30 Luglio
Tunisia, una storia italiana
Non c'è solo una storia di sbarchi nel 2020, i rapporti tra Tunisi e Roma sono sempre stati forti, ricchi di storia e illusioni. Un viaggio di Marco Patricelli tra le ignorate pagine della "nostra Africa"
di Marco Patricelli
Dallo «schiaffo di Tunisi» alle sberle alla permeabilità dei confini, dai pescherecci siciliani sequestrati dalle autorità tunisine per sconfinamento ai barconi di traghettamento "one way" lasciati a marcire al sole di Lampedusa, dalle mire italiane sulla sponda africana a un pezzo d’Africa che ambisce sbarcare sulle coste italiane. Il vento della storia non tira mai dalla stessa parte e spesso, anzi, fa le bizze e soffia al contrario. La Tunisia torna di prepotenza sul taccuino della diplomazia di Roma, come lo era negli Anni ’80 dell’Ottocento e come era stato appena dopo l’unità per le cancellerie di Firenze.
Nel 1881 la Francia, che si leccava ancora le ferite per il ko infertole da Bismarck nel 1870, con lo sbarco di un contingente a Biserta estese il protettorato sulla Tunisia (che manterrà fino al 1956) togliendola dalla sfera di influenza italiana di cui erano state poste le premesse informalmente già agli inizi del XIX secolo, con la penetrazione lavorativa e culturale (migrazione politica ed economica) e formalmente col trattato sottoscritto col Bey dell’8 settembre 1868 (della durata di 28 anni) che assegnava agli italiani uguali diritti civili e persino l’extraterritorialità delle loro attività. L’occupazione francese andò a turbare in profondità le mosse incerte della gracile Italia dei Savoia che si ritrovò isolata nel contesto internazionale, causando l’avvicinamento forzoso alle uniche potenze alle quali poteva aggrapparsi: il Reich degli Hohenzollern e l’Impero asburgico di Francesco Giuseppe che era stato il suo nemico naturale nel processo di unificazione. Bismarck tenderà l’amo e l’Italia abboccherà il 20 maggio 1882 sottoscrivendo la Triplice alleanza che sarà rinnegata solo col Patto di Londra nell’aprile 1915. Con la Francia intanto i rapporti si inaspriranno sfociando in una guerra doganale e tensioni politiche destinate a superare la soglia del nuovo secolo.
di Marco Patricelli
Dallo «schiaffo di Tunisi» alle sberle alla permeabilità dei confini, dai pescherecci siciliani sequestrati dalle autorità tunisine per sconfinamento ai barconi di traghettamento "one way" lasciati a marcire al sole di Lampedusa, dalle mire italiane sulla sponda africana a un pezzo d’Africa che ambisce sbarcare sulle coste italiane. Il vento della storia non tira mai dalla stessa parte e spesso, anzi, fa le bizze e soffia al contrario. La Tunisia torna di prepotenza sul taccuino della diplomazia di Roma, come lo era negli Anni ’80 dell’Ottocento e come era stato appena dopo l’unità per le cancellerie di Firenze.
Nel 1881 la Francia, che si leccava ancora le ferite per il ko infertole da Bismarck nel 1870, con lo sbarco di un contingente a Biserta estese il protettorato sulla Tunisia (che manterrà fino al 1956) togliendola dalla sfera di influenza italiana di cui erano state poste le premesse informalmente già agli inizi del XIX secolo, con la penetrazione lavorativa e culturale (migrazione politica ed economica) e formalmente col trattato sottoscritto col Bey dell’8 settembre 1868 (della durata di 28 anni) che assegnava agli italiani uguali diritti civili e persino l’extraterritorialità delle loro attività. L’occupazione francese andò a turbare in profondità le mosse incerte della gracile Italia dei Savoia che si ritrovò isolata nel contesto internazionale, causando l’avvicinamento forzoso alle uniche potenze alle quali poteva aggrapparsi: il Reich degli Hohenzollern e l’Impero asburgico di Francesco Giuseppe che era stato il suo nemico naturale nel processo di unificazione. Bismarck tenderà l’amo e l’Italia abboccherà il 20 maggio 1882 sottoscrivendo la Triplice alleanza che sarà rinnegata solo col Patto di Londra nell’aprile 1915. Con la Francia intanto i rapporti si inaspriranno sfociando in una guerra doganale e tensioni politiche destinate a superare la soglia del nuovo secolo.
La Tunisia continuerà comunque a essere una sorta di enclave commerciale, linguistica, sociale, persino architettonica, ben radicata nonostante la collocazione continentale e l’egemonia francese nel Paese arabo, mentre le mire coloniali italiane verranno dirottate verso il Corno d’Africa, culminate col disastro di Adua del 1896, e sul Mediterraneo meridionale con la guerra contro la Turchia per la conquista di Tripolitania e Cirenaica. Questa sorta di attrazione tra Penisola e quarta sponda sotto controllo francese, mai venuta meno, nonostante i proclami viene depotenziata nel 1935 dal regime fascista con l’accordo Mussolini-Laval nel quale il dittatore asseriva di disinteressarsi della Tunisia, al centro di un tiro alla fune propagandistico, in cambio del disinteresse francese verso l’Etiopia. E sappiamo come andrà a finire, con l’ultima guerra colonialista contro l’ultimo Paese africano non conquistato dagli europei. La Tunisia torna a primeggiare nella politica estera fascista con un celeberrimo manifesto di propaganda del 1940 in cui la canna di un revolver con il calcio in Tunisia puntava contro la Sicilia con la frase «Biserta in mano alla Francia è una pistola puntata contro la Sicilia».
Proprio in Tunisia, con la resa delle truppe italo-tedesche nel maggio 1943, finiva l’illusione mussoliniana. Agli italiani di Tunisia i francesi riserveranno per reazione l’assimilazione forzata e la chiusura di scuole, associazioni, redazioni di giornali (solo dopo la proclamazione di indipendenza del 1956 riaprirà il Corriere di Tunisi), gestione degli ospedali e persino l’espulsione. Non riusciranno a estirpare il profondo rito religioso della processione della Madonna di Trapani, il 15 agosto, nello scenario della Goulette, isola cristiana nel mare musulmano. La Tunisia indipendente ha riallacciato quei rapporti storici, in contrapposizione alla Francia e per vicinanza geografica, come affermò il primo presidente Habib Bourghiba.
Oggi in Tunisia ci sono circa 5.000 italiani, circa un quinto con legami radicati, e da questa terra sono giunte personalità di spicco come l’attrice Claudia Cardinale, il regista Luca Ronconi, il tennista Nicola Pietrangeli. Nel 1962 una legge per la sostituzione della manodopera straniera con quella locale e la nazionalizzazione delle terre a vocazione agricola spinse gli italiani, privati di risorse economiche e lavorative, a ripercorrere al contrario la via dell'emigrazione. Oggi sono molto più numerosi i tunisini che hanno acquisito la cittadinanza italiana, ed è un numero destinato a crescere dopo la disillusione della cosiddetta Primavera araba e della fallace speranza di democratizzazione dell’Africa settentrionale, e quindi il colpo di falce alle fragili strutture sociali sferrato dalla pandemia da Covid-19. Sempre forte è stata l’influenza linguistica grazie alla facilità con cui veniva captata la tv italiana, mentre non sempre i rapporti sono stati idilliaci con le autorità tunisine, specialiste nell’intercettare e sequestrare in mare i pescherecci della flotta siciliana, condurli nei porti e pretendere il pagamento di forti multe per la restituzione. La proverbiale solerzia della vigilissima Marina tunisina sugli sconfinamenti per la pesca è pateticamente smentita dalle maglie larghe nel controllo delle partenze verso l’Italia, il che denuncia che la questione è più politico-sociale che giuridico-militare. E, soprattutto, che i pellegrinaggi a Tunisi del ministro Luciana Lamorgese sono più una richiesta di grazia che di giustizia, senza la forza di poterla ottenere né la fede per poterci riuscire.
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tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
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di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.