25 Marzo
Il Grande Debito per salvarsi dal Grande Crollo
Mario Draghi sul Financial Times: "Giorno dopo giorno le notizie sull'economia stanno peggiorando. Una profonda recessione è inevitabile. È chiaro che la risposta deve riguardare un significativo aumento del debito pubblico. La perdita di reddito del settore privato dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi". Il Movimento Cinque Stelle: no a un governo Draghi
Che succede? Mario Draghi ha indicato la via per la soluzione della crisi del coronavirus: aumentare il debito pubblico, assorbire nei bilanci degli Stati lo shock del settore privato. L'ex presidente della Banca centrale europea ha messo in chiaro quanto sia grave la minaccia economica che incombe su tutti noi: "La pandemia è una tragedia umana di bibliche proporzioni (...) servono azioni coraggiose e necessarie. Tali azioni hanno un costo grande e inevitabile. Giorno dopo giorno le notizie sull'economia stanno peggiorando. (...) Una profonda recessione è inevitabile. (...) Dobbiamo evitare che si trasformi in una lunga depressione. (...) È chiaro che la risposta deve riguardare un significativo aumento del debito pubblico. La perdita di reddito nel settore privato dovrà essere assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Debiti pubblici più alti diventeranno un elemento permanente delle nostre economie e accompagneranno la cancellazione del debito privato". La soluzione di Draghi è radicale, chiara, non addolcisce lo scenario e mette tutti in guardia: la carestia non è un evento impossibile, è dietro l'angolo, sta ruggendo dietro la porta. Il secondo virus non perdona, va fermato.
01
Conte va in Parlamento. E il M5S fa la guerra preventiva a... Draghi
Come? L'Europa procede finora in disordine sparso. Il premier Giuseppe Conte è andato in Parlamento per dare un'informativa sulla crisi del coronavirus, ha annunciato un pacchetto di altri 25 miliardi per le imprese e le famiglie (bene), uno scudo per difendere da eventuali scalate le aziende strategiche (bene), la speranza (che può morire) di creare "nuovi strumenti di debito comune nell'Eurozona (ma i tedeschi e gli olandesi non ne vogliono sapere) e per il resto ci affidiamo al Destino
Con tutto quello che succede, c'è perfino chi fa le guerre preventive ai possibili successori di Conte pur non essendoci per ora nessuna successione a Conte....
Che succede? Mario Draghi ha indicato la via per la soluzione della crisi del coronavirus: aumentare il debito pubblico, assorbire nei bilanci degli Stati lo shock del settore privato. L'ex presidente della Banca centrale europea ha messo in chiaro quanto sia grave la minaccia economica che incombe su tutti noi: "La pandemia è una tragedia umana di bibliche proporzioni (...) servono azioni coraggiose e necessarie. Tali azioni hanno un costo grande e inevitabile. Giorno dopo giorno le notizie sull'economia stanno peggiorando. (...) Una profonda recessione è inevitabile. (...) Dobbiamo evitare che si trasformi in una lunga depressione. (...) È chiaro che la risposta deve riguardare un significativo aumento del debito pubblico. La perdita di reddito nel settore privato dovrà essere assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Debiti pubblici più alti diventeranno un elemento permanente delle nostre economie e accompagneranno la cancellazione del debito privato". La soluzione di Draghi è radicale, chiara, non addolcisce lo scenario e mette tutti in guardia: la carestia non è un evento impossibile, è dietro l'angolo, sta ruggendo dietro la porta. Il secondo virus non perdona, va fermato.
01
Conte va in Parlamento. E il M5S fa la guerra preventiva a... Draghi
Come? L'Europa procede finora in disordine sparso. Il premier Giuseppe Conte è andato in Parlamento per dare un'informativa sulla crisi del coronavirus, ha annunciato un pacchetto di altri 25 miliardi per le imprese e le famiglie (bene), uno scudo per difendere da eventuali scalate le aziende strategiche (bene), la speranza (che può morire) di creare "nuovi strumenti di debito comune nell'Eurozona (ma i tedeschi e gli olandesi non ne vogliono sapere) e per il resto ci affidiamo al Destino
Con tutto quello che succede, c'è perfino chi fa le guerre preventive ai possibili successori di Conte pur non essendoci per ora nessuna successione a Conte. Siamo all'immaginario che prende il sopravvento. Conte cade? Non oggi, prima ci sarà la crisi economica. Domani forse, ma non è detto, la realtà offre sempre vie d'uscita imprevedibili. In ogni caso, c'è chi ha tirato fuori il nome di Draghi. Chi?
Vengono fuori notizie, aspirazioni, disegni più o meno velati, di cambiare cavallo, il desiderio di vedere Mario Draghi a Palazzo Chigi, con un governo nuovo di zecca. Un passo indietro di tutti, maggioranza e opposizione, e un esecutivo tecnico guidato da un italiano capace, con l'esperienza e l'autorevolezza che sono necessari quando la storia diventa l'ora più buia. Ma il meglio in Italia è un tabù, non si può fare, perché disturba i sogni di chi ha fatto fortuna senza averne il merito. Così, senza che Draghi fosse stato mai evocato da nessuno in Parlamento, ecco uscire allo scoperto il Movimento Cinque Stelle:
Il presidente del Consiglio è per noi una figura di garanzia, alla guida di un esecutivo che sta lavorando compatto e in sintonia con un unico obiettivo: aiutare il nostro Paese a uscire dalla crisi per consentirci di rialzarci e tornare a correre. Altri nomi fatti circolare per la guida di Palazzo Chigi, come quello del governatore Mario Draghi, per noi non sono neppure ipotizzabili.
Bene, cosa ci attende là fuori? Tenuto Conte, scartato Draghi, in giardino c'è un drago fiammeggiante: la Germania.
02
Achtung. La Germania ha un piano che vale 1.000 miliardi
No agli Eurobond proposti dall'Italia - il ministro dell'Economia, Peter Altmaier, ha detto che sono frutto di "fantasia" - abolito il dogma dello "zero nero", cioè del pareggio di bilancio, via libera alla realizzazione di nuovo debito per contrastare la crisi del coronavirus. Il Bundestag ha detto sì e la Germania prevede un deficit di 156 miliardi di euro per il sistema economico tedesco. Tra le misure c'è anche un "fondo di stabilizzazione economica" da 400 miliardi di euro di garanzie per i debiti delle imprese, 100 miliardi di euro per prestiti o investimenti azionari nelle imprese e 100 miliardi di euro per sostenere la banca d'investimento statale KfW, quella che nel 1948 gestì i finanziamenti del piano Marshall. La banca KfW sarà in grado di garantire prestiti per circa 822 miliardi di euro. Il governo federale offrira' alle piccole imprese fino a 50 miliardi di euro di sovvenzioni. Il pacchetto di oggi comprende anche 3,5 miliardi di euro di sostegno immediato al sistema sanitario, oltre a 55 miliardi di euro che possono essere utilizzati liberamente in caso di necessita' per combattere la pandemia. Il totale degli interventi messi in campo dalla Germania è pari a 1.100 miliardi di euro.
***
Che scenario politico ed economico abbiamo davanti? Il sistema si è trasformato in un'Idra, un serpente anfibio, con molte teste, astuto, velenosissimo. E c'è un problema che la mitologia non aveva considerato: non si può uccidere va addomesticato. Una puntata di RadioList, per sapere, per capire, per non perdersi nel mare in tempesta.
03
C'è un altro virus in circolazione: il Grande Crollo
A che punto è la crisi del coronavirus? Perché le Borse prima colano a picco e ora risalgono? L'approvazione di un nuovo decreto con misure estese fino al 31 luglio. Il rischio del tracollo totale del piccolo e medio business in Italia, il blocco delle attività produttive senza un piano straordinario per l'economia. Le proiezioni del Pil mondiale che sono negative a doppia cifra. Il no della Germania agli Eurobond. Un'indagine del titolare di List, con Gianclaudio Torlizzi e Lorenzo Castellani.
Cosa dice il Destino? Come abbiamo visto dai numeri odierni del contagio - e dalla carambola delle persone e biografie colpite dal coronavirus - per ora non appare clemente. Che numeri e quali biografie?
04
Il bollettino del contagio tra Bertolaso e Borrelli
La Protezione civile di ieri e di oggi. Due uomini sul campo. Guido Bertolaso, consigliere della Regione Lombardia per l'emergenza, dopo aver annunciato ieri di esser positivo al coronavirus è stato ricoverato all'ospedale San Raffaele a Milano, è in condizioni stabili. Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, ha la febbre ed è stato sottoposto a un nuovo test, domani si conoscerà l'esito.
Eccolo qui, beffardo, il virus, la sua immanenza. A un certo punto, abbiamo visto chiaramente il panico diffondersi nelle istituzioni: la Protezione civile nel diffondere la notizia della febbre di Borrelli ha comunicato la sospensione della consueta conferenza stampa delle 18. Una decisione assurda, il peggio che si possa fare sul piano del messaggio ai cittadini italiani. Se la Protezione civile fa saltare un appuntamento in diretta con i giornalisti e gli italiani tutti,per la febbre di Borrelli, come può affrontare una battaglia così grave e vincerla? Per fortuna qualche ora dopo è tornata la lucidità e la conferenza stampa s'è svolta regolarmente. I numeri del bollettino, purtroppo, non sono ancora quelli che vorremmo vedere:
In un solo giorno sono morte altre 683 persone e il numero complessivo delle vittime dall'inizio dell'emergenza ha superato le settemila, raggiungendo la cifra di 7.503. Il numero dei malati è arrivato a 57.521, l'aumento giornaliero è di 3.491 persone, in calo rispetto agli ultimi 3 giorni: martedì i nuovi casi erano stati 3.612, lunedì 3.780 e domenica 3.957. Non possiamo parlare di un trend, c'è un lieve miglioramento, il resto è speranza. Noi commentiamo i fatti.
05
Il premier e il manzoniano senno del poi
Giuseppe Conte ha fatto un passaggio manzoniano nel suo intervento alla Camera:
La storia domani ci giudicherà e ci dirà se siamo stati all'altezza. Verrà il tempo dei bilanci, delle valutazioni su quello che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto, tutti avranno la possibilità di sindacare il lavoro svolto e trarne le conseguenze. D'altra parte, in questi giorni molti hanno riletto ed evocato, anche pubblicamente, le pagine sulla peste scritte da Manzoni nei 'Promessi sposi': proprio in quest'opera viene ricordato un antico proverbio, ancora oggi fortemente in auge, per cui 'del senno del poi son piene le fosse'. Ci sarà un tempo per tutto. Ma, oggi, è il tempo dell'azione, il tempo della responsabilità, dalla quale nessuno può fuggire
Vero. Giusto. Applausi. Ma la realtà è un filo diversa da come la dipinge Conte. Nel suo mondo l'autocritica non esiste, peccato. Ne abbiamo avuto ulteriore prova nel suo intervento in Parlamento. Nella vita e nei fatti politici c'è il poi, ovvio, ma c'è anche il durante. Quello del premier in Parlamento ha giusto qualche lieve omissis.
06
Vita, virus e qualche omissis
Il durante? È la vita che continua, bisogna andare avanti. C'è chi ha preso la crisi del coronavirus come occasione per ritirarsi nel resort domestico, un periodo di Relax & Netflix a casa (di solito a questa catetoria appartengono quelli che non hanno preoccupazioni di reddito, quelli che c'è qualcuno che paga - o ha pagato - per loro e pensano che questo andrà avanti all'infinito, poi arriverà la realtà); c'è chi ha l'azienda chiusa e non sa quando riaprirà (se riaprirà); c'è chi ha un lavoro oggi ma è fermo a casa e viene dilaniato dall'inquietudine, la sensazione di non ritrovarlo più, il lavoro; c'è chi sta lavorando e mai come oggi ha compreso quanto sia prezioso quello che fa e quanto tutto questo sia in bilico. Il timore del virus c'è, ma a grandi falcate sta avanzando una preoccupazione ben più grande: la povertà di massa. Quando lo spaesamento del contagio sarà temperato dall'esperienza, dalla quotidianità, quando l'isolamento aprirà le prime crepe nella tenuta psicologica delle persone (abbiamo i primi segnali di instabilità nelle piccole notizie della cronaca che di solito anticipano eventi più grandi), quando le persone cominceranno a dire che vogliono andare a lavorare, quello sarà il punto di rottura.
In Italia le notizie restano quelle di un paese bloccato, in preda a una irreale calma isterica, con le città desertificate, uno scenario che potrebbe stare tra le pagine di The World Without Us, il libro di Alan Weisman). Ieri notte a piazza Venezia, Roma, alle 22.30 l'unica auto in circolazione (più una della polizia) era quella del vostro cronista che tornava a casa dopo le solite 12 ore di lavoro in redazione.
Sono scene comuni in tutto il mondo, è vero, ma in realtà quello che avviene da noi è profondamente diverso, ha un sostrato di inquietudine politica, di sbrego (e sbraco) costituzionale che altrove non c'è. Siamo stati i primi a raccontare lo "stato d'eccezione", impaginare le sue fonti storiche e giuridiche, non siamo per niente stupiti dalla natura della cosiddetta "situazione emergenziale". Siamo invece preoccupati dal metodo, dalla leggerezza, dal modo sbrigativo, dalla sciatteria, dalla comunicazione che è al di sopra e al di sotto del decoro urbano e istituzionale, dall'insofferenza alla critica, dalla soppressione sistematica del confronto con la libera stampa, dal silenzio-assenso di un partito come il Pd, dall'inadeguatezza dell'opposizione intera, dal Parlamento che non si riunisce mai per deliberare. Dover ribadire che l'Italia è una Repubblica parlamentare dà la misura della condizione in cui siamo precipitati. Distanziamento sociale (sul quale siamo d'accordo, finché non diventa una tirannia e non uccide l'economia propagando il virus della povertà) non significa né chiudere gli occhi né lasciare la penna posata sul tavolo.
In questo scenario, abbiamo visto e sentito (ieri) il presidente del Consiglio parlare delle Camere come una sorta di soggetto passivo che egli informa periodicamente (ogni 15 giorni, perbacco) sull'azione del governo. Cosa che è ovviamente inaccettabile sul piano formale e sostanziale. Conte ha affermato di aver "regolato" il rapporto con il Parlamento, ma si tratta di una visione che non è corretta in termini giuridici e anche politici perché il rapporto tra l'esecutivo e il legislativo è regolato dalla Costituzione e non dai decreti di Palazzo Chigi. Egli considera i decreti della Presidenza del Consiglio (i Dpcm) adeguati per affrontare la crisi e anche qui bisognerebbe usare prudenza. Al titolare vengono in mente i problemi della "legislazione motorizzata" e una conferenza di Carl Schmitt che torna utile per mettere nel contesto giusto quanto sta accadendo.
07
Direttive, ordinanze, Dpcm. E la legge?
La conferenza di Carl Schmitt si intitola "La condizione della scienza giuridica europea". È molto importante perché individua a partire dal 1914 un'accelerazione della produzione normativa tale da mettere in discussione "il governo delle leggi". Attenzione al periodo storico: siamo tra le due guerre, si incrociano i fucili con la crisi economica, il conflitto con la fame, lo spaesamento dell'uomo e lo sterminio di massa, il crollo delle istituzioni democratiche, l'ascesa del fascismo, del nazismo e del comunismo. Il Novecento dei totalitarismi. La Storia preme sui governi, sulle Assemblee e sui corpi burocratici, la formazione delle leggi si velocizza e semplifica, l'iniziativa delle leggi passa dai parlamenti ai governi, la funzione di indirizzo politico si trasferisce dalle assemblee legislative al potere esecutivo. Crisi economica e guerra mutano profondamente il quadro giuridico fino a trasformare le leggi in una delega al potere amministrativo. In sintesi: per rispondere velocemente alla minaccia della guerra, le leggi escono dal parlamento e vengono scritte nelle stanze dei funzionari sotto il comando del governo. Tanto che Schmitt li definisce "ordini modificabili in base ai cambiamenti repentini della realtà". Dalle due guerre arriviamo dritti all'oggi: direttive dei ministeri, ordinanze delle Regioni, decreti della Presidenza del Consiglio. Ordini che sostituiscono la legge. Mentre il Parlamento italiano non si riunisce per discutere, emendare e votare le leggi.
Questo non è un esercizio sterile, un dibattito da bar, il lavoro in commissione, in assemblea, serve a evitare errori, usare meglio risorse, fare leggi migliori. Prendete la storia del decreto di chiusura delle attività produttive non strategiche: annunciato la notte su Facebook, senza alcun dettaglio, senza il provvedimento scritto disponibile, senza la lista delle aziende che dovevano interrompere l'attività, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo un giorno intero di black out, la lista è stata rivista ancora oggi. Tutto bene?
C'è chi sostiene che non si debbano muovere critiche ora al governo e che tutto quanto non funziona potrà essere detto e scritto dopo. Molto interessante. C'è solo un dettaglio che sottoponiamo all'attenzione dei nuovi agenti della buoncostume: non sappiamo se ci sarà un dopo. E per evitare che il dopo sia un incubo peggiore di quello che stiamo vivendo bisogna scrivere, dire, testimoniare ora. D'altronde, se non ora quando? Rileggete Draghi.
***
Nel frattempo, noi abbiamo un problema tra... ordinanze di vari ordini (poco) cavallereschi. Torniamo in Italia.
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Vassalli, valvassori e valvassini. Il virus dell'ingovernabilità
La crisi del coronavirus ha rivelato il caos istituzionale: Regioni e Comuni che fanno e disfano ordinanze in conflitto con il governo centrale. Un viaggio di Marco Patricelli tra cronaca e storia. Tra Roma e le autonomie alla fine vincono le anarchie
di Marco Patricelli
Il primo strappo è arrivato col primo decreto del presidente del Consiglio, quello delle scuole chiuse per coronavirus, anticipato ad arte, poi precipitosamente smentito e poi affannosamente confermato tanto per alimentare un po’ di caos in più. Di fronte a tanto decisionismo, il governatore delle Marche Luca Ceriscioli stabilì, conoscendo il suo territorio e la sua gente, che le scuole della sua regione rimanevano chiuse quanto diceva lui e non quanto voleva Palazzo Chigi, e bellamente tirò dritto nonostante gli strali governativi per la “lesa maestà” dello scavalcamento di poteri. Era il 4 marzo e i “buoi” virali erano già scappati dalla stalla. Continua a leggere l'articolo su List.
***
È tardissimo, la giornata è decollata in serata e quello di Mario iDraghi è stato il botto finale, il più importante e il più intrigante per gli aspetti legati al futuro del governo in Italia. Immaginari o reali, esistono nel dibattito pubblico (e sul taccuino del titolare). Sono le 22:45, non c'è un solo bar aperto in tutta la Città Eterna, a casa da qualche parte, dovrebbe esserci qualcosa per tentare l'atterraggio su un bicchiere di un Vodka Martini, siamo in piena emergenza etilica. Sì, cari lettori, stiamo vivendo un incubo, bisogna anche riuscire a perdersi in un bicchiere e in un taccuino d'appunti pieno di parole d'amore. Ossignore no, tranquilli, non diventiamo romantici neanche un po'. Ci viene in mente il grande John Belushi in "Chiamami aquila" (Continental Divide) che interpreta il personaggio di un reporter, Ernie Souchak. Fin qui, tutto regolare, Ernie lavora al Sun-Times, quotidiano di Chicago, fa uno scoop, finisce nei guai, il direttore del giornale lo allontana - per proteggerlo - sulle Montagne Rocciose a intervistare Nell Porter, un'affascinante ornitologa che studia il comportamento delle aquile calve. Secondo voi come si evolve la storia? Sì, confermiamo qui che è una tragedia: Ernie si innamora. Sì, sono proprio tempi interessanti. Forse troppo.
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stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.