22 Ottobre
Il Nord vota per il Nord
Seggi aperti dalle 7 alle 23 per i referendum sull'autonomia in Lombardia e Veneto. I primi dati dell'affluenza. Perché i quesiti sono la prima tappa del Grande Slam elettorale che porterà al voto nazionale. Si riapre la questione settentrionale. Il Minotauro della Catalogna e il discorso di Putin sugli indipendentismi
Il Nord vota per il Nord. Il referendum di Lombardia e Veneto sull'autonomia è piccolo sul piano dei cambiamenti delle norme, ma grande sul piano politico. È la questione settentrionale che dopo quasi trent'anni trova un primo appuntamento istituzionale. Roberto Maroni e Luca Zaia (sopra, nella foto Ansa) stasera avranno un motivo in più per proseguire la loro marcia. L'affluenza in Lombardia alle 12 è al 10 per cento e in Veneto al 21.1 per cento. Sono buoni numeri. Secondo gli amici di YouTrend questi numeri dicono che in Veneto l'affluenza finale sarà di circa il 60 per cento e in Lombardia Maroni dovrebbe toccare il suo obiettivo del 34 per cento. Una cosa è chiara fin da subito: Lombardia e Veneto da oggi hanno cominciato una (non troppo) lunga marcia. Verso dove?
Non lo sappiamo, la questione settentrionale resta un'incognita. Non è una questione di secessione - che si è già realizzata pienamente sul piano socio-economico - ma di distribuzione delle risorse dello Stato e di gestione del territorio. Il carattere degli italiani non è mai stato ben definito, fare l'Italia fu relativamente facile, ma fare gli italiani appare impossibile. Il titolare di List non vuole affrontare qui il tema - che provò a esplorare in un suo libro del 2012, "Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta" - e forse è perfino un esercizio inutile perché la cosa in se è quella, è un fatto talmente evidente da non avere bisogno di grandi spiegazioni. La forma repubblicana regge, ma la coesione nazionale non c'è più da tempo.
L'esempio più clamoroso di questa distanza è oggi fornito da Roma e Milano, due mondi un tempo in rotta di collisione oggi sono in realtà fotografabili con l'immagine di due pianeti che si stanno allontanando l'uno dall'altro alla velocità della...
Il Nord vota per il Nord. Il referendum di Lombardia e Veneto sull'autonomia è piccolo sul piano dei cambiamenti delle norme, ma grande sul piano politico. È la questione settentrionale che dopo quasi trent'anni trova un primo appuntamento istituzionale. Roberto Maroni e Luca Zaia (sopra, nella foto Ansa) stasera avranno un motivo in più per proseguire la loro marcia. L'affluenza in Lombardia alle 12 è al 10 per cento e in Veneto al 21.1 per cento. Sono buoni numeri. Secondo gli amici di YouTrend questi numeri dicono che in Veneto l'affluenza finale sarà di circa il 60 per cento e in Lombardia Maroni dovrebbe toccare il suo obiettivo del 34 per cento. Una cosa è chiara fin da subito: Lombardia e Veneto da oggi hanno cominciato una (non troppo) lunga marcia. Verso dove?
Non lo sappiamo, la questione settentrionale resta un'incognita. Non è una questione di secessione - che si è già realizzata pienamente sul piano socio-economico - ma di distribuzione delle risorse dello Stato e di gestione del territorio. Il carattere degli italiani non è mai stato ben definito, fare l'Italia fu relativamente facile, ma fare gli italiani appare impossibile. Il titolare di List non vuole affrontare qui il tema - che provò a esplorare in un suo libro del 2012, "Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta" - e forse è perfino un esercizio inutile perché la cosa in se è quella, è un fatto talmente evidente da non avere bisogno di grandi spiegazioni. La forma repubblicana regge, ma la coesione nazionale non c'è più da tempo.
L'esempio più clamoroso di questa distanza è oggi fornito da Roma e Milano, due mondi un tempo in rotta di collisione oggi sono in realtà fotografabili con l'immagine di due pianeti che si stanno allontanando l'uno dall'altro alla velocità della luce.
Milano è scintillante, moderna, pulita (e non è un dato che va di default di questi tempi), ben organizzata, un gioiello che ha sfruttato la catapulta dell'Expo, da sempre grande centro del design, della moda, ormai agganciata alla navicella del Nord Europa. Milano svetta in alto con i suoi grattacieli, risplende di vetro e acciaio, si alza presto la mattina, vive la sera, pensa al futuro, ha università che funzionano per gli studenti e non per i professori, aziende che hanno l'orizzonte dei mercati globali. Milano è una borghesia che ha avuto il grande torto di non impegnarsi politicamente per tutto il paese, ma il grande pregio di chiudere la porta stagna del sommergibile prima che i pescecani del parassitismo divorassero l'equipaggio. Milano non governa l'Italia, non lo desidera, teme tutto quello che accade fuori dai confini della Lombardia, sente il fascino delle vette alpine, il richiamo del mondo che c'è oltre quella neve, si concede l'abbandono ogni tanto a Venezia, quel lusso galleggiante che sa di Oriente, ha un'attrazione fatale per la Germania, parla francese perché Parigi è sempre dolce e lo champagne del Les Deux Magots è sempre un colpo al cuore, fa commercio con l'America ma sogna il moltiplicatore della Cina, Berlino è a un tocco di smartphone e poi c'è la Liguria, così malinconica e inglese e andiamo nel week end "a Santaaaaaa" e sì, l'estate c'è perfino lo spazio per quella "cosa" ormai "altro" che è il Mezzogiorno, il mare, il sole, ma questi non lavorano tutto l'anno e consumano le nostre tasse, dai. Nord.
Roma è una città medio orientale senza il fascino dell'esotismo, disturbata da se stessa, senza giovani, senza gioia, è vestita con l'abito di ieri non stirato, esce di casa struccata, spettinata, con il rossetto dell'imprecisione, le sue labbra dicono che fu una grande bellezza, i suoi occhi proiettano il vuoto del suo piccolo mondo di relazioni marcescenti. Roma da amare è la Roma da odiare. Sempre chiazzata di sugo, di traffico di influenze che non influenzano un bel niente, il sottoscala del sottopanza partitante. L'amministrazione a Cinque Stelle è una comparsa in un teatro ben più tragico, Raggi, figuriamoci, c'è ben altro, la terra di mezzo degli abitanti della Capitale. Qui c'è gente che butta l'arredamento dell'abitazione sul marciapiede, insozza e poi vediamo, embè che vuoi che sia, un vero bazar dell'usato e demolito dell'esistenza a disposizione dei cacciatori di monnezza, una professione che a Roma esiste perché esiste Roma. Rimettere in piedi la Capitale è impresa impossibile, ci vorrebbero Metternich e Bismarck e forse non basterebbero perché Roma corrompe, compra, ammalia, trasforma in bordello gratis ogni missione d'ordine. C'è il Papa, a Roma, ma la preghiera è assente perché la fede è trasformata nella materia curiale, vellutata e incandescente del Vaticano, un commercio di indulgenze che neanche Lutero avrebbe fermato. La messa è sfinita, andate in pace. E guerra di brama e invidia. Uno Stato nello Stato autonomo della Suburra. La dilapidazione di opportunità, risorse e futuro di Roma è la più grande arma del Nord che vota per il Nord.
A che punto è la notte? Ci sarebbe bisogno della penna fatata di Shakespeare per descrivere questo sottosopra che le istituzioni della Repubblica fanno finta di non vedere. Il Nord vota per il Nord. E per cos'altro dovrebbe votare, di grazia? Quando Umberto Bossi nei primi anni Novanta intuì che cosa stava capitando nel Paese, attaccò manifesti, fumò mille sigarette, perse e ritrovò la voce mille volte e altrettante Pontida, raccolse voti e aprì il dibattito. La cosiddetta grande stampa prese il Senatùr per uno che ruttava parole a vuoto nelle valli, lo dipinsero come un pagliaccio e invece avevano di fronte un grande politico, l'uomo che aveva visto e previsto la "rupture" dell'Italia. I suoi discorsi parlamentari negli anni del grande crac della Prima Repubblica andrebbero mandati a memoria: c'è tutto l'oggi, la fine della nazione (quale, di grazia?) in uno scherzo della storia, la rivoluzione giudiziaria risolta nell'occupazione del Parlamento da parte di magistrati e avvocati, dove invece servivano nuovi uomini e donne per rifare l'Italia e gli italiani. Il Nord ha sognato la secessione, certo, in quegli anni il titolare di List lavorava a Milano e le parole degli imprenditori che restavano sul taccuino erano quelle di chi voleva una sola cosa: staccarsi da Roma. Bossi non assecondò questo desiderio, si sentiva più italiano di tanti italiani con le buone maniere fuori e la corruzione dentro, provò a dare all'Italia una forma di federalismo, non ci riuscì. Ma quello che aveva pensato era nel solco del contemporaneo, anticipava la crisi.
La Prima Repubblica, Bossi. È il 22 aprile 1993, prende la parola a Montecitorio. Riletto oggi, quello del Senatùr è uno straordinario discorso, ecco un passaggio: "Lanchester rivela che «i cittadini nella democrazia della delega, ossia quella dominata dal sistema proporzionale, senza controlli e garanzie, in sostanza vengono privati di ogni decisione, mentre vengono favoriti interessi settoriali e microsettoriali. L'intreccio di potere economico e potere politico, dovuto al determinante intervento dello Stato dominato dai partiti nell'economia ed in ogni settore sociale, ha provocato particolarismo, immobilismo, corruzione, inefficienza. Lo Stato e l'amministrazione appaiono occupati da una classe politica ormai sufficientemente omogenea per caratteristiche sociali, aspirazioni e modo di agire e che sembra ormai capace di sviluppare puri strumenti di autoconservazione". Ricorda qualcosa? Unite i puntini.
La questione settentrionale è quel primo lampo di Bossi, la rottura, lo "sbrego della Costituzione" come lo chiamava il professor Gianfranco Miglio, quella era una faglia in movimento costante, una forza inesorabile. Trent'anni dopo, eccola la faglia, una distanza incolmabile tra Milano e Roma, il Nord e il Sud del paese. Giuseppe Sala e Roberto Maroni, sindaco di Milano e Presidente della Regione Lombardia alla fine della fiera non sono opposti, stanno dalla stessa parte, il Nord. Osservate cosa dicono Luca Zaia e Luigi Brugnaro, presidente della Regione e sindaco di Venezia, la loro meta è solo e sempre il Nord. Il Sud non esiste e non può esistere per la semplice ragione che è in un'altra zona della galassia, è in un'altra dimensione. Non è il referendum contro "Terronia", non c'è bisogno di marcare la differenza, perché quest'ultima c'è già da molti anni. Quando la globalizzazione ha accelerato e la crisi ha cominciato a mostrare le truppe lacerate dei perdenti, il Meridione si è staccato come un iceberg. Si sta squagliando.
La questione settentrionale non è aperta, è apertissima, erutta cenere, lava e lapilli sotto forma di risultati raggiunti, cose fatte, relazioni internazionali, futuro. Il Mezzogiorno è una specie di aggregazione informe di sultanati dove il capo locale dispone, ordina, controlla, per assenza dello Stato centrale e presenza famelica dei clientes, di una politica unitaria, e per convenienza personale. Il localismo è una malattia dell'essere. De Luca domina in Campania, dove addirittura abbiamo la singolare città stato in cui regna De Magistris; Emiliano fa altrettanto in Puglia; poi c'è la Calabria infelix dove chi governa non ha importanza perché a fare e disfare ci pensa quella cosa chiamata 'ndrangheta, oggi la più potente organizzazione criminale del mondo; la Basilicata che non estrae nemmeno il suo petrolio; la Sicilia che vota il 5 novembre ma resta e resterà un enigma; la Sardegna così sola al centro del Mediterraneo da essere dimenticata nelle cronache nazionali. Non è un puzzle, è l'esplosione in mille pezzi di un bicchiere che cade per terra.
Si vota. È il primo atto, ne seguiranno altri: il Nord sceglie il Nord.
La secessione non è una dichiarazione, è un fatto. O c'è la rivoluzione o ci sono i sassi della realtà che rotolano a valle. I catalani pieni di immaginazione e sogno che l'hanno votata, dichiarata e poi sospesa ora sono di fronte alla realtà: lo Stato in Spagna esiste. Andiamo in Catalogna, seguite il titolare di List.
01
Catalogna. Il numero del Minotauro: 155
Gli indipendentisti catalani hanno scoperto che a Madrid c'è il governo e la Costituzione del 1978 ha norme che poi vengono applicate. La scelta di Mariano Rajoy di far scattare l'articolo 155 - quello che sospende l'autonomia di una regione ribelle - è questa realtà. Mossa obbligata, sofferta, certamente piena di incognite, ma nel pieno rispetto della legge di Spagna. Oggi su La Vanguardia il titolare di List ha letto un ottimo pezzo - come sempre - di Enric Juliana che usa la metafora del Minotauro per spiegare come funziona il potere. "El más severo 155" è un viaggio nella consuetudine del potere e con il potere: "Il Minotauro è potere. A volte il potere si maschera e adotta forme benevolo e pacifico (...) Questa è l' eccezione (:..) è una realtà quotidiana che deve essere gestita. Ci sono persone che hanno familiarità con il Minotauro, e altre persone che non sanno come affrontarlo. Quest'ultimo è il caso storico della Catalogna". Eccolo, il problema: da una parte c'è una Costituzione, la legge, e dall'altra... cosa? Il referendum catalano era fuori dalla legge, le lettere di risposta di Puigdemont a Rajoy erano fuori dalla legge, mentre il premier spagnolo applicava con freddezza una procedura, il capo del governo della Catalogna proponeva incontri bilaterali del tutto irrituali. Si dirà, ma è una situazione eccezionale. Certamente, e infatti la Costituzione spagnola del 1978 lo "stato d'eccezione" lo aveva previsto (pensando di non doverlo mai applicare) perché la legge dispone e prepara per l'oggi e anche per il domani.
Questo è il punto chiave. E per questo Rajoy - come evidenzia nel suo pezzo Juliana - ha usato la massima forza, il governo spagnolo non ha deciso un intervento minimo, ma ha disposto un pieno commissariamento della regione autonoma perché è completamente fuori dalla legge. Scrive Juliana: "Carles Puigdemont, un uomo tenace che ha sottovalutato il Minotauro, ha poco spazio a disposizione, ma può ancora evitare il peggio. Può andare al Senato e spiegarsi. Può convocare le elezioni la prossima settimana. L'emozione dell'indipendenza ha bisogno di una dichiarazione di indipendenza. Un sogno di resistenza. È difficile credere che l'Unione europea consideri la Catalogna un rischio sistemico. Ha difficoltà a leggere la realtà dopo cinque anni di efficace propaganda. Un ciclo storico sta finendo". Per vincere contro il Minotauro non basta il cuore, serve il cervello. Puigdemont ha il primo, gli è mancato il secondo.
Dove andiamo ora? In un altro luogo della terra che si nutre di autonomia e distopia. La Sicilia. Si vota il 5 novembre e si giocano carriere e destini della politica. Seguite il titolare di List.
02
Sicilia e destino dei leader
Berlusconi e Grillo saranno domenica prossima a Catania. La loro presenza contemporanea dice molto cose, evidenzia plasticamente la realtà del voto siciliano e comincia a dare un proiezione di quello nazionale. Il testa a testa per la Regione è tra il centrodestra e il Movimento 5Stelle, il Pd è out, una terza forza minacciata addirittura da un possibile sorpasso da parte della coalizione à gauche che sostiene Claudio Fava. La campagna elettorale siciliana sta sparando gli ultimi botti, c'è solo da attendere. Quando lo spoglio delle schede sarà finito, cominceranno a raccogliersi le spoglie politiche.
Quello che rischia più di tutti è Matteo Renzi. Se la coalizione che sostiene il candidato Fabrizio Micari finisce terza - e con un distacco siderale - comincerà l'erosione della leadership del segretario Pd. Renzi spera di limitare i danni, perfino in un miracolo, ma il suo obiettivo è chiaramente quello di recuperare nei prossimi cinque mesi il terreno perduto per andare in forma competitiva al voto nazionale. La sua strategia è quella di "coprire" il campo dei grillini, il qualunquismo bancario fa parte del suo canovaccio. Stamattina Eugenio Scalfari - che aveva posato uno sguardo più che benevolo su Renzi - ha criticato duramente su Repubblica il segretario del Pd per la sua sortita su Bankitalia: "Purtroppo Renzi ha il carattere che ormai conosciamo. Speravo che l'avesse cambiato e ne ero felice. Vedo che non è avvenuto ed anzi ha rifatto un passo indietro dalla strada appena imboccata". Scalfari aveva ingenuamente pensato a un Renzi statista a tutto tondo, istituzionale, sinceramente europeista, attento al savoir faire parlamentare. Quel Renzi non c'è mai stato e semmai ci fosse stato, è di un'era geologica fa, perso nelle nebbie della sconfitta al referendum. La linea del segretario del Pd non cambierà, nonostante i consigli di Scalfari, inutile girarci intorno, ha puntato sulla retorica proto-grillina. Tanti auguri.
03
Bankitalia, l'equilibrista Gentiloni
Sarà la settimana di Bankitalia? Il dossier sulla nomina del governatore è aperto, la decisione finale spetta al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Serve una riunione del Consiglio dei ministri, il premier deve sentire il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia, auscultare il Quirinale e proporre poi la nomina alla firma del decreto del Presidente della Repubblica. Questi i passaggi. Gentiloni prenderà tempo, può ancora attendere tutta la settimana, ma il tempo stringe. Oggi Berlusconi in un'intervista a La Stampa ribadisce il suo sostegno a Visco: "Sono stato io ad indicare il nome di Ignazio Visco al Capo dello Stato come governatore, negli ultimi mesi del mio governo, non certo per vicinanza politica, ma perché mi sembrava la figura piuù adatta. Da quel giorno, non l'ho mai incontrato, e neppure sentito al telefono. Il distacco è stato totale a dimostrazione di come per noi l'autonomia di Bankitalia dalla politica sia una cosa seria". Se Gentiloni conferma Visco, il Cavaliere non si opporrà. Per un nome nuovo, serve un minimo di concerto, ma anche questo è possibile, l'importante è che la nomina non sia figlia della segreteria del Pd. Eugenio Scalfari su Repubblica ha rivelato di aver parlato con il governatore in carica e ha scritto: "Visco non si dimetterà". È l'ulteriore conferma della linea che avevamo anticipato subito su List: il numero di Bankitalia non farà nessun passo indietro perché prima di tutto deve difendere l'autonomia dell'istituzione. Sul taccuino del titolare di List c'erano ieri due nomi esterni, due figure per la carica di governatore: quella di Lorenzo Bini Smaghi e di Ignazio Angeloni. Ieri sera il titolare ha avuto la conferma che entrambi sono nel mazzo dei papabili, ma il quadro è ancora lontano dall'essere chiaro. Le pressioni di Renzi sono evidenti, i suoi riferimenti al "salotto della finanza" sono costanti (e contraddittorie, visto che qualche giorno fa twittava di fatto la posizione dell'Associazione bancaria italiana sulle linee guida 2018 della Bce sui crediti deteriorati delle banche) e Gentiloni deve fare un vero e proprio gioco da equilibrista per non scontentare nessuno. Missione impossibile: in questa storia alla fine, come sempre, ci saranno vincenti e perdenti.
Che facciamo? Un salto al Cremlino. Putin sta ridisegnando il Medio Oriente con Erdogan e gli altri leader. Quando torna l'America?
04
La scacchiera di Putin e la Catalogna
Vladimir Putin è di gran lunga il più abile scacchista della geopolitica contemporanea. Basta dare un'occhiata alle sue ultime mosse: ieri ha chiamato il presidente turco Erdogan e i due non si sono scambiati i saluti (si erano già visti in un summit a Ankara il 27 settembre scorso) ma hanno messo nero su bianco un paio di cosette da fare: costruzione del nuovo Stato della Siria e de-escalation del conflitto in alcune zone ormai pienamente sotto il controllo di Assad; preparazione di un nuovo meeting sulla Siria. Putin e Erdogan stanno giocando con la mappa, gli americani sono sul campo, ma i pezzi importanti della scacchiera li sta muovendo il Cremlino.
La cosa notevole nell'agenda di Putin è il discorso che ha fatto al meeting del Club Valdai, lo scorso 19 ottobre. Passato inosservato sui media italiani - nessuna sorpresa - è un documento invece di eccezionale interesse. Ecco i punti chiave dell'intervento tradotto dal titolare di List:
- Cambiamento. Il mondo è entrato in un'epoca di rapidi cambiamenti. Cose che solo di recente sono state definite fantastiche o irraggiungibili sono diventate realtà e sono diventate parte della nostra vita quotidiana.
- Stati e geopolitica. Gli interessi degli Stati non sempre coincidono, anzi. Questo è normale e naturale. È sempre stato così. Le potenze leader hanno strategie geopolitiche e percezioni del mondo diverse. Questa è l'essenza immutabile delle relazioni internazionali, che si fondano sull'equilibrio tra cooperazione e concorrenza.
- Equilibrio. Quando questo equilibrio è turbato, quando si mette in discussione l'osservanza e persino l'esistenza di regole di condotta universali, quando gli interessi vengono fatti passare ad ogni costo, allora le controversie diventano imprevedibili e pericolose e conducono a conflitti violenti.
- Medio Oriente. La storia degli ultimi anni illustra graficamente tutto questo. Basta vedere cosa è successo in Medio Oriente, dove alcuni attori hanno cercato di rimodellarlo e riformattarlo a proprio piacimento e di imporgli un modello di sviluppo straniero attraverso colpi di stato orchestrato esternamente o semplicemente con la forza delle armi.
- Siria. Vi sono alcuni esempi positivi nell'esperienza recente. Come probabilmente avrete pensato, mi riferisco all'esperienza della Siria. Dimostra che esiste un'alternativa a questo tipo di politica arrogante e distruttiva. La Russia si oppone ai terroristi insieme al governo siriano legittimo e ad altri Stati della regione e agisce sulla base del diritto internazionale. Devo dire che queste azioni e questi progressi non sono stati facili. Nella regione regna un grande dissenso. Ma ci siamo fortificati con pazienza e, soppesando ogni nostra mossa e parola, lavoriamo con tutti i partecipanti a questo processo nel rispetto dei loro interessi.
- Corea del Nord. Condanniamo in modo inequivocabile i test nucleari condotti dalla Corea del Nord e rispettiamo pienamente le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla Corea del Nord. Onorevoli colleghi, desidero sottolineare questo punto in modo che non vi sia un' interpretazione discrezionale. Rispettiamo tutte le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Tuttavia, questo problema può essere risolto solo attraverso il dialogo. Non dobbiamo spingere la Corea del Nord nell'angolo, minacciare l'uso della forza, piegarci alla maleducazione o all'invettiva. Che a qualcuno piaccia o meno il regime nordcoreano, non dobbiamo dimenticare che la Repubblica democratica popolare di Corea è uno Stato sovrano.
- Catalogna. La situazione in Spagna dimostra chiaramente quanto fragile possa essere la stabilità anche in uno Stato prospero e stabile. Chi avrebbe potuto aspettarsi, anche solo di recente, che la discussione sullo status della Catalogna, che ha una lunga storia, avrebbe provocato una grave crisi politica? La posizione della Russia qui è nota. Tutto ciò che sta accadendo è una questione interna alla Spagna e deve essere risolta sulla base del diritto spagnolo nel rispetto delle tradizioni democratiche. Siamo consapevoli che la leadership del paese sta compiendo passi in tal senso. Nel caso della Catalogna, abbiamo visto l'Unione europea e una serie di altri Stati condannare unanimemente i sostenitori dell'indipendenza.
- Europa e disintegrazione. Ad un certo punto, tuttavia, essi hanno accolto con favore la disintegrazione di alcuni Stati europei senza nascondere la loro gioia. (...) Perché non hanno pensato a cosa poteva accadere, spinti da fuggevoli considerazioni politiche e dal desiderio di compiacere - lo dirò senza mezzi termini - il loro fratello maggiore a Washington, nel fornire il loro sostegno incondizionato alla secessione del Kosovo, provocando così processi simili in altre regioni d' Europa e del mondo?
- Crimea. Forse ricorderete che quando anche la Crimea dichiarò la sua indipendenza, e poi - in seguito al referendum - la sua decisione di entrare a far parte della Russia, questo non fu accolto per qualche motivo. Ora abbiamo la Catalogna. C'è una questione simile in un'altra regione, il Kurdistan. Forse questo elenco è tutt'altro che esaustivo. Ma dobbiamo chiederci: cosa faremo? Che cosa dovremmo pensare?
- Indipendentisti buoni e cattivi. Si scopre che alcuni dei nostri colleghi pensano che ci siano "buoni" combattenti per l'indipendenza e la libertà e che ci siano "separatisti" che non hanno il diritto di difendere i loro diritti, anche con l' uso di meccanismi democratici. Come diciamo sempre in casi simili, tali due pesi e due misure - e questo è un esempio lampante di due pesi e due misure - rappresentano un grave pericolo per lo sviluppo stabile dell'Europa e di altri continenti, nonché per l' avanzamento dei processi di integrazione in tutto il mondo.
È Putin all'ennesima potenza. Visto come spiega (e piega) il caso catalano e quello della Crimea? Come evidenzia le contraddizioni (che ci sono) di questi ultimi decenni prodotte dalla politica obamiana ieri e (forse, è un po' presto) dalla politica trumpiana oggi. Il suo intervento è di grandissimo interesse (List ne pubblicherà altri stralci nei prossimi numeri), prosegue con un'analisi della globalizzazione (perdenti e vincenti, sconnessi e connessi), una mappa delle sfere di influenza geopolitiche, un viaggio tra i dilemmi dell'uomo contemporaneo "circondato" dall'ascesa dell'automazione - i robot - e dal cambiamento climatico. Possiamo considerare la Russia una "dark zone" (e lo è in molti casi) e Putin non un modello di "uomo liberale" (e non lo è) ma quello che dice va ascoltato e letto, è uno stratega di prima grandezza.
Dove andiamo ora? In Giappone, il premier uscente Shinzo Abe ha vinto le elezioni. Banzai!
05
Shinzo Abe (ri)vince le elezioni
Ha "chiamato" le elezioni anticipate. E le ha vinte. Shinzo Abe aveva fatto bene i suoi calcoli e la sua maggioranza esce vittoriosa dal voto, complice anche il super tifone Lan che ha lasciato a casa moltissimi votanti. Insomma, Shinzo ha vinto e tutto il resto è letteratura. Una grande vittoria, perché gli exit poll della televisione NHK dicono che Abe avrà una maggioranza oscillante tra i 281 e i 336 seggi su 465 disponibili. La supermaggioranza arriva a quota 310, vedremo poi il conto finale. Com'è andato il Partito della Speranza di Yuriko Koike, la governatrice di Tokyo a cui tutti abbiamo guardato con interesse, la vera novità della campagna elettorale: politico tenace, la Koike ha affrontato un titano, ma non ha raccolto quanto sperava, le stime parlano di un numero compreso tra i 38 e i 59 seggi. Il suo viaggio è appena iniziato, deve pedalare. Abe invece è seduto su un treno superveloce. Il Giappone è ancora suo.
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Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.