24 Novembre
Schulz cambia idea: parliamo con Merkel
La decisione dei socialdemocratici dopo il vertice tra Schulz e il presidente della Germania Steinmeir (nella foto). Poi una riunone di 8 ore della Spd e poi la svolta. Le opzioni: Grosse Koalition e governo di minoranza. Se falliscono i colloqui, si vota. No, non è l'Italia.
È sempre Italia-Germania. Nel bene e nel male Berlino è l'incontro e lo scontro della nostra storia. I tedeschi sono finiti a carte quarantotto con una crisi di non-governo e allora abbiamo annotato sul taccuino che la Germania si è italianizzata e forse è anche un po' così. Poi vai a vedere i numeri, quello che conta, i passaggi istituzionali, la liturgia parlamentare, il clima del business, le relazioni internazionali, quello che dicono i protagonisti della vita pubblica, la produzione culturale e scientifica e allora Berlino resta Berlino e Roma resta inesorabilmente Roma. Potremmo competere con Milano, ma il centro di tutto è ancora la Capitale, l'Urbe, il famo e soprattutto nun famo e questo condanna il nostro paese a un tran tran gattopardesco, a un palcoscenico dove le figure sono piccole piccole e si agitano con la voce stridula.
In Germania i socialdemocratici a sorpresa hanno detto sì ai colloqui con Angela Merkel. Non è ancora detto che facciano di nuovo la Grosse Koalition, ma Schulz ha avuto un "ravvedimento operoso" e soprattutto ha cominciato a vedere dal buco della serratura la realtà di una crisi politica a cui non si possono voltare le spalle facilmente. Le elezioni spaventano tutti, anche quelli che dicono di volerle, e un altro voto non sarebbe compreso da una parte degli elettori che guarda alla destra di AFD con crescente interesse.
In Italia la situazione è decisamente da sottosopra psichedelico: a destra siamo alla richiesta di un atto notarile per certificare che non si faranno inciuci (Salvini a Berlusconi), a sinistra sono passati direttamente ai materassi, con volenterosi sherpa democratici (Piero Fassino) inviati a prendere schiaffi da chi li aveva ricevuti prima da Renzi, mentre nella terra di mezzo dell'anti-tutto, il Movimento 5Stelle macina consensi pur non producendo nulla che si avvicino a un programma di governo. Un...
È sempre Italia-Germania. Nel bene e nel male Berlino è l'incontro e lo scontro della nostra storia. I tedeschi sono finiti a carte quarantotto con una crisi di non-governo e allora abbiamo annotato sul taccuino che la Germania si è italianizzata e forse è anche un po' così. Poi vai a vedere i numeri, quello che conta, i passaggi istituzionali, la liturgia parlamentare, il clima del business, le relazioni internazionali, quello che dicono i protagonisti della vita pubblica, la produzione culturale e scientifica e allora Berlino resta Berlino e Roma resta inesorabilmente Roma. Potremmo competere con Milano, ma il centro di tutto è ancora la Capitale, l'Urbe, il famo e soprattutto nun famo e questo condanna il nostro paese a un tran tran gattopardesco, a un palcoscenico dove le figure sono piccole piccole e si agitano con la voce stridula.
In Germania i socialdemocratici a sorpresa hanno detto sì ai colloqui con Angela Merkel. Non è ancora detto che facciano di nuovo la Grosse Koalition, ma Schulz ha avuto un "ravvedimento operoso" e soprattutto ha cominciato a vedere dal buco della serratura la realtà di una crisi politica a cui non si possono voltare le spalle facilmente. Le elezioni spaventano tutti, anche quelli che dicono di volerle, e un altro voto non sarebbe compreso da una parte degli elettori che guarda alla destra di AFD con crescente interesse.
In Italia la situazione è decisamente da sottosopra psichedelico: a destra siamo alla richiesta di un atto notarile per certificare che non si faranno inciuci (Salvini a Berlusconi), a sinistra sono passati direttamente ai materassi, con volenterosi sherpa democratici (Piero Fassino) inviati a prendere schiaffi da chi li aveva ricevuti prima da Renzi, mentre nella terra di mezzo dell'anti-tutto, il Movimento 5Stelle macina consensi pur non producendo nulla che si avvicino a un programma di governo. Un paese smarrito in cui è in corso un assalto alla diligenza della legge di bilancio per ragioni elettorali (via i superticket) e i dipendenti della Camera potranno guadagnare di nuovo più di 240 mila euro l'anno perché la norma sul tetto salta e nessuno (per ora) l'ha prorogata. È in corso un acquazzone di micro-provvedimenti che puntano a soddisfare l'appetito corporativo, aumenti, assunzioni, stabilizzazioni, bonus, centinaia di milioni che volano come le stoviglie quando una coppia rompe i patti e i piatti. Siamo di fronte a un'agenda non-sense che ha un solo scopo: soddisfare i clientes elettorali. Che facciamo? Andiamo in Germania, litigano, ma i conti sono a posto.
01
La svolta dei socialdemocratici
Achtung, i socialdemocratici tedeschi sono pronti a sedersi al tavolo con Angela Merkel e avviare i colloqui per un potenziale governo di Grosse Koalition. La svolta è giunta dopo l'incontro di Martin Schulz con il capo dello Stato Frank-Walter Steinmeier seguito poi da un vertice della Spd durato 8 ore. Hubertus Heil, segretario generale della Spd ha detto: "Siamo fermamente convinti che bisogna parlare, non chiudiamo ai colloqui".
Sarà la svolta che finora è mancata a due mesi esatti dal voto in Germania? Probabile, ma bisogna piazzare molti condizionali perché i governi di coalizione in Germania si fanno sulla base di programmi dettagliati e il diavolo, si sa, s'annida nei dettagli, come abbiamo visto con il fallimento delle trattative della coalizione Jamaica, naufragata sotto il peso di oltre duecento punti del programma non condivisi o non discussi a sufficienza.
I tedeschi sono metodici, dunque la Spd deve in realtà ancora chiarire se sarà parte di un governo di coalizione o se darà appoggio a un governo di minoranza. Merkel quest'ultima ipotesi l'ha scartata ma, come abbiamo visto, perfino in Germania le cose dette all'inizio (la Spd: mai più una grande coalizione) cambiano segno di fronte alla realtà. Schulz l'altro ieri, non un mese fa, aveva negato qualsiasi possibilità di intesa con la CDU e la CSU che sostengono Merkel e detto nettamente che si preparava al nuovo turno di elezioni. Poi ha parlato con Steinmeier e qualcosa è cambiato. O forse no, vedremo. Confusione totale, ma con una seconda chance per Merkel, forse l'ultima per il suo quarto mandato. Schulz dopo aver esibito il maglio perforante dopo il voto e detto che mai e poi mai si sarebbe piegato a un accordo con Merkel ha ammesso di avere un problema con la realtà: "Siamo consci di avere delle responsabilità in questa situazione".
Aveva ragione Winston Churchill:
È ben noto che nessun popolo è più preciso dei tedeschi nella preparazione e nella pianificazione, ma ugualmente nessun popolo può risultare maggiormente sconvolto quando i suoi piani falliscono. Essi non sono in grado di improvvisare.
Votare? Farebbero un favore alla destra di AFD. Non è aria, ma ormai la politica tedesca si è italianizzata, dunque, va raccontata come una telenovela. Bevi qualcosa Martin. La politica s'incarta? No problem, l'industria vola. È la Germania.
02
Fiducia da record nell'industria tedesca
Nonostante l'italianizzazione dello scenario politico, l'industria tedesca continua ad essere tedesca e ha fiducia nel futuro. L'indice IFO è a livelli record, 117.5 punti in novembre contro i 116.8 di ottobre. L'istituto sostiene che l'economia è in pieno boom e i numeri sono quelli di una crescita che nel 2017 arriverà a + 2.3 per cento.
Tutto bene? C'è solo un dettaglio: il 90 per cento delle risposte all'indagine IFO è arrivato prima che fallissero i negoziati della coalizione Jamaica. Tutto da rifare, vediamo se Merkel riesce a impacchettare un governo con Schulz.
02
Industria italiana, fatturato in calo
Siamo come la Germania? La Germania è come l'Italia? I numeri fanno una leopardiana strage delle illusione. Il grafico sul fatturato dell'industria in settembre racconta una storia vaporizza la lieta novella della super crescita italiana. Delusione Per chi ci ha creduto, il titolare di List ha sempre scritto e detto che il risultato del nostro Prodotto interno lordo è in gran parte frutto di fattori esterni e perciò fragile, esposto al bello e al cattivo tempo. I dati pubblicati stamattina dall'Istat sugli ordinativi e il fatturato dell'industria nel mese di settembre confermano le incertezze, ecco un paio di flash point:
- A settembre, per il fatturato dell’industria si rileva una flessione congiunturale pari all’1,2%. Nonostante questo calo il risultato del terzo trimestre rimane comunque positivo, con una crescita dello 0,8% rispetto al trimestre precedente.
- Anche per gli ordinativi a settembre si registra una diminuzione congiunturale (-3,9%). Peraltro, anche in questo caso il risultato del terzo trimestre è positivo, con una crescita del 2,4%.
- L’andamento congiunturale del fatturato a settembre è dovuto a flessioni pressoché identiche sui due mercati (-1,3% per quello interno e -1,2% per quello estero). Per gli ordinativi, invece, il calo è più marcato sul mercato interno (-5,8%) rispetto a quello estero (-1,4%).
Che si fa? Si attende, fase wait and see. Siamo in una fase di crescita globale sincronizzata, questo aiuterà l'Italia, finché dura. Ma intanto nel mondo del lavoro i problemi esistono e non sono solo la disoccupazione, c'è un problema gigantesco anche nell'occupazione. Siamo al boom dei contratti a termine, il lavoro è cambiato, ma questi lavoratori che cambiano spesso il posto sono privi di strumenti che li aiutino a costruire un futuro. Non puoi cambiare mille lavori, avere una busta paga leggerissima e mettere su famiglia senza vivere in uno stato di perenne ansia per il domani. Anche questa è la differenza con i mini-jobs della Germania. Dov'è la politica? Nel mesozoico, discute dell'articolo 18. Follia. Seguite il titolare di List e soprattutto Francesco Seghezzi, riportiamo qui un passaggio dell'articolo pubblicato su List.
03
Articolo 18? Il problema è il boom dei contratti a tempo
di Francesco Seghezzi
Si è riacceso il dibattito sull'articolo 18, anche se in molti non ne sentivano la mancanza. Da un lato chi sostiene che il Jobs Act abbia portato il mercato del lavoro italiano nella modernità "abolendo" quello che ormai era un totem e, dall'altro chi ne chiede la "reintroduzione" per fare una cosa-di-sinistra. Le virgolette sulle parole sono d'obbligo, visto che il Jobs Act non ha affatto cancellato l'articolo 18, che vive e lotta insieme a noi, semplicemente non applicandosi ai nuovi assunti dopo marzo 2015. Ma banalizzazioni e ignoranza normativa a parte, ieri sono usciti alcuni dati dell'Osservatorio sul precariato INPS che aiutano a capire il vero peso oggi di questo dibattito.
Da diversi mesi, per l'esattezza da quando gli incentivi per l'assunzione con contratto a tempo indeterminato sono diminuiti (2016) e poi scomparsi (2017), stiamo infatti assistendo ad un trend molto chiaro. Circa l'80 per cento dei nuovi contratti di lavoro stipulati da imprese e lavoratori non sono a tempo indeterminato. Nei primi 9 mesi dell'anno solo il 23,7 per cento lo è stato, nello stesso periodo dello scorso anno erano il 28,9 per cento, nel 2015 ben il 38,3 per cento. Il 68 per cento sono invece contratti a termine, il resto apprendistati e contratti stagionali, che insieme non coprono neanche il 10 per cento delle nuove assunzioni.
Ma non solo, negli ultimi quattro mesi il saldo netto dei contratti a tempo indeterminato (assunzioni meno cessazioni) è stato negativo di 39.440 unità. Se nei primi nove mesi del 2016 avevamo 22.209 contratti a tempo indeterminato in più, nei primi nove mesi di quest'anno ne abbiamo 9.955 in meno, stiamo perdendo contratti "stabili".
***
Germania come l'Italia? Italia come la Germania? No, la realtà è un'altra. Anche in Parlamento. Nel Bundestag non comandano Grasso e Boldrini, ma un signore che si chiama Wolfgang Schäuble.
04
Schäuble e i twittaroli del Bundestag
Wolfgang Schäuble, il grande ministro delle Finanze della Germania, oggi è Presidente del Bundestag e il suo famoso carattere è venuto fuori improvvisamente quando ha ordinato con una lettera ai parlamentari di smetterla di usare Twitter in Parlamento. Teutonico. Pensate se Renzi fosse un deputato del Bundestag, Schäuble l'avrebbe già messo dietro la lavagna come uno scolaretto.
Dal bon ton istituzionale al petrolio il passo è ciclopico, ma List ha il radar sempre puntato su quello che accade al Cremlino. Petrolio e gas, guerra e pace. Putin.
05
Putin arbitro del petrolio
La storia e la tradizione diplomatica dicono una cosa semplice: la Russia è abilissima a infilarsi dove ci sono crisi e difficoltà e, alla fine, fare da arbitro o comunque soggetto con il quale non puoi discutere. In Medio Oriente oggi non si può fare niente senza vedere cosa ne pensa Mosca, così è anche nel settore dell'energia e in particolare nel format dell'Opec dove la Russia gioca il ruolo di mediatore e arbitro. E infatti oggi il ministro dell'Energia russo Alexander Novak, durante il summit del gas in Bolivia ha annunciato di essere pronto a discutere l'estensione del taglio della produzione petrolifera (scade a marzo 2018) decisa nel formato Opec+ "Siamo pronti a discuterne. Penso che il 30 novembre potremmo già affrontare la questione nell'ambito della riunione di Vienna". Petrolio e gas, guerra e pace. Putin. Mentre l'Europa dorme e l'America si contorce nei suoi scandali a luci rosse, la Russia governa il mondo con la Cina. Ah, l'Europa, l'incompiuta. Sì, è tempo di Brexit.
06
Brexit! L'Irlanda minaccia il veto
È sempre tutta una questione di frontiere, confini, dispute territoriali. Si comincia dalle liti nel giardino confinante con il vicino che usa il tosaerba e osa invadere il territorio e si finisce con gli Stati che poi si fanno la guerra. Nel caso della Brexit siamo alle parole e al conto che gli inglesi devono pagare all'oste di Bruxelles. Ma l'Irlanda del Nord e l'Irlanda tout court hanno la loro questione interna, non proprio un dettaglio: la frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord. Che si fa con la Brexit? Si alza un bel muro? Sarà pur vero che Dublino è "la città del guado della staccionata", ma a Belfast che dovrebbero fare? Alzare un muro per dividersi dall'Unione europea? Così si capisce perché il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, oggi ha minacciato di mettere il veto sui negoziati della Brexit se non si trova una soluzione che eviti una frontiera tra i due paesi prima del vertice dei capi di Stato e di governo di dicembre. Oggi alle 16:30 è previsto un incontro tra il primo ministro inglese Theresa May e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Fatevi una birra al pub. E cercate di non imitare Arabia Saudita e Iran.
07
L'Arabia Saudita, l'Iran e il "nuovo Hitler"
I rapporti tra Arabia Saudita e Iran vanno alla grande. Ecco cosa ha detto al New York Times l'erede al trono, il principe della Corona saudita, Mohammed bin Salman: "Ali Khamenei è il nuovo Hitler del Medio Oriente". Khamenei è la Guida Suprema dell'Iran. La realtà è che i Sauditi sono di fronte al dilemma del proprio Stato, una petromonarchia che ha problemi di crescita e diversificazione della sua economia, un futuro più che incerto. E la supremazia nella regione è persa dopo le manovre iraniane in Siria e in Iraq. Tanto che il Principe Salman ha detto: "Abbiamo appreso dall'Europa che la politica di appeasement non funziona, ma non vogliamo che il nuovo Hitler dell'Iran ripeta in Medio Oriente quello che è successo in Europa". Sarà principe, ma con i paralleli storici non ci siamo. L'Iran è da sempre l'attore principale della regione e, a differenza dell'Arabia Saudita, ha una sua industria più diversificata, una classe dirigente che non è la famiglia reale saudita, scuole eccellenti, grandi commercianti. Si chiama Persia, va forte fin dai tempi di Dario.
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6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.