18 Maggio
Cura, ricostruzione, potere. L'era moderna
La società biotech americana: dati positivi nella sperimentazione del vaccino sull'uomo, Wall Street vola. Macron e Merkel anticipano tutti e presentano il loro piano (500 miliardi) per finanziare l'economia Ue. La Cina sotto pressione all'assemblea dell'Oms, oltre 100 paesi chiedono un'indagine
Che succede? Francia e Germania si sono messe d'accordo, hanno anticipato tutti, dribblato con un tunnel il governo Conte e hanno proposto un piano di aiuti da 500 miliardi. Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno discusso in videoconferenza una "iniziativa franco-tedesca" sulla crisi del coronavirus, hanno calato la carta e ora spetta alla Commissione e agli altri paesi la risposta. Il destino dell'Unione passa sempre sulla strada tra Parigi e Berlino. Germania e Francia sono d'accordo "su un piano temporaneo da 500 miliardi di euro che vengano dalle spese del bilancio dell'Ue, quindi non prestiti, a diposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia", ha spiegato la cancelliera Merkel che ha aggiunto: "È decisivo che il fondo sia rispettoso dei trattati e che rispecchi l'autonomia dei diversi Stati membri dell'Ue". Sempre più interessante. Che ha detto Macron? Mentre il totalizzatore di Palazzo Chigi stava per andare in tilt dalla pazza gioia ecco il muro à la parisienne: "I 500 miliardi di euro del fondo dovranno essere rimborsati. Non saranno però rimborsati dai destinatari del prestito, ma dagli Stati membri".

Per chiarire come stanno le cose, Macron ha precisato che "non è un accordo dei 27 paesi dell'Unione europea, è un accordo franco-tedesco. Ma non c'è accordo fra i 27 se prima non c'è un accordo franco-tedesco". Tutto cristallino, comandiamo noi. "Ora è la Commissione europea che deve presentare la sua proposta. Dovrà costruire un'unanimità attorno a questo accordo. C'è ancora del lavoro da fare, ma è un passo avanti senza precedenti". Silenzio da Palazzo Chigi. Anzi no, hanno fatto uscire una pietosa velina su uno "scambio di messaggi sms tra Merkel, Macron e Conte".
Tutto il resto è da scrivere, ma Parigi e Berlino hanno già messo il punto.
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La Borsa crede nella fase della riapertura (e nel vaccino, poi vedremo quale) e le piazze europee corrono, Wall Street è tonica, il...
Che succede? Francia e Germania si sono messe d'accordo, hanno anticipato tutti, dribblato con un tunnel il governo Conte e hanno proposto un piano di aiuti da 500 miliardi. Emmanuel Macron e Angela Merkel hanno discusso in videoconferenza una "iniziativa franco-tedesca" sulla crisi del coronavirus, hanno calato la carta e ora spetta alla Commissione e agli altri paesi la risposta. Il destino dell'Unione passa sempre sulla strada tra Parigi e Berlino. Germania e Francia sono d'accordo "su un piano temporaneo da 500 miliardi di euro che vengano dalle spese del bilancio dell'Ue, quindi non prestiti, a diposizione delle regioni e dei settori più colpiti dalla pandemia", ha spiegato la cancelliera Merkel che ha aggiunto: "È decisivo che il fondo sia rispettoso dei trattati e che rispecchi l'autonomia dei diversi Stati membri dell'Ue". Sempre più interessante. Che ha detto Macron? Mentre il totalizzatore di Palazzo Chigi stava per andare in tilt dalla pazza gioia ecco il muro à la parisienne: "I 500 miliardi di euro del fondo dovranno essere rimborsati. Non saranno però rimborsati dai destinatari del prestito, ma dagli Stati membri".

Per chiarire come stanno le cose, Macron ha precisato che "non è un accordo dei 27 paesi dell'Unione europea, è un accordo franco-tedesco. Ma non c'è accordo fra i 27 se prima non c'è un accordo franco-tedesco". Tutto cristallino, comandiamo noi. "Ora è la Commissione europea che deve presentare la sua proposta. Dovrà costruire un'unanimità attorno a questo accordo. C'è ancora del lavoro da fare, ma è un passo avanti senza precedenti". Silenzio da Palazzo Chigi. Anzi no, hanno fatto uscire una pietosa velina su uno "scambio di messaggi sms tra Merkel, Macron e Conte".
Tutto il resto è da scrivere, ma Parigi e Berlino hanno già messo il punto.
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La Borsa crede nella fase della riapertura (e nel vaccino, poi vedremo quale) e le piazze europee corrono, Wall Street è tonica, il prezzo del petrolio è in rialzo. Stiamo voltando pagina? Sì, una fase della pandemia è finita, ma sulla riapertura delle attività economiche in Europa e negli Stati Uniti pesano molte incognite, come ha spiegato ieri Jerome H. Powell, governatore della Federal Reserve, bisogna sperare che non ci sia una seconda ondata del coronavirus e la strada per ricostruire la fiducia delle famiglie e delle imprese sarà lunga (ne abbiamo prova concreta, non siamo nel campo della teoria economica, ma della cronaca), manca il vaccino e le case farmaceutiche ci stanno lavorando pancia a terra. Nota sul taccuino: occhio a Moderna.
La notizia del giorno è che il muro cinese del coronavirus vacilla e dall'assemblea dell'Oms sono arrivate picconate molto dure, la richiesta da oltre 110 paesi di un'indagine indipendente sull'origine e gestione dell'epidemia. Xi Jinping ha subito lanciato la controffensiva promettendo soldi e la cura per tutti. È il leader unico e incontrastato di un paese che ha perso credibilità nei confronti della comunità internazionale.
In Italia abbiamo riaperto, ma lo sconforto tra chi fa impresa è visibile. Il vostro cronista stamattina è andato in giro, per sapere, per capire: poca gente in strada, quella che c'è raramente mette piede in un ristorante o bar, quasi nessuno si ferma. Forse con i giovani, la sera, andrà meglio, i ragazzi hanno voglia di vivere, ma gli imprenditori con cui abbiamo parlato vedono il crollo e le difficoltà. C'è chi non ha riaperto, c'è chi dice "stringeremo la cinghia", c'è chi dice "chiuderò". La situazione è disperata. Quanto? Abbiamo un report che misura il primo impatto sul mondo del lavoro. La realtà, puntuale, inesorabile, onesta.
01
I test di Moderna e il rally di Wall Street
Dalla società americana Moderna annunciano "dati provvisori positivi" dalla fase iniziale delle sperimentazioni cliniche su un piccolo numero di volontari. Il vaccino è stato sperimentato su 8 persone e ha suscitato una risposta immunitaria, ci sono gli anticorpi. A luglio sarà sperimentato su un gran numero di volontari. I mercati hanno registrato il fatto e scommettono sul futuro, tutte le piazze sono euforiche (forse troppo):
Ecco l'andamento di Wall Street alle 17:30, l'indice S&P 500 guadagna il 3%.
Che società è Moderna? Ha preparato il primo vaccino per la sperimentazione sull'uomo fin dal 16 marzo scorso, appena 63 giorni dopo la pubblicazione del genoma del nuovo coronavirus. Moderna ha sede a Cambridge (Massachusetts, Stati Uniti), il vaccino ha ancora un nome sperimentale: mRNA-1273. E la B0rsa ci crede, andamento del titolo nell'ultimo mese:

Il mercato scommette sulla medicina, pensa che ci sia una strada per la cura, è un buon segno. Occorre prudenza. Oggi è così, domani è un altro giorno e in fondo l'amore e la borsa si somigliano, va a alti e bassi. Che facciamo? Apriamo il dossier Cina.
02
Cento paesi: indagine internazionale sulla Cina
Xi Jinping ha vinto la sfida contro il coronavirus in patria e in contemporanea ha lanciato l'offensiva diplomatica in Occidente per non finire nell'angolo dell'untore del mondo. La prima battaglia l'ha vinta, la seconda non sta andando liscia come pensava. Gli Stati Uniti hanno risposto duramente alle iniziative di Pechino in Europa e hanno più volte sostenuto con Trump e il segretario di Stato Mike Pompeo, di avere le prove che qualcosa è andato storto nel laboratorio di Wuhan. Alla richiesta di un'indagine internazionale la Cina ha sempre detto no. Pechino anche oggi ha detto no ("non è il momento, bisogna superare l'emergenza") a oltre 100 i Paesi riuniti nell'assemblea dell'Organizzazione mondiale della Sanità (oggi e domani a Ginevra) che hanno appoggiato una bozza di risoluzione proposta dalla Ue per un'inchiesta indipendente sulle origini del coronavirus. Tra i Paesi che chiedono l'inchiesta vi sono anche Russia, India, Giappone, Gb, Canada, Indonesia e i 27 Stati dell'Unione europea.
03
Il rilancio di Xi Jinping: due miliardi e vaccino per tutti

La Cina è in chiara difficoltà, ha perso credibilità nella gestione della crisi, Europa e Stati Uniti stanno preparando il rientro di attività strategiche che il lockdown cinese aveva interrotto. Si sono visti per la prima volta in maniera esponenziale i difetti della globalizzazione, l'interruzione della catena della produzione. Sotto accusa e con la richiesta di un'indagine indipendente avanzata da oltre 100 paesi nell'assemblea dell'Oms, Xi Jinping è passato al contrattacco e promette due miliardi di dollari in due anni per contrastare la pandemia del coronavirus e promesso che "il vaccino sarà di tutti". Anche il virus è arrivato dalla Cina a tutti.
Post Scriptum: Taiwan è stata esclusa dalla partecipazione all'assemblea dell'Organizzazione mondiale della Sanità. Hanno fatto questa scelta per non irritare la Cina. Questo basta e avanza per riformare l'Oms e farla tornare ad essere una istituzione credibile, non la succursale sanitaria di una dittatura.
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Xi Jinping dovrebbe rispondere a sei domande. Le abbiamo pubblicate tempo fa, un ripasso è necessario. Non c'è niente di più inedito del ripubblicato!
04
Sei domande per il compagno Xi
Niall Ferguson è uno storico che ama spaziare tra passato, presente e futuro. Qualche settimana fa sul Sunday Times scrive un articolo che prende spunto dal libro di un autore cinese di fantascienza che qui su List abbiamo segnalato molti numeri fa, Cixin Liu. Il libro si intitola The Three-Body Problem, racconta la battaglia tra il pianeta di Trisolaris e la Terra.
I protagonisti sono cinesi, è l'eterna lotta per la sopravvivenza tra il bene e il male. La differenza con il tipico plot della letteratura occidentale è che il nemico è esterno e il mondo viene salvato dalle forze del bene. Qui il mondo viene minacciato dall'interno e salvato dagli stessi che lo minacciano. Ferguson, che è intellettuale acuto, prende lo schema narrativo di Cixin Liu e lo piazza nel mondo reale del coronavirus: la Cina diffonde il virus che minaccia di distruggere il nostro mondo e poi si propone di salvarlo. Possibile? È quello che sta facendo la propaganda cinese in tutto l'Occidente, con il caso particolare - e tragico - dell'Italia.
Ferguson pone sei domande al governo cinese, sono quelle che ci facciamo tutti da molto, troppo tempo:
1. Cosa è successo esattamente a Wuhan all'inizio dell'epidemia? Ancora non abbiamo la risposta. Il virus si è sviluppato davvero nel mercato di Wuhan, ha originato davvero dal pipistrello che viene venduto come genere commestibile? Questo sarebbe già un fatto non solo disgustoso, ma politicamente rilevante perché un paese che opera nel commercio mondiale non può avere simili bassezze sanitarie. Ma Ferguson va oltre e pone un altro interrogativo nel campo del non dicibile della diplomazia: il virus è nato nel laboratorio di ricerca biologica di Wuhan?
2. La dichiarazione dell'emergenza a Wuhan è arrivata solo a metà gennaio, mentre le morti da coronavirus di cui ora abbiamo conoscenza sono censite già a metà dicembre. Su List abbiamo dato una timeline precisa dei ritardi del governo cinese nel denunciare il rischio enorme per la comunità internazionale. Che ruolo ha avuto il governo nella copertura della reale situazione della crisi del coronavirus?
3. Perché il governo cinese il 23 gennaio dopo aver messo in lockdown la città di Wuhan ha stoppato i voli dalla metropoli verso il resto della Cina, ma non i voli dalla provincia di Hubei verso il resto del mondo?
4. Perché il portavoce del ministero degli Esteri diffonde notizie di false cospirazioni (ha affermato che il virus in realtà è un prodotto americano) e non è stato rimosso?
5. Dove sono finiti il tycoon Ren Zhiqiang e il medico di Wuhan Ai Fen? Avevano criticato il regime sulla gestione del coronavirus, sono scomparsi, di loro non si hanno più notizie.
6. Quante persone realmente sono state uccise dal virus?
***
Sei domande facili... Al titolare viene in mente il titolo di un libro bellissimo "Sei pezzi facili", sei lezioni di fisica di un grande scienziato, Richard P. Feynamm. Dite che il titolare si sta perdendo? E vabbè, perdiamoci in un altro mondo infinitamente piccolo (toh, come quello del coronavirus), ne vale la pena, ora torniamo sulla Terra, destinazione Cina.
05
La curva di Wuhan e quella dell'Italia
Quando l'Italia ha deciso la sua strategia per contrastare il coronavirus ha preso come modello il caso Wuhan e la sua curva di battaglia, "il picco" e la discesa fino allo zero casi comunicato dalle autorità cinesi giorni fa. Il grafico sul quale si sono riposte tutte le speranze del governo (e dei virologi che lo hanno circondato) è quello pubblicato dall'Organizzazione mondiale della Sanità nel suo report dopo la missione in Cina:

Le premesse cinesi sono diventate le nostre promesse: sconfiggere il virus con una segregazione di un mese, non uscire di casa, attendere che l'Italia emulasse il caso dei "guerrieri di Wuhan". Ecco la cronologia delle decisioni della Cina, è molto istruttiva alla luce di quanto è accaduto con i nostri numeri:
- Il 31 dicembre la Cina avvisa l'Oms: circola a Wuhan un virus sconosciuto (in realtà circolava da parecchie settimane, ma nessuno ha mai comunicato la presenza alla comunità internazionale)
- Il 1° gennaio del 2020 il mercato del pesce di Huanan viene chiuso
- Il 3 gennaio le autorità cinesi iniziano l'indagine e prendono i primi provvedimenti di monitoraggio di Wuhan
- Il 7 gennaio la Cina isola per prima il nuovo coronavirus (e Xi Jinping informa il Politburo del Partito comunista, solo quello, sulla gravità della situzione)
- Il 10 gennaio la Cina condivide la sequenza genomica del nuovo coronavirus
- Il 15 gennaio la commissione sanitaria della Cina condivide diagnosi e protocolli sanitari
- Il 20 gennaio il nuovo coronavirus viene classificato come tale nella legislazione cinese sulle epidemie
- Il 21 gennaio le autorità cinesi iniziano la produzione di un report quotidiano sull'epidemia
- Il 23 gennaio la metropoli di Wuhan, 11 milioni di abitanti, viene isolata (sono trascorsi 16 giorni dall'allarme di Xi Jinping dato di fronte alla nomenklatura, e fino a questa decisione la comunità internazionale continua a essere al buio sulla reale dimensione del contagio)
- Il 30 gennaio l'Organizzazione mondiale della Sanità dichiara l'emergenza pubblica
- Il 3 febbraio aprono due nuovi ospedali a Wuhan
- Il 7 febbraio tutta la provincia dell'Hubei è oggetto della procedura di contenimento
- L'8 febbraio la Cina si prepara per la riapertura delle fabbriche
- Il 17 febbraio le autorità cinesi cambiano i criteri di classificazione e la strategia sul coronavirus
Come vediamo nel grafico, ci sono tre fasi: la prima fino al 19 gennaio, la seconda dal 20 gennaio al 7 febbraio, la terza dall'8 febbraio a oggi. La curva dei nuovi casi scende, fino allo zero dei nostri giorni. Abbiamo imitato questo modello. E siamo rimasti in lockdown per oltre due mesi con altri contagiati e altri morti. Quella curva era falsa perché i dati cinesi non erano corretti.
06
Effetto lockdown sul lavoro in Italia
Piano piano stanno arrivando i numeri dell'occupazione e confermano quanto scriviamo fin dall'inizio di questa storia, il lockdown attuato in maniera indiscriminata distrugge l'economia. L'Anpal ha anticipato lo studio dell’archivio delle Comunicazioni Obbligatorie sulle attivazioni dei contratti di lavoro e il risultato fa accendere tutte le spie rosse nella sala comando del sommergibile, guardate qui:

I licenziamenti in questo momento sono bloccati, ma i contratti a termine scadono e non vengono rinnovati, l'effetto è micidiale: i contratti a termine sono diminuiti di quasi 200.000 unità. La crisi da lockdown galoppa, un dpcm tira l'altro e non si pensa alle conseguenze. Quali? Queste:

Si chiamano conseguenze inattese, fatti che accadono perché non si è valutato lo scenario. Il governo sapeva quello che faceva? Ne dubitiamo, perché siamo finiti in una situazione difficilmente recuperabile con gli strumenti messi in campo finora. Cosa accadrà nel mondo del lavoro in Italia quando le aziende potranno licenziare i dipendenti? Ah, giusto, bisogna vedere se ci saranno ancora le aziende.
***
C'è altro? Sì, una notizia che per la comunità di List è il termine della corsa con la pantera,"il nuovo inizio" del finale di Apocalypto, basta uno scatto:

Ha riaperto il bar.
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24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.