6 Giugno
La cancelliera vince e non ha un erede
La Cdu secondo gli exit poll vince con il 36% in Sassonia-Anhalt, secondo partito è AfD con il 22,5%. È un'altra tappa di avvicinamento alle elezioni parlamentari in autunno. La partita tedesca e noi. Tassa globale e reale dominio delle Big Tech. Abbiamo un'élite analogica che non conosce il mondo digitale. Fauci e gli altri, altri elementi sull'inchiesta sul laboratorio di Wuhan
Che succede? Mentre stavamo premendo il pulsante del visto si stampi sono arrivati i primi exit poll sul voto nel Land della Sassonia-Anhalt, eccoli, al volo: il partito di Angela Merkel ha vinto con un netto margine. Secondo gli exit poll pubblicati dalla tv pubblica Ard si impone la Cdu con il 36% (+6,2%), mentre Afd è al 22,5% (-1,8%), i socialdemocratici dell'Spd perdono punti con l'8,5% (-2,1) Si tratta di un risultato a sorpresa, perché i sondaggi davano un testa tra le due formazioni. La cancelliera Merkel ha evitato la spallata della destra.
Il voto in Sassonia-Anhalt è un altro passaggio di avvicinamento al voto parlamentare della Germania in autunno, il vero punto di svolta in Europa. Chiusa l'era Merkel, chi sarà il suo erede nella regia dell'Unione? Macron è debole, i successori della cancelliera non ci sono. Resta Draghi. Per questa ragione il titolare pensa che la sua destinazione naturale sia la presidenza della Commissione Ue. Naturalmente le previsioni sono fatte per essere smentite e l'orizzonte temporale è lungo. Molti fatti da qui al 2024 accadranno. Siamo nel presente, proviamo in ogni caso come sempre a dare un'occhiata ai fatti per leggere il futuro. Seguite il titolare di List.
01
Il destino delle due Germanie
Occhio alle Germanie. Non siamo tornati indietro con la storia, siamo avanti, il muro di Berlino è caduto, Helmut Kohl ha riunificato la Germania Est e Ovest, il marco ha lasciato il suo posto all'Euro, la Bundesbank ceduto il suo potere alla Banca centrale europea, Angela Merkel è cancelliera, il presente c'è. Ma viviamo in una rinnovata ucronia, lo scenario è quello di due Germanie. Perché? Andiamo con ordine.
I seggi si sono aperti alle 7.00 in Sassonia-Anhalt. Il voto nel Land centro-orientale della Germania è un test per la Cdu di Angela Merkel e il partito di...
Che succede? Mentre stavamo premendo il pulsante del visto si stampi sono arrivati i primi exit poll sul voto nel Land della Sassonia-Anhalt, eccoli, al volo: il partito di Angela Merkel ha vinto con un netto margine. Secondo gli exit poll pubblicati dalla tv pubblica Ard si impone la Cdu con il 36% (+6,2%), mentre Afd è al 22,5% (-1,8%), i socialdemocratici dell'Spd perdono punti con l'8,5% (-2,1) Si tratta di un risultato a sorpresa, perché i sondaggi davano un testa tra le due formazioni. La cancelliera Merkel ha evitato la spallata della destra.
Il voto in Sassonia-Anhalt è un altro passaggio di avvicinamento al voto parlamentare della Germania in autunno, il vero punto di svolta in Europa. Chiusa l'era Merkel, chi sarà il suo erede nella regia dell'Unione? Macron è debole, i successori della cancelliera non ci sono. Resta Draghi. Per questa ragione il titolare pensa che la sua destinazione naturale sia la presidenza della Commissione Ue. Naturalmente le previsioni sono fatte per essere smentite e l'orizzonte temporale è lungo. Molti fatti da qui al 2024 accadranno. Siamo nel presente, proviamo in ogni caso come sempre a dare un'occhiata ai fatti per leggere il futuro. Seguite il titolare di List.
01
Il destino delle due Germanie
Occhio alle Germanie. Non siamo tornati indietro con la storia, siamo avanti, il muro di Berlino è caduto, Helmut Kohl ha riunificato la Germania Est e Ovest, il marco ha lasciato il suo posto all'Euro, la Bundesbank ceduto il suo potere alla Banca centrale europea, Angela Merkel è cancelliera, il presente c'è. Ma viviamo in una rinnovata ucronia, lo scenario è quello di due Germanie. Perché? Andiamo con ordine.
I seggi si sono aperti alle 7.00 in Sassonia-Anhalt. Il voto nel Land centro-orientale della Germania è un test per la Cdu di Angela Merkel e il partito di estrema destra AfD. Un milione e 800mila elettori e una prova che secondo i sondaggi doveva essere un testa a testa con AfD, le prime proiezioni indicano una vittoria della Cdu e per il governo di Berlino è una buona notizia per il prossimo futuro.
Bene, e le due Germanie? Giusta domanda, eccole in un sondaggio nazionale dell'Istituto Forsa: a Ovest i Verdi sono il primo partito con il 26% dei consensi, inseguiti dalla Cdu/Csu al 25%, mentre i socialdemocratici arrivano al 15% a pari merito con l'Fdp, mentre l'Afd si ferma al 7% e la Linke è al 4%. Nei Laender dell'Est la destra di AfD ha il 21% dei consensi, è due punti di distanza della Cdu che naviga al 23%, mentre i Verdi qui non vanno oltre il 12%, stessa percentuale dei socialdemocratici dell'Spd, la Linke supera Verdi e Afd con il 13% e i liberali toccano il 10%. A Est le forze estreme sono forti, a Ovest c'è l'ascesa dei Verdi e dei liberali. Un voto, un doppio scenario, due Germanie.
L'ultima prova della cancelliera Merkel è di ferro e fuoco.
***
In un mondo dove regna il caos di Babele, dove le istituzioni pensano alle tasse ma non riescono a prendere le misure al discorso, alla lingua, alla fine gli elettori si polarizzano sulle ali estreme, il demagogo di turno, così la democrazia sta arretrando, con la scomposizione del senso e del linguaggio, la polverizzazione del significato.
02
La tassa globale e il reale dominio delle Big Tech
I paesi del G7 hanno dato il via libera alla tassa globale sulle multinazionali, aliquota minima del 15% sulle aziende con un margine del 10%. Mario Draghi ha definito la decisione come un "passo storico verso equità e giustizia sociale". Per le aziende hi-tech è una puntura di spillo, se la caveranno benissimo e infatti esultano, "sosteniamo un accordo equilibrato e duraturo", dicono in coro Facebook, Google, Apple e tutti gli altri.
Il problema dei titani della Rete non è la tassazione (che è un fatto ovvio, visto che siamo in piena zona di elusione fiscale), ma la regolazione delle loro attività e del loro dominio pressoché assoluto. Le Big Tech sono diventate un fattore di distorsione del dibattito pubblico e del processo democratico, alterano gli equilibri, manipolano la competizione, azzerano la competenza, annullano la gerarchia del sapere, sono la piattaforma di fake news che generano fenomeni di grave alterazione della realtà, la loro esistenza è diventata in molti casi una minaccia alla libertà, sono estese a tutti i settori e al confronto il monopolio della fu Standard Oil fa sorridere. Il G7 che tassa non risolve tutto questo, non si occupa delle pratiche commerciali scorrette, dei cartelli permanenti e temporanei, dell'antitrust e della pubblicità, degli esperimenti sulle "emozioni" della massa fatti con gli algoritmi, del tracciamento permanente degli utenti, delle intrusioni e violazioni della privacy, dell'irresponsabilità editoriale e imprenditoriale sui contenuti, il G7 esulta per la tassa, ma il nocciolo radioattivo è quello che abbiamo per sommi capi messo nero su bianco.
03
Guerre digitali e élite analogica
L'assenza della consapevolezza di quanto l'Occidente stia bruciando se stesso nelle "culture wars" alimentate sui social (guerre sfruttate dai regimi autoritari che hanno eserciti digitali che poi le cavalvano e alimentano, come con efficacia riassume una copertina di The Spectator), nella dissipazione di tempo e vita dei giovani sullo schermo virtuale, nell'uso distopico della tecnologia per fini che non sono il bene dell'uomo ma il suo annullamento in pixel, è il punto chiave della nostra crisi, perché le attuali leadership su questo tema sono asincrone, sono in gran parte rappresentanti di una "élite analogica" che ha vissuto e vive fuori dalla dimensione digitale. In una guerra che ha come fine la libertà di pensiero e di impresa, la risposta è la seguente: tassano i carri armati mentre stanno sfondando il muro delle nostre case. Il passo è storico, non c'è dubbio, ma ben poco utile ai fini di un mondo migliore perché non ferma le legioni di algoritmi che si muovono in direzione contraria alla causa della libertà.
04
Cingolani e la "demonizzazione dell'industria"
Si va affermando un'ideologia regressista che ha trovato un nuovo -ismo vestito di "green". Tutto è verde, fino all'inverosimile. Tutto è ecologico, fino alla distruzione di ogni senso. Tutto è da preservare, ma con il lieve dettaglio che la vita è trasformazione. Moderazione, ragionevolezza, un po' di senso della realtà? Zero, siamo appunto nell'epoca delle guerre culturali, dunque negli Stati Uniti c'è la teoria della razza e della giustizia sociale, per cui il colore della pelle è automaticamente (al di là di ogni biografia, fatto personale, contesto storico) un giudizio, la storia americana è da riscrivere, Omero e i classici greci non si possono leggere perché sono l'origine della supremazia culturale bianca, i classici sono da riscrivere, i film da sottotilare con le istruzioni per l'uso e una posologia del politicamente corretto, i musei sono da rifare perché l'arte delle minoranze è discriminata e via così in uno tsunami che travolgerà ogni memoria fino a lasciare il niente. Questo processo di cancellazione procede spedito in Europa e in Italia su un altro versante, quello dell'industria, della manifattura. Prima o poi la realtà tornerà a ricordare che l'attuale benessere costa e consuma energia, nell'attesa di vedere realizzata la meravigliosa utopia della decrescita felice, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ieri ha ricordato ai naviganti senza vento che è ora di dire "basta alla demonizzazione dell'industria", che le fabbriche "non sono il demonio", che "la transizione non si fa a colpi di scure", che "allora chiudiamo tutte le aziende così non inquiniamo, ma poi vediamo cosa succede". Sarebbe bello, istruttivo, un atto finale che forse sveglierebbe qualche pulita coscienza che si gode l'aria condizionata mentre la temperatura estiva sta salendo, sì chiudiamo tutto e vediamo cosa succede.
05
Accademia, censura e libertà di pensiero e insegnamento
L'America è l'epicentro della crisi dell'Occidente, forse anche la sua soluzione e naturalmente la possibilissima dissoluzione. L'Europa è un cimitero delle idee, un continente senile che si sta consumando come una candela, gli Stati Uniti procedono rapidamente verso una collisione distruttiva delle sue anime, l'incubo di una società divisa e in guerra che appare nella letteratura americana è più reale di quanto si immagini. Esiste una controcultura popolare e non populista, dei bastioni solitari dell'istruzione dove la tradizione non viene ritenuta spazzatura, ma le università sono egemonizzate da fenomeni di intolleranza che Allan Bloom aveva perfettamente raccontato in "The Closing of the American Mind", libro fondamentale per sapere, per capire come siamo arrivati a questo punto della storia.
Non si salva neppure l'accademia inglese. L'Economist racconta i fatti accaduti nell'università di Essex, una delle migliori del Regno, che ha censurato senza ragione due docenti accusate di "transfobia" da alcuni studenti. Due donne, due studiose, che hanno subito un assalto alla libertà di pensiero. L'università aveva cancellato i corsi e declinato l'invito alle docenti, dando così il via libera alla gogna professionale e personale. Il risultato finale è che sono entrati in campo gli avvocati, l'ateneo ha dovuto provvedere a una profonda revisione dei fatti e ha ammesso in un documento pubblico di aver commesso un grave errore nella cancellazione dei seminari. La lettura del report dell'università lascia senza fiato, togliere la parola è un atto gravissimo. Un passo tratto dalle conclusioni sull'indagine interna:
Gli episodi di questo tipo nelle università sono ormai innumerevoli, la censura scatta perché i senati accademici, i consigli di facoltà, i titolari delle cattedre sono preoccupati più dell'immagine, temono la perdita del posto (cosa che avviene regolarmente, senza che nessuno alzi la voce, un'epurazione culturale su vasta scala), perde l'intera società, quella civiltà occidentale che aveva fatto del libero scambio di idee (equilibrate, ben fondate, argomentat) il terreno fertile per la formazione della classe dirigente.
06
Fauci e gli altri. L'indagine sul laboratorio di Wuhan
Questo scenario di "moral bias", pregiudizio morale e partigianeria politica, ha influito in maniera pesante sulle indagini sulle origini del nuovo coronavirus, fino a farle evaporare quando servivano (all'inizio della pandemia) e lasciare alla Cina ogni iniziativa. Occorreva uno sforzo globale nella direzione della verità che, probabilmente, non vedremo mai anche a causa del ritardo e delle chiusure alla libera discussione scientifica. Ora è arrivato il momento dei ripensamenti, delle precisazioni, dei "ma forse...". Sono arrivate le prime ammissioni sul clima da battaglia ideologica. Jonathan Karl, capo dei corrispondenti della Casa Bianca del network Abc, durante il programma "This Week" ha rivelato come stavano (e stanno ancora, per molti altri aspetti) le cose tra i media americani, l'establishment culturale e la politica: "Sì, penso che molte persone avessero le uova in faccia. Questa era un'idea che è stata proposta per la prima volta da Mike Pompeo, segretario di stato, Donald Trump, e guardate che alcune cose possono essere vere anche se Donald Trump le ha dette", ha ammesso Karl. E allora perché nessuno a creduto a Trump e a Pompeo? Semplice, Karl dice che "Trump stava facendo un appello francamente razzista parlando di "kung-flu", e del "virus cinese", ha detto in modo piatto che questo veniva da quel laboratorio, ed è stato ampiamente respinto... ma ora le persone serie stanno dicendo che ha bisogno di una seria inchiesta". Le persone serie. Traduzione: i democratici. Il punto è politico, ma andiamo avanti, perché la storia - al di là degli esiti finali che avrà - è intrigante.
Ricercatori del laboratorio di Wuhan con le loro tute protettive (Foto Zuma).Veloce recap della scena: Joe Biden ha ordinato all'intelligence un'indagine sulle origini del virus, Anthony Fauci, il "Virologo in Chief" della Casa Bianca, ha cambiato idea e vuole saperne di più su cosa è successo a Wuhan, la comunità internazionale preme sulla Cina per avere più notizie su cosa accadde a Wuhan alla fine del 2019 e nelle prime settimane del 2020, eserciti di virologi si sono risvegliati dal letargo invernale e ora chiedono di indagare su quanto accaduto a Wuhan. La storia è avvincente, perché il cambio di amministrazione ha portato anche a un ribaltone di scenario. Sospettare una fuga da laboratorio non è più considerato cospirazionismo, ma sacrosanta richiesta della verità. Il tempo cambia molte cose nella vita (Franco Battiato), così eccoci dentro un'altra storia. Altro giro, altra corsa, siamo nel gioco di parole delle tre streghe nel Macbeth, il meraviglioso Shakespeare che tutto ha raccontato sull'animo umano:
Il bello è brutto e il brutto è bello: | Fra nebbie e fumo corri a rovello.
Il grande Nelson DeMille, uno dei migliori scrittori di thriller d'America (tutti i libri sono un piacere della lettura, consiglio per cominciare "May Day", "Night Fall" e "The Lion"), farebbe dire a uno dei suoi amati personaggi, l'agente anti-terrorismo John Corey, che "siamo in un gioco di fumo e specchi". Vero, perché gli elementi si moltiplicano e non si comprende come mai emergano solo ora. O forse sì, ma lasciamo che parlino i fatti che stanno sbattendo le ali (e non sono solo pipistrelli).
Sorpresa tra le email del dottor Fauci. Washington Post e BuzzFeed hanno ottenuto la pubblicazione delle email di Fauci, sono 3200 le abbiamo esaminate tutte, quella più interessante (che ha messo all'erta il Wall Street Journal che vi ha dedicato un commento firmato da Nicholas Wade, un importante scrittore di scienza che pubblica su Nature, Science e il New York Times) viene da Kristian Andersen, un virologo che aveva sostenuto l'origine naturale del coronavirus.
Dunque il 31 gennaio Andersen scrisse un messaggio a Fauci dove manifestava dubbi sull'evoluzione naturale del virus, lasciava aperta la porta a una sua ingegnerizzazione. Insomma, c'era qualcosa di anomalo. Poche settimane dopo Andersen cambiò idea sostenendo in una lettera su Nature, pubblicata il 17 marzo del 2020, che il virus aveva un'origine naturale. Punto.
Prima c'erano dubbi. Poi sono vaniti. E ora... ta-dà, sono ricomparsi. Si tratta in fondo del normale percorso di prova ed errore, la scienza ha queste vie che spesso sono arabeschi, il problema è che la stessa scienza che di solito lavora in silenzio in questo caso (la ricerca su una pandemia) ha fatto rumore e opinione, indirizzato la politica e le sue scelte, è entrata a piedi uniti (era inevitabile) in una corsa presidenziale come quella tra Biden e Trump. Prima del Covid non ci sarebbe stata storia, ma la storia ha dato a Biden la vittoria a Joe, dunque viva Biden, ma Trump qualcosa di fondato l'avevo detto, in anticipo.
La pubblicazione della email di Andersen indirizzata a Fauci ha dato ai repubblicani l'assist per sostenere che il virologo a capo della task force della Casa Bianca abbia insabbiato quell'ipotesi per non favorire The Donald, siamo in uno scenario di piena battaglia politica (ieri e oggi), anche questo fa parte del gioco, Fauci poteva avere le sue opinioni, non ci pare soggetto da complotto (e qui su List le teorie cospirazioniste non trovano posto, se non come elemento della fiction), le sue divergenze con Trump erano alla luce del sole, ma è chiaro che resta una tempistica diciamo... curiosa. La forza del caso. Andersen oggi parla di nuovo del "lab leak", della fuga del virus dal laboratorio o, meglio, non la può escludere e ritorna dunque alle sue origini prima accantonate. Suo tweet di qualche giorno fa:
La storia va avanti, naturalmente, ora si attende l'inchiesta dell'intelligence americana. È stata ordinata pochi giorni fa da Biden. E anche qui abbiamo due date che pulsano sul calendario. Anzi tre, cominciamo da uno studio pubblicato in gennaio, l'autore è il virologo Steven Quay, ecco la copertina, la lettura è di estremo interesse:
Una versione del coronavirus presente nei pipistrelli di una grotta della provincia dello Yunnan, denominato RaTG13 (il cui genoma è identico al 96,2% a quello del SARS-CoV-2, il raffronto più vicino tra quelli conosciuti), viene citata dagli 007 americani, e finisce in un report del Dipartimento di Stato in gennaio. Tre minatori muoiono di una malattia respiratoria misteriosa e sei dipendenti del laboratorio di Wuhan si ammalano. Il RaTG13 è studiato nel laboratorio di Wuhan. Sono i fatti sui quali oggi Anthony Fauci oggi chiede alla Cina i registri medici. La Cina nega tutto. Avere quei dati allo stato dell'arte è impossibile, Pechino ha blindato la propria posizione. Andiamo avanti.
Il 29 marzo di quest'anno, il virologo Steven Quay pubblica la terza versione di una ricerca intitolata: "Un'analisi bayesiana conclude al di là di ogni ragionevole dubbio che il Sar-Cov-2 non è una zoonosi naturale, ma derivata in laboratorio"). Quay descrive proprio il virus RaTG13 come "un'entità non puramente biologica, ma che mostra evidenze di manipolazioni genetiche in laboratorio". Ops. Il 24 maggio Quay viene ascoltato dal Congresso degli Stati Uniti. Il 26 maggio Biden ordina l'inchiesta sulle origini del coronavirus da completare entro 90 giorni. Come ricorda Nicholas Wade in un articolo pubblicato sul Bullettin of the Atomic Scientists, "non ci sono ancora le prove" né sull'origine naturale né su quella in laboratorio del coronavirus. Attendiamo i risultati dell'inchiesta ordinata da Biden sulla riva del fiume con il taccuino squadernato. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.