15 Ottobre
Container, auto, gas. Benvenuti sulla terra
La catena del commercio mondiale che si spezza, i porti e i tir in prima pagina, il mercato dell'automobile che crolla, lo shock energetico che ha preso in contropiede le illusioni della politica. Il primo giorno del Green Pass sul lavoro, il governo Draghi e i problemi del mondo post-coronavirus che fa i conti con la realtà
Che succede? La vita è nel container. Una serie di eventi hanno messo in luce quanto la nostra esistenza dipenda dalle catene di distribuzione delle merci e dell'energia. Il blocco in Inghilterra ha interrotto gli approvvigionamenti delle autobotti alle stazioni di benzina, poi il fermo della movimentazione dei container ammassati nei porti. Situazione critica anche negli Stati Uniti, mentre in Italia i porti e i tir sono balzati in prima pagina quando ci si è accorti che migliaia di lavoratori del settore non hanno il Green Pass. Toh, il vecchio mondo che torna (non se ne è mai andato).
Il commercio non si può interrompere con uno schiocco di dita, un decreto, un sogno ecologista insostenibile, "The Waiting Game", come titola il Financial Times, non è un gioco salutare, la decrescita si traduce in povertà e caos. Ne sanno qualcosa i lavoratori dell'auto che sono in cassa integrazione, la scarsità di semiconduttori ha messo in ginocchio il mercato. In un mondo che guarda al digitale come un totem che tutto risolve, ecco riemerge la solidità inesorabile della vecchia economia: le navi, le rotaie, la gomma, l'acciaio, l'asfalto, la benzina, il container e le terre rare, minerali fondamentali per la fabbrica del presente.
Sono fenomeni che stanno (ri)orientando l'economia. Da un lato i governi accelerano la transizione energetica, ma dall'altra parte del fiume c'è la realtà: gli idrocarburi, il petrolio, il gas e il carbone dominano la scena e con le leggi fatte a tavolino, con gli -ismi in testa e nessuna conoscenza del mondo produttivo, si finisce per distorcere il mercato, la politica degli investimenti (nessuno butta soldi in settori su cui la politica scrive la parola "dismettere" omaggiando cortei che poi vanno a cercare il tepore della casa riscaldata dal gas), il risultato è che aumenta il...
Che succede? La vita è nel container. Una serie di eventi hanno messo in luce quanto la nostra esistenza dipenda dalle catene di distribuzione delle merci e dell'energia. Il blocco in Inghilterra ha interrotto gli approvvigionamenti delle autobotti alle stazioni di benzina, poi il fermo della movimentazione dei container ammassati nei porti. Situazione critica anche negli Stati Uniti, mentre in Italia i porti e i tir sono balzati in prima pagina quando ci si è accorti che migliaia di lavoratori del settore non hanno il Green Pass. Toh, il vecchio mondo che torna (non se ne è mai andato).
Il commercio non si può interrompere con uno schiocco di dita, un decreto, un sogno ecologista insostenibile, "The Waiting Game", come titola il Financial Times, non è un gioco salutare, la decrescita si traduce in povertà e caos. Ne sanno qualcosa i lavoratori dell'auto che sono in cassa integrazione, la scarsità di semiconduttori ha messo in ginocchio il mercato. In un mondo che guarda al digitale come un totem che tutto risolve, ecco riemerge la solidità inesorabile della vecchia economia: le navi, le rotaie, la gomma, l'acciaio, l'asfalto, la benzina, il container e le terre rare, minerali fondamentali per la fabbrica del presente.
Sono fenomeni che stanno (ri)orientando l'economia. Da un lato i governi accelerano la transizione energetica, ma dall'altra parte del fiume c'è la realtà: gli idrocarburi, il petrolio, il gas e il carbone dominano la scena e con le leggi fatte a tavolino, con gli -ismi in testa e nessuna conoscenza del mondo produttivo, si finisce per distorcere il mercato, la politica degli investimenti (nessuno butta soldi in settori su cui la politica scrive la parola "dismettere" omaggiando cortei che poi vanno a cercare il tepore della casa riscaldata dal gas), il risultato è che aumenta il prezzo della bolletta elettrica. I ragazzi sfilano, i genitori pagano. Che strano mondo. Confondere i propri desideri "green" con la realtà è un grave peccato, finiscono per pagare i poveri, gli ultimi, i reietti, quelli che vanno a diesel e non fanno parte della gauche kérosène , la transizione non può essere un colpo d'ascia, così si taglia la testa dei più deboli. Queste classi dirigenti sembra siano incapaci di guardare al mondo dell'impresa, al lavoro. E tutto questo accade mentre la Cina, la Russia e le petromonarchie del Medio Oriente giocano una partita per disegnare un nuovo ordine mondiale. Questo è il punto chiave, la debolezza della ritirata americana, il ripiegamento dell'Occidente e il nulla retorico dell'Unione europea.
***
In Italia è il giorno del Green Pass sui luoghi di lavoro e c'è una grande attesa. A cominciare dall'ordine pubblico. Il Consiglio dei ministri oggi discuterà una serie di provvedimenti economici, ma il passaggio odierno è importante sul piano del rapporto tra il governo e il Paese, un momento delicato per il premier Draghi e il calendario della legislatura. Draghi ha deciso di tirare dritto, confida nella forza della maggioranza silenziosa. Fa bene, ma le minoranze sono importanti e spesso curvano la traiettoria decisa in partenza. Siamo alla vigilia della manifestazione della Cgil dopo l'assalto guidato da Forza Nuova alla sede del sindacato, altro passaggio importante, alla vigilia dei ballottaggi per le elezioni nei Comuni. Il calendario corre a tamburo battente. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Porto di Trieste. "Chi vuole lavora", ma lo scalo è fermo
Il blocco stamattina non c'è, ma il porto di Trieste è fermo. "Non c'è nessun blocco, chi vuole lavorare lo fa", ha detto stamattina il leader della protesta, Stefano Puzzer, che ha spiegato: "Ieri abbiamo fatto un'assemblea e abbiamo deciso che chi vuole entrare lo può fare perché alcuni nostri lavoratori hanno espresso la volontà di farlo". Pochi però stanno lavorando, come sottolinea lo stesso Puzzer: "Ottocento lavoratori sono fuori e un centinaio dentro, di fatto il porto oggi non sta funzionando". "Sono entrate pochissime persone, della mia azienda solo due persone", spiega Michele Bussoni, un altro dei portuali. "Che il porto non funzioni si capisce dalle gru ferme e dal fatto che alcune navi sono state spostate in altri porti". Il sindacato autonomo ha respinto la mediazione del governo sui tamponi gratis pagati dalle aziende. Trieste è il settimo porto in Europa per movimentazione totale di merci e il primo in Italia con 62 milioni di tonnellate. Secondo il Clpt, sindacato di base che rappresenta un terzo dei 950 addetti dello scalo, su 950 lavoratori circa il 40 per cento non ha il Green Pass. Un migliaio le persone è già riunito davanti al Varco 4 del porto di Trieste, il luogo della manifestazione.
Nel porto di Genova un presidio dei lavoratori sta bloccando le operazioni al varco Etiopia.
Una soluzione va trovata: o i portuali si vaccinano tutti (e non sembra questa l'aria) o fanno il tampone (ma costa) o ci vuole un colpo di fantasia. I primi report dalle grandi aziende e fabbriche non destano timori per l'ordine pubblico, ma la giornata è lunga e noi abbiamo il taccuino squadernato.
02
L'allarme del capo della Polizia
Una circolare del capo della Polizia, Lamberto Giannini, ieri ha messo in allerta i commissariati, il clima infatti non è da auguri di Natale e din don dan mangiamo il panettone. Giannini scrive che "non si può escludere" che l'appuntamento di oggi sia "il pretesto" per un "ulteriore inasprimento dei toni" della protesta, con "azioni" verso "obiettivi esposti a rischio" e con "possibili episodi di contrapposizione tra gruppi aderenti a opposti estremismi". Il documento inviato a prefetti e questori chiede dunque il "necessario rigore" per mantenere "l'ordine pubblico".
La manifestazione di Roma della settimana scorsa segna uno spartiacque, si comprende dalle raccomandazioni che Giannini fa ai dirigenti sul territorio: attenzione alla protesta, controllo, informazioni aggiornate per poter "intercettare per tempo i segnali di potenziali criticità e rischio". A Roma tutto era visibile, perfino preannunciato, ma la reazione è stata tardiva, insufficiente.
Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, in Parlamento ha detto che le forze dell'ordine non sono intervenute per evitare incidenti. Segnaliamo alla responsabile del Viminale che il centro di Roma è stato occupato, personaggi con un curriculum criminale sono saliti sul palco di una manifestazione che annunciava l'assalto alla sede della Cgil (poi regolarmente avvenuto), decine di poliziotti sono stati feriti per difendere Palazzo Chigi. La resa dello Stato è una cosa grave. E non deve ripetersi. Possibilmente neppure il ministro.
03
La corsa al Green Pass dell'ultimo minuto
Sono oltre 860 mila i Green Pass scaricati nelle ultime 24 ore, segno che c'è ancora una quota importante di persone che sono "in ritardo", altre ne arriveranno nei prossimi giorni e poi si tirerà una riga su questa storia.
Vaccinati? Ecco la situazione:
Le dosi somministrate sono a oltre 87 milioni, l'80,8% della popolazione over 12 è completamente immunizzato, la terza dose va verso il mezzo milione di persone, l'85% della popolazione ha almeno una dose. Sono i numeri di una campagna di successo. E da questi dati bisogna partire per fare un ragionamento sul rapporto tra maggioranza e minoranza, la democrazia e il governo Draghi.
04
Maggioranza e minoranza
Siamo arrivati a un punto di svolta. Il governo conferma la strategia del Green Pass (Draghi non può certo tornare indietro, il certificato ha funzionato allo scopo, indurre la maggioranza degli italiani a vaccinarsi) ma ora ha un problema: quelli che il vaccino mai. Sono ancora qualche milione, non c'è l'obbligo vaccinale e - attenzione, mai dimenticarlo - hanno gli stessi diritti costituzionali dei vaccinati. Piaccia o meno, questa è la realtà. Quando Draghi ha varato il suo programma sapeva che prima o poi si sarebbe arrivati al limite, al "muro" e naturalmente punta al massimo risultato: aumentare la quota complessiva di vaccinati.
Ci sono due modi per farlo: rendere il vaccino obbligatorio (ma è una misura che ha una serie di conseguenze e in ogni caso non si otterrà mai il 100%), rafforzare il Green Pass (cosa che è stata fatta) e vedere che succede. Bene, che succede? Lo stiamo per vedere, come abbiamo anticipato, il settore dei porti, della logistica, dei trasporti, presenta un'alta quota di non vaccinati e tipologie che sfuggono alla logica con cui è stato varato il Green Pass (e altri se ne aggiungeranno). Esempio concreto: molti dei "padroncini" che con i bus trasportano le merci in giro per l'Italia sono cittadini dell'Est Europa, alcuni non vaccinati e altri vaccinati con Sputnik, Sinovac, etc. vaccini non riconosciuti dall'Ema. Ergo, non possono avere il Green Pass. Per loro c'è già una normativa speciale e andrà avanti in attesa di una regolazione complessiva sul settore.
Bisogna ricordare come funziona in concreto il trasporto delle merci: le navi caricano i container, attraversano le vie del mare, fino ad approdare nei porti che costituiscono il secondo punto a terra di questo viaggio (il primo è quello di produzione o il centro di distribuzione del prodotto), i container vengono scaricati dalle navi con le gru dei terminal dei porti e poi "montati" sulle piattaforme dei treni e dei tir. Fatta questa operazione, i container arrivano in centri di distribuzione che organizzano la spedizione finale, dunque vengono svuotati (trasportano molti colli, spesso con merci diverse) e si procede alla separazione dei colli secondo l'etichettatura, il "padroncino" li carica sul suo camion e distribuisce all'utente finale. Sono operazioni che coinvolgono migliaia di persone, da un continente all'altro. Non occorre un genio per capire che se si "rompe" un anello di questa catena, tutto il processo si blocca.
Con la protesta nel porto di Trieste (e non solo, ci sono i camalli di Genova e di altri porti italiani) si è acceso un faro su questo mondo e abbiamo scoperto che il governo non aveva un report completo sullo stato della vaccinazione nel settore. Al di là dell'esito della giornata che si sta aprendo, questo conferma che ci sono alcune cose non marginali da mettere a punto nella "macchina" di Palazzo Chigi. Draghi non può essere lasciato "scoperto" su un punto così delicato. Come in altre occasioni (vedere il caso Lamorgese e l'assalto alla sede della Cgil), va segnalato che ci sono ministri che non sembrano all'altezza del compito a cui sono chiamati. A un premier eccezionale deve corrispondere una squadra almeno di buoni elementi. Qui invece siamo troppo spesso di fronte a un premier che di fronte a un "buco" improvviso si ritrova costretto a intervenire per tappare la falla aperta dai suoi ministri. Il settore dei Trasporti è di competenza del ministro Giovannini, quello del Lavoro è di Orlando, come hanno valutato lo scenario e le norme applicate?
Fa tutto Draghi, ma questo è il problema, il Presidente del Consiglio non può giocare tutte le palle. Lo stato d'eccezione e l'eccezionalità di Draghi hanno dei limiti, stanno emergendo. Sul Green Pass a un certo punto bisognerà tracciare una linea, chiudere la fase del suo uso come "booster" per aumentare la quota di vaccinati. C'è un tetto oltre il quale è chiaro che non si può andare, i fattori di resistenza di centinaia di migliaia di persone vanno tenuti in gran conto.
Draghi tira dritto, non può certo tornare indietro - perché l'idea di fondo del Green Pass è valida e lo dimostrano gli eccellenti dati sulla vaccinazione in Italia comparati con quelli di altri paesi ad economia avanzata - ma resta un nodo politico irrisolto: se non riesce a "domare" (e lo si fa con l'intelligenza e la persuasione, non con il disordine pubblico e l'incapacità mostrata dalla ministra che "governa" il Viminale) la rivolta delle minoranze che fa? Questo è il punto chiave della storia. Può darsi che tutto fili liscio e la protesta sia solo un ruggito di carta. Ma serve una soluzione. E questa, per ora, non c'è.
05
La crisi dei microchip affonda (ancora) il mercato dell'auto
Mancano i microchip, il mercato dell'auto sprofonda. Le immatricolazioni di automobili in Europa sono in pesante calo anche a settembre, tutti i mercati Ue hanno segnato cali a doppia cifra. Ecco l'andamento delle vendite:
Secondo i dati diffusi da Acea, nell'Unione europea, nei Paesi Efta e in Gran Bretagna sono state immatricolate a settembre 972.723 auto, in calo del 25,2% rispetto al numero di 1.300.103 dello stesso mese del 2020, dunque un calo ulteriore del 23,1%. Il bilancio dell'anno rispetto al 2020 resta positivo, con un aumento del 6,9% nei primi nove mesi 2021. Stellantis ha immatricolato il 30,4% in meno dello stesso mese dello stesso mese del 2020. La quota è del 18,4% rispetto al 19,8%.
Sono numeri impressionanti. Commento del Centro Studi Promotor: "Settembre rosso cupo per l'auto in Europa. Sulle speranze di ripresa del mercato dell'auto stremato dalla pandemia si è abbattuta la crisi nelle forniture di semiconduttori, che sono particolari essenziali per la costruzione di auto. Questa crisi sta fortemente penalizzando la produzione con ripercussioni che cominciano a essere importanti anche sui tempi di consegna delle vetture nuove che si allungano sempre di più e ha riflessi anche sul mercato dell'usato a cui si rivolge in maniera crescente parte degli automobilisti che non riescono a ottenere tempi di consegna ragionevoli per comprare un'auto nuova". Secondo Promotor la crisi "è particolarmente pesante in tutta Europa anche per le aziende concessionarie che vedono fortemente penalizzate le vendite di auto nuove con un danno che non è certo compensato dagli aumenti dei prezzi delle auto usate di cui hanno scorte che si stanno sempre più assottigliando".
Secondo il centro studi, "un aspetto di particolare interesse nei dati diffusi oggi dall'Acea è comunque il fatto che proprio in settembre si registra un boom nelle vendite di auto elettriche pure o ibride con la spina (plug-in) dovuto al crescente interesse verso questo tipo di veicoli e probabilmente anche al fatto che presso le concessionarie di tutta Europa vi è ancora una buona disponibilità di auto di questo tipo da collocare sul mercato". Si compra quello che c'è sullo scaffale dell'auto. Nel Regno Unito in settembre, mentre le immatricolazioni accusano un calo del 37,3% su settembre 2019, la quota di mercato delle auto elettriche si e' attestata al 15,2%, mentre l'ibrido plug-in ha toccato il 6,4%. In Germania in settembre, a fronte di un calo delle immatricolazioni del 19,5% su settembre 2019, la quota delle elettriche ha toccato il 29% e quella degli ibridi plug-in e' arrivata a superare il 13%. Per quanto riguarda l'Italia in settembre le immatricolazioni di autovetture hanno fatto registrare un calo del 26,2% sul 2019, ma la quota di mercato delle auto elettriche è balzata all'8% contro lo 0,9% del settembre 2019, mentre la quota delle ibride plug-in e' salita al 5,2% contro lo 0,6% del settembre 2019". C'è solo un dettaglio: quando compri l'auto elettrica scopri che poi non c'è l'infrastruttura di rete per caricare la batteria.
L'auto può attendere? No, sono in gioco i posti di lavoro di migliaia di lavoratori italiani. La ripresa economica ha di fronte nuovi fattori che non derivano dall'emergenza pandemica, siamo di fronte a cambiamenti nelle politiche di approvvigionamento delle materie prime (occhio alla Cina) e l'Occidente si ritrova con il fianco scoperto.
***
Come chiudiamo? Con la copertina dell'Economist, una chiusa circolare, perfetta per questo numero di List.
06
Lo shock energetico
Cosa scrive l'Economist? "Il mese prossimo i leader mondiali si riuniranno al summit di Cop26 (si terrà a Glasgow, ndr), dicendo che intendono fissare una rotta per raggiungere lo zero di emissioni globali nette di carbonio entro il 2050. Mentre si preparano a fare la loro parte in questo sforzo trentennale, il primo grande shock energetico dell'era green si sta compiendo davanti ai loro occhi. Da maggio il prezzo di un paniere di petrolio, carbone e gas è aumentato del 95%. La Gran Bretagna, che ospita il summit, ha riacceso le sue centrali a carbone (e perfino i treni hanno ripreso a viaggiare con il diesel, ndr), i prezzi della benzina americana hanno raggiunto i 3 dollari al gallone, i blackout hanno inghiottito la Cina e l'India e Vladimir Putin ha appena ricordato all'Europa che il suo approvvigionamento di carburante dipende dalla buona volontà russa". Bello, il mondo di chi scambia i propri desideri per realtà. C'è tutto quello che raccontiamo da mesi e mesi su List in (quasi) splendida solitudine. Non c'è nient'altro da aggiungere. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.