18 Gennaio
Conte avrà la fiducia, il problema è per quanto tempo
Oggi la prova del governo alla Camera e domani al Senato. Il tema si chiama maggioranza politica, lo spettro è quello del governo di minoranza. Renzi e il Pd, Zingaretti e il contismo. Ritratto di una crisi al buio dove c'è chi vede la luce nelle elezioni anticipate a giugno
Come sta la crisi di governo? Benissimo, oggi Giuseppe Conte va alla Camera, farà il suo discorso in vista del Conte Ter, prenderà la fiducia (risultato scontato) e poi continuerà a cercare i voti domani per il passaggio al Senato. A Palazzo Madama le cose sono più complicate, il governo dei Costruttori a quanto si dice (forse) ha i numeri per la fiducia (pare siano fermi a quota 157, sufficienti per campare ma non per governare), ma non quelli per presentarsi come una solida maggioranza politica. A Conte basta anche questo, non sappiamo se il Quirinale condivida il format, sarebbe un governo di minoranza in una situazione d'emergenza perenne.
Matteo Renzi ieri ha fatto una doppietta in tv (nel pomeriggio a Rai3 da Lucia Annunziata e poi a La7 da Massimo Giletti), anche Clemente Mastella ha fatto il bis (sempre su Rai3, subito dopo Renzi, e poi a Rete4 con Veronica Gentili). La crisi non si discute in Parlamento, ma in tv. E succede in assenza di fatti nuovi, domina un'escalation di chiacchiere, ma la svolta per ora non si vede, segno della gran confusione istituzionale e politica. Anche il dibattito di oggi è chiaramente una finzione rispetto al tema reale: il mercato delle vacche, l'abigeato politico, un film già visto.
Renzi dovrebbe limitare le sue presenze in tv (soprattutto in assenza di reali novità) ieri ha ribadito che non ha un problema personale con Conte, ma la fiducia non la voterà. Epico scontro tra titani da Lucia Annunziata su Rai3 (subito dopo Renzi), dove compare Clemente Mastella che giura di aver telefonato solo alla moglie Sandra Lonardo per appoggiare il Conte reloaded e poi decide di uccellare Carlo Calenda ("burinotto figlio di papà", un tocco di classe) che, a sua volta, chiama in diretta per replicare al neo-costruttore di...
Come sta la crisi di governo? Benissimo, oggi Giuseppe Conte va alla Camera, farà il suo discorso in vista del Conte Ter, prenderà la fiducia (risultato scontato) e poi continuerà a cercare i voti domani per il passaggio al Senato. A Palazzo Madama le cose sono più complicate, il governo dei Costruttori a quanto si dice (forse) ha i numeri per la fiducia (pare siano fermi a quota 157, sufficienti per campare ma non per governare), ma non quelli per presentarsi come una solida maggioranza politica. A Conte basta anche questo, non sappiamo se il Quirinale condivida il format, sarebbe un governo di minoranza in una situazione d'emergenza perenne.
Matteo Renzi ieri ha fatto una doppietta in tv (nel pomeriggio a Rai3 da Lucia Annunziata e poi a La7 da Massimo Giletti), anche Clemente Mastella ha fatto il bis (sempre su Rai3, subito dopo Renzi, e poi a Rete4 con Veronica Gentili). La crisi non si discute in Parlamento, ma in tv. E succede in assenza di fatti nuovi, domina un'escalation di chiacchiere, ma la svolta per ora non si vede, segno della gran confusione istituzionale e politica. Anche il dibattito di oggi è chiaramente una finzione rispetto al tema reale: il mercato delle vacche, l'abigeato politico, un film già visto.
Renzi dovrebbe limitare le sue presenze in tv (soprattutto in assenza di reali novità) ieri ha ribadito che non ha un problema personale con Conte, ma la fiducia non la voterà. Epico scontro tra titani da Lucia Annunziata su Rai3 (subito dopo Renzi), dove compare Clemente Mastella che giura di aver telefonato solo alla moglie Sandra Lonardo per appoggiare il Conte reloaded e poi decide di uccellare Carlo Calenda ("burinotto figlio di papà", un tocco di classe) che, a sua volta, chiama in diretta per replicare al neo-costruttore di Ceppaloni. Risultato: un incontro di wrestling, Mastella saluta Annunziata e Mieli e se ne va, mentre Calenda dandogli del "sensale" racconta cose edificanti come questa: "Mi ha cercato lui non lo conoscevo, ho riportato il fatto che un signore a me sconosciuto mi ha chiamato per dirmi che se avessi fatto votare la fiducia al governo Conte, il Pd mi avrebbe appoggiato a sindaco di Roma. Siccome non è il segretario, chiaro che si trattava di una persona che cercava voti a nome di altri. L’ho liquidato. Ho creduto fosse giusto che il Pd sapesse che certe persone fanno queste cose. Mi piacerebbe sentire da questo partito o dal governo se effettivamente Mastella aveva l'incarico di fare queste promesse, ma personalmente non credo".
Sono arrivati - tutti - ai materassi, è un quadro desolante della nostra politica. Ricerche al telefono di supporter per Conte, gruppi battezzati con le parole usate da un ignaro Mattarella, offerte varie ed eventuali a chi ci sta funicoli funiculà, insulti da osteria allo stadio finale della serata. Tutto bene, dai, ce la faremo.
Renzi ha innescato la crisi, ma senza avere una strada precisa, la crisi è al buio, al massimo si può concedere che forse è in penombra, di certo il leader di Italia Viva non ha luce sufficiente per vedere tutto lo scenario. Insomma, non sa dove cammina. Egli dice che "Conte non ha i numeri", ribadisce che non ha un problema personale con Conte - ma niente fiducia al governo - attacca il Pd perché si sarebbe tirato indietro sulla crisi (o forse lui, Renzi, è andato troppo avanti), in un crescendo di tensione chiede una commissione d'inchiesta sulla gestione della crisi del coronavirus. Fa già l'opposizione, preme sull'acceleratore e poi frena, gioca allo stop and go, ma senza avere il pieno controllo della macchina e si comprende che spera in un testacoda di Conte per rientrare in partita, tira colpi di clava sul suo ex partito. In tutto questo c'è visibilmente qualcosa nella psicologia di Renzi che lo conduce sempre allo scontro, il suo impeto spesso è tale da offuscarne le sue doti politiche. Azzeccato il tema della crisi - l'immobilismo del governo, la sua mancanza di visione per il rilancio - ha cannato la sceneggiatura perché l'incomunicabilità con il Pd gli chiude la porta del negoziato (e viceversa). Dovrebbe fare un passo avanti (nel dialogo) e molti indietro (nella straboccante presenza) ma Renzi è questo, prendere o lasciare.
Il Partito democratico ha deciso di lasciare (per ora), Nicola Zingaretti pensa - e non ha tutti i torti - che Renzi abbia un conto aperto non solo con il premier Conte, ma anche con il Pd e la sua persona, il partito che ha sempre considerato cosa propria ma senza possederlo sul serio, del quale è stato dominatore eppure trattato come un regnante abusivo, il figlio di una biografia non di sinistra, dunque un episodio e non la storia. Renzi non ha mai digerito questo trattamento, la scissione e la creazione di Italia Viva ne fu una conseguenza. Zingaretti ha fatto del Pd qualcosa di molto diverso dalle origini veltroniane, non una forza che punta all'autosufficienza, non un partito che vuol essere maggioritario, ma una formazione che occupa lo spazio a sinistra e si allea con chi ci sta (oggi i Cinque Stelle e Conte e domani si vedrà). Ecco perché in fondo "Zinga" considera Renzi come un intruso, un elemento che non può stare in maniera virtuosa dentro il Pd, è inaffidabile, pensa. Renzi tenta di sfasciarlo da fuori, il mio Pd (rimugina) e allora figuriamoci cosa farebbe da dentro, questo è il ragionamento chiave della segreteria dem. È un argomento che non si può sottovalutare, ma sul taccuino del cronista c'è la domanda che spalanca il problema della futura maggioranza: il Pd può davvero rifare il format di governo, rinunciare a Renzi? In teoria tutto si può fare, per questo Zingaretti ha fatto un appello ai moderati, punta alla sostituzione di Italia Viva nell'immediato e si capisce lontano un miglio che subito dopo aver portato a casa la fiducia per il governo Conte, il Pd tenterà di traghettare dalla sua parte i parlamentari di Italia Viva, comincerà un'operazione per isolare Renzi o, meglio, lasciarlo a guardarsi allo specchio in Senato con un pugno di fedelissimi che mormorano "maledetto il giorno che ti ho incontrato". Così la maggioranza sarebbe più larga - questa è l'idea di fondo - e Renzi anestetizzato, un non-problema. Tutto troppo facile, la politica italiana è un arabesco. Se Clemente Mastella può ancora dire e fare, allora è chiaro che siamo in presenza di una matematica politica sconosciuta e a prova di Einstein.
In mezzo a questi calcoli da laboratorio pazzo, c'è Giuseppe Conte. Nello schema del Pd il presidente del Consiglio dovrebbe provare a costruire un gruppo in Parlamento che si specchia nella sua leadership, la costola centrista di una futura coalizione elettorale che comprende anche quel che resterà dei Cinque Stelle. Vaste programme, ma perché no? Se c'è Clemente, ci deve essere anche Giuseppe. È tutta una questione di afrore pre e post democristiano.
La verità? In area dem c'è chi pensa che "la legislatura sia compromessa", che il semestre bianco (quando il presidente della Repubblica non potrà più sciogliere le Camere) sia un problema perché senza il timore del voto chiunque a quel punto può alzarsi e puntare a fare e disfare continuamente l'esecutivo. Con i miliardi del Recovery Fund sul tavolo da poker, più che un'ipotesi sarà una certezza. Dunque, udite udite, comincia a prendere corpo anche l'idea del voto a giugno. I capponi che vanno cantando al pranzo di Natale non si sono mai visti, ma qui la casa brucia, bisogna darsela a gambe levate e qualcuno nel casino si salverà. La situazione è bloccata e politicamente disperata, tanto vale andare a contarsi, con la speranza di separare Forza Italia dalla Lega e da Fratelli d'Italia, in una prospettiva di "maggioranza Ursula" tutta da costruire. Eccoli, i ragionamenti che si fanno nel Palazzo in queste ore, con l'ombra di un voto "corto" per il governo Conte, una crisi solo rimandata di qualche giorno, la sorpresa della caduta sempre dietro l'angolo. Il mestiere del fachiro al confronto è una gioia chiodata.
C'è chi sostiene - e ci sono solidi argomenti per sostenere anche questa tesi - che Renzi abbia compiuto un errore di valutazione, che abbia giocato il tutto per tutto senza pensare troppo alle conseguenze. Vero. Si dimentica però che Renzi è un "gambler", gioca pesante, punta all'intero piatto, è pronto sempre l'all in, è nella sua natura tentare il colpo e in fondo così facendo ha bruciato tutte le tappe. E anche se stesso. Ci riprova, ha meno da perdere.
Il problema è che la strategia del Pd così concepita per il domani "nutre" solo una forza, quella nascente di Giuseppe Conte. Per risolvere una volta per tutte il rompicapo della presenza di Renzi nello scenario politico, aprirebbe la porta al partito del fu avvocato del popolo, lo Scavolini del mobilio politico, il più amato dagli italiani. Chi vede questa soluzione come la migliore (D'Alema oggi la definirebbe "popolare"), dice che in fondo il premier andrebbe a occupare uno spazio politico che i dem di rito zingarettiano (cioè tutto quello che a rate fuma dalla vulcanica testa di Goffredo Bettini) non vogliono e non possono coprire. Lo schema bearzottiano sarebbe questo: il Pd fa la sinistra, Conte fa il centro, i Cinque Stelle sono gli ultimi descamisados, i moderati post-berlusconiani faranno la linea di difesa a destra. Sembra il calcio champagne del Luigi Maifredi che allenò i bianconeri. Più champagne che calcio. Non si può dire che non funzioni, come schema, che non abbia una sua logica, ma questo disegno a tavolino poi va realizzato, calato nella praticaccia quotidiana del Parlamento italiano. E qui c'è chi inorridisce. Conte, inoltre, finirebbe per diventare il candidato naturale del Pd a Palazzo Chigi.
Il voto alla Camera e al Senato ci darà un primo quadro. Quota 315 a Montecitorio e 161 a Palazzo Madama sono i numeri per capire quanto è grande il margine di sopravvivenza del governo. Un risultato sotto 315 alla Camera sarebbe un primo segnale di cedimento, un numero inferiore a 161 al Senato confermerebbe lo stato di gracilità dell'esecutivo. Conte naturalmente andrebbe avanti, con la speranza poi di rafforzare il governo, ma la prospettiva di andare incontro al Vietnam parlamentare terrorizza il Pd che, avendo investito tanto, ora ha molto da perdere.
Per queste ragioni l'indicibile voto anticipato - l'opzione reale e non da sbandieratori della parola "elezioni" - comincia a balenare tra i dem perché - parole di una fonte tripla A del titolare - "la legislatura viene considerata compromessa" e dunque tanto vale organizzare l'uscita, preparare il disegno di una nuova coalizione, dare a Conte la possibilità di mostrare quel che vale (o non vale) nell'urna - contarsi e non solo contare - e andare allo scontro a giugno con il centrodestra, prima del semestre bianco. Sono pensieri perfino razionali, il problema è che l'istinto di sopravvivenza è una forza che domina lo scenario, soprattutto in casa dei Cinque Stelle, un partito destinato inevitabilmente a uscire liofilizzato dalle elezioni, quando ci saranno.
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8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.