13 Settembre
Per chi suona la campanella
In classe a macchia di leopardo, l'anarchia italiana comincia dal primo giorno di scuola. Una prova difficile per un paese mai pronto a tutto. L'educazione necessaria, la lezione (mancata) della tragedia di Colleferro. Zingaretti chiama il Pd alla prova dell'unità e per il domani si vedrà (dopo il voto in Toscana). America a mano armata, una campagna presidenziale di fuoco e piombo
Che succede? Si spalancano le porte della scuola! Calma, non ovunque. Un altro segno d'anarchia dei nostri tempi, il termometro della nostra crisi senza fine è proprio quello dell'apertura della scuola a data variabile e sghiribizzo personale. A Roma si apre il 14 settembre, in Sardegna il 22, in Campania forse il 24, dipende dall'umore con cui De Luca si alza la mattina. Il calendario nazionale non esiste, è variabile come le previsioni del tempo, ogni Regione fissa il suo pronti via, segno non di autonomia ma di caos istituzionale, perché gli italiani così diversi si fanno uguali con almeno un paio di punti fermi, prima di tutto la lingua, l'istruzione e la campanella che suona l'inizio e la fine delle lezioni. È una prova difficile per un paese mai pronto a tutto.
Non riusciamo a fare neanche questo senza trasformare tutto in una campagna tribale, un'eterna lotta tra guelfi e ghibellini, bianchi e neri, romanisti e laziali. Non possiamo neppure dare la colpa agli altri, lo sport preferito della nostra classe dirigente, "è colpa sua". No, è nostra e ci meritiamo tutto questo perché decenni di declino non sono casuali, sono il frutto di un disimpegno dei presunti intelligenti dalla vita pubblica, del campo aperto ai peggioristi e ai demagoghi, della demonizzazione dell'avversario sempre, di accumulazioni di ricchezze senza mai pensare a chi ha bisogno di aiuto e di condizioni paritarie per vivere e non solo sopravvivere. La soluzione è il reddito di cittadinanza, cioè la creazione di una classe di assistiti pagata per non lavorare. Tutto questo scorre come l'acqua, sembra che sia perfetto e non si vede quali enormi fossati si stanno scavando, un abisso tra i garantiti e i ceti dei produttori. L'Italia è felice sulle cartoline, ma sul retro ci sono le urla di una...
Che succede? Si spalancano le porte della scuola! Calma, non ovunque. Un altro segno d'anarchia dei nostri tempi, il termometro della nostra crisi senza fine è proprio quello dell'apertura della scuola a data variabile e sghiribizzo personale. A Roma si apre il 14 settembre, in Sardegna il 22, in Campania forse il 24, dipende dall'umore con cui De Luca si alza la mattina. Il calendario nazionale non esiste, è variabile come le previsioni del tempo, ogni Regione fissa il suo pronti via, segno non di autonomia ma di caos istituzionale, perché gli italiani così diversi si fanno uguali con almeno un paio di punti fermi, prima di tutto la lingua, l'istruzione e la campanella che suona l'inizio e la fine delle lezioni. È una prova difficile per un paese mai pronto a tutto.
Non riusciamo a fare neanche questo senza trasformare tutto in una campagna tribale, un'eterna lotta tra guelfi e ghibellini, bianchi e neri, romanisti e laziali. Non possiamo neppure dare la colpa agli altri, lo sport preferito della nostra classe dirigente, "è colpa sua". No, è nostra e ci meritiamo tutto questo perché decenni di declino non sono casuali, sono il frutto di un disimpegno dei presunti intelligenti dalla vita pubblica, del campo aperto ai peggioristi e ai demagoghi, della demonizzazione dell'avversario sempre, di accumulazioni di ricchezze senza mai pensare a chi ha bisogno di aiuto e di condizioni paritarie per vivere e non solo sopravvivere. La soluzione è il reddito di cittadinanza, cioè la creazione di una classe di assistiti pagata per non lavorare. Tutto questo scorre come l'acqua, sembra che sia perfetto e non si vede quali enormi fossati si stanno scavando, un abisso tra i garantiti e i ceti dei produttori. L'Italia è felice sulle cartoline, ma sul retro ci sono le urla di una società dimenticata, incattivita e sempre più vecchia. C'è qualche speranza di cambiamento? Torniamo a scuola, il titolare ha scritto il commento della prima pagina per l'Unione Sarda, è un viaggio tra passato e presente.
01
Cronaca, scuola e educazione (anche sentimentale)
La cronaca ci dà il chiodo per appendere il quadro con il paesaggio che conta davvero, ricordare che la scuola è tutto. Il pestaggio e l'uccisione di Willy Monteiro a Colleferro è un memento, perché se in questa storia c'è un problema politico, è proprio quello dell'educazione, della cura per la vita, del rispetto del prossimo, dell'esercizio della ragione. Quei selvaggi che hanno ammazzato Willy non ne avevano, far crescere i muscoli senza nutrire il cervello apre loro le porte della prigione, hanno colpito per uccidere. Siano fatte le indagini, sia fatto il processo, sia fatta giustizia, meritano il massimo della pena, l'ergastolo. Elevato è il principio della funzione rieducativa della pena, pilastro della civiltà giuridica, ma quello è un "dopo" fatale, mentre in questa vicenda quello che lampeggia come un faro nel buio è il "prima", non la rieducazione, ma l'educazione. Questa è la grande assente nei commenti sull'assassinio di Willy, si è discettato di arti marziali (nobile arte che è legata alla filosofia orientale e insegna l'esatto contrario di quanto affermato da legioni di ignoranti, l'equilibrio e il controllo della propria mente), di "cultura della violenza (che cultura non è), si è perfino tentato di buttarla in politica distribuendo etichette d'odio a destra e a sinistra. Nessuno ha ricordato che qui c'è un luogo mancato, un buco nero: la scuola. L'eterno nuovo inizio (o fine) di ogni comunità, perché chi ha una cattiva scuola ha ottime possibilità di rovinare se stesso e il mondo, di donare la vita o spezzarla, perché è tra i banchi che comincia la parabola dei buoni e dei cattivi, dei migliori e dei peggiori. La scuola è il luogo dove si scopre il talento e dove si può correggere la rotta di chi l'ha persa. Se non fa questo, ha fallito.
La scuola in Sardegna inizierà il 22 settembre, a Roma i portoni si spalancano domani, vedremo presto quanto saranno maturi gli italiani, se abbiamo un problema di governanti o in fondo la questione riguarda chi li vota, i governati. La prova più grande è per i presidi e gli insegnanti, hanno trascorso le ultime settimane a far calare sul pianeta Terra le regole del paraculismo giuridico dei burocrati (obiettivo: scaricare la colpa sempre su qualcun altro), saranno sottoposti a pressioni enormi, prima di tutto quelle di famiglie che non hanno conosciuto la fatica della caduta e della ricostruzione del paese, l'era dei nostri genitori, quella in cui la maestra e il maestro erano rispettati dalle famiglie non ancora esperte di pedagogia su Wikipedia e tutti in piedi quando entra in aula il preside. Mai come oggi vale il titolo di un libro fortunato di Marcello d'Orta, "Io speriamo che me la cavo", un libro germogliato dalla "coscienza terrosa" di una lingua che impasta l'italiano e il dialetto, i temi dei bambini di una scuola elementare di Arzano, in provincia di Napoli, che rivelano con humour involontario la tragedia del nostro Mezzogiorno. Correva l'anno 1990, trent'anni dopo, siamo entrati nell'era del coronavirus e la scuola resta il nostro specchio: l'estate che non è mai stata estate è andata via tra le polemiche da Gran Premio sui banchi a rotelle e monoposto, il compito in classe è finito in mezzo a un turno di elezioni regionali molto importante per la tenuta della maggioranza. Era un incrocio che andava evitato, l'hanno centrato in pieno. La scuola è futuro e memoria.
Ricordo. Il grembiule nero, il fiocco, la cartella, la passeggiata a piedi dal piazzale della basilica di Santa Maria a via Cesare Battisti, il grande palazzo e centinaia di bambini come me. Si entrava il primo ottobre, tutti sull'attenti. E guai a te se disubbidisci alla maestra. Ricordo l'infanzia a Cabras.
Ricordo. Un vortice colorato, i cartelli con le lettere appesi al muro. "C" era sempre cane; "D" era un eterno dado; "S" era indubbiamente il sole; "A" era per forza ape; "E" provateci voi a dire che non era elefante; la "I" era un imbuto fisso; "F" era "fff di fiore"; "G" era una giraffa che nessuno di noi aveva mai visto; la "B" dalle parti dello stagno non poteva che essere quella di barca. Ricordo le cose, le parole, che scoperta.
Ricordo. La lavagna nera, il campo di battaglia delle nostre imprese, la maestra Lina Manca, "zero spaccato" quando non avevo capito un fico secco, 10 quando avevo azzeccato tutto. La scuola aveva il dono della chiarezza e dell'autorità costruita sull'autorevolezza.
Ricordo. I miei compagni, tutti. Sono il tempo perduto e ritrovato quando scrivo. C'era la classe e non il classismo, eravamo poveri e pieni di dignità, facevamo vita di paese, la storia era scandita dalle feste religiose che contenevano sempre qualcosa di pagano, Don Manca celebrava messa come un generale. Anche i primi amori furono una questione di chiesa, novena, processione, stazzo, tiro a segno e compagna di banco. Altri tempi, gli anni Settanta in un'isola che cercava lo Stato e non lo trovava. Non lo abbiamo ancora avvistato all'orizzonte, siamo in mezzo al mare, fieri nella nostra isolitudine. È la lezione di quella scuola che ci ha insegnato a vivere perché era viva.
***
Cosa c'è sul menù? Un Nicola Zingaretti serale e non ferale. D'altronde si è presentato con uno slogan da Mission Impossible: "Per l'Italia che combatte".
02
Zingaretti oggi e domani (forse)
Ha concluso la Festa dell'Unità a Modena tirando fuori l'orgoglio e rivendicando le cose fatte, tra una settimana si gioca tutto sul voto in Toscana, può perdere ovunque, ma nella roccaforte rossa sarebbe una sconfitta difficilmente arginabile per la sua segreteria. Nicola Zingaretti (sopra, nella foto Ansa) è un uomo di partito, ha una sua dignitosa realpolitik, conosce gli errori fatti e sa bene cosa ha funzionato e cosa no. Nell'agosto del 2019 ha fatto una scelta difficile, ha dato vita a un governo contro-natura (come lo era il precedente tra Lega e Cinque Stelle) per ragioni che non sfuggono: dare continuità alla legislatura e soprattutto evitare una vittoria della Lega nelle elezioni anticipate. I due obiettivi li ha centrati, ma il terzo che doveva dare un senso compiuto all'operazione è mancato: provare a trasformare in qualcosa di politico e strategico l'alleanza con i Cinque Stelle. Questo punto non c'è e probabilmente mai ci sarà. Il suo Sì al referendum è sofferto, i Cinque Stelle potranno perdere le elezioni e rivendicare la vittoria del taglio dei parlamentari, il Pd questo non può farlo. Resta l'incompiuta, ma probabilmente basterà a mandare avanti il Pd e per il domani si vedrà. Zingaretti è stato abile nella navigazione a vista, quale sia la rotta non lo sa nessuno, neanche lui, perché la precarietà e l'emergenza sono grandi. La crisi del coronavirus ha allungato la vita al governo Conte, forse ha accorciato quella del Pd come partito di sinistra, alternativo, con una nuova cultura. Alla Festa dell'Unità Zingaretti ha detto "basta ai troppi se, alle attese e ai ritardi e ai nostri alleati, il Pd non è subalterno e combatterà per il Mes". La dichiarazione c'è, ma la risposta dei Cinque Stelle finora è stata sempre e solo una: niet. Al suo fianco c'era Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, un tipo tosto, abituato a gestire il potere, con le idee chiare: vuole un rientro di Renzi e Bersani nel Pd e si capisce il senso della proposta, perché il Pd così resta un secondo partito e rischia pure di accontentarsi di essere il terzo. Serve massa critica per stare al passo della Lega che dalle elezioni regionali potrebbe uscire più forte di prima.
L'imperativo ora è quello di superare senza troppi danni il voto regionale. Tutto si gioca in Toscana dove sembra profilarsi un testa a testa, vedremo. Il resto della partita si può gestire. Per questo Zingaretti ha chiesto il voto utile: "Agli elettori delle forze politiche alleate dico: rimanete con le vostre identità ma di fronte a sistemi a turno unico io vi domando cos'altro deve accadere per non far scattare ora la parola unità per fermare le destre in tutto il Paese. È possibile farlo attorno alle candidature più competitive. Non buttiamo nessun voto". Primo, fermare Salvini. Il tema è sempre quello di una perenne emergenza e di una narrazione sulle "destre" che ha certamente evitato alla Lega di tornare a Palazzo Chigi, ma non ne ha fermato la presenza nel paese. Sarà un punto visibile pienamente con il voto delle regionali. La strategia dell'uomo nero è fallita perché Salvini non è nella stanza dei bottoni del governo, ma di fatto controlla quasi tutte le Regioni, è una situazione che difficilmente può reggere a lungo. Nel Pd lo sanno bene, colgono il limite, ma devono negarlo con forza perché questo ora impone il copione della lotta del potere. Dopo il voto avremo un'accelerazione dello scenario, pur essendo quasi impossibile la fine della legislatura e forse più probabile un riassetto del governo. Zingaretti sul domani dice che bisogna "riaprire una stagione di rinascita, un grande progetto per riedificare questo paese. Un progetto per creare lavoro, costruire un nuovo modello di sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale, investendo sulle persone, a cominciare dalla priorità delle priorità che è la scuola, la sua funzione democratica per la rinascita del paese". Ultimo punto: il Mes, per il quale si dice pronto a "combattere". Il problema è che il suo avversario su questo tema non sale neanche sul ring, per ora dice no e il premier Conte fa la cosa che gli riesce benissimo, prende tempo. Appuntamento con il futuro a domenica prossima. Per il Pd potrebbe essere un voto che allunga il tempo o lo taglia per sempre. Tagli? C'è un referendum.
03
Tagliamo i parlamentari! E poi?
Tagliamo i parlamentari! Ma davvero? E poi? Non si sa e non importa a nessuno perché abbiamo "la Costituzione più bella del mondo" (chi lo afferma non ha mai letto la Costituzione degli Stati Uniti d'America, un po' di filosofia del diritto e storia delle istituzioni politiche) e il Parlamento sta bene così, ridotto a un pulsantificio. C'è un referendum, tagliamo i parlamentari! E la piazza urla in festa, come se tutto poi cambiasse. Il qualunquismo al potere è maggioranza e opposizione, è un blob di tutto. Il Sì guidato dai Cinque Stelle (con il Pd che penosamente s'accoda dopo aver detto sempre No) e la Lega che naturalmente fa lo stesso, agita la ghigliottina, gronda di rivoluzione e linguaggio poliziesco; il No dall'altra parte della barricata è diventato l'arena di quelli mo' te spiego io come funziona e dunque non va lontano perché parla ai pochi eletti nel club e non si preoccupa di farsi capire da chi vota, quel "popolo" che da tempo non si può neppure nominare senza esser etichettati come populisti, la penultima offesa sottintesa della neo-lingua degli epuratori. In un sistema di -ismi senza cultura politica, siamo alla replica del nostro diario italiano, guelfi e ghibellini. Spazio per ragionare e trovare soluzioni convidise, zero. Cosa farete dopo? Chiedono quelli che timidamente provano a domandarsi se c'è un disegno. Ovviamente non c'è alcun progetto, sono qualunquisti su Marte.
04
Secessione già superata. Ognuno fa come gli pare
Strani pensieri. Negli anni Novanta si parlava della secessione del Nord, dei fucili della Lega di Umberto Bossi, una serie di supercazzole che oggi sono tutte precipitate a terra, sono giunte dopo anni di martellamento dell'acqua al loro contrappasso dantesco, all'esito logico di tanta retorica vuotista: l'Italia è uno Stato spappolato dove ognuno fa come gli pare. Si parlava, allora, nel pieno della fase manette e osso buco degli anni Novanta - in una Milano meno cool ma decisamente più vera di quanto sia diventata oggi, con le pretese da City de ma mi faccia il piacere che non può avere con la classe dirigente che si ritrova - si parlava, dicevamo, dello "sbrego costituzionale" del Nord con lo sguardo incipriato e la preoccupazione di quel tipo che aveva un'ascia in testa ma si preoccupava assai del raffreddore del vicino (e non c'era il coronavirus, cari igienisti) e ora guardate cosa accade trent'anni dopo: siamo ai sultanati del Meridione contro i Ducati del Settentrione. Applausi. Il copione è sempre lo stesso, non c'è da sbagliare, si possono sostituire i nomi, ma la trama della narrazione è scritta e fissata per l'eternità: ci sono "le destre", "i fascisti" impaginati dai giornali che hanno sempre ragione (ieri Fini e oggi Meloni), c'è l'uomo nero che esce dalle brume del Nord (ieri Bossi e oggi Salvini) e va possibilmente arrestato, c'è la sinistra post-tutto, quasi sempre sconfitta (dalla storia e dagli elettori) eppure con un collaudato sistema di magnetismo da poltrona, sempre al posto giusto, incollata perfettamente alla scrivania e pronta a salvare la patria (i nomi cambiano come le stagioni, ma il format è sempre quello), c'è la magistratura che fa e disfa il sistema politico, sempre più imbarazzante nei suoi giochi e sempre in piedi (ieri il bersaglio era Berlusconi oggi è Salvini), c'è il salvatore della patria che si guarda allo specchio come un narciso e attende applausi, baci e fiori (ieri il Cavaliere in bandana, oggi il Conte in pochette), ci sono gli italiani che vanno avanti, quelli che tornano indietro, tre palle e un soldo, vuole la busta numero 1, 2 o 3? L'unica novità in questo quadro di macerie fumanti è la comparsa degli strimpellatori di chitarra al posto di direttore d'orchestra, i Cinque Stelle. Abbiamo fatto grandi passi avanti.
***
Che facciamo? Andiamo da un'altra parte, dove le cose succedono e imprimono una direzione alla contemporaneità, destinazione America.
05
America 2020. Una campagna di piombo e fuoco
Un uomo. Una pistola sfoderata. Punta sul finestrino di un'auto della polizia. Spara e scappa. Le immagini sono chiare e drammatiche, avranno un impatto sulla campagna presidenziale. Due vice sceriffi sono stati gravemente feriti in un agguato a Compton, nella contea di Los Angeles, sabato sera, nella zona della Blue Line station al numero 275 di Willowbrook Avenue. L'agenda di Biden è di nuovo disfatta, quella di Trump torna al "law and order". La cronaca nera guida la campagna presidenziale, l'America a mano armata scandisce i tempi della corsa alla Casa Bianca.
Il video diffuso mostra la scena in tutta la sua crudezza: un uomo che avvicina all'auto parcheggiata, punta la pistola sul finestrino destro, sul lato del passeggero, apre il fuoco e poi corre via. I due vice-sceriffi, colpiti dai proiettili al volto e alla testa, sono stati operati, le condizioni sono critiche. Secondo il Los Angeles Times le vittime dell'agguato sono una donna di 31 anni, mamma di un bambino di 6 anni, e un 24 enne. Avevano giurato 14 mesi fa. "I due vice sono stati sorpresi in un'imboscata da un uomo armato in modo vile", ha detto in una conferenza stampa il capo degli sceriffi di Los Angeles, Alex Villanueva. "Questo è un lavoro pericoloso". Secondo Newsweek una folla di manifestanti ha bloccato l'ingresso del St. Francis Medical Center di Lynwood, dove sono ricoverati gli agenti feriti. Alcuni manifestanti hanno cantato "speriamo che muoiano", ha raccontato su Twitter l'ufficio dello sceriffo della contea di Los Angeles. Un testimone intervistato dalla rete televisiva ABC7 dice che alcuni manifestanti hanno tentato di penetrare nel pronto soccorso. "Morte alla polizia", apertura di Fox News, tensione altissima.
La campagna dei repubblicani ha un altro argomento contro chi manifesta per il "defunding police" e lega tutti gli episodi in un fil rouge di un'America violenta che i democratici non sarebbero capaci di contenere. Trump twitta, balza sul tema che secondo gli strateghi repubblicani ha cambiato la sua campagna: "Se muoiono, processo rapido e pena di morte per il killer. È l'unico modo per fermare questo genere di cose". Commentando il tweet della polizia Trump ha detto che si tratta di "animali che devono essere colpiti duramente". La campagna "law and order" è in pieno svolgimento, Biden deve per forza "coprirsi", l'agenda la sta dettando di nuovo Trump dopo l'intermezzo del coronavirus con le rivelazioni del libro di Bob Woodward.
Alternative per la strategia del candidato democratico? Gli spaventosi incendi e il cambiamento climatico potrebbero dare a Biden un argomento per mettere in difficoltà Trump, ma attenzione, il presidente andrà in California lunedì e la sceneggiatura prevede un attacco ai governatori democratici degli Stati colpiti dagli incendi: California (guidata da Gavin Christopher Newsom con il quale Trump già in passato ha avuto uno scambio di cortesie), Oregon (dominio dem di Kate Brown) e lo Stato di Washington (governato Jay Robert Inslee). Quali argomenti presenterà Trump? Se il suo staff ha letto ciò che ha scritto la Nasa, allora dirà questo: i fulmini sono l'innesco dei principali incendi che hanno colpito i boschi, a questo va aggiunta una situazione climatica estrema, le altissime temperature, prima di tutto, l'aria secca, i venti forti, la siccità, l'anzianità delle foreste il cui legno brucia con più rapidità, dunque... serve una manutenzione dei boschi che non c'è stata.
Biden si sveglia subito dopo l'uscita di Trump sull'agguato a Los Angeles (ancora il marcamento stretto tra i candidati) e commenta anch'egli via Twitter: "Questa sparatoria a sangue freddo è inconcepibile e l'autore deve essere assicurato alla giustizia. La violenza di qualsiasi tipo è sbagliata; coloro che lo commettono devono essere catturati e puniti".
06
Dollari, agenda, sondaggi
La corsa alla Casa Bianca è una battaglia dove il denaro è il carburante necessario per andare avanti. Qui Trump dopo aver guidato la corsa è stato superato da Biden. In agosto la campagna di Trump e il Comitato Nazionale Repubblicano hanno raccolto 210 milioni di dollari, 154 milioni di dollari in meno rispetto alla campagna di Joe Biden e del Comitato Nazionale Democratico. Trump ha discusso con il comitato repubblicano una iniezione di denaro personale pari a 100 milioni di dollari.
Cosa c'è nell'agenda di Washington DC la prossima settimana?
- La Camera e il Senato sono in piena attività, entro il 30 settembre il Congresso deve votare il rifinanziamento dell'attività del governo, secondo la Presidente della Camera Nancy Pelosi e il Segretario del Tesoro Steve Mnuchin lo shutdown sarà evitato.
- Il lavoro migliore della sua presidenza (insieme al taglio delle tasse), Trump lo ha fatto in Medio Oriente, con la normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele e Emirati Arabi Uniti. Firmeranno martedì l'accordo alla Casa Bianca, è un passo storico, al quale è seguito l'annuncio del Bahrein che farà altrettanto. Piaccia o meno, è un'impresa di politica estera, ma nell'agenda degli elettori non è al primo posto, dunque The Donald dovrà trovare altro per convincere gli americani su un suo secondo mandato.
- Sul fronte dei provvedimenti anti-crisi, il negoziato tra repubblicani e democratici è in stallo, a questo punto potrebbe arrivare un ordine esecutivo di Trump. Attenzione anche alla politica sull'immigrazione, anche su questo punto potrebbero esserci delle decisioni della Casa Bianca.
- Martedì scade l'ultimatum della Casa Bianca imposto a TikTok per vendere le sue attività negli Stati Uniti. Pechino si è opposta alla cessione, il dossier promette sorprese.
- Giovedì Joe Biden andrà alla Cnn in diretta per il suo primo dibattito in formato town hall da quando ha accettato la nomination. Il luogo è la Pennsylvania (Stato in bilico), la località è Scranton (la città natale di Biden, il luogo dove di recente Trump ha fatto campagna per "marcare" lo sfidante sul suo terreno), il dibattito sarà moderato dal giornalista Anderson Cooper e il pubblico sarà presente.
I sondaggi come stanno andando? Ecco il quadro della sfida sul terreno che conta, quello che decide la presidenza, i Battleground States:
Nella media di Real Clear Politics Biden ha un vantaggio di 3.5 punti, cioè niente perché bisogna calcolare i margini d'errore e ricordarsi di essere prudenti perché una parte degli elettori di Trump nei sondaggi al telefono non dicono la verità. Questo significa che il sudoku elettorale di Trump è aperto e Biden deve preoccuparsi. Se non lo fa lui, pare ci abbia pensato in privato Bernie Sanders, il quale ha espresso il suo scetticismo sulla campagna dell'ex vicepresidente.
07
Il 2020 e l'incubo dei dem: ripetere il 2016
Come andrà a finire? Nessuno lo sa. Memo sul taccuino: quello che si vede non è quello che si legge. Cosa significa? Nel 2016 tutti pronosticavano una vittoria di Trump, solo che la chiave per capire cosa stava accadendo non era quella dei sondaggi (che in ogni caso vanno letti, studiati, approfonditi e pesati con grande cura) ma le immagini della campagna di uno strano candidato alle primarie con i capelli phonati. Allora, per sapere, per capire, bisognava osservare con attenzione le tv, le immagini, ricordare i luoghi e la composizione sociale delle piccole città, fare un po' di lavoro retrospettivo. Fatto questo lavoro, emergeva un fatto chiaro, almeno per chi non ha le lenti del pregiudizio morale: Trump era efficace. E ai suoi comizi la gente era entusiasta. Vinse contro tutti i pronostici. E così ci fu la scena surreale dei grandi commentatori che si scoprirono improvvisamente piccoli e cominciarono a raccontare in diretta non come fosse stato possibile cannare le previsioni, ma perché e per come Trump aveva ottenuto una brillante vittoria. Grande imbarazzo, ma "the show must go on".
Il 2020 si avvia a diventare un altro 2016? Se misuriamo quello che si chiama "The Pulse of The People", allora siamo in presenza di una corsa ben diversa da quella raccontata dai sondaggi, l'entusiasmo della base repubblicana è forte, le immagini dei rally di Trump negli Stati in bilico sono impressionanti, non sembra la campagna di un presidente uscente, quella di un "underdog" costretto a inseguire, nel pieno di una crisi senza precedenti. Trump in Pennsylvania ha fatto il pieno, così pure in Nevada (Stato che gli serve nel caso gli vada male in Wisconsin) ieri le immagini parlavano senza bisogno di commento. Tra i giri di telefonate per cercare di capire come va la campagna, una mi è rimasta impressa, giusto la sera scorsa: "C'erano le bandiere di Trump agli Hamptons". Clic. Ecco, questo è un bagliore da segnare sul taccuino del cronista. Perché questo è il posto dei ricchi, intelligenti, sempre nel giusto, iper-democratici, liberal che finanziano la campagna di Kamala Harris, le sagome sempre in forma dell'uno per cento, quelli che quando è partito il lockdown nella Grande Mela si sono rifugiati nelle loro ville al mare nel momento in cui "è partito il volo da New York" e gli altri sono rimasti intrappolati nello spettro che è diventata la metropoli guidata dal democratico Bill de Blasio nello Stato dove comanda il sanguigno Andrew Cuomo, sempre democratico. Lo Stato di New York non ha mai dato la vittoria ai repubblicani dal 1984, anno dell'elezione di Ronald Reagan. Questo non significa che i repubblicani non abbiano i loro sostenitori, le contee sono quasi tutte rosse, qui Trump nel 2016 ha messo i dem di fronte a una realtà che non si aspettavano. Nella contea di Suffolk, The Donald vinse contro Hillary Clinton (52.5%), ma perse quella di Nassau (45.9%) sempre qui Barack Obama vinse nel 2008 e nel 2012 e fare campagna per Trump non è mai stato un gioco perché dire che sei repubblicano dove abitano i ricchi democratici non conviene (è uno dei motivi per cui i sostenitori di Trump non dicono la verità al telefono nei sondaggi, vedere lo studio di Cloudresearch), si teme una rappresaglia nel grande ballo in maschera degli inviti in società, nel business che deve andare bene al di là della bandiera politica, "sono tutti democratici, per noi è una questione di sopravvivenza" commenta uno dei tanti intervistati che vogliono restare nell'anonimato. Momento di ilarità: sul New York Post nell'agosto dell'anno scorso viene raccontata la storia di un'artista di Manhattan che in una galleria d'arte di Southampton (il Watermill Center) resta scioccata quando incontra il segretario al commercio di Trump, Wilbur Ross, e la moglie Hilary Geary Ross. Un repubblicano in una esposizione d'arte? "Cosa ci facevano lì?". Quello che fa un collezionista d'arte come Ross che, en passant, è residente negli Hamptons. Chi l'avrebbe mai detto, i repubblicani amano l'arte, cose dell'altro mondo.
Le bandiere di Trump agli Hamptons sono qualcosa di cui il cronista deve tenere conto. I repubblicani sono usciti allo scoperto dove non te lo aspetti. E quattro anni fa lo scenario non era questo, nonostante la vittoria.
Vince? Perde? Non si sa. La campagna è entrata nella fase decisiva, servono calma e gesso, ci sono buone ragioni per essere molto prudenti: perché Trump è il peggior avversario di se stesso, perché Biden indubbiamente è candidato sonnambulo, ma gode di fattori esterni molto forti: la crisi del coronavirus non è finita e l'arrivo dell'autunno è una mappa sconosciuta del comportamento del Covid-19, il collasso economico si sta mitigando è in corso un rimbalzo dell'economia, ma non così forte e veloce come immaginava Trump, la questione razziale è un tema che favorisce Biden nel consenso della Black America e ora gli incendi negli Stati democratici. L'America brucia, la campagna è in fiamme.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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- Aggiornamenti
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Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.