15 Gennaio

Merkel senza eredi (e l'Italia con un problema in più)

Il partito della cancelliera sceglie il successore, una corsa a tre che non convince nessuno - e apre un vuoto in Europa. Il prossimo (forse) governo dei Costruttori, il debito dell'Italia e lo stress finanziario che verrà

Che succede? Avanti con i Costruttori! L'Italia è un paese straordinaria, prende sempre la via più tortuosa pur di non imboccare la via maestra. Dunque si fanno maggioranze carnevalesche e niente voto. Da noi il voto è una sorta di tremendo obbligo al quale si sottopongono i mandarini ogni tanto, non un obbligo verso la democrazia, gli elettori, i contribuenti.  Abbiamo anticipato la nascita di una nuova categoria della politica, quella dei "Costruttori", abbiamo centrato in pieno il tema, ma non c'è da esserne particolarmente felici. Quello che funziona sul piano dell'analisi politica, della previsione e del giornalismo, è l'arrivo di un altro disastro. La legislatura cominciata nel 2018 è un continuo esperimento da "Isola del Dottor Moreau" (straordinario romanzo di H.G. Wells, padre della science fiction) che prima ha dato vita a quello che battezzammo come il Governo Frankenstein (siamo sempre nell'oceano della fantascienza e dell'orrore, sempre agli albori, in questo caso con il capolavoro di Mary Shelley sulla "creatura"), poi al sottosopra del governo giallo-rosso con pura sostituzione cromatica del partner dei Cinque Stelle e nessuna sostanziale modifica alle politiche (sono rimasti quota 100 e il reddito di cittadinanza) se non un aumento esponenziale della spesa che ci farà colare a picco nel futuro imminente. Infine, il terzo atto, che pare alle porte: il governo dei Costruttori. Mai più senza. Lunedì e martedì si vota, vedremo Giuseppe Conte continuare il suo rally del trasformismo, quanto all'Italia, conferma di essere quella di Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo: "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi". 

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D'altronde, non bisogna stupirsi più di nulla, stamattina Matteo Renzi intervistato sulla Stampa rivela in un passaggio tutta l'ipocrisia sul governo e gli #avantiConte: "Nei colloqui privati Zingaretti era più duro di me". Lasciamo l'Italia per un po', c'è un appuntamento...


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