16 Giugno

Non si abbattono i Grandi di Francia

La lezione di Macron: non si rimuovono statue, non si cancella la storia del paese, nel bene e nel male. Il caso Colbert e un presidente che riconosce la forza e la complessità del passato. Un'indagine di Marco Patricelli sugli iconoclasti senza ieri, oggi e domani

di Marco Patricelli

Mesdames et messieurs, giù il cappello di fronte a Emmanuel Macron. Il presidente della Repubblica francese stavolta non le ha mandate a dire: «La Francia è ferma nel condannare il razzismo ma non cancellerà la sua storia, né abbatterà statue e monumenti». Forte e chiaro in diretta tv e doccia gelata sulle febbri della caccia al personaggio storico da gettare giù dal piedistallo nel tripudio di folla perché cento, duecento, trecento anni fa non solo non marciava contro il razzismo ma addirittura lo era, persino inconsapevolmente, perché così andava il mondo. Un mondo che non è mai stato perfetto, né allora né oggi, anche se oggi anche per presa di coscienza è probabilmente migliore di quello di allora.

La storia coloniale della Francia, però, è la storia della Francia, quindi inutile starci a girare attorno. Parola di presidente, non si toccano né si cancellano le tracce del passato. La presa di posizione è arrivata netta di fronte all’ipotesi sollevata dall’ex premier Jean-Marc Ayrault e attuale presidente della Fondazione per la memoria della schiavitù di togliere l’intitolazione di una sala a Jean-Baptiste Colbert (1619-1683), poiché a lui si deve la prima elaborazione del Code Noir (poi completato dal figlio, marchese de Seignelay). Il Codice Nero venne promulgato nel 1685 dal re Luigi XIV e in una sessantina di articoli disciplinava la vita degli schiavi africani nelle colonie francesi; nel preambolo gli schiavi sono considerati persone senza diritti, quasi oggetti ( meubles, all’art. 44), per quanto titolari di un’anima da salvare tramite battesimo, educazione e sepoltura cattolica.

Jean-Baptiste Colbert ritratto da  Claude Lefebvre nel 1666.

A quei tempi tali considerazioni erano ampiamente diffuse e neppure il cristianesimo se ne discostava molto, considerando anche ciò che i missionari fecero con le conversioni forzate degli amerindi dallo sbarco dei conquistadores...


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