3 Gennaio
Anno nuovo, vecchi errori, vera crisi
In arrivo un altro Dpcm del premier per arginare (forse) i contagi. Vaccinazione e ricostruzione nella palude dell'immobilismo di governo. Conte va in Parlamento? Renzi è in posizione win win. Quattro milioni di italiani senza cibo per le feste. Succede in America, occhio a Cruz e ai repubblicani No Biden
Che succede? L'anno è partito con la vaccinazione, ci sono difficoltà logistiche (e politiche), paesi che arrancano e altri che volano, sorprese negative (la Francia), conferme di problemi antichi (l'Italia) e esempi di organizzazione (Israele), alla fine le cose prenderanno una piega positiva, ma per ora la partenza è lenta. L'economia è destinata a crescere, soprattutto dal secondo trimestre, nell'attesa si va avanti con i lockdown qua e là, soluzioni più o meno efficaci. Boris Johnson stamattina ha annunciato nuove misure restrittive in un paese che dopo la Brexit e in mare aperto, i primi atti e fatti sono nel segno della velocità d'esecuzione (primi nelle autorizzazioni, primi nella partenza delle vaccinazioni) e la parabola inglese va seguita con grande attenzione. America e Cina hanno cominciato un altro round del loro confronto, Joe Biden ha un compito immane, tenere testa al drago di Pechino con una situazione interna di profonda divisione, mentre Trump tenta di mantenere la leadership della Red Nation. Ci riuscirà? L'appuntamento è tra 48 ore elezioni in Georgia, decisive per il Senato. Poi il Congresso si riunisce per confermare l'elezione di Biden e anche qui vedremo un'anticipazione della battaglia per il controllo della legislatura.
01
Per iniziare l'anno, un Dpcm
L'Italia è come sempre un caso a parte, un paese pieno di singolarità. È in corso una riunione del governo con il Comitato degli esperti, bisogna decidere cosa fare alla scadenza (7 gennaio) del decreto che ha ridisegnato l'Italia in rosso e arancione a periodi alterni. Arriverà una nuova stretta, la risposta continua ad essere quella del divieto. Dacci oggi il nostro Dpcm quotidiano. Niente è andato bene, abbiamo frantumato tutti i record negativi, ma si persevera. Fare i lockdown senza risorse economiche (la Germania ha piazzato 11 miliardi al mese per le imprese - al mese!), non...
Che succede? L'anno è partito con la vaccinazione, ci sono difficoltà logistiche (e politiche), paesi che arrancano e altri che volano, sorprese negative (la Francia), conferme di problemi antichi (l'Italia) e esempi di organizzazione (Israele), alla fine le cose prenderanno una piega positiva, ma per ora la partenza è lenta. L'economia è destinata a crescere, soprattutto dal secondo trimestre, nell'attesa si va avanti con i lockdown qua e là, soluzioni più o meno efficaci. Boris Johnson stamattina ha annunciato nuove misure restrittive in un paese che dopo la Brexit e in mare aperto, i primi atti e fatti sono nel segno della velocità d'esecuzione (primi nelle autorizzazioni, primi nella partenza delle vaccinazioni) e la parabola inglese va seguita con grande attenzione. America e Cina hanno cominciato un altro round del loro confronto, Joe Biden ha un compito immane, tenere testa al drago di Pechino con una situazione interna di profonda divisione, mentre Trump tenta di mantenere la leadership della Red Nation. Ci riuscirà? L'appuntamento è tra 48 ore elezioni in Georgia, decisive per il Senato. Poi il Congresso si riunisce per confermare l'elezione di Biden e anche qui vedremo un'anticipazione della battaglia per il controllo della legislatura.
01
Per iniziare l'anno, un Dpcm
L'Italia è come sempre un caso a parte, un paese pieno di singolarità. È in corso una riunione del governo con il Comitato degli esperti, bisogna decidere cosa fare alla scadenza (7 gennaio) del decreto che ha ridisegnato l'Italia in rosso e arancione a periodi alterni. Arriverà una nuova stretta, la risposta continua ad essere quella del divieto. Dacci oggi il nostro Dpcm quotidiano. Niente è andato bene, abbiamo frantumato tutti i record negativi, ma si persevera. Fare i lockdown senza risorse economiche (la Germania ha piazzato 11 miliardi al mese per le imprese - al mese!), non farli nella totale anarchia (l'estate del nostro scontento), non siamo stati capaci di mettere in piedi un sistema efficace di regole, responsabilità, sicurezza e libertà. Tutti in casa, è il trionfo di una società senile, indivanata, improduttiva, egoista, che sta cancellando i giovani.
Il tema numero uno è il rientro a scuola, c'è aria di rinvio, ancora una volta siamo di fronte all'improvvisazione, c'è il vaccino ma non ne abbiamo dosi sufficienti per far partire una campagna degna di tal nome, la scuola viene dopo, il trasporto pubblico sicuro è rimasto una teoria, tutto il resto è affidato alla forza degli insegnanti, dei presidi e delle famiglie. La perdita di esperienza, di tempo, di memoria, di educazione, di vita dei bambini e degli adolescenti è incredibile. Dopo un anno, siamo punto e a capo. E questo sarebbe "il paese modello". Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
02
Dove eravamo rimasti?
Dove eravamo rimasti? Vaccinazione e ricostruzione sono i pilastri del 2021, il nostro imperativo categorico che va affermato ogni giorno, ma si respira un'aria di astrattismo mentre abbiamo bisogno di concretezza. Andiamo al sodo, vediamo come stanno andando le cose. Partiamo dalla ricostruzione, il futuro degli italiani.
Ricostruzione. Camminiamo a fari spenti nella notte, abbiamo 300 mila imprese defunte finora (e altre migliaia faranno la stessa fine), non siamo mai usciti dalla politica dell'emergenza, abbiamo troppi bonus e pochi investimenti, così il governo è finito in testacoda sul piano del Recovery Fund. C'erano tutte le premesse per far bene, ma se le sostituisci con le promesse, l'epilogo è che non riesci mantenerle. Al resto ci pensa l'improvvisazione. Siamo in ritardo, senza un piano per la ripresa, con una concorrenza degli altri paesi europei affamata al punto che Emmanuel Macron qualche giorno fa si è presentato - senza averne alcun titolo - alla firma dell'intesa sugli investimenti tra Unione Europea e Cina. Mostrarsi di fronte a Xi Jinping per assicurare un posto al sole d'Oriente all'industria di Parigi. Scorretto, ma il risultato finale è che l'Italia non c'era.
Matteo Renzi ha chiesto modifiche sostanziali e la fine dei "pieni poteri" di Conte, il premier durante la conferenza stampa di fine anno ha detto che andrà alle Camere e così facendo ha scoperto incautamente (si chiama inesperienza) le sue carte, perché se decidi di parlamentarizzare la crisi i casi sono solo due: o ti suicidi in aula o hai i voti che sostituiscono quelli di Italia Viva. Nel primo caso, amen; nel secondo, la mutazione genetica della maggioranza apre le porte a un Conte III destinato a un rally quotidiano in Parlamento. Il tam tam del Palazzo dice che Conte (per ora) ha i voti dei "responsabili" di turno, ma Renzi (che ovviamente lo sa) nella tattica è svelto e ha deciso di andare a vedere il "buio" del premier. Dici di avere i voti? Vediamoli. Non li hai? Vai casa. Li hai? Forse vai a casa lo stesso, perché cambiare natura alla maggioranza, in queste condizioni, è un rodeo. Renzi è in una posizione win-win.
Sul taccuino c'è una domanda: cosa farà il Pd? Serve un'iniziativa politica del segretario Nicola Zingaretti. Sottolineo, iniziativa politica, non un dito nella diga piene di crepe. Perché se Conte soccombe, deve inventarsi un nuovo governo (non si vota), se Conte ha un'altra maggioranza, deve prepararsi a un corso di sopravvivenza nella giungla. La politica serve a evitare di finire nella botola della crisi al buio.
Vaccinazione. l'Italia ha a disposizione 469.950 fiale e i vaccinati sono 84,730, siamo solo al 18% di immunizzati sul totale delle dosi consegnate. Qualche pietra di paragone: la Germania ha vaccinato 238,809 persone, il Regno Unito è a quota 944,539, gli Stati Uniti sono arrivati a 4,23 milioni. I dati sono in continuo aggiornamento, un grafico aiuto a capire le reali distanze tra i paesi di riferimento:
Ci sono altri parametri, interessanti. Israele è il leader della classifica dei vaccinati ogni 100 persone (12,59), l'Italia è agli ultimi posti con 0,14 dosi per 100 persone. Questa classifica è ancora più utile per capire l'intensità della campagna di vaccinazione di ogni singolo paese:
Tornando al dato assoluto, c'è solo un grande paese europeo che finora fa peggio di noi, la Francia, con 352 vaccinati, una prestazione disastrosa che dice tutto sulla crisi che attraversa Macron, non basta l'allure.
La differenza con Parigi (per quelli che domani cominceranno a dire "e la Francia allora?") è che l'Italia, il "paese modello", ha il record mondiale di mortalità, l'economia a pezzi e il rapporto tra debito pubblico e Pil oltre il 160%.
La nostra campagna di vaccinazione è partita male, abbiamo cannato il frazionamento del rischio, ci siamo affidati all'Europa ma senza un piano B (bisogna sempre avere un piano B nella vita), su sei vaccini selezionati ne abbiamo disponibile solo uno (quello di Pfizer-Biontech) e purtroppo non è quello su cui abbiamo puntato (AstraZeneca).
Segnaliamo che i tre governi presi di mira dal giornalista collettivo - Stati Uniti, Regno Unito e Israele - sono quelli che vaccinano meglio di tutti. Il palazzinaro di Manhattan (Trump), il premier da pub (Johnson) e l'inaffondabile (Netanyahu) hanno regolato i conti con la storia: Donald ci ha dato l'unico vaccino occidentale in servizio in Europa, Boris via Brexit ha battuto tutti sul tempo ben due volte per approvazione e partenza della campagna (con Pfizer-Biontech e AstraZeneca), Benjamin ha costruito un caso esemplare di organizzazione (militare, certo) e velocità d'esecuzione.
Nell'Europa continentale perfino l'ordinata Germania fatica a tenere il passo. La cancelliera Merkel ha dovuto ricorrere alle forniture extra (rompendo il fronte unitario dell'Unione europea) e ha dato il via libera all'acquisto di 30 milioni di dosi in più, ci sono ritardi nelle consegne (Biontech ha lanciato l'allarme, chiedendo di approvare a tutta velocità altri vaccini in Europa), in una residenza per anziani sono entrati in fase Sturmtruppen e tirano a sorte per il vaccino. È un gong per tutti, se Berlino arranca, figuriamoci gli altri.
L'Italia può recuperare, per cambiare rotta occorrono umiltà e organizzazione, due ingredienti che nel governo scarseggiano. La crisi aperta da Renzi nasce dall'immobilismo di Palazzo Chigi. Declinano i verbi al futuro, ma il governo deve parlare (e fare) nel presente.
***
E deve fare perché circola rapidamente un secondo virus, nella disattenzione di tutti: la povertà.
03
Quattro milioni di italiani senza cibo durante le feste
Il 2021 inizia con circa 4 milioni di italiani che sono stati costretti a chiedere aiuto per mangiare a Natale e a Capodanno, un numero praticamente raddoppiato rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge da una stima della Coldiretti, sulla base dell'ultimo rapporto di attuazione sugli aiuti alimentari distribuiti con il fondo di aiuto agli indigenti (Fead) relativo al periodo 1994-2020. "Si tratta della punta dell'iceberg della situazione di difficolta' in cui si trova un numero crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto piu' frequentemente - sottolinea la Coldiretti - ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia".
Sta finendo la riserva di molte famiglie che erano sull'orlo della povertà e ora vi sono piombate con il coronavirus, stanno emergendo i nuovi reietti della crisi del coronavirus, famiglie, lavoratori, imprese senza protezione che hanno chiuso o non hanno più domanda per le merci e i servizi che offrivano. Sono i non garantiti da nessuno. La conferma arriva anche dalla Caritas: "Finora le misure emergenziali hanno attutito l'impatto della pandemia e molte persone sono riuscite a sopravvivere in modo decente, grazie anche ai soldi messi finora da parte - commenta Nunzia De Capite membro del Forum delle Disuguaglianze e delle Diversità e sociologa di Caritas Italiana - ma ora la situazione comincia a farsi diversa: i risparmi sono finiti, molte famiglie sono alla canna del gas. E chi ha ancora qualcosa, non spende per paura del futuro e i consumi cosi' non ripartiranno mai. Come potrebbe esserci una ripresa economica?". Il vero problema quindi che si presenta alla classe dirigente e' "cosa succedera' nei prossimi mesi. Sicuramente la fase emergenziale non è finita: e allora, come supereremo anche il 2021?".
È la domanda che si fanno tutti. Bisogna chiudere la fase dello "stato d'eccezione", tornare a fare politica sul serio, essere pragmatici e rispettosi delle istituzioni e dei cittadini, chiudere la politica dei bonus e fare gli investimenti per creare lavoro. Siamo di fronte a un gigantesco tema istituzionale. Quali sono gli errori - e le grandi forzature - del governo e del primo ministro? Il 30 dicembre scorso - ultima seduta di lavoro a Palazzo Madama, riaprirà il 12 gennaio - il senatore del Pd Luigi Zanda ha preso la parola per commentare il voto sulla legge di Bilancio. Riportiamo lo stenografico del suo pregevole intervento in aula.
04
Lo stato d'eccezione che deve finire
ZANDA (PD). Signor Presidente, il voto dei senatori del Partito Democratico sul disegno di legge di bilancio del 2021 sarà un voto politico di rinnovata fiducia al Governo e insieme di responsabilità, per impedire al Paese l'esercizio provvisorio.
Il disegno di legge di bilancio è stato esaminato e approvato dalla Camera dei deputati, mentre il Senato ha concentrato il suo intervento nello spazio ridotto di poche ore. Su questa anomalia dobbiamo saper riflettere con serenità. Non ha senso farne oggetto di propaganda, come le opposizioni sono sempre tentate di fare, ma non sarebbe ragionevole rimuovere un vulnus obiettivo che non possiamo, né dobbiamo considerare un momento ordinario della vita delle istituzioni.
Approvare la legge di bilancio in un tempo tanto breve, senza alcuna possibilità di porvi mano, è una seria anomalia. Sappiamo tutti in quale rilevante misura il virus e la pandemia stanno condizionando l'attività del Parlamento, rendendo possibili procedure singolari che, in altre circostanze, non sarebbero considerate corrette. Ma, come poco fa ci ha ricordato la senatrice Gallicchio, i tempi che hanno contratto l'iter di esame del disegno di legge di bilancio sono dovuti alla straordinarietà della crisi sanitaria.
La stessa distribuzione dei senatori, divisi tra Aula e tribune, è un fatto che condiziona i nostri dibattiti e conferma plasticamente la straordinarietà della situazione. Sono tutti campanelli d'allarme, avvisi di una lunga malattia delle istituzioni che sarebbe pericoloso trascurare ancora.
La gravissima crisi che stiamo vivendo ci dice che l'Italia soffre di punti di debolezza più rilevanti di quelli di Nazioni simili a noi ed egualmente toccate dal virus.
Il nostro punto debole più serio è la fragilità dello Stato, la ridotta efficienza della macchina pubblica, l'inadeguatezza del quadro normativo e la debolezza del sistema politico.
In cima alla crisi dello Stato c'è il progressivo invecchiamento di un ordinamento che, senza riuscirci, abbiamo più volte cercato di aggiornare alle esigenze dei tempi. Ed è in questa terra di nessuno, tra riforme mai fatte e la pressione degli avvenimenti, che da qualche decennio l'Italia sta procedendo con soluzioni pragmatiche, operando per prassi con modifiche, anche profonde, al suo ordinamento.
Cambiare il bicameralismo paritario, rafforzare, in una visione bipolare, la stabilità del Governo e il sistema delle garanzie può aiutare l'Italia a essere più libera, più forte, più prospera; ma ottenere un nuovo equilibrio tra i poteri dello Stato in via di fatto, operando per prassi e non attraverso le procedure costituzionali, espone a rischi consistenti la nostra democrazia perché non sappiamo come questi precedenti potranno essere usati in futuro. (Applausi).
Negli ultimi decenni, sia la destra sia la sinistra hanno largamente tollerato la prassi che ha fatto del Governo il primo titolare del potere legislativo. E, sempre per prassi, il Parlamento non è più al centro del nostro ordinamento, ed egualmente per prassi il Presidente del Consiglio non è più primus inter pares, ma pian piano è diventato un vero e proprio capo del Governo. Se questo processo è andato tanto avanti, anche il Parlamento ha le sue responsabilità per non essere riuscito a difendere le sue prerogative.
Il monocameralismo alternato che stiamo consumando sulla legge di bilancio è la replica di una prassi messa in atto da altri Governi di diverso colore politico, tutti spinti da emergenze che sono sembrate incompatibili con i tempi lunghi del lavoro parlamentare.
Tra poco i senatori del Partito Democratico voteranno a favore dell'approvazione della legge di bilancio, e per tutti noi vale il dovere di lealtà nazionale, nel senso che non si possono mandare all'aria i conti dello Stato per un groviglio di carattere formale. (Brusio).
PRESIDENTE. Colleghi, pregherei un po' di attenzione anche perché credo che l'intervento lo meriti proprio.
ZANDA (PD). Nel lento declino del nostro ordinamento dobbiamo, però, impedire che quanto legato a un'emergenza grave e di lunga durata venga utilizzato come precedente.
La Costituzione vuole che le due Camere partecipino a pari diritto non solo all'approvazione finale degli atti legislativi, ma anche alla loro elaborazione in Commissione e in Aula, e violare questo principio è un vulnus che non si può ripetere. Egualmente non possono valere come precedente le eccezionali modalità con le quali è stato approvato il decreto-legge sui cosiddetti ristori. In quel provvedimento, oltre alle note criticità di tutti i maxiemendamenti, sono stati inseriti i contenuti di quattro decreti-legge attraverso la loro trasformazione in emendamenti al testo finale.
Non sappiamo come la dottrina e la giurisprudenza classificheranno questa innovazione, ma ogni decreto-legge è un provvedimento a sé stante, che poggia su propri specifici requisiti di necessità e urgenza. Metterli insieme in un'unica legge di conversione è una forzatura ardita, certamente rischiosa per il precedente che può determinare.
Le grandi crisi non solo possono provocare l'obiettiva necessità di misure eccezionali, ma, se affrontate con responsabilità, possono stimolare riforme profonde, grandi cambiamenti e nuovi impulsi alla crescita e allo sviluppo.
Giorni fa è stato ricordato che il debito pubblico può essere buono, se indirizzato verso spese produttive, ma può essere cattivo, se sprecato alla ricerca del consenso. Uguale sorte può toccare alle riforme modernizzatrici di cui abbiamo un grande bisogno, ma che, come il debito, possono essere riforme buone o meno buone: sono buone le riforme approvate dal Parlamento secondo le regole della Costituzione; sono fragili e rischiose le riforme adottate in via di fatto per prassi, emergenza dopo emergenza, in un piano inclinato di cui è difficile vedere l'esito finale.
Per gli italiani questi sono tempi difficili, di grande incertezza e grande preoccupazione per il futuro. Siamo sospesi tra il timore per il virus e l'assenza di informazioni sicure sul lavoro e sull'economia e abbiamo tutti, soprattutto noi parlamentari, ciascuno per la sua parte, il dovere di aiutare l'Italia a capire dove stiamo andando e dove ci sta conducendo l'insieme dei provvedimenti che il Governo e il Parlamento stanno adottando.
L'uscita dalla crisi non sarà rapida e il grande lavoro di rilancio non si concluderà nel poco tempo che ci resta in questa legislatura. In prospettiva, i tempi lunghi della crisi sanitaria e delle sue conseguenze economiche e sociali ci impongono di garantire, al di là del succedersi dei Governi e delle legislature, continuità alle linee di fondo dell'azione dello Stato. Per un Paese in difficoltà, come è oggi l'Italia, una delle parole chiave è continuità, continuità delle grandi scelte dello Stato.
Un'uscita positiva dalla crisi è quindi nell'interesse, sia della maggioranza che oggi governa, che dell'opposizione che potrebbe governare domani. Insieme dovremo fare tutto quel che possiamo per non sprecare i talenti che ci offre una difficile congiuntura che, oltre al grande dolore per i tanti morti che abbiamo avuto, ci porta anche un'occasione di ripresa e di cambiamento.
Sappiamo che all'Italia servono un debito buono e buone riforme. Su questi due obiettivi non dividiamoci e riserviamo la lotta politica ad altro. (Applausi).
***
Zanda è un uomo politico attento al funzionamento delle istituzioni, il suo intervento ci ricorda che lo "stato d'eccezione" non può giustificare tutto. In un'altra dimensione, in un altro mondo, questo "stato d'eccezione" ha provocato una crisi istituzionale che è in corso. Andiamo in America.
05
Cruz e la rivolta nel Gop contro l'elezione di Biden
Nelle prossime ore l'America gioca - ancora una volta - la partita del futuro. Il 5 gennaio si vota in Georgia per i ballottaggi che valgono il controllo del Senato, il 6 gennaio si riunisce il Congresso e sul taccuino del cronista ci sono novità importanti sul piano istituzionale. Ted Cruz e altri nove senatori repubblicani non riconosceranno il voto del collegio elettorale che ha dato a Joe Biden la presidenza degli Stati Uniti. Non ribalteranno il risultato, ma è il segnale che il Gop si prepara a lanciare una dura battaglia. Ted Cruz inoltre ha un peso notevole nella geografia del potere dei repubblicani, è uno dei senatori più qualificati, un esperto di diritto costituzionale (era nella lista di Trump per la nomina alla Corte Suprema) e il numero dei firmatari dell'iniziativa in realtà è una matrioska che ne cela altri pronti a unirsi al no all'elezione di Biden.
Sul piano politico due sono i fatti da registrare: il primo è che la linea assunta da Trump ha un sostegno nel Gop sul piano non solo del dibattito politico, ma nel confronto istituzionale, produce documenti e iniziative politiche che vengono discussi in aula; il secondo è che si tratta di un preludio delle difficoltà che incontrerà l'amministrazione Biden nel lavoro quotidiano con il Congresso. Il voto in Georgia è fondamentale, se i repubblicani mantengono il controllo del Senato, per Biden sarà una legislatura di ferro e fuoco e per Trump la catapulta per progettare le elezioni di medio termine del 2022 e preparare le elezioni presidenziali del 2024 (al di là della sua candidatura o meno), in caso di sconfitta, il presidente rischia di perdere la leadership e si aprirà una dura contesa per il primato nel Gop.
I dieci senatori si uniscono al collega Josh Hawley, questo gruppo si muove in autonomia rispetto alla linea di Mitch McConnell, il capogruppo della maggioranza repubblicana al Senato, che vuole evitare la spaccatura del partito nel voto sull'elezione di Biden.
Quali Stati rappresentano i senatori che hanno annunciato il no a Biden? Ted Cruz è del Texas, Ron Johnson è del Wisconsin, James Lankford è dell'Oklahoma, Steve Daines è del Montana, John Kennedy è della Louisiana, Marsha Blackburn e Bill Hagerty sono del Tennessee, Mike Braun è dell'Indiana, Cynthia Lummis è del Wyoming, Roger Marshall è del Kansas, Tommy Tuberville è dell'Alabama.
Cosa chiedono? La nomina di una commissione elettorale che conduca una verifica di emergenza di 10 giorni sui risultati del voto negli Stati contestati. "Una volta completata la verifica", si legge nella nota, "i singoli Stati dovranno valutare le conclusioni della commissione e convocare una sessione legislativa speciale per certificare, se necessario, un mutamento dell'esito del voto". Non c'è solo il Senato, i numeri della Camera sono impressionanti, sarebbero 140 i repubblicani pronti a contestare il voto. La legge prevede che se un membro del Congresso contesta il verdetto del collegio elettorale, entrambe le Camere debbano discutere e poi votare sull'obiezione sollevata.
***
Pubblichiamo la nota integrale dei senatori che contestano il voto, ci sono una serie di elementi molto interessanti sul piano della lettura politica e costituzionale, è un documento che serve a inquadrare lo scenario della battaglia politica americana.
L'America è una Repubblica i cui leader sono scelti in elezioni democratiche. Queste elezioni, a loro volta, devono essere conformi alla Costituzione e alla legge federale e statale.
Quando gli elettori decidono equamente un'elezione, secondo lo stato di diritto, il candidato perdente deve riconoscere e rispettare la legittimità di tale elezione. E, se gli elettori scelgono di eleggere un nuovo titolare di una carica, la nostra Nazione dovrebbe avere un pacifico trasferimento di potere.
L'elezione del 2020, come quella del 2016, è stata combattuta duramente e, in molti Stati contesi, è stata decisa per pochi voti. Le elezioni del 2020, tuttavia, sono state caratterizzate da accuse senza precedenti di frode elettorale, violazioni e lassismo nell'applicazione della legge elettorale e altre irregolarità nel voto.
I brogli elettorali hanno rappresentato una sfida persistente nelle nostre elezioni, anche se la loro ampiezza e la loro portata sono controverse. Oltre misura, le accuse di frode e irregolarità nelle elezioni del 2020 superano di gran lunga quelle conosciute nella nostra esistenza.
E tali accuse non sono credute solo da un singolo candidato". Sono diffuse. I sondaggi Reuters/Ipsos, tragicamente, mostrano che il 39% degli americani crede che "le elezioni siano state truccate". Questa convinzione è sostenuta dai Repubblicani (67%), dai Democratici (17%) e dagli Indipendenti (31%).
Alcuni membri del Congresso non sono d'accordo con questa valutazione, così come molti esponenti dei media. Ma, che lo credano o meno i nostri funzionari eletti o i giornalisti, la profonda sfiducia nei nostri processi democratici non scomparirà magicamente". Dovrebbe riguardare tutti noi. E rappresenta una continua minaccia alla legittimità di ogni successiva amministrazione.
Idealmente, i tribunali avrebbero esaminato i casi e risolto queste affermazioni di gravi brogli elettorali. Due volte la Corte Suprema ha avuto l'opportunità di farlo; due volte la Corte ha rifiutato.
Il 6 gennaio, spetta al Congresso votare se certificare i risultati delle elezioni del 2020" Quel voto è l'unico potere costituzionale rimasto per considerare e risolvere con la forza le molteplici accuse di gravi brogli elettorali.
Nella sessione congiunta quadriennale, c'è un lungo elenco di membri Democratici del Congresso che hanno sollevato obiezioni ai risultati delle elezioni presidenziali, come nel 1969, 2001, 2005 e 2017. E, sia nel 1969 che nel 2005, un Senatore Democratico si è unito a un membro democratico della Camera per far votare entrambe le camere sull'accettazione o meno dell'elezione presidenziale.
Il precedente più diretto su questa questione è sorto nel 1877, a seguito di gravi accuse di frode e condotta illegale nella corsa presidenziale Hayes-Tilden. In particolare, le elezioni in tre Stati - Florida, Louisiana e Carolina del Sud - sarebbero state condotte illegalmente.
Nel 1877, il Congresso non ignorò queste accuse, né i media si limitarono a liquidare coloro che le sollevarono come estremisti che cercavano di minare la democrazia. Il Congresso nominò invece una Commissione Elettorale - composta da cinque senatori, cinque membri della Camera e cinque giudici della Corte Suprema - per esaminare e risolvere i voti controversi.
Dovremmo seguire questo precedente. In altre parole, il Congresso dovrebbe immediatamente nominare una Commissione Elettorale, con piena autorità investigativa e di accertamento dei fatti, per condurre una verifica d'emergenza di 10 giorni sui risultati delle elezioni negli Stati contesi. Una volta completata, i singoli Stati valuterebbero i risultati della Commissione e potrebbero convocare una sessione legislativa speciale per certificare un cambiamento nel loro voto, se necessario.
Di conseguenza, intendiamo votare il 6 gennaio per respingere il risultato del voto negli Stati contesi come non "dato regolarmente" e "legalmente certificato" (il requisito di legge), a meno che e fino a quando la revisione d'emergenza di 10 giorni non sia completata.
Non siamo ingenui. Ci aspettiamo che la maggior parte se non tutti i Democratici, e forse più di qualche Repubblicano, votino diversamente. Ma il sostegno all'integrità elettorale non dovrebbe essere una questione di parte. Un controllo equo e credibile, condotto rapidamente e completato ben prima del 20 gennaio, migliorerebbe drasticamente la fiducia degli americani nel nostro processo elettorale e rafforzerebbe in modo significativo la legittimità di chi diventerà il nostro prossimo presidente. Lo dobbiamo al popolo.
Queste sono questioni importanti per il Congresso, e ci è stato affidato il compito di difenderle". Non prendiamo questa azione alla leggera. Non agiamo per ostacolare il processo democratico, ma semmai per proteggerlo. E ognuno di noi dovrebbe agire insieme agli altri per garantire che le elezioni siano state condotte legalmente secondo la Costituzione e per fare tutto il possibile per ripristinare la fiducia nella nostra Democrazia.
***
Si tratta di una discussione più seria di come viene presentata dal sistema dei mainstream media. Torniamo in Europa. L'Unione europea ha stretto un accordo sugli investimenti con la Cina. La Nato ha il nemico in casa, che fare?
06
Lo spettro (e il carrello) della Cina
Quanto è grande la penetrazione della Cina in Europa? Mappa dell'Istitituto di Studi Strategici di Londra e del Merics:
Questo è un vero problema di cui non discute la politica. Un tema che preoccupa sempre più la Nato, i militari. La Cina sta mettendo in piedi un'infrastruttura capace di monitorare tutto il nostro spettro elettromagnetico. Le vite degli altri. Sul radar del Celeste Impero. Spettatore unico, Xi Jinping. Obiettivo? Che domande, dominare il mondo, copertina dell'Economist:
Un mercato del commercio elettronico con 850 milioni di clienti, un gigante messo sotto pressione dal governo (Alibaba) e una miriade di aziende hi-tech che lavorano su nuove soluzioni per il carrello della Cina. E torniamo sempre alla domanda che in questi giorni ci martella, come sarà il 2021?
07
L'anno che verrà
Come sarà l'anno che è appena iniziato? Domanda da sfera di cristallo, tuttavia ci sono elementi per essere ottimisti. Soprattutto se ci voltiamo indietro. Un paio di grafici, per sapere, per capire. Sono tratti da un report di Alphabridge, sintetico e molto efficace. Come eravamo? Il mercato alla fine del 2019 aveva chiuso ai massimi di sempre, ecco la curva di Wall Street:
La disoccupazione era al livello più basso da mezzo secolo:
Poi, il coronavirus. Ma nessuno pensa che sia prossimo il collasso, anzi:
E invece tutto era destinato a crollare:
A questo punto, cambia la sceneggiatura, la Federal Reserve e le altre banche centrali intervengono sui tassi e pompano denaro nel sistema, i governi allargano il debito in termini mai visti, fine dell'austerità, la pandemia muta radicalmente lo scenario economico, gli ospedali si saturano, decollano i decessi, seguono lockdown, vari tentativi (inutili) di fermare il contagio con soluzioni che non sono compatibili con la libertà dei sistemi democratici, quello che davvero conta è che parte la corsa al vaccino. Risultato? I mercati prezzano il futuro:
Andrà meglio, perché per fare peggio dovrebbe arrivare uno shock ancora più grande di una pandemia. Per quelli che va sempre male, copertina dell'ultimo numero del 2020 di Foreign Affairs:
Lasciateci un po' di respiro, noi siamo ottimisti, parole d'ordine: vaccinazione e ricostruzione. Sì, anche nel 2021 vale il nostro motto del passato: viviamo tempi interessanti. Forse troppo. Finiamola in musica, ho ancora una canzone interpretata da Rozzi, "Let's Stay Together", come non l'avete mai sentita:
Questa energia non andrà mai in lockdown. Buona domenica.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.