1 Aprile

La trappola della paura

La crisi del coronavirus. Le leadership sono paralizzate dal timore della morte, manca soprattutto il coraggio. Il governo italiano cerca l'aiuto europeo senza invece preparare un suo piano per finanziare la ricostruzione. Il panico non salverà nessuno. Un'indagine di Lorenzo Castellani sullo tsunami del malcontento che arriverà

di Lorenzo Castellani

La politica è paralizzata dalla paura. Non v’è dubbio che sia il sentimento dominante di queste settimane, che ha portato alla chiusura della vita economica e sociale in mezzo mondo. La paura è da sempre il sentimento forte della politica, se non quello prevalente, tanto che Hobbes, devastato moralmente dalle guerra di religione del Seicento, lo pose alla base della sua rivoluzionaria teoria politica sullo Stato moderno, il Leviatano. Un sistema di successo perché fondato sulla paura e sulla necessità di allontanare ad ogni costo la morte, vero cristallo della modernità.

Prima la morte s’accettava come transizione verso i Campi Elisi o ricongiungimento con Dio, nel rispetto della superiore volontà. Dal Seicento, invece, e con la teoria politica del medico Thomas Hobbes, tutto cambia. Il potere si secolarizza definitivamente. L’individuo, la sua vita, la sua sicurezza ascendono al centro della vita associata. Una condizione che nei secoli s’è soltanto rafforzata, pur passando per immani tragedie.

Di fronte allo spavento delle opinioni pubbliche di oggi, le classi politiche sembrano terrorizzate. Chiudere tutto, tutti d’accordo, ma poi? I piani di rilancio sono ancora embrionali, seppure consistenti nella politica economica delle principali potenze, eppure nessuno si azzarda a prevedere calendari di riaperture e ritorno alla vita normale nemmeno dopo aver ampliato e riorganizzato le strutture sanitarie. La paura della morte predomina e la necessità fondamentale di allontanarne lo spettro trionfa nelle menti dei governanti e nel cuore di gran parte dei governati. Almeno fino a quando non avanzeranno più specifiche necessità, sempre legate alla sopravvivenza, come la fine della liquidità.

Alla paura della malattia, infatti, negli incubi della classe politica si aggiunge una crisi economica che era già nell’aria. Le banche centrali, veri e propri eserciti moderni, si sono mosse in tempo per scongiurare il collasso immediato, eppure il mercato...


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