29 Novembre
"Berlusconi la smetta"
Matteo Salvini avvisa il Cavaliere: "Basta nomi, siamo seri. Ha già dato la composizione del governo, è surreale". Sono finiti i tempi di Bossi, il segretario della Lega non accetterà mai un ruolo subalterno.
"Berlusconi la smetta". Prima o poi sarebbe arrivato l'alt di Matteo Salvini alla giostra di Berlusconi. Il Cav fa lo spiazzista, il problema è che spiazza anche gli alleati o quelli che dovrebbero esserlo e quei nomi per Palazzo Chigi che lui lancia come coriandoli cominciano a infastidire il segretario della Lega. I due giocano come il gatto e il topo, bisogna solo vedere chi farà la fine che di solito tocca al sorcio.
Berlusconi l'altro ieri ha fatto sapere di essere pronto a candidare Bossi, cioè il nemico di Salvini. È il chiaro tentativo di provare a indebolire la Lega sul piano dei voti, operazione che Berlusconi in questi venticinque anni ha sempre fatto periodicamente con un partito o con l'altro delle sue varie coalizioni dove, alla fine, i piccoli hanno sempre perso e con la Lega - finché c'era Bossi - alla fine decideva lui, Berlusconi. Da quando c'è Salvini segretario le cose sono cambiate: il segretario leghista considera Berlusconi uno a cui la carta d'identità ha già detto stop, ma questo è esattamente l'opposto di quello che pensa l'interessato. Così Berlusconi "è in campo" e pensa agli scenari di governo, a Palazzo Chigi. Quello del leader di Forza Italia è un quotidiano rilancio della palla, fa come se la coalizione non esistesse e se anche fosse una cosa concreta, Berlusconi la ritiene naturalmente sotto la sua leadership.
"Questa è nuova", ha commentato Salvini l'altro ieri quando ha letto del lancio del generale Leonardo Gallitelli verso la premiership ideale. Berlusconi poi ha corretto la gittata, mettendo l'ex numero uno dei Carabinieri tra i favoriti per un posto importante nel governo, ma il fatto resta: il Cavaliere fa scouting solitario, gli alleati possono seguire, se vogliono. È Berlusconi, niente di nuovo.
Nelle alleanze di Berlusconi questo stop and go della fiera,...
"Berlusconi la smetta". Prima o poi sarebbe arrivato l'alt di Matteo Salvini alla giostra di Berlusconi. Il Cav fa lo spiazzista, il problema è che spiazza anche gli alleati o quelli che dovrebbero esserlo e quei nomi per Palazzo Chigi che lui lancia come coriandoli cominciano a infastidire il segretario della Lega. I due giocano come il gatto e il topo, bisogna solo vedere chi farà la fine che di solito tocca al sorcio.
Berlusconi l'altro ieri ha fatto sapere di essere pronto a candidare Bossi, cioè il nemico di Salvini. È il chiaro tentativo di provare a indebolire la Lega sul piano dei voti, operazione che Berlusconi in questi venticinque anni ha sempre fatto periodicamente con un partito o con l'altro delle sue varie coalizioni dove, alla fine, i piccoli hanno sempre perso e con la Lega - finché c'era Bossi - alla fine decideva lui, Berlusconi. Da quando c'è Salvini segretario le cose sono cambiate: il segretario leghista considera Berlusconi uno a cui la carta d'identità ha già detto stop, ma questo è esattamente l'opposto di quello che pensa l'interessato. Così Berlusconi "è in campo" e pensa agli scenari di governo, a Palazzo Chigi. Quello del leader di Forza Italia è un quotidiano rilancio della palla, fa come se la coalizione non esistesse e se anche fosse una cosa concreta, Berlusconi la ritiene naturalmente sotto la sua leadership.
"Questa è nuova", ha commentato Salvini l'altro ieri quando ha letto del lancio del generale Leonardo Gallitelli verso la premiership ideale. Berlusconi poi ha corretto la gittata, mettendo l'ex numero uno dei Carabinieri tra i favoriti per un posto importante nel governo, ma il fatto resta: il Cavaliere fa scouting solitario, gli alleati possono seguire, se vogliono. È Berlusconi, niente di nuovo.
Nelle alleanze di Berlusconi questo stop and go della fiera, il carro pieno di marionette, figure, burattini, giocattoli, ninnoli e nomignoli è un leit-motiv, solo che con Salvini non può funzionare così, per ragione di carattere, anagrafiche e politiche. Così stamattina Salvini alla fine l'ha detta tutta: "Ha già dato la composizione del governo, un dibattito surreale. Lo invito a smettere. Voglio prima il programma, nero su bianco, prima delle elezioni", avverte il segretario della Lega. Che osserva come l'ultimo nome fatto da Berlusconi sia "il quinto che lancia, quindi chiedo a tutti i colleghi della Lega che fanno campagna elettorale di essere seri. Promettere poco e mantenere tanto. Quando uno lancia un candidato ogni quarto d'ora non fa una operazione di concretezza e trasparenza". Bang. "Quando sento Berlusconi che vuole coinvolgere Scelta Civica dico che non è serio. Non possiamo tirare su tutti e fare l'Arca di Noè e poi litigare il giorno dopo". Salvini punta a "un programma in dieci punti, è meglio tirare fuori i problemi prima. In passato si faceva finta di niente, si vinceva ma poi ci hanno mandato a casa". Coalizione? Per ora non c'è nulla, Salvini tiene il punto, Berlusconi fa il king maker e ancora non si è parlato di candidature nei collegi. Berlusconi non la smetterà. Neanche Renzi. Che lo imita nella versione old style.
01
Renzi: un milione di posti di lavoro
Il problema è che in Italia i personaggi si clonano, cominciano a somigliarsi tutti, anche se formalmente stanno dall'altra parte e si dicono avversari. Ecco il Renzi di oggi in versione Silvioland: "Puntiamo ad avere ancora un milione di posti di lavoro, ne abbiamo fatti già un milione in questi primi tre anni". Renzi parla da Sarzana, il suo treno si è fermato al cantiere navale Intermarine. Renzi fa previsioni, moltiplica, vede e provvede: "Il distretto della cantieristica navale ha un futuro in tutti i settori. Qui stiamo parlando di 200 posti di lavoro che potrebbero diventare circa 80 in più con progetti e finanziamenti a cui si sta lavorando. Bisogna lavorare perché i posti di lavoro crescano davvero, questi sono posti sicuri a tempo indeterminato che nascono anche grazie agli aiuti che il Governo ha messo in campo con il jobs act". Posti sicuri e a tempo indeterminato? Davvero? Citofonare Renzi, passare al suo staff questo grafico, tanti saluti:

Nell'attesa di scoprire i milioni di posti a tempo indeterminato creati dal Jobs Act, allacciamo le cinture, pare che a Palazzo Chigi stiano interpellando i costituzionalisti nel caso le elezioni facciano splash e l'Italia finisca nella sindrome spagnola. Che si fa se non vince nessuno? Siamo a posto.
02
Italian Comedy. Se non vince nessuno chi comanda?
La notizia è piovuta sullo schermo del titolare di List, la fonte è l'Agi e innesca pensieri tra il cinico divertito e il preoccupato. Insomma, per farla breve, se dopo le elezioni non c'è un chiaro vincitore e le consultazioni per fare un nuovo governo si allungano indefinitamente - sindrome spagnola - il governo Gentiloni quali decisioni può prendere? Non c'è una norma esplicita su questo, bisogna ricorrere all'interpretazione della Costituzione, ai precedenti storici, a tutta quella faccenda che passa sotto il nome di Costituzione materiale e prassi consolidata.
A Palazzo Chigi pare abbiano cominciato a consultare i costituzionalisti e questo è quello che ne sarebbe venuto fuori secondo l'Agi:
Quel che tutti temono è che il periodo di consultazioni e di ricerca di un'intesa su un nome condiviso, dopo le elezioni della prossima primavera, possa durare a lungo. Rendendo così necessario garantire un governo che assuma le decisioni più urgenti e rappresenti l'Italia all'estero. Nella prossima primavera, ad esempio, si terranno alcuni Consigli europei e si dovrà varare il Def (entro il 10 aprile). Dopo aver studiato attentamente le norme costituzionali e ordinarie e dopo aver esaminato i precedenti, i costituzionalisti hanno convenuto in larga maggioranza che l'esecutivo ancora in carica (nel caso attuale il governo Gentiloni) può ancora varare decreti, può emanare regolamenti (cioè atti normativi di ordine secondario) e procedere a nomine, ma tutto ciò deve essere fatto con il maggior coinvolgimento possibile dei partiti rappresentati in Parlamento, e procedendo con interventi che abbiano il minore valore politico.
Fantastico. A che serve votare? Andiamo avanti con Gentiloni, lo depuriamo dall'influenza di Renzi, lo mettiamo in comunicazione con Berlusconi, diamo un link a Palazzo Chigi anche al Movimento 5Stelle, sul ministero degli Interni creiamo un coordinamento tra Minniti e Salvini e il gioco è fatto. Non più larga intesa, ma "Ammucchiatissima". Andiamo in Corea del Nord. No, nessun espatrio, dovere del cronista, il piccolo Kim ha ricominciato a usare la fionda.
03
Il missile di Kim
Il dittatore della Corea del Nord non sta solo testando i missili, sta provando a vedere chi perde per primo la testa. Per Kim jong-un è fondamentale mantenere tutti sotto pressione. Sono passati 75 giorni dall'ultimo lancio, il periodo più lungo di pausa degli ultimi tempi, e ieri si è capito perché a Pyongyang erano insolitamente inattivi: lavoravano al lancio di un nuovo gingillo balistico. Secondo gli esperti il missile è in grado di raggiungere gli Stati Uniti. L'intensificazione dei progetti militari della Corea del Nord è testimoniata da questo grafico del Center for Strategic and International Studies di Washington:
Guardate cosa succede negli anni dell'amministrazione Obama. Avrà anche vinto il Premio Nobel per la Pace, ma ha lasciato che una dittatura sviluppasse un arsenale balistico e atomico ad alto rischio per il Pacifico. Quale arsenale atomico? Questo:
Con questo arsenale Kim jong-un conta di mettere intorno al tavolo il club dell'atomo e far accettare il suo status di potenza nucleare. De facto lo è, il problema è che neanche i suoi alleati, la Russia e la Cina, vogliono vedere Kim che gira con una valigetta che contiene i codici di lancio nucleari. Che fare? Siamo di fronte al dilemma del Nuclear First Strike. Chi preme per primo il grilletto? Ascoltiamo insieme RadioList, si comincia con il rumore del lancio di un missile.
04
RadioList. I missili di Kim e il Bitcoin a razzo
La puntata di oggi di RadioList, il nostro podcast, è dedicata in apertura ai missili della Corea del Nord e all'ascesa del Bitcoin che ieri ha superato la quotazione di 10 mila dollari. Bolla o non bolla?
RadioList. Due parti di news, una parte di musica e un twist di humour. Alt, c'è poco da ridere. I problemi di Trump con il Pacifico sono seri: c'è Kim che spara missili e il suo sponsor numero uno, la Cina, è un incubo per il commercio americano. Sono usciti i dati della bilancia commerciale. Guardiamoli insieme.
05
Il deficit commerciale di Trump
Ha promesso un'America che riequilibrava i rapporti sul commercio mondiale, ma la partita è lunga, difficile, gli avversari sono ossi durissimi. Ieri sono usciti i dati della bilancia commerciale, guardate cosa sta succedendo:
È inutile girarci intorno, la manifattura americana ha un problema. E non si risolve in pochi mesi. Il sistema produttivo ha delocalizzato e si è trasformato in industria di servizi, ma alla fine le merci che gli americani consumano arrivano dall'estero. Risultato: perdi lavoro, aumenti il deficit e le tue multinazionali portano la cassa con gli utili all'estero. Trump ha non poche ragioni su questo sistema che produce distopie nel suo paese, ma il rimedio non è semplice. Prendiamo il caso più grande, la Cina. Con Pechino Trump deve andarci cauto, è un grande esportatore, certo, ma durante la sua visita ha firmato contratti per oltre 250 miliardi e se vuole far dormire sonni tranquilli ai suoi concittadini, senza il pensiero dell'atomica di Kim, allora ha bisogno della mediazione di Xi Jinping. Che rebus. E la Russia? Serve realismo, ci pensa Mattarella.
06
Cremlinologia. Mattarella e la Russia
Le cose importanti spesso sono nei dettagli. Per sapere, per capire come sono i nostri rapporti con la Russia, ecco una notizia che merita di essere letta con l'attenzione di un cremlinologo di un tempo: il Presidente della Repubblica ha conferito l'Onorificenza al Merito della Repubblica Italiana nel grado di commendatore al portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov. L'onorificenza gli è stata consegnata dall'ambasciatore italiano a Mosca Cesare Maria Ragaglini. L'iniziativa è un "motu proprio" del Presidente Mattarella nei confronti di Peskov per la sua "costante disponibilità e la sua collaborazione sempre proficua ed efficace con l'ambasciata d'Italia, di cui è divenuto uno straordinario punto di riferimento, sono state fondamentali per la riuscita di numerose iniziative promosse dall'Italia". Meraviglioso. Mentre si fa un gran parlare di ritorno alla Guerra Fredda, l'Italia - con sano pragmatismo mattarielliano - dà al braccio destro di Putin un alto riconoscimento. Peskov è uno dei cervelli finissimi del Cremlino, insieme al ministro degli Esteri Serghei Lavrov è la mano di Putin nelle relazioni internazionali. Ha cinquant'anni, il padre era capo dell'ambasciata dell'Unione Sovietica in Pakistan, è egli stesso diplomatico, è un orientalista, fu il numero uno dell'ambasciata russa in Turchia. La grande macchina della comunicazione di Vladimir Putin è nelle sue mani. Se dovessimo dar retta alla propaganda che infuria in questi giorni, l'Italia avrebbe premiato uno degli orchestratori delle fake news della Russia. Per fortuna al Quirinale c'è Mattarella, una persona dotata di buon senso e realismo.
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8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.