23 Giugno

L'Italia al bivio

Il premier ha trascinato il paese fuori dalla palude, ma le fazioni del tanto peggio tanto meglio esistono e vanno combattute. Segnali dal futuro, tra boom in arrivo e dibattiti surreali tra i partitanti. Ddl Zan, gli opposti -ismi e la necessità di un serio negoziato parlamentare. Merkel: la Germania avrà una grande crescita. Nicola, un miracolo nel bosco

Che succede? Mario Draghi corre come una saetta per realizzare il suo piano sul doppio binario vaccinazione-ricostruzione. Mentre c'è chi occupa il suo tempo chiedendo ai calciatori della nazionale italiana di inginocchiarsi perché così prevede la liturgia (il razzismo si combatte in altro modo, con i fatti, ma ormai siamo all'imposizione dei gesti, alla marchiatura a fuoco, alla prescrizione medica dei vuoti simbolismi, purché appartengano al codice del politicamente corretto), il presidente del Consiglio incassa il via libera della Commissione Ue al Recovery Plan e la prima rata da 25 miliardi. Il Green Pass, appena varato, è già stato scaricato da 5 milioni di italiani. L'Italia è a un bivio, finora Draghi ha trainato questo Parlamento - l'intero paese - fuori dalla palude, ma nessuno da solo può riuscire nell'impresa di cambiare la nazione, riportarla al rango che merita (per le sue enormi potenzialità). Serve un grande sforzo corale, un lavoro di squadra. Finora si è visto a sprazzi, abbiamo un leader, è un grande punto di vantaggio anche rispetto ad altri paesi, ma la zavorra del passato c'è, i predatori sono in agguato, svolazzano come avvoltoi, l'Italia del tanto peggio tanto meglio esiste. E va combattuta.

C'è una sentenza del Consiglio di Stato sull'Ilva che è più di un documento giudiziario, è un faro di speranza. I magistrati  hanno sentenziato che Taranto continuerà a produrre acciaio, l'ex Ilva, ora Acciaierie d'Italia, la nuova società nata il 10 dicembre dall'unione tra ArcelorMittal Italia (parte privata) e Invitalia (per conto dello Stato) non sarà inghiottita dal tanto peggio tanto meglio. I giudici della quarta sezione del Consiglio di Stato hanno rigettato la sentenza del Tar di Lecce dello scorso febbraio e l'ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che decretavano lo spegnimento dell'acciaieria. Spegnerla significa chiuderla. "Il potere di ordinanza non risulta suffragato da un'adeguata istruttoria e risulta, al...


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