20 Aprile

Il governo moltiplica gli esperti. Churchill no

La conduzione di un esecutivo in emergenza richiede semplificazione, non moltiplicazione degli organismi. Storia e struttura del gabinetto di guerra di Churchill e cronaca della proliferazione dei comitati di Palazzo Chigi

di  Lorenzo Castellani

Il Presidente del Consiglio non ha mai fatto mistero d’ispirarsi in questa crisi a Winston Churchill. È la nostra ora più buia, ha più volte ribadito, parafrasando il grande Primo ministro che resistette ai nazisti e vinse la Seconda Guerra Mondiale. Conte, l’avvocato del popolo, ama disegnarsi come uno statista super partes.

Eppure la storia tornerebbe utile, se la si studiasse e non venisse utilizzata come specchietto per le allodole. Il Churchill che affrontò la guerra non aveva soltanto naturale piglio carismatico, ma anche la sensibilità del gran politico. Padroneggiava l’arte del governare. Entrato a Downing Street nel 1940 sostenuto da una grande coalizione di tutti i partiti (e anche qui forse ci sarebbe da imparare), dopo aver sostenuto una posizione largamente minoritaria tra i Conservatori, quella di rifiutare l’appeasement con Hitler, Churchill fronteggiò l’emergenza bellica varando con rapidità uno War Cabinet, il Gabinetto di Guerra, riunione ristretta dei ministri indispensabili alla conduzione delle ostilità. Nei momenti di crisi di una nazione il comando deve esser saldo, i decisori pochi, la linea politica chiara ed omogenea. Per questo il Primo Ministro accentrava nelle sue mani ed in quelle di pochi altri i destini della nazione. La presa di responsabilità politica era massima, l’intero popolo inglese confidava in un manipolo di uomini. Lo War Cabinet, infatti, era un’operazione di semplificazione, una razionalizzazione del sistema decisionale, un vertice concreto. Pochi ministri, competenze chiare, efficienza massima. I vecchi gabinetti pletorici, con venti o trenta componenti, non erano funzionali per le decisioni in tempo di guerra. Gli inglesi lo sapevano bene, già dalla Prima guerra mondiale. E non a caso le hanno vinte entrambe.

The Roaring Lion. Winston Churchill fotografato da Yousuf Karsh, uno dei più grandi ritrattisti del Ventesimo Secolo. Le foto di Karsh sono apparse su 20 copertine di...

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