19 Gennaio
Roma-Washington, una storia senza ritorno
La crisi del governo a Roma con la saga dei Mastellas, l'Inauguration Day di Joe Biden a Washington e l'uscita di scena (si fa per dire) di Trump. Il primo racconto di un viaggio che comincia in aeroporto con l'anarchia del test anti-Covid
La fusoliera si specchia sulle nubi, nella carlinga il rumore dei motori assorbe come una spugna quello delle faccende umane. Airbus A330 con l'insegna Lufthansa sul timone, decollato da Francoforte sul Meno alle 12.55, destinazione Washington DC, atterraggio previsto al Dulles Airport intorno alle 16 ora locale. Il gelo delle terre dei Grandi Laghi, le sorvoliamo e puntiamo a Sud, alla dolce Virginia dei fiumi e del tabacco, alla Capitale dove i ciliegi giapponesi durante il Cherry Blossom si inchinano sulle rive del Potomac. Mancano 2780 chilometri all'arrivo. Ne mancano molti, molti di più per vedere la luce in fondo al tunnel. Ma ci sarà e forse, per una volta, in questo tempo che urla per l'incendio come uno stormo di campane, forse aprile non sarà il mese più crudele:
Aprile è il mese più crudele, genera | Lillà da terra morta, confondendo | Memoria e desiderio, risvegliando | Le radici sopite con la pioggia di primavera.
Girata in prosa: sono a bordo, va tutto bene, il servizio Lufthansa è sempre ottimo, c'è solo un dettaglio fuori posto: non era il volo che aveva programmato e pagato. Cosa è successo? È un episodio del nuovo disordine mondiale della pandemia. Ci arriviamo, ora è la fase pre-testo.
Devo finire il lavoro su America 2020, il culmine è il giuramento di Joe Biden il 20 gennaio. Questo mercoledì si consumano i quattro anni di Trump, mentre Biden avvia una corsa su un circuito popolato di dragster che sfiammano il malcontento americano dal tubo di scappamento. Lo stesso giorno in cui Joe sale sul trono della Casa Bianca, Donald sale a bordo dell'Air Force One e atterra in Florida, la roccaforte dei repubblicani, cuore della "Red Nation", il suo bastione per lanciare la sfida del 2022. Perché una cosa è certa, lui o chiunque altro, questa storia...
La fusoliera si specchia sulle nubi, nella carlinga il rumore dei motori assorbe come una spugna quello delle faccende umane. Airbus A330 con l'insegna Lufthansa sul timone, decollato da Francoforte sul Meno alle 12.55, destinazione Washington DC, atterraggio previsto al Dulles Airport intorno alle 16 ora locale. Il gelo delle terre dei Grandi Laghi, le sorvoliamo e puntiamo a Sud, alla dolce Virginia dei fiumi e del tabacco, alla Capitale dove i ciliegi giapponesi durante il Cherry Blossom si inchinano sulle rive del Potomac. Mancano 2780 chilometri all'arrivo. Ne mancano molti, molti di più per vedere la luce in fondo al tunnel. Ma ci sarà e forse, per una volta, in questo tempo che urla per l'incendio come uno stormo di campane, forse aprile non sarà il mese più crudele:
Aprile è il mese più crudele, genera | Lillà da terra morta, confondendo | Memoria e desiderio, risvegliando | Le radici sopite con la pioggia di primavera.
Girata in prosa: sono a bordo, va tutto bene, il servizio Lufthansa è sempre ottimo, c'è solo un dettaglio fuori posto: non era il volo che aveva programmato e pagato. Cosa è successo? È un episodio del nuovo disordine mondiale della pandemia. Ci arriviamo, ora è la fase pre-testo.
Devo finire il lavoro su America 2020, il culmine è il giuramento di Joe Biden il 20 gennaio. Questo mercoledì si consumano i quattro anni di Trump, mentre Biden avvia una corsa su un circuito popolato di dragster che sfiammano il malcontento americano dal tubo di scappamento. Lo stesso giorno in cui Joe sale sul trono della Casa Bianca, Donald sale a bordo dell'Air Force One e atterra in Florida, la roccaforte dei repubblicani, cuore della "Red Nation", il suo bastione per lanciare la sfida del 2022. Perché una cosa è certa, lui o chiunque altro, questa storia è appena iniziata. Non è il destino di Trump né quello di Biden, loro sono gocce nel grande fiume della storia americana. Il Sud contro il Nord, il Nord contro il Sud, la costa dell'Atlantico che perde forza nel confronto con quella del Pacifico, il passaggio da Occidente a Oriente, i movimenti radicali in assetto da battaglia, il Giusto sempre dalla parte del politicamente corretto, il Torto come soggetto a prescindere, le classi in Progress e quelle del Secondo Emendamento, la cancel culture e il Winchester, le famiglie dell'America Bianca, quelle dell'America Nera, quelle dell'America dei Latinos, l'America di tutti e di nessuno. Benvenuti nella nuova guerra di secessione.
Blocco totale. L'esercito schierato per le strade del centro di Washington (Foto Ansa).Materiale di scrittura incandescente, una miniera inesauribile, non ci sono dubbi su cosa fare. Tra il restare a Roma e l'andare a Washington il dilemma si scioglie in un attimo: sul Potomac passa il veliero con i cannoni della storia, sulle rive del Tevere galleggia la zattera dei Mastellas. Dunque, si parte. Si organizza la missione, si piazzano un paio di idee sul tavolo e il resto è al comando della cronaca, fluttua con gli eventi. Compro i biglietti, fermo l'albergo, si va avanti, appuntamento in aeroporto il 18 gennaio.
Giorni prima della partenza, cominciano i guai. Il primo albergo comunica la chiusura, troppo casino dopo l'assalto a Capitol Hill. Rifaccio tutto. Il secondo albergo tira giù i battenti a pochi giorni dal decollo. Effetto Jake Angeli, che poi era solo un fesso addobbatto tra un vichingo e Toro Seduto. Ne trovo un altro, Holiday Inn, nel cuore del Mall di Washington, un posto brutto ma sei dentro la cittadella della politica e il problema semmai sarà uscirne. Sono i bagliori della battaglia che arrivano fino a noi. Ho acquistato il biglietto aereo da Delta, piazzo online un rientro Covid Free, con il tampone molecolare (e chissà se si riuscirà a farne uno, in queste condizioni) prima di salire a bordo e niente quarantena all'arrivo, è bastata una volta, 14 giorni rinchiuso nel mio studio senza neppure un'ora d'aria, totalmente inutile ai fini della prevenzione. Servono i test e i tracciamenti, ma con le quarantene preventive il governo se ne lava le mani e supera la sua inefficienza e asineria. Naturalmente, siamo il modello, viva Conte, perbacco. Cose italiane, torniamo al piano americano.
Passa il Natale, arriva capodanno, l'Iran come nel 2020 diventa il centro dell'attenzione, sta arricchendo uranio al 20% e lancia missili, ma a Washington il soufflé della rivolta in maschera (ripassate oggi le foto, vi apparirà il grottesco nelle sue stravaganti forme) sta montando sempre di più e il 6 gennaio, in un incrocio che è una pura tempesta magnetica, accade quello che in fondo temevamo da tempo: l'assalto a Capitol Hill.
Tre fatti si sviluppano come un incendio multiplo: 1) lo spoglio del voto in Georgia e la conquista del Senato da parte dei dem; 2) La riunione del Congresso per la certificazione del voto presidenziale e le procedure di contestazione aperte dal senatore repubblicano Ted Cruz; 3) la manifestazione di Donald Trump con i suoi elettori sull'immenso prato dell'Ellipse, di fronte alla Casa Bianca.
Neanche il tempo di smontare l'albero di Natale, che la storia riprende a ruggire. La caccia delle tigri e dei leoni. Trump commette il suo errore di sempre: pensa di poter controllare gli eventi, si sente Zeus che è padrone dei fulmini. Non è padrone neppure del suo respiro. E infatti resta fulminato, combina un pasticciaccio trumpiano (anche qui emerge il comico maccheronico di ogni tragedia) dando una insperata mano all'amministrazione entrante di Joe Biden, debole e in plateale contrasto con l'America conservatrice, il risultato di una guerra culturale più grande dello stesso Trump e figuriamoci di Biden che si ritrova presidente per via pandemica. Crac, si gira.
Mentre il ranch va a fuoco e i cavalli scappano, accade un altro fatto nuovo: Trump viene disarcionato dai social per sempre, si scopre quello che era chiaro a tutti coloro che aveva messo tutti sull'avviso, siamo in presenza di nuove tirannidi. Soft, apparentemente innocue, silenti, ma capaci di sovvertire l'ordine dell'anima. Oggi Trump non ha voce - non è certo il suo problema a appassionarmi, sono le libertà individuali e dei gruppi politici a essere minacciate -i titani della Rete decidono chi può parlare e chi no, dopo decine di giorni la regola del silenzio appare una cosa che fa parte dell'ordine delle cose e invece no, nella sua eccezionale gravità, è il new normal del dispotismo digitale. I primi sostenitori del bando, sono gli esponenti delle presunte classi colte, d'altronde, erano quelli che si spellavano le mani a Davos per Xi Jinping e oggi chiedono a Biden di firmare una accordo nucleare con l'Iran. Più sono sanguinari e dispotici, più raccolgono i consensi dello Sky Club svizzero.
La coreografia per l'Inauguration Day a Washington Dc (Foto Ansa).Scorre la sabbia nella clessidra, arriva il 18 gennaio, l'aereo è in pista per il decollo alle 6.10 da Fiumicino, il volo programmato è quello di Delta Airlines, solo di nome, perché di fatto è un Airbus della Klm, gli olandesi volanti. Sveglia alle 3, valigia rapida, zaino con la ferraglia da reportage, alle 4 sono sulla strada per Fiumicino. Arrivo, c'è una fila, qualcosa mi dice che non filerà tutto liscio.
Dopo mezz'ora, al banco del check-in, comincia un dialogo surreale con un'assistente che si presenta come il bum bum di un autoscontro .
- Il suo visto non è valido.
- No, le assicuro che il mio visto è più che valido.
- Guardi, non è valido.
- Non c'è niente da guardare, ho un visto speciale, guardi lei, qui, legga, c'è un'esenzione dalle restrizioni, il governo americano consente ai giornalisti di fare il proprio mestiere, in America siamo essential workers.
Alza il telefono, confabula con qualcuno, si vede calare la delusione sul mascara: "Ah, capisco, allora..."
- Il suo visto è valido.
- Bene.
- Ma il visto RI comunque non è valido! Ha il test per i Covid?
- Sì, eccolo.
- Il test antigenico non è ammesso a Amsterdam.
- E dove sta scritto, non c'è un avviso su questo.
- È sul sito di Klm.
- Ho comprato il biglietto su quello di Delta!
- Non può partire con questo test.
- Mi serve una soluzione.
- La mando in biglietteria.
Benvenuti nell'Europa anarchica, ognuno si fa la regola del tampone che crede migliore, il risultato sui viaggi internazionali è caos colossale.
Al primo piano della biglietteria di Fiumicino arrivano alla spicciolata tutti quelli che sono rimasti intrappolati nel bricolage dei test nazionali. Riccioli, occhiali neri, svelta, nome in codice, Olga.
- Non ha anche un visto diplomatico.
- No, ma nella prossima vita farò l'ambasciatore, vedo che ci sono vantaggi notevoli.
- Comunque io la farò partire.
- Bene e da dove?
- Da Roma. E arriverà a Washington via Francoforte.
Parte una telefonata con procedura di 20 minuti che giunge al seguente risultato: Klm tramonta, spunta un volo Alitalia per Francoforte e un passaggio di Lufthansa per Washington DC. Il miracolo di Olga. Arrivo in ritardo di un paio d'ore sui tempi programmati, ma anche finire a secco e sarebbe stato un incubo tornare alle truppe mastellate di rito capitolino. Tutto sommato, meglio Capitol Hill.
Sono atterrato, Dulles Airport, la luce è dolce, la sera è di ferro, la capitale è blindata, trentamila soldati. La collisione delle due Americhe è appena cominciata. Roma-Washington, sola andata. Questa è una storia senza ritorno. Crac, si gira.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.