28 Marzo
Preghiera e battaglia nel tempo del coronavirus
Nel giorno più difficile per l'italia (969 morti) Papa Francesco prega in una Piazza San Pietro umida e deserta. La reazione dell'America: un piano da 2.000 miliardi e Trump che ordina a General Motors di fabbricare ventilatori. La pagina nera del Consiglio europeo e l'invocazione di Mattarella all'Europa "prima che sia troppo tardi"
Piazza San Pietro è deserta. Calano le ombre della sera, piovono lacrime dal cielo, un uomo vestito di bianco prega sul sagrato che stilla tutto il dolore e la speranza della Terra. Un giorno in penombra, una luce improvvisa, Papa Francesco. Correva l'anno 2020, era il 27 marzo. In quell'anno gli uomini cominciarono a morire e vivere e combattere contro un nemico invisibile. La foto che apre questo numero di List passerà dalla cronaca alla storia, la preghiera del coronavirus.
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Siamo in guerra? Allora ci sono cose che un comandante in capo deve fare. E la legge americana su questo punto è un mirabile esempio. In emergenza non si scherza. Noi abbiamo bisogno di ventilatori, mascherine e stiamo facendo grandi sforzi e enormi casini per averli. Succede anche in America, ovunque, ma oggi Donald Trump ha fatto una cosa che ti fa capire perché quel paese continua ad essere la terra della Bibbia, della forca e della Colt, quella frontiera chiamata libertà.
01
America, piano da 2 mila miliardi (e ordini da stato di guerra)
Donald Trump ha prima incassato il via libera del Congresso sul piano da 2.000 miliardi di dollari, poi ha pigiato il pulsante e azionato il Defense Production Act, la legge emanata nel 1950 all'inizio della guerra di Corea. A che scopo rispolverare quella legge? Rullo di tamburi... Trump ha ordinato a General Motors di produrre i ventilatori che servono ai malati di coronavirus con difficoltà respiratoria. Cosa fate? Automobili? Bene, mark my words, Jack: da oggi fai respiratori per i malati. This is America.
I casi di coronavirus negli Stati Uniti stanno viaggiando verso i 100 mila (siamo a quota 97.226, gli Usa hanno superato la Cina, secondo i dati di Johns Hopkins University), i morti sono 109 e Trump si gioca l'elezione alla Casa Bianca. È entrato in modalità Commander in...
Piazza San Pietro è deserta. Calano le ombre della sera, piovono lacrime dal cielo, un uomo vestito di bianco prega sul sagrato che stilla tutto il dolore e la speranza della Terra. Un giorno in penombra, una luce improvvisa, Papa Francesco. Correva l'anno 2020, era il 27 marzo. In quell'anno gli uomini cominciarono a morire e vivere e combattere contro un nemico invisibile. La foto che apre questo numero di List passerà dalla cronaca alla storia, la preghiera del coronavirus.
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Siamo in guerra? Allora ci sono cose che un comandante in capo deve fare. E la legge americana su questo punto è un mirabile esempio. In emergenza non si scherza. Noi abbiamo bisogno di ventilatori, mascherine e stiamo facendo grandi sforzi e enormi casini per averli. Succede anche in America, ovunque, ma oggi Donald Trump ha fatto una cosa che ti fa capire perché quel paese continua ad essere la terra della Bibbia, della forca e della Colt, quella frontiera chiamata libertà.
01
America, piano da 2 mila miliardi (e ordini da stato di guerra)
Donald Trump ha prima incassato il via libera del Congresso sul piano da 2.000 miliardi di dollari, poi ha pigiato il pulsante e azionato il Defense Production Act, la legge emanata nel 1950 all'inizio della guerra di Corea. A che scopo rispolverare quella legge? Rullo di tamburi... Trump ha ordinato a General Motors di produrre i ventilatori che servono ai malati di coronavirus con difficoltà respiratoria. Cosa fate? Automobili? Bene, mark my words, Jack: da oggi fai respiratori per i malati. This is America.
I casi di coronavirus negli Stati Uniti stanno viaggiando verso i 100 mila (siamo a quota 97.226, gli Usa hanno superato la Cina, secondo i dati di Johns Hopkins University), i morti sono 109 e Trump si gioca l'elezione alla Casa Bianca. È entrato in modalità Commander in Chief e punta a fare strike contro il virus. Ci riuscirà? I sondaggi per ora lo premiano, anche quello pubblicato oggi da Washington Post e Abc News dà i suoi consensi in netta ascesa: il 48 per cento dei votanti approva il suo operato, mentre il 46 per cento è scontento. Trump è 5 punti sopra il sondaggio di febbraio, il suo risultato migliore era 44 punti. Sono tutti segnali che vanno in favore del presidente uscente, ma i Democratici possono giocare le loro carte, hanno votato con Trump il piano anti-crisi e la corsa è ancora lunga. E infatti, eccola qui, Nancy Pelosi, che mostra il trofeo che... ha colto con Trump. La legge per battere il coronavirus, un assegno per salvare le vite degli americani. E con chi altri poteva fare Bingo, Nancy, sempre e solo con Donald. Si odiano. E si amano.
L'America si è svegliata e ha cominciato a combattere contro il coronavirus e soprattutto rispondere alle ribalderie della Cina. Un luogo dove troppe cose non tornano. Quali cose?
02
Cina, rivolte e numeri delle urne (non sono quelle elettorali)
Quella della rivolta l'ha beccata Francesco Palmieri che a un certo punto del pomeriggio è arrivato con un video: "Guarda qua, sembra una protesta a Wuhan....". Una protesta a Wuhan? Fai vedere. Ok, verifichiamo tutto con le nostre fonti e diamola. Bang, Francesco l'ha scritta, sta facendo il giro del mondo. Com'è andata? Così, cronaca dell'Agi:
Una sommossa spontanea è scoppiata oggi al confine tra le province dello Hubei e dello Jiangxi, nella Repubblica Popolare Cinese, dove diverse migliaia di cittadini hanno attaccato la polizia, malmenando gli agenti e devastando diversi automezzi delle forze dell'ordine. Le immagini dei disordini, riprese da privati cittadini con i telefonini, sono state veicolate sul web e un video è stato postato anche da Voice of America nell'edizione cinese. La rivolta ha avuto luogo nella contea di Huangmei nello Hubei, sul lungo ponte che attraversa il fiume Yangtze e che conduce alla città di Jujiang, nella provincia dello Jiangxi. La rabbia popolare è scoppiata al termine della quarantena nel territorio dell'Hubei, che conta circa 60 milioni di abitanti di cui 11 sono concentrati nella metropoli di Wuhan, focolaio originario della pandemia di coronavirus.
La mitigazione delle restrizioni sanitarie imposte alla provincia cinese (che a Wuhan invece dureranno fino all'8 aprile) ha consentito, dal 25 marzo, la parziale ripresa degli spostamenti individuali. Le autorità locali nello Jiangxi hanno tuttavia condizionato l'accesso ai residenti dell'Hubei alla presentazione di un certificato medico. Stamattina l'applicazione di questa misura avrebbe prima provocato uno scontro fra gli agenti di polizia delle due province, quindi ha dato luogo alla rivolta di massa. Migliaia di cittadini della contea di Huangmei, provati da un isolamento di sessantadue giorni che li ha privati persino delle libertà individuali, si sono diretti sul ponte e hanno sopraffatto gli agenti di polizia dello Jiangxi dando sfogo alle violenze. Per sedare la sommossa è intervenuto il segretario del Partito Comunista di Huangmei, assicurando un confronto con le autorità della città di Jiujiang per risolvere la questione. Le difficoltà dei residenti nella contea di Huangmei, che ora tornano a lavorare fuori della provincia, sono acuite dai collegamenti ferroviari, perché sono costretti a raggiungere lo snodo collocato nella provincia confinante.
Strano, in Cina va tutto così bene, il nostro governo ringrazia Xi Jinping come un benefattore. Cose davvero notevoli, un sottosopra dietro l'altro, in Italia.
E quella delle urne com'è? Niente elezioni, le urne sono quelle cinerarie e c'è qualcosa che non va. Ci sono file lunghissime, migliaia di urne funerarie e il conto dei morti fornito dalle autorità cinesi non torna, è inferiore. Bloomgerg ha cominciato a indagare e fare i conti. In particolare pare che "mercoledì e giovedì scorso siano uscite dalle otto case funerarie della città circa 2.500 urne. Il quotidiano Caixin ha pubblicato una foto con 3.500 urne accatastate sul terreno. Alcune famiglie hanno raccontato di essere state costrette ad aspettare diverse ore per ritirare le ceneri senza però che nessuno abbia fornito dei numeri su quante possano essere state le urne. Secondo i dati ufficiali delle autorità di Wuhan, nel quarto trimestre del 2019 ci sono state 56.007 cremazioni. Sono 1.583 in più rispetto a quelle del quarto trimestre del 2018 e 2.231 in più rispetto allo stesso periodo del 2017". Che significa? Che i cinesi non sono affidabili, non dicono la verità sui decessi per coronavirus. D'altronde, l'Italia al primo posto dei decessi è un controsenso in eccesso. Pechino non la racconta, noi la raccontiamo troppo.
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C'è altro? Be', una robetta, l'Unione europea rischia l'implosione, mentre il coronavirus è in fase di esplosione in tutta Europa e negli Stati Uniti. Chiunque può vedere come stanno le cose, la realtà è squadernata, puntuale, onesta, inesorabile.
Qualcuno festeggia l'agonia dell'Unione, ma il collasso in realtà è un dramma, qui pensiamo che sia uno strumento di cooperazione strategico, necessario, senza il quale il nostro destino sarà quello di diventare il protettorato di qualcun altro distante dai nostri valori, molto probabilmente della Cina, una dittatura. Chi sostiene che finita l'Ue comincia la libertà non ha capito cosa sta montando là fuori. L'Unione europea ha bisogno di riforme profonde, non di un'eutanasia, perché nessun paese da solo può combattere la battaglia tra titani che è in corso. Neppure la Germania, che oggi s'illude di poter restare in piedi, come un guerriero solitario.
03
La pagina nera del Consiglio europeo
Il Consiglio europeo dell'altro ieri è una pagina nera nella storia dell'istituzione. I 27 paesi che non trovano un accordo sul piano anti-crisi per contrastare il coronavirus lasciano il segno indelebile dei loro egoismi, della loro cecità e ignoranza di fronte alla potenza della storia.
Il premier Conte che prima non firma e poi firma le conclusioni del vertice è il "The End" perfetto di un film tra il grottesco e il tragico. Nessun equivoco, è andata esattamente come doveva andare: Conte ha tentato il bluff, la Germania di Angela Merkel ha tenuto il punto, ma non si poteva arrivare ai titoli di coda senza un documento comune e così, senza una soluzione, l'Italia ha poi firmato il nulla, un rinvio di due settimane. Né Eurobond né prestiti incondizionati dal Fondo salva Stati, il Mes. I leader hanno comprato tempo senza spendere un briciolo di intelligenza in un'emergenza che sta stravolgendo la nostra esistenza.
Due settimane. Una sospensione infinita, un tempo d'attesa che in questa storia è un'enormità perché in 14 giorni muoiono tante persone, si perdono 336 ore per organizzare l'emergenza sanitaria e programmare il rilancio economico, si accumula un ritardo di molte altre settimane necessarie per preparare la fase dell'exit, l'uscita delle persone, il rientro nella vita "normale".
Non a caso il Presidente della Repubblica ieri sera ha deciso di parlare di nuovo alla nazione. E il cuore del suo discorso è il temporeggiare dell'Unione europea.
04
La minaccia, l'Europa, l'appello. Il gong del Quirinale
Discorso del Presidente della Repubblica che invoca l'accordo tra gli Stati e l'intervento rapido dell'Unione: "Superare vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l’Europa"
Nel giorno più difficile da quando è iniziata la crisi del coronavirus, con un bollettino di 969 morti in un solo giorno (il numero più alto in assoluto), dopo un Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo che è finito con un rinvio di due settimane, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso di parlare nuovamente alla nazione. Ecco il suo messaggio. Buona lettura.
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Mi permetto nuovamente, care concittadine e cari concittadini, di rivolgermi a voi, nel corso di questa difficile emergenza, per condividere alcune riflessioni. Ne avverto il dovere. Continua a leggere il discorso del Presidente Mattarella su List.
05
Il giorno più nero
L'ultimo bollettino della Protezione civile è tremendo, 969 morti in un giorno, mai così tanti dall'inizio del contagio:
I morti in 24 ore sono 996, mai così tanti. Probabilmente stiamo arrivando a una sorta di plateau dell'epidemia, questo sostengono alcuni esperti che List consulta tutti i giorni. Quando accadrà? Le nostre fonti dicono nella prima settimana di aprile, ma stiamo navigando in acque incognite e finora si è spostato sempre in avanti l'appuntamento con la discesa, che avviene quando i contagiati si riducono a pochi casi, i ricoverati diminuiscono (per effetto di guarigioni e, purtroppo, decessi) e così la situazione si stabilizza con un andamento rapido della curva verso lo zero. Per ora, siamo ancora in un mondo teorico, con giusto qualche timido segnale.
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Lo ripetiamo, bisogna essere lucidi, razionali, determinati e flessibili. Vale il motto del giocatore di biliardo quando scruta il gioco con la stecca in mano: calma e gesso. Tra Berlino e Roma invece manca proprio questo, la razionalità. O forse la Germania ne mette troppa, come spesso capita quando si entra in zona teutonica.
06
È sempre Italia-Germania
I pugni sul tavolo del premier Conte, le notizie con le "fonti del governo" (Casalino) sono soltanto scena per i telegiornali (anvedi, spezzamo le reni alla Germania), ma la realtà racconta un'altra storia: non è l'Italia che deve decidere i destini dell'Europa, ma come sempre è la Germania. Noi facciamo la nostra parte, quella di Arlecchino (sempre servitore di due padroni), la cecità della classe dirigente tedesca è un fatto grave e non nuovo nella storia. Quando a Berlino non vedono, non ascoltano e non sentono, purtroppo arrivano sempre guai seri. Lo scenario della Germania è quello che preoccupa: il surplus di bilancio e la potenza finanziaria dello Stato tedesco velano la vista della classe dirigente, una leadership declinante come quella di Angela Merkel non ha trovato una sostituzione, questo deficit di carisma, capacità, energia e esperienza fa sentire il suo peso, enorme, e il quadro del paese è frantumato per cui cedere sulla mutualizzazione dei debiti in Europa significa irritare lo spirito del contribuente tedesco, allenato dalla stampa teutonica a pensare che quelli del Club Med siano tutti degli imbroglioni da spiaggia.
Si può cancellare di colpo lo "zero nero" in patria (il pareggio di bilancio), ma il relax contabile degli altri è una formidabile arma per la propaganda delle ali estreme dello schieramento politico, una manna per Linke e AfD, campo libero per la transumanza dei voti verso i Verdi, una croce sul destino dei due partiti un tempo popolari, Cdu e Spd. Così la Germania merkeliana senza un dopo Merkel, non avendo chiaro il destino di se stessa e senza una risposta pronta per il futuro dell'Europa, gioca anch'essa al rinvio. È una scelta che s'incrocia con il cammino dell'epidemia: a Berlino vogliono vedere dove finisce (o comincia) la progressione del coronavirus in patria, quanti contagiati, quanti morti. Sono numeri che poi detteranno l'agenda europea della Germania, il lavoro diplomatico a Bruxelles sarà deciso dalla crisi sanitaria. Alla fine, in campo c'è sempre Italia-Germania. E i numeri purtroppo per tutti non sono quelli del 4 a 3. C'è in palio la vita e la salute di milioni di persone. Siamo in guerra per la sopravvivenza, contro il coronavirus e la carestia, l'impoverimento di massa.
07
Draghi e il tempo di guerra
Mario Draghi sul Financial Times ha indicato la via (l'arma del debito pubblico, l'incorporazione nei conti pubblici del debito privato provocato dal collasso economico) e naturalmente questo non significa che si possa gonfiare il bilancio dello Stato con disinvoltura. Si è chiusa un'era, ma non sono chiusi i mercati. Che infatti oggi hanno registrato con un profondo rosso il disaccordo dell'Unione europea e l'avanzare dell'epidemia in America. Ci sono due cure da mandare avanti: quella sanitaria e quella economica.
Abbiamo tutti scritto che si tratta di una guerra e la definizione non è per niente ardita, è corretta, solo che va precisata e contestualizzata. Ci sono molti buoni motivi per affermare che la guerra sarà vinta. Non essendo Paganini, possiamo ripeterci: la crisi del coronavirus non è la fine di tutto, non è la fine del mondo, non è l'Armageddon.
Quella del coronavirus è la guerra di una generazione che non ha mai visto la guerra e ha vissuto finora in pace, fin troppo comodamente, mandando a morire gli altri quando serviva (quasi sempre gli americani) e spesso voltando lo sguardo di fronte alle contraddizioni del nostro capitalismo.
Avere un minimo di senso storico aiuta a capire chi siamo, dove siamo e qual è il nostro destino. La nostra è una guerra importante, può causare grande distruzione, soprattutto se la gestione della crisi non segue un certo ordine, precipita nell'irrazionalità. Il nostro più grande nemico non è il coronavirus, ma il disordine. Senza un disegno razionale, perdiamo. Ma se usiamo l'intelligenza, la scienza, la forza economica del presente, vinciamo.
08
Ieri e oggi. Note sulla guerra
Il problema principale è quello delle leadership contemporanee che non conoscono la guerra, il sacrificio del conflitto e, smarrite nell'inesperienza, provano sgomento di fronte alla morte. È comprensibile, ma la storia ci dà una misura esatta di quello che abbiamo di fronte e delle prove che l'umanità ha superato. Dei colossali errori, degli indicibili orrori. Basta un solo libro, "All Hell Let Loose", di Max Hastings, per cambiare prospettiva e rimettere i fatti in fila, senza farsi prendere dalle emozioni che finiscono per deviare il cammino.
Ecco un paio di note rapide stese sul taccuino durante la lettura del prezioso libro di Hastings.
- Durante la Seconda guerra mondiale - l'evento più grave nella storia dell'umanità - sono morte quasi 60 milioni di persone;
- La guerra ha rappresentato un'esperienza indelebile, il comportamento durante il conflitto ha segnato la vita - nel bene e nel male - di tutti, anche di chi non era in trincea. C'è chi è ricordato come un codardo, chi ha conquistato la fama (e l'agiatezza) per il suo eroismo. Il campo di battaglia è (e sarà sempre) la vita di tutti i giorni;
- Tra il settembre del 1939 e l'agosto del 1945 ogni giorno morivano 27 mila persone;
- Per ogni uomo ucciso in battaglia, altri tre venivano gravemente feriti;
- La guerra ha innescato paura collettiva, lutto, coscrizione di massa, allontanamento, schiavitù, prostituzione, migrazioni;
- Metà della popolazione inglese cambiò luogo di residenza durante il conflitto.
Siamo immersi nella società dell'immagine, dicono, ma a quanto pare questo ha un effetto-oblìo sulla memoria. Qualche immagine sulla devastazione della Seconda guerra mondiale può aiutare a mettere ogni tessera del mosaico al posto giusto, dare un contesto e una dimensione storica - e dunque presente - a quello che stiamo tutti vivendo.
Cosa significa tutto questo? Che il coronavirus è un grande nemico, ma ne abbiamo avuto ancora più grandi e questo avversario così potente e così infinitamente piccolo si può battere. Come in qualsiasi guerra, bisogna avere una tattica e una strategia. Siamo andati in battaglia contro il virus senza l'una né l'altra. Esempio: qual è il nostro obiettivo strategico? Salvare tutti? Allora non ci stiamo riuscendo e questo perché la tattica fa acqua da tutte le parti. Altra domanda: chi dobbiamo salvare? I soggetti più esposti alla malattia, risponde quello più svelto di tutti. Giusto, ma allora abbiamo sbagliato perché gli anziani stanno morendo lo stesso e spesso da soli in casa, non hanno protezione, arrivano in ospedale senza nessuno, corpi dimenticati. Dite che ora sono isolati? Bene, e allora chi sta badando a loro? Il vostro cronista ha visto uomini e donne molto, molto anziani in fila alla farmacia e al supermercato. Non dovevano stare là, dovevano stare a casa, essere assistiti da qualcuno. Chi? Lo Stato, mentre stiamo buttando miliardi su miliardi di euro e perdiamo vite infinitamente preziose perché abbiamo cannato strategia e tattica. Le scelte sono state emotive, irrazionali, il lockdown è arrivato in pesante ritardo e tutto è andato a carte quarantotto. Troppo tardi? No, stiamo ancora dentro il campo di battaglia.
09
Vodka e Casa Russia
La notte sta sprofondando, dobbiamo anche riposare, ogni tanto, con moderazione 'che il troppo riposo fa male e in ogni caso non corriamo il rischio. Niente Gin Martini stanotte, solo vodka.
Ci accompagna nel buio la colonna sonora di La Casa Russia, film splendido, libro di John Le Carré che è una storia di spie e d'amore. Questa musica, un gatto che cammina sui tetti e una frase scolpita nel cuore, per sempre, Barley Blair che guarda Katya Orlova negli occhi: "Tu sei il mio solo paese ormai".
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l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.