16 Luglio
La difesa tedesca. Merkel, Biden e il mondo che verrà
Ultima visita di Stato della cancelliera della Germania negli Stati Uniti. Difesa del gasdotto Nord Stream 2 con la Russia, rapporti transatlantici, visione dell'Europa sui temi globali. Nella "Dichiarazione di Washington" emerge la strategia della Casa Bianca per contrastare Pechino e Mosca. Tutto quello che l'Unione europea (non) può fare
Che succede? Ultimo vertice ieri della cancelliera Angela Merkel alla Casa Bianca, una giornata difficile per la leader tedesca, con la Germania devastata dalle alluvioni e un bilancio pesante, più di 80 morti e oltre un migliaio di persone disperse da rintracciare e soccorrere.
Il presidente Joe Biden ha detto a Merkel "mi mancherai", ha assicurato che la partnership tra Stati Uniti e Germania andrà avanti, ma il punto di divergenza è emerso: la costruzione del gasdotto Nord Stream 2. Secondo il capo della Casa Bianca "alla Russia non deve essere consentito usare l'energia come un'arma, come strumento di coercizione o minaccia". La nuova/vecchia ossessione americana è il Cremlino, niente di sorprendente sul piano storico, un po' più preoccupante sul piano della psicologia politica: Biden ha bisogno di un "altro nemico" per variare la partita in corso con quello vero, la Cina. L'obiettivo è quello che fu di Nixon con Kissinger, separare la Cina dalla Russia. E si procede senza la diplomazia del ping pong. Dunque il cattivo è Putin, mentre Xi Jinping è solo uno che bisogna addomesticare per essere più funzionale agli interessi americani e non l'avversario che punta al dominio del mondo (vedere le conclusione del centenario del Partito comunista cinese). Si tratta di una novella buona per le masse ignoranti, ma anche queste ultime a forza di leggere "made in China" sulle etichette di ogni prodotto che indossano, si sono convinte che qualcosa non gira sul come raccontano a Washington la faccenda. Sul virus, poi, Biden è passato dal dire che Trump era un bugiardo sul "virus cinese" a ordinare un'inchiesta all'intelligence perché sospetta che il Covid sia uscito dal laboratorio di Wuhan. Dunque è vero quello che cantava il grande Franco Battiato: "Il tempo cambia molte cose nella vita / Il senso, le amicizie, le opinioni /...
Che succede? Ultimo vertice ieri della cancelliera Angela Merkel alla Casa Bianca, una giornata difficile per la leader tedesca, con la Germania devastata dalle alluvioni e un bilancio pesante, più di 80 morti e oltre un migliaio di persone disperse da rintracciare e soccorrere.
Il presidente Joe Biden ha detto a Merkel "mi mancherai", ha assicurato che la partnership tra Stati Uniti e Germania andrà avanti, ma il punto di divergenza è emerso: la costruzione del gasdotto Nord Stream 2. Secondo il capo della Casa Bianca "alla Russia non deve essere consentito usare l'energia come un'arma, come strumento di coercizione o minaccia". La nuova/vecchia ossessione americana è il Cremlino, niente di sorprendente sul piano storico, un po' più preoccupante sul piano della psicologia politica: Biden ha bisogno di un "altro nemico" per variare la partita in corso con quello vero, la Cina. L'obiettivo è quello che fu di Nixon con Kissinger, separare la Cina dalla Russia. E si procede senza la diplomazia del ping pong. Dunque il cattivo è Putin, mentre Xi Jinping è solo uno che bisogna addomesticare per essere più funzionale agli interessi americani e non l'avversario che punta al dominio del mondo (vedere le conclusione del centenario del Partito comunista cinese). Si tratta di una novella buona per le masse ignoranti, ma anche queste ultime a forza di leggere "made in China" sulle etichette di ogni prodotto che indossano, si sono convinte che qualcosa non gira sul come raccontano a Washington la faccenda. Sul virus, poi, Biden è passato dal dire che Trump era un bugiardo sul "virus cinese" a ordinare un'inchiesta all'intelligence perché sospetta che il Covid sia uscito dal laboratorio di Wuhan. Dunque è vero quello che cantava il grande Franco Battiato: "Il tempo cambia molte cose nella vita / Il senso, le amicizie, le opinioni / Che voglia di cambiare che c'è in me".
In alto, nella foto che apre List, Angela Merkel e Joe Biden nello Studio Ovale. Qui sopra, la cancelliera durante la conferenza stampa alla Casa Bianca (Foto Epa).La cancelliera Merkel è una donna tosta, dunque non ha cambiato idea sul gasdotto che dalla Russia attraversa l'Ucraina e giunge in Germania per riscaldare le case dei tedeschi e accendere l'industria della Germania. Il grande limite degli americani è che non hanno ancora capito che non esiste una pipeline che da Washington arriva in Europa (tema antico, fu oggetto di un intervento del titolare a Washington, durante una conferenza sulle "Nuove relazioni transatlantiche" nel lontano 2008) e dunque con il rubinetto energetico di Mosca e i rigori del "generale inverno" noi del Vecchio Continente dobbiamo fare i conti.
Merkel conferma dunque che l'Ucraina resterà paese di transito del gasdotto e quanto al Putin "ricattatore", si tratta di una visione americana che per Berlino non esiste. Come si usa fare nel caso di vertici bilaterali importanti (e questo lo era), è arrivata anche la "Dichiarazione di Washington", naturalmente piena di riferimenti alla pace e all'ambiente. Leggiamo il testo integrale, è un esercizio di retorica à la Biden, ma con un sottotesto da potenza globale che si muove pensando a come contrastare il nemico e come coinvolgere in questo disegno di contenimento le altre nazioni che compongono il variegato mosaico dell'Unione europea. Sotto questo aspetto strategico - e quello del neosocialismo ecologista, che presto ci travolgerà - il documento siglato ieri alla Casa Bianca è molto importante. Va letto in filigrana, il corsivo è del titolare di List.
La Dichiarazione di Washington
Oggi, il presidente degli Stati Uniti e il cancelliere della Germania affermano il loro impegno per una stretta cooperazione bilaterale nella promozione della pace, della sicurezza e della prosperità nel mondo.
Il fondamento della nostra relazione è un impegno condiviso verso i principi, i valori e le istituzioni democratiche. Insieme, sosterremo lo stato di diritto, promuoveremo la trasparenza e il buon governo, e sosterremo la società civile e i media indipendenti. Difenderemo i diritti e la dignità di tutti gli individui, e contrasteremo l'ingiustizia e la disuguaglianza ovunque si verifichi. Sosteniamo i valori universali al centro della Carta delle Nazioni Unite e siamo uniti nel nostro impegno a promuovere il rispetto dei diritti umani ovunque, anche respingendo e rispondendo di concerto alle violazioni dei diritti umani. Dobbiamo agire ora per dimostrare che la democrazia è al servizio del nostro popolo in patria e che la leadership democratica è al servizio del mondo.
Primo punto. La difesa della democrazia, qui Biden e Merkel piazzano uno spartiacque, tra "noi" e "loro", dove gli ultimi sono da intendere come Cina, Russia e autocrazie varie. Emerge subito un grande problema/contraddizione: come la mettiamo con la Turchia, secondo esercito della Nato, dove non più tardi di ieri il presidente Erdogan ha mandato a casa il rettore della prestigiosa Università del Bosforo con un colpo di penna? Quella non è una libertà da difendere?
Ci impegniamo a difendere un mondo aperto. In tutto il mondo, tutte le nazioni devono essere libere di determinare il loro futuro politico senza interferenze straniere, coercizione o dominazione da parte di poteri esterni. Come due nazioni le cui economie dipendono dal libero transito delle merci in tutto il mondo, affermiamo l'importanza critica delle libertà di navigazione e di sorvolo e altri usi legittimi del mare, coerenti con il diritto internazionale. Questa visione è irraggiungibile in un mondo suddiviso in sfere d'influenza concorrenti e noi resisteremo ai tentativi di crearle, sia attraverso tentativi di annessione territoriale, controllo delle infrastrutture digitali, repressione transnazionale, o flussi di energia trasformati in arma.
Secondo punto. Globalizzazione, commercio e controllo delle tre dimensioni della geopolitica: terra, aria e mare. Il passaggio è diretto alla Cina e alla Russia. Ma dovrebbe essere esteso anche alla Turchia, nuovamente, che nel Mediterraneo Orientale sta giocando un ruolo da pivot enorme. Quanto alla Russia, la parte sui "flussi di energia" è esplicita, per Pechino, vale quanto accade nel Mar della Cina e le dichiarazioni di Xi Jinping sull'integrità territoriale di Taiwan (che per la Cina non esiste) e i sorvoli di cacciabombardieri con la bandiera rossa nello spazio aereo di Taipei.
Più di tre decenni dopo la riunificazione tedesca, continueremo a lavorare instancabilmente per un'Europa unita, libera e in pace. Dove le potenze esterne presentano barriere alla realizzazione di questa visione, ci uniremo per rafforzare collettivamente la nostra difesa, coltivare la nostra resilienza e migliorare la nostra solidarietà. La NATO rimarrà la pietra angolare di questo sforzo, e il nostro impegno sull'articolo 5 è di ferro. Sottolineiamo la necessità di costruire sulle nostre alleanze e partnership per le sfide che ci attendono - comprese le minacce informatiche, la sicurezza energetica, la disinformazione, la corruzione, il regresso democratico e l'interferenza nelle nostre elezioni.
Terzo punto. Emerge qui lo strumento della politica estera dell'amministrazione Biden per tenere l'Europa ancorata agli obiettivi della Casa Bianca, la Nato. Domanda: cosa dice l'articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico siglato a Washington il 4 aprile del 1949? Eccolo qua: "Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall'art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali". Questo articolo dal dopoguerra a oggi è scattato una sola volta: dopo l'attacco dell'11 settembre 2001 alle Twin Towers. Quella fu la chiave legale per l'invasione dell'Afghanistan e le varie missioni che si sono succedute. Chiosa storica: dopo vent'anni, l'America e tutte le nazioni d'Occidente si ritirano dall'Afghanistan e i talebani stanno riconquistando tutto il territorio. Manca poco a un'altra caduta di Kabul.
Lavoreremo insieme per assicurare che le regole, le norme e gli standard che governano le tecnologie emergenti siano incanalati verso la libertà piuttosto che la repressione. Mentre la tecnologia rimodella la vita dei nostri cittadini, le nostre economie nazionali e i nostri ambienti geopolitici, deve riflettere i nostri valori democratici fondamentali. Approfondiremo la cooperazione tra i nostri scienziati, ingegneri e matematici per garantire che le principali innovazioni di questo secolo facciano progredire la governance democratica, piuttosto che l'autoritarismo. Gli Stati devono proteggere i diritti dei cittadini, e ci opporremo all'uso e alla diffusione delle tecnologie di sorveglianza per limitare impropriamente l'esercizio dei diritti umani.
Quarto punto. Questo passaggio è un (in)volontario processo di descrizione autobiografica della distopica situazione americana che rimbalza con tutta la sua forza in Europa. La sorveglianza globale ha le sue radici nel sistema di imprese transnazionali della Silicon Valley. In realtà qui la preoccupazione degli Stati Uniti è che la sorveglianza degli altri diventi più forte e efficace della propria. Consigliamo vivamente la lettura del libro di Shoshana Zubov, "Il capitalismo della sorveglianza".
Riconosciamo la nostra responsabilità di guidare lo sviluppo di soluzioni globali alle sfide condivise. La vita dei nostri cittadini è soggetta a perturbazioni da parte di una serie di forze internazionali che richiedono una risposta collettiva. Siamo impegnati a intraprendere azioni urgenti per affrontare la crisi climatica, anche lanciando la Climate and Energy Partnership per approfondire la collaborazione sulle politiche e le tecnologie energetiche necessarie per accelerare la transizione globale a zero. Lavoreremo per rafforzare la salute globale e la sicurezza sanitaria, compresa la resilienza contro future pandemie. Lavoreremo instancabilmente per una ripresa economica globale sostenibile, costruita su un'economia globale equa, inclusiva, sostenibile e basata su regole per il 21° secolo. Con la forza e l'ingegnosità condivise, innoveremo nuove soluzioni a queste nuove sfide - e lavoreremo insieme bilateralmente, così come nel G7 e nel G20, per assicurare che il sistema multilaterale, incluso il sistema delle Nazioni Unite, possa soddisfare le richieste del nostro tempo.
Quinto punto. Qui si fa largo il nuovo -ismo con il quale le élite pensano di riconvertire il sistema economico. Si tratta di un'utopia che non tiene conto dei dati di realtà del sistema industriale globale. Nessun piano green - compreso il Recovery Plan di stampo europeo - mette nero su bianco, nel dettaglio, i rischi della transizione, la produzione certa di disoccupazione e il tasso di sostituzione del lavoro perso con l'introduzione delle nuove tecnologie. Nel settore energetico sarà una tempesta che a cascata avrà effetti su tutta l'economia mondiale (pensate alla filiera carburanti e industria dell'auto, diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro in tutto il mondo). Senza un approccio realista, pragmatico, moderato e scandito nel tempo, avremo non un felice passaggio verso un mondo verde, ma la generazione esponenziale del disordine sociale. Chi paga questa trasformazione a tavolino? Di solito... sono i soliti, i poveri.
Dalla fine della Seconda guerra mondiale, innumerevoli persone di tutti i ceti sociali - tra cui affari e scienza, civili e in uniforme, organizzazioni della società civile, think tank e reti accademiche - hanno rafforzato e approfondito il legame tra le nostre due nazioni. Come dimostrazione duratura della nostra relazione bilaterale e del nostro impegno per i principi di cui sopra, stiamo lanciando un Forum sul futuro tra Stati Uniti e Germania che utilizzerà pienamente l'esperienza e il potere innovativo delle nostre società e raccomanderà soluzioni per modellare insieme il nostro futuro. Per facilitare la cooperazione su questioni economiche cruciali, istituiremo anche un dialogo economico tra Stati Uniti e Germania.
Joseph R. Biden, Jr.
Angela Merkel
Bene, tutto chiaro? Altra nota sul taccuino, sesto punto della nostra analisi. Agli Stati Uniti, a questa amministrazione in particolare, l'uscita della cancelliera Merkel farà comodo sul breve, alla Casa Bianca hanno bisogno di una leadership debole a Berlino. Ma si tratta di un'illusione destinata durare poco, perché abbiamo già visto la resistenza di Parigi e Berlino e Londra di fronte alla politica hard-rock della Casa Bianca nei confronti della Cina e della Russia. Con Xi Jinping e Putin bisogna trattare. Perché sono due potenze nucleari, perché per decidere non hanno bisogno della "fatica della democrazia", perché Pechino pesa in maniera determinante sulla crescita economica globale (e sull'export dei paesi europei), perché la Russia è una potenza energetica che apre e chiude il rubinetto del gas di cui abbiamo bisogno nel Vecchio Continente. Senza la cancelliera Merkel trovare un punto d'equilibrio, esercitare la forza della ragione, non sarà facile, ma abbiamo una speranza che il realismo torni a dominare la scena, perché anche il più filoatlantista di tutti, Mario Draghi, leader de facto del prossimo giro di capi di Stato e di governo europei, alla fine dovrà limitare le ambizioni di Biden. Al resto provvederà una cosa chiamata realtà. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.