13 Luglio

Il potere del sultano del Bosforo

Ritornare al culto islamico a Santa Sofia, piantare la bandiera a Tripoli, far parte della Nato giocando un'altra partita, cancellare l'eredità laica di Ataturk. Un'indagine di Marco Patricelli sulla Turchia di Erdogan e il neo impero ottomano. Dove il regno inizia (e finisce) sempre dove si prega

di Marco Patricelli

La Seconda Roma è caduta una seconda volta. Recep Tayyip  Erdoğan I, il nuovo profeta della mezzaluna, i giannizzeri li scatena in guerra in Libia e a casa sua fa quello che vuole, consapevole della mollezza dell’Occidente che tutto gli passa e tutto gli perdona. La basilica di Santa Sofia torna al canto lamentoso del muezzin e alla preghiera del venerdì.

È l’ultimo, o forse il penultimo, atto di smantellamento dell’opera di Mustafa Kemal Atatürk, il padre della Turchia moderna, che volle un Paese laico e disincrostato dalla pervasività religiosa e dall’ecumenismo ottomano. aIl nuovo sultano del Bosforo non ha fatto mai mistero di voler guardare indietro e oltre Atatürk, proprio all’Impero che mise paura all’Europa arrivando a minacciarne più volte la sopravvivenza come entità statale e cristiana.

Figure come il Principe Eugenio di Savoia (il Gran Capitano al servizio degli Asburgo) e Giovanni Sobieski III di Polonia (che i turchi soprannominarono Leone di Lehistan) dicono poco a nulla alla generazione di TikTok, che può dilettarsi in questo e in altro proprio perché la Storia fece trovare loro al posto giusto e al momento giusto, nel 1683. A capo di un esercito europeo nettamente inferiore a quello ottomano (rinforzato da contingenti dei principi di Transilvania, Moldavia, Valacchia e del khan di Crimea) spazzarono via gli assedianti di Vienna e salvarono il Vecchio continente dal dilagare dell’Islam. Che allora era un pericolo ben valutato tanto quanto oggi è sottovalutato. Soprattutto adesso, e soprattutto da quando Erdoğan ha fatto piazza pulita di ogni opposizione dopo il golpe-farsa del 2016, epurando la società turca di chiunque si ponesse davanti ai suoi sogni di gloria e di potere assoluto. È lui il sultano del XXI secolo, erede in doppiopetto dei suoi miti imperiali, che ha annichilito l’idea stessa della Turchia...


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