora avere un candidato veramente forte, capace di smuovere l'immaginario dell'elettore dem - Trump avrà più probabilità di restare alla Casa Bianca. Non anticipiamo conclusioni, la corsa è ancora molto lunga e sarà ricca di colpi di scena.
***
C'è altro sul taccuino? Sì, una durissima protesta in Iraq contro gli Stati Uniti. E ancora lui, Trump.
04
La manina dell'Iran e la rivolta di Baghdad
A Baghdad la protesta di seguaci di Hezbollah è sfociata in un assalto all'ambasciata americana.
Il raid degli Stati Uniti contro le strutture militari delle milizie sciite al confine tra Siria e Iraq ha innescato la protesta. Domenica scorsa il Pentagono ha lanciato l'operazione contro cinque basi di Kataib Hezbollah, come ritorsione per il lancio di venerdì scorso di oltre 30 razzi contro una base americana a Kirkuk che ha causato la morte di un contractor statunitense. La folla è riuscita a penetrare nella Zona Verde della città dove ha sede l'ambasciata che era già stata evacuata.
L'Iraq dominato dagli sciiti è una delle conseguenze del decennio che sta per chiudersi tra qualche ora, la mano dell'Iran dalla campagna militare degli Stati Uniti (2003) a oggi si è allungata sui governi di Baghdad. L'idea di "esportare la democrazia" si è scontrata con le realtà tribali (in Afghanistan) e il settarismo religioso (in Iraq). Gli iraniani sono la conseguenza inattesa dell'invasione dell'Iraq, l'amministrazione Bush fece male i calcoli (e non solo quelli) sulla forza e la capacità del movimento transnazionale degli sciiti e l'abilità degli iraniani di penetrare nel cuore della politica irachena. Trump come suo solito la mette giù dura:
"Per milioni di persone in Iraq che vogliono la libertà e che non vogliono essere dominati e controllati dall'Iran, questo è il vostro momento!". Il segretario di Stato, Mike Pompeo, alza il telefono e chiama il primo ministro iracheno Adil Abdul-Mahdi e il presidente Barham Salih, chiede che gli americani vengano difesi dall'amministrazione irachena, riceve rassicurazioni (che valgono poco). La realtà è un altro film. Quale?
05
I costi umani e materiali delle guerre
La realtà? Gli americani hanno via via abbandonato il loro impegno in Medio Oriente, un ritiro che la pubblica opinione vuole e non si può certo obiettare che non abbiano ragione, guardate questa tabella del Watson Institute della Brown University che da anni monitora i costi umani e materiali delle campagne militari americane:
Vent'anni di guerre e un numero di morti che fa rabbrividire: oltre 7 mila soldati e quasi 8 mila contractors sono caduti nei vari teatri di guerra, oltre 110 mila afghani e iracheni degli eserciti regolari sono deceduti, oltre 250 mila civili sono stati uccisi in Afghanistan, Iraq e Pakistan. In Siria il numero totale dei caduti è di 179 mila ma ci sono fonti che parlano di numeri ben più alti, oltre 400 mila morti. Siamo nel campo dell'orrore della guerra. Trump non potrà mai ritirare del tutto le sue truppe, ma sono questi numeri a indurlo a fare una politica prudente nel campo militare, ci sono vent'anni di conflitti senza fine che straziano l'anima di chi è rimasto a piangere i suoi caduti.
06
Miti e realtà del mercato delle armi
Si vis pacem para bellum, dicevano i romani. La difesa è necessaria - i cattivi esistono - ma la corsa agli armamenti, la proliferazione delle armi di distruzione di massa è un problema di stabilità mondiale. L'industria cresce ancora, guardate questo grafico del Sipri di Stoccolma sull'andamento del mercato delle armi:
Tra i produttori importanti, c'è anche l'Italia, a dispetto di tutte le ipocrite dichiarazioni pacifiste dei governi che si succedono e le invocazioni dell'articolo 11 della Costituzione. Non facciamo noi la guerra - e non è vero neppure questo - ma riforniamo gli altri per farla bene, letale. C'è chi sostiene che l'industria della difesa sia fondamentale per l'economia, ma è un'affermazione a cui va tolto parecchio peso, guardate questo grafico che confronta i ricavi delle principali 15 aziende della classifica di Fortune 500 con quelli delle prime 15 aziende del settore delle armi:
Tutto chiaro? I bilanci delle aziende del settore civile sono dieci volte più grandi di quelli delle aziende della difesa. La sola Toyota con vendite per 265 miliardi di dollari supera le vendite di tutte le prime 15 aziende delle armi. Tutti, militanti del pacifismo parolaio e costruttori di strumenti di morte, enfatizzano una realtà che non corrisponde alle reali grandezze.
***
Mancano poche ore al saluto finale del 2019, in Australia hanno già festeggiato il passaggio al 2020, ecco i fuochi pirotecnici a Sydney:
Il 2019 per List è stato un anno importante e lo salutiamo con gratidudine, siamo pronti ad accogliere il 2020 con gioia e la carica che serve per andare avanti. La nostra avventura - l'idea di fare giornalismo indipendente, con un'attenzione reale e non retorica per il lettore - ha preso il largo e siamo in piena navigazione, con il vento a favore. Abbiamo armato il bastimento e siamo partiti nell'estate del 2017, sono stati due anni di lavoro senza sosta, abbiamo navigato tenendo la rotta ben ferma. Oggi List è uno dei rari esempi di prodotto editoriale di qualità senza pubblicità. Non c'è nessuna crisi del giornalismo, questo è un momento eccezionale per raccontare cosa accade nel mondo, in realtà è in grande difficoltà un modello di business e un modo di produrre le notizie che non è sintonizzato con un panorama in piena rivoluzione, con le esigenze dei lettori più attenti e colti. Noi lavoriamo per voi e ne siamo felici. Buon anno a tutti.
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attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.