25 Aprile
In attesa della liberazione
Il 25 aprile di un'altra fase storica, il new normal dell'era del coronavirus. Lo scenario economico, i numeri del Def, la corsa del debito, troppo Stato e poca impresa. Bisogna uscire da un'altra pandemia, quella dell'emergenza
Che succede? Attendiamo tutti la liberazione celebrando la Liberazione. Ognuno di noi, in questo 25 aprile che ricorderemo per sempre, pensa a quando finirà l'isolamento, al lento ritorno in una nuova dimensione, il new normal del coronavirus. Nella foto che apre questo numero di List, vediamo il presidente della Repubblica stamattina, da solo, salire le scale dell'Altare della Patria. Là c'è il ricordo di chi ha costruito la nostra democrazia. In molte case di italiani sono custoditi con amore foto, ritratti, di uomini e donne che hanno combattuto, servito la Patria. Onorare i caduti, ricordarsi del sacrificio fatto dai nostri nonni, bisnonni, padri, madri. L'Italia ha una storia lunga e tormentata e oggi siamo di nuovo a un bivio della nostra esistenza. In queste settimane abbiamo letto, ascoltato parole che non onorano chi ha dato tutto per la nazione. Gli anziani sono la nostra memoria, il nostro futuro che si rinnova.
Si avvicina il momento della verità, quello in cui si vede quanto e come sarà possibile fare al meglio (o al peggio) il giro di boa in una nuova era: quella del coronavirus. L'impatto del secondo virus è arrivato, tutti speriamo in una ripresa a V, ma sappiamo che quella più probabile sarà a U, ripartire sarà un processo lungo, fatto di stop and go. Sono entrati in gioco pienamente tutti i fattori della geopolitica. Ci siamo noi, ci sono gli altri, c'è l'Italia, il nostro paese, e ci sono le grandi potenze. I fatti rotolano a valle. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il rating può attendere
Standard & Poor's ha confermato ieri sera il rating dell'Italia a 'BBB' (due punti sopra il livello di 'junk' (spazzatura) e l'outlook resta negativo. La Bce ha opportunamente aperto in anticipo l'ombrello, accetterà come collaterale anche titoli che sono...
Che succede? Attendiamo tutti la liberazione celebrando la Liberazione. Ognuno di noi, in questo 25 aprile che ricorderemo per sempre, pensa a quando finirà l'isolamento, al lento ritorno in una nuova dimensione, il new normal del coronavirus. Nella foto che apre questo numero di List, vediamo il presidente della Repubblica stamattina, da solo, salire le scale dell'Altare della Patria. Là c'è il ricordo di chi ha costruito la nostra democrazia. In molte case di italiani sono custoditi con amore foto, ritratti, di uomini e donne che hanno combattuto, servito la Patria. Onorare i caduti, ricordarsi del sacrificio fatto dai nostri nonni, bisnonni, padri, madri. L'Italia ha una storia lunga e tormentata e oggi siamo di nuovo a un bivio della nostra esistenza. In queste settimane abbiamo letto, ascoltato parole che non onorano chi ha dato tutto per la nazione. Gli anziani sono la nostra memoria, il nostro futuro che si rinnova.
Si avvicina il momento della verità, quello in cui si vede quanto e come sarà possibile fare al meglio (o al peggio) il giro di boa in una nuova era: quella del coronavirus. L'impatto del secondo virus è arrivato, tutti speriamo in una ripresa a V, ma sappiamo che quella più probabile sarà a U, ripartire sarà un processo lungo, fatto di stop and go. Sono entrati in gioco pienamente tutti i fattori della geopolitica. Ci siamo noi, ci sono gli altri, c'è l'Italia, il nostro paese, e ci sono le grandi potenze. I fatti rotolano a valle. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Il rating può attendere
Standard & Poor's ha confermato ieri sera il rating dell'Italia a 'BBB' (due punti sopra il livello di 'junk' (spazzatura) e l'outlook resta negativo. La Bce ha opportunamente aperto in anticipo l'ombrello, accetterà come collaterale anche titoli che sono stati oggetto di declassamento a livello junk. La Bce si conferma come il soggetto che può agire con immediatezza a livello europeo, il resto è tutto da inventare e comunque, come vedremo, ha tempi lunghi. L'agenzia di rating prevede per l'Italia per quest'anno un calo del Pil del 10%, un deficit al 6,3% e un debito al 153%. La decisione di S&P ha senso, siamo in piena emergenza, fattori straordinari - e temporanei - sono in corso. E naturalmente l'agenzia avverte che "sarà possibile una revisione al ribasso del rating dell'Italia se il debito non sarà messo su una chiara via al ribasso nel corso dei prossimi tre anni e "se ci sarà un marcato deterioramento delle condizioni di credito che metta a repentaglio la sostenibilità delle finanze pubbliche, per esempio a causa di misure non sufficientemente di sostegno da parte dell'area euro".
La partita finanziaria del coronavirus è al fischio d'inizio. Come la sta giocando l'Italia? Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Def, è previsto un "Decreto Aprile" che sta per diventare "Decreto Maggio". Il fattore tempo qui è fondamentale, ne stiamo perdendo parecchio, alla luce delle nostre burocratiche lentezze questo è un dramma. Diamo una lettura rapida al Documento di economia e finanza approvato ieri dal governo.
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Il Def. Debito e coronavirus
Il Def è un documento che non ha quasi mai azzeccato una previsione, ma è un'interessante lettura per capire come si sta muovendo il governo. Siamo dentro l'economia del coronavirus e infatti il Documento di economia e finanza parte con un primo grafico, il contagio:
Salgono i casi totali di contagio, diminuiscono quelli giornalieri. Curva lenta rispetto a quella cinese di Wuhan, siamo a quasi due mesi di lockdown in via di esaurimento ma l'illusione della guerra lampo alla pechinese è svanita. Abbiamo migliorato il dato relativo alla terapia intensiva, questo è un fattore importante, uno stress di sistema che dobbiamo evitare. Ecco il grafico tratto dal Def:
Impatto sul clima di fiducia delle imprese? Eccolo:
Questi flash conducono a un quadro macroeconomico di guerra:
Come vedete, le stime del governo sono migliori di quelle pubblicate da Standard & Poor's. Ci sono due punti di differenza sul Prodotto interno lordo (-8% vs -10% di S&P). I numeri del Tesoro dicono che "l’ingente aumento del deficit e una perdita di Pil nominale cifrabile in oltre 126 miliardi di euro in confronto al 2019 causerebbero un aumento del rapporto fra debito delle Amministrazioni pubbliche e Pil al 151,8%, dal 134,8% dello scorso anno". Anche in questo caso le cifre di S&P sono più severe (-153% vs -151,8%). In realtà siamo in un quadro che ha enormi margini di incertezza.
Il Consiglio europeo ha rinviato le decisioni sullo strumento di rilancio economico, il Recovery Fund, e in ogni caso il punto chiave è nelle politiche nazionali, negli investimenti diretti e nella capacità di far funzionare il meccanismo del credito e le relative coperture. Su questo punto, visti gli ingranaggi della burocrazia italiana, la prudenza è più che mai un obbligo, è questione di sopravvivenza del buon senso. Aspettiamo con il taccuino squadernato gli esiti di queste manovre.
03
Fare economia. Troppo Stato e poca impresa
Dalla lettura del Def emergiamo con questa sintesi: in 12 anni l'Italia farà più deficit per 411 miliardi e la disoccupazione nei prossimi anni sarà sempre alta, a quota 11,6%. Senza lavoro, non c'è reddito. Senza reddito, non c'è benessere. Dov'è il lavoro? Non c'è a sufficienza perché manca sempre il fattore fondamentale: la riorganizzazione dell'impresa in raccordo con lo Stato. Quello che fecero i grandi ricostruttori dell'Italia nel Dopoguerra, la premessa del miracolo economico. Pensare che lo Stato sia l'imprenditore e dispensatore di sussidi (reddito di cittadinanza, d'emergenza, casse integrazioni, oboli di varia natura) in cambio di un'alta tassazione (la pressione fiscale rimane sostanzialmente invariata) è un errore di prospettiva. Come ha scritto Mario Draghi sul Financial Times, l'intervento pubblico oggi serve per assorbire lo shock, ma non per sostituirsi all'iniziativa privata, alle aziende.
Cosa dice il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri? Sul taccuino abbiamo segnato alcuni passaggi della sua introduzione al Def.
- Le misure di distanziamento sociale e le chiusure produttive sono state estese fino ai primi di maggio e si prevede che la successiva riapertura delle attività produttive procederà per gradi. Da tutto ciò discende che il crollo dell’attività economica che si è registrato soprattutto dall’11 marzo in poi è non solo senza precedenti, ma non verrà pienamente recuperato nel breve termine. Il valore aggiunto rimarrà dunque inferiore al livello di inizio d’anno per molti mesi, pur recuperando rispetto ai minimi di aprile.
- In considerazione della caduta della produzione e dei consumi già registrata e di queste difficili prospettive di breve termine, la previsione ufficiale del Pil per il 2020, che risaliva alla Nota di Aggiornamento del Def del settembre scorso, è stata abbassata da un aumento dello 0,6 per cento ad una contrazione dell’8 per cento. Questa nuova previsione sconta una caduta del Pil di oltre il 15 per cento nel primo semestre ed un successivo rimbalzo nella seconda metà dell’anno.
- Il recupero del Pil previsto per il 2021 è del 4,7 per cento, una valutazione prudenziale che sconta il rischio che la crisi pandemica non venga superata fino all’inizio del prossimo anno.
- Con il Decreto Cura Italia, si è poi messo in campo un primo intervento, pari a 20 miliardi di euro (1,2 per cento del Pil) in termini di impatto sull’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche e circa 25 miliardi di nuovi stanziamenti di risorse.
- Si è intrapresa la preparazione di due nuovi provvedimenti che il Governo si accinge a sottoporre al Parlamento. Il primo è un decreto contenente ulteriori misure di sostegno a lavoratori e imprese per aumentarne la resilienza e preparare al meglio la fase di ripresa. Il secondo sarà dedicato a una drastica semplificazione delle procedure amministrative in alcuni settori cruciali per il rilancio degli investimenti pubblici e privati (soprattutto appalti, edilizia, commercio, controlli).
- La dimensione del prossimo decreto è molto rilevante, essendo stata cifrata in 55 miliardi in termini di maggiore indebitamento netto su quest’anno e 5 miliardi a valere sul 2021, al netto dei maggiori oneri sul debito pubblico. L’intervento sul 2020 è equivalente al 3,3 per cento del Pil, che assommato al Cura Italia porta al 4,5 per cento del PIL il pacchetto complessivo di sostegno all’economia, a cui si aggiungono garanzie per circa il 40 per cento del PIL.
- La pressione fiscale scenderà dal 41,9 per cento del 2019, al 41,8 per cento nel 2020 e al 41,4 per cento nel 2021.
- Grazie allo spirito di collaborazione che ha contraddistinto tutte le parti pur con le note differenze di vedute iniziali, si sta oggi profilando un ventaglio di risposte Europee alla crisi. Esse comprendono il futuro fondo per finanziare gli ammortizzatori sociali, denominato SURE e che potrà arrivare fino a 100 miliardi; l’ampliamento delle risorse della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per garantire fino a 200 miliardi di nuovi prestiti a livello UE; la nuova linea di credito (Pandemic Crisis Support) del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), che potrà arrivare fino al 2 per cento del PIL dei Paesi che vorranno farne richiesta; ed infine, il costruendo Fondo per la Ripresa, che nelle intenzioni del Governo italiano dovrà essere lo strumento più importante e decisivo per il rilancio dell’economia e il futuro sviluppo dell’Unione negli anni post-crisi.
La visione di Gualtieri è ottimista, punta sulla capacità di intervento dello Stato (e sul punto abbiamo seri dubbi corroborati dall'esperienza, pensate solo alla mole di decreti attuativi da approvare, necessari per far funzionare le norme) e soprattutto non c'è un passaggio forte dedicato al mondo delle imprese che invece è decisivo per la ripresa economica del paese. Come ha fatto notare il professor Giuseppe De Rita nel suo libretto del Censis che abbiamo pubblicato su List, la storia, la realtà, la composizione del mosaico dell'Italia, ci dicono che le energie positive, quelle che producono slancio, sono di altro segno rispetto alla visione da iper-Stato che propone il governo:
Il pericolo naturale che sta sotto una tale evoluzione è che tutti insieme (governo e popolo) si sottovaluti il fatto che la potenza del nostro sistema (così come l’abbiamo costruita nei decenni passati) non sta nella visione e governo di un solo soggetto (politico o statuale che sia), ma sta nella molteplicità e nella vitalità dei soggetti sociali, di milioni di imprese e famiglie che “sfangano la vita nel lavoro quotidiano”. Ed è la ricchezza di questo modello che va salvaguardata, prima che la forzata inerzia dei comportamenti individuali e collettivi imposta dalla pandemia crei una pericolosa scivolata nell’apatia collettiva. Ove succedesse, non basterà fuggire in avanti, verso ipotesi e traguardi che verranno, come qualcuno comincia a descrivere e proporre.
La ricchezza del modello italiano non è quella dello Stato, non siamo di fronte a una stagione di intervento dell'Iri, non ci sono - con tutto il rispetto per gli attuali attori sul palcoscenico - i protagonisti della Ricostruzione dell'Italia negli anni Cinquanta e poi del miracolo economico degli anni Sessanta e Settanta. Il presidente del Consiglio della Ricostruzione era Alcide De Gasperi (e a Palazzo Chigi oggi c'è Giuseppe Conte), non c'è l'Iri forgiata da Alberto Beneduce e Donato Menichella (che poi divenne su indicazione di Luigi Einaudi prima direttore generale e poi governatore della Banca d'Italia), non c'è un grande riorganizzatore dell'industria dell'acciaio italiana come Oscar Sinigaglia. Non c'è la classe dirigente tout court. Attendiamo che la Confindustria di Carlo Bonomi si pronunci con fermezza. Consigliamo agli industriali la lettura attenta dell'analisi del professor De Rita.
04
La pandemia dell'emergenza
Statalizzazione e accentramento delle decisioni, sovvenzioni e sussidi in economia, intromissione nella sfera privata. La nuova crisi del coronavirus ha rivelato le vecchie tendenze del nostro paese. Un saggio del professor Giuseppe De Rita sulla tracimazione dello Stato e l'amnesia sugli italiani che "sfangano la vita nel lavoro quotidiano"
"Lento all'ira" è il titolo di un libretto di Giuseppe De Rita, fondatore del Censis. Periodicamente De Rita coglie l'occasione per ricordarci che lo scienziato sociale deve avere i piedi ben poggiati sulla realtà e la mente allenata al vai e vieni sul carro alato della storia. L'occasione per il suo lavoro di riordino del caos è quella del coronavirus, la gestione dello straordinario con l'ordinario ritorno dell'Italia ai suoi antichi richiami di statalizzazione e sovvenzione, dramma e accentramento del potere. Lo shock dell'epidemia e la tracimazione della regolazione dall'alto della sfera privata come mai era accaduto prima, il pathos dell'informazione senza logos, la lotta tra il centro di rito romano e la periferia dell'-ismo locale in cerca di gravità permanente. "Una visione della crisi nei giorni del coronavirus" che De Rita orchestra in un libretto per il Censis che è diviso in quattro parti: il potere politico, il territorio, la comunicazione, la responsabilità. Lenti all'ira (e pieni di misericordia per l'Italia) pubblichiamo questo splendido affresco della crisi. Buona lettura.
di Giuseppe De Rita
Nel versetto biblico l’espressione “lento all’ira” è accoppiata al “ricco di misericordia”. Il testo che segue rende conto soprattutto della prima espressione, essendo alimentato da un continuato sconcerto per la gestione della travolgente crisi sanitaria degli ultimi mesi; ma è cosa buona e giusta fare mente e raccoglimento sulla misericordia che ha alitato sulle centinaia e centinaia di persone che hanno perso vita, speranze ed affetti per fronteggiare la pandemia con le loro specifiche professionalità e con la loro tensione al bene collettivo e alla coesione sociale. Continua a leggere il saggio di De Rita su List.
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Dopo aver letto De Rita, consigliamo agli imprenditori la lettura del discorso di Angela Merkel di fronte al Bundestag. È un gioco chiamato "scoprite la differenza".
05
Il piano Merkel
Il discorso integrale della cancelliera ieri al Bundestag. No agli Eurobond, sì al potenziamento del bilancio dell'Unione. Così Berlino guiderà la ricostruzione post coronavirus, senza mutualizzazioni del debito, proclami, populismi. La Germania prepara una svolta nella cooperazione tra gli Stati
Qual è il destino dell'Europa? Cosa farà la Germania? Quali sono le ragioni che hanno guidato Berlino durante il Consiglio europeo di ieri? La risposta è tutta nel discorso che ieri la cancelliera Angela Merkel ha fatto al Bundestag. Un intervento in Parlamento, rispettoso delle istituzioni e dei cittadini della Germania, non un post su Facebook, non una conferenza stampa senza domande, non uno spot in diretta televisiva di poco più di un minuto. La Cancelliera e il Parlamento. Una Repubblica e i suoi cittadini. I governanti e gli eletti dal popolo. La scelta del Recovery Fund come strumento di rilancio della crescita viene da Berlino e non da Roma, è la via dell'uso dei fondi del bilancio e non la mutualizzazione del debito, questa è la politica della Germania e non dell'Italia che aveva chiesto gli Eurobond pur sapendo che non erano neppure sul tavolo del negoziato. Basta controllare le fonti dirette per scoprire che la propaganda ha il fiato corto. Pubblichiamo il testo integrale del discorso della cancelliera Merkel al Bundestag perché è una guida al nostro tempo, indica le prossime tappe della politica europea, ci ricorda la differenza che passa tra uno statista vero e uno che si crede tale. Buona lettura.
di Angela Merkel
Egregio signor Presidente, care colleghe e cari colleghi, signore e signori. Stiamo vivendo tempi del tutto straordinari e gravi. E tutti noi, governo e parlamento, tutto il nostro Paese, siamo sottoposti ad una prova come non c'è mai stata dalla Seconda guerra mondiale, dagli anni fondativi della Repubblica federale. In gioco c'è niente di meno che la vita e la salute delle persone. E ne va della coesione e della solidarietà della nostra società e in Europa. Io sto dinnanzi a voi come la cancelliera di un governo che nelle scorse settimane ha deciso insieme ai Laender federali delle misure per le quali non c'è alcun precedente storico sul quale sia possibile orientarsi. Noi abbiamo inviato a voi, il Parlamento, dei progetti di legge e vi abbiamo chiesto l'approvazione di mezzi finanziari di una dimensione che prima della pandemia del coronavirus era semplicemente inimmaginabile. Ringrazio di tutto cuore per il fatto che il Bundestag, come del resto anche il Bundesrat, in queste difficili circostanze abbiamo discusso e deciso i provvedimenti legislativi con estrema rapidità. Continua a leggere l'articolo su List.
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Facciamo un recap dello scenario, usiamo un report appena pubblicato da Bank Of America, si occupa anche di noi, dell'Italia.
06
Passata la bufera... arriva la tempesta
Punto nave sull'economia. Ecco il quadro degli indici Pmi in Europa:
Fa scopa con il grafico sulla fiducia che abbiamo impaginato sopra, lo shock è vasto e profondo. Consolazione: peggio di così non può andare. Obiezione: siamo al fondo, ma qualcuno potrebbe cominciare a scavare. Chi? Visto il livello del dibattito nel paese, l'Italia è un ottimo candidato per il lavoro di vanga. Il lato inquietante della vicenda è che il governo (leggere cosa scrive lo stesso Gualteri) attende la ciambella di salvataggio dall'Unione europea. Ma come scrivono gli analisti di BoFa nel report il Recovery fund "resta un foglio vuoto". Lo riempiranno con qualcosa, questo è certo, ma qui il fattore tempo è tutto: mentre si compilano fogli excel, la cassa delle imprese e delle famiglie sta bruciando. Qui sta l'inconfessato, il non detto di tutta questa storia: la riapertura è obbligata perché il tempo corre e la situazione sociale rischia di andare fuori controllo. La Fase 2 in queste condizioni sarà non solo disordinata, ma contrassegnata dall'ansia di regolare tutto con il risultato di costruire un sistema dove l'arbitrio (ne abbiamo avuto prova durante il lockdown) diventa l'unica regola. Ci avviamo a una fase caotica della nostra vita nazionale.
Lo scenario dell'area euro è in rapida evoluzione:
La prossima settimana avremo i primi dati sul Pil nel primo trimestre in Europa. Secondo le stime di Bank Of America la contrazione della produzione sarà pari al 4% trimestre su trimestre, con la Francia a -3.1, l'Italia e la Spagna a -4.3%. Le vendite al dettaglio crolleranno a -25% mese su mese. Il peggio è passato? No, il secondo trimestre del 2020 potrebbe perfino andar peggio. Passata la bufera, arriva la tempesta.
07
Europa e politica economica del coronavirus
Le conclusioni sul Consiglio europeo viste dagli analisti di Bank Of America:
Il Consiglio europeo è andato in gran parte come previsto. I negoziati devono andare avanti, la Commissione europea ha il mandato di lavorarae sul "recovery fund" collegato al Bilancio europeo, c'è l'accordo per un vertice, probabilmente il 6 maggio. Pensiamo che questo possa essere sufficiente per fare felici i mercati per ora". Secondo BofA però tutte queste azioni sono "blande" e il riassunto non lascia grande spazio alle obiezioni: "Nessun dettaglio sulle linee di credito del MES, nessuna cifra sul "Recovery Fund. Il disaccordo sembra essere grande. Come parte del bilancio dell'UE, il fondo di recupero non farà sentire il suo effetto sull'economia prima del 2021, ed è probabile che ci saranno mesi di negoziati prima di fare chiarezza sulle sue dimensioni o sulla sua struttura. Questo ci preocccupa, la ripresa nel 2021 rischia di essere molto bassa e asimmetrica".
La politica economica nel regime del coronavirus è soprattutto nazionale, la prima risposta è quella dello Stato (non imprenditore). È un dato di fatto.
08
Globalizzazione e politica nazionale
A cosa serve il lockdown, l'isolamento delle persone durante un'epidemia? A rallentare il contagio "comprando" tempo. Usiamo la metafora dell'acquisto non a caso, ogni giorno di blocco dell'attività economica ha un costo esorbitante (mezzo punto di pil la settimana) e dopo quasi due mesi abbiamo scoperto che l'Italia ha il fiato corto. Andare oltre non è possibile per ragioni evidenti: il collasso economico è profondo, il disagio psicologico sta galoppando.
Siamo di fronte a un gigantesco giro di boa della storia, Branko Milanovic, economista di Harvard che ha studiato in profondità il tema della diseguaglianza, su Foreign Affairs ha scritto che reale pericolo della pandemia è il collasso sociale. La globalizzazione così come l'abbiamo conosciuta fino a ieri è finita:
Il mondo si trova di fronte alla prospettiva di un cambiamento profondo: un ritorno all'economia naturale, cioè all'autosufficienza. Questo cambiamento è l'esatto opposto della globalizzazione. Mentre la globalizzazione comporta una divisione del lavoro tra economie diverse, un ritorno all'economia naturale significa che le nazioni si muovono verso l'autosufficienza. Questo movimento non è inevitabile. Se i governi nazionali riuscissero a controllare o a superare l'attuale crisi entro i prossimi sei mesi o un anno, il mondo probabilmente tornerebbe sulla via della globalizzazione, anche se alcune delle ipotesi che la sottendono (per esempio, catene di produzione molto rigide con consegne just-in-time) potrebbero dover essere riviste. Ma se la crisi continua, la globalizzazione potrebbe sciogliersi. Più a lungo dura la crisi, e più a lungo ci saranno ostacoli al libero flusso di persone, merci e capitali, più lo stato delle cose sembrerà normale. Si formeranno interessi particolari per sostenerla, e il continuo timore di un'altra epidemia potrebbe motivare la richiesta di autosufficienza nazionale.
Nei discorsi dei due più importanti leader europei (tradotti e pubblicati integralmente da List) è comparso il tema del rientro in Europa e in patria di produzioni che erano state delocalizzate, ne ha parlato prima Emmanuel Macron nel suo messaggio alla nazione e poi Angela Merkel nel discorso dell'altro ieri al Bundestag, il parlamento tedesco. La parola chiave, che cela il disegno anche quando non viene esplicitato nella sua interezza è "protezione".
Dice Angela Merkel:
Si tratta di sostenere la nostra economia e di aprire uno scudo protettivo per le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori. Sono state presentate milioni di richieste per i diversi programmi d'aiuto; milioni di persone e molte imprese hanno già ricevuto soldi. Siamo stati in grado di decidere queste misure legislative rapidamente e con una maggioranza travolgente.
Dice Emmanuel Macron:
Dovremo ricostruire la nostra economia più forte per produrre e ridare speranza ai lavoratori, imprenditori, mantenere la nostra indipendenza finanziaria. Dovremo ricostruire una indipendenza agricola, sanitaria, industriale e tecnologica francese e più autonomia strategica per la nostra Europa. Questo passerà attraverso un piano massiccio per la nostra salute, la nostra ricerca, i nostri anziani, fra gli altri.
Sono tornati gli Stati, la Germania ha messo in campo un piano da 1100 miliardi di euro, gli Stati Uniti sono a oltre 3 mila miliardi di dollari, il Giappone ha un piano monstre da 108 trilioni di yen, circa 900 miliardi di dollari. Sono interventi mai visti prima nella storia della politica economica. Per sostenerli ci vogliono spalle larghe e grandi polmoni. La cancelliera Merkel nel suo discorso in Parlamento ha rimarcato quanto sia importante avere i conti in ordine: "La pandemia ci ha colpiti in un momento di bilanci sani e riserve forti. Anni di politica solida che oggi ci sono d'aiuto". La crisi se ne andrà, ripartiranno a razzo i paesi con gli investimenti migliori, quelli più forti e veloci.
E in Italia come siamo messi? Abbiamo scoperto di essere una potenza industriale (la seconda manifattura d'Europa e la terza economia) con il fiato corto, un debito troppo alto e una produzione debole. Abbiamo anche avuto l'ulteriore prova di una classe politica non all'altezza del nome e del fatto, la storia chiama, nessuno risponde.
Cosa è stato fatto finora per arrivare alla Fase 2 in maniera ordinata, razionale, efficace, sicura? Poco, siamo in grave ritardo rispetto ai tempi scanditi dal coronavirus. I messaggi che sono arrivati dal governo sono contraddittori. Pressati dallo tsunami economico in arrivo a Palazzo Chigi sono passati dalla fase del virologo a quella del manager. Con tutto il rispetto, il casino è sempre lo stesso. L'arte della politica è quella di bilanciare gli interessi legittimi, decidere nell'interesse generale.
Siamo stati i primi in Occidente a affrontare (male) il contagio, ora rischiamo di essere gli ultimi a riaprire. Abbiamo sprecato il tempo del lockdown. Perché la riapertura non si fa con un "pronti via, tutti fuori", il coronavirus impone una riorganizzazione della nostra vita sociale. Molte cose che prima facevano parte della quotidianità, non ci saranno più. Il Ventesimo secolo è finito, il Ventunesimo è iniziato con il disegno in fieri del nuovo ordine del post coronavirus. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.