13 Giugno
La piccola Versailles di Conte. Illusioni e realtà
L'apertura degli Stati generali a Villa Pamphili, il premier vuol essere un riferimento stabile della politica, ma rischia. I passaggi di Visco, Von der Leyen, Lagarde che avvisano Palazzo Chigi. Il monito di Mattarella sulla concretezza. Come sarà questo 2020 del governo in un passato remoto e com'è oggi
Che succede? Conte ha inaugurato la sua piccola Versailles a Villa Pamphili e si è aperto il Banalistan sull'Italia e il suo futuro. Il premier vuol essere un punto di riferimento stabile della politica, ma rischia grosso per l'instabilità dell'economia e l'inaffidabilità del sistema italiano, difficile fare progetti a medio-lungo termine. Negli interventi di Visco, Von der Leyen e Lagarde balenano avvisi a Palazzo Chigi, la partita in Europa è molto difficile. Il monito di Mattarella sulla concretezza, tempismo perfetto e un altro avviso al premier. Come sarà il 2020 del governo in un passato remoto e com'è oggi, un gioco in due pezzi.
Il premier gioca a rischia tutto sul Recovery Fund e chiede a sorpresa aiuto all'opposizione per ammorbidire la posizione dei paesi del gruppo di Visegrad. Come se Salvini e Meloni - privi tra l'altro di qualsiasi leva negoziale in Italia, sono all'opposizione, e in Europa - potessero mai convincere il premier ungherese Viktor Orban o quello della Polonia Mateusz Morawiecki (due leader che giocano sulla scacchiera dell'Est aa stretto contatto con la Germania di Angela Merkel) su una partita così importante per l'Unione, non solo non è credibile, è un pasticcio, traspare l'ammuina di Palazzo Chigi per mostrare che vuol aprire all'opposizione e nello stesso momento punta l'indice sul prossimo cattivo (i paesi di Visegrad) in caso di fallimento del negoziato sul Recovery Fund. Conte gioca sul fatto che in Italia pochi si occupano seriamente di politica estera e il resto del piatto è fatto di ignoranti d'andata e di ritorno. Ecco quanto è rimasto della giornata sul taccuino del titolare, attenzione alle parole che vengono usate, sono la spia del sommergibile che lampeggia, andiamo, immersione rapida, poi emersione, quota periscopio e lancio dei siluri. Che mestiere, il giornalismo.
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È tutta una questione di
...Che succede? Conte ha inaugurato la sua piccola Versailles a Villa Pamphili e si è aperto il Banalistan sull'Italia e il suo futuro. Il premier vuol essere un punto di riferimento stabile della politica, ma rischia grosso per l'instabilità dell'economia e l'inaffidabilità del sistema italiano, difficile fare progetti a medio-lungo termine. Negli interventi di Visco, Von der Leyen e Lagarde balenano avvisi a Palazzo Chigi, la partita in Europa è molto difficile. Il monito di Mattarella sulla concretezza, tempismo perfetto e un altro avviso al premier. Come sarà il 2020 del governo in un passato remoto e com'è oggi, un gioco in due pezzi.
Il premier gioca a rischia tutto sul Recovery Fund e chiede a sorpresa aiuto all'opposizione per ammorbidire la posizione dei paesi del gruppo di Visegrad. Come se Salvini e Meloni - privi tra l'altro di qualsiasi leva negoziale in Italia, sono all'opposizione, e in Europa - potessero mai convincere il premier ungherese Viktor Orban o quello della Polonia Mateusz Morawiecki (due leader che giocano sulla scacchiera dell'Est aa stretto contatto con la Germania di Angela Merkel) su una partita così importante per l'Unione, non solo non è credibile, è un pasticcio, traspare l'ammuina di Palazzo Chigi per mostrare che vuol aprire all'opposizione e nello stesso momento punta l'indice sul prossimo cattivo (i paesi di Visegrad) in caso di fallimento del negoziato sul Recovery Fund. Conte gioca sul fatto che in Italia pochi si occupano seriamente di politica estera e il resto del piatto è fatto di ignoranti d'andata e di ritorno. Ecco quanto è rimasto della giornata sul taccuino del titolare, attenzione alle parole che vengono usate, sono la spia del sommergibile che lampeggia, andiamo, immersione rapida, poi emersione, quota periscopio e lancio dei siluri. Che mestiere, il giornalismo.
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È tutta una questione di location
Giuseppe Conte, aprendo gli Stati Generali:
Nell'ambito di questo progetto rientra anche l'investimento nella "bellezza" del nostro Paese. La scelta di questa location che è apparsa a qualcuno inusuale, del Casino del Bel Respiro del parco di Villa Pamphili, è proprio un omaggio alla bellezza italiana. Nel momento in cui progettiamo il rilancio dobbiamo far in modo che il mondo intero possa avere concentrata la sua attenzione sulla bellezza del nostro paese.
La bellezza, cosa di cui nessuno di noi s'era accorto finora, cribbio. Ma il problema non è l'ovvio dei popoli della meravigliosa Italia che viene agitata ogni volta che non si ha un bel niente da dire, la cifra degli Stati generali è racchiusa in una parola che tradisce lo scopo di tutto quello che è stato apparecchiato. La parola usata da Conte, location, che arriva direttamente da un cinepanettone con Jerry Calà e Umberto Smaila, con quelli della pubblicità che nel film discutono della "location", non è casuale, tradisce l'intenzione. Quale? Vocabolario Treccani:
location ‹lëukèišën› s. ingl. (propr. «localizzazione»), usato in ital. al femm. (pl. locations ‹lëu- kèišën∫›), e comunem. pronunciato ‹lokèšon›. – Luogo, ambiente, sito in cui si prevede che debba essere girata una scena di un film o di uno spettacolo televisivo; viene identificato mediante appositi sopralluoghi preventivi.
Siamo nella dimensione dello spettacolo. E il dramma è che si tratta di una modesta messa in scena. A Conte bastano e avanzano le immagini (autoprodotte da Palazzo Chigi) e il lavoro dietro le quinte di Rocco Casalino. Nessun giornalista è ammesso a Villa Pamphilj, la stampa è sul marciapiede. Nota di protesta dell'Associazione stampa parlamentare e dell'Ordine dei giornalisti:
L'Associazione Stampa parlamentare e l'Ordine nazionale dei giornalisti non condividono le modalità di organizzazione degli Stati generali dell'economia che riguardano il lavoro dei media. A quanto si apprende, l'intera area di villa Pamphilj dove si svolgeranno gli incontri sarà continuativamente interdetta a giornalisti, fotografi e cameramen. Al netto delle necessarie misure anti-contagio e della decisione di tenere riservati tutti o parte dei colloqui - affermano Marco Di Fonzo, presidente Asp, e Carlo Verna, presidente Ordine nazionale giornalisti -, riteniamo indispensabile garantire agli operatori dell'informazione condizioni di agibilità adeguate per poter svolgere il proprio lavoro, allestendo spazi per la stampa e consentendo di raccogliere informazioni in maniera diretta e autonoma. Tanto più in considerazione del fatto che si tratta di un evento particolarmente articolato, partecipato e lungo. Alla luce di questi elementi, chiediamo sia garantita un'ampia partecipazione alle preannunciate conferenze stampa del Presidente del Consiglio. In generale - proseguono Di Fonzo e Verna - auspichiamo con forza che l'avvio di una nuova fase nel Paese, dopo i mesi segnati dal lockdown, possa portare al ripristino pieno dei legittimi spazi e delle corrette modalità di interlocuzione con la stampa, che purtroppo hanno fatto registrare episodi e compressioni non più accettabili".
A Conte, al governo, interessa lo spettacolo, siamo nell'era dell'entertainment dunque tutto è palcoscenico e sipario, reality show.
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Il Re Sole e il Professore
Di fronte a un'operazione di immagine che durerà più di una settimana restano interdetti anche i più compassati e inamidati. Vignetta di Giannelli Sul Corriere della Sera:
Il Re Sole. Sul Corriere della Sera. La vignetta è un interessante indizio sullo smottamento in corso dell'immagine del premier. Alle sue spalle c'è Mazzarino, che sembrerebbe Romano Prodi. Il Professore di Bologna ha commentato con la carta vetrata l'iniziativa degli Stati Generali:
Ho letto le schede di Colao, sono belle però c'è tutto l'universo mondo lì dentro. Pensavo che il governo prendesse 2 o 3 di queste cose e invece il primo atto sono gli Stati generali che si chiamano appunto generali. In Italia il problema della sintesi governativa è serissimo, occorre qualche decisione che improvvisamente svegli l'opinione pubblica, la smuova, che è diverso dagli Stati generali, alcune decisioni rapide e immediate, c'è bisogno di un messaggio forte, magari di tipo fiscale come una grossa lotta all'evasione fiscale. La cosa più importante di qualsiasi altra è la rapidità con cui noi disegniamo il nostro futuro".
Esattamente quello che non c'è e gli Stati generali ne sono un'ulteriore prova, sono la lentezza contro la rapidità.
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Non sprecare la crisi. Per ora si perde il lavoro
Christine Lagarde, presidente della Bce, intervenendo agli Stati generali:
Vi incoraggio, come responsabili politici, a non lasciare che questa crisi vada sprecata. La mia istituzione, la Bce, farà la sua parte nell'ambito del suo mandato. Spetta a voi dimostrare ai cittadini che le nostre società usciranno da questa trasformazione più forti e più verdi. Se avremo collettivamente successo, l'incertezza inizierà a trasformarsi in fiducia, e allora potrà iniziare una vera ripresa.
Giusto, applausi. Citofonare agli imprenditori per chiedere dell'erogazione dei fondi della cassa integrazione. Un po' di realtà, per sapere, per capire, dati croccanti, appena sfornati dall'Istat:
Questa è l'esplosione della cassa integrazione (che ancora per moltissimi deve essere liquidata):
C'è altro? Sì, la produzione industriale, guardate che tuffo nel vuoto:
Nota dell'Istat:
Su base congiunturale, al netto della stagionalità, si osserva una nuova, marcata flessione (-19,1%), seppure meno ampia di quella di marzo (-28,4%); l’unico comparto in leggera crescita è quello farmaceutico (+2,0%),mentre rimane sostanzialmente stabile quello alimentare (-0,1%).In termini tendenziali,l’indice corretto per gli effetti di calendario diminuisce in modo ancor più accentuato di quanto osservato il mese precedente, con una flessione del 42,5%. Tutti i settori sono in calo. Le industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessorie quelle della fabbricazione di mezzi di trasportosono lepiù colpite, con riduzionidella produzione senza precedenti e rispettivamente pari all’80,5% e al 74,0
Questi sono i dati reali del presente.
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Toh, c'è il debito pubblico
Realtà, ne abbiamo tanta, la dimenticano quasi tutti. Ecco l'andamento del debito pubblico, grafico di Mazziero Research:
Secondo le stime di Mazziero Research "il debito aumenterebbe a 2.465 miliardi ad aprile, arrivando alla soglia dei 2.500 miliardi a maggio. Il debito a fine giugno sarebbe compreso fra 2.516 e 2.521 miliardi, mentre a fine anno potrebbe trovarsi tra 2.550 e 2.580 miliardi". Il rapporto tra debito pubblico e pil supererà ampiamente il 150% nel 2020. Tabella tratta dal Def 2020 presentata il 24 aprile scorso dal primo ministro Giuseppe Conte e dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri:
Serve altro? Un post-it da appendere sullo specchio del bagno: i debiti vanno pagati. Nel governo gialloverde questo concetto elementare non viene preso in considerazione, i pentastellati e il premier in particolare parlano di miliardi come caramelle da prendere gratis, una cosa che facevamo da bambini, quando irrompevamo (era proprio così, un gioioso irrompere) con i miei fratelli nel negozio di dolci di zia Peppina Bonesu, in via Roma, a Cabras (dolci e giocattoli, che paradiso) e ci facevamo dare ogni giorno un pugno di caramelle, erano gratis, cavolo! Poi zia Peppina fermava la mamma per strada, con un quaderno pieno di numeri in mano, in quelle pagine c'era il nostro gratis da pagare. Nel governo sono fatti così, fanciullini adulti che scambiano il debito pubblico per le caramelle di zia Peppina.
Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, memento durante gli Stati generali:
I fondi europei non potranno mai essere gratuiti: un debito dell'Unione europea è un debito di tutti i paesi membri e l'Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perché è la terza economia dell'Unione, benefici degli strumenti di sostegno europei non vanno valutati solo per la convenienza finanziaria che li caratterizza, pure notevole, ma anche e soprattutto per la possibilità che offrono di inserire lo sforzo nazionale in una strategia di sviluppo comune.
Visco dice una cosa ovvia, ma l'ovvio con questa classe politica diventa una notizia, dunque i debiti si pagano. E bisogna fare le riforme, altrimenti ti indebiti e non hai risolto un fico secco. Anzi, qualcosa l'hai fatto e non è una roba di cui vantarsi in giro. Che cosa?
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Avete figli? State chiedendo loro un prestito
Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, un avviso durante gli Stati generali:
Noi, l'Ue, per la prima volta chiediamo in prestito denaro ai nostri figli. Quindi il nostro investimento di oggi deve dare risultati per i nostri figli. Non dobbiamo, come talvolta i Paesi hanno fatto, prendere in prestito dai nostri figli solo per spendere di piu' oggi. Oggi, investiamo per la prossima generazione dell'Europa.
È quello che hanno fatto i governi italiani negli ultimi trent'anni: ipotecare il futuro dei figli e così siamo arrivati ai giovani senza lavoro, legioni di indivanados con la PlayStation, abbiamo il record europeo di Neet (Not in Education, Employment, or Training) e masse di aspiranti al reddito di cittadinanza, d'emergenza, qualsiasi sussidio pur di stare a casa, slogan preso alla lettera da un bel pezzo della popolazione italiana. Non far niente e incassare l'assegno. Gran bel progresso.
***
Nel frattempo, il mondo corre, i fatti rotolano a valle come pietre, la realtà è inesorabile, puntuale, onesta e alla fine ci sarà il falò delle vanità (sì, quel diavolaccio di Tom Wolfe, che penna dissacrante). Che bello, cantarsela e suonarsela. Poi c'è la realtà, appunto. Mentre è in corso l'autocelebrazione a Villa Pamphili, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere abbiamo registrato l'ennesima rivolta dei detenuti, in una baraccopoli di Foggia, rappresentazione vergognosa della nostra celebrata accoglienza e solidarietà, un nordafricano è rimasto ucciso in un rogo, è il quarto morto in quell'ammasso di lamiera, cartone e disperazione nel giro di 18 mesi. Italia, il paese della bellezza e naturalmente dei buoni sentimenti sparsi come le brioche al popolo. Siamo un abbozzo di nazione devastato dall'ipocrisia e dalla dottrina del non-fare.
***
Ci sono due modi di fare una sintesi di quello che abbiamo visto: nel presente e nel passato remoto. Non ci credete? Cominciamo con il presente, andiamo a Villa Pamphili, la nostra (sua) piccola Versailles e il radioso Re Sole.
06
La piccola Versailles e quattro note sul taccuino
Il premier Giuseppe Conte ha inaugurato la sua piccola Versailles a Villa Pamphili, gli Stati generali. Durerà fino alla fine della prossima settimana, un paradosso per un paese che ha bisogno di interventi urgenti e velocità di esecuzione. Conte gioca la sua partita politica, sta costruendo abilmente la sua base elettorale, il piano ha tre esiti possibili: la costruzione di un nuovo partito, l'ascesa di Conte alla leadership dei Cinque Stelle, la caduta del premier per effetto della crisi economica. Una lista Conte allarma il Partito democratico, i sondaggi la danno tra il 12 e il 15%, ma soprattutto cannibalizza l’elettorato del Pd e dei Cinque Stelle. Conte ha negato di lavorare a un suo partito, ma un giallista arriverebbe facile a quella conclusione: le impronte digitali, gli indizi e il movente sono presenti sulla scena del delitto politico. E gli Stati generali sono funzionali a questa scalata personale.
Che tempo farà? Il premier Giuseppe Conte (Foto Ansa).I lavori di Villa Pamphili si sono aperti con un festival dell’ovvio: l’Italia ha bisogno di riforme, ha un enorme debito pubblico, bisogna sburocratizzare, la lotta all’evasione è una priorità, servono investimenti e un clima favorevole alle imprese. Fin qui non c’è notizia. Siamo di fronte a fatti arcinoti, possiamo prendere i discorsi programmatici di tutti i presidenti del Consiglio degli ultimi trent’anni, le considerazioni finali di tutti i governatori di Bankitalia, i discorsi di inizio mandato e di fine anno di tutti i presidenti della Repubblica e sovrapporli alle cose che abbiamo sentito.
Tuttavia, in una giornata che non passerà alla storia, quattro punti sono rimasti sul taccuino del vostro cronista:
1. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha riportato tutti alla realtà sottolineando che la discussione in corso può essere utile, ma non bisogna cercare "effimeri interessi di parte" e "deve saper approdare a risultati concreti". Le cose vanno messe a terra. Realismo e tempismo perfetti del Quirinale.
2. Il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha puntualizzato che "i fondi europei non potranno mai essere 'gratuiti': un debito dell'Unione europea è un debito di tutti i paesi membri e l'Italia contribuirà sempre in misura importante al finanziamento delle iniziative comunitarie, perché è la terza economia dell'Unione". Sembrano cose ovvie, ma con questa classe politica anche l'ovvio diventa eccezionale. Le parole di Visco sono un preludio del dibattito europeo sul Recovery fund, tutt’altro che chiuso, con molte botole aperte nelle quali l’Italia può cascare. Quali botole? Andiamo avanti.
3. Il premier Conte alla fine dei lavori ha fatto un passo inatteso che certifica le difficoltà del negoziato in Europa: "Se riuscirò a portare a casa il Recovery fund che prevede ingenti risorse, sarà una vittoria ma per questo rivolgo ai partiti di opposizione un appello: c'è ancora da lavorare su questo progetto, diano una mano con paesi di Visegrad nell'interesse nazionale". Conte chiede a Matteo Salvini e Giorgia Meloni un aiuto diplomatico presso i paesi sovranisti, bisogna ammorbidire le posizioni di Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia che invocano un riequilibrio dei fondi oggi "sbilanciati a Sud", cioè verso l'Italia che è il principale beneficiario con oltre 170 miliardi di euro. Il fronte degli scettici inoltre comprende anche Austria e Olanda. E occhio alla Germania oggi e sopratutto domani, la Corte costituzionale tedesca ha già avvisato la Bce e ha detto alla Bundesbank che prima viene la legge di Berlino e poi quella europea. Achtung. La realtà non è un pranzo di gala, non è in guanti bianchi e non è mai gratis. Se sul menù c'è scritto gratis, allora vuol dire che il pasto sei tu.
4. Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha ribadito che la Bce farà il suo dovere - lo sta già facendo, con grande efficacia per l'Italia - ma senza le riforme sarà uno sforzo vano. Per Lagarde la sola "politica monetaria non può risolvere le domande più profonde su come sarà l'economia in futuro" e quindi affinché "questa crisi non vada sprecata" ognuno deve fare la sua parte. Traduzione: i problemi dell'Italia non si risolvono a Francoforte ma a Roma.
Per chi suona la campana? Il gong è per il governo, il Parlamento, la classe dirigente dell'Italia. Finora tutti hanno brillato per la spesa, ma sono completamente assenti nella riqualificazione e nei tagli di ciò che è improduttivo. Ricordiamo che la spesa pubblica in Italia è pari a circa 800 miliardi di euro e continua a crescere, il nostro debito pubblico a fine 2020 sarà tra i 2550 e 2580 miliardi, le prospettive sull'occupazione fanno tremare i polsi, secondo le stime dell'Istat sono a rischio 2 milioni di posti di lavoro. Non c'è la piccola Versailles di Conte, non c'è la musica dolce in sottofondo, è la cavalcata delle Valchirie.
***
Questo era il resoconto del titolare in modalità presente. E il passato remoto come sarebbe? Dobbiamo salire sulla macchina del tempo e ci divertiamo con un giro di giostra spinto dall'energia letteraria, l'epigramma al fulmicotone di uno scrittore al tabacco e cinema, Ennio Flaiano, che disse: “La situazione è grave ma non seria“. Il 2020 fu quella cosa là, non seria.
07
L'Italia che fu nel 2020, grave ma non seria
Nel 2020, un procuratore della Repubblica dopo aver ascoltato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio nell'inchiesta sulle zone rosse si fermò parlare con i giornalisti. Non fu una cosa seria. Le cronache dell'epoca raccontano di un premier che di fronte a un’emergenza economica drammatica perse più di una settimana di tempo per mettere in scena la sua piccola Versailles. Non fu una cosa seria. L’opposizione cdisertò gli appuntamenti istituzionali apparecchiati bene o male dal governo. Proprio no, non fu una cosa seria.
Il 31 gennaio del 2020 fu dichiarato uno stato di emergenza per il coronavirus e anche quello, visto il risultato, non fu una cosa seria. Il 2 febbraio dello stesso anno il capo del governo di allora, un avvocato di cui si sapeva poco, disse a proposito dell’epidemia “è tutto sotto controllo” e anche quella non fu una cosa seria. Nel volger di un paio di notti il governo chiuse prima la Lombardia e poi tutto il paese, ma i cavalli scapparono dalla fattoria padana e la fuga di notizie sul decreto del lockdown innescò un esodo dal Nord al Sud, anche quella non fu una cosa seria. Una raffica di decreti della presidenza del consiglio sospesero la Costituzione, si arrivò perfino a regolare la sfera interiore, l’amore, l’eros, il contatto fisico e gli affari intimi, no, non fu proprio una cosa seria. Uomini e donne a passeggio in spiaggia, da soli e in cerca di un'ora d'aria come i carcerati, presenti su uno sterminato arenile deserto, furono inseguiti dai droni che mai erano stati visti in quei tempi così violenti in azione contro gli spacciatori di droga, gli stupratori e la criminalità metropolitana, chiaramente non fu una cosa seria.
In piena emergenza con decine di migliaia di contagi e morti in progressione, il capo del governo disse che l’Italia era un modello e, ovviamente, non fu una cosa seria. Con un ribaltone strategico che poi passò alla storia, il paese fondatore dell’Unione europea, membro della Nato, alleato degli Stati Uniti, diventò lo Stato più filocinese dell’Occidente, grazie all’incapacità della missione diplomatica in Italia di allora (l’ambasciata degli Stati Uniti a Roma) in un periodo in cui l’America era colpevolmente distratta e con una presidenza in preda alla labirintite. Anche questa fu una cosa grave ma non seria.
Dopo il lockdown à la Wuhan (la fase uno) seguirono una fase due e una fase tre di disperante burocrazia e comica anarchia. Fu una fase unica, non seria. Lo Stato centrale e le Regioni entrarono in pesante conflitto, il governo prendeva delle decisioni e gli enti locali disponevano il contrario, le Regioni di centrodestra si contrapposero al governo di stelle cadenti e sinistra archeologica, il risultato fu il caos normativo e lo sbrego costituzionale. Anche l’unità del paese nell'anno 2020 non era una cosa seria.
Con una raffica di decreti che aumentarono il debito pubblico a livelli record il governo ipotecò la vita dei giovani, ai quali promise il radioso futuro di un misero reddito di cittadinanza, la sussistenza e la dipendenza dall’apparato pubblico per sempre. Promisero miliardi per le famiglie per le imprese, quei miliardi non arrivarono mai. L’Istat prospettò un autunno e un inverno durissimi, con il rischio della perdita di oltre 2 milioni di posti di lavoro, ma l'Italia in quel momento era un fu che non si fece mai un sarà, erano tutti impegnati negli Stati generali a testimoniare che la situazione dell'Italia era grave pur non essendo mai stata una nazione seria.
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2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.