2 Febbraio
Governo breve o lungo
Il negoziato all'interno della maggioranza è in stallo, sul programma non c'è accordo. I dati del Pil nell'Eurozona e in Italia anticipano il problema della ripresa lenta del 2021, le anticipazioni sul crac dell'occupazione in un paese dove pochi lavorano. Come uscirne? Una guida sulla visione e il tempo della politica che si è smarrita
Che succede? L'esploratore Roberto Fico oggi andrà al Quirinale e presenterà al presidente della Repubblica il risultato delle sue esplorazioni. Vedremo presto come andrà a finire. Ci sono grandi tensioni, potrebbe essere necessario un "supplemento d'indagine". La trattativa tra i partiti è in stallo, tutto è rinviato alle 15, ci sono problemi seri sul programma (e dunque sulla formula del governo) e l'ultimo punto di dissenso tra i tanti è quello sulla giustizia (era chiaro che sulla prescrizione di conio grillino, un provvedimento aberrante che trasforma l'indagato in imputato per sempre, non ci sarebbe mai stato un accordo). Siamo a questo e non era difficile intuirlo. Vedremo stasera il frutto del Fico.
01
Posseduti dalla crisi
La realtà è che la crisi di governo si è impossessata dei suoi protagonisti e li conduce dove nessuno vorrebbe arrivare. Si solcano le onde con un senso che oscilla tra la rassegnazione e l'illusione verso un altro governicchio e nel farlo si sogna il colpo di genio improvviso, la strambata che cambia il destino della regata.
L'esploratore Fico ha trovato poco, se non l'ineludibile richiamo della foresta del potere, il fatto che nessuno vuole avventurarsi nella giungla del voto, il resto in fondo è routine: si litiga sui principi ma si farà una pax sulle poltrone. Fin qui, tutto secondo copione.
Il protagonista, Matteo Renzi, potrebbe chiuderla qui, ha già vinto. Ha messo tutti al tappeto, lui detta i tempi della crisi, Conte è disposto a tutto pur di restare a Palazzo Chigi, il Pd è inchiodato al ministero, i Cinque Stelle che te lo dico a fare (Al Pacino in Donnie Brasko), il partitino di Speranza resta nomen omen e la messa è finita, amen. Tutto congiura per un altro papocchio (copyright di Marco Pannella), il Conte Ter.
Quello che vedete...
Che succede? L'esploratore Roberto Fico oggi andrà al Quirinale e presenterà al presidente della Repubblica il risultato delle sue esplorazioni. Vedremo presto come andrà a finire. Ci sono grandi tensioni, potrebbe essere necessario un "supplemento d'indagine". La trattativa tra i partiti è in stallo, tutto è rinviato alle 15, ci sono problemi seri sul programma (e dunque sulla formula del governo) e l'ultimo punto di dissenso tra i tanti è quello sulla giustizia (era chiaro che sulla prescrizione di conio grillino, un provvedimento aberrante che trasforma l'indagato in imputato per sempre, non ci sarebbe mai stato un accordo). Siamo a questo e non era difficile intuirlo. Vedremo stasera il frutto del Fico.
01
Posseduti dalla crisi
La realtà è che la crisi di governo si è impossessata dei suoi protagonisti e li conduce dove nessuno vorrebbe arrivare. Si solcano le onde con un senso che oscilla tra la rassegnazione e l'illusione verso un altro governicchio e nel farlo si sogna il colpo di genio improvviso, la strambata che cambia il destino della regata.
L'esploratore Fico ha trovato poco, se non l'ineludibile richiamo della foresta del potere, il fatto che nessuno vuole avventurarsi nella giungla del voto, il resto in fondo è routine: si litiga sui principi ma si farà una pax sulle poltrone. Fin qui, tutto secondo copione.
Il protagonista, Matteo Renzi, potrebbe chiuderla qui, ha già vinto. Ha messo tutti al tappeto, lui detta i tempi della crisi, Conte è disposto a tutto pur di restare a Palazzo Chigi, il Pd è inchiodato al ministero, i Cinque Stelle che te lo dico a fare (Al Pacino in Donnie Brasko), il partitino di Speranza resta nomen omen e la messa è finita, amen. Tutto congiura per un altro papocchio (copyright di Marco Pannella), il Conte Ter.
Quello che vedete impaginato è un appunto di ieri notte, preso mentre durante il Tg3 Linea Notte provavo a interpretare con un po' di razionalità lo scenario, ammesso che la razionalità basti a capire il caos in cui siamo immersi.
Nella parte a sinistra, c'è un percorso che serve a ragionare sul format di governo; a destra due note sulla Russia (si parlava del caso Navalny) e un dato percentuale molto importante che riguarda la politica interna italiana: 46%. Cosa è? Il numero di voti oggi a disposizione dell'opposizione (si tratta di stime interne dei gruppi del centrodestra che considera l'apporto decisivo dei delegati delle Regioni) per eleggere il presidente della Repubblica, l'altra partita che sta sullo sfondo della crisi italiana. Basta una manciata di voti e quello che appare sicuro per il centronistra (scegliere il prossimo Capo dello Stato) non lo è più. Questo significa che difficilmente avremo un presidente eletto da una sola parte, ci sarà un negoziato, sicuramente ci sarà il tentativo di entrambi di affermare un candidato, ma potrebbe anche verificarsi uno scenario simile a quello che portò al bis di Giorgio Napolitano: nell'impossibilità di trovare un nome condiviso, si procede con la rielezione di Sergio Mattarella. Alla luce anche di questo fattore di enorme importanza, prende corpo il metodo con il quale si guarda al futuro. Ci sono due modi di ragionare sulla crisi politica (quindi, di tutto perché tutto è politica) del nostro paese: breve e lungo. Uno è buono, l'altro è cattivo.
02
Il breve. Capitalizzare la presa del potere
Il breve è quello a cui guardano gli attori della crisi, i politici, essi devono capitalizzare subito la presa del potere, condividerla in pochi partiti e persone, dunque devono rimettere in piedi l'esecutivo precario, sempre sotto scacco, ipercinetico nei discorsi e immobile negli atti, così intronati i cavalieri del progresso immaginano di poter dominare le forze immani della storia dal loro ufficio ministeriale, sognano di emanare decreti risolutivi, di assicurarsi il consenso con la spesa, di occupare i media e finalmente imporre il loro volere senza l'intralcio del voto, la democrazia. Sono pensieri che durano qualche giorno, poi la dimensione dei problemi mostrerà il volto feroce della crisi e quel castello crollerà. E saranno travolti, perché perfino un paese senza memoria come l'Italia stavolta rischia di ricordare tutto.
03
Il Pil in Italia e nell'Eurozona
I dati del Prodotto interno lordo del quarto trimestre 2020 pubblicati oggi dall'Istat parlano da soli:
Nel 2020 il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell'8,9%, mentre per il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi, con due giornate lavorative in più, la riduzione è stata dell'8,8%. Crollo storico, leggermente migliore delle stime ( -9% quello del governo nella Nadef e -9,2% previsto da Banca d'Italia e Fondo monetario internazionale). Per il 2021 scondo l'Istat la variazione acquisita è positiva e pari a +2,3%, dunque la ripresa alla fine arriverà, bisogna vedere se sarà sufficiente a tornare ai livelli pre-pandemia, cioè recuperare tutta la produzione perduta. E per ottenere questo obiettivo bisogna pensare lungo.
I dati del Pil dell'Eurozona sono eloquenti. Nei 19 paesi della zona euro la produzione è diminuita dello 0,7% su base trimestrale, calando del 5,1% su base annuale.
Germania e Spagna non brindano ma sono in leggera espansione, i dati preliminari di Eurostat dicono che i problemi vengono soprattutto dalla Francia e dall'Italia, seconda e terza economia in Europa, sono i numeri di Parigi e Roma a appensantire il risultato con cali trimestrali del Pil rispettivamente pari a 1,3% e a 2,0%. La Germania avanza dello 0,1% rispetto al terzo trimestre e la Spagna è cresciuta dello 0,4%. Bisogna vaccinare, senza un piano di immunizzazione non ci sarà mai crescita, solo carestia.
Chi parla di queste cose nel Parlamento italiano? Lo ha fatto (un po') Renzi, ma se questo discorso diviene solo lo strumento per apparecchiare un governo debole, allora l'Italia ha sprecato un'altra occasione. Siamo nel breve, serve il lungo. Proviamo a vedere di cosa si tratta.
04
Il lungo. Programmare la crescita (e prendere atto della realtà)
Il lungo è l'idea di servire il paese e non inseguire i propri desideri senza fondamento. La formula di governo larga, con una coalizione che ha un programma ben definito e un premier forte che lo sostiene nel negoziato internazionale (quello che conta, non i minuetti in Italia), serve a cogliere la ripresa economica che gli analisti prevedono per il terzo trimestre del 2021. Se queste stime sono reali (e si avvicinano a quel che accadrà, il prezzo del petrolio è sempre il miglior indicatore della direzione di marcia), significa che bisogna preparare il paese su due fronti:
1. Evitare il collasso economico e il disordine sociale nei prossimi sei mesi (in politica e in questi tempi storici accelerati sono un'eternità), quando arriveranno i licenziamenti che finora sono stati bloccati artificialmente. Ne vediamo il preludio nei dati Istat e sono numeri terribili:
Cosa sta succedendo nel mercato del lavoro? Parla l'Istat: "A dicembre tornano a calare gli occupati e si registra un incremento dei disoccupati e degli inattivi. La diminuzione dell’occupazione (-0,4% rispetto a novembre, pari a -101mila unità) coinvolge le le donne, i lavoratori sia dipendenti sia autonomi e caratterizza tutte le classi d’età, con l’unica eccezione degli ultracinquantenni che mostrano una crescita; sostanzialmente stabile la componente maschile. Nel complesso il tasso di occupazione scende al 58,0% (-0,2 punti percentuali). Il numero di persone in cerca di lavoro torna a crescere (+1,5%, pari a +34mila unità) in modo generalizzato e solo per 15-24enni si osserva una diminuzione. Il tasso di disoccupazione sale al 9,0% (+0,2 punti) e tra i giovani al 29,7% (+0,3 punti). A dicembre, il numero di inattivi cresce (+0,3%, pari a +42mila unità) tra donne, 15-24enni e 35-49enni, mentre diminuisce tra gli uomini e le restanti classi di età. Il tasso di inattività sale al 36,1% (+0,1 punti). Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione registrate tra marzo e giugno 2020, unite a quella di dicembre, hanno portato l’occupazione a un livello più basso di quello registrato nel dicembre 2019 (-1,9%, pari a -444mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-235mila) e autonomi (-209mila) e tutte le classi d’età, ad eccezione degli over50, in aumento di 197mila unità, soprattutto per effetto della componente demografica. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,9 punti percentuali". Le donne pagano la crisi in maniera doppia: perdono il lavoro e devono mandare avanti la famiglia, hanno sulle spalle la cura dei figli in un paese che non riconosce il loro ruolo, è uno scenario di disparità crescente sul quale non è stato fatto nulla.
2. Il secondo punto del pensare lungo, preparare la ripresa che chiuderà l'anno e poi ci proietterà nel 2022. Aprire la porta della speranza che non è una parola vuota, si coniuga con il fare. Come?
05
Vaccinazione e ricostruzione
Per fare questo lavoro bisogna fissare due parole sull'agenda: vaccinazione e ricostruzione.
La prima, la vaccinazione, passa attraverso la cooperazione in Europa, le forniture del farmaco e l'organizzazione della logistica nel nostro paese, una nazione in salute (seppur la più vecchia del mondo insieme alla Germania e al Giappone, può provare a affrontare il futuro). Come vanno le cose su questo fronte?
Questi sono i dati sui vaccini distribuiti ogni 100 abitanti, lasciate perdere i trionfalismi e le promesse, le arcurate varie e gli slogan sul "modello italiano", quella è propaganda. Se nessuno (tranne Israele, Emirati Arabi e Regno Unito e Serbia) può dire di essere avanti, una cosa è certa, l'Italia è indietro.
La seconda parola, ricostruzione, ha come premessa la vaccinazione, ma è molto più difficile da realizzare perché prevede la scienza e la coscienza del politico di fronte ai fatti dell'economia e della realtà sociale del nostro paese. Egli, il politico, pensa ai voti, guarda alla partita brevissima (elezioni amministrative e politiche) e così sarà tentato di mettere in pista provvedimenti che spostano la liquidità sulla spesa veloce, ma per creare posti di lavoro che durano servono in realtà investimenti in grandi opere, reti di trasporti e digitali, energia, educazione e ricerca, cose che moltiplicano il valore della produzione e i posti di lavoro, ma lo fanno in maniera selettiva, non a pioggia, mettendo l'accento sui settori che guidano la corsa della contemporaneità.
Il problema dunque è quello di avere il coraggio di lasciar cadere ciò che è finito (la crisi del coronavirus ha già ristrutturato interi settori, la "stay home economy" è destinata a restare in forme più o meno intense), riprogrammare l'economia (nel caso dell'Italia non c'è neppure quel problema, la programmazione non esiste) e puntare dritti sulle nostre qualità, surfare sull'onda della storia non esserne travolti.
Tutti i numeri, la dimensione dei problemi che si stanno accumulando sulle spalle degli italiani che lavorano (pochi, i dati sono sconvolgenti: gli occupati su 60 milioni di abitanti sono pari solo a 23,6 milioni di persone), dicono che non c'è tempo da perdere e il format di governo più logico è quello di una maggioranza che non naviga a vista.
Questa è la struttura della società italiana, non occorrono commenti. Si sta facendo esattamente il contrario di quello che serve.
Lo strumento finanziario per innescare la ricostruzione ("innescare" significa che è solo un inizio, va immaginata come un percorso pluriennale) si chiama Recovery Fund. Per renderlo operativo serve una cosa chiamata "programmazione" e per fare quest'ultima serve una "visione" che a sua volta è figlia della "cultura politica" a sua volta generata dall'educazione e dall'esperienza. Domanda sul taccuino del vostro cronista: in questo Parlamento c'è cultura politica?
06
Churchill, dove sei? La dittatura del narcisismo
Cultura politica, come il rabdomante che cerca l'acqua nel deserto. Sul tavolo del titolare ci sono due libri, uno appena uscito e l'altro un classico della scienza sociale. Il primo è una stupenda biografia di Winston Churchill scritta da Andrew Roberts e pubblicata da Utet. Un viaggio nella vita del leone d'Inghilterra, l'uomo che non ha mai preteso di essere perfetto e anzi fece della sua imperfezione ad alto tasso alcolico la sua cifra stilistica. Churchill era uno straordinario pensatore, uno tra i pochi che sapeva coniugare il pensiero e l'azione, superbo scrittore e costruttore della sua biografia, cercatore d'avventura, pronto all'errore, alla caduta e alla risalita. A sedici anni disse a un amico che avrebbe salvato la sua patria dall'invasione da un nemico straniero. Era un predestinato. E in questo libro c'è la storia della libertà incarnata da un uomo che seppe condurre alla vittoria un popolo e quella comunità di divisi che era l'Europa.
L'altro libro è uno dei pilastri dell'opera di un grande studioso della società contemporanea, Christopher Lasch. La lettura de "La cultura del narcisismo" (in questa edizione inglese con una nuova introduzione che analizza il tipo politico contemporaneo) aiuta a comprendere come e perché siamo finiti dove siamo finiti.
La critica di Lasch è concentrata sulla società americana, ma questa distopia, il degrado del linguaggio (che è la manifestazione dell'anima) è giunta fino a noi in forme persino più preoccupanti. La patologia del narcisismo applicata alla politica - che ha come sottotesto una dittatura del basso sull'alto, la banalizzazione del pensiero e l'esaltazione della tecnica; lo specialista che sostituisce la visione con un pezzo di ricambio della macchina sociale del consumo, programmata per andare sempre in direzione di aspettative frustrate; il mediocre che nell'era dei social conta i like e risolve il problema della convinvenza in una guerra tribale - ci ha condotto esattamente alla crisi della democrazia, specchiarsi senza mai vedersi dentro. Siamo alla trasformazione del pensiero in spettacolo, del pubblico in spettatore. Applausi. Sipario. Nero.
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L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.