25 Gennaio
Come (non) costruire un ospedale in Italia in dieci giorni
In Cina, a Wuhan, epicentro della crisi del coronavirus, i lavori per la realizzazione della nuova struttura da mille posti sono in corso. Cosa accadrebbe nel nostro paese? Un'avventura burocratica di Parlamentarius ambientata a Roma
Costruire un ospedale in dieci giorni. In Cina i lavori sono in corso, una struttura da mille posti per rispondere all'emergenza del nuovo coronavirus. Cosa accadrebbe in Italia? Il nostro Parlamentarius (uno che di diritto se ne intende) si è cimentato nell'impresa e ha affrontato il primo passaggio: la scelta del luogo dove sorgerà il nuovo ospedale, Roma. Buona lettura.
di Parlamentarius
Le ultime preoccupanti notizie sul prorogarsi del coronavirus e le iniziative prese dal Governo cinese, che realizzerà un nuovo ospedale da mille posti letto in circa dieci giorni, hanno suggerito alle istituzioni italiane di agire anch’esse con tempismo e precauzione. Roma purtroppo vede ben tre voli settimanali di collegamento alla città di Wuang, epicentro dell’epidemia sottoposto solo negli ultimi giorni a ferreo cordone sanitario. Pertanto, la Capitale è stata individuata come il luogo più adatto alla costruzione di un nuovo sito ospedaliero dedicato esclusivamente a questa emergenza.
Il Presidente della Regione Lazio ha preso l’iniziativa ed ha convocato prontamente la Conferenza di servizi, chiamando al tavolo le autorità sanitarie competenti, il ministero della Salute, Roma Capitale e i tre Municipi di Roma che potrebbero ospitare l’infrastruttura. Il ministro titolare delle Infrastrutture ha chiesto di essere anch’esso invitato, perché si tratta di realizzare un’opera pubblica e di eseguire “lavori pubblici” di sua competenza. Nel frattempo, però, anche il presidente del Consiglio, invitando esplicitamente al rispetto delle competenze amministrative, ha allertato il Dipartimento della Protezione civile, la cui competenza scatterebbe qualora l’epidemia si espandesse effettivamente anche in Europa, rendendo concreto il pericolo ed imminente il bisogno di nuove infrastrutture. La Presidenza del Consiglio, riporta un comunicato ufficiale, rivendica le sue prerogative a tutela dei cittadini italiani.
Quindi, si ipotizza anche un cambiamento in corsa dei ruoli e dei poteri amministrativi per la costruzione dell’opera, sul cui funzionamento e sul possibile...
Costruire un ospedale in dieci giorni. In Cina i lavori sono in corso, una struttura da mille posti per rispondere all'emergenza del nuovo coronavirus. Cosa accadrebbe in Italia? Il nostro Parlamentarius (uno che di diritto se ne intende) si è cimentato nell'impresa e ha affrontato il primo passaggio: la scelta del luogo dove sorgerà il nuovo ospedale, Roma. Buona lettura.
di Parlamentarius
Le ultime preoccupanti notizie sul prorogarsi del coronavirus e le iniziative prese dal Governo cinese, che realizzerà un nuovo ospedale da mille posti letto in circa dieci giorni, hanno suggerito alle istituzioni italiane di agire anch’esse con tempismo e precauzione. Roma purtroppo vede ben tre voli settimanali di collegamento alla città di Wuang, epicentro dell’epidemia sottoposto solo negli ultimi giorni a ferreo cordone sanitario. Pertanto, la Capitale è stata individuata come il luogo più adatto alla costruzione di un nuovo sito ospedaliero dedicato esclusivamente a questa emergenza.
Il Presidente della Regione Lazio ha preso l’iniziativa ed ha convocato prontamente la Conferenza di servizi, chiamando al tavolo le autorità sanitarie competenti, il ministero della Salute, Roma Capitale e i tre Municipi di Roma che potrebbero ospitare l’infrastruttura. Il ministro titolare delle Infrastrutture ha chiesto di essere anch’esso invitato, perché si tratta di realizzare un’opera pubblica e di eseguire “lavori pubblici” di sua competenza. Nel frattempo, però, anche il presidente del Consiglio, invitando esplicitamente al rispetto delle competenze amministrative, ha allertato il Dipartimento della Protezione civile, la cui competenza scatterebbe qualora l’epidemia si espandesse effettivamente anche in Europa, rendendo concreto il pericolo ed imminente il bisogno di nuove infrastrutture. La Presidenza del Consiglio, riporta un comunicato ufficiale, rivendica le sue prerogative a tutela dei cittadini italiani.
Quindi, si ipotizza anche un cambiamento in corsa dei ruoli e dei poteri amministrativi per la costruzione dell’opera, sul cui funzionamento e sul possibile subentro sembra siano stati già resi due pareri di segno contrastante: l’uno del Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio e l’altro dell’Avvocatura della Regione Lazio. Per questo sarebbe stata da ultimo interpellata l’Avvocatura Generale dello Stato, per sciogliere i dubbi e finalmente stabilire se, in caso di subentro in corsa della Protezione civile, la Conferenza di servizi si estingua, se prosegua - ma presieduta dal Capo della Protezione Civile - o se invece continui ad essere presieduta dal Presidente della Regione Lazio con una posizione di “esecutore parallelo” della Protezione civile.
I lavori di costruzione dell'ospedale a Wuhan, Cina (Foto Ansa)Il Presidente del Consiglio sembra però che preferisca una soluzione innovativa la quale potrebbe essere lo spunto per una nuova idea di “quinta stagione di testi unici di semplificazione amministrativa” dopo quelli degli ultimi vent’anni: sostituire una “cabina di regia” alla Conferenza di servizi. La Cabina sarebbe luogo di concertazione, coordinamento, vera coesione istituzionale, in barba alla burocrazia!
L’Ufficio Urbanistica di Roma Capitale cerca nel frattempo di dirimere i dubbi sulla collocazione dell’opera. La posizione migliore potrebbe essere quella del Municipio XY, scelto anche per la contiguità con l’aeroporto Leonardo da Vinci. Tuttavia, dall’esame delle mappe catastali, sembra che uno spigolo del progetto ecceda dal Comune di Roma e invada quello di Fiumicino. Vibranti quindi le proteste del Sindaco del Comune di Fiumicino per la sua mancata convocazione. La questione potrebbe esser comunque brillantemente risolta allargando la Conferenza di servizi e invitandolo.
I bene informati, ci dicono che la soluzione è tutt’altro che sicura. Ci sono ancora seri e gravi problemi. Nasce anzitutto la difficoltà di conciliare le prime bozze progettuali con alcune previsioni del Regolamento Urbanistico del Comune di Fiumicino (sembra che lo “spigolo” progettuale che lo riguarda sia quello di un parcheggio con annesso elisoccorso), diverso da quello del Comune di Roma, le quali non consentono di ospitare infrastrutture di servizio pubblico. Ci si interroga in queste ore, dunque, sul seguente punto: se un ospedale sia un servizio pubblico e soprattutto se lo siano il parcheggio e l'elisoccorso.
La questione, però, potrebbe esser risolta anche per altra via: pare che il Regolamento Urbanistico di Fiumicino sia in realtà difforme dalla superiore legge urbanistica regionale, la quale, benché a sua volta contraddetta dalla legge urbanistica statale, è conforme ai principi generali che, in via interpretativa, possono desumersi dall’insieme delle leggi dello Stato e che quindi prevarrebbero in virtù di un’interpretazione dell’articolo 117 della Costituzione che sembra ormai avallata dalla nostra Corte costituzionale.
I meglio informati riferiscono anche del fatto che l’intero Regolamento Urbanistico di Fiumicino era stato a tuo tempo impugnato davanti al TAR da 12 associazioni ambientaliste che lo ritenevano inadeguato – anche a causa della eccessiva disattenzione verso i rischi per la fauna dall’attività venatoria – e che, dopo l’ultima camera di consiglio svolta qualche giorno fa, la decisione potrebbe essere proprio quella di un suo annullamento. Insomma, a regolamento annullato, il problema sarebbe risolto.
C’è da dire che, in ogni caso, la scelta del sito contiguo all’aeroporto resta in dubbio, dato che (questa volta nel perimetro rientrante nel territorio di Roma) risulterebbe esservi un vecchio deposito un tempo utilizzato dagli operatori che provvedono al servizio di rifornimento di carburante a Fiumicino. Il problema nasce dal fatto che i vecchi fusti rinvenuti nel deposito non rispetterebbero le regole di confezionamento UNI-ISO 727000 imposte dall’Unione Europea per la tutela della salute e che perciò potrebbero esservi stati degli sversamenti di petrolio nel terreno. In questi casi, la preventiva bonifica ambientale è indispensabile e una sentenza della Corte di giustizia europea stabilisce che le regole di tutela ambientale prevalgono su quelle urbanistiche e che quindi non si può costruire dove potrebbero esservi dei valori di Concentrazioni Soglie di Contaminazione (CSC) superiori alle soglie precauzionali individuate nelle direttive europee e recepite nel codice ambiente. La questione, apprendiamo da fonti riservate, preoccuperebbe non poco la stessa Presidenza del Consiglio, dato che anche l’intervento Commissariale della Protezione civile non potrebbe in nessun caso derogare norme di diritto dell’Unione Europea.
Un’ultima vicenda rischia di compromettere la scelta del luogo e di destinare altrove la costruzione dell’ospedale. Dopo l’ultima vibrante manifestazione degli abitanti della frazione comunale viciniore, comprensibilmente ostili alla costruzione di un nuovo ospedale di questo tipo proprio alle soglie delle loro case, sarebbero pervenute alcune denunce alla Procura della Repubblica competente che le starebbe vagliando. Le nostre fonti, ben informate, raccontano di pesanti intercettazioni ambientali che avrebbero riguardato un funzionario addetto all’Ufficio edilizia del Comune di Fiumicino – ossia, si noti, proprio la persona competente a fornire uno dei quattro visti di conformità del parcheggio alle prescrizioni del Regolamento Urbanistico comunale, al netto dei suoi contrasti con la legge regionale, che però contrasta con la legge statale, che però contrasta con i principi delle leggi statali così come inquadrati nel tessuto costituzionale; gli altri quattro visti, come si sa, sono quelli del funzionario per la salvaguardia urbanistica, quello per la tutela del paesaggio e quello per la tutela dell’ambiente, il tutto in base al testo unico di “semplificazione amministrativa”. Il funzionario dell’edilizia sarebbe stato allora intercettato mentre chiedeva al titolare di una agenzia di viaggi uno sconto per l’acquisto di un pacchetto viaggio estivo negli Stati Uniti per la sua famiglia. Il problema è che questo agente di viaggi non è altri se non il compagno del capo segreteria del Presidente della Regione, il quale, come si sa anche in base a molteplici dichiarazioni di stampa, si sta spendendo alacremente per il sito Roma-Fiumicino rispetto agli altri due in ballo e per risolvere il (pur serio) problema del Regolamento Urbanistico di Fiumicino, con non pochi mal di pancia degli abitanti del luogo.
L’ombra di un procedimento penale per gravi fatti di corruzione si sta quindi stagliando all’orizzonte e non possono escludersi neppure le misure cautelari. Le quali ultime, oltretutto, potrebbero mettere in crisi il funzionamento dell’intera macchina amministrativa, dato che l’ultima giurisprudenza del Consiglio di Stato sembra negare il potere del presidente di Regione di delegare ad altri la direzione della Conferenza di servizi. L’impedimento del Presidente perché colpito da misure cautelari sarebbe allora un impedimento amministrativo della intera conferenza. Nonostante queste lievi e fisiologiche difficoltà organizzative, l’ottimismo resta il collante delle dichiarazioni dei protagonisti istituzionali.
Dopo che sarà stato scelto il luogo, il primo passo per la costruzione dell’ospedale, si tratterà di redigere e approvare il progetto preliminare-piano di fattibilità dell’opera si andrà avanti con celerità e sarà possibile avviare la gara. Dato che le regole sulle gare per appalti pubblici sono tutte ormai dell’Unione Europea, non potranno essere derogate neppure se prevalesse la soluzione del Commissariamento col passaggio alla Protezione civile. Anche l’Autorità antitrust ha ammonito in questi giorni sull’importanza di queste regole per salvaguardare la concorrenza!
In fondo, si tratterebbe solo di celebrare la gara tra bando, presentazione offerte, nomina Commissione, nomina del responsabile unico del procedimento, selezione dei partecipanti e diramazione delle lettere-invito, presentazione delle offerte finali e del progetto esecutivo, eventuali esclusioni, apertura buste in seduta pubblica, poi sedute segrete, poi esame finale, poi verifica della possibile anomalia delle offerte e infine la scelta dell’appaltatore.
Si dà per scontato un doppio contenzioso, evidentemente, che dovrebbe sia riguardare eventuali esclusioni e lamentele verso la stesura del bando, sia l’impugnazione dell’aggiudicazione. Tuttavia, come sappiamo, la legge prevede che i ricorsi debbano essere decisi con priorità e quindi si stimano solo due gradi di giudizio, l’uno al TAR del Lazio e l’altro al Consiglio di Stato, entrambi con fase cautelare prima e poi con fase di merito. Altra notizia di conforto è che l’ANAC ha dato il suo sostegno, mostrandosi disponibile a seguire l’intera procedura. Questo dovrebbe consentire, attraverso la pronuncia di appositi pareri di ANAC, resi in applicazione delle sue 250 Linee Guida in materia, di esaminare ogni problema che dovesse sorgere rispetto all’applicazione degli oltre 200 articoli (in verità, ci dicono gli addetti ai lavori, ciascuno molto voluminoso e con tanti commi e talora non del tutto comprensibili) che regolano il modo con cui si sceglie un appaltatore pubblico in Italia. Il rischio di corruzione sarebbe così almeno fortemente ridotto. E questo non può che rassicurare.
***
Cari lettori solo un'avvertenza finale. Questa è una vicenda frutto della nostra fantasia, ma il quadro burocratico e di regole citato è quello reale. L’unico fatto vero in questa storia è che i cinesi costruiscono un ospedale di mille posti in dieci giorni. Noi non ci riusciremo mai, nemmeno in cento giorni.
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riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.