17 Settembre
Il Gran Premio d'Italia
La lunga corsa della politica. Il varo del decreto sul Green Pass rafforzato chiude la prima fase del governo Draghi e apre la seconda. Il premier è diventato il centro del sistema, i partiti seguono. Effetti sulle leadership, calendario istituzionale, posizioni in campo. Le partite a sinistra e a destra, la svolta decisiva della corsa al Quirinale
Che succede? Il copione è stato rispettato: il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto per estendere l’uso del Green Pass sui luoghi di lavoro pubblici e privati. Fine degli equivoci, la linea è quella di dare un altro incentivo alla campagna di vaccinazione di massa. Il certificato verde sarà obbligatorio dal 15 ottobre, chi non lo possiede ha due strade: vaccinarsi o tamponarsi ogni 72 ore. Prendere o lasciare, perché è chiaro che siamo di fronte non alla libertà del singolo che autodetermina il proprio status di vaccinato o no, ma alla responsabilità del singolo di fronte a tutti gli altri.
Mario Draghi tira dritto, è un uomo che decide, esercita i poteri della premiership senza il fantasma del consenso, il suo obiettivo è quello di incentivare il vaccino nelle fasce dei dubbiosi, non tutti i No Vax sono affetti da cospirazionismo, molti sono semplicemente timorosi, non informati a dovere, non consapevoli dei rischi che corrono (e provocano), non serviti in maniera adeguata dalla Sanità, a cominciare dai medici di famiglia. Le nuove disposizioni del decreto sono “armate“ di sanzioni: la sospensione dello stipendio dopo cinque giorni senza Green Pass, multe da 600 1.500 euro per l'ingresso sui luoghi di lavoro senza il certificato verde.
Il decreto del governo suscita la reazione dei liberali, dei libertarian, di quelli che la parola "libertà" hanno deciso di piegarla senza spiegarla. Non ci sono dubbi che il certificato verde obbligatorio sul luogo di lavoro sia un tentativo di far correre ulteriormente la vaccinazione - se non sei vaccinato non lavori, se non sei vaccinato devi fare i tamponi, se non sei vaccinato non entri nei luoghi pubblici - ma si tratta di una scelta: il vaccino ti libera, la scelta No Vax ti limita. Il vaccino è uno shot e via,...
Che succede? Il copione è stato rispettato: il Consiglio dei ministri ha varato un nuovo decreto per estendere l’uso del Green Pass sui luoghi di lavoro pubblici e privati. Fine degli equivoci, la linea è quella di dare un altro incentivo alla campagna di vaccinazione di massa. Il certificato verde sarà obbligatorio dal 15 ottobre, chi non lo possiede ha due strade: vaccinarsi o tamponarsi ogni 72 ore. Prendere o lasciare, perché è chiaro che siamo di fronte non alla libertà del singolo che autodetermina il proprio status di vaccinato o no, ma alla responsabilità del singolo di fronte a tutti gli altri.
Mario Draghi tira dritto, è un uomo che decide, esercita i poteri della premiership senza il fantasma del consenso, il suo obiettivo è quello di incentivare il vaccino nelle fasce dei dubbiosi, non tutti i No Vax sono affetti da cospirazionismo, molti sono semplicemente timorosi, non informati a dovere, non consapevoli dei rischi che corrono (e provocano), non serviti in maniera adeguata dalla Sanità, a cominciare dai medici di famiglia. Le nuove disposizioni del decreto sono “armate“ di sanzioni: la sospensione dello stipendio dopo cinque giorni senza Green Pass, multe da 600 1.500 euro per l'ingresso sui luoghi di lavoro senza il certificato verde.
Il decreto del governo suscita la reazione dei liberali, dei libertarian, di quelli che la parola "libertà" hanno deciso di piegarla senza spiegarla. Non ci sono dubbi che il certificato verde obbligatorio sul luogo di lavoro sia un tentativo di far correre ulteriormente la vaccinazione - se non sei vaccinato non lavori, se non sei vaccinato devi fare i tamponi, se non sei vaccinato non entri nei luoghi pubblici - ma si tratta di una scelta: il vaccino ti libera, la scelta No Vax ti limita. Il vaccino è uno shot e via, il tampone è ogni volta che vuoi vivere nel "new normal".
La prima fase della pandemia è finita, la seconda è un mix di adattamenti quando ancora la vaccinazione della popolazione non è completa. Resta un fatto chiaro: la stragrande maggioranza dei cittadini si è immunizzata e ha il Green Pass e a fine anno la quota di non vaccinati sarà una piccolissima parte degli italiani. A quel punto, si prenderà in esame tutto lo scenario e si prenderanno altre decisioni.
Il governo aveva tre strade, continuare così, rafforzare il Green Pass, rendere il vaccino obbligatorio. Quali erano i pro e i contro di ogni opzione?
1. Nel primo caso non ci sarebbero stati problemi di tensione politica per il governo, ma con i tempi di una vaccinazione in rallentamento, un allungamento del calendario in uno spazio in cui imperversano minoranze rumorose che nella bolla della disinformatia dei social sono un problema e fanno proseliti (c'è chi progetta perfino disordini) e con il rischio concreto di dover procedere a chiusure localizzate e far fronte a un aumento in inverno della pressione sugli ospedali per la pandemia dei non vaccinati. Sono fattori che possono minare la ripresa economica del nostro paese che in questo momento è brillante;
2. Il secondo caso era la scelta di potenziare uno strumento già largamente presente nella "biografia" elettronica degli italiani, il Green Pass, una soluzione che ha avuto successo e incentiva il vaccino. Draghi doveva mettere nel conto qualche tensione nella maggioranza, provare una mediazione dove si poteva (c'è stata, minima, sulla durata della validità dei tamponi, elevata a 72 ore), avvisare i sindacati sulla loro posizione anacronistica e insostenibile di fronte alle richieste delle imprese, piazzare l'entrata in vigore delle nuove norme dopo i ballottaggi nei Comuni per non scontentare troppo i partiti, tirare dritto e trascinare il Parlamento verso un altro passaggio importante per la ripresa piena dell'economia;
3. Il terzo caso è quello che non lasciava spazio alla decisione del singolo, il vaccino obbligatorio. Chi dice che non si può fare ha problemi di percezione della realtà: non solo è possibile sul piano costituzionale ma è già presente nella legislazione del nostro paese visto che esistono dieci vaccinazioni obbligatorie (anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella) per i minori di età compresa tra zero e sedici anni. Draghi in questo caso ha scelto di tenersi una cartuccia di riserva, se non dovesse funzionare il Green Pass rafforzato, si passerà alla fase obbligatoria che potrebbe arrivare in ogni caso, l'evoluzione verso il "new normal" che è partito fin dal primo giorno della pandemia.
Un paio di note sul piano politico.
Il centro del sistema. Il presidente del Consiglio Mario Draghi (Foto Ansa).1. La prima nota riguarda Mario Draghi, conferma di essere un decisore che calibra la portata dei singoli provvedimenti e sceglie il tempo giusto. Tra qualche mese si apriranno i giochi per il Quirinale, che resti a Palazzo Chigi o vada alla Presidenza della Repubblica, si tratta di un elemento di assoluta eccellenza in un quadro di leadership mediocri. Draghi è un fattore doppio, di accelerazione e di stabilità, fa correre la macchina italiana e la preserva dalle turbolenze finanziarie. Finché c'è Draghi, i mercati guardano alla crescita del nostro debito pubblico (e all'andamento del Pil e in generale dei conti dello Stato) con fiducia, è diventato in pochi mesi il centro del sistema.
Ce la farà? Enrico Letta, segretario del Pd (Foto Ansa).2. La seconda nota riguarda il Partito democratico. Enrico Letta è in campagna elettorale per il seggio alla Camera in palio alle elezioni suppletive a Siena, vista la popolarità di Draghi, ha spento i fari e si fa guidare dal capo dell'esecutivo senza dichiararlo troppo. Letta fa il silente pesce pilota e non ha alternative. Ha capito che i suoi migliori alleati sono Salvini e Meloni che inseguono minoranze No-Vax-Mask-Pass che non fanno prendere ma perdere voti. Il doppio turno delle amministrative, inoltre, per Letta sarà buono, il Pd è favorito dal meccanismo elettorale e dal fatto che i candidati del centrodestra sono in gran parte inadeguati. Dopo i ballottaggi il Pd si illuderà di essere vincente (pur avendo davanti lo sfascio grillino) e comincerà a commettere errori di scenario notevoli cercando l'approvazione di leggi sui "diritti" che toccano il cuore dell'Italia moderata e conservatrice, quella con cui si vincono (e perdono) le elezioni.
Nessuna linea è la linea. Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque Stelle (Foto Ansa).3. La terza nota è sul Movimento Cinque Stelle. Ieri sono stati eletti i garanti del partito, sono Luigi Di Maio, Roberto Fico e Virginia Raggi. Che dire? Questo è quel che passa il convento grillino (e non è che da altre parti abbondino i geni) ma quello da seguire è Giuseppe Conte. Non si è candidato per le elezioni suppletive nel collegio di Primavalle, dove i pentastellati vinsero nel 2018, perché sente odore di sconfitta e il principe in pochette non può cadere dal trono appena conquistato (candidato unico, corsa finta, stile Unione sovietica). Conte non ha un programma politico, sul Green Pass la linea è quella di una non-posizione, la sua cifra è chiara nella sua inesistenza, il suo Movimento è il Trasformismo. Ieri ha detto che il suo cuore batte a sinistra, essendo un "cattolico democratico". È lo stesso Conte che fu premier di una coalizione giallo-verde populista e sovranista in cui egli si attribuì il titolo di "avvocato del popolo" di fronte al Parlamento. Non avendo una linea, è il più temibile sul piano politico perché capace di auto-ribaltarsi e dichiarare il contrario di quanto affermato cinque minuti prima (dice che Salvini ha fallito sui decreti sicurezza dimenticando un dettaglio, lui, Conte, era il premier e li firmati), nuota nella vasca del governo Draghi, ma lo detesta ed è pronto a trasformarsi in piranha (per fortuna non ne ha la forza). Essendo un contenitore vuoto, si riempie con quello che crea Draghi, pronto a dire che non è opera sua al primo avviso di tempesta.
La difficile corsa per il primato nel centrodestra. Matteo Salvini, segretario della Lega (Foto Ansa).4. La quarta nota riguarda la Lega, il partito nella posizione più (auto)complicata in questa vicenda. Matteo Salvini ha provato in queste settimane a cavalcare l'impossibile, un'ondata scettica sul vaccino e le misure di contenimento (mascherina e Green Pass) che nel paese è residua, ininfluente sul piano elettorale, solo rumorosa. Nei sondaggi il partito di Giorgia Meloni è in lieve vantaggio, ma Salvini dovrebbe preoccuparsi della maggioranza silenziosa del paese, quella Pro Vax che segue Draghi, ha piena fiducia nelle decisioni del governo, è impegnata nella ricostruzione dell'economia e sta ottenendo risultati, i ceti produttivi sono senza adeguata rappresentanza, sono il terreno naturale della Lega, ma a quanto pare non di Salvini. C'è tempo per fare correzioni, ovvio, ma gli errori ci sono tutti, si vedono e si vedranno nei ballottaggi. Draghi ha negoziato con Giancarlo Giorgetti (che rappresenta il pragmatismo della Lega espresso in larghissima parte da tutti i Presidenti di Regione) e poi ha lasciato Salvini a cogitare sui suoi passi. Stamattina il leader della Lega ha commentato: "A me interessa fare ciò che serve al Paese. Se a oggi il 95% dei letti nelle terapie intensive è vuoto, 40 milioni di italiani hanno deciso liberamente di vaccinarsi, ma anche chi non l'ha fatto può in ogni caso tornare a fare le cose di sempre, io sono felice. Se dicono che io ho perso ma ha vinto l'Italia, allora va bene così". Poteva dire tutto questo prima e non inseguire Giorgia Meloni in una caccia allo zerovirgola che fa perdere la prospettiva del governo. Attendiamo le elezioni nei Comuni.
Il guadagno temporaneo dell'opposizione. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia (Foto Ansa).5. La quinta nota è su Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni. Il suo programma è il de minimis politico: opporsi a Draghi. Finora è stata premiata, ma nei ballottaggi per il sindaco di Roma emergerà tutto il limite di questa politica. Il centrodestra favorito alla fine rischia di perdere. I sondaggi dicono che Michetti vince al primo turno e poi affonda al secondo. Vedremo, il cronista segna sul taccuino alcuni elementi scenografici che parlano da soli: nella campagna elettorale romana, sugli autobus, non c'è la faccia di Michetti, ma quella di Meloni, segno di grande debolezza del candidato scelto proprio dalla leader di FdI. È stata lei a decidere e ora si trova di fronte al problema di Michetti che dopo un inizio da tribuno della radio è finito per sgonfiarsi, mostrando un'insospettabile incapacità di argomentare, sostenere un dibattito pubblico. Funzionava in pochi minuti alla radio, ma le campagne elettorali sono lunghe e i limiti sono emersi tutti. Meloni ci ha messo la faccia e in caso di sconfitta non ci sarà quella di Michetti ma quella di "io sono Giorgia". E a Salvini potrebbe perfino andare bene così.
Questo è il quadro politico interno. La sintesi è che Draghi va avanti e sarà lui a determinare il futuro della legislatura. L'agenda è squadernata: abbiamo le fondamentali elezioni in Germania a fine settembre (finisce l'era Merkel in Europa, accelera quella Draghi), le elezioni amministrative in Italia all'inizio di ottobre, il controllo dell'inflazione e dell'andamento dei prezzi energetici (contenere la corsa della bolletta elettrica), la messa a terra dei progetti del Recovery Plan, poi panettone a Natale, cenone di Capodanno, il freddo gennaio e a febbraio l'elezione del Presidente della Repubblica. Entriamo in una fase accelerata e piena di curve pericolose del Gran Premio d'Italia, allacciate le cinture.
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danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.