19 Febbraio
Le Renziadi
Il leader di Italia Viva va a Porta a Porta e fa partire la raffica di penultimatum: sfiducia a Bonafede, via il reddito di cittadinanza, se ci vogliono cacciare devono dircelo, serve l'elezione diretta del premier, dobbiamo verificare se andare avanti oppure no. Gli alleati-avversari fanno muro, Conte prende tempo. Il prossimo episodio? Sarà quello dei numeri in Parlamento
Che succede? Quello che tutti davano per finito, proprio finito non è, segno che nella vita bisogna sempre applicare il principio di precauzione, soprattutto se si maneggia materiale fissile come l'isotopo Renzi 2020. Il senatore di Scandicci sarà anche uno che non scalda più il popolo, ma di certo sa come fondere ad altissima temperatura la poltrona di Giuseppe Conte. Con più pazienza di quel che si immagini, le parole sono rapide, ma il fuoco è lento. La politica è sempre quella dei penultimatum. Parola chiave: logoramento. Arma d'ordinanza: la clava. Stato d'animo: furioso. Non è l'Orlando dell'Ariosto, non è sublime letteratura, siamo tra i cartoon, si ride, gli Antenati. E in ogni caso questi oggi sono i Giochi del Palazzo: le Renziadi.
Dopo aver alzato i calici ieri notte alla trattoria Teo a Trastevere, Renzi ancora fresco di sciolina pakistana è finito con gli sci dritto in via Teulada a Roma, là ha trovato ad attenderlo lo sherpa più esperto di missioni ad alta quota politica, Bruno Vespa. Studi di Porta a Porta, Rai 1, una cornice romana che è l'ideale per i regolamenti di conti indivanati, la puntata viene registrata, il leader di Italia Viva mostra subito i canini grondanti di sangue, un attacco al flip flop del Pd sulla giustizia:
La frase sulla tigre di carta l'ha detta un autorevole dirigente del Pd. Sono stati giorni brutti di polemica. Ma io non sto votando con l'opposizione, è il Pd che ha cambiato idea sulla prescrizione.
È il preludio di una seratona di Renzi in stile Flinstones. Comincia con "Wilma, dammi la clava" e non si ferma più di fronte alla cristalleria dei dem in attesa di Porta a Porta come se fosse Italia-Germania ai mondiali di calcio. La cosa va come deve andare, Renzi frantuma tutto quello che incontra con la...
Che succede? Quello che tutti davano per finito, proprio finito non è, segno che nella vita bisogna sempre applicare il principio di precauzione, soprattutto se si maneggia materiale fissile come l'isotopo Renzi 2020. Il senatore di Scandicci sarà anche uno che non scalda più il popolo, ma di certo sa come fondere ad altissima temperatura la poltrona di Giuseppe Conte. Con più pazienza di quel che si immagini, le parole sono rapide, ma il fuoco è lento. La politica è sempre quella dei penultimatum. Parola chiave: logoramento. Arma d'ordinanza: la clava. Stato d'animo: furioso. Non è l'Orlando dell'Ariosto, non è sublime letteratura, siamo tra i cartoon, si ride, gli Antenati. E in ogni caso questi oggi sono i Giochi del Palazzo: le Renziadi.
Dopo aver alzato i calici ieri notte alla trattoria Teo a Trastevere, Renzi ancora fresco di sciolina pakistana è finito con gli sci dritto in via Teulada a Roma, là ha trovato ad attenderlo lo sherpa più esperto di missioni ad alta quota politica, Bruno Vespa. Studi di Porta a Porta, Rai 1, una cornice romana che è l'ideale per i regolamenti di conti indivanati, la puntata viene registrata, il leader di Italia Viva mostra subito i canini grondanti di sangue, un attacco al flip flop del Pd sulla giustizia:
La frase sulla tigre di carta l'ha detta un autorevole dirigente del Pd. Sono stati giorni brutti di polemica. Ma io non sto votando con l'opposizione, è il Pd che ha cambiato idea sulla prescrizione.
È il preludio di una seratona di Renzi in stile Flinstones. Comincia con "Wilma, dammi la clava" e non si ferma più di fronte alla cristalleria dei dem in attesa di Porta a Porta come se fosse Italia-Germania ai mondiali di calcio. La cosa va come deve andare, Renzi frantuma tutto quello che incontra con la grazia di un bisonte in corsa.
Ci sono i giustizialisti come i 5 stelle, e noi che siamo garantisti. Dobbiamo rivendicare il diritto di esprimere la nostra opinione, non possiamo diventare la sesta stella, non voglio morire grillino. Se il Pd vuole sposarsi con i grillini faccia pure.
La sesta stella. I grillini. E il Pd. Renzi è incazzatissimo, si capisce, hanno provato la manovra per farlo secco, contato e ricontato i "responsabili" (senza venirne a capo, per ora), il premier gli ha dato di fatto del nanetto da giardino politico, uno che guida un partito del "3 per cento" e dunque cosa mai vorrà da uno statista come Conte? Vecchie lezioni: mai stuzzicare Renzi, può perdere, farsi del male, sbucciarsi le ginocchia, finire a rotoli, ma se gli dici che è il comandante di un esercito di straccioni che non conta niente, lui muove guerra da solo. E poi solo non è, per niente, almeno in parlamento. Tanto che afferma con il tono di quello che affila con pazienza l'ascia nell'officina:
Hanno provato a farci fuori dalla maggioranza, non ci sono riusciti. Hanno provato a mettere insieme i parlamentari 'responsabili'. La prossima volta farebbero meglio a riuscirci.
"La prossima volta", detto da uno che ha il calcio fiorentino nelle vene è più di un avviso, è il manifesto con la taglia e la scritta "wanted" appeso sulla porta del saloon mentre entra un cacciatore di taglie per bere un whisky e il primo con il grilletto nervoso spara sul pianista e poi lo interroga sul repertorio musicale. Il "farebbero meglio a riuscirci" è se possibile anche peggio, è un passo in avanti con gli speroni che tintinnano e sbrillucicano sulla polvere di Tombstone, fa spuntare sul terreno una bandierina rossa e una scatola dalla quale esce un jolly che strepita: cucù, ti ricordi di me? Sono io, Matteo, no, non quel Matteo, l'altro, quello che non citofona ma fa bim bum bam.
Domanda: vogliono cacciarla dalla maggioranza, senatore Renzi? La risposta è una road map del conflitto all'arma bianca a cui (forse) asssisteremo a Palazzo Madama tra qualche giorno:
Non è solo sulla giustizia, è sull'economia, sulle infrastrutture... Abbasserei le polemiche, lo dico al capogruppo alla Camera del Pd che dice "non tollereremo".
Avviso a Delrio: datti una calmata, Graziano. Non ti conviene. Domanda sul taccuino: quanto è determinato Renzi? Tanto, questi sono giochi pericolosi, può lasciarci le penne, ma è là che mena fendenti, a viso scoperto e gli altri non staranno a guardare. Chiede la fine del reddito di cittadinanza, accusa gli alleati di aver aperto "la caccia ai parlamentari", afferma che "questo governo deve verificare se va avanti o no", sono tutti i prossimi passi della sua ditta di demolizioni, ma il colpo che fa davvero male ai pentastellati - perché avrebbe delle conseguenze reali sull'equilibrio psico-motorio dei grillini, arriva dopo aver caricato il braccio e mirato al bersaglio. Si materializza nello studio di Vespa una barba con un volto intorno, è la faccia di Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia (senza mai Grazia):
Penso proprio che se non si troverà un accordo sulla giustizia chiederemo la sfiducia individuale per il ministro della Giustizia.
Cigolio dell'uscio di Porta a Porta, il maggiordomo con il bicchier d'acqua si ritira lesto, sale una risata lugubre, parte la sigla di Profondo Rosso. Sembra abbastanza per farci un titolo, una crisi di governo incipiente come un'irreparabile calvizie che fa molto tenente Kojak, poi arriva un secondo cartellino giallo, peggio del primo, perché rivela il piano (teorico) di Renzi, far crollare tutto (Conte) colpendo il fido Bonafede e tenere in piedi la legislatura. È un piano possibile (vedremo quanto concreto a breve) che viene illuminato dalla frase che Renzi pronuncia con l'effetto di quello che la mossa sulla scacchiera l'ha già immaginata cento volte (e non gli viene mai uguale):
Se Bonafede verrà sfiduciato, non credo che cadrà il governo. Io sono però ottimista.
Renzi è un professionista del poker politico, sa bene che le elezioni sono uno spettro per tutti (anche per lui, ovvio), ma ha un vantaggio competitivo che ha un nome preciso: la paura. Di chi? Di Salvini, che in un voto anticipato vincerebbe perché ci si può illudere quanto si vuole, ma il voto dell'Emilia non è quello dell'Italia, il ciclo politico è e resta di centrodestra e c'è un filotto di 11 regioni che parla da solo. Non si può andare a votare perché altrimenti vince l'Incredibile Hulk. La realtà e la vita non sono il progressismo (elegante, sia chiaro) del collegio Roma 1 dove è candidato il ministro Gualtieri che, nel trucco e parrucco della sua campagna per le elezioni suppletive nel centro dell'Urbe, proprio non riesce a spiccicar parola sullo stato di crisi della maggioranza: "Non commento. Sono impegnato nel governo per realizzare quello che abbiamo promesso". Un modello di retorica ed eloquenza.
Matteo Renzi durante l'intervista a Porta a Porta (Foto Ansa).La cifra di Renzi è tutta salsiccia e fagioli al fiasco, mica i cavoletti brussellesi del ministro dell'Economia. Sta di fatto che lui, il Matteo di Rignano, non esce dalla maggioranza, aspetta di esser defenestrato per incompatibilità ambientale. Così impiatta nel menù della maggioranza il suo arroccamento da Master Chef:
Se vogliono che ce ne andiamo bene, ma ce lo devono dire.
Ce lo devono dire, cribbio. In politica, come in amore, ci vogliono sempre dei ritratti se non veri almeno verosimili, un quadro, una cornice, uno scenario, un minimo di fiction ben costruita, una frequentazione mondana che vada oltre i sospiri da collezione Harmony, anche sotto la menzogna, altrimenti prima o poi finisce tutto a carte quarantotto. Così Renzi impacchetta un numero classico, quello che serve a farsi dire no adesso, la cartuccia che poi userà sempre per dire "io ci ho provato": la Grande Riforma. Quale? Rullo di tamburi...
Siccome non si può andare avanti con le scene che abbiamo visto, faccio un appello a tutte le forze politiche: fermiamoci un secondo e portiamo il sistema dei sindaci a livello nazionale, cambiamo le regole per eleggere il 'Sindaco d'Italia', una persona che sta liìper cinque anni. La soluzione è l'elezione diretta del presidente del Consiglio.
Giochi di prestigio, illusionismi, carte che escono e spariscono. Un premierato con l'investitura popolare. Apriti cielo. Già si vede lo spettro dell'uomo forte in un paese così debole che nessuno decide tutto e niente. Materiale radioattivo che è già stato delibato da commissioni bicamerali, studi, bozze, ipotesi, colpi di testa, colpi di sole, buoni e cattivi ragionamenti. E come si fa? Renzi ha studiato tutta la parte:
La prima ipotesi è un modello Nazareno, in questo caso il governo Conte con il sostegno delle opposizioni. La seconda ipotesi è che ci sia un governo Maccanico. Questa storia del Sindaco d'Italia è l'unica possibilità per uscire dalla melma.
Nazareno, Maccanico. Figuriamoci. Non se ne farà niente, ci possiamo scommettere, ma il fatto istituzionale è piazzato come artificio retorico e chi vuol coglierlo può farlo. E poi Renzi fa il passaggio più vero di tutto il suo intervento, quello che nessuno vuol sentire e di questo bisogna pur prendere atto:
Votare non si vota, perché tecnicamente non si può. Siamo in una fase in cui non è possibile, non è che non si vota perché lo dico io. Sulla questione del Sindaco d'Italia, dico che e' una buona idea. La forza del consenso popolare e la consapevolezza politica che non si può stare nella politica. Questo Parlamento non vuole andare a casa, ci son 995 parlamentari che vogliono fare il proprio servizio al Paese, convinti di fare bene. Al prossimo voto si riduce il posto nella zattera.
Gong. Il posto nella zattera svanisce. Ossignore, chi se lo ricordava, c'è il taglio dei parlamentari. Renzi fa il giocoliere, mangia vetro e sputa fuoco, ingoia spade e lancia pugnali, fa volare birilli con le mani e tira calci con i piedi, fa un gran casino sapendo che gli altri o lo seguono (e finisce male) o lo respingono (e finisce male) o lo ignorano (e finisce male). Conte casca e avanti un altro (Renzi è felice), Conte resta al suo posto con un'ammucchiata e lui va a fare l'opposizione (Renzi è contento). È in una stroboscopica posizione win win pur rischiando di perdere tutto. Aveva i voti per far nascere il Conte bis (e li ha usati), ha i voti per farlo morire (e sta minacciando di usarli). Confida nel semplice e inesorabile fatto che il voto anticipato può essere una grande arma di distruzione di massa, fa balenare all'orizzonte le urne come i silos dei missili nucleari ai tempi della Guerra Fredda, mostra il potere della deterrenza.
Reazioni? Ne bastano due, una di Dario Franceschini e l'altra di Riccardo Fraccaro. Il romanziere del Pd con la barba intelligente cita un sulfureo passaggio di Esopo: "...mentre stavano per morire, la rana chiese all'insano ospite il perché del suo folle gesto. Perché sono uno scorpione.. rispose. È la mia natura!". Quello sveglio tra i pentastellati in pieno sonnambulismo fa capire qual è la linea del Piave: "Alfonso non si tocca". Una guerra stellare... per Bonafede. Che la forza sia con te (non Conte). E il premier? Sarebbe la terza reazione, quella che manca per capire che cosa accadrà, ma da Palazzo Chigi parte la velina che testimonia quanto la situazione sia grave ma non seria:
Il presidente del Consiglio si riserva di rendere note le sue determinazioni nei prossimi giorni.
Caspita. Le sue determinazioni, una cosa simil-napoleonica, da intendenza del Grande Impero, in un teatro di cartapesta. Segnali di vita dall'opposizione? Non è una partita che si gioca in quel campo, qui si sta consumando la guerra di logoramento tra gli ex fratelli coltelli del Pd e Giuseppe Conte, il novello "punto di riferimento" della sinistra (parole di Nicola Zingaretti, segretario di un partito che dovrebbe avere Antonio Gramsci da qualche parte nella catena del dna), quindi la destra gioca di rimessa e neanche tanto bene. Giorgia Meloni sbatte la porta, Matteo Salvini dice sì senza troppa convinzione: "Renzi lancia l'idea dell'elezione diretta del premier? Perfetto. Ricordo però che c'è in tutti i Comuni italiani la proposta della Lega sull'elezione diretta del presidente della Repubblica. Anche Renzi può farlo domani stesso a Firenze. È giusto. Sono d'accordo, l'unico che non è d'accordo è il Pd". Devono tutti schiarirsi le idee, ammesso che sia possibile farlo in questa esibizione di rumoristi da Fiera dell'Est (dove "per due soldi un topolino mio padre comprò", Angelo Branduardi).
La cronaca alla brace di stasera racconta che la maggioranza è nella palude (caos totale oggi durante i lavori sulla riforma della giustizia, si è sfiorata la rissa) e un bel pezzo del problema sta a Palazzo Chigi, perché Conte ha peccato di presunzione e di quel tanto di arrogance che tracima dal suo Io, trattando Renzi come un disperato i cui voti non contano nulla, ma in realtà sono tutto per la sopravvivenza dell'esecutivo. Quei senatori renziani sono niente se hai un surrogato di seggi della Croce Rossa da spostare in Senato, ma se non li hai sei come minimo in ostaggio di uno che gioca a battaglia navale con un gommone e si diverte a tirare cannonate su uno che si crede un ammiraglio su un galeone, mentre in realtà è in piedi su un canotto che galleggia dentro una vasca da bagno. Che spettacolo, le Renziadi.
Come finirà? Il prossimo episodio della fiction sarà quello dei numeri in parlamento. Per ora Mogol e Battisti sono la bussola della serata: lo scopriremo solo vivendo. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.