21 Maggio
La casa, i cocci e la sinistra nell'era Draghi
Enrico Letta parla di aumento della tassa di successione e Draghi lo gela: "Non è il momento di prendere soldi, ma di darli". Il problema dem, trovare una rotta a sinistra. Prosegue la telenovela tra Meloni e Salvini sul Copasir. Tra Hamas e Israele c'è la tregua, non la pace, ma il cessate il fuoco regge. Putin fa il dentista e le fate esistono
Che succede? C'è la tregua tra Hamas e Israele, questa è la notizia e, almeno in queste prime ore, sembra che il cessate il fuoco regga. La giornata italiana è stata ancora una volta nel segno di Draghi. Presentazione del decreto legge sostegni, altri 40 miliardi di aiuti per la ripresa economica. Draghi è ottimista: "Ci aspettiamo che la nostra economia abbia un rimbalzo già in questo trimestre, le cifre di crescita di quest'anno probabilmente saranno riviste al rialzo". La ripresa sarà forte, poi vedremo quanto lunga, intensa, sostenuta. Finché c'è Draghi a Palazzo Chigi, c'è un freno alle spinte dei partiti, la loro eterna tendenza al deragliamento dalla realtà.
Tra le cose dette dal premier, ci sono due flash notevoli sulla politica. Uno riguarda il dibattito che si è aperto sulla successione a Mattarella. A Draghi non sono evidentemente piaciuti i ragionamenti che si fanno sul suo futuro e quello di Mattarella, così ieri in conferenza stampa ha detto a Salvini di finirla: "Trovo estremamente improprio, per essere gentile, che si discuta del Capo dello Stato quando è in carica. L'unico autorizzato a parlare del Capo dello Stato è il Capo dello Stato". Si tratta di un'evidente forzatura, visto che tutti sono autorizzati a parlare del Capo dello Stato, è il gioco della politica, quello che ha deciso di giocare anche Draghi, non c'è nulla di strano, soprattutto se il presidente della Repubblica dice che tra 8 mesi va a riposare.
Il premier comincia a sentire la pressione dei partiti che con la fine dell'emergenza si stanno risvegliando dal letargo da coronavirus. Svegli, ma sempre sonnambuli. Comprensibile l'irritazione del premier, sia chiaro, perché molte delle sortite dei partiti appaiono sempre più illogiche, prive di sostegno a terra, decollano e cascano immediatamente. Il tonfo più grosso, manco a dirlo, è arrivato dal Pd. Si è stampato sul suolo...
Che succede? C'è la tregua tra Hamas e Israele, questa è la notizia e, almeno in queste prime ore, sembra che il cessate il fuoco regga. La giornata italiana è stata ancora una volta nel segno di Draghi. Presentazione del decreto legge sostegni, altri 40 miliardi di aiuti per la ripresa economica. Draghi è ottimista: "Ci aspettiamo che la nostra economia abbia un rimbalzo già in questo trimestre, le cifre di crescita di quest'anno probabilmente saranno riviste al rialzo". La ripresa sarà forte, poi vedremo quanto lunga, intensa, sostenuta. Finché c'è Draghi a Palazzo Chigi, c'è un freno alle spinte dei partiti, la loro eterna tendenza al deragliamento dalla realtà.
Tra le cose dette dal premier, ci sono due flash notevoli sulla politica. Uno riguarda il dibattito che si è aperto sulla successione a Mattarella. A Draghi non sono evidentemente piaciuti i ragionamenti che si fanno sul suo futuro e quello di Mattarella, così ieri in conferenza stampa ha detto a Salvini di finirla: "Trovo estremamente improprio, per essere gentile, che si discuta del Capo dello Stato quando è in carica. L'unico autorizzato a parlare del Capo dello Stato è il Capo dello Stato". Si tratta di un'evidente forzatura, visto che tutti sono autorizzati a parlare del Capo dello Stato, è il gioco della politica, quello che ha deciso di giocare anche Draghi, non c'è nulla di strano, soprattutto se il presidente della Repubblica dice che tra 8 mesi va a riposare.
Il premier comincia a sentire la pressione dei partiti che con la fine dell'emergenza si stanno risvegliando dal letargo da coronavirus. Svegli, ma sempre sonnambuli. Comprensibile l'irritazione del premier, sia chiaro, perché molte delle sortite dei partiti appaiono sempre più illogiche, prive di sostegno a terra, decollano e cascano immediatamente. Il tonfo più grosso, manco a dirlo, è arrivato dal Pd. Si è stampato sul suolo terrestre il cratere Enrico Letta. Facciamo il nostro giro di giostra. Seguite il titolare di List.
01
Draghi, la tassa di successione e il cratere Letta
Enrico Letta e Mario Draghi. Una difficile convivenza con un partito in cerca di testo e autore (Foto Ansa).Il premier Mario Draghi, a una domanda sulla proposta di Enrico Letta di aumentare la tassa di successione sugli immobili (un milione di euro di valore, andare a vedere quanto costa una casa per una media famiglia e poi prendere lezioni di realtà del mercato immobiliare), il cui prelievo sarebbe da destinare a un fondo per i giovani, dice una cosa che dovrebbe far riflettere il segretario del Pd: "Non ne abbiamo mai parlato, non l'abbiamo mai guardata. Non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli". Crash.
A Matteo Salvini non sfugge il dettaglio e... zac:
Guardate la faccenda dal punto di vista della comunicazione politica, Letta si è tuffato in una vasca da bagno asciutta. La prova ulteriore è nei titoli dei giornali stamattina, ne prendiamo due opposti, come esempio generale di epic fail:
C'è un altro dettaglio: la pensata di Letta andrebbe a prelevare il balzello dagli elettori di Roberto Gualtieri (eletto alla Camera con i voti del collegio 1 di Roma, cuore a sinistra e casa in centro) che, en passant, è candidato nella Capitale, dove un garage costa come un appartamento in provincia. Chissà cosa commenteranno gli elettori-proprietari democratici. La vocazione al suicidio del Pd è irrefrenabile. Sembra voler perdere i voti (e infatti Fratelli d'Italia ha messo la freccia di sorpasso) tanto che nella sua battaglia contro i ricchi (che ricchi non sono) ha trovato un compagno di strada che ne dipinge perfettamente lo smarrimento politico, Nicola Fratoianni: "Quella di Enrico Letta sulla tassa di successione è una proposta di buonsenso, indica la strada giusta. Dobbiamo chiedere un po' di più a chi ha di più (dove il di più è la casa, ndr) per darlo a chi ha di meno, per investire sul futuro del nostro Paese". Fratoianni, per la cronaca, è il segretario nazionale di Sinistra Italiana, è il più à gauche della compagnia di giro parlamentare. "Noi da tempo - dice Fratoianni - abbiamo presentato una proposta, una patrimoniale fortemente progressiva sulle grandissime ricchezze". "Si apra una discussione nel merito, lo si faccia una volta per tutte. Per ora le prime reazioni, a cominciare da quelle di Draghi, sono disarmanti e del tutto inadeguate". Ci risiamo. Sono tornati alla politica di Anche i ricchi piangono, peccato che a versare le lacrime sia quell'ex ceto medio scivolato verso la povertà che ha faticato una vita per comprare una casa da lasciare in eredità ai figli.
Letta ha un problema, la sinistra. Egli cerca una definizione e un'azione e non la trova per il semplice fatto che gli elettori si spostano rapidamente da un polo all'altro, la liquidità dell'elettorato ha prodotto un primo squasso nel 2013 (irruzione dei Cinque Stelle in Parlamento), il terremoto del 2018 (vittoria pentastellata e sorpasso della Lega su Forza Italia), tre governi in tre anni e l'arrivo di una soluzione tecnica, puntuale come la crisi. Per soprammercato, il sottosopra istituzionale ha fatto implodere la segreteria di Nicola Zingaretti, cioè del leader che cercava in sidecar con Goffredo Bettini una nuova sinistra. Tutti quelli che ci hanno provato nel Pd, sono caduti. Renzi che ne aveva in mente una blairiana, fuori tempo, Gentiloni che ne voleva una mite, guidata da Palazzo Chigi, Franceschini che ne vagheggia una da sfogliare, come fu la Margherita, Bersani che ne voleva una di stampo pragmatista-emiliana, D'Alema che la voleva socialista europea, Veltroni che la sognava americana. Tutti sono precipitati nel vuoto. E i giovani di ieri sono diventati vecchi. Letta aveva (forse ha ancora, ma per poco) un'altra occasione. Ma se cominci dalle tasse sulla casa, con gli italiani che da sempre ballano il ballo del mattone, prendi una sportellata micidiale. Letta dice il giusto quando afferma di essere il capo della sinistra, ma deve darsi un progetto di coalizione realista: se sceglie di andare con i Cinque Stelle, allora deve chiedere all'alleato di condividere delle idee di fondo, esattamente quello che non sta accadendo.
Ci sono temi importanti da declinare bene, prima di tutti c'è quello del lavoro. Ma se il tuo ministro è Orlando - la cui carriera nel mondo del lavoro non esiste, egli è un politico di professione - allora hai un problema di contatto con la realtà produttiva, con gli operai (che infatti votano a destra da decenni), con le nuove professioni, con il mondo dell'hi-tech (coccolato fino al collateralismo) che quel lavoro lo ha trasformato fino a smaterializzarlo e creare nuove figure prive di tutele sociali. Esiste il tema dell'ambiente, a cui tutti sono sensibili, che viene presentato con le parole dell'ecologismo degli anni Settanta in un paese che ha bisogno invece di modernità, senso della realtà, presenza dell'uomo e cura del territorio, una visione positiva del futuro. E quando si parla di diritti - necessari, fondamentali, da allargare senza calpestare quelli che sono l'applicazione del buonsenso - si dimenticano non solo i doveri, ma anche il non banale fatto che l'estremismo pedagogico, l'importazione di modelli culturali che non funzionano neppure altrove (Made in USA) finiranno per trasformare quel che resta della sinistra in un respingente partito dei maestrini.
Il dibattito tra "aperturisti" e "chiusuristi" il Pd lo ha ridotto a un problema di commercio, di bottega, invece è qualcosa di molto più profondo, è un'idea di società, e i dem hanno già perso questo confronto per mancanza di esperienza delle cose del mondo, per chiusura nella propria bolla mediatica, per suddittanza social, sono follower e non influencer e nella realtà di ogni giorno ci sono cose che galoppano. L'ottimo lavoro di Nicola Zingaretti sulla vaccinazione nel Lazio andava valorizzato, posto come simbolo di un'amministrazione regionale che ha saputo mettere in piedi una macchina che funziona, non basta vaccinare e lasciare Zingaretti da solo a fare la parte sacrosanta del bravo amministratore, un partito si muove in maniera corale, racconta bene quello che fa bene, sa esporre una visione e a Roma non candida Roberto Gualteri, ma il bravo amministratore, Zingaretti, fa di tutto per portare alla guida della Capitale il suo esponente migliore, uno che "risolve i problemi", il Mr. Wolf della situazione. Ma se la famiglia è divisa in fazioni, tutto diventa difficile, perfino il banale.
Letta è convinto che il suo campo d'azione sia tutto a sinistra, ma per recuperare i cocci, come chiedevano i militanti di una sezione del Pd di Testaccio, nella foto che apre questo aggiornamento del mattino di List, bisogna avere l'umiltà di chinarsi per terra, osservare quei cocci e vedere se possono davvero essere incollati o invece spazzati via per costruire altro. Una casa non si fa con i cocci, servono mattoni, ferro, cemento, un architetto che non disegni il brutto funzionalista, ma il bello che crea il bello. E non si tassano ulteriormente le famiglie nel momento in cui il paese ha bisogno di una dose di fiducia per far ripartire l'economia. Mettere i giovani in un programma politico non è una questione di soldi - che ci sono, tantissimi, stanno arrivando, sono gli oltre 240 miliardi del Recovery Plan, tema sul quale il Pd brilla per assenza - ma di agenda, visione, futuro.
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C'è altro in Parlamento? Cribbio, la telenovela di Giorgia e Matteo.
02
Il Copasir e la telenovela tra Giorgia e Matteo
Sono più alleati o avversari? Giorgia Meloni e Matteo Salvini (Foto Ansa).La battaglia per la leadership del centrodestra - di questo si tratta - tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni da settimane si era spostata sulla presidenza del Copasir. Meloni la reclamava per il suo partito, l'unico all'opposizione, e sul piano istituzionale non vi sono dubbi sul punto. Ma c'era (c'è) un piano politico che vede appunto la fondatrice di Fratelli d'Italia usare ogni mezzo per mettere in difficoltà quello che in teoria è un alleato, dunque la questione irrilevante della poltrona è diventata un elemento di tensione, un gioco alla fune tra Giorgia e Matteo.
Oggi, il colpo di cannone che era nell'aria: Movimento Cinque Stelle e Fratelli d'Italia hanno abbandonato i lavori costituendo un inedito asse contro la Lega. A quel punto, Salvini ha giocato di rimessa e preso in contropiede tutti innescando le dimissioni del presidente Raffaele Volpi e del componente Paolo Arrigoni. Volpi era in carica dal 9 ottobre del 2019, governo giallorosso. Bim bum bam, si rovescia tutto, perché ora il problema che si profila all'orizzonte è quello di eleggere un nuovo comitato.
La Lega ora attende che anche gli altri membri del Copasir si dimettano. In sostanza i leghisti chiedono l'applicazione della legge 124 del 2007 che prevede l'assegnazione all'opposizione di 5 componenti su 10 tra cui poter scegliere l'eventuale Presidente. L'applicazione letterale della norma significa che 5 posti sarebbero di Fratelli d'Italia, unico partito all'opposizione del governo Draghi. Si tratta di una mossa che ha lo scopo di far naugrafare il piano di Meloni, metterla di fronte all'eccezionalità del contesto politico, fatto che lei non aveva considerato quando ha reclamato la presidenza dell'organismo di vigilanza. Il fine di Salvini è quello di mandare a carte quarantotto l'elezione di Adolfo Urso, componente di Fratelli d'Italia, alla presidenza. Perché se hai 5 seggi del Copasir su 10, non puoi anche avere il presidente. E così, la situazione si ribalta, perché ora è il ragionamento della Lega a non fare un plissè sul piano istituzionale. I presidenti del Senato e della Camera, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, ora sono di fronte a un rebus: non applicare la legge e andare avanti così? O rifare tutto da capo? Gran casino.
Il Copasir ha un ruolo delicato, monitora il lavoro dei servizi di sicurezza italiani in patria e all'estero, verifica che i Servizi lavorino per il paese e non contro qualcuno, vigila sulla neutralità del lavoro delle nostre forze di intelligence. Sono punti radioattivi dell'agenda politica, non a caso Matteo Renzi aveva fatto scattare la crisi sollevando dubbi sulla gestione dei servizi segreti durante l'era di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. E non a caso il premier Mario Draghi ha messo la delega sugli 007 nelle mani esperte del capo della polizia Franco Gabrielli, sempre non casualmente il capo del Dis, il generale Gennaro Vecchione è saltato improvvisamente come un tappo di champagne e al suo posto è arrivata dalla Farnesina Elisabetta Belloni.
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Andiamo in zona di guerra, i cannoni tacciono, il fuoco è cessato, ma la pace non c'è.
03
La tregua tra Hamas e Israele regge
La sorpresa è sempre in agguato, ma la direzione di marcia è quella che abbiamo descritto negli ultimi numeri di List e la decisione del governo israeliano è arrivata ieri sera dopo 11 giorni di bombardamenti. Nella Striscia di Gaza è in vigore il cessate il fuoco, la tregua sembra reggere. Decisione del governo del premier Benjamin Netanyahu. La tregua è scattata ieri notte alle 02:00 dopo un conflitto durissimo. Una riunione del comitato di sicurezza del governo israeliano ha valutato lo scenario positivo della campagna militare, gli obiettivi di Hamas colpiti da Idf (l'esercito dello Stato ebraico) sono importanti, sufficienti per chiudere la battaglia, fino al prossimo scontro. Hamas ha l'arsenale in rapida riduzione (ma dice di non aver finito i razzi) e non può più sopportare una guerra lunga. Israele poteva andare avanti, ma la pressione della comunità internazionale per una de-escalation è cresciuta negli ultime 48 ore. Joe Biden ha bisogno che le armi tacciano per far tacere la fronda liberal del suo partito che sta(va) crescendo (la Casa Bianca ieri ha ribadito che "Israele ha diritto di difendersi e ha raggiunto importanti obiettivi militari", dunque può fermare i raid nella Striscia), l'Egitto e la Francia insieme alla Giordania hanno fatto la mediazione, Al Sisi si è sentito al telefono con Biden, non c'è pace duratura ma (forse) finiranno i bombardamenti che hanno scandito il giorno e la notte. Le puntate precedenti le conoscete tutte, non ci sarà una stretta di mano tra nemici, la tregua vale fino al prossimo lancio di razzi.
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Si direbbe che non ci sono vincitori, in realtà la battaglia per Hamas è stata un disastro strategico, hanno perso buona parte dell'arsenale, molti capi militari sono morti, oltre 100 chilometri della "metro" di Hamas, il sistema di tunnel, è stato sepolto dalle bombe, prima di riaprire il fuoco dovranno ricostruire la Santa Barbara. L'appoggio politico - il vero punto chiave della campagna militare - alla fazione palestinese si è decisamente indebolito. L'amministrazione americana ha sostenuto de facto Israele nel perseguimento degli obiettivi dei raid. Joe Biden ieri sera ha espresso la sua soddisfazione, dopo una partenza disastrosa in cui non beccava palla, ha recuperato la posizione e perfino trovato un buon compromesso. Né obamiano né trumpiano, potrebbe cogliere l'occasione per far partire sul serio dei negoziati per la soluzione dei due Stati, ammesso che i palestinesi e gli israeliani la vogliano ancora sul serio. Restano sul tavolo le domande e le risposte del "rebus della guerra". Si ripartirà da qui.
04
Il rebus della guerra. Si riparte da qui
Hamas ha scatenato il conflitto, l'ha cercato - la sua ragione d'esistere è la guerra - aveva preparato tutto per innescare il caos nel Giorno di Gerusalemme. E ha colpito. Il suo arsenale dopo anni di campagne militari, di risoluzioni dell'Onu, di dichiarazioni di pace, di "due popoli e due Stati", è intatto. È più forte, più evoluto, più preciso. Il braccio armato di Hamas (e mentre lo scrivo mi chiedo se ne esista davvero uno che sia "politico") ha affinato le tecniche della guerra: lancia i razzi a grappolo e così buca lo scudo anti-missile Iron Dome; ha droni e razzi anticarro di cui si serve per tendere agguati; i cecchini si appostano per ammazzare perfino i soccorritori dei feriti; il numero esorbitante di lanci è la spia di una strategia che usa lo strumento militare per raggiungere un obiettivo politico (conoscono la dottrina di Carl von Clausewitz meglio di quanto si immagini), l'idea di Hamas è quella di capitalizzare politicamente una guerra-lampo, colpire e ritirarsi, tendere trappole sul terreno per aumentare il numero di "danni collaterali" da far pendere sul capo di Israele, uccidere e dichiararsi pronti a un cessate il fuoco, usare lo smarrimento dell'Occidente per indebolire l'appoggio allo Stato ebraico, isolare l'unica democrazia presente in Medio Oriente e continuare a guadagnare tempo in favore di chi sta costruendo un arsenale più letale (e definitivo), fare il doppio e triplo gioco usando come sponda da biliardo autocrazie e dittature (la Russia, come tradizione della sua diplomazia, si è subito infilata nell'incertezza dell'amministrazione Biden e guarda caso lo fa in tandem con la Turchia), perseguire una condotta della distrazione di massa che ha un solo scopo, moltiplicare il gioco di fumo e specchi che serve a celare lo sviluppo dell'arma di distruzione di massa, circondare Israele fino a farlo capitolare in un futuro non troppo lontano che l'Occidente non vede perché colto dalla febbre alta dell'appeasement.
Sempre minacciato, in perenne stato di mobilitazione, Israele è un caso eccezionale di cui l'Europa fatica a vedere il paesaggio perché al contrario del Vecchio Continente continua a essere giovane e capace di riprodurre i propri valori. Un paese con un alto tasso di nascite sconosciute all'Occidente congelato nel permafrost dell'inverno demografico, uno sviluppo economico che ha saputo coniugare la tradizione con l'innovazione tecnologica, un'intelligenza che trova espressione da sempre in tutte le arti e oggi ha fatto emergere un immaginario popolare nell'industria della fiction, il più importante veicolo di cultura dell'era contemporanea. Israele non vive nel passato, abita nel domani.
I familiari e i compagni durante il funerale di Omar Tabib, 21 anni, il soldato israeliano ucciso da un razzo anti-carro lanciato da Hamas (Foto Epa/Abir Sultan)Quando il governo israeliano ha acquistato i vaccini e immunizzato la popolazione, in Europa sono emersi due sentimenti: l'ammirazione e l'invidia. L'ammirazione si è diffusa tra chi ha colto il punto fondamentale di uno Stato dove l'ordine e la cultura della Difesa sono un pilastro non per attaccare qualcuno, ma per tutelare la vita; l'invidia è quella di coloro che non avendo più alcun ordine (e Dio), è avviluppato nella burocrazia senza democrazia, punta l'indice su Israele accusandolo di egoismo, di fare incetta di vaccini, di non considerare il bene comune.
Sono accuse che gli ebrei e gli amici di Israele (ri)conoscono, hanno il suono sinistro di certe frasi del passato che riaffiorano nel presente. Sul taccuino del cronista ci sono alcune domande che attendono i fatti, la risposta della storia che si fa (e disfa) davanti a noi.
Prima domanda: questo conflitto sfocerà in un intervento di terra dell'esercito israeliano a Gaza?
Siamo a un passo dal possibile, nel gioco dello "show of force" i vertici militari hanno detto che l'opzione è sul tavolo, ma per mettere "boots on the ground", gli stivali sul terreno, occorre uno scopo politico ben definito e questo in realtà per ora non è chiaro. Dipende dall'obiettivo che ha in mente il governo israeliano, siamo di fronte all'opera in fieri della guerra.
Seconda domanda: qual è l'obiettivo del premier Benjamin Netanyahu?
Bella domanda, qui entriamo in un dedalo di possibilità, porte aperte e cancelli chiusi. Le porte aperte sono quelle della strategia del "tagliare l'erba", cioè inquadrare l'operazione "Guardiani delle mura" in una missione di tipo "periodico" - innescata da una pioggia di razzi, ricordiamolo - che diventa un'operazione di "search and destroy", serve cioè a eliminare infrastrutture e alcuni elementi di vertice di Hamas (cosa avvenuta), indebolirne la capacità operativa e fine della puntata con rinvio alla prossima della serie. E i cancelli chiusi quali sono? Quelli che si possono spalancare, un conflitto largo, dove entrano in campo i carri, la copertura aerea e dell'artiglieria durante l'avanzata, una grandinata di missili e incursioni rapide di truppe speciali su obiettivi strategici, per dare un colpo più profondo a Hamas e provocare una crisi politica a Gaza. Possibile? Tutto lo è, siamo in una terra incognita, ma Israele deve segnare sulla lavagna due fattori e tenerli bene a mente: il primo è che può perdere molti soldati perché Hamas è un gruppo ben armato ("abbiamo molte altre sorprese" ha fatto sapere stamattina il portavoce), un clan spietato che non segue le regole della guerra classica (hanno sparato perfino sui soccorritori dei feriti dal missile anti-carro che ieri ha ucciso il sergente maggiore Omer Tabib, 21 anni); il secondo fattore da ricordare è che dopo Hamas nessuno sa esattamente cosa potrebbe arrivare (e al peggio non c'è mai limite), non c'è un quadro chiaro del regime change. Una volta avviato il gioco sulla scacchiera, le pedine acquistano velocità e si muovono fuori dallo schema che finora è stato seguito. Serve un piano, Netanyahu ne ha uno di lungo termine? Sta "tagliando l'erba", ma non sappiamo se pianterà alberi.
Terza domanda: il quadro politico israeliano è favorevole?
Non è in discussione il sostegno alla risposta armata contro Hamas, ma Netanyahu è nella posizione di uno strano Commander in Chief che è in piena guerra mentre il suo paese è alla ricerca di un governo dopo che lui, proprio lui, non è riuscito a mettere insieme una maggioranza. Il conflitto può cementare un nuovo governo a presa rapida? O favorire l'eterno Bibi? Quello che accadrà nei prossimi giorni sul campo di battaglia avrà un effetto sul quadro politico.
Quarta domanda: chi vince?
In questo momento sta vincendo Hamas, per la semplice ragione che una sua sconfitta corrisponde a un solo evento, la sua caduta. Tutto il resto, nello sfacelo per i palestinesi, a Hamas torna utile. Per cadere dovrebbe essere completamente abbandonato al suo destino dai paesi arabi, cosa meno remota di un tempo, ma sempre molto difficile. Inoltre, il tiepido sostegno dato (per ora) dalle grandi potenze alla reazione militare di Israele, svanirebbe di fronte a un intervento più esteso, le cancellerie internazionali non hanno leader temprati dalla guerra, sono fatti per la pace, la pandemia li ha messi alla prova e non hanno certo brillato. Servirebbe una grande cooperazione internazionale per isolare i terroristi, perché Israele non può assumersi da solo il ruolo di "liberare" i palestinesi dal giogo di Hamas.
Quinta domanda: quanto tempo ha a disposizione Israele?
Abbiamo visto che ci sono molti limiti nell'hardware e nel software di questa vicenda, ma i fatti galoppano. Anche stamattina da Gaza sono piovuti razzi su Tel Aviv, Gerusalemme e le città al confine meridionale con la Striscia, un nuovo tipo di razzo con un raggio di 220 chilometri è stato lanciato sull'aeroporto di Eilat. Sono pessimi segnali e Hamas confida nel fatto che tutti gli elementi che abbiamo qui elencato giochino sempre a suo favore, può lanciare razzi e con questi acquista i mesi che servono (soprattutto ai suoi alleati, vedere alla voce Iran) per provare a demolire un quadro geopolitico che con gli Accordi di Abramo è cambiato nettamente in favore di Israele. Primo comandamento di Hamas: perdere tempo per prendere tempo. Può darsi che il copione si ripeta, che anche questa volta Israele si accontenti di "tagliare l'erba", ma in ogni caso questo conflitto - breve o lungo che sia - è destinato a segnare una svolta, un non detto che però è visibile. Se è (im)possibile eliminare Hamas, allora significa che qualcuno pensa che sia invece (im)possibile in futuro spazzare via Israele. Questo è il punto dal quale (forse) non si può più tornare indietro, c'è un problema che corre, il tempo.
Sesta domanda: un accordo per la fine delle ostilità è vicino?
L'esito sarà quello, ma non è detto che arrivi in fretta. Cessare il fuoco fa risparmiare proiettili e vite oggi, ma sulla convenienza per il domani non c'è da farci troppo affidamento. Chi pensa al compromesso con Hamas, immagina che lo scorrere delle lancette dell'orologio in fondo non favorisca la costruzione di scenari contro Israele, dia tempo alla trama e all'ordito della pace, ma non dà il giusto peso al quadro geopolitico, all'infiammabile transizione interna americana, all'attivismo della Russia e della Turchia nel quadrante del Mediterraneo Orientale, all'interesse (in)diretto della Cina a mantenere una situazione instabile al punto da "distrarre" ulteriormente gli americani e favorire l'ascesa di Pechino nel ruolo di prima potenza economica mondiale, alla grande partita del gas, materia prima fondamentale nella transizione energetica. Hamas in questo caso è solo uno strumento e il popolo palestinese una pedina il cui tragico destino interessa ben poco chi ha in mente il dominio della regione più ricca d'energia del pianeta. Siamo in un mondo che sta mostrando l'accelerazione e compressione del nuovo ordine del coronavirus.
Torniamo dunque alla casella di partenza di questo gioco, alla settima e ultima domanda: affondare il colpo o frenare, mettersi d'accordo con Hamas, in attesa del prossimo inevitabile lancio di razzi?
Rispondo con un flash di libri di storia, una nuvola di fumo e il suono di una cinepresa. Il compromesso in politica è una nobile arte, finché non diventa una resa. La storia è maestra, ma la lezione è regolarmente dimenticata. Nel film "L'ora più buia", Winston Churchill a chi nel governo gli chiedeva di trattare con Adolf Hitler rispose: "Non si può ragionare con la tigre quando hai la tua testa nella sua bocca". Hamas è la tigre, la testa rischia di essere la nostra.
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Buone notizie ne abbiamo? Certo, qualcosa di sensato arriva dall'Unione europea.
05
Habemus il green pass europeo
Non è Papa, ma di certo sarà il re dei viaggi nei prossimi mesi. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul Certificato Covid digitale Ue per facilitare la libera circolazione durante la pandemia. Sarà digitale e cartaceo, dirà se una persona è stata vaccinata, è negativa o è guarita dall'infezione di recente. Saranno tre certificati in un singolo documento. Resterà in vigore 12 mesi, non sarà precondizione per viaggiare, ma meglio averlo a portato di mano. Chi paga i test? La Commissione europea metterà a disposizione circa 100 milioni di euro. Si tratta chiaramente di uno strumento d'emergenza per far ripartire la mobilità. Anche questo è un passaggio positivo. Ce ne sono altri? Certamente, stiamo uscendo dal tunnel della crisi pandemica in gran velocità. Non era la fine del mondo, non è il mondo di prima, è semplicemente un altro mondo. E come cantava Battisti con le parole di Mogol, lo scopriremo solo vivendo.
06
Crollo dei casi e dei decessi, oltre 29 milioni di vaccini somministrati
Avviso ai peggioristi: la curva dei contagi nell'ultima settimana ha registrato un crollo del 30% dei nuovi casi e del 21,3% dei decessi. In 6 settimane i ricoveri sono diminuti del 60% e del 55% quelli in terapia intensiva. Ah, le somministrazioni di vaccino hanno superato i 29 milioni di dosi, 9,3 milioni di persone hanno completato il ciclo vaccinale. L'era del coronavirus sta finendo. Quella di Putin no.
07
Il dentista Putin
Sochi, Russia, 10 maggio. Vladimir Putin gioca un incontro di hockey (Foto Epa).Vladimir Putin è un tipo che non usa giri di parole. Durante una riunione del governo ha detto che farà "saltare i denti" ai nemici della Russia. Putin a affermato che "tutti vogliono morderci da qualche parte, ma dovrebbero sapere che gli faremo saltare i denti in modo che non lo possano fare". Putin durante il vertice ha spiegato che nonostante il crollo dell'Unione Sovietica, la Russia è rimasta il paese più grande del mondo: "Troppo grande per alcuni". Le parole dell'uomo del Cremlino (titolo sono arrivate proprio nel giorno dell'incontro tra i due ministri degli Esteri di Stati Uniti e Russia, Blinken e Lavrov.
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Che dire? Un avviso ai giocatori d'azzardo, occhio alla cassa.
08
Se avete in cassa Bitcoin...
Profezia. "Preparatevi a perdere tutti i soldi", dice l'autorità che regola la Borsa di Londra. In ogni caso, occhio alle cose che sta pubblicare la Federal Reserve. Il presidente Jerome Powell ha annunciato l'uscita in estate di un documento che analizza i rischi e i benefici di una valuta digitale americana. Powell dice che sarà "l'avvio di un processo ragionato". Secondo Powell la valuta digitale dovrebbe essere complementare e non un sostituito del contante. Il problema sta nel potere di battere moneta, finora era dello Stato, ma con le criptovalute la faccenda si complica. E quel potere ha una parentela stretta con una cosa chiamata sovranità. Non è così difficile prevedere cosa accadrà: o un nuovo ordine monetario internazionale o il caos.
Post scriptum: la giostra continua, Elon Musk ha twittato:
Musk dice che non ha venduto e non venderà nessun Doge. Effetto sulla quotazione del Dogecoin:
Questo significa essere un influencer nell'era digitale. Il resto è supercazzola da Instagram.
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Se credete al Bitcoin, allora siete certi dell'esistenza delle fate a Wall Street. Oppure siete delle meravigliose creature. Come questa.
09
Le fate esistono
Test alla scuola primaria, classe seconda. Ai piccoli viene dispensato uno dei tanti test di (in)comprensione. Si racconta ai bimbi una fiaba dove c'è un principe, una principessa e una fata. Fin qui, tutto perfetto, siamo dentro la morfologia della fiaba di Propp, andiamo avanti.
Arriva la domanda finale, quella che rivelerà quanto l'alunno ha capito o no: Questo racconto è una fiaba, una filastrocca o un racconto realistico?
Un bimbo risponde: "È un racconto realistico".
La maestra legge la risposta e chiede: “Caro, perché sarebbe un racconto realistico?".
Negli occhi del bimbo brilla risposta magica: "Maestra, perché ho perso un dentino e l'altra notte è passata la fata a prenderlo".
E ora provateci voi a dire a questa meravigliosa creatura che non è vero. Sì, le fate esistono.
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- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
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Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.