24 Luglio
Lotta di cassa. Lo strano caso del forziere che non c'è
Chi gestirà i soldi del Recovery Fund? L'assalto alla diligenza, il forziere di Conte, la soluzione che non sarà quella del New Deal di Roosevelt. La guerra fredda dei consolati tra Cina e Stati Uniti. Erdogan in preghiera a Santa Sofia
Che succede? Prima preghiera islamica nella basilica di Santa Sofia, a Istanbul, è presente Erdogan, una grandissima folla all'esterno, i turchi religiosi hanno aspettato questo momento per 86 anni, dal 1934, quando Ataturk decise di trasformare la chiesa in un museo. La preghiera a Santa Sofia è il fatto del giorno.
Tra Stati Uniti e Cina volano gli stracci, siamo alla battaglia dei consolati, una nuova Guerra Fredda che la crisi del coronavirus ha reso ancora più grave. Anche questo è un turning point, un punto di svolta della storia, siamo in piena scomposizione e ricomposizione dell'ordine mondiale del coronavirus.
Altro? C'è la nostra vicenda, quella italiana, che non fa la grande storia, ma la nostra piccola quotidianità che ipoteca il futuro con un debito che cadrà sulle spalle dei figli e dei nipoti. Una sciagura che oggi si dipana in commedia. Ieri abbiamo titolato la copertina di List così: "Assalto alla diligenza (e nella cassa c'è solo debito)". Qualcuno poteva pensare che ci fossimo un portati un po' troppo avanti con il futuro (e non con il debito, quello è già consolidato), che quell'assalto fosse solo un'idea nostra e niente più. Non lo era, ovviamente, si può anche titolare sulle nuvole, ma poi si casca per terra e qui ci teniamo a restare intatti. Il fatto è che è successo.
Andiamo a Instanbul, si apre lo scenario del Bosforo, una magia. Seguite il titolare di List.
01
La preghiera islamica a Santa Sofia
In Turchia, nella meravigliosa Istanbul, la prima preghiera islamica nella Basilica di Santa Sofia ha dato la misura dell'importanza del fatto. Dopo 86 anni torno il culto islamico in un gioiello della cultura bizantina e del cristianesimo. Il mondo corre lento e improvvisamente veloce. Siamo nella terra di Erdogan, il presidente turco era...
Che succede? Prima preghiera islamica nella basilica di Santa Sofia, a Istanbul, è presente Erdogan, una grandissima folla all'esterno, i turchi religiosi hanno aspettato questo momento per 86 anni, dal 1934, quando Ataturk decise di trasformare la chiesa in un museo. La preghiera a Santa Sofia è il fatto del giorno.
Tra Stati Uniti e Cina volano gli stracci, siamo alla battaglia dei consolati, una nuova Guerra Fredda che la crisi del coronavirus ha reso ancora più grave. Anche questo è un turning point, un punto di svolta della storia, siamo in piena scomposizione e ricomposizione dell'ordine mondiale del coronavirus.
Altro? C'è la nostra vicenda, quella italiana, che non fa la grande storia, ma la nostra piccola quotidianità che ipoteca il futuro con un debito che cadrà sulle spalle dei figli e dei nipoti. Una sciagura che oggi si dipana in commedia. Ieri abbiamo titolato la copertina di List così: "Assalto alla diligenza (e nella cassa c'è solo debito)". Qualcuno poteva pensare che ci fossimo un portati un po' troppo avanti con il futuro (e non con il debito, quello è già consolidato), che quell'assalto fosse solo un'idea nostra e niente più. Non lo era, ovviamente, si può anche titolare sulle nuvole, ma poi si casca per terra e qui ci teniamo a restare intatti. Il fatto è che è successo.
Andiamo a Instanbul, si apre lo scenario del Bosforo, una magia. Seguite il titolare di List.
01
La preghiera islamica a Santa Sofia
In Turchia, nella meravigliosa Istanbul, la prima preghiera islamica nella Basilica di Santa Sofia ha dato la misura dell'importanza del fatto. Dopo 86 anni torno il culto islamico in un gioiello della cultura bizantina e del cristianesimo. Il mondo corre lento e improvvisamente veloce. Siamo nella terra di Erdogan, il presidente turco era presente alla preghiera. Abbiamo visto Erdogan pregare, recitare il Corano, una folla immensa, immagini di rara bellezza, forza e intensità.
Le immagini in diretta trasmesse da Trtworld sono straordinarie, la potenza del canto dei muezzin sulla cima dei quattro minareti, l'architettura possente e elegante di Santa Sofia, la folla dei fedeli all'esterno.
Non ci sono dubbi, l'Islam è potente, crede, è diviso ma determinato, non ha l'inverno demografico, non conosce il declino dell'Occidente. Erdogan (nell'immagine qui sopra) ha messo a segno quel che si dice colpo d'immaginario e in politica non c'è nulla di più efficace, potente, persistente.
A Cipro le campane delle chiese greco-ortodosse hanno suonato per cinque minuti in tono funebre durante la preghiera islamica a Santa Sofia a Istanbul. Lo ha reso noto l'arcivescovado cipriota in una dichiarazione citata dal quotidiano Cyprus Mail, che ha definito "arbitraria, inaccettabile e criminale" la conversione dell'ex basilica da museo in moschea.
"Credo che la Turchia, ad un certo punto, dovrebbe decidere la propria posizione geopolitica: se vuole allinearsi con l'Ue e con i valori europei, quello che sta succedendo con Santa Sofia è un brutto inizio", ha commentato il vicepresidente della Commissione Ue, Margaritis Schinas, che ha chiosato: "In quanto greco, oggi è un giorno piuttosto amaro e complicato. E sono certo di non essere l'unico a provare questo tipo di emozione".
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Qui riproponiamo ai lettori due articoli - con due visioni diverse - che abbiamo pubblicato sul ritorno di Santa Sofia al culto islamico.
02
La Divina Sapienza che non sarà mai di nessuno
I turchi religiosi attendono da 80 anni questo momento. Sabrina Rossi racconta la basilica dove "ci sono le spoglie di tutti i templi del mondo"
di Sabrina Rossi *
Il 15 luglio di 4 anni fa eravamo in vacanza ad Ayvalik, un paesino di mare in Turchia sul mare Egeo davanti l’isola di Lesvos. Quella sera eravamo andati a dormire insolitamente presto e avevamo visto in tv nel locale dove stavamo degustando un Adana kebap, dei movimenti di carro armati ad Istanbul, distratta, credevo fosse un esercitazione o parata come se ne vedono spesso in Turchia. Andammo a dormire. Quella notte nel remoto paesino di Ayvalik l’aria era bizzarra, i minareti delle moschee a volume alto mandavano messaggi di preghiera fuori orario, "l’imam ha bevuto" pensai e ci addormentammo. Al risveglio eravamo in pieno golpe. Nottetempo i bancomat erano stati svuotati, andai dal gioielliere del paese che mi cambiò sottobanco le mie lire turche in euro, poi andammo al porto e presi il primo barchino per Lesvos. Arrivai sull’isola di Saffo accompagnata dai delfini. Continua a leggere l'articolo su List.
03
Il potere del sultano del Bosforo
Ritornare al culto islamico a Santa Sofia, piantare la bandiera a Tripoli, far parte della Nato giocando un'altra partita, cancellare l'eredità laica di Ataturk. Un'indagine di Marco Patricelli sulla Turchia di Erdogan e il neo impero ottomano. Dove il regno inizia (e finisce) sempre dove si prega
di Marco Patricelli
La Seconda Roma è caduta una seconda volta. Recep Tayyip Erdoğan I, il nuovo profeta della mezzaluna, i giannizzeri li scatena in guerra in Libia e a casa sua fa quello che vuole, consapevole della mollezza dell’Occidente che tutto gli passa e tutto gli perdona. La basilica di Santa Sofia torna al canto lamentoso del muezzin e alla preghiera del venerdì.
È l’ultimo, o forse il penultimo, atto di smantellamento dell’opera di Mustafa Kemal Atatürk, il padre della Turchia moderna, che volle un Paese laico e disincrostato dalla pervasività religiosa e dall’ecumenismo ottomano. aIl nuovo sultano del Bosforo non ha fatto mai mistero di voler guardare indietro e oltre Atatürk, proprio all’Impero che mise paura all’Europa arrivando a minacciarne più volte la sopravvivenza come entità statale e cristiana. Continua a leggere l'articolo su List.
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Che facciamo? Siamo a Istanbul, non c'è niente di più facile che prendere un tappeto volante. Voliamo tra la Cina e l'America. C'è una nuova Guerra Fredda.
04
Trump e Xi, guerra fredda dei consolati
Siamo alla guerra fredda dei consolati che è guerra fredda tout court. Gli Stati Uniti hanno ordinato la chiusura di quello di Houston per attività di spionaggio, poi hanno incriminato quattro ricercatori cinesi (tre sono stati arrestati e una quarta persona si è rifugiata nel consolato cinese a San Francisco) per aver dichiarato il falso sui loro legami con l’Esercito popolare di liberazione così da poter entrare negli Stati Uniti e trafugare materiale scientifico. Un caso di spionaggio, siamo tra i classici della letteratura - e della realtà. Ventiquattro ore dopo la chiusura del consolato a Houston - dove 72 ore dopo c'è stato un incendio e le autorità americane sospettano la distruzione di documenti - è partita la caccia alle spie. La risposta cinese non si è fatta attendere, la Cina ha ordinato la chiusura del consolato americano a Chengdu. Quanto è lontana la diplomazia del ping pong di Richard Nixon e Henry Kissinger ai tempi di Zhou Enlai e Deng Xiaoping. Come ricorda Rita Lofano sull'Agi, siamo dentro un gioco di fumo e specchi, rimandi storici, un ciclo dell'eterno ritorno: fu a Houston nel 1979 che "Deng Xiaoping, primo leader della Cina comunista a recarsi in visita ufficiale negli Stati Uniti" si fece fotografare "con il cappello da cowboy".
Altri tempi. E non erano migliori di questi, durante la Guerra Fredda si moriva. Spesso in modo anonimo e silenzioso, come nelle storie di Smiley, nelle pagine di Le Carrè, la dura lezione de La Spia che venne dal freddo:
Non è di moda citare Stalin, ma una volta ha detto: "mezzo milione di persone uccise è una statistica, un uomo morto in un incidente stradale è una tragedia nazionale.
Spie. Traditori. Patrioti. Vero e falso. Siamo in un mondo che sta cercando disperatamente un equilibrio, un nuovo ordine di Jalta. È uno scenario da dopoguerra, con una guerra in un nuovo/vecchio format in corso (commerciale, militare, digitale) e così ecco emergere nelle parole di Mike Pompeo, il segretario di Stato americano, l'eco di un altro tempo che ritorna, un "appello al mondo libero" contro "la nuova tirannia" della Repubblica Popolare Cinese, dunque “il vecchio paradigma è fallito. La cieca ricerca di intese con la Cina non va portata avanti". La battaglia è in corso, l'Anglosfera è in prima linea. Ieri, oggi, domani. L'antico triangolo infuocato tra Washigton-Mosca-Londra è stato sostituito da quello nuovo, Washington-Pechino-Londra, con Mosca che non sta a guardare, ma tesse la tela in suo favore, talvolta offrendosi come interessato mediatore, spesso giocando per la Cina dei contratti energetici, partita di bilancio fondamentale per la Russia dello Zar Vladimir Putin. Ecco emergere l'isola d'Inghilterra, l'Union Jack che sventola nelle manifestazioni di protesta a Hong Kong insieme alla bandiera americana. La minaccia della Cina di non riconoscere più validi come documenti di viaggio i passaporti britannici d'oltremare dei cittadini dell'ex colonia fa parte dei pezzi agitati sulla scacchiera. La risposta alla mossa di Boris Johnson di concedere la cittadinanza agli abitanti di Hong Kong.
Non siamo più ai tempi di Reagan che professava "fiducia ma verifica", Pompeo ammonisce sulla necessaria “diffidenza e verifica”. Non si è rotto niente, le relazioni diplomatiche sono in piedi, i vasi Ming sono interi, ma tremano sul tavolo della diplomazia da contatore geiger. Siamo nel disordine della pandemia e l'Oms in mano cinese non può che diventare il bersaglio di un'America messa in ginocchio dal coronavirus. Secondo il Guardian, durante una visita privata a Londra, Pompeo ha detto che l'Oms è "un'organizzazione politica non basata sulla scienza" e ha accusato il suo attuale direttore generale, l'etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus di essere uno strumento di Pechino, citando "una solida base di intelligence" secondo cui Tedros ha vinto le elezioni del 2017 grazie a un accordo con la Cina. Il problema è che è credibile.
Siamo all'inizio di uno scontro che ha come trofeo la supremazia mondiale. L'America è in difficoltà, la Cina gioca con abilità tutte le sue carte, è uscita rafforzata dalla crisi del coronavirus, è una dittatura e qualcuno in Occidente lo ha dimenticato. Questo qualcuno è in particolare l'Italia. Altri non dimenticano.
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Torniamo in patria. Ne abbiamo viste tante, dunque non siamo sorpresi, l'abbiamo perfino anticipato. Fermi tutti, Conte è circondato.
05
Ombre rosse su Conte
Giuseppe Conte è circondato dagli indiani mentre la sua diligenza corre nella Monument Valley, siamo in una scena famosa della storia del cinema, Stagecoach, che in Italia andò in sala con il titolo di Ombre rosse:
Qui non c'è John Wayne né Claire Trevor, non c'è il grande John Ford alla regia, questa non è una pellicola da Oscar, siamo nel set di un B-Movie dove ci starebbe bene una battuta à la Bombolo. Il fatto è che dopo le celebrazioni, i fasti e gli allori, il presidente del Consiglio di ritorno da Bruxelles ha (ri)scoperto la realtà: la torta da 209 miliardi va spartita, non può gestirla in solitaria, la sua idea di task force che dispone della moneta in quel di Palazzo Chigi è già affondata. Ci ha pensato Roberto Fico - toh, un pentastellato - a ricordare al premier che esiste il Parlamento: "Spetta al Parlamento il ruolo centrale". E sul piano istituzionale la posizione del presidente della Camera non fa un plissè, è quella giusta.
06
Recovery Fund. Chi avrà chiavi del forziere?
Siamo alla lotta di cassa. Conte ha fiutato il pericolo di fare la bella statuina e manovra dietro e davanti, sopra e sotto, per non farsi sfuggire la sua assicurazione sulla vita, il tesoro brussellese (che è un debito da rimborsare, ma questo passa in cavalleria nel dibattito italiano). Si sono agitati anche nel Pd, tutti vogliono contare qualcosa, e Forza Italia ha fatto una mossa istituzionale, l'istituzione di una commissione bicamerale. Tutti vogliono i soldi del Recovery Fund, decidere cosa farne. La chiave politica, il sottotesto, è che nessuno vuole dare a Conte l'immenso potere (di fatto senza controllo, con Parlamento che è un ectoplasma) di disporre del futuro del paese, automaticamente diverrebbe il suo. Ecco perché nel Pd di Nicola Zingaretti la faccenda è diventata un problema istituzionale, c'è il nemico di domani (Conte) che oggi gira in casa e si nutre del lavoro del Pd, perché a Bruxelles hanno fatto la loro parte Roberto Gualtieri, Enzo Amendola e soprattutto Paolo Gentiloni, il commissario europeo all'Economia, e questo non può passare sottotraccia o, peggio ancora, finire annullato politicamente dalle casalinate. Dunque si cerca una soluzione e il premier è "assediato":
Una soluzione può essere quella di affidare il dossier al Ciae, il Comitato Interministeriale per gli Affari Europei. Che cosa è? È un comitato che coordina le politice politiche europee del governo, fa tutto il lavoro preliminare per definire la posizione italiana nell'Unione sui vari dossier, è un organismo di indirizzo politico che prepara le linee guida, d'intesa con il ministero degli Esteri. Quindi abbiamo due figure che emergono: il ministro degli Affari Europei, Enzo Amendola, e il titolare della Farnesina, Luigi Di Maio. Domanda sul taccuino del titolare: chi presiede il Ciae? Il comitato è convocato e presieduto dal Presidente del Consiglio. Dunque è una soluzione ideale per Conte che mantiene il controllo. A sua volta il Pd potrebbe dire sì perché Amendola è uno della squadra dei zingarettiani di ferro al governo. Altra domanda sul taccuino del titolare: il Ciae è il luogo giusto per discutere sull'uso e la destinazione delle risorse del Recovery Fund? No, non fa quel mestiere. E allora torna un'altra domanda: che fare?
In Parlamento c'è l'idea di una commissione Bicamerale, ha un favore trasversale, è una soluzione parlamentare, ma la nostra non breve esperienza tra i meandri del Palazzo ci dice che sarebbe il modo migliore per spiaggiare tutto. Quando vuoi insabbiare qualcosa, fai una commissione bicamerale. E allora? Serve un po' di memoria storica. Prima un passaggio di cronaca, abbiamo un problema di cassa.
07
La tensione di cassa
Titolo dell'intervista di Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia, sul Sole 24Ore:
Letto e riletto: "Tensioni di cassa". Abbaglio del Sole? Uhm, lo escludiamo. Qualcuno al Mef ha parlato, sicuro. Partono i commenti politici e naturalmente il titolare segnala in redazione che questa cosa è una palla di fuoco che vaga tra le stanze del ministero dell'Economia. Che si fa? Giro di telefonate. Dopo un po' arriva quello che ti aspetti, una precisazione da fonti del Tesoro in cui si dice che "in merito ad un retroscena del Sole 24Ore e alle strumentalizzazioni politiche che ne sono conseguite, si precisa che il ministro Gualtieri non ha mai pronunciato le parole attribuitegli dal titolo del quotidiano e che ovviamente per il bilancio dello Stato non esiste alcun problema di cassa". Incassata la nota che era arcinota, torniamo al punto: cosa ha scritto il Sole? Ecco qui il testo, l'incipit, dove sta la notizia: "Con altri 25 miliardi di deficit il Mes diventa cruciale per evitare problemi alle casse dello Stato. Suona così, a quanto risulta al Sole 24 Ore da più fonti, il concetto spiegato dal ministro dell'Economia Gualtieri ai capi delegazione della maggioranza riuniti mercoledì sera per fare il punto prima del consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla terza richiesta di scostamento". È coerente con lo scenario, nulla di esoterico, certamente Gianni Trovati - un collega che sa il fatto suo - ha parlato con una fonte bene informata e aggiungiamo che il direttore del Sole non fa il titolo d'apertura di prima pagina se non è certo del testo e del contesto. Dunque? Al Mef hanno un gatto nero che si aggira per le stanza del ministero, nel Palazzone di Via XX Settembre. Lo vedremo presto comparire e miagolare nella notte italiana.
***
Dobbiamo utilizzare al meglio i soldi del Recovery Fund, è chiaro (e usare quelli del Mes, vedrete). Cosa resta sul tavolo? Lo strumento con il quale fare bene tutto questo. Quale? La Storia è sempre maestra. Serve una svolta italiana con un'opera di ingegno politico da New Deal. Praticamente impossibile. Andiamo in America, anni Trenta.
08
I cervelli di Roosevelt
Franklin Delano Roosevelt nell'America degli anni Trenta, sconvolta dalla crisi, con due milioni di persone senza casa, i prezzi agricoli colati a picco, la disoccupazione a livelli stellari, le banche fallite, lanciò il suo New Deal per tenere insieme il Nord dell'industria americana e gli agricoltori del Sud. In fondo siamo di fronte all'eterno problema geopolitico dell'Italia: un Nord industrializzato, un Sud prevalentemente agricolo, poco sviluppato, con masse in cerca di sussidi, due culture, due visioni del mondo, un problema di unità nazionale. E ora la crisi che falcia imprese e posti di lavoro.
Franklin Delano Roosevelt alla radio nel 1935 (Foto Library Of Congress).L'America allora più di oggi era un paese rurale, crudele, spietato. Roosevelt lo chiamò a raccolta, varò un piano di spesa pubblica e di tagli agli sprechi (cosa che in Italia nessuno vuol fare, questo è un versante complicato da scalare). Come risolse il problema economico FDR? Il presidente aveva due contabilità: il bilancio federale che doveva essere gestito con le forbici e quello "d'emergenza" per uscire dalla crisi (nell'Italia contemporanea non si capisce come tengano la contabilità e quali siano le valutazioni d'impatto sulle decisioni che vengono prese). Andiamo avanti.
Roosevelt stava dalla parte della povera gente, ma senza demonizzare il capitale - e non era facile in un'era in cui le banche, ben più di quanto accada oggi, venivano descritte da un grande scrittore, John Steinbeck, in Furore, come il diavolo:
La banca è qualcos’altro rispetto agli uomini. Succede che ogni uomo in una banca odia ciò che fa la banca, eppure la banca lo fa. La banca è qualcosa di più degli uomini, ti dico. È il mostro. Gli uomini l’hanno fatta, ma non possono controllarla.
Roosevelt pensava che il credito fosse una soluzione per il reddito degli ultimi. Era un populista con i controfiocchi, inventò lui la metafora de "l'uomo dimenticato", il Forgotten Man, del suo discorso del 7 aprile 1932 a Albany:
Si dice che Napoleone abbia perso la battaglia di Waterloo perché ha dimenticato la sua fanteria - ha puntato troppo sulla cavalleria più spettacolare ma meno consistente. L'attuale amministrazione di Washington offre un parallelo stretto. Ha dimenticato o non vuole ricordare la fanteria del nostro esercito economico.
Questi tempi infelici richiedono la costruzione di piani che poggiano sui dimenticati, le unità non organizzate ma indispensabili del potere economico per piani come quelli del 1917, che costruiscono dal basso verso l'alto e non dall'alto verso il basso, che ripongono la loro fede nell'uomo dimenticato in fondo alla piramide economica.
FDR inventò i discorsi del caminetto e usò la radio da perfetto populista qual era. Come nacque il New Deal, quale fu lo strumento per la ricostruzione dell'America? Tutto nasce come sempre dall'idea politica, teoria e azione. FDR costruì il suo piano non con le dirette Facebook e i selfie, ma con un gruppo di intellettuali riuniti in quello che venne chiamato il Brains Trust. Ne facevano parte Raymond Moley, Rexford Guy Tugwell, Adolph A. Berle, Jr. Basil ("Doc") O'Connor, Samuel I. Rosenman e Hugh Johnson.
Brain Truster. Rexford Guy Tugwell, talento del gruppo di lavoro per il New Deal di Franklin Delano Roosevelt (Foto: Library Of Congress).Con questo gruppo pescato dalla Columbia University, Roosevelt scrisse il suo piano economico, quello del primo New Deal. Il leader del Brains Trust era Raymond Moley e - toh, la storia che gioca a dadi - la sua idea fu quella di istituire una flat tax per ricostruire e far ripartire l'economia. Sarebbe una sciocchezza fare dei parallelismi, ma quel che qui è notevole, conta e va ricordato di questa storia è il metodo di governo dell'emergenza: Roosevelt non agiva da solo, aveva consiglieri di livello superiore, non travet, burocrati, capi di gabinetto, ministranti vari, mezze maniche che hanno visto tutti i regimi e mentre occupano il loro posto pensano già al prossimo (ogni riferimento al presente non è casuale), ma studiosi brillanti, motivati, senza paura di esplorare vie nuove. Il gruppo fu reclutato da Moley, il quale dopo aver fatto il primo colloquio con il quarantenne Tugwell (fu lui poi a scrivere la nuova politica agricola del New Deal) raccontò: "Rex era come un cocktail, la sua conversazione ti tirava su e ti faceva correre il cervello". Si chiama "effetto Gin Martini". Nel governo non ne vediamo uno solo che ne abbia un goccio.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Lo lasciamo aperto, il titolare vuole scrivere di questioni oceaniche. Vado a sistemare barca e remi, parleremo di Victor Hugo e William Shakespeare di fronte al mare. Provateci voi, dopo, a scrivere di uno in pochette che chiede "un atto d'amore alle banche". "O capitano, mio capitano, il nostro viaggio tremendo è terminato", sì, questo è il viaggio di Walt Whitman, ci vogliono grandi polmoni, dimensioni epiche, coraggio, un sentimento oceanico che ci unisce e ci separa. Grazie a Dio ci sono ancora le tempeste del cuore.
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2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.