10 Giugno
Cola a picco il piano Colao
La riapertura del paese dal "restate a casa" al "tutti a casa". Conte non ama Colao, il Pd non ama più Conte, Mazzucato che non firma il piano della rinascita. Un finale di partita con la crisi che galoppa e l'idea (im)possibile di ingegnerizzare l'Italia. Un viaggio tra la politica che non c'è e i libri che raccontano tutto
Che succede? La giornata trascorsa non ha niente che cambi davvero la curvatura del nostro spazio vitale, possiamo dedicarci a un'esplorazione diversa, se volete controversa. Abbiamo appreso - oh, che dolore - che Conte non ama Colao, che il Pd non ama più Conte, che nessuno ama nessuno. Grande novità, cribbio. Nella politica l’amore è cosa rara, i buoni sentimenti sono uno sprazzo nella trama del cinismo del potere.
Il rapporto del comitato tecnico presieduto da Vittorio Colao - il manager - è un esempio di questa relazione tossica. Il report del governo è figlio di nessuno, epilogo di una storia di cui resterà solo la rappresentazione degli Stati Generali di Conte che, a loro volta, saranno permanenti come un fiammifero nel buio. Un attimo. Senza neppure il fascino del fuggente. Resta l'Italia, grandiosa costruzione del reale e dell'immaginario.
Il premier Conte non ha mai sopportato Colao (come chiunque possa anche per un solo attimo rubargli la scena, questione di narcisismo, umanissimo), mentre vox populi dice che al Quirinale il manager sia guardato con grande favore. Dicerie, forse. Con l'andar del tempo questa insofferenza del premier solista, unico elemento dell'orchestra fantasma, è emersa. Finché su Repubblica e sul Corriere della Sera non è uscita una frase sulfurea attribuita a Conte e poi smentita seccamente da Palazzo Chigi:
C'è un pezzo di Stato che rema contro le riforme e contro il governo.
Gong. I due principali giornali italiani non possono aver cannato quella frase, la smentita poi è arrivata dopo che era trascorsa l'intera mattinata (ore 13:56 all'Agi), il ritardo di solito negli affari di palazzo è sintomo di trambusto. Dunque sul taccuino la domanda resta: quale sarebbe il pezzo dello Stato che rema contro? Ah, che mistero.
Consigliera economica del premier Conte, Mariana Mazzucato (Foto Ansa).A questo episodio ne...
Che succede? La giornata trascorsa non ha niente che cambi davvero la curvatura del nostro spazio vitale, possiamo dedicarci a un'esplorazione diversa, se volete controversa. Abbiamo appreso - oh, che dolore - che Conte non ama Colao, che il Pd non ama più Conte, che nessuno ama nessuno. Grande novità, cribbio. Nella politica l’amore è cosa rara, i buoni sentimenti sono uno sprazzo nella trama del cinismo del potere.
Il rapporto del comitato tecnico presieduto da Vittorio Colao - il manager - è un esempio di questa relazione tossica. Il report del governo è figlio di nessuno, epilogo di una storia di cui resterà solo la rappresentazione degli Stati Generali di Conte che, a loro volta, saranno permanenti come un fiammifero nel buio. Un attimo. Senza neppure il fascino del fuggente. Resta l'Italia, grandiosa costruzione del reale e dell'immaginario.
Il premier Conte non ha mai sopportato Colao (come chiunque possa anche per un solo attimo rubargli la scena, questione di narcisismo, umanissimo), mentre vox populi dice che al Quirinale il manager sia guardato con grande favore. Dicerie, forse. Con l'andar del tempo questa insofferenza del premier solista, unico elemento dell'orchestra fantasma, è emersa. Finché su Repubblica e sul Corriere della Sera non è uscita una frase sulfurea attribuita a Conte e poi smentita seccamente da Palazzo Chigi:
C'è un pezzo di Stato che rema contro le riforme e contro il governo.
Gong. I due principali giornali italiani non possono aver cannato quella frase, la smentita poi è arrivata dopo che era trascorsa l'intera mattinata (ore 13:56 all'Agi), il ritardo di solito negli affari di palazzo è sintomo di trambusto. Dunque sul taccuino la domanda resta: quale sarebbe il pezzo dello Stato che rema contro? Ah, che mistero.
Consigliera economica del premier Conte, Mariana Mazzucato (Foto Ansa).A questo episodio ne va aggiunto un altro, fiammeggiante: Mariana Mazzucato, l'economista consigliera di Conte, componente del comitato Colao, dunque espressione del premier nella task force che dovrebbe indicare il futuro, in un'audizione in Commissione Affari europei ha confermato - su domanda del deputato del Partito democratico Filippo Sensi - di non aver firmato il rapporto della task force di esperti. Come mai non ha firmato? La risposta di Mazzucato è la seguente:
Mi sono dedicata molto di più al lavoro di 'policy design' delle 'missioni' economiche, e quello di cui sto parlando oggi non è tanto il lavoro con Colao, ma quello che stiamo facendo con la nuova squadra, dove ci sono anche giovani bravissimi, e siamo molto onorati di poter lavorare vicini al presidente del Consiglio.
Mariana, sguardo severo, arcigno, braccio armato del premier, ma con una personalità che sotterra il premier. Guardatela, chi comanda, lui o o Conte? Lei, sempre. Molto interessante, un ottimo indizio per un giallista in cerca del delitto perfetto. Di chi sarà il cadavere? Attendiamo l'indagine razionale di Ellery Queen, li riunirà presto in una stanza, tutti insieme, per svelare il mistero, il luogo della riunione è quello del Consiglio dei ministri. Tutto comincia e tutto finisce a Palazzo Chigi.
Siamo sempre più nel campo del mistery di Stato, con Conte che agita fantasmi e manine (insieme ai Cinque Stelle), gruppi di esperti che sottolineano i ritardi del governo negli aiuti economici dell'emergenza coronavirus, malumori tra il premier e il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, squadre di pompieri e incendiari che si alternano. Si sta giocando in anticipo la partita del Recovery Fund, mentre la cavalleria corazzata della crisi sta galoppando e Conte cerca come ha sempre fatto finora di spostare in avanti le scadenza (prima di tutto, la propria) e lasciare il Pd a grattarsi il capo pensoso sul che fare, mentre egli costruisce la sua base di consenso con operazioni d'immagine come quella degli Stati Generali. Siamo alle grandi manovre, movimenti di truppe che in condizioni normali sono il preludio di un voto, qui si piazzano le pedine sulla mappa, in attesa dello tsunami economico e poi si vedrà. E Conte in ogni caso si muove con sicurezza e spavalderia, sa che i Cinque Stelle mai lo faranno cadere e il Pd si è intrappolato con le sue mani in un esecutivo che balla la rumba del crollo dell'economia.
Italia, la meraviglia di ieri nei musei di oggi (Foto Ansa).Quanto alla proposta di Colao e soci, come abbiamo commentato non appena presa visione del documento, è esattamente quello che ci si aspettava, un diluvio di slide dove manca la visione del paese, l’esercizio teorico di cui si serve di solito l’esperto di organizzazione aziendale. Solo che la politica non si muove con i canoni dell’azienda, è un organismo che ha il suo luogo d’azione principale nello Stato che, nei sistemi liberali, è democratico, non persegue solo l’interesse e il profitto di chi governa (perfino le dittature non riescono a controllare i sultanati vari), è sottoposto periodicamente alla prova elettorale.
Il manager, Homo Novus partorito dalle scuole di organizzazione aziendale e dalla sociologia del marketing fin dagli anni Sessanta, viene da un altro mondo. Egli ha in mente l’efficienza e il profitto per i suoi azionisti, il dissenso lo disturba, in rarissimi casi è un uomo con un pensiero umanista, nutrito di filosofia e storia (Sergio Marchionne citava Nietzsche e Mark Twain nelle sue presentazioni al mercato, fu una splendida eccezione e ci manca) perché egli è l’azione. Il lavoro del manager è tutta teso al conseguimento di risultati economici che non sempre sono anche un vantaggio per la società. Il manager guida l’azienda per conto degli azionisti, i quali richiedono il conseguimento dell’utile e non del dilettevole o adddirittura del caritatevole. La scuola dei manager (uomo o donna, non c'è alcuna differenza, sono sfornati in serie da università dove la cultura, l'unità del sapere, è finita da un pezzo, ci torneremo) è fatta di freddezza, di calcolo, di necessario egoismo e naturalmente di un grado variabile di avidità. Un manager buono, dal volto umano, viene trattato con diffidenza, nove volte su dieci viene scambiato per un debole. C'è ampia letteratura e cinema sul tema.
La specializzazione del manager è un altro tratto distintivo di questa figura, egli è colui che applica gli schemi elaborati dai sociologi e dagli studiosi dell’organizzazione aziendale, reclutati dalle grandi imprese. Risponde alle domande di ordine, rigore, capacità produttiva, flessibilità oraria, raggiungimento degli obiettivi. Non a caso il manager, lo speculatore (pensate al carattere di Gordon Gekko, eccezionale figura dipinta con maestria da Oliver Stone in Wall Street, interpretata da un arroventato Michael Douglas, nella foto qui sotto), l’imprenditore assetato di denaro e fama, sono stati gli eroi degli anni Ottanta, rutilanti, desideranti, scintillanti, gaudenti, sfibrati e sfibranti. Il manager deve fare rima con una sola parola: successo.
Gente capace, quella dei manager, intendiamoci, perfettamente incastonata nel sistema, gente alla quale però è bene non affidare la politica, soprattutto la pianificazione delle vite degli altri. Perché il manager non bilancia gli interessi legittimi delle parti sociali, egli pensa all’efficienza tout court e non immagina che ogni sua mossa in un ambiente diverso dall’azienda produce conseguenze inattese. Per esempio, nel rapporto della task force di Colao si incoraggia lo smartworking, ma si dimentica che questo colpo di dritto innesca automaticamente un rovescio: il diradarsi della vita sociale, l’alienazione delle persone, lo spopolamento dei quartieri, il vuoto, il loro smarrimento psicologico in un mondo digitale che non ha più contatti con la realtà fatta di fisicità, di sentimenti, di confessioni al vicino di scrivania, di nuovi e vecchi amori in ufficio, di lavoro di squadra dove non basta un solo uomo al comando dietro lo schermo di un computer.
È una visione del mondo che dopo il "restate a casa" prevede il salto di qualità (nel vuoto della solitudine) del "tutti a casa" a produrre bit di non-conoscenza, calcoli e algoritmi. La morte dell’umanità, la nascita di un titanico videogame di non-sense numerico dove uomini e donne diventano una moltitudine isolata di schiavi digitali, mentre le classi al comando godono del tempo liberato dal lavoro, colmo di ricchezza. Questo è marxismo? Allora viva Marx.
Non è una cospirazione, non c'è nessun complotto, è una questione di forma mentis. È la diffusione capillare della tecnologia, terminali, prolungamenti, protesi del nostro corpo. Se tutto ciò che è connesso diventa facilmente tracciabile (e lo è) la conseguenza è che... si seguono le tracce. Non è una questione di coronavirus, di pandemia, questo lo credono solo gli ingenui e gli ignoranti, siamo di fronte a un'impennata stratosferica, un'accelerazione. Nel pur modesto rapporto del comitato di esperti c’è ben altro, il testo e il sottotesto di un mondo dove non c’è alcun senso oltre alla vita digitale, perché l'unico consenso è quello dato al trattamento dei dati personali.
Affidandosi a organismi composti da "scienziati" che immaginano di poter ingegnerizzare le vite degli altri (titolo di un film sulle spie della Germania Est che citiamo non a caso), la politica cerca di costruire un alibi e uno scudo (nel caso del coronavirus serve per mettersi al riparo dai processi e dal furore del qualunquismo giudiziario che è in arrivo e ne vedremo presto i drammatici effetti), ma così facendo cede di schianto il potere a strutture tecnocratiche che per loro natura non sono democratiche e, soprattutto, sono quasi sempre prive di cultura umanistica, di logos e pathos, del contenuto fondamentale che un tempo proveniva da un'educazione dove l'unità del sapere non era stata ancora polverizzata dagli specialismi (-ismo che oggi si è trasformato in ideologia delle presunte classi colte), siamo di fronte all'assenza della lezione che proveniva da quelli che Allan Bloom chiamava "i Grandi Libri".
Andrebbe riletto "The Closing of the American Mind", il meraviglioso saggio di Allan Bloom sulla deviazione dell'educazione dai suoi scopi primari, la fine dell'unità del sapere, la crisi del sistema delle università e l'esplosione dell'educazione in mille corsi di minoranza che non fanno né il quadro né la cornice, cioè quella cosa chiamata cultura. Bisogna ricordare cosa significa educare:
Vocabolario Treccani: "educare v. tr. [dal lat. educare, intens. di educĕre «trarre fuori, allevare», comp. di e-1 e ducĕre «trarre, condurre»] (io èduco, tu èduchi, ecc.; ant. o poet. edùco, ecc.). – 1. In generale, promuovere con l’insegnamento e con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona, spec. di giovane età: educare i figli; educare la gioventù; educare bene, male; educare con precetti, con l’esempio; educare il popolo. Con determinazioni più precise: educare al bene, alla virtù, al vivere civile, all’amor di patria; educare i giovani allo studio, alla modestia, alla moderatezza; educare i figli nel timor di Dio. 2. a. Sviluppare e affinare le attitudini e la sensibilità (in modo assoluto o dirigendole verso un fine determinato): educare il cuore, la mente, gli affetti, la volontà, l’ingegno, la fantasia, l’immaginazione, il gusto, i sensi; educare all’arte, al culto della verità o della libertà; educare l’orecchio a distinguere i suoni, a sentire la musica; educare l’occhio a discernere i colori, a intendere la pittura. Con questo significato è usato anche il rifl. educarsi, affinarsi, sviluppare le proprie facoltà morali e spirituali, il proprio senso e gusto estetico".
Accanto al libro di Bloom bisognerebbe riprendere il saggio sulla "Cultura del piagnisteo" del grande bastian contrario, Robert Hughes, una cavalcata nella terra desolata (sì, anche il poema di T.S. Eliot ha un senso d'inesorabile attualità nello scenario di macerie fumanti che abbiamo davanti a noi) del politicamente corretto, una delle conseguenze del dirottamento in volo dell'educazione, del suo crash contro l'anima libera e solitaria, del sistema scolastico imprigionato nel mediocre e nell'idea folle della segregazione in plexiglas, una sofisticazione del mondo che ha prodotto il cortocircuito di Donald Trump in America e i nuovi populismi in Europa, il sottosopra americano di oggi anticipato nelle pagine di Hughes dedicate all'eccesso - fino al ridicolo e al grottesco - della politica della minoranza che ovviamente non risolve il problema della diseguaglianza e tantomeno del razzismo, la reazione elettrificata alla negazione cloroformica della realtà con l'accompagnamento mortifero della fiction del linguaggio. Arrivata oggi al punto da prevedere l'allontanamento del capo della pagina delle opinioni del New York Times, reo di aver pubblicato un commento di un senatore repubblicano, un seguace di Trump, favorevole all'uso dell'esercito nei disordini seguiti all'uccisione di George Floyd. Siamo arrivati alle redazioni dei giornali trasformate in caserme dove domina il pensiero unico.
Tutto questo nei libri di Bloom e Hughes era pre-visto. E tutto si tiene, l'ottusità tecnocratica dell'Italia in profondo rosso va a braccetto con l'idiozia di Churchill razzista per i manifestanti dell'eguaglianza senza senso storic0 ma pieni di fanatismo da uomo a una dimensione (sì, Herbert Marcuse), attendiamo con grande fiducia il giorno in cui abbatteranno il Colosseo perché gli antichi romani furono schiavisti e naturalmente la rimozione delle statue di Giulio Cesare e un piano per radere al suolo tutte le antiche testimonianze di un'epoca razzista, schiavista, imperialista. Questa follia permea ormai l'immaginario, una furia iconoclasta che parte dalla corruzione della cultura, dalla confusione nell'università, dall'assenza di un'idea di educazione e formazione, sostituita dal take away di corsi che sono irrilevanti nell'educazione di una persona, perché bisogna inseguire il successo, tradurre in valori e numeri una cosa che invece si chiama conoscenza.
Il mondo sta finendo a carte quarantotto per la stanchezza e debolezza dell'Occidente che non è in declino, è già sprofondato nella sua idiozia, nel rammollimento delle idee, nel volante affidato ai macachi. Il primo che passa, governa. E lo fa con i voti dei sonnambuli occidentali che, quando sono svegli, sono muti per la disperazione, c'è il tarlo dell'anima messa a tacere che li divora.
In fondo, siamo sempre all'Uomo Dimenticato di Franklin Delano Roosevelt. Ieri, oggi, domani. America. E in questa cavalcata nella prateria del West, nell'Occidente di cui siamo figli, andrebbe rivisitato, ripassato, pettinato, tutto il delirio letterario di Tom Wolfe, l'inventore del new journalism, quella sagoma vestita di bianco che ci regalò il falo delle nostre vanità, il tipo umano troppo umano del radical chic che crede di governare il mondo e in realtà ne è la più drammatica immagine del fallimento.
Tom Wolfe, padre del new journalism (Foto Ansa).Sono i classici ad aprire la mente, è il romanzo ad aprire la possibilità di un'entrata e di un'uscita. Le vie sono quelle del racconto, non ce ne sono altre. Nessuna Enciclopedia dell'Illuminismo contemporanea (la prima aprì la via della classificazione del Sapere Nuovo) vi insegnerà mai quanto Aristotele, i classici greci e latini, la letteratura viva in ogni tempo. Leggendo Omero imparerete a viaggiare, nei versi di Dante scoprirete la teologia del cosmo e la forza dell’amore (e per chi vorrà, anche Dio), nella potenza dei capitoli di Moby Dick, nelle parole di salsedine di Hermann Melville troverete l’abisso della vostra anima, in ogni singola opera di William Shakespeare passeggerete in un giardino di delizie, nelle poesie di Eugenio Montale vedrete scorrere la metafisica dei sentimenti, con Charles Baudelaire vi perderete in un fiume d’assenzio, con Mary Shelley piomberete nell’incubo, con Emily Dickinson sentirete il cuore battere con la grazia la potenza del pensiero di una donna, con Guinizelli, Cavalcanti, Cecco Angiolieri, sarete nel mondo della beltà e del gioco amoroso, e sì, "S'i' fosse fuoco, ardereï 'l mondo".
I più grandi conquistatori-costruttori di sempre, gli antichi romani, un esercito permanente, eccezionali combattenti, edificatori di civiltà, conoscevano i pregi dell’arte, della letteratura, declamavano versi, la rappresentazione, la tragedia e la commedia erano per loro il panem che naturalmente da consumati politici coniugavano con i circenses. Il loro impero si nutriva del ritmo e della dolcezza del latino, delle sue declinazioni, delle sue metafore, delle sue auliche figure. Perfino il diritto romano, pilastro della legge, si nutriva di questa splendida cultura, ogni figura giuridica era descritta in modo appropriato, preciso, elegante. Tutta la civiltà romana era uno splendido affresco di forme in cui si tramandava la sostanza dell’impero. Siamo alle slide dell'incolpevole Colao e agli Stati Generali di Conte. Non stiamo riaprendo, ci stiamo chiudendo in un gioco solitario. Ci meritiamo tutto.
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4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.