18 Marzo

Sanchez in Parlamento. Le Camere in guerra non chiudono

II premier spagnolo fa il suo discorso all'assemblea. Una lezione per l'Italia, dove le Camere non discutono più i provvedimenti d'emergenza. Il caso di Re Felipe e la mossa della presa di distanza dai finanziamenti del padre, Juan Carlos. Un'indagine di Maite Carpio sulle istituzioni nell'era del coronavirus

di Maite Carpio

Buone (e brutte) notizie dalla Spagna. Il governo di Pedro Sanchez ha varato un piano per mobilitare 200 miliardi per proteggere le imprese dalla crisi innescata dal coronavirus. Una cifra da capogiro per le dimensione dell’economia spagnola, in Italia la cifra stanziata è di 25 miliardi (investimento diretto, ci sarebbero poi 350 miliardi di finanziamenti "attivati", ndr), in Francia 300 miliardi, in Germania 550 miliardi. Questa è la buona notizia, quella cattiva è che il numero dei deceduti per coronavirus è arrivato a quota 602, i contagiati sono 13.784 (fonte Johns Hopkins University), si prevede che l’epidemia crescerà esponenzialmente la prossima settimana, tasso di mortalità al 3 per cento, la Spagna è il quarto paese più colpito dal Covid-19. Cifre spaventose quanto quelle italiane. Infatti Pedro Sanchez ha parlato stamattina in Parlamento, ripeto in Parlamento, anche se era quasi vuoto. Questa è una delle buone notizie, a differenza delle Camere italiane che non si riuniscono più, sono chiuse di fatto (è tutto nelle mani di Conte), l'Assemblea spagnola è rimasta aperta. Non si chiude il Parlamento in tempi di guerra! Bisogna scrivere, discutere, emendare, approvare le leggi, trovare insieme insieme la soluzione migliore e non si fa certo via Facebook. Siamo in attesa del discorso che stasera Angela Merkel farà in tv alle 19, un altro passaggio importante del racconto della crisi.

Torniamo a Sanchez, nel suo discorso ha avvertito “che la fase più difficile del coronavirus deve ancora arrivare”.  Il sistema sanitario spagnolo deve ancora subire l’impatto del maggior  numero di persone contagiate. Sempre davanti al Parlamento, ha chiesto “sacrificio e unione”. Prima che si scopra il vaccino, perché “il vaccino siamo noi”. Ha dichiarato praticamente lo stato di guerra. Il ministro dell’Interno spagnolo ha decretato la chiusura delle frontiere per il transito delle persone (e salgono così...


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