15 Maggio
Bersagli, scudi, verità e bugie. Le parole della guerra
Il conflitto tra Hamas e Israele in piena escalation. Biden chiama Netanyahu, ma per ora non c'è soluzione diplomatica. Lanciati centinaia di razzi, pioggia di fuoco su Tel Aviv. Abbattuta la torre dei media a Gaza City. L'Austria espone la bandiera di Israele, il ministro degli Esteri iraniano Zarif cancella il suo viaggio a Vienna. Il balzo della vaccinazione e l'estate che verrà
Che succede? Le cose importanti accadono da altre parti, ma in Italia un fatto c'è e va segnato sul taccuino, a futura memoria, quando faremo un ripasso delle parole di chi diceva che Draghi non avrebbe risolto la crisi: la vaccinazione ci sta portando fuori dall'emergenza pandemica e avremo un'estate di aperture e rilancio dell'economia. Piaccia o meno, questo è il risultato della campagna del generale Figliuolo ordinata dal governo Draghi. Il resto della liturgia italiana è scaramuccia di nessuna importanza o quasi con una coda che avevamo previsto: il non luogo a procedere per Salvini sul caso Gregoretti. Come detto in tempi lontani, i problemi politici si risolvono con la politica, non nei tribunali.
La notizia che domina su tutte le altre è la guerra tra Hamas e Israele. È della massima importanza cercare di capire quale sarà il punto di caduta della campagna israeliana in corso. Non è un conflitto lontano, come fu negli anni Venti e Trenta del Novecento, è un bagliore che giunge dal futuro. Andiamo sul campo di battaglia, è una giornata densa di fatti e aggiornamenti continui, la guerra si svolge sul teatro di guerra e su quello della comunicazione, siamo in un mondo di "bersagli", "scudi", reazioni "sproporzionate", simboli che rivelano il vero volto del nemico che non ne accetta neppure l'esposizione (la "bandiera" di Israele), un oceano di ipocrisia di fronte alla dura realtà del combattimento, alla polvere da sparo che lascia il sangue e il lutto sul terreno, al suo orrore e alla sua inevitabile ondata quando qualcuno minaccia la vita dei tuoi affetti, il tuo popolo. Le parole della guerra alla fine incontrano la verità del campo di battaglia. Indossate l'elmetto e seguite il titolare di List.
01
La torre dei media, lo scudo di Hamas e gli obiettivi militari
Media, scudo, bersaglio. L'esercito israeliano...
Che succede? Le cose importanti accadono da altre parti, ma in Italia un fatto c'è e va segnato sul taccuino, a futura memoria, quando faremo un ripasso delle parole di chi diceva che Draghi non avrebbe risolto la crisi: la vaccinazione ci sta portando fuori dall'emergenza pandemica e avremo un'estate di aperture e rilancio dell'economia. Piaccia o meno, questo è il risultato della campagna del generale Figliuolo ordinata dal governo Draghi. Il resto della liturgia italiana è scaramuccia di nessuna importanza o quasi con una coda che avevamo previsto: il non luogo a procedere per Salvini sul caso Gregoretti. Come detto in tempi lontani, i problemi politici si risolvono con la politica, non nei tribunali.
La notizia che domina su tutte le altre è la guerra tra Hamas e Israele. È della massima importanza cercare di capire quale sarà il punto di caduta della campagna israeliana in corso. Non è un conflitto lontano, come fu negli anni Venti e Trenta del Novecento, è un bagliore che giunge dal futuro. Andiamo sul campo di battaglia, è una giornata densa di fatti e aggiornamenti continui, la guerra si svolge sul teatro di guerra e su quello della comunicazione, siamo in un mondo di "bersagli", "scudi", reazioni "sproporzionate", simboli che rivelano il vero volto del nemico che non ne accetta neppure l'esposizione (la "bandiera" di Israele), un oceano di ipocrisia di fronte alla dura realtà del combattimento, alla polvere da sparo che lascia il sangue e il lutto sul terreno, al suo orrore e alla sua inevitabile ondata quando qualcuno minaccia la vita dei tuoi affetti, il tuo popolo. Le parole della guerra alla fine incontrano la verità del campo di battaglia. Indossate l'elmetto e seguite il titolare di List.
01
La torre dei media, lo scudo di Hamas e gli obiettivi militari
Media, scudo, bersaglio. L'esercito israeliano ha abbattuto la torre Jalal, a Gaza (sopra, nella foto che apre List il momento in cui viene colpita dai missili). Il palazzo ospita(va) la sede dell'Associated Press e di Al Jazeera. L'agenzia americana ha detto di essere "sconvolta e inorridita" e ha affermato che "è uno sviluppo incredibilmente inquietante. Abbiamo evitato per un soffio una terrificante perdita di vite umane. C'erano una decina di giornalisti e professionisti di Associated Press all'interno dell'edificio e per fortuna - si legge nella nota diffusa dal presidente e Ceo di AP, Gary Pruitt - siamo stati in grado di evacuarli in tempo. Il mondo saprà meno di ciò che sta accadendo a Gaza a causa di ciò che è accaduto oggi". Per un soffio? Erano tutti pronti e allertati, in posizione per documentare quanto sarebbe accaduto, ecco il video della France Presse:
La nota del numero uno di Ap è davvero interessante, manca solo un pezzo della storia, quello che dice Israele. Cosa afferma l'Esercito israeliano? "Hamas ha trasformato zone residenziali a Gaza in postazioni militari. Usa gli edifici di Gaza per fini militari di vario genere come la raccolta di informazioni di intelligence, la progettazione di attacchi, operazioni di comando e controllo, e per le comunicazioni".
"Quando Hamas utilizza un edificio per fini militari, esso diventa un obiettivo legittimo. Il diritto internazionale è chiaro". Il portavoce dell'Esercito ha spiegato che come sempre i residenti erano stati avvisati, un'ora prima erano stati allertati sul fatto che l'edificio sarebbe diventato un bersaglio, hanno avvisato i proprietari e inviato "messaggi sms" per dare il tempo di evacuare il palazzo. Non solo, il primo colpo è stato di avvertimento, "colpendo preventivamente il tetto" dell'edificio con un proiettile "che fa rumore e non danni". "Ciò lascia tempo a sufficienza per abbandonare l'edificio", secondo il portavoce. "Tutti i grattacieli colpiti da Israele erano sfruttati per fini militari". Se abiti in un palazzo dove c'è anche un terrorista, se ne diventi lo scudo inconsapevole, è molto probabile che prima o poi bussi alla porta il nemico del terrorista. Ora l'informazione è completa.
C'è stata una telefonata tra Benjamin Netanyahu e il presidente degli Stati Uniti. Il premier israeliano ha spiegato "che Israele sta facendo di tutto per evitare di colpire gli innocenti", si legge in una nota diffusa dall'ufficio del premier israeliano. "La prova è che gli obiettivi in cui ci sono anche persone che non c'entrano vengono avvisati per permettere la loro evacuazione". Biden tenta di arginare una situazione che non controlla, non era nel suo radar fin dall'inizio (alla Casa Bianca pensano solo alla Russia, dimenticando che il Medio Oriente è un laboratorio di estremismo e violenza che può colpire l'America ovunque) e ora prova a tessere una tela diplomatica. Per ora appare sfilacciata, domani vedremo gli esiti nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
02
Bandiera di Israele esposta a Vienna, Zarif cancella la visita
Bandiera. Non tutti sono silenti, non tutti dimenticano cosa è bene e cosa è male. Il leader austriaco Sebastian Kurz ha deciso di esporre la bandiera nella sede della cancelleria e in diversi edifici pubblici per manifestare solidarietà con il popolo ebraico. Atto nobile che non è piaciuto al ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif che ha annullato una visita in programma oggi a Vienna dove sono in corso i colloqui per far rivivere l'accordo del 2015 sul nucleare.
La bandiera di Israele insieme a quella dell'Austria e dell'Unione europea sul palazzo della cancelleria a Vienna (Foto tratta dal profilo Twitter del cancelliere Sebastian Kurz).Limpida la risposta del governo austriaco: "Ci dispiace e ne prendiamo nota", ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri austriaco, "ma per noi è chiaro come il giorno che quando Hamas spara oltre duemila razzi contro obiettivi civili in Israele, non possiamo rimanere in silenzio". Chiaro come il giorno. Per scoprire il vero volto di Teheran è bastato esporre la bandiera con la Stella di David.
03
Il tempo della battaglia e l'operazione inganno
Tempo e inganno. Hamas ha cercato la guerra, l'ha avuta e ora cerca di uscirne in fretta per divincolarsi dalla morsa dell'Esercito israeliano. Non hanno un arsenale infinito, presto dovranno fare i conti con il vuoto delle piattaforme di lancio dei loro proiettili. I leader di Hamas stavolta hanno calcolato male un fattore chiave: il tempo. Israele ha deciso di prendersi tutto il tempo che serve per rispondere con durezza e lanciare una campagna lunga. Questo non era nei piani del gruppo terroristico. Hamas non si cura del suo popolo, lo manda a morire, lascia che i civili cadano all'interno delle loro strutture militari posizionate dove i palestinesi consumano la propria vita quotidiana.
Stamattina, Israele. Una grandinata di razzi sparata dalla Striscia di Gaza sorvola il cielo, punta sui centri abitati al confine (Foto Rizek Abdeljawad/Xinhua)La guerra è orribile, brutta, sporca. Se la conducono clan di terroristi che non conoscono regole, assume forme inimmaginabili. Hamas non protegge i palestinesi, li usa per i suoi fini sanguinari. Lascia che i civili diventino bersaglio, nonostante l'Esercito israeliano avvisi sulle operazioni in corso e sugli obiettivi. L'orrore è questo, i palestinesi prigionieri della paranoia di Hamas, dei suoi metodi sanguinari, della sua violenza. Nei bombardamenti un'intera famiglia di 10 persone, otto bambini e due donne, è morta nel crollo di una casa di tre piani nella parte nord-occidentale della Striscia di Gaza. Un bimbo di cinque mesi è l'unico superstite della famiglia Abu Hatab. Il totale dei morti palestinesi è salito a 144, ma Hamas va avanti, sono "martiri" che utilizza a fini politici.
Hamas continua a lanciare razzi - oltre 200 nelle ultime 12 ore - perché non ha intenzione di far tacere le armi, cerca una ormai impossibile vittoria sul piano politico interno. I terroristi hanno lanciato oltre 2300 razzi (il numero è aggiornato alle ore 12, quindi a fine giornata sarà di centinaia di unità più alto) dall'inizio dell'offensiva, 380 sono caduti in territorio palestinese (uccidono i propri cittadini), 1000 sono stati intercettati dal sistema anti-missile Iron Dome. Ecco cosa succede nel cielo di Israele:
Il tentativo di Hamas è quello di aprire un fronte al nord dei confini di Israele, per "distrarre" il governo dalla campagna su Gaza. I caduti israeliani sono 9 finora. Abu Mazen, il capo dell'autorità palestinese a cui Hamas non obbedisce, ha chiesto agli Stati Uniti un "intervento immediato" che non arriva perché l'amministrazione Biden non ha una linea chiara se non quella di chiedere una generica "pace". E dopo? Si riprende con i razzi di Hamas lanciati indiscriminatamente su obiettivi civili? Domani ci sarà un Consiglio di sicurezza dell'Onu che proprio gli Stati Uniti avevano in precedenza rinviato e poi infine riprogrammato.
I caccia israeliani stanotte hanno colpito altri obiettivi nel centro di Gaza, mentre Hamas continua a lanciare razzi in territorio israeliano, sono oltre 200 i razzi lanciati da Gaza verso Israele nelle dodici ore fra le 19 di ieri e le 7 di oggi, più di 100 sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. L'Esercito ha detto di aver colpito un "ufficio operativo" di Hamas vicino al centro di Gaza City, con ulteriori attacchi notturni contro quelli che i militari hanno chiamato "siti di lancio sotterranei". Un'altra giornata di sirene è cominciata.
Il premier Benjamin Netanyahu è probabilmente all'ultimo atto della sua carriera come capo di governo e cerca di lasciare con un risultato militare (e politico) importante: assestare un colpo letale contro Hamas, provocare una crisi nello scenario politico della Striscia di Gaza. Potrebbe fare un favore a Fatah, se questa fosse in grado di riprendere il controllo della Striscia, il problema è che parliamo di gang di criminali e il voto a Gaza è impossibile, chi non si allinea a Hamas, viene incappucciato e muore.
L'obiettivo politico di Israele è condizionato da tanti i fattori, ma senza dubbio siamo di fronte a un'azione militare che sta decimando le linee dei terroristi. Hamas questa volta sembra aver letto male lo scenario strategico, i guerriglieri che trovavano riparo nei bunker del sottosuolo stavolta vanno dritti incontro alla morte. "Nell'ultimo giorno abbiamo attaccato obiettivi sottoterra dove Hamas ha pensato che poteva nascondersi. Ma non può", così Netanyahu ha svelato la chiave di questo conflitto. "Avevo detto che avremmo colpito in modo significatico Hamas e altri gruppi terroristici e così stiamo facendo", ha aggiunto il capo del governo. I leader di Hamas, ha proseguito Netanyahu, "credono che possono fuggire alla nostra presa. Ma non possono. Possiamo raggiungerli tutti ovunque e così continueremo a fare". Domanda sul taccuino: come? Abbiamo una risposta.
Siamo dentro la sceneggiatura di un film. L'Esercito israeliano ancora una volta ha dato prova di essere eccezionale nella raccolta degli elementi di intelligence e nell'esecuzione del piano. Il plot è quello della guerra psicologica che diventa una trappola mortale per Hamas. Giovedì sera i militari avevano annunciato l'inizio di un'invasione di terra a Gaza. Qualche ora dopo, la rettifica da parte dello stesso Esercito, l'invasione non c'è. Tutti con enorme sorpresa abbiamo pensato a un errore, una gaffe dei militari e così in nottata abbiamo corretto pezzi e titoli. In realtà eravamo di fronte a una magistrale manovra militare, un inganno letale per i terroristi. L'annuncio della falsa invasione serviva a indurre le truppe di Hamas a cercare rifugio nei tunnel della Striscia, cosa regolarmente avvenuta. Quando i guerriglieri si sono messi al riparo nel sottosuolo, è scattato un bombardamento aereo imponente: 160 raid e 450 bombe cariche di oltre 80 tonnellate di esplosivo sono state sganciate su 150 bersagli di Hamas. Tutto è accaduto in 35 minuti. Sequenza, tutta via social. Primo tweet alle 23.22 dall'account in inglese di IDF che annuncia l'inizio dell'operazione di terra:
Nelle redazioni di tutto il mondo si batte la notizia e preparano i titoli per le edizioni straordinarie. Le truppe di Hamas dislocate ai confini con Israele si rifugiano nei tunnel. E subito dopo parte questo:
Non c'era nessuna operazione terrestre. Le truppe israeliane erano ammassate al confine, inoltre due brigate di carri armati e due brigate di fanteria Golani hanno cominciato a muoversi verso il confine a Nord della Striscia di Gaza, non poteva certo passare inosservate. Ma erano solo un "diversivo", in realtà stavano decollando i cacciabombardieri per demolire quella che i militari chiamano "la metropolitana" di Hamas.
I tunnel servono come deposito di armi, via di fuga e "metro" per entrare nel territorio israeliano. La 'metro' fu costruita negli anni successivi alla guerra del 2014 nella Striscia di Gaza. Non sono noti i risultati dell'operazione nel dettaglio, ma i militari e il governo sottolineano di aver colpito al cuore Hamas. Un'operazione da manuale che ha mixato l'uso della comunicazione, la pressione psicologica sul nemico, il movimento delle forze terrestri sul campo e la rapidità dell'aviazione. Hamas non è sconfitto, continua a lanciare razzi su Israele, ma più va avanti la campagna, più va verso esaurimento il suo arsenale. Ha già consumato migliaia di missili, ha già fatto sapere che cerca il cessate il fuoco, ogni minuto di conflitto consuma la speranza di cantare vittoria.
Israele ora è a un bivio: può scegliere di fermarsi o provare a schiacciare Hamas esponendolo a una sconfitta che potrebbe farlo cadere, favorendo la fazione rivale di Al Fatah. Una cosa appare chiara, le fazioni palestinesi non hanno più l'appoggio incondizionato dei leader arabi, gli Accordi di Abramo hanno rotto lo schema del passato e secondo quanto dice il segretario generale del partito di Fatah, Jibril Rajoub, citato dall'agenzia di stampa Ma'an, nessun leader arabo ha chiamato Abu Abbas per sostenere i palestinesi: ''Da parte del sistema arabo ufficiale, sentiamo che c'è una collusione con Netanyahu che intende effettuare una divisione tra i palestinesi". Non c'è bisogno di dividere ciò che è già stato separato dalla storia. Sul campo di battaglia c'è la politica.
04
Il rebus della guerra
Israele prepara un intervento di terra nella Striscia di Gaza, carri e fanteria sono pronti al confine. Tutte le opzioni sul tavolo, pro e contro di un'invasione, la strategia del "tagliare l'erba" di Hamas sembra non bastare più. Il dilemma del conflitto mai risolto e la lezione della "testa nella bocca della tigre"
Il sistema anti-missile Iron Dome intercetta i razzi di Hamas sulle città israeliane (Foto Ilia Yefimovich/dpa)Dilemma. Hamas ha scatenato il conflitto, l'ha cercato - la sua ragione d'esistere è la guerra - aveva preparato tutto per innescare il caos nel Giorno di Gerusalemme. E ha colpito. Il suo arsenale dopo anni di campagne militari, di risoluzioni dell'Onu, di dichiarazioni di pace, di "due popoli e due Stati", è intatto. È più forte, più evoluto, più preciso. Il braccio armato di Hamas (e mentre lo scrivo mi chiedo se ne esista davvero uno che sia "politico") ha affinato le tecniche della guerra: lancia i razzi a grappolo e così buca lo scudo anti-missile Iron Dome; ha droni e razzi anticarro di cui si serve per tendere agguati; i cecchini si appostano per ammazzare perfino i soccorritori dei feriti; il numero esorbitante di lanci è la spia di una strategia che usa lo strumento militare per raggiungere un obiettivo politico (conoscono la dottrina di Carl von Clausewitz meglio di quanto si immagini), l'idea di Hamas è quella di capitalizzare politicamente una guerra-lampo, colpire e ritirarsi, tendere trappole sul terreno per aumentare il numero di "danni collaterali" da far pendere sul capo di Israele, uccidere e dichiararsi pronti a un cessate il fuoco, usare lo smarrimento dell'Occidente per indebolire l'appoggio allo Stato ebraico, isolare l'unica democrazia presente in Medio Oriente e continuare a guadagnare tempo in favore di chi sta costruendo un arsenale più letale (e definitivo), fare il doppio e triplo gioco usando come sponda da biliardo autocrazie e dittature (la Russia, come tradizione della sua diplomazia, si è subito infilata nell'incertezza dell'amministrazione Biden e guarda caso lo fa in tandem con la Turchia), perseguire una condotta della distrazione di massa che ha un solo scopo, moltiplicare il gioco di fumo e specchi che serve a celare lo sviluppo dell'arma di distruzione di massa, circondare Israele fino a farlo capitolare in un futuro non troppo lontano che l'Occidente non vede perché colto dalla febbre alta dell'appeasement. (Continua a leggere l'articolo su List).
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Mentre accade tutto questo, in Italia c'è chi non ha capito cosa sta accadendo.
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Letta sbaglia bersaglio
Il dizionario né né che mostra la posizione di chi non ha una posizione. Un episodio tra i tanti, capita in Italia.
Sproporzionato 1. "Chiediamo con forza che l'Ue intervenga per chiedere il cessate il fuoco e fermare la over-reazione di Israele, che va oltre la legittima difesa e che ha bisogno di una voce forte da parte dell'Ue". Chi lo ha detto? Enrico Letta, segretario del Pd.
Sproporzionato 2. "La reazione di Israele è sproporzionata e indiscriminata. L'azione militare via terra e via aerea e' preoccupante e portera' a un aumento ulteriore delle vittime civili. Invitiamo la comunità internazionale a intervenire per fermare quest'intervento". Chi lo ha detto? Il ministero degli Esteri della Turchia, il paese governato da Erdogan, un sincero democratico.
No comment. Andiamo avanti.
06
No di Parigi alla manifestazione filo-palestinese (e sono scesi in piazza lo stesso)
Antisemitismo. La Francia ha un grande problema con l'antisemitismo e la violenza contro gli ebrei. Così il ministro dell'Interno francese, Gerald Darmanin, ha chiesto al prefetto di Parigi di "vietare le manifestazioni a sostegno della Palestina previste sabato". Troppo pericoloso. Anne Hidalgo, prima cittadina di Parigi, è d'accordo, "decisione saggia". "Nel 2014 abbiamo avuto una manifestazione estremamente violenta, molto difficile da gestire. La situazione è molto, molto tesa e quindi penso che sia stata una decisione saggia", ha spiegato Hidalgo in una intervista alla radio. L'antisemismo nel 2021, siamo ancora a questo. Tutto bene? No, perché naturalmente la manifestazione s'è svolta lo stesso, nonostante il divieto della prefettura. A Parigi sono stati schierati 4.200 agentii che hanno evitato raggruppamenti utilizzando idranti e lacrimogeni.
L'Europa si sveglierà mai dal sonnambulismo in cui è caduta? O forse è di nuovo piombata in quello stato di incoscienza raccontato da Cristopher Clark in The Sleepwalkers, splendido libro che traccia la spirale in cui precipitarono le potenze europee nel 1914.
Risvegliarsi non è solo curare il covid, non è solo ricostruire l'economia. C'è molto di più, c'è il senso della storia, l'interpretazione dello spirito del tempo, la cultura. È nell'ignoranza che affonda le sue radici Hamas, è nel non sapere, non vedere, non ascoltare che l'Europa si perde nel corso dei secoli.
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Nel frattempo, siamo a un punto di svolta nella crisi della pandemia. Ma non tutti se ne sono accorti. Anche questo è sonnambulismo.
07
Il balzo della vaccinazione e l'estate che verrà
Ci sono gli irriducibili, i bastian contrari a prescindere che non s'arrendono nemmeno di fronte ai numeri, ma i fatti sono squadernati, l'Italia ha somministrato finora oltre 26 milioni di dosi, l'immunizzazione della popolazione sta correndo e avremo un'ottima estate da (ri)vivere dopo un anno e mezzo di tragedia sanitaria, umana, politica. Draghi sta già lavorando al "dopo", alla ricostruzione con i fondi e progetti del Recovery plan, il resto è chiacchiera da talk show dove si discute di un mondo che è già finito. Prego, osservare la curva:
Siamo arrivati a oltre 26 milioni di dosi somministrate, la vaccinazione si sta aprendo rapidamente alle classi più giovani, i dati epidemiologici indicano chiaramente che l'immunizzazione sta migliorando tutto il quadro. "L'età media dei casi scende da 41 a 40 anni e la decrescita si rileva perfino nella fascia tra 0 e 9 anni, negli anziani la decrescita è più forte maggiore e questo è un indicatore della campagna vaccinale in corso", ha detto il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, per illustrare i dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia. "Al crescere della copertura vaccinale negli over 80 decresce in maniera molto significativa il numero dei casi sintomatici. Anche il tasso di ospedalizzazione è strettamente correlato al crescere della percentuale di vaccinati tra gli over 80. Al crescere delle vaccinazioni decresce anche la mortalità". Siamo di fronte a un trend globale che segue l'andamento delle campagne di vaccinazione: "In tutti i paesi le curve sono o stabili o in lenta decrescita e anche in Italia la curva indica una progressiva decrescita. Una decrescita lenta ma che continua in queste ultime settimane e si rileva in tutte le regioni. Anche l'incidenza è in decrescita: nel flusso del ministero della Salute è pari a 96 per 100mila abitanti". Brusaferro ha sottolineato come in "tre regioni sono scese sotto la soglia dei 50 casi per 100mila, soglia che recupera il tracciamento". I "peggioristi" non vincono mai le guerre.
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Nella politica italiana non succede niente. C'è un solo fatto che ci riporta a un errore del passato. Il tempo serve a rimettere ogni tessera al suo posto.
08
Non luogo a procedere
Matteo Salvini non sarà processato per il caso Gregoretti. C'è un giudice in Sicilia. E ha detto che mandando a processo Salvini avrebbe dovuto chiamare alla sbarra l'intero governo di cui l'ex ministro dell'Interno faceva parte. La gestione dell'immigrazione era una questione politica, non giudiziaria. Riprendiamo quanto su scritto su List più di un anno fa, in febbraio, quando il Senato autorizzò il processo.
Il Senato ha dato il via libera alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, presentata del Tribunale dei ministri di Catania, per il caso Gregoretti. L'ordine del giorno presentato da Forza Italia e da Fratelli d'Italia è stato respinto. La Lega non ha partecipato al voto.
Matteo Salvini nel suo intervento in aula ha ribadito la linea per il processo:
Facciamo decidere a un giudice, usciamo da quest'Aula e facciamo decidere a lui. Ormai il re è nudo, potete andare avanti qualche mese o settimana ma in democrazia il giudizio lo dà il popolo.
Da questo momento comincia un altro tempo della partita politica, ma sul piano istituzionale vale lo scenario che abbiamo messo nero su bianco stamattina. Con un'aggiunta fondamentale: la procura di Catania ha già detto che non c'è reato, il sequestro di persona (perfino aggravato) non esiste. E anche questo giudizio è abnorme perché siamo sempre al giudice che interviene sull'esercizio autonomo dell'azione politica. Siamo alla toga che dice questo è buono e questo è cattivo. L'equilibrio tra i poteri - e la magistratura, come ricordava sempre Francesco Cossiga, non è un potere, ma un ordine - ne risulta stravolto.
Le linee di frattura tra i partiti, i piccoli calcoli di convenienza, hanno finito per cancellare il senso di questo voto. Non era in gioco il processo a Salvini, ma la natura stessa della nostra Repubblica parlamentare. Pensare di derubricare quello che è successo a un fatto processuale del leader della Lega è un clamoroso abbaglio. Non c'è convenienza per nessuno in quel che è successo oggi a Palazzo Madama: il Movimento Cinque Stelle (e il premier Conte) erano al governo con Salvini e chiunque vede quello che è chiaro, la giravolta degli ex alleati; il Partito democratico ne esce nudo, senza più alcun profilo garantista, soprattutto se sommiamo il caso Gregoretti-Salvini al via libera alla riforma della prescrizione, l'imputato per sempre elevato a dimensione naturale del processo all'italiana; Italia Viva, il partito di Renzi, si specchia e si vede rovesciato, a parole per un giusto processo e nei fatti dentro il governo della prescrizione e con chi consegna il programma politico del governo alla magistratura. Il prossimo passo sarà quello di dare le chiavi della politica industriale (e sociale) ai tribunali, cosa che è già in corso, basta pensare al caso Ilva, ai Tar che intervengono su ogni materia dello scibile. Siamo alla prevalenza non del diritto, ma del giudice, non alla difesa della legge, ma all'imposizione di un mondo a una dimensione dove l'etica - e non il diritto - fa la giustizia sotto forma di damnatio preventiva.
Salvini finisce sotto processo per aver esercitato la sua funzione politica di ministro di un governo che aveva nel programma (quello prontamente dimenticato dagli ex alleati pentastellati e dal premier double face Conte) l'immigrazione controllata e i respingimenti. Quel programma si può considerare bene o male, condividere o bocciare. Ma qui siamo a un livello successivo del videogame, non è il problema di Salvini, ma dell'autonomia del governo e del parlamento. I Torquemada in servizio permanente effettivo dei vari schieramenti si fregano le mani, non sanno che stanno fregando se stessi, perché da oggi l'autonomia della politica è finita. Con il processo contro l'ex ministro dell'Interno per il caso della nave Gregoretti, si completa un percorso di smantellamento di tutte le garanzie costituzionali (iniziato con l'abolizione dell'immunità parlamentare) che i padri costituenti avevano discusso e messo nero su bianco per evitare proprio che la politica finisse nel vortice delle vendette, dei ricatti, delle invasioni di campo.
Salvini ha commesso i suoi errori, li conosciamo bene, ma ha posto in maniera ruspante (in tutti i sensi) una questione reale - l'immigrazione e la cooperazione europea sulla materia dell'accoglienza - che continua ad essere trattata nella stessa maniera dal governo giallo rosso (e dall'Europa), ma con la cinica furbizia del non far rumore per non svegliare la Corona (che in Italia non è una sola e non ama la democrazia). Il programma politico del governo Frankenstein (a Palazzo Chigi governava la stessa pochette di oggi) prevedeva immigrazione controllata e respingimenti, accordi bilaterali e riforma del trattato di Dublino. Salvini ha commesso un errore fatale in un paese di ipocriti: agire con decisione facendo il massimo rumore. Aveva naturalmente contro tutto il sistema dei media mainstream (che oggi tace) e tutto l'establishment. Doveva calcolare tutto questo, non lo ha fatto e lo spettacolo per chi crede nel primato della politica è desolante. Eppure anche questo governo ha mantenuto gli indicibili accordi con la Libia (che furono sottoscritti dal ministro dell'Interno Marco Minniti con un governo di centrosinistra), anche questo governo (quello tra Pd e Cinque Stelle con sempre Conte premier) ha tenuto le navi in alto mare (finché non si è votato in Emilia e Calabria nessun migrante è sbarcato dalla nave Ocean Viking), anche questo governo ha trattato con i paesi europei una redistribuzione sempre più sulla carta che nella realtà. Salvini ha pensato che l'autonomia della politica in questo paese non fosse compromessa e si è sbagliato. Tanto che la sua parabola politica non è in mano - come dovrebbe essere in una democrazia compiuta - agli elettori (questo vince, questo perde; questo governa, questo va all'opposizione) ma alla magistratura che decide che cosa è politicamente corretto (in più sensi) e cosa invece è scorretto e dunque trasformabile in reato. Benvenuti nell'Italian Kafka.
Che cosa accade quando l'equilibrio istituzionale non regge più e la politica rinuncia al suo primato lasciando che la magistratura ne invada il campo? Riprendiamo alcune considerazioni svolte più di un anno fa da Carlo Nordio, magistrato dotato di grande equilibrio, a proposito delle iniziative giudiziarie della procura di Agrigento e la politica migratoria del governo:
Che il ministro Salvini si sia espresso, e continui a esprimersi, in sedi non istituzionali e in termini pittoreschi, è circostanza che, al netto di qualche consenso immediato ed emotivo, rischia di svalutare il prestigio e l’autorevolezza dell’Istituzione. Che però si prospetti, anche solo astrattamente, una sua “delegittimazione” o un suo allontanamento per un’iscrizione nel registro degli indagati è una stupidaggine così colossale che, se non vivessimo in Italia, non varrebbe nemmeno la pena di parlarne. Poiché infatti l’iscrizione è automatica a seguito di una denuncia che non sia anonima, noi faremmo dipendere la sopravvivenza di un ministro, e magari di un governo e di una legislatura, non solo da un’ eventuale iniziativa improvvida di un magistrato operoso, ma addirittura da quella, interessata, di un cittadino motivato. (...) Noi speravamo che, dopo la parentesi berlusconiana, quando i magistrati erano sospettati di imbastire processi per fermare il Cavaliere, e quest’ultimo era sospettato di produrre leggi per fermare i processi, tra giustizia e politica si fosse conclusa una tregua. Ora queste speranze cominciano a svanire. Le iniziative di questi giorni saranno anche doverose, ma rischiano di generare pericolose interferenze della magistratura nella delicatissima gestione di un fenomeno che può essere affrontato solo con gli strumenti della politica, preferibilmente in un contesto europeo o addirittura mondiale. L’idea che le Procure possano intervenire nelle scelte migratorie è non solo bizzarra, ma irrazionale e ingestibile, non foss’altro perché i Pm non hanno un indirizzo unitario, non sono ordinati gerarchicamente, e, cosa più importante, non subiscono alcuna sanzione per eventuali scelte sbagliate.
Salvini ha scelto di andare a processo, libero di farlo, ma il fatto grave sul piano istituzionale è che il Parlamento - tanto diviso da dimenticare che cosa è e che cosa rappresenta - abbia abdicato al suo ruolo, il Senato ha aperto de facto una strada nuova per la magistratura: decidere la linea politica di un governo. Viviamo tempi interessanti. Questo è decisamente troppo.
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Dopo un anno, Salvini ha incassato quello che era logico attendersi: un argomento per sostenere la sua linea politica, gli avversari che lo mandarono a processo hanno commesso un grave errore, il più classico dei boomerang politici. E oggi tacciono.
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Come chiudiamo questo numero di List? Con un libro, saremo sempre sommersi e salvati dalla letteratura.
09
Il romanticismo e noi
Dove nascono i caratteri della modernità, dove possiamo rintracciare i primi segnali di quello che siamo? Dobbiamo penetrare nella foresta del romanticismo, qui sono i germogli della nostra avventura. Le radici del romanticismo di Isahia Berlin è uno straordinario viaggio nella "rivoluzione cognitiva dell'Occidente moderno".
Il romanticismo è la libertà e il suo doppio, la dittatura, la gioia e il dolore, l'amore e l'odio. Berlin s'aggira tra i giganti del pensiero che hanno forgiato la nostra dimensione, li interroga, li esplora, li ammira e li teme. Scopre che il primo attacco all'Illuminismo è naturalmente dentro l'Illuminismo, scopre che il razionalismo portato all'eccesso imprigiona e sprigiona dunque "quando gli dèi olimpi diventano troppo mansueti, troppo razionali, e troppo normali, gli uomini, com'è abbastanza naturale, cominciano a inclinare verso divinità più oscure, più ctonie".
Esplode così l'antirazionalismo, "è nel Settecento che fioriscono le sette massoniche e rosacruciane. È allora - specialmente nella seconda metà del secolo - che ciarlatani e vagabondi di ogni specie cominciano a raccogliere adesioni". Maghi, spiritisti, negromanti. L'eruzione dell'occulto, l'emersione dei nuovi/vecchi miti. Il brillare della poesia misticheggiante di William Blake:
Un Rosso petto di Pettirosso in Gabbia
Riempie l'intero Cielo di Rabbia.
Dove la Gabbia è l'Illuminismo che imprigiona il canto e il colore, l'ala e il verso, l'anima e l'uomo libero.
C'è un sottile e tagliente stato di malinconia e tensione, tempo perduto e tentativo di schiudersi nella profondità anche nei nostri giorni. Siamo ancora, di nuovo, sempre, nello stato febbrile e incantato descritto dal poeta Novalis, stiamo ancora cercando il fiore azzurro.
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3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
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4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.