29 Ottobre
Un posto al Sole per la Casa Bianca
Trump e Biden duellano in Florida, lo Stato che che decide sempre tutto. Donald, Joe, due mondi e una vittoria. Il rimbalzo americano (+31%), i nuovi lockdown mettono a rischio la ripresa in Europa. Un memento insanguinato a Nizza. Dieci shock della storia e un Vecchio Continente che è un continente vecchio
Che succede? L'Europa da qui appare lontanissima. Non è solo un viaggio in aereo, un visto, il controllo al passaporto. È un altro mondo. Visto dall'America, dalla sua cronaca e dalla sua storia che si scrive ogni giorno, il Vecchio Continente appare quello che è, vecchio e in disfacimento. Non è un caso. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La locomotiva americana corre
Guardate questo grafico, è la ripresa del Pil americano nel terzo trimestre:
La ripresa del Prodotto interno lordo americano segna +33.1%, un dato al di sopra delle aspettative che il mercato aveva già messo in conto, Wall Street ha bisogno di segnali globali positivi che purtroppo dall'Europa non arrivano, i governi insistono con i lockdown che uccidono l'economia. Le notizie buone sono americane, bene anche i dati dei sussidi settimanali di disoccupazione che restano sotto le 800 mila, a quota 751 mila, in flessione rispetto a 791 mila della precedente settimana (dato rivisto dall'iniziale 787.000) e migliore attese che stimavano un calo a 775.000 unità. È il miglior dato dall'inizio della crisi. La Borsa ha limato le perdite, è in positivo, ma gli investitori restano prudenti e la seduta resta volatile:
L'Europa che va in lockdown è una disgrazia per i mercati e lo è soprattutto in contrasto al rimbalzo americano del terzo trimestre. Le dichiarazioni della presidente della Bce, Christine Lagarde, non sono incoraggianti: "C'è un significativo indebolimento dell'attività economica nell'ultimo trimestre dell'anno". I lockdown mandano le prospettive del petrolio a carte quarantotto, ecco il grafico del prezzo del Brent, andamento settimanale nei 10 mesi dell'anno:
Picco negativo durante i lockdown di marzo e aprile. Si stava riprendendo, le chiusure lo affonderanno. Siamo in presenza di leadership politiche inette, non sanno letteralmente quello che fanno. La carestia è letale. Evidentemente la lezione del primo lockdown non è bastata....
Che succede? L'Europa da qui appare lontanissima. Non è solo un viaggio in aereo, un visto, il controllo al passaporto. È un altro mondo. Visto dall'America, dalla sua cronaca e dalla sua storia che si scrive ogni giorno, il Vecchio Continente appare quello che è, vecchio e in disfacimento. Non è un caso. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
La locomotiva americana corre
Guardate questo grafico, è la ripresa del Pil americano nel terzo trimestre:
La ripresa del Prodotto interno lordo americano segna +33.1%, un dato al di sopra delle aspettative che il mercato aveva già messo in conto, Wall Street ha bisogno di segnali globali positivi che purtroppo dall'Europa non arrivano, i governi insistono con i lockdown che uccidono l'economia. Le notizie buone sono americane, bene anche i dati dei sussidi settimanali di disoccupazione che restano sotto le 800 mila, a quota 751 mila, in flessione rispetto a 791 mila della precedente settimana (dato rivisto dall'iniziale 787.000) e migliore attese che stimavano un calo a 775.000 unità. È il miglior dato dall'inizio della crisi. La Borsa ha limato le perdite, è in positivo, ma gli investitori restano prudenti e la seduta resta volatile:
L'Europa che va in lockdown è una disgrazia per i mercati e lo è soprattutto in contrasto al rimbalzo americano del terzo trimestre. Le dichiarazioni della presidente della Bce, Christine Lagarde, non sono incoraggianti: "C'è un significativo indebolimento dell'attività economica nell'ultimo trimestre dell'anno". I lockdown mandano le prospettive del petrolio a carte quarantotto, ecco il grafico del prezzo del Brent, andamento settimanale nei 10 mesi dell'anno:
Picco negativo durante i lockdown di marzo e aprile. Si stava riprendendo, le chiusure lo affonderanno. Siamo in presenza di leadership politiche inette, non sanno letteralmente quello che fanno. La carestia è letale. Evidentemente la lezione del primo lockdown non è bastata.
Quanto a Christine Lagarde, ha un problema nel comunicare con i mercati, le sue dichiarazioni più che orientare, spesso disorientano, per fortuna corregge il tiro iniziale e in qualche modo rassicura: "Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione e in particolare il Pepp per affrontare la situazione. Lo abbiamo già fatto per fermare la prima ondata e lo faremo per fermare la seconda ondata". Sintesi: aridatece Mario Draghi.
02
Un memento insanguinato da Nizza
Il presidente Emmanuel Macron a Nizza, nella Chiesa di Notre Dame che è diventata la scena di un delitto (Foto Ansa).Se l'America brucia, l'Europa è in cenere. Tre persone uccise nella chiesa di Notre Dame, a Nizza. "È un attentato terroristico islamista", dice il presidente Emmanuel Macron. L'orrore, ancora una volta, il sangue e la vita dei cattolici. Ucciso il guardiano di Notre Dame, uccise due donne, una è stata decapitata. Il solito giro, la giostra della morte, il rituale del macabro che diventa routine istituzionale: clamore, dolore, indignazione, lutto. E si ricomincia da capo. Macron convoca il gabinetto di crisi. La Turchia che, dopo aver detto di tutto con un presidente a cui l'Unione europea ha concesso di fare di tutto, ora assicura la "ferma condanna ad attacco selvaggio". La Francia è in uno stato di psicosi permanente. Sembra incapace di difendersi e riprendere a vivere. Il Covid è il colpo di grazia. Non è solo un problema economico, l'Europa ha bisogno di una ricostruzione che parte dall'anima. L'ha persa e per ritrovarla c'è bisogno prima di tutto di coraggio.
***
Dal dopoguerra a oggi l'Europa ha costruito il suo modello di libertà sotto l'ombrello protettivo degli Stati Uniti. Fu qui a Washington DC che si disegnò il nuovo mondo, alla Casa Bianca e a Londra, Downing Street: Franklin Delano Roosevelt e Winston Churchill videro con chiarezza l'oscurità della Germania (Hitler e il Terzo Reich) e la debolezza della Francia (la resa a Berlino, il collaborazionismo e il governo di Vichy) e lavorarono per assicurare che la Germania non tornasse a armarsi e la Francia avesse un arsenale sufficiente per la sicurezza dell'Europa e del Mediterraneo. In mezzo, la nuova potenza del secolo, gli Stati Uniti e le armi dell'Alleanza Atlantica, sul lato destro, a Est, la Cortina di Ferro e i cannoni di Stalin, l'Unione Sovietica. A Oriente, la Cina del comandante Mao era un tema grande ma remoto e proiettato sul futuro, il Giappone era il presente, la sconfitta dell'Impero, il Sol Levante da ricostruire dopo la Bomba a Hiroshima e Nagasaki, la resa e la fine della guerra nel Pacifico.
03
Armi e piano Marshall
Questa architettura della pace fu costruita con il mestiere delle armi (si vis pacem para bellum) da uomini e donne temprati dalla guerra, dalla fatica, dalla povertà, dalla responsabilità. L'azione fu guidata da una missione politica: costruire una comunità internazionale che impedisse un altro conflitto mondiale, edificare strumenti di cooperazione, fronteggiare con mano ferma e proiettile in canna i nemici della democrazia, i totalitarismi, le dittature che avevano seminato distruzione e morte. A questo imperativo politico, si affiancò la ricostruzione economica. Gli Stati Uniti d'America diventarono una potenza manifatturiera con un gigantesco mercato interno e un modello culturale (e di consumo) da esportare in tutto il mondo, l'Europa fu ricostruita con l'intervento pubblico il piano Marshall fu ideato dagli americani per diffondere benessere e assicurare la stabilità alla parola pace.
Quel mondo ha funzionato (con alti e bassi) fino a quando le classi dirigenti europee sono state condotte per mano dagli Stati Uniti a fare le loro scelte. Quando gli americani hanno deciso che era giunto il momento di tornare a casa, di lasciare gli europei a costruire il proprio destino, di non andare più a morire per gli altri, quel mondo di certezze è crollato. Non è accaduto tutto all'improvviso, sono processi in corso da decenni, da circa quarant'anni, ma sono diventati chiari - e terrificanti - con l'arrivo di un nemico invisibile: il coronavirus. La pandemia ha mostrato con un lampo di luce la collisione tra i due mondi, la fine di un'era.
04
Dieci shock della nostra storia
I colpi d'ariete all'antica architettura della nostra pace e della nostra prosperità sono arrivati attraverso una serie di shock che appaiono remoti e invece sono vicini e legati da un fil rouge incandescente:
1. L'America nella giungla. La fine dell'intervento americano in Vietnam (nella foto sopra, i soldati americani durante un'offensiva) con gli accordi pace di Parigi del 1973. Una guerra disastrosa che fu il dramma di tre presidenti: il conflitto fu avviato dall'amministrazione di John Fitzgerald Kennedy (assassinato a Dallas il 22 novembre 1963), proseguito dal suo successore, Lyndon Johnson; chiuso dal repubblicano Richard Nixon e dalla diplomazia di Henry Kissinger. Il Vietnam segnerà per sempre l'immaginario americano, la sua illusione d'invincibilità e giustizia;
2. La Guida Suprema, Khomeini. La rivoluzione in Iran nel 1979, la cacciata dello Scià di Persia e l'arrivo da Parigi dell'Ayatollah Khomeini (nella foto qui sopra il 1° febbraio del 1979 al suo arrivo a Teheran da Parigi). Un fatto che cambierà gli equilibri del Medio Oriente - e la politica americana per sempre. Da quel momento gli Stati Uniti per l'Iran diventano "il Grande Satana", il presidente Jimmy Carter si ritrova con la crisi degli ostaggi all'ambasciata, un blitz fallito e la fine della sua presidenza dopo un solo mandato;
3. La nuova Anglosfera. Margaret Thatcher inaugura una lunga era dei Tories al potere, entra a Downing Street il 4 maggio del 1979 e vi resterà per dieci anni, fino al novembre del 1990. È la rivoluzione inglese, il thatcherismo. Ronald Reagan diventa presidente degli Stati Uniti nel 1981, rimarrà in carica per due mandati fino al gennaio del 1989. È l'altra rivoluzione conservatrice del decennio, il reaganismo. Thatcher e Reagan (nella foto sopra, durante un vertice a Camp David, nel 1984) plasmeranno la prima globalizzazione della contemporaneità;
4. Morire per Kabul. L'invasione sovietica dell'Afghanistan cominciata nel 1979 e finita con il ritiro di Mosca nel 1989. Un conflitto che aprirà le porte della Storia ai guerriglieri talebani e a un nome che lascerà un segno sinistro sulle pagine del presente, Osama Bin Laden;
5. Fine della storia. Il crollo del Muro di Berlino il 9 novembre del 1989. La fine della Cortina di Ferro, il primo passo verso la fine dell'Unione Sovietica.
6. Desert Storm. Prima guerra del Golfo, 2 agosto 1990. L'Iraq invade il Kuwait, gli Stati Uniti entrano in scena con l'operazione Desert Storm. Il generale americano Norman Schwarzkopf mostra al mondo la superiorità della macchina da guerra americana (dopo la vergogna e la ritirata dal Vietnam) ma George Bush padre commette un errore: non chiude la partita con Saddam Hussein;
7. Il cielo sopra Berlino. La riunificazione della Germania, il 3 ottobre 1990. Il capolavoro politico di Helmut Kohl, l'avvio di una stagione di crescita tumultuosa dell'economia tedesca, il passaggio verso l'Europa della moneta unica;
8. C'era una volta l'Urss. La dissoluzione dell'Unione Sovietica, il 26 dicembre del 1991. Gorbaciov (nella foto sopra, con Bush senior a Helsinki nel 1990) firma la fine di una storia cominciata nel 1922 sulle ceneri dell'impero zarista. Gorbaciov fu l'uomo del crollo e del fallimento della glasnost e della perestrojka, Boris Eltsin la grande figura della drammatica transizione verso qualcosa di nuovo e (im)possibile, Vladimir Putin fu la soluzione d'acciaio per impedire l'esplosione di un impero troppo pieno di ordigni nucleari per essere lasciato alle incertezze della rivoluzione democratica.
New York, 11 settembre 2001. Il secondo aereo sulle Torri Gemelle.9. Le due torri. Il decennio seguente si presenta come il trionfo dell'ordine liberale e "la fine della storia". L'illusione finisce una mattina luminosa a New York, 11 settembre 2001, la morte a Manhattan, crollano le Twin Towers, un commando islamista semina morte sul suolo americano, le vittime sono tremila, per gli Stati Uniti è un'altra Pearl Harbor, uno shock che devia completamente la storia di un'altra presidenza repubblicana, quella di George Bush junior.
10. Caccia a Osama (e Saddam). Guerra in Afghanistan e in Iraq. La risposta americana al colpo di Osama Bin Laden arriva il 7 ottobre del 2001 con il primo bombardamento dell'Afghanistan e l'avvio della campagna militare che vent'anni dopo è ancora in corso. Gli Stati Uniti rientrano in guerra. E Kabul ritorna sulla mappa della geopolitica americana. Qualche anno dopo, nel 2003, Bush ordina l'invasione dell'Iraq, un piano militare senza un piano politico, un altro pantano.
10. La Cina è vicina. Qualche mese dopo l'attentato alle Twin Towers, l'11 dicembre del 2001, nella confusione, con la guerra in Afghanistan appena cominciata, l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) apre le porte alla Cina. È la decisione che cambia lo scenario del commercio mondiale, della manifattura e la bilancia commerciale degli Stati Uniti con la Cina. L'illusione di Clinton non si realizzerà mai, vent'anni dopo Donald Trump userà l'arma dei dazi per cercare di temperare l'espansionismo cinese.
***
Sono gli eventi, insieme a molti altri, quello che c'è sul taccuino del cronista non è certo esaustivo, che hanno dato forma al nostro presente. E ora c'è il coronavirus, l'evento globale. Era atteso, sono stati colti tutti di sorpresa. Nel fratttempo, l'America è a soli 5 giorni dal voto, uno spettacolo, non sarà mai più così. Andiamo dove splende il sole, Florida.
05
La battaglia della Florida
Si torna in Florida. Trump e Biden faranno entrambi campagna a Tampa per non lasciare nulla al caso in questo ultimo spezzone di campagna. Per Trump sarebbe difficile assicurarsi il secondo mandato senza i 29 grandi elettori del Sunshine State che quattro anni fa si aggiudicò con un margine di 113.000 voti, pari all'1,2%. Il comizio di Trump a Tampa e' previsto alle 13:35 locali mentre Biden, alla stessa ora, parlera' nella democratica Broward County, nel Sud della Florida, considerata fondamentale per guadagnarsi la vittoria nello Stato e dove torna a distanza di due settimane. Poi, alle 18:30 l'ex vice presidente parlera' a Tampa. Anche per Biden, che punta al "muro blu" in Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, aggiudicarsi la Florida significherebbe avere la vittoria a portata di mano. Nella media di Real Clear Politics Biden e' dato in lieve vantaggio al 48,4% nello Stato del sole, contro il 47,9% di Trump.
Il presidente volerà poi a Fayettesville, nella Carolina del Nord, altro Stato che sta cercando disperatamente di conquistare. La contea di Cumberland, dove si trova Fayettesville, e' considerata determinante perche' il tycoon possa aggiudicarsi i 15 grandi elettori della North Carolina. Domani i due candidati faranno campagna nel Midwest ed entrambi sono attesi in Wisconsin. Trump tornera' anche in Michigan e Minnesota mentre Biden farà tappa (per la terza volta) nella Badger State e poi nell'Iowa. Biden sarà sabato in Michigan accompagnato dall'ex presidente Barack Obama.
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A che punto è la notte? Qui è giorno, il giovedì è piovoso, la sfida è enorme, il tempo a disposizione è sempre compresso, si viaggia a mille, pezzo a quattro mani.
06
Sondaggi e immagini. Due mondi e una vittoria
da Washington Mario Sechi e Rita Lofano
La folla. L’entusiasmo. “We love you”. Il tuono. L’onda rossa. “Four more years”. Se c’è un tratto, un segno, un paradosso nella campagna elettorale della mascherina e del distanziamento, è la massa. E non c’è solo quella straripante di Trump. Perché è vero che Joe Biden ha fatto una campagna in assoluta assenza, quasi in incognito, certamente per pochi intimi ma (forse) dalla sua parte avrà un fiume di persone che hanno votato in anticipo. Perché nella corsa della non presenza c’è un’immanenza (il record assoluto di “early voting”) e una trascendenza (il collegio elettorale). L’eterno conflitto della democrazia in America, il voto popolare e il numero magico, 270, il numero dei grandi elettori che apre la porta del sesamo di Pennsylvania Avenue, numero 1600, la Casa Bianca.
Biden ha scelto di fare una campagna da solo: esibisce la patente della responsabilità. Trump la fa radunando il suo esercito di "miserabili". Se trionfa Joe siamo di fronte al primo candidato vincente-assente della storia della politica americana; se vince Trump siamo al di là del bene e del male, nel territorio della mistica politica e dell'azzardo. Se vince Biden, è un consumato pilota da Nascar ma, se perde, verrà ricordato come quello che non ha mai spinto l’acceleratore, ha finito la benzina, è in vantaggio di un paio di giri, riesce a passare sui chiodi seminati dall’avversario e buca le gomme. Perché Joe Biden, l'uomo di Scranton (Trump non è d'accordo neppure su questo), ha una doppia arma che è una doppia occasione: 1. il coronavirus e le sue conseguenze nefaste per chi governa; 2. oltre 71 milioni di americani che a oggi hanno votato in anticipo e alla vigilia del voto saranno oltre 85 milioni con un'affluenza che supererà i 150 milioni di elettori.
Sul voto anticipato ci sono due scuole di pensiero, le abbiamo entrambe sul taccuino, eccole: 1. quelle file ai seggi sono l’onda blu dei dem che travolgerà Trump; 2. no, sorpresa, si sta formando l’onda rossa, gli elettori repubblicani stanno andando anche loro ai seggi e alla fine consegneranno la “tuonante vittoria” al loro condottiero.
Come la mettiamo? Andiamo in Texas, lo Stato della stella solitaria, fortezza repubblicana. Bene, tra Houston e El Paso ci sono quasi 8 milioni di schede depositate in anticipo dagli elettori. Se fosse vera l’onda blu, Biden riuscirebbe nell’impensabile, ribaltare il Texas. Ma potrebbe anche esserci un’altra via, tutt’altro che remota: buona parte di quei voti sono repubblicani. Se così fosse, allora tutta la narrazione dell’onda blu, oplà, diventa un’onda rossa. Andiamo avanti: il vantaggio dei democratici nel voto anticipato potrebbe essere un miraggio, perché quello che si vede nella campagna – e quello che si vede per noi cronisti conta – è una forte mobilitazione della fan base di Trump. Nella sola giornata di ieri, The Donald ha inanellato tre comizi in tre Stati (Michigan, Wisconsin, Nebraska) e in questa tripletta ha fatto sempre il pieno. A Omaha, la Polizia ha dovuto avvisare la popolazione: "Il parcheggio assegnato alla manifestazione di Trump di oggi è pieno. Le navette non trasporteranno più le persone all'evento. Non si potrà accedere al raduno a piedi, Uber, taxi o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Parcheggio non consentito nei quartieri circostanti”. Le indicazioni del traffico non sono una nostra passione, ma in questo caso sono la spia rossa sul cruscotto dell’auto: la pressione del motore repubblicano è al massimo. Trump nei suoi comizi continua a dire che c’è più entusiasmo rispetto a quattro anni fa. E attenzione: invita gli elettori a votare in anticipo, "get out and vote", cosa che è inusuale per i repubblicani. Trump oggi si è svegliato in Nevada, va in Arizona dove un primo comizio alle 12 (ora locale), poi un altro evento sempre in Arizona alle 14.45 (ora locale), trasferimento per la notte in Florida. Prendere nota di questi due Stati: Arizona e Florida. Tutto nell'elezione ha un perché e un come. Gli analisti in queste ore stanno pesando tutto ciò che dice Trump perché nelle sue "sparate" s'annidano sempre cose vere che poi si materializzano. La media nazionale di Real Clear Politics vede Trump in svantaggio di 7,2 punti, ma negli Stati in bilico il distacco è di soli 3,8 punti, Biden non è nella comfort zone, tanto che egli stesso dice di non essere sicuro della vittoria. Trump in teoria è perdente in tutti gli Stati in bilico, ma se andate a chiedere agli strateghi repubblicani vi diranno: "Vince". E se chiedete a quelli democratici, nessuno vi dirà: "Perde". Non è solo il gioco scaramantico, è l'incertezza di un'elezione che ha un precedente indimenticabile (il terremoto del 2016) e uno scenario mai visto nella storia, il voto con la pandemia.
In attesa di Trump a Tampa, Florida (Foto Ansa).La campagna presidenziale è a dir poco strana. Nella erratica non-presenza di Biden (lunedì non aveva appuntamenti, a 8 giorni dal voto) ieri è comparso un Biden in Georgia. Non solo, avremo un Biden in Arizona e perfino in Iowa. Perché mai un candidato democratico alla Casa Bianca, che ha di fronte un carro armato come Trump che sta facendo tre rally al giorno negli Stati in bilico, va a perdere tempo dove non vince un democratico dal 1992 (Bill Clinton). Probabilmente lo staff della campagna di Biden crede che i sondaggi siano attendibili e dunque la Georgia potrebbe ballare il swing, Real Clear Politics dà un testa a testa con Trump al 47,2% e il dem al 46,8%. Possibile? Tutto lo è, la pandemia ha stravolto l'America e le abitudini degli elettori. In questa dimensione, si muove quello che viene dipinto come l'incredibile Hulk, Trump.
Il Trump dipinto in Europa come un cavernicolo della politica, semplicemente non esiste, quello che si impagina è una caricatura, la sua figura è certamente sulfurea, il suo carattere impossibile, le sue idee controverse, le sue pulsioni irrefrenabili fanno orrore ai democratici di tutte le latitudini, ma dopo 4 anni al governo, quello che potrebbe perdere la presidenza (clamorosa sconfitta di un incumbent) o riconquistare la Casa Bianca (clamorosa vittoria di uno sfavorito totale) è una sagoma che fa politica e ha un piano per farla con il massimo risultato possibile.
Un esempio? Il suo atto più importante, la nomina di Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, è giunto con il massimo della programmazione e coordinamento tra la Casa Bianca e il gruppo repubblicano al Senato guidato da Mitch McConnell. A partire dalla selezione della candidata - un'outsider, fuori dal giro delle università della Ivy League, è la prima volta; un'allieva del principe della scuola originalista, il giudice Antonin Scalia - Trump ha seguito una sua idea: fare una scelta di grande impatto sulla Corte Suprema e incastonarla nel calendario elettorale per significato e tempi di esecuzione. Così è arrivata la nomina di Barrett, conservatrice, cattolica, critica sull'aborto, madre di sette figli; così il voto del Senato è arrivato a velocità supersonica (il più rapido della storia) alla vigilia delle elezioni presidenziali; così la cerimonia di giuramento con il giudice Clarence Thomas è stata un momento solenne con Trump alla Casa Bianca. Un enorme fatto istituzionale, una scelta che avrà un impatto per decenni (Barrett ha 48 anni e il suo incarico di giudice è a vita) sulla vita quotidiana degli americani, un voto che è andato dritto al punto e i dem a vuoto, un altro elemento fondamentale dello storytelling trumpiano della campagna presidenziale: il presidente che decide, che non chiude bottega per pandemia, che non sta nel "basement", il Commander in Chief che ha preso il virus e lo ha sconfitto. È il suo racconto. Cavernicolo?
Nel campo dell'immanenza, il voto popolare, Biden può pensare di vincere probabilmente con un margine superiore al 2,1% di Hillary Clinton nel 2016, ma nella trascendenza, il collegio elettorale, tutto è in gioco. Biden negli Stati in bilico è messo meglio di Clinton, non ci sono dubbi, ma il sudoku elettorale di Trump, il percorso verso la vittoria, è ancora tutto in piedi, ha guadagnato terreno in 9 Swing States su 12, Biden resta in vantaggio in 10 su 12. Bella sfida, sulla carta.
Biden sta perdendo terreno, il distacco si sta assottigliando, ma resta in testa e dunque è ancora più che favorito per la Casa Bianca. Una interessante analisi pubblicata da USA Today, divide i Battleground States in quattro gruppi, vediamoli.
Primo gruppo: I tre grandi Stati della Rust Belt: Michigan, Pennsylvania e Wisconsin.
Se Biden vince qui, è fatta, e può provarci perché Trump nel 2016 vinse con meno dell'1% di distacco, in tutto 80 mila voti. Tre Stati e la presidenza è sua. E Trump? Qui sta battendo il chiodo, ne deve vincere almeno uno tra questi tre per tenere in piedi il suo sudoku elettorale. Nel gruppo dei tre grandi Stati, l'affluenza sarà la più alta mai registrata in 100 anni. L'analisi politologica continua a considerare questi tre Stati come il Muro Blu democratico, dunque la vittoria di Trump nel 2016 è solo un incidente della storia. Domanda sul taccuino dei cronisti: c'è ancora il blue wall? Ecco perché la Pennsylvania e il dibattito sull'energia, il petrolio, il fracking, sono diventati improvvisamente il tema centrale della campagna, se Trump rompe quel muro (ammesso che ci sia) mantiene in piedi la possibilità di centrare il suo percorso verso la vittoria. E attenzione, tutto si gioca al micro-livello, la contea. Esempio: a Luzerne, posto della working class americana, Obama vinse con 5 punti di distacco su McCain, ma Trump nel 2016 ha messo a segno un impressionante +19%. Quando vedete i nomi di località ai più sconosciute in Europa, dovete pensare ai voti, alle contee. Ecco dunque i vostri cronisti raccontare The Donald e i suoi Maga rally da Allentown, da Lititz, da Martinsburg. Trump non a caso si sta concentrando sulla pratica della Pennsylvania, dei tre Stati è quello dove va meglio nei sondaggi, e vale 20 grandi elettori. Se spezza i sogni di Biden qui, può sperare nella vittoria finale. "La Rust Belt è la prima linea di difesa di Biden, adesso sembra molto solida, ma tutto può cambiare", avvisa Paleologos. "Il muro blu sarà ricostruito", dice Biden. Lo sapremo, ma non subito. Il conteggio nei tre Stati sarà lento e c'è lo spoglio del voto per posta che è contemporaneo a quello espresso al seggio. Dinamica del voto: negli Stati della Rust Belt arriva prima lo spoglio dei voti in persona nell'Election Day, poi quello del voto per posta. Risultato: il primo conteggio vedrà Trump in vantaggio, ma poi potrebbe esserci il recupero di Biden con il voto per corrispondenza, si chiama "blue shift" e vedremo se resta una teoria o diventa un caso da mal di testa elettorale. La sfida è da rasoio, ma guardate questi numeri, medie di Real Clear Politics:
- Michigan 2016: Trump vinse con un margine di 0.23%;
- Michigan 2020: Biden è in testa di 8.1 punti;
- Wisconsin 2016: Trump vinse con lo 0.77% di distacco;
- Wisconsin 2020: Biden è in vantaggio di 5.1 punti;
- Pennsylvania 2016: Trump vinse con lo 0.72% di margine;
- Pennsylvania 2020: Biden è in vantaggio con il 5.3%.
Se Biden perde il voto nella Rust Belt, si realizzerà la profezia di Frank Luntz: il loro mestiere sarà finito. Per sempre.
Secondo gruppo. I tre grandi Stati della Sun Belt: Arizona, Florida, North Carolina.
Qui il voto per posto viene conteggiato in anticipo, dunque questi tre Stati ci daranno il vincitore in tempi brevi rispetto ai tre della Rust Belt. Anche qui, Biden è in vantaggio nei sondaggi, nonostante Trump vinse tutti e tre gli Stati nel 2016. Il piatto più importante è quello della Florida, 29 grandi elettori. Obama è andato a Miami, Biden ci sarà domani, Trump e il suo clan (ieri Ivanka era a Sarasota) sono una presenza fissa. Se Trump perde la Florida, deve vincere tutti e tre gli Stati nella Rust Belt. The Donald si trova nella condizione della missione Apollo 13: "Failure is not an option", non può fallire. E anche se Trump vince in Florida e porta a casa Arizona e North Carolina, non è al sicuro, perché Biden può conquistare tutti gli Stati di Clinton nel 2016 e aggiungere i tre della Rust Belt e dunque andare a sedersi nello Studio Ovale al posto dell'odiato Trump. Rivediamo i numeri di ieri e quelli di oggi:
- Arizona 2016: Trump vinse con 3.5 punti di vantaggio;
- Arizona 2020: Biden ha un vantaggio di 2.4 punti;
- Florida 2016: Trump vinse di 1.2 punti;
- Florida 2020: Biden ha un vantaggio di 1.5 punti;
- North Carolina 2016: Trump vinse di 3.7 punti;
- North Carolina 2020: Biden è in vantaggio di 1.2 punti.
Ripetiamo la frase di Frank Luntz: se Trump vince le elezioni il mestiere dei sondaggisti è finito. Per sempre.
Terzo gruppo. Stati difficili da ribaltare per Biden: Iowa, Ohio, Georgia e Texas.
Sono tutti rossi, Trump li ha difesi facendo campagna, se Biden vince qui, è il segno di una "landslide victory", una vittoria a valanga che sarebbe un balsamo per i democratici che temono i ricorsi di Trump sul voto dove, notare bene, a decidere poi dovrebbe essere la Corte Suprema che ha una schiacciante maggioranza conservatrice di 6 a 3. Trump deve vincere tutti questi Stati, una sola sconfitta può essere il segno del collasso, il Texas vale da solo 38 delegati. Stesso giochino passato-presente, anche qui abbiamo l'ombra della profezia di Frank Luntz sui sondaggisti, vediamo i numeri:
- Iowa 2016: Trump vinse con 3.5 punti;
- Iowa 2020: Biden è in vantaggio di 2.4 punti;
- Georgia 2016: Trump vinse di 0.4 punti;
- Georgia 2020: Biden è avanti di 1.5 punti;
- Ohio 2016: Trump vinse con 3.7 punti;
- Ohio 2020: Trump è in vantaggio di 0.6 punti;
- Texas 2016: Trump vinse con 9 punti;
- Texas 2020: Trump guida la corsa con 3 punti di vantaggio.
Quarto gruppo. Gli Stati che Trump spera di ribaltare: Minnesota, Nevada e New Hampshire.
Domanda sul taccuino: e se Trump ribalta qualcuno degli Stati che Clinton vinse nel 2016? Grande sorpresa e conteggi tutti da rifare. Trump ha fatto campagna in tutti e tre gli Stati, Biden ha dovuto difendersi. Il ragionamento della campagna di Trump è semplice: se perdo qualcosa nel Midwest, allora devo sostituirlo con uno di questi tre Stati. La cosa è tutt'altro che remota, il Minnesota, 10 delegati, è la preda di Trump. Se vince in uno Stato che non elegge un presidente repubblicano dal 1972, tutto è possibile. Numeri:
- Minnesota 2016: Clinton vinse di 1.5 punti;
- Minnesota 2020: Biden in vantaggio di 6 punti;
- Nevada 2016: Clinton vinse di 2.4 punti;
- Nevada 2020: Biden è avanti di 5.2 punti;
- New Hampshire 2016: Clinton vinse di 0.37 punti;
- New Hampshire 2020: Biden è avanti di 11 punti.
Se Trump ribalta uno di questi Stati, Frank Luntz cambia mestiere e i sondaggisti devono trovare riparo sulla Luna. Come chiudiamo? Con una doppia immagine, perché quello che si vede per i cronisti conta: ieri notavamo la collisione dei due mondi, le immagini di un evento di Biden quasi solitario, con i cerchi per il distanziamento disegnati sul prato e, su altro prato, l'arrivo in Cinemascope dell'elicottero Marine One di Trump tra la folla. È quello che si vede, ai lettori il giudizio, agli elettori il verdetto.
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- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
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Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.