21 Giugno
Può perdere. E anche vincere. Il 2020 di Trump
La tempesta perfetta delle tre crisi (sanitaria, economica e sociale), un avversario debole, un presidente che ha un nemico temibile: se stesso. La corsa di Donald Trump per la Casa Bianca è in salita, Biden è in vantaggio, eppure The Donald è ancora in pista e...
Che succede? Non ci sono notizie politiche degne di nota (si chiudono gli Stati generali, sai che spasso), Alex Zanardi sta correndo la sua corsa per la vita e l'Italia prega per questo campione d'umanità. Sul resto, sorvoliamo. È la giornata giusta, una splendida giornata di sole qui a Roma, per approfondire un tema che diventerà il fatto dell'anno (dopo il coronavirus e speriamo non altro): la corsa alla Casa Bianca e la figura di Donald Trump. Ieri ha ripreso i comizi, è andato a Tulsa, circa 400 mila abitanti, in Oklahoma, Stato tradizionalmente repubblicano, qui Trump ha vinto le elezioni del 2016 con il 65,3% dei voti, qui nelle ultime 16 elezioni i repubblicani hanno vinto 15 volte. Andrà così anche la prossima volta? Non lo sappiamo, siamo nell'era del coronavirus e tutto è diventato (im)possibile da prevedere.
E poi viviamo in un'epoca di demagoghi, la politica è diventata entertainment, poche sono le figure che sfuggono a questa realtà. In Italia c'è Giuseppe Conte (che un anno fa era il premier di un governo populista e euroscettico, va sempre ricordato) che chiede "un atto d'amore" alle banche (supercazzola dell'anno, imbattibile), in Spagna Pedro Sanchez obbedisce alle liturgie populiste della sinistra, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è la nuova destra del Partito popolare europeo, Boris Johnson è la Brexit realizzata tra Westminster, Downing Street e il pub, Emmanuel Macron ha recuperato i tratti del gollismo, è un nazionalista che pensa all'Europa in chiave francese e gioca con l'immagine e la nostalgia della grandeur della Francia; perfino Angela Merkel, di gran lunga la figura più grande tra i contemporanei, è attenta alla retorica della Germania, della politica dell'auto tedesca e della birreria. La corsa alla Casa Bianca sta per uscire dalla curva del coronavirus per entrare nel rettilineo dove attende l'uomo...
Che succede? Non ci sono notizie politiche degne di nota (si chiudono gli Stati generali, sai che spasso), Alex Zanardi sta correndo la sua corsa per la vita e l'Italia prega per questo campione d'umanità. Sul resto, sorvoliamo. È la giornata giusta, una splendida giornata di sole qui a Roma, per approfondire un tema che diventerà il fatto dell'anno (dopo il coronavirus e speriamo non altro): la corsa alla Casa Bianca e la figura di Donald Trump. Ieri ha ripreso i comizi, è andato a Tulsa, circa 400 mila abitanti, in Oklahoma, Stato tradizionalmente repubblicano, qui Trump ha vinto le elezioni del 2016 con il 65,3% dei voti, qui nelle ultime 16 elezioni i repubblicani hanno vinto 15 volte. Andrà così anche la prossima volta? Non lo sappiamo, siamo nell'era del coronavirus e tutto è diventato (im)possibile da prevedere.
E poi viviamo in un'epoca di demagoghi, la politica è diventata entertainment, poche sono le figure che sfuggono a questa realtà. In Italia c'è Giuseppe Conte (che un anno fa era il premier di un governo populista e euroscettico, va sempre ricordato) che chiede "un atto d'amore" alle banche (supercazzola dell'anno, imbattibile), in Spagna Pedro Sanchez obbedisce alle liturgie populiste della sinistra, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz è la nuova destra del Partito popolare europeo, Boris Johnson è la Brexit realizzata tra Westminster, Downing Street e il pub, Emmanuel Macron ha recuperato i tratti del gollismo, è un nazionalista che pensa all'Europa in chiave francese e gioca con l'immagine e la nostalgia della grandeur della Francia; perfino Angela Merkel, di gran lunga la figura più grande tra i contemporanei, è attenta alla retorica della Germania, della politica dell'auto tedesca e della birreria. La corsa alla Casa Bianca sta per uscire dalla curva del coronavirus per entrare nel rettilineo dove attende l'uomo con la bandiera a scacchi. Che corsa è e sarà? Facciamo un giro di giostro in America, seguite il titolare di List.
01
Il rally di Trump a Tulsa
Primo punto: a Tulsa non ha fatto il pieno di partecipanti (come potete vedere nella foto qui sopra) ma questo sta nelle cose prevedibili, in America come altrove il coronavirus è in libera uscita da tempo. Trump non ne sarà felice, ma quello che conta per lui è lo show televisivo e tra qualche riga vedremo perché. Cosa ha detto il presidente? Ecco cosa è rimasto sul taccuino:
Stanno prendendo di mira le statue di Cristoforo Colombo. Io, invece, vi dico che amo l'Italia (l'ha pronunciata in italiano, ndr) e dico grazie al popolo italiano, ne siamo molto orgogliosi.
Il virus ha più nomi di qualsiasi altra malattia nella storia. Molti lo chiamano virus, molti la chiamano influenza, ha 19 nomi diversi. Io lo chiamo Kung-flu.
Il nostro Paese sarà distrutto se Biden verrà eletto in novembre. Ho fatto di più io per la comunità nera in quattro anni che Biden in 47 anni. La giustizia razziale comincia con il pensionamento di Joe Biden. S
Se Biden sarà eletto alla Casa Bianca riempirà la Corte suprema di estremisti. Biden è un pupazzo della sinistra radicale.
Siete dei guerrieri, la maggioranza silenziosa è più forte che mai. Siamo il partito dell'ordine e della legge.
Intervistato da Fox News Trump ha annunciato che farà un altro tentativo per riformare la legge sui Dreamers (tema chiave, immigrazione), ha scherzato sui test dicendo che ha chiesto di rallentarli per non aumentare i casi, ma hanno finito per prenderlo sul serio e la Casa Bianca ha dovuto precisare che "ovviamente il presidente sta scherzando, siamo molto orgogliosi dei 25 milioni di test fatti". Il nemico di Trump è sempre lui, Trump.
02
Biden non c'è, Trump c'è (e questo è il problema)
Trump è l'interprete elettrificato dello storica corrente del populismo americano, aggiornato alla dimensione della tv, del "you're fired" di Apprentice (ha licenziato il procuratore per il distretto sud di New York, Geoffey Berman, che ha accettato la defenestrazione perché la decisione è un potere costituzionale di Trump), del discorso che sbraca regolarmente, della battuta spesso infelice. Trump è un fenomeno spiacevole per le presunte classi colte perché le mette tutte di fronte al fallimento della loro pedagogia delle masse. Non hanno saputo educarle, le hanno addirittura rese rabbiose, senza misura, così The Donald è diventato il loro contrappasso. Quando i Democratici hanno abbracciato (senza crederci davvero) la politica del lockdown à la cinese, hanno scoperto che in America c'è un forte movimento libertario che non accetta la sospensione della Costituzione, la lesione dei diritti civili, come è accaduto in Europa, così Trump ha da un lato adottato misure stringenti, dall'altro ha cavalcato la riapertura e la riattivazione di America Inc. I dem pensavano di trarre vantaggio dall'epidemia e in una certa misura finora ne sono stati beneficiati, ma non come pensavano. Un altro presidente di fronte a tre emergenze (sanitaria, il coronavirus; economica, l'impatto del lockdown; sociale, la protesta contro le discriminazioni razziali) sarebbe già fuori gioco da tempo, Trump invece è ancora in pista e può perfino vincere il voto per la Casa Bianca di novembre. In questo momento, sia chiaro, Trump perderebbe, assente Biden sarebbe sconfitto dal coronavirus e da 40 milioni di americani in fila per il sussidio di disoccupazione, ma i conti con le elezioni presidenziali non si fanno ora e non si mettono in fila con i canoni del pregiudizio morale, le lenti del "competente" aguzzano la vista, quasi mai l'ingegno. Vedono Trump e si scandalizzano, laddove dovrebbero "spiegarlo", come raccomandava Antonio Gramsci nei Quaderni del carcere:
Nell’impostazione dei problemi storico-critici, non bisogna concepire la discussione scientifica come un processo giudiziario, in cui c’è un imputato e c’è un procuratore che, per obbligo d’ufficio, deve dimostrare che l’imputato è colpevole e degno di essere tolto dalla circolazione. Nella discussione scientifica, poiché si suppone che l’interesse sia la ricerca della verità e il progresso della scienza, si dimostra più «avanzato» chi si pone dal punto di vista che l’avversario può esprimere un’esigenza che deve essere incorporata, sia pure come momento subordinato, nella propria costruzione. Comprendere e valutare realisticamente la posizione e le ragioni dell’avversario (e talvolta è avversario tutto il pensiero passato) significa appunto essersi liberato dalla prigione delle ideologie (nel senso deteriore, di cieco fanatismo ideologico), cioè porsi da un punto di vista «critico», l’unico fecondo nella ricerca scientifica.
Nel 2016, quando la maggioranza dei commentatori dava vincente Hillary Clinton a dispetto dei fatti macroscopici che stavano conducendo Trump al trionfo, fu "l'uomo dimenticato" evocato per la prima volta da Franklin Delano Roosevelt a portare Trump alla Casa Bianca. Otto anni di obamismo avevano curato l'economia dopo la Grande Crisi del 2008, ma non avevano realizzato il "change", il cambiamento di cui Obama (primo presidente nero della storia degli Stati Uniti) era il portatore naturale. L'America durante gli anni di Obama è rimasta una grande democrazia, un paese splendido e crudele, un sogno e un incubo, un esempio di integrazione e convivenza di differenti culture (di gran lunga il migliore sulla faccia della Terra), una disperante mappa di diseguaglianze, un paese ricco e poverissimo, una nazione lucida e drogata. Trump ha fatto il suo raccolto non sui successi di Obama ma sulle macerie fumanti che ha lasciato, come ogni presidente. Trump doveva ricostruire l'America, ma la presidenza ha subito mostrato quali erano e sono ancora i suoi limiti.
03
Il trumpismo. Testo e contesto storico
Il problema di Trump oggi non è quello di aver spaccato l'America (lo era già) ma di non averla almeno in parte riunita. Questo fa di Trump un prodotto perfetto del suo tempo: figlio della televisione, spregiudicato uomo d'affari, ricco e sfrontato, senza nessuna vocazione da maitre à penser, odiato dalle classi colte, un nemico dei campus rovescia-statue della nuova (e vecchia) classe di iconoclasti della "cancel culture". Trump è la versione aggiornata del software dell'anti-intellettualismo americano che rappresenta un elemento forte della storia politica del paese, basta leggere le pagine di Anti-Intellectualism in American Life, di Richard Hofstadter, libro che nel 1964 vinse il premio Pulitzer, per rendersi conto che siamo nel campo del dejà-vu. Ciò che è veramente nuovo in Trump non è l'assenza di bon ton (leggere The Presidents, di Stephen Graubard, è più che sufficiente per regalare un bagno di realtà storica ai parrucconi), ma è il contesto storico in cui è immersa la sua presidenza, siamo in un'epoca di polarizzazione della cultura politica e di polverizzazione dell'opinione pubblica, la battaglia è sui social media che per loro natura non uniscono ma dividono, fanno esplodere le masse, le mobilitano e energizzano, ma nello stesso tempo ne frammentano il consenso come una bomba a grappolo fino a sfociare nel nichilismo e nel doloroso disincanto celato dal rancore. Trump ha intuito prima degli altri (poi sono arrivati tutti, il disastro) che la cosa più importante è mobilitare la propria base, non cedere mai su alcuni punti del suo programma, contrapporsi sempre sul piano all'avversario, anche quando non è necessario.
Il suo rally a Tulsa è una doppia sfida: dice ai Democratici che lui fa i comizi e va in direzione contraria alla vulgata mainstream (i Dem oggi sono un immaginario di mascherina e lockdown), afferma che non ci sarà più un blocco totale dell'America (lo ha detto il segretario al Tesoro, Steve Mnuchin), torna sul terreno e lo fa con sventolando la bandiera della legge e dell'ordine da contrapporre ai Dem a cui intesta le rivolte, i saccheggi, la violenza nelle metropoli americane. Anche qui il film è già visto, il Black Live Matters manifestava contro Trump nel 2016 e lui ha vinto lo stesso. Il problema razziale in America non nasce con questa ammininistrazione che, tra l'altro, ha conseguito risultati mai visti prima sul piano economico per la comunità dei neri d'America.
04
I sondaggi, il gioco dell'Electoral College e la cassa
La domanda sul taccuino è quella semplice e inesorabile: chi vincerà? I sondaggi dicono che Biden è in vantaggio nello scenario nazionale di 9 punti, ma siamo agli esercizi teorici perché la corsa è lunga, la fase decisiva si gioca tra settembre e ottobre e ci sono elementi per cui i Democratici temono la sconfitta a sorpresa (ma non troppo). Le elezioni americane si vincono nei collegi, per cui se la corsa a un certo punto diventa un testa a testa (fatto non improbabile), Trump può vincere nell'Electoral College. FiveThirtyEight avvisa i naviganti su questo dettaglio che continua ad essere trascurato e prende come esempio il swing state del Minnesota, dove Biden ha "solo" 6,6 punti di vantaggio, decisamente più stretto dei 9,2 punti con cui guida la corsa sul piano nazionale.
In vantaggio. Joe Biden durante un comizio nel Delaware (Foto Ansa).
Questo significa che Trump può recuperare terreno negli Stati che oscillano tra il rosso (Repubblicano) e l'azzurro (Democratico), mancano 5 mesi e per The Donald è un fatto importante che le tre crisi siano scoppiate adesso e non in piena estate o inizio settembre, non avrebbe mai avuto il tempo per recuperare. Se l'economia americana reagisce in fretta, riparte e segue il rally anticipatore di Wall Street, Trump torna in corsa. Dunque Biden ora è favorito e ha grandi probabilità di andare alla Casa Bianca (sarebbe una incredibile vittoria in assenza del corpo del vincitore), ma Trump può ancora ribaltare il pronostico nell'Electoral College, dipende da cosa accadrà da qui a novembre. D'altronde, prima dell'arrivo del coronavirus, nessuno avrebbe scommesso un dollaro sulla vittoria di Biden.
Mappa elettorale? Quella pubblicata ieri da Npr ieri dice che Biden è in forte vantaggio:
Ma per tutte le ragioni che abbiamo esposto questa mappa vale oggi e domani potrebbe cambiare. La raccolta dei fondi per la campagna è un altro indicatore importante, rivela l'umore dell'elettorato, dei donatori. Trump in maggio ha raccolto 74 milioni di dollari per la campagna presidenziale, in aprile furono 61,7 milioni, è in crescita, è un buon segno. Ma Biden in maggio ha raccolto 80,8 milioni, tanti soldi, il suo miglior mese di raccolta finora. Sul piano della disponibilità di cassa però Trump è in vantaggio con 108,1 milioni di dollari di liquidità contro gli 82,4 di Biden. Trump rispetto al suo avversario ha speso il doppio per la campagna in maggio (24,5 milioni di dollari, la metà spesa in pubblicità), contro gli 11,7 milioni impiegati da Biden che lancerà una campagna televisiva da 15 milioni di dollari in Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Florida e Nord Carolina, sono tutti Stati dove Trump nel 2016 ha vinto. La partita è quella dell'Electoral College.
05
Da Wall Street a American Psycho, la trumpizzazione americana
Alla fine della fiera, resta il punto dei punti, quella nota a margine che diventa un tutto circolare: chi è Trump? Di tutte le descrizioni viste, sentite e lette in questi anni, quella migliore viene da uno scrittore avanti e contro: Breat Easton Ellis. Il suo "Bianco" è un miniera di (in)formazione, d'altronde siamo di fronte a un format letterario che è insieme classico Bildungsroman, romanzo di formazione, confessione intima - agitata e non mescolata - sghiribizzo iperpop, meravigliosa e incasinata vita gay, una ferita sul cuore che continua a palpitare, insomma la sovraesposizione del sotto, del sopra, del sottosopra, l'esplorazione dello spirito di un tempo che galoppa con la cavalleria corazzata.
E dunque, caro titolare, "chi è 'sto coso, che me pare gajardo, Trump?" chiede il ruspante Ginetto che tiene conferenze al bar mentre serve un "caffè ar vetro" e sostiene di non farsi più abbindolare dalle maledizioni nevertrumpiste che legge sui giornali? Ok, chiariamo, il phonato di Manhattan è fottutamente sinistro (e anche destro), dunque nel calcio sarebbe un pericoloso ambidestro da non lasciare mai libero di girarsi e tirare in porta, soggetto da marcare a uomo (e nel suo caso pure a donna), insomma se non vuoi guai lo devi immobilizzare. La prima volta che lo vide, Sergio Marchionne, uno che capiva al volo e aveva fatto affari con Obama (l'acquisto di Chrysler), disse sogghignando: "È un game changer". E naturalmente aveva ragione.
Veniamo al punto, alle parole di Ellis in "Bianco", facile, splendido, corrosivo, ottima traduzione di Giuseppe Culicchia:
Avevo fatto di Donald Trump l'eroe di Patrick Bateman in "American Psycho" e condotto ricerche su diversi suoi modi odiosi di fare business, sul modo disinvolto e sfacciato che aveva di mentire, su come aveva fatto di Roy Cohn il suo mentore, sui sospetti di razzismo che non dovevano necessariamente essere fuori luogo in un uomo della sua età e appartenenza demografica.(...) Quei giovanotti, i tizi di Wall Street con cui ero uscito per le ricerche iniziali, erano affascinati da lui. Trump era una figura di riferimento, cosa che mi turbò nel 1987, nel 1988 e nel 1989, ed è il motivo per cui è citato più di 40 volte nel romanzo. È lui l'ossessione di Bateman, il papà che non ha mai avuto, l'uomo che vorrebbe essere.
Sintesi: il denaro, il successo, l'American Dream che si va trumpizzando. Non a caso nel 1987 diventa il film Wall Street, con la figura sulfurea di Gordon Gekko disegnata da Oliver Stone, e poi nel 1991 subisce un'ulteriore mutazione e passa alla letteratura horror di American Psycho.
Trump è là dentro, ma non è lui, è semplicemente l'eterna metamorfosi americana, una delle sue pagine di storia. E naturalmente diventa nevrosi, perché di questo si tratta. Ancora un frammento di proiettile di "Bianco":
Barbra Streisand dichiarò ai media che stava ingrassando per colpa di Trump. Lena Dunham dichiarò ai media che stava dimagrendo per colpa di Trump. Dappertutto c'era gente che incolpava il presidente per i propri problemie le proprie nevrosi.
Gong. Per chi suona la campana? Lo scopriremo il 3 novembre, il giorno del voto. Se vince Biden saranno quattro anni di noia mortale, se vince Trump sarà la fortuna degli psicoterapeuti d'America e forse ancora dei giornali che avranno qualcosa da raccontare. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Ora che facciamo? Basta politica, ma restiamo in America. Montiamo in sella, facciamo una galoppata, si va in pista.
06
Beato chi ha il cavallo corridore
Guardate questo cavallo, si chiama Tiz the Law. Guardate il fantino, si chiama Manny Franco, è nato nel 1994 in Puerto Rico. Guardate gli occhi del cavallo, concentrati sulla pista, i muscoli possenti e la grazia del movimento. "Beato chi il cavallo ha corridore", cantava Ariosto ne "L'Orlando furioso". Tiz the Law è un grande corridore (è al quinto successo nelle sei corse disputate finora) e ha vinto la prima corsa della Triple Crown, il Belmont Stakes che di solito è l'ultima tappa, ma quest'anno a causa della pandemia il calendario delle corse è finito sottosopra. E senza spettatori. Il Kentucky Derby sarà la prossima corsa della Triple Crown, in programma il 5 settembre a Churchill Downs a Louisville, mentre la Preakness Stakes si terrà il 3 ottobre al Pimlico Race Course di Baltimora. Manny Franco è un fantino fortunato, "beato", vincerà ancora molte gare in sella a questa saetta; Barclay Tagg è un allenatore fortunato, a 82 anni ha trovato dopo Funny Cide (vinse al primo colpo il Kentucky Derby) un altro splendido cavallo corridore. La vita è un giro di pista.
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4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.