29 Gennaio
Un governo, un new deal: vaccinazione e ricostruzione
Le consultazioni al Quirinale. I format precedenti sono consumati, un governo di larghe intese e un premier autorevole sono la soluzione logica (dunque la più difficile per i partiti). Opportunità, ostacoli, realtà. Il rebus della crisi e il futuro dell'Italia
Come va la crisi? Benissimo, procede secondo copione, la politica fa il suo gioco, i commentatori assumono il tono grave del trombone (ben sapendo che non avrebbero altro da scrivere, visto il disinteresse e l'ignoranza che hanno per il resto del mondo), gli italiani la commentano di fronte a un piatto di pasta e un bicchiere di vino, dicendone il peggio ma non essendo affatto meglio. Dunque, viva la crisi. Perché mostra quello che siamo. A che punto siamo?
In questa storia spicca chi sa fare politica e, piaccia o meno, il migliore, di gran lunga, è Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva è salito al Quirinale con uno spartito ben costruito, ha in mente una crisi a tappe e un risultato finale. Quale? La caduta di Giuseppe Conte e l'avvio di una nuova fase politica per chiudere la legislatura. Per farlo ha due strade:
1. Un governo giallo-rosso senza Conte;
2. Un governo di larghe intese;
Il primo format sarebbe una sua vittoria totale, Italia Viva sarebbe sempre fondamentale per la vita dell'esecutivo, Renzi avrebbe la golden share del governo e de facto anche del Pd; il secondo sarebbe una nuova avventura, di più nobile e interessante stampo, Renzi giocherebbe una partita meno incisiva sul piano dei numeri, ma sempre forte sul piano del suo rilancio politico.
Matteo Renzi parla con i giornalisti dopo l'incontro con il presidente della Repubblica (Foto Ansa)Renzi lo ha detto chiaramente: ci vogliono ancora nella vecchia maggioranza? Se sì, parliamo. Se la risposta è negativa, no problem, si fa un altro esecutivo e chiaramente la prospettiva è quella di un governo largo, tutto da inventare. Possibile? Per ora è sul tavolo delle ipotesi, oggi avremo le idee più chiare quando il centrodestra salirà al Quirinale.
La chiave per far cascare Conte (o tenerlo in...
Come va la crisi? Benissimo, procede secondo copione, la politica fa il suo gioco, i commentatori assumono il tono grave del trombone (ben sapendo che non avrebbero altro da scrivere, visto il disinteresse e l'ignoranza che hanno per il resto del mondo), gli italiani la commentano di fronte a un piatto di pasta e un bicchiere di vino, dicendone il peggio ma non essendo affatto meglio. Dunque, viva la crisi. Perché mostra quello che siamo. A che punto siamo?
In questa storia spicca chi sa fare politica e, piaccia o meno, il migliore, di gran lunga, è Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva è salito al Quirinale con uno spartito ben costruito, ha in mente una crisi a tappe e un risultato finale. Quale? La caduta di Giuseppe Conte e l'avvio di una nuova fase politica per chiudere la legislatura. Per farlo ha due strade:
1. Un governo giallo-rosso senza Conte;
2. Un governo di larghe intese;
Il primo format sarebbe una sua vittoria totale, Italia Viva sarebbe sempre fondamentale per la vita dell'esecutivo, Renzi avrebbe la golden share del governo e de facto anche del Pd; il secondo sarebbe una nuova avventura, di più nobile e interessante stampo, Renzi giocherebbe una partita meno incisiva sul piano dei numeri, ma sempre forte sul piano del suo rilancio politico.
Matteo Renzi parla con i giornalisti dopo l'incontro con il presidente della Repubblica (Foto Ansa)Renzi lo ha detto chiaramente: ci vogliono ancora nella vecchia maggioranza? Se sì, parliamo. Se la risposta è negativa, no problem, si fa un altro esecutivo e chiaramente la prospettiva è quella di un governo largo, tutto da inventare. Possibile? Per ora è sul tavolo delle ipotesi, oggi avremo le idee più chiare quando il centrodestra salirà al Quirinale.
La chiave per far cascare Conte (o tenerlo in piedi dimezzato, come il Visconte di Italo Calvino) è il mandato esplorativo. Che cosa è? Un giro di giostra di una figura istituzionale (il presidente della Camera, Roberto Fico, penstastellato, tendenza sinistra) per vedere se ci sono le condizioni per rimettere in piedi una maggioranza, in particolare quella di vecchio conio.
Il mandato esplorativo è necessario? In teoria no, potrebbero fare tutto i partiti senza bisogno alcuno della foglia di Fico, ma questa serve per mettere Conte all'angolo, tenerlo fermo, congelarlo e molto probabilmente lasciarlo nel freezer per sempre. Il premier dimissionario è già sconfitto, comunque vada egli uscirà da questa crisi ridimensionato.
Cosa farà Fico? Un giro con i leader dei partiti, una giornata intera, forse due, saranno necessarie per farsi un'idea. La terza carica dello Stato in missione per conto di Mattarella potrebbe scoprire i seguenti mondi:
1. La vecchia maggioranza è tutto sommato ancora in piedi, Conte deve cospargersi il capo di cenere e camminare sui carboni ardenti ma si può ancora fare;
2. La formula con Conte al vertice s'è dissolta e per rifarla serve un nuovo premier;
3. Il dissidio è totale, dunque è necessario passare per un governo di larghe intese o accettare il destino del voto anticipato;
Per mandare in cottura la pietanza, il cuoco non può essere Conte, ma Fico. Ieri sera Italia Viva ha fatto sapere che "per ora" non vuole Conte. Si tratta di una furbizia semantica, il "per ora" va letto come il vero desiderio, cioè "per sempre". La logica della cottura lenta usata da Renzi su Conte è quello di farlo rosolare nelle prossime ore, lasciarlo ad attendere il fato, illuminarlo nella sua impotenza e - bisogna esser chiari - mostrarne l'incapacità politica. Perché è chiaro che comunque vada a finire questa storia, Conte è quello che ci ha provato con i Mastellas.
Cosa resta da fare? Il terzo giorno di consultazioni di Mattarella, quello decisivo perché apre o chiude la porta al governo di larghe intese, il non-detto di questa vicenda, il format che risolverebbe i problemi, metterebbe tutti di fronte alle proprie responsabilità nei confronti degli italiani, quello più adatto e serio per affrontare la crisi. Come si fa? Vediamo le carte sul tavolo.
Il governo di larghe intese che vorrebbe il Pd - e andrebbe più che bene a Renzi - è quello che vede Forza Italia migrare nella maggioranza. Semplice, europeista, format Ursula. Berlusconi farebbe lo strappo dalla coalizione di centrodestra? Tutto è possibile, ma sul nostro taccuino ci sono queste note:
1. Berlusconi ha fermato l'arrivo di tal Vitali in soccorso di Conte perché c'è la possibilità di fare un'altra maggioranza e dunque nessuno deve muoversi prima;
2. Matteo Salvini sta riflettendo sul ruolo della Lega, la rappresentanza dei ceti produttivi, la questione del Nord, la posizione molto critica di Confindustria contro il governo uscente.
Sono due punti importanti e vedremo oggi a cosa condurranno. Berlusconi è pronto, ma non vuole spezzare l'alleanza di centrodestra. Il Cavaliere ha atteso il leader della Lega, spera che Salvini apra alla soluzione di un governo di larghe intese, con uno scopo chiaro, di fine legislatura, scrittura della legge elettorale, gestione del Recovery fund e dell'emergenza sanitaria. Salvini farà questo passo? La notte è stata piena di pensieri, i fatti seguiranno. Se Salvini apre, la sua storia (forse) prende un'altra piega, se chiude, resta nel ruolo di leader dell'opposizione, scommette su una vittoria elettorale futura, ma due anni sono lunghi e il motto andreottiano del "potere logora chi non ce l'ha" è una realtà.
Sul taccuino del cronista c'è la domanda del compagno Lenin: che fare?
Il dilemma riguarda soprattutto il Partito democratico. Ieri il segretario Nicola Zingaretti è apparso spiazzato, fuori tempo, fuori giri, livido in volto. Ha commesso tre errori in pochi minuti:
1. Ha riproposto l'incarico a Conte ma questa idea era già sfumata per il no dato da Renzi durante l'incontro con Mattarella, dunque ha messo sul tavolo un'opzione impossibile;
2. Non si è fermato a parlare con i giornalisti e invece avrebbe dovuto farlo perché il suo avversario, Matteo Renzi, aveva appena fatto uno show di 27 minuti al Quirinale, in piena scioltezza, ben argomentando le ragioni politiche della crisi di governo. Zingaretti non lo ha fatto, ha rifiutato in modo brusco il confronto con la stampa, una scelta poco lungimirante;
3. Così facendo, Zingaretti è rimasto nel limbo della cronaca, nessuno sa esattamente cosa voglia fare il Pd.
La verità? Il Pd non sa proprio che fare, sta discutendo in queste ore sul come uscire dall'angolo in cui è stato messo da Renzi. La cosa stupefacente è che il Pd ragiona come se la pandemia non ci fosse mai stata, come se non fossimo di fronte a uno spartiacque della storia. Prontissimo a riproporre l'alleanza con il Movimento Cinque Stelle (un partito che ha il vaffa populista incorporato e l'anti-europeismo nel certificato di nascita) sostiene che le larghe intese con Berlusconi (il nemico di sempre, l'uomo che ha dipinto come il male assoluto, oggi trattato come statista) si possono fare, ma con Salvini no. Evidentemente c'è qualcosa che non torna nella visione storica dei democratici. La Lega, piaccia o meno, è partito di governo da trent'anni, fu definita da D'Alema "una costola della sinistra" (tutto dimenticato e naturalmente si dirà che a quei tempi era buona - e allora in realtà era venata di secessionismo nordista, perché era aperta la questione settentrionale di bossiana memoria), è al comando in tutte le regioni più avanzate del paese, governa nell'euro e con l'euro, ha uno stretto legame con i ceti produttivi, con le imprese esportatrici, con la piccola e media azienda italiana, guida quasi tutte le regioni e, naturalmente non si dice, ma i Comuni amministrati dalla Lega sono anche quelli che integrano meglio i lavoratori stranieri.
Per il Pd le larghe intese non si possono fare perché si sostiene che sarebbe un governo con due populismi, quello della Lega e quello dei Cinque Stelle. Peccato che questo sia anche il risultato del voto degli italiani, che la realtà non sia una variabile dipendente dagli umori dell'ala ministerialista dei dem, che il Pd abbia governato con uno di quei populismi, che lo abbia fatto con lo stesso presidente del Consiglio (che si autodefinì in Parlamento "l'avvocato del popolo") in un'operazione di trasformismo che passerà alla storia, con lo stesso premier che è oggi la massima espressione del populismo-social. Zingaretti è all'angolo, la maggioranza è dissolta, servirebbe un colpo di fantasia e coraggio, altro che veti e letture di una sinistra immaginaria che sembra fuori dal mondo.
In realtà un governo di larghe intese sarebbe la migliore opzione per l'Italia (e anche per il Pd): non trasferisce a Renzi il potere di veto che invece mantiene con il vecchio format giallo-rosso, mette la Lega (semmai Salvini dovesse compiere il difficile passo, vedremo) dentro il gioco del governo, davanti alla responsabilità del fare in un momento drammatico per il paese, ne rafforza l'ala istituzionale - che esiste; migliora il rapporto dell'esecutivo con le Regioni governate dal centrodestra (quasi tutte, fatto fondamentale per la messa a terra dei progetti del Recovery Fund), riduce drasticamente il problema della giungla vietnamita dell'opposizione che avrebbe gioco facile nel martellare ogni giorno il precariato cronico della maggioranza penta-dem.
Fioccano le domande.
Prima domanda sul taccuino: e se il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, non ci sta? Si spacca il centrodestra. Pazienza, FdI andrà all'opposizione, i problemi degli italiani sono decisamente più grandi.
Secondo interrogativo: e se Berlusconi rompe l'alleanza e fa la maggioranza Ursula? Tutto è possibile, è una formula valida, ma con un grande limite, non coinvolge nell'opera di ricostruzione (morale, politica, economica) l'altra metà del paese, quella che vota a destra. E il paese ha bisogno più che mai di trovare un momento di concordia.
Terzo quesito: e se Salvini dice no e si tiene il ruolo di leader dell'opposizione? Non sarebbe certo una sorpresa, semmai l'esito più scontato, ma sono tempi straordinari, destinati a consumare rapidamente le carriere (guardate Conte, ora è in bilico, il suo destino politico oscilla tra la scomparsa nella nebbia e il risorto alla luce del sole) e cambiare le nostre vite. Salvini in teoria può attendere alla finestra, ma la storia oggi è compressa, accelerata e spietata. In realtà, il leader della Lega non ha tempo, due anni all'opposizione sono lunghi e la storia sta già tessendo la trama di altre biografie e leadership per il domani.
Quarto rebus: e se il centrodestra chiede il voto anticipato? Lo farà certamente, ma tutti sanno che il gioco vero non è quello. Lo stesso Partito democratico in certe ore della giornata pare crederci, ma poi si rendono tutti conto che sarebbe un bagno di sangue. Il centrodestra oggi al Quirinale evocherà anche il voto, ma la partita è un'altra, quella della scelta sul dove collocarsi da qui al 2023. Opposizione o Ricostruzione? Questa è la domanda a cui si risponde nelle prossime ore.
Un po' di realismo, per favore. In Europa è in corso una gigantesca guerra dei vaccini (leggere alla voce "ripresa dell'economia"), la Casa Bianca usa i poteri di guerra per assicurarsi la maggior parte della produzione del farmaco, la Germania tratta da sola con i produttori, il Regno Unito ha dimostrato con la vaccinazione che la Brexit per gli inglesi ha una ragione, America e Cina sono nel pieno di una guerra ben più grande - e pericolosa - di quella aperta da Trump, il piano dell'Italia sul Recovery Fund è spiaggiato, abbiamo il rapporto tra debito e Pil che ha sfondato quota 160%, la nostra produzione è a meno 10%, i consumi sono crollati, la fiducia è in peggioramento, gli industriali hanno definito l'esecutivo "uno dei peggiori governi della storia repubblicana", abbiamo oltre 80 mila morti, il virus non è sotto controllo, siamo in uno stato di semi-lockdown permanente, nel caos normativo, con uno sbrego costituzionale tra Stato e Regioni e interi settori dell'economia che sono collassati.
Siamo in queste condizioni, altro che sinistra e destra. L'Italia ha un disperato bisogno di presentarsi al tavolo dei negoziati internazionali con una maggioranza larga, un governo forte e un presidente del Consiglio esperto e autorevole. Serve un new deal: vaccinazione e ricostruzione.
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dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.