20 Aprile
Il mondo del post coronavirus
Il prezzo del petrolio Wti per la prima volta nella storia va in negativo. Che cosa sta succedendo? Il taglio della produzione non è decisivo, non c'è domanda, ma dietro il crollo di oggi si cela un calcolo sul domani: il rimbalzo dell'economia quando finirà il lockdown. Merkel avvisa la Cina e dice ancora no agli Eurobond. La ripartenza in Italia? Nel disordine
Che succede? Il fatto politico più importante è l'accordo per il governo di unità nazionale in Israele. Arriva dopo 18 mesi di stallo, "esecutivo di emergenza nazionale", il quarto turno elettorale consecutivo non ci sarà. Benny Gantz e Benjamin Netanyahu hanno firmato il patto per governare uniti il Paese. Potenza del coronavirus. La carica di premier sarà a rotazione tra i due, comincia il leader del Likud per i primi 18 mesi. Vi ricorda qualcosa? Cribbio, sì, la famosa "staffetta" tra De Mita e Craxi. Che non ci fu mai, arrivò prima la crisi di governo.
Situazione in Italia? siamo riusciti a trasformare anche il coronavirus in un tran tran, si attende il Messia, la fine del lockdown, mentre i bollettini della Protezione civile si sono diradati, Borrelli non ci manca, Conte va avanti nella sua campagna d'emergenza che lo rende permanente e la riapertura s'è capito che in queste condizioni è una sfida a rischiatutto. È successo di tutto, ma non sta succedendo nulla. Siamo sempre intrappolati nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Questo passa il convento del Belpase, desolante, perché la Fase 2 è finita sulle sabbie mobili e l'Italia è davvero un caso nel caos.
***
Frase del giorno? È di Angela Merkel:
Io penso che quanto più trasparente la Cina sarà per quanto riguarda l'origine di questo virus, tanto meglio sarà per tutti in tutto il mondo, in modo da trarne le giuste le lezioni.
Se la cancelliera della Germania avvisa la Cina, vuol dire che ci sono troppe ombre in giro. Ci torneremo presto. Adesso che facciamo? Andiamo a vedere che cosa sta combinando il secondo virus, la crisi economica.
01
Il gioco del petrolio e il mondo dopo il coronavirus
Là fuori stanno accadono cose incredibili. Per la prima volta nella storia il prezzo del petrolio è...
Che succede? Il fatto politico più importante è l'accordo per il governo di unità nazionale in Israele. Arriva dopo 18 mesi di stallo, "esecutivo di emergenza nazionale", il quarto turno elettorale consecutivo non ci sarà. Benny Gantz e Benjamin Netanyahu hanno firmato il patto per governare uniti il Paese. Potenza del coronavirus. La carica di premier sarà a rotazione tra i due, comincia il leader del Likud per i primi 18 mesi. Vi ricorda qualcosa? Cribbio, sì, la famosa "staffetta" tra De Mita e Craxi. Che non ci fu mai, arrivò prima la crisi di governo.
Situazione in Italia? siamo riusciti a trasformare anche il coronavirus in un tran tran, si attende il Messia, la fine del lockdown, mentre i bollettini della Protezione civile si sono diradati, Borrelli non ci manca, Conte va avanti nella sua campagna d'emergenza che lo rende permanente e la riapertura s'è capito che in queste condizioni è una sfida a rischiatutto. È successo di tutto, ma non sta succedendo nulla. Siamo sempre intrappolati nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Questo passa il convento del Belpase, desolante, perché la Fase 2 è finita sulle sabbie mobili e l'Italia è davvero un caso nel caos.
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Frase del giorno? È di Angela Merkel:
Io penso che quanto più trasparente la Cina sarà per quanto riguarda l'origine di questo virus, tanto meglio sarà per tutti in tutto il mondo, in modo da trarne le giuste le lezioni.
Se la cancelliera della Germania avvisa la Cina, vuol dire che ci sono troppe ombre in giro. Ci torneremo presto. Adesso che facciamo? Andiamo a vedere che cosa sta combinando il secondo virus, la crisi economica.
01
Il gioco del petrolio e il mondo dopo il coronavirus
Là fuori stanno accadono cose incredibili. Per la prima volta nella storia il prezzo del petrolio è andato in terreno negativo: la quotazione del West Texas Intermediate (Wti), il contratto di riferimento per il mercato americano, chiude a New York in in calo del 305% a -37,63 dollari al barile. Negativo, mai visto prima nelle serie mensili compilate dal 1946 dalla Federal Reserve di St. Louis. Non c'è domanda (ora), il lockdown delle principali economie è in corso e lo stoccaggio fisico del petrolio sta raggiungendo il limite, il segnale per i trader è arrivato con la saturazione dell'impianto di Cushing, Oklahoma (nella foto qui sotto, un serbatio di stoccaggio). E così siamo in territorio sub-zero.
Conseguenza immediata per i consumatori americani: la benzina in alcuni Stati è ai minimi da 10 anni. Dunque tutto bene? No, perché il manicomio dei prezzi (che tanto pazzo non è, come vedremo) indica il malessere dell'economia globale. È in corso un sottosopra, si sta disegnando un nuovo ordine mondiale post coronavirus e tutti i grandi giocatori si stanno piazzando per giocare al meglio (o al peggio) questa partita. Il taglio della produzione non è - per ora - il fattore decisivo in questa fase del gioco.
Crisi economica? È visibile, il solo Stato di New York è alla ricerca di un prestito da 4 miliardi di dollari per pagare i sussidi di disoccupazione, ma nel caso del crollo storico della quotazione del barile ci sono (anche) altre ragioni, è un sofisticato gioco di compra e vendi, incrocio di scadenze, azione e reazione, valutazione dell'oggi e, come sempre, una scommessa sul domani.
Il prezzo del petrolio è influenzato da tanti fattori (soprattutto geopolitici), in questo caso bisogna guardare (anche) alle scadenze dei contratti future. Quello oggetto del crollo, il contratto Wti con scadenza a maggio, domani esce dal mercato e sarà sostituito da quello con scadenza a giugno, dunque i trader lo hanno lasciato precipitare per migrare sul nuovo contratto che infatti segna un calo importante (-23%) ma lontanissimo dal contratto precedente.
Il titolo facile da impaginare è che "il petrolio vale meno di zero" (e ovviamente il Wall Street Journal l'ha fatto), ma in realtà non è quello il punto chiave. Quello che oggi è un crash, domani probabilmente sarà un guadagno. È una situazione in cui i prezzi futuri di una materia prima sono più alti di quelli del presente. Il mercato ragiona così: oggi siamo nella bolla della crisi da lockdown e la domanda è bloccata, ma appena riparte la giostra, il prezzo volerà. In queste condizioni cosa si fa? Si abbandona l'oggi e si corre verso il futuro. È un grande gioco dove non tutto fila liscio, ma la cosa sta correndo davanti a noi. Si stanno accumulando le scorte per la battaglia della supremazia globale.
02
L'impatto del secondo virus
Il gioco del barile si capisce meglio se guardiamo queste mappe. Come andrà l'economia mondiale? Ecco la produzione quest'anno:
Ecco la mappa dell'anno prossimo, il 2021 su cui tutti puntiamo per la ripresa:
Strategia? Il bravo investitore in questo momento compra basso in attesa del rimbalzo, il buon imprenditore trasforma e potenzia l'azienda per farsi trovare pronto quando la domanda ripartirà. Chi è in difficoltà oggi, imprese e famiglie, va aiutato a superare la crisi. Da chi? Dallo Stato, la linea è quella delineata da Mario Draghi in un articolo sul Financial Times il 25 marzo scorso:
La pandemia è una tragedia umana di bibliche proporzioni (...) servono azioni coraggiose e necessarie. Tali azioni hanno un costo grande e inevitabile. Giorno dopo giorno le notizie sull'economia stanno peggiorando. (...) Una profonda recessione è inevitabile. (...) Dobbiamo evitare che si trasformi in una lunga depressione. (...) È chiaro che la risposta deve riguardare un significativo aumento del debito pubblico. La perdita di reddito nel settore privato dovrà essere assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Debiti pubblici più alti diventeranno un elemento permanente delle nostre economie e accompagneranno la cancellazione del debito privato"
Cosa è stato fatto? Molto dagli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Cina e dal Giappone. Sono le nazioni che dispongono della doppia catapulta del denaro: le banche centrali e la politica fiscale. Questa crisi, come abbiamo già scritto, ha rotto l'ortodossia delle politiche economiche, fatto emergere le teorie che venivano schiacciate regolarmente dal mainstream, prima fra tutte quella dell'Helicopter Money, il versamento diretto di liquidità nelle tasche dei contribuenti.
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La catapulta del denaro (e l'Italia)
A che punto siamo del nuovo gioco? Il Congresso americano in queste ore sta discutendo il secondo rifinanziamento da 450 miliardi di dollari per le piccole imprese, la Germania ha detto no ai coronabond e varato un suo piano da oltre 1000 miliardi, la Francia si sta via via attrezzando, l'Italia dice no al Mes, punta sui coronabond (che non arriveranno) e non ci resta che sperare nell'approvazione di un fondo europeo le cui risorse però non saranno disponibili a breve. Il grafico del Fmi sugli investimenti diretti e le coperture finanziarie dice esattamente come hanno lavorato i vari governi:
L'Italia tra le economie avanzate è l'ultimo paese per investimenti diretti, recupera con le coperture finanziarie, ma l'efficacia è tutta da dimostrare alla prova dello sportello bancario che in Italia è cominciata proprio oggi. Riportiamo le previsioni del Fondo monetario internazionale:
Le proiezioni del Fmi sono confermate (in peggio) da Standard & Poor's: calo del pil del 9,9%, (sempre il più grave fra le economie europee, disoccupazione in aumento dell'1,1%, con un tasso dell'11,1%. Rimbalzo nel 2021 e 2022? Uno scatto del 5,6 e 6%. Il problema è che bisogna prepararsi a farlo, lo scatto. Bisogna mettersi le scarpe e allenarsi in questi mesi. Lo stiamo facendo? Male e poco. Secondo S&P aiuterebbe "una risposta più coraggiosa a livello europeo". Arriverà? Non nella forma che inseguono i governanti italiani. La Germania non ha alcuna intenzione di dire sì agli Eurobond. Questo è il punto dove l'Italia rischia di avvitarsi in volo. Anche oggi Wolfgang Münchau sul Financial Times ha scritto che "L'Italia è più in pericolo di quanto la zona euro sappia". C'è un problema: neanche l'Italia sa quanto è in pericolo.
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Eurobond. Merkel dice ancora no
Angela Merkel oggi in conferenza stampa a Berlino (Foto Ansa)"Nein". Si dice in lungo e in largo che se Angela Merkel volesse, tutto in Europa andrebbe a dama, Eurobond compresi. In realtà il problema non è quello che vuole la cancelliera, ma quello che pensa il parlamento tedesco. E il Bundestag non voterà mai una mutualizzazione del debito europeo, perché la situazione nei gruppi parlamentari non lascia margini di manovra, perché i tedeschi non la digeriscono, perché la Corte di Karlsruhe rappresenta un muro difficilmente valicabile, la Costituzione della Germania è una cosa seria e i diritti del contribuente sono tutelati perfino con un tetto al prelievo fiscale. Dunque la Merkel durante un incontro con i parlamentari della Cdu ha ribadito che gli Eurobond sono "la via sbagliata" e che "la Germania sarà solidale", ma all'interno dei Trattati europei, con la loro eventuale modifica e per quello "ci vogliono due o tre anni". Messaggio a Conte: trova una via d'uscita perché la nostra porta è chiusa. In Italia, nel frattempo...
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Commercio. Corsa al prestito e rischio chiusura
Altrove si preparano a cogliere il rimbalzo che arriverà dalla riapertura delle attività, qui abbiamo i dati di Fipe Confcommercio che sono terrificanti: "Il settore dei pubblici esercizi - bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, discoteche, pasticcerie, stabilimenti balneari - con 30 miliardi di euro di perdite è in uno stato di crisi profonda con il serio rischio di veder chiudere definitivamente 50.000 imprese e di perdere 300 mila posti di lavoro. A conferma di questo già molti imprenditori stanno maturando l’idea di non riaprire l’attività".
Questa è la dura realtà che vedono tutti, anche coloro che per fortuna hanno un reddito garantito. La parabola di questa storia è chiara fin dal principio. D'altronde, il nostro sistema è talmente pro-impresa che le banche al primo giorno d'apertura per le pratiche del finanziamento da 25 mila euro (siamo al niente e si tratta in ogni caso di un prestito, non di un cadeaux) hanno lanciato l'allarme. Fonti sindacali confermano che ci sono "ondate di richieste su tutto il territorio nazionale" e francamente non si vede come potrebbe essere diverso. Se non hai soldi, cerchi i soldi dove sono i soldi. O almeno pensi che ci siano.
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La ripartenza? In rigoroso disordine
Attendiamo un documento ufficiale del governo, qualcosa che faccia chiarezza, metta fine alle voci. Niente. Così Confartigianato (associazione fondata nel 1946, 700 mila imprenditori associati) non può che commentare quello che sta accadendo, allargando neanche tanto metaforicamente le braccia: "Sta creando sconcerto la notizia che da oggi alcune industrie, anche non funzionali ad assicurare la continuità delle attività non sospese, riavvieranno la produzione sulla base delle autorizzazioni rilasciate dai Prefetti. Nomi importanti del Made in Italy, operanti in prevalenza nel comparto del lusso, godrebbero di una autorizzazione specifica per riavviare l'attività. Eppure tutte le imprese, a cominciare dalle più piccole, appartenenti a tutti i settori produttivi, hanno espresso il bisogno di riaprire e sono in attesa di indicazioni chiare". Arriveranno? Per ora siamo all'improvvisazione: "Assistiamo invece - aggiunge Cna - ad un processo disordinato e incomprensibile, apparentemente scollegato dai principi del Dpcm del 10 aprile, affidato all'iniziativa dei singoli e alle valutazioni discrezionali. Non è questo di cui c'è bisogno per contenere l'angoscia che sta assalendo gli imprenditori e per ridare speranza al Paese. È necessario che il Governo riprenda in mano la gestione della politica economica, sottraendola all'improvvisazione delle Regioni e all'arbitrio dei Prefetti, e definisca, con la massima urgenza e chiarezza, tempi e principi tesi a garantire la sicurezza cui attenersi per consentire all'Italia di riavviare i motori. In tempi tanto drammatici come quelli che stiamo vivendo la linea di comando deve essere veloce, corta e non mostrare incertezze. Eventuali errori verranno giudicati dalla storia, ma la mancanza di ordini non sarebbe perdonabile dagli stessi contemporanei". Confartigianato sa benissimo cosa è accaduto: partite Iva, professionisti, autonomi, mini imprese sono stati "scartati" dall'agenda del governo, vengono dopo, perché considerati figlio di un dio minore.
***
La serata non è finita, Wall Street ha chiuso male, dobbiamo attendere il giro di giostra delle borse asiatiche, notizie che avrebbero aperto i titoli oggi finiscono in breve talmente grande e straordinario è quello che sta accadendo. Faremo una pausa, l'American Bar è ancora chiuso. Una vita alcolica in lockdown, chi l'avrebbe mai detto. Ci manca tutto quello che amiamo, vorremmo abbracciarlo e spegnere questo incubo. Sì, viviamo tempi interessanti, forse troppo.
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- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.