22 Ottobre
In Spagna non vincerà nessuno
La domenica della secessione. In Catalogna 465 feriti negli scontri con la polizia. Il referendum è un drammatico corpo a corpo tra lo Stato e il popolo. Cosa accadrà domani? Cronaca e scenario di un fatto storico
Che fare? La domanda di Lenin resta senza risposta. Mariano Rajoy ha mandato la polizia in Catalogna, ha aperto quella che Julian Assange ha chiamato la prima guerra su Internet tra popolo e governo, ha chiuso i seggi, ha cercato di impedire che il referendum di indipendenza della Catalogna si celebrasse come cosa naturale e non contro la legge dello Stato, ha provato a difendere la Costituzione, il diritto, ma nello stesso tempo ha oltrepassato un luogo simbolico dal quale poi non si torna indietro, ha impedito un voto e difficilmente tutto questo resterà senza conseguenze. La realtà, quello che vediamo all'orizzonte è un paese che uscirà da questa domenica diverso, lacerato, a brandelli, inquieto, percorso da fantasmi. Il taccuino del titolare ha un numero: 465 feriti negli scontri tra votanti e polizia. E le immagini. E le urla. Il drammatico corpo a corpo tra uno Stato e una parte del suo popolo. La difesa della Spagna è dettata dalla legge, la risposta di Rajoy ha una sua ferrea sequenza, ma tutto quello che è venuto e verrà sono una parte sconosciuta del copione, l'imprevisto della storia, dello spirito del tempo, quello che il titolare di List non si stanca mai di ricordare, lo Zeitgeist. Il quadro europeo (e non solo) è in gran movimento, le leadership tradizionali sono indebolite da errori che impattano oggi ma vengono da lontano. La storia della Spagna è tra le più esemplari in questo zig zag del tempo.
L'immagine della polizia nazionale che interviene nei seggi e dei los Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, che restano immobili e se ne vanno, è la plastica rappresentazione del sottosopra spagnolo. C'è qualcosa che scricchiola nell'assetto istituzionale, la sua felice crescita, lo straordinario vigore di questo popolo, il suo meraviglioso passaggio dalla dittatura alla democrazia, sono arrivati all'incrocio...
Che fare? La domanda di Lenin resta senza risposta. Mariano Rajoy ha mandato la polizia in Catalogna, ha aperto quella che Julian Assange ha chiamato la prima guerra su Internet tra popolo e governo, ha chiuso i seggi, ha cercato di impedire che il referendum di indipendenza della Catalogna si celebrasse come cosa naturale e non contro la legge dello Stato, ha provato a difendere la Costituzione, il diritto, ma nello stesso tempo ha oltrepassato un luogo simbolico dal quale poi non si torna indietro, ha impedito un voto e difficilmente tutto questo resterà senza conseguenze. La realtà, quello che vediamo all'orizzonte è un paese che uscirà da questa domenica diverso, lacerato, a brandelli, inquieto, percorso da fantasmi. Il taccuino del titolare ha un numero: 465 feriti negli scontri tra votanti e polizia. E le immagini. E le urla. Il drammatico corpo a corpo tra uno Stato e una parte del suo popolo. La difesa della Spagna è dettata dalla legge, la risposta di Rajoy ha una sua ferrea sequenza, ma tutto quello che è venuto e verrà sono una parte sconosciuta del copione, l'imprevisto della storia, dello spirito del tempo, quello che il titolare di List non si stanca mai di ricordare, lo Zeitgeist. Il quadro europeo (e non solo) è in gran movimento, le leadership tradizionali sono indebolite da errori che impattano oggi ma vengono da lontano. La storia della Spagna è tra le più esemplari in questo zig zag del tempo.
L'immagine della polizia nazionale che interviene nei seggi e dei los Mossos d'Esquadra, la polizia catalana, che restano immobili e se ne vanno, è la plastica rappresentazione del sottosopra spagnolo. C'è qualcosa che scricchiola nell'assetto istituzionale, la sua felice crescita, lo straordinario vigore di questo popolo, il suo meraviglioso passaggio dalla dittatura alla democrazia, sono arrivati all'incrocio con la scritta "identità", questa forza che sta attraversando tutto il Vecchio Continente e ha fatto strike anche in America. Il confronto tra i catalani e il governo centrale è antico e di ben altra foggia rispetto ad altri che conosciamo, ma c'è un sottile e tagliente fil rouge che ormai da anni sta dividendo il campo politico, raccoglie i cocci della storia del Novecento e li assembla in un puzzle che ormai ha una sua forma: l'interno e l'esterno, il noi e il loro. Il caso catalano èconficcato nella carne della Spagna, nella sua storia multiforme.
La storia della Spagna è quella di una potenza imperiale, di un regno che seppe dominare, costruire, commerciare, edificare e distruggere. Fu grande, bella e tragica. Quello di oggi fino a poche ore fa era il racconto di un paese che aveva trovato la pace - dopo infinite guerre esterne e interne - con una lingua dolce diffusa in tutto il mondo, di una letteratura di prima grandezza capace di creare il primo romanzo moderno (il Don Chisciotte) e di moltiplicarsi ancora oggi, di una creatività capace di spargere visioni (il suo cinema) in tutto il mondo, di un ritmo travolgente che scorre nelle vene della sua musica, una cultura così magnetica da imprimere una curvatura sempre originale allo spazio del costume. La Spagna è una forza globale non per la sua economia, ma per la sua straordinaria vivacità e contaminazione culturale. Tutto questo non cesserà di esistere, ma un sassolino si è introdotto nel meccanismo dell'orologio spagnolo, la Catalogna.
L'evoluzione della politica spagnola è un laboratorio incandescente. Lo stato è antichissimo, ma la democrazia è giovane e costellata dalle guerre interne e dal terrorismo, il nazionalismo declinato in varie forme è un fatto non ideale ma materiale. Pochi paesi hanno lo stesso interesse che mostra la Spagna per quello che racconta la sua storia. Se in Italia c'è "un volgo disperso che nome non ha", in Spagna ci sono i nomi e le gesta degli eredi della Castiglia, della Galizia, dei Paesi Baschi, delle Asturias, dell'Estremadura, della Navarra, della Cantabria e di tutti gli altri luoghi ai quali si associano racconti e memorie che non sono un bagliore lontano, ma diventano ancora oggi dibattito politico, documento ufficiale del governo centrale e locale, comizio e programma politico. Il "localismo" della politica spagnola è una necessità dettata dalle sue straordinarie condizioni storiche.
Non è l'economia la molla che ha fatto uscire il folletto indipendentista dalla scatola magica, non è il denaro il propellente di questa navicella, la parola chiave è un'altra, parente di tutto lo straordinario che abbiamo qui solo accennato: l'immaginario politico. La secessione non renderà i catalani più ricchi, non darà loro la dimensione di una piccola potenza, ma la forza del "sogno" - di quell'antico sogno - è in ogni caso incontrollabile, è il movimento della massa raccontato mirabilmente da Elias Canetti nel suo capolavoro, "Massa e Potere". In questo libro poderoso Canetti tratteggia a un certo punto il carattere nazionale di alcuni popoli e agli spagnoli dedica queste righe dove appaiono il teatro (l'arena) e la tragedia (la corrida) come simboli permanenti di uno stato dell'anima:
L'inglese si vede comandante di nave, lo spagnolo matador. Al posto del mare, che appartiene al comandante, sta per il torero la folla che lo ammira. L'animale che egli deve abbattere secondo le nobili regole della sua arte, è l'antico mostro micidiale della leggenda. E non deve mostrare alcuna paura: il dominio di se stesso è tutto per lui. Ogni suo movimento è visto e giudicato da migliaia di spettatori. Sopravvive in ciò l'arena romana, ma il torero è diventato in essa un nobile cavaliere; egli si presenta come il combattente solitario; il medievo ha mutato il senso del suo agire, il suo costume, ma specialmente il suo prestigio. L'animale selvaggio sottomesso, lo schiavo degli uomini si erge ancora una volta contro di essi. (...) Il torero conosce esattamente la sua massa: i suoi passi sono calcolati, i suoi movimenti stabiliti come in una danza. Ma egli uccide davvero. Migliaia assistono all'uccisione e la moltiplicano per loro eccitazione. (...) Il torero nell'arena, che è per lui tanto, diviene anche il suo simbolo nazionale di massa. Ogni qualvolta si pensa a molti spagnoli insieme, si deve pensare al luogo in cui essi per lo più si trovano radunati.
Il luogo dove sono radunati. Geniale, Canetti. Non vi sembra di vederla anche voi la scena? Il posto dove gli spagnoli si vedono, il loro punto di riunione è il loro centro di tutto, diventa immediatamente teatro, scena, rappresentazione, luogo del cuore da difendere.
Domanda sul taccuino del titolare: quanto è spagnola oggi la Catalogna? Quanto si sente al centro dell'arena, matador, questa gente che è andata ai seggi, ha sfidato la polizia, ha preso le manganellate? Quanta Spagna c'è in una persona che prende un proiettile di gomma in faccia da un agente della Guardia Civil? La domanda di ieri sull'identità dello stato iberico da oggi diventa un pozzo di dilemmi.
Tra le piccole patrie d'Europa, quella catalana è sempre stata guardate dalle altre come "avanguardia". Molti anni fa, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, parlava a un allora giovane cronista delle capacità dei leader catalani di realizzare quello che la Sardegna non era mai stata capace di fare: essere autonomi senza spezzare la Spagna unita, essere nazione, identità, senza spaccare il filo che la legava agli altri fratelli. Cossiga prese perfino lo Statuto della Catalogna come modello per una riforma di quello della Sardegna, pensava a un'assemblea costituente. Nella mente di Cossiga c'era l'azione politica di Jordi Pujol e con l'andare degli anni si faceva strada in lui con forza l'idea che la Sardegna fosse Natzione e che i sardi come figli di una nazione dovessero vivere. Si faceva largo in lui non un'idea romantica di identità - Cossiga era tormentato nei suoi pensieri, ma non era un romantico - ma l'urgenza di trovare una risposta alle "eccezioni" sollevate senza chiedere il permesso dalla geografia e dalla storia. L'insularità, l'identità, il sentirsi speciali al punto da essere sempre al centro della scena (come nella corrida) e tutto il resto intorno ruota, la condizione di essere "isola", è prima di tutto un luogo dell'anima. Il radunarsi con se stessi.
Questa distanza siderale, due pianeti che sono entrati in rotta di collisione, è rappresentata perfettamente dal tono e dal linguaggio che usano i giornali nel raccontare questa storia. El Pais oggi usa la parola"golpistas" per tracciare l'identikit politico degli indipendentisti catalani:
"Non si tratta con i golpisti" scrive il giornale di Madrid che ha in mente, è più che logico, il pericolo di una Spagna che non è più "unita", parola chiave della sua storia. Dall'altra parte, a Barcellona, La Vanguardia presenta un altro mondo, un'altra visione, eccola:
Qui sono le cariche della polizia, la violenza a tenere il centro della scena, la repressione. Due mondi, due visioni, una Spagna? Questa domanda continua a essere inevasa, resta sul taccuino perché c'è un deficit nella risposta politica di entrambe le fazioni. Gli indipendentisti hanno tirato una riga quando hanno deciso di far svolgere lo stesso la consultazione referendaria nonostante la decisione contraria della Corte costituzionale; il governo centrale è rimasto intrappolato in una visione per forza ancorata al diritto ma povera di fantasia politica. Lo scontro era l'esito senza alternative di questa storia. La Vanguardia ha pubblicato un video dove la Guardia Civil è in fuga colpita da un lancio di sassi, a Sant Carles de la Rápita:
La fuga dell'autorità, lo Stato che ripiega, il popolo che si rivolta. Che cosa è tutto questo? È la rappresentazione della frattura che si è aperta oggi e non si rimarginerà facilmente. Il governo di Mariano Rajoy aveva il dovere di difendere la Costituzione, ma a che prezzo sta compiendo questo sforzo? Se lo scopo era quello di difendere di anche l'integrità della nazione, del suo popolo, la missione oggi appare incompiuta. La gente ha votato lo stesso, le immagini che vediamo sui nostri monitor sono quelle di un paese che ha un problema più grande di ieri e le file ai seggi ci dicono che il governo non è riuscito a impedire il voto. Non uno degli obiettivi di Rajoy è stato raggiunto. I catalani hanno votato, un voto illegale, certo, ma l'hanno fatto. Mentre il titolare di List scrive queste sue note, la Catalogna sembra inesorabilmente un "altro luogo" che ha dato un'accelerazione a un processo di cui si erano perse le tracce e colpevolmente il governo ha lasciato che maturasse in queste condizioni distopiche perché siamo in una della nazioni del mondo avanzato, nel cuore dell'Europa. È francamente tutto incredibile.
Mentre la cronaca incalza, i fatti si susseguono e riempiono il taccuino, al titolare di List balenano in mente due cose pescate dalla memoria: una frase del grande filosofo Josè Ortega y Gasset e un quadro del genio spagnolo della pittura, Francisco Goya.
"Il sonno della ragione genera mostri", dice la scritta di quest'opera del Goya del 1797. Il titolare la sposa con questa frase di Ortega y Gasset: "Saper comandare a se stessi è la prima condizione per poter comandare agli altri". La Spagna oggi è diversa perché ha dimenticato la lezione dei suoi maestri. Non vincerà nessuno.
01
Catalogna, stasera speciale su La7
Il titolare di List stasera alle 20:30 sarà a La7 ospite di Enrico Mentana in una puntata speciale di news e approfondimento dedicata al referendum in Catalogna. Sarà l'occasione per approfondire con Enrico e gli altri ospiti quello che per noi appare come un passaggio importante della contemporaneità, seguiteci.
C'è altro? La cronaca non dà tregua, il terrorista quotidiano che sparge sangue per le strade d'Europa è tornato. E non solo in Europa.
02
Il terrorista quotidiano
Sono due fatti di cronaca lontani tra loro e con la stessa radice. Andiamo in Francia e in Canada:
- In Francia, due donne sono state uccise a Marsiglia da un uomo armato di coltello. Urlava "Allah è grande". È stato ucciso dalle forze dell'ordine.Le vittime avevano una 21 anni e la seconda 30. Aggiornamenti live sul Figaro.
- In Canada, isola non più felice del multiculti, un uomo ha investito con un'auto una pattuglia della polizia, poi è sceso dalla macchina e ha accoltellato un poliziotto. Sempre lo stesso uomo, alla guida di un furgone bianco si è scagliato contro i passanti in una zona pedonale ferendo 4 persone. Nell'auto la polizia ha trovato una bandiera di Isis.
Non c'è molto altro da aggiungere. Sono fatti ormai seriali che fanno parte dello scenario contemporaneo. Per la cronaca, il premier del Canada, Justin Trudeau si è detto "estremamente preoccupato" e niente meno che "indignato" per l'accaduto. Trudeau fa parte di quella classe di politici illuminati e colti a prescindere, coccolatissimo dal jet set, che tende a non vedere cosa c'è intorno finché i problemi letali posti dall'estremismo islamista non arrivano in casa sua. Sono arrivati. Per la terza volta nel giro di pochi anni. Isis in Canada il 23 ottobre 2014 aveva già lasciato il segno con un attacco armato al Parlamento di Ottawa che aveva lasciato sul terreno due morti. Il 30 gennaio scorso un uomo aveva attaccato una moschea a Quebec City, uccidendo 6 persone e ferendone 8.
C'è altro sul taccuino? La politica ha ripreso a marciare suonando una musica che viene dal passato. Il caso Corbyn segnala che qualcos'altro, dopo la Brexit, sta accadendo nell'isola di Inghilterra. Una sfida al capitalismo. Seguite il titolare di List.
03
Corbynismo e capitalismo
Il leader del Labour Jeremy Corbyn ha trovato un messaggio chiave per il suo partito e ha un suono antico: nazionalizzare i servizi, riscoprire le parole d'ordine del socialismo. Siamo al sottosopra dell'epoca di Margaret Thatcher, un ritorno al passato del Labour e nello stesso tempo però siamo anche di fronte a una sfida lanciata verso il capitalismo, cioè qualcosa di vecchio che però di fronte alle sfide del mondo contemporaneo e alle sue ineguaglianze viene percepito come assolutamente nuovo.
Il Financial Times fa notare la faccenda alle sagome della City e chiede una risposta all'altezza di una piattaforma politica che ha poco altro ma affascina la classe media britannica. La "cosa di sinistra" di Corbyn, come sempre, ha cominciato a far venire l'acquolina in bocca ai sinistrati d'Italia nelle loro varie declinazioni. In effetti da tutte le parti è un fiorire di desideri di nazionalizzazioni che in realtà nascondono soltanto l'appetito dei partiti per il controllo dei posti di potere. La soluzione italica, in questo caso, è altamente sconsigliata. Anche in quello inglese, bisognerebbe aggiungere, l'era pre-Thatcher per gli inglesi non era quella di un'isola felice, ma di un paese in cui la classe media non viveva affatto bene. In ogni caso, il corbynismo funziona, attrae, magnetizza, riscuote l'interesse di chi ha un problema con questo capitalismo. E non sono pochi. I perdenti della globalizzazione esistono. E vanno corretti.
Dove andiamo? Sulla terra stanno succedendo cose che alimentano il desiderio di evasione. Andiamo su Marte con Elon Musk. Ma il suo piano funziona? Forse. Seguite il titolare di List, allacciate le cinture.
04
Il piano marziano di Musk funziona?
Elon Musk vuole andare su Marte. I lettori di List conoscono la storia, il suo piano di colonizzazione e la spinta che l'inventore di Tesla e Space X sta dando al progetto. Abbiamo video, grafici, simulazioni di tutti i tipi a nostra disposizione e nella corsa al pianeta rosso ormai si sono inseriti tutti i colossi dell'aerospazio, a cominciare da Lockheed Martin. Musk immagina il suo viaggetto più o meno così:
Ma funziona? Quelli di Wired se lo sono chiesto e la risposta è che forse bisognerà trovare un altro metodo per lanciarsi nello spazio profondo, a cominciare dalle piattaforme e dai mezzi a disposizione. La vecchia idea di usare l'aereo che ha la capacità di viaggiare nello spazio resta alla fine quella più plausibile. Chi vuole fare un passaggio in un mondo dove la questione del propellente e del mezzo per andare verso altri mondi emerge in pagina può leggere questo libro dello scrittore di fantascienza Cixin Liu.
Death's End è l'opera straordinaria di uno scrittore cinese che oggi è considerato tra i primi al mondo nel genere della fantascienza. Il titolare di List ne consiglia la lettura, arriverà tradotto in italiano nella collana Oscar Fantastica di Mondadori. Leggete, viaggiate con la mente.
05
1° ottobre. Francisco Franco
Nel 1936 Francisco Franco (nella foto in basso, con Dwight Eisenhower) viene nominato capo del governo in Spagna. E poi non venite a dire al titolare di List che la storia non ama giocare cinicamente a dadi con il destino degli uomini e delle nazioni.
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5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.