19 Ottobre
Maggioranza silenziosa e minoranza rumorosa
Il Pd trionfa, la destra cola a picco nel voto dei Comuni. La strategia vincente del "sommergibile" del Pd di Letta. Salvini e Meloni smarriti tra i No Pass. Vincenti e sconfitti, cosa succede ora? Tutto continua a ruotare intorno a Draghi, occhio al calendario. In Francia il fenomeno Zemmour è una sfida (culturale) imprevista per Macron
Che succede? Sono arrivati i risultati dei ballottaggi e bim bum bam ecco il cappotto per l'inverno, come tagliato e cucito da List: la sinistra conquista le prime cinque grandi città, dopo Milano, Napoli e Bologna (al primo colpo secco, a valanga), sono entrate al secondo turno anche Roma e Torino. La destra riesce a tenere il controllo di Trieste grazie a un candidato finalmente "normale", Roberto Dipiazza, un sindaco che sa di cosa parla. Il centrodestra perde nelle metropoli e recupera nelle campagne? Macché, attenzione ai segnali che vengono dalla provincia: a Varese c'è un sindaco del Pd, così pure a Latina, idem a Caserta. A Nord, guardate a Savona, a Sud date un'occhiata a Cosenza. La destra fa splash per mancanza di candidati e soprattutto di idee. Quelle che ha sono poche e ben confuse.
01
Trionfa il Pd, disfatta a destra. Per chi suona la campana
Una cosa è certa, il bilancio della destra è quello di una disfatta e la sinistra è in trionfo. Non c'è voluto molto, in fondo gran parte del lavoro lo hanno fatto Lega e Fratelli d'Italia con un posizionamento politico suicida: mentre la maggioranza degli italiani si vaccinava, loro dibattevano della "libertà" dal Green Pass (che nel frattempo è stato scaricato oltre 102 milioni di volte, dettagli) e si intestavano le epiche battaglie di minoranze sgangherate che meritano di certo una particolare attenzione accademica - sono un eccezionale fenomeno di irrazionalità da studiare - ma sul piano politico (e spesso del codice penale) stanno dalla parte sbagliata. Per chi suona la campana?
Green Pass e voto, una lezione: ha stravinto la maggioranza silenziosa contro la minoranza rumorosa.
Assaltare la sede della Cgil, bloccare il porto di Trieste. Sarebbe questa la libertà? Cosa hanno fatto a destra? Inseguito la...
Che succede? Sono arrivati i risultati dei ballottaggi e bim bum bam ecco il cappotto per l'inverno, come tagliato e cucito da List: la sinistra conquista le prime cinque grandi città, dopo Milano, Napoli e Bologna (al primo colpo secco, a valanga), sono entrate al secondo turno anche Roma e Torino. La destra riesce a tenere il controllo di Trieste grazie a un candidato finalmente "normale", Roberto Dipiazza, un sindaco che sa di cosa parla. Il centrodestra perde nelle metropoli e recupera nelle campagne? Macché, attenzione ai segnali che vengono dalla provincia: a Varese c'è un sindaco del Pd, così pure a Latina, idem a Caserta. A Nord, guardate a Savona, a Sud date un'occhiata a Cosenza. La destra fa splash per mancanza di candidati e soprattutto di idee. Quelle che ha sono poche e ben confuse.
01
Trionfa il Pd, disfatta a destra. Per chi suona la campana
Una cosa è certa, il bilancio della destra è quello di una disfatta e la sinistra è in trionfo. Non c'è voluto molto, in fondo gran parte del lavoro lo hanno fatto Lega e Fratelli d'Italia con un posizionamento politico suicida: mentre la maggioranza degli italiani si vaccinava, loro dibattevano della "libertà" dal Green Pass (che nel frattempo è stato scaricato oltre 102 milioni di volte, dettagli) e si intestavano le epiche battaglie di minoranze sgangherate che meritano di certo una particolare attenzione accademica - sono un eccezionale fenomeno di irrazionalità da studiare - ma sul piano politico (e spesso del codice penale) stanno dalla parte sbagliata. Per chi suona la campana?
Green Pass e voto, una lezione: ha stravinto la maggioranza silenziosa contro la minoranza rumorosa.
Assaltare la sede della Cgil, bloccare il porto di Trieste. Sarebbe questa la libertà? Cosa hanno fatto a destra? Inseguito la distruzione e dimenticato l'istruzione. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La destra è andata completamente fuoristrada. Si compri un navigatore, ne avrà bisogno.
What else? Non un caffè, ma una scatola intera di Moment per Salvini e Meloni. Passato il mal di testa, alla coppia serve un periodo di astinenza dai social (figuriamoci), rientrare con calma nella realtà e poi i loro elettori decideranno che farne. Lo hanno già deciso il giorno che sono andati a vaccinarsi e hanno condiviso le regole di un mondo che il coronavirus ha cambiato per sempre. Lega e Fratelli d'Italia sono partiti rimasti fermi al governo Conte, all'uomo dei lockdown e dei discorsi nel vuoto, non hanno capito nulla del fenomeno Draghi.
Così è finita la partita, cappottone e via. Maurizio Gasparri (bastava candidare a lui e nella Capitale la sfida sarebbe stata di tenore diverso), intervistato da La7 di fronte al ristorante il Miraggio, a Roma, ha chiosato in maniera perfetta la giornata: "Bisogna evitare che la vittoria del centrodestra alle elezioni politiche diventi un miraggio". A Roma abbiamo visto un candidato per caso, Enrico Michetti, perdere rovinosamente, ma non è certo sua la colpa, egli era inconsapevole di quel che gli stava accadendo intorno: lo hanno mandato allo sbaraglio in una competizione durissima di cui non aveva la minima cognizione. Michetti lo ha scelto Giorgia Meloni e anche questo Gasparri lo ha ricordato con puntualità e quel pizzico d'esperienza - e sottile perfidia - politica che è mancata completamente ai due "giovani" leader di Lega e Fratelli d'Italia. Alla sinistra è bastato non fare nessuna campagna e perfino il mite Roberto Gualtieri è riuscito a fare la figura di un Maciste che schiaccia il nemico e "libera" il popolo romano.
Il resto? Coriandoli, polvere di stelle e casini politici che ora cominciano a rotolare a valle e non era certo così difficile capire come avrebbe svoltato la storia.
02
Tre uomini e una donna in barca
Vediamo i personaggi in commedia, una variante del grande romanzo umoristico di Jerome K. Jerome: tre uomini e una donna in barca.
Vittorioso. Enrico Letta commenta i risultati dei ballottaggi (Foto Ansa).Enrico Letta. Ha stravinto. Dopo aver provato a fare quello intelligente e di sinistra che si distingue da Draghi, ha capito che l'unica maniera per stare in piedi era quello di mettersi sulla scia del premier e smorzare ogni polemica interna - 'che altrimenti parte un altro "stai sereno". La scelta di fare "il sommergibile" è stata saggia, in un paio di mesi - complice la brillante strategia kamikaze della destra - il segretario del Pd ha consolidato la sua leadership vincendo nelle elezioni suppletive a Siena e facendo il pieno nelle grandi città. Conquistare Roma sembrava un sogno impossibile, un colpo di genio di Giorgia Meloni lo ha reso una realtà con la scelta del "Michetti chi?" (slogan ufficiale della campagna del candidato del centrodestra, azzeccatissimo) dagli esiti tragicomici e tutto il resto è stato facile. Il difficile viene ora, governare Roma. Vengono i brividi. Ma questa è un'altra storia, intanto il Pd festeggia la vittoria.
Non era il suo candidato. Enrico Michetti e Matteo Salvini che alza gli occhi al cielo, cosa farà? (Foto Ansa).Matteo Salvini. Ha parlato da... Catanzaro. Praticamente è sembrato su un altro pianeta. Le sue argomentazioni post-voto sono apparse come quelle di un vincitore e così non era. Salvini ha dilapidato in poche settimane una carta che aveva giocato bene con l'ingresso nel governo Draghi. Persa la ragione al Papeete, s'era infilato in una buca vietnamita con le sue mani. Sembrava finito. Casca il governo giallo-rosso, Renzi apre la botola (e ci infila Conte), Salvini ne esce e azzecca alla Ruota della Fortuna l'ingresso a Palazzo Chigi con la premiership di Draghi. E lui, Matteo, che fa? Ricasca nella botola con una tattica di combattimento suicida. Di fronte alle telecamere è riuscito a sostenere che in fondo i Comuni conquistati sono un buon risultato per la destra, surreale. Comprensibile la difesa (abbiamo visto di tutto), è difficile stare alle corde, ma bastava fare una cosa semplice: ammettere la sconfitta, dire che c'è molto da fare, ringraziare gli elettori e rinviare i commenti all'analisi del voto con una discussione negli organi di partito. Prima Repubblica, grande scuola. Non è quella di Salvini, d'accordo, ma il segretario della Lega si troverà presto a fare i conti con i suoi governatori delle Regioni del Nord, gente solida e pragmatica, classe dirigente che lavora in Europa, esporta, produce e appoggia la linea del governo Draghi. Fine dei giochi? A Salvini serve una strambata, forse accarezza perfino l'idea di andare all'opposizione, sarebbe un'altra scelta suicida, l'ultima. Ieri i rumors notturni parlavano di una telefonata di Meloni a Salvini (fatto confermato) in cui uno dei problemi sollevati dalla leader di FdI era la presenza della Lega dall'esecutivo (fatto non confermato, ma si desume da alcune dichiarazioni fatte da Meloni sui partiti del centrodestra: "Abbiamo tre posizioni diverse"). La notte avrà portato consiglio?
Sconfitta Capitale. Giorgia Meloni ha scelto Enrico Michetti. Ha perso. E ora? (Foto Ansa).Giorgia Meloni. Ha sbagliato la candidatura di Enrico Michetti, ha perso Roma, resta all'opposizione e ha parlato di "sconfitta" ribaltando poi la frittata sugli attacchi a FdI e la stampa. Ha chiesto un vertice di coalizione la prossima settimana, ci sarà. E poi? Troppo tardi, le elezioni nei Comuni per la destra sono state una rovina e la strategia di Meloni di spingere all'angolo la Lega è stata determinante nella sconfitta. Fratelli d'Italia è un partito d'opposizione, "io sono Giorgia" gioca una partita naturalmente contro. Anche nei confronti degli alleati. Pensa di arrivare prima nella coalizione per poi aspirare a Palazzo Chigi. Si tratta di un'illusione perché di questo passo la destra non arriverà mai al governo. Il draghismo ha cambiato le regole del gioco e quello di Meloni è un solitario di fronte allo specchio. I voti si contano e si pesano. La sconfitta di Meloni a Roma è un macigno, i suoi grandi disegni si sono infranti con Michetti chi?
Giuseppe Conte. La sua è un'irrilevanza politica raccontata dai numeri. I Cinque Stelle non sono stati decisivi neppure nella vittoria a valanga di Manfredi a Napoli (azzeccato il titolo del Mattino oggi: "Centrosinistra, trionfo senza M5S"). Il Pd avrebbe conquistato il sindaco anche senza i pentastellati pur in pieno territorio di Reddito di cittadinanza. I neo-contisti hanno perso Roma e Torino, una disfatta. Per Conte è un non-inizio, la sua unica possibilità è quella di fare la remora incollata alla pancia dello squalo (il Pd) sperando che accada qualcosa e nel frattempo svicolare dal problema del flop elettorale dicendo che il problema più grave (grande scoperta) è quello dell'astensione. Cioè quel luogo dove sono barricati gli elettori dei pentastellati che lui, Conte, non è riuscito a (ri)portare alle urne. A Roma non volevano più Virginia Raggi e neanche la pochette del fu avvocato del popolo, a Torino sono a numeri da congresso in una cabina telefonica. Conte è sul Titanica e può solo aggrapparsi al salvagente di Enrico Letta. I dem glielo lanceranno. E sarà un guaio.
03
Votare? Il Parlamento è imbullonato
Segnali dal futuro? Nessuno può permettersi le elezioni anticipate: Letta non ha pronta una coalizione (ha un alleato in pieno affondamento, i Cinque Stelle), Salvini e Meloni devono raccogliere i cocci e far finta di andare d'accordo. Vince il draghismo, ma il populismo non è morto affatto come pensano le classi in progress, è solo rimasto alla finestra, è nel cilindro del mago in attesa di sbucare fuori al suono di pifferai perché quelli che ci sono adesso hanno esaurito le note. Parlano, nessuno li ascolta. L'anti-sistema, l'arrabbiato, lo scontento, sono rimasti a casa, è il variopinto mondo dell'astensione di massa. Dentro ci sono anche i disillusi che pure un po' di politica la masticano, sarebbero da recuperare, ma servono i partiti. Non ci sono, questo è l'elemento che emerge con chiarezza. I due partiti che hanno un po' di establishment sono il Partito democratico e la Lega. Il primo ha una classe ministeriale, parte della finanza, il ceto dell'alta burocrazia, un po' di salotti (in disarmo e in piena giravolta, ma esistono) e il mondo dell'editoria nelle sue varie forme. La Lega ha il controllo del Nord produttivo, una squadra di ottimi governatori, tanti sindaci sul territorio, una diffusione capillare nell'officina dell'export italiano, come si possano inseguire le minoranze rumorose dei No-Vax-Pass-Mask con un partito naturalmente "di governo", resta un mistero. Sono questi due i partiti che giocano la partita sul campo principale del Foro Italico, gli altri fanno i raccatapalle, qualcuno ogni tanto si ingegna a fare il giudice di sedia (Berlusconi) ma la partita è quella tra dem e leghisti. Questi ultimi dopo il voto sono in una posizione problematica: fare il partito di lotta e di governo non funziona, il draghismo non dà la possibilità di variare lo schema, gli elettori vogliono stabilità. Salvini è a un bivio, la sconfitta in questo senso è salutare. Le prossime ore saranno molto interessanti. Forse troppo.
04
A passeggio nel Draghistan
Calendario? È tracciato, chiaro, tutto scorre su questi binari: legge di bilancio da licenziare in aula entro il 31 dicembre, bulloni del Recovery Plan da fissare, panettone, pranzo di Natale, cenone e benvenuto 2022. In mezzo, formazione entro la fine del 2021 del governo a Berlino (non siamo soli nell'universo). A gennaio arriva la Befana con le scarpe tutte rotte, si sente profumo di fritto e sbucano maschere, è Carnevale, arriva l'elezione del presidente della Repubblica. Elezioni in Francia (ancora una volta: non siamo soli nell'universo), prova di resistenza per la presidenza di Emmanuel Macron (occhio a Eric Zemmour, tra qualche riga), un partner che di volta in volta è anche avversario di Draghi in chiave europea. E lui, Draghi? Nei prossimi tre mesi è il pezzo da difendere, il Re. Perché? Abbiamo due varianti sulla scacchiera. Andiamo a passeggio nel Draghistan.
Il premier francese Jean Castex e Mario Draghi ieri a Palazzo Chigi (Foto Ansa).Draghi resta a Palazzo Chigi. Il premier conduce la nave in porto nel 2023 e si prepara alla scalata per la guida della Commissione europea. Sviluppo naturale per lui, ma versione di gioco con una complicazione: chi va alla Presidenza della Repubblica? Serve un nome che mette tutti d'accordo: qui ne abbiamo uno, Pierferdinando Casini. Ottimi rapporti con tutti, cultura istituzionale. Sì, moriremo tutti democristiani.
Draghi va al Quirinale. È il terrore del Parlamento. Nessuno di quelli che ha fatto Bingo vuole andare a casa. Come si fa? Patto di legislatura per la presidenza Draghi. Lui sale sul Colle, arriva un premier di transizione che cura il Recovery Plan e conduce al voto nel 2023. Così abbiamo Draghi per sette anni e il prossimo governo si vedrà. Possibile? Tutto è possibile in politica.
Chi è tentato dal voto? Sempre chi vince, dunque il Pd. Può permettersi davvero le elezioni anticipate? Sono un grande rischio, il voto politico non è quello nei Comuni, la mobilitazione è diversa, l'intensità più alta, la destra non sta bene ma non è defunta. E poi ci sono i Cinque Stelle, sono un partito che sta colando a picco. Per ora, siamo a Battiato che canta per tutti: vince Draghi e sul ponte sventola bandiera bianca.
***
Facciamo un passo indietro, montaggio à la Quentin Tarantino: ieri mattina, prima dello spoglio delle schede, Porto di Trieste.
05
I No Vax colano a picco in porto
Porto di Trieste, ore 8.00. La polizia "libera" il varco 4 occupato dai No Vax. I portuali sono ormai una minoranza, a Trieste è arrivata un'ondata di casinisti che hanno deciso di far della città il loro avamposto nel nulla. Dopo essere stati avvisati di levare le tende, gli agenti hanno messo in funzione gli idranti e poi i lacrimogeni. Qualche carica, un po' di contusi, molti confusi. Liberato il passaggio, i manifestanti hanno improvvisato un corteo diretto verso il centro di Trieste. Sono andati avanti così il giorno e la notte. Hanno perso su tutta la linea.
La storia di questa protesta dimostra come il movimento No Vax sia un'armata Brancaleone dove c'è un po' di tutto e soprattutto una gran confusione. Se organizzi una protesta, non puoi farti guidare da un Puzzer qualsiasi che parte lancia in resta, poi ritira la bandiera avendo realizzato la fine che farà, infine viene "processato" dai suoi, si dimette e la protesta riparte nel pieno del tafazzismo. Alla fine, sono arrivati gli idranti, come era logico, occupare un porto non è un'opera buona, è un reato.
Reazioni politiche? Nelle città si sta ancora votando, Meloni e Salvini ripetono tutti gli errori già commessi nelle settimane scorse. Dunque ecco Salvini: "Settimana scorsa si permette a un manipolo di neofascisti di mettere a soqquadro Roma, oggi si usano gli idranti contro i pacifici lavoratori e cittadini a Trieste. Ma al Viminale come ragionano?". E naturalmente ecco Meloni: "Idranti contro i lavoratori che scioperano al porto di Trieste. Lo stesso Governo che nulla ha fatto per fermare un rave illegale di migliaia di sbandati, nulla ha fatto per impedire l'assalto alla sede della Cgil, nulla fa per fermare l'immigrazione illegale e combattere le zone franche dello spaccio e della criminalità, che nulla fa contro le occupazioni abusive di case e palazzi privati, tira fuori dai depositi gli idranti per usarli contro dei lavoratori che scioperano pacificamente per non essere discriminati sul posto di lavoro. Così come vuole la Costituzione, cosi' come richiesto pure dalla Ue. Sindacati muti, media accondiscendenti, forze politiche di maggioranza plaudenti. Ecco in cosa stanno trasformando l'Italia". Imparare dai propri scivoloni sulle bucce di banana, mai. Poi è arrivato l'esito dei ballottaggi. Amen.
Il ministro Lamorgese è unfit, ma una destra che non capisce che non si può bloccare uno dei principali porti d'Europa finirà per non andare mai al governo. C'è una lezione della maggioranza silenziosa che Salvini e Meloni non hanno capito.
***
Cosa si muove sul radar? Un oggetto identificato in fase di avvicinamento: Zemmour. Nel 2022 si vota in Francia e la corsa per le presidenziali si è fatta vivace e imprevista. Andiamo a Parigi, ostriche, champagne, librerie e la meravigliosa Place des Vosges che riscalda l'anima.
06
Mon Dieu, Zemmour. Che imprevisto in Francia
Eric Zemmour, il non-candidato-candidato alle elezioni presidenziali in Francia (Foto Epa).La Francia è il laboratorio del possibile e dell'impossibile. Il gioco più interessante da guardare è sempre a destra, il paese sta da quella parte, la campagna vota à droite, la France Périphérique è in perenne rivolta tra gilet jaunes e casseurs (quella massa informe che Sarkozy al potere chiamava racaille, feccia), ma lo smarrimento rabdomantico dei gollisti alla ricerca del miraggio di un nuovo De Gaulle e la presenza della famiglia Le Pen (prima il padre e poi la figlia) ha finito per curvare il quadro politico e impedire alla destra di tornare al governo dopo il disastro della presidenza Hollande. È arrivato al potere Emmanuel Macron, un prodotto da super-laboratorio che può andare bene per una Francia malata e un'Europa senz'anima, ma se torna la politica (e ci sono i segni di un suo rientro sulla terra) il filo del racconto si complica anche per lui, le President. Macron è l'ottimo rifugio del secondo turno contro "la destra" di Le Pen e tutto il gioco democratico alla fine nella scacchiera francese torna: il Re è salvo, la Regina muore. Tutto torna(va) finché sulla scena non è comparso l'imprevisto: Eric Zemmour. C'è uno strano tipo che corre (non) ufficialmente per la presidenza della Francia e nei sondaggi ha superato Marine Le Pen. Siamo di fronte a un altro imprevisto della storia. Sondaggio di Harris Interactive:
Zemmour batte Le Pen sempre e va al ballottaggio contro chiunque corra a destra. Torniamo alla domanda sul taccuino che ancora non ha una risposta.
Chi è Zemmour? Si fa prima a dire cosa non è per poi arrivare al cosa è. Zemmour non è un politico di talento predestinato all'insuccesso (Sarkò, Renzi), non fa una vita da mediano (Letta, Gentiloni,), non è una pochette senza biografia (Conte), non è un banchiere rielaborato in officina per la politica (Macron, Draghi), non è un imprenditore con l'epica del self made man (Berlusconi, Trump), non è l'uomo dell'emergenza e della battaglia (Churchill, De Gaulle). Prima di abbozzarne la sagoma, diamo conto del consueto sbarramento preventivo: è liquidato dal mainstream - come sempre quando non capisce cosa ha di fronte - come un altro populista.
La parola è talmente consumata da aver perso il suo significato originario (deriva dal russo "narod", popolo, e fu coniata durante la rivoluzione zarista), è un coperchio buono per tutte le pentole dove bolle qualcosa che il giornalista collettivo - e naturalmente lo storico, il sociologo-mi-raccomando, il politico e ça va sans dire la classe colta - non riesce a spiegare secondo le sue incrollabili certezze. Dunque, Zemmour è un problema. Che tipo di problema? Zemmour è un... intellettuale. Scrive libri per niente facili che vendono milioni di copie. Pubblica articoli sui giornali della borghesia francese (Le Figaro). Va in tv e buca il video. Non usa la lingua della politica. Zemmour è una sfida culturale che trova ascolto in una Francia che continua a cercarsi e non trovarsi. I suoi passi sono quelli di un giornalista con la penna affilata, è un polemista di talento, figlio di una famiglia ebrea d'Algeria, che va dritto al punto. Zemmour è l'ariete che abbatte tutti i totem (e tabù) della sinistra, un nemico dichiarato del politicamente corretto, un sold out fisso del bastian contrario che suscita "scandalo" tra i benpensanti. In una Francia dove sembrava scontato il copione Macron-Le Pen, Zemmour è "la rupture".
Nei temi di cui parla Zemmour alla folla che segue il suo tour presidenziale da non-candidato-candidato ci sono tutte le pietre dello scandalo di un altro scrittore di Francia, il più grande dell'era contemporanea, Michel Houellebecq. Egli si definisce un "gollista-bonapartista" e questo basta e avanza a renderlo soggetto d'odio e amore. Per Macron il suo ingresso sembra l'ideale, divide la destra, toglie i voti a Le Pen, c'est parfait. Questa è la teoria, ma la pratica in politica risulta sempre un'altra sceneggiatura che nel caso di un Zemmour si traduce in questa domanda: ma al ballottaggio con uno così vale il "pericolo fascista" che scatta con Le Pen? Zemmour è ebreo (e questo nel dibattito pubblico infuocato della Francia non è un dettaglio, permette a Zemmour di dire e contraddire con più libertà, fino allo scandalo), la sua famiglia d'origine algerina ricorda una storia che in Francia pulsa ancora, il suo stile è sulfureo, la citazione è colta, l'eccitazione a destra è grande. Vincerà?
Michel Houellebecq dal Salone del Libro di Torino oracola: "Al secondo turno arriverà Macron con un candidato forte del centro destra e vincerà Macron. L'unica sorpresa è che non sarà nè Le Pen nè Zemmour. L'unica cosa che non avevo previsto è che movimenti come Al Qaeda sarebbero ricomparsi sulla scena. Questo non lo avevo previsto". Forse non ha previsto anche molto altro, ma la penna fa perdonare l'esondazione del carattere. Seguire la Francia.
07
Ombre cinesi sull'economia del compagno Xi
Xi Jinping, il leader dell'economia che traina il Pil mondiale (Foto Epa).Come va l'economia? Occhio alla Cina. Il Pil a luglio-settembre si è fermato al + 4,9% annuo, ai minimi degli ultimi 12 mesi, dopo il +7,9% del secondo trimestre e contro il +5,2% atteso dagli analisti. La crescita congiunturale è stata solo dello 0,2%, a fronte dell'1,5% dei tre mesi precedenti e dello 0,5% atteso. Ombre cinesi e una serie di incognite che abbiamo già evidenziato su List: la crisi energetica con il boom del prezzo del gas (e del petrolio), la spinta dell'inflazione, il cambio di strategia di Pechino sulle materie prime (un'economia sempre più autarchica), il blocco del mercato dell'auto in Occidente causato dalla mancanza di semiconduttori. Un esempio? Arriva su quattro ruote.
08
Promemoria: ricaricare le batterie (e procurarsi i microchip)
Il problema è sempre quello... ricaricare le batterie. Nella contemporaneità che immagina un mondo senza idrocarburi (pura illusione, è ancora lontano il tempo in cui le navi e gli aerei andranno a celle solari) è scattata la corsa a costruire batterie per l'auto elettrica (possibile nel medio periodo nelle metropoli, soluzione auspicabile, a patto che siano presenti infrastrutture per la ricarica e sistemi smart per il traffico) così Stellantis e LG Energy Solution hanno annunciato una joint venture per la produzione di batterie agli ioni di litio in Nord America: il nuovo impianto avrà una capacità di produzione annuale di 40 gigawattora e l'avvio è previsto per il primo trimestre del 2024. Stellantis conta di portare le vendite di veicoli elettrificati a oltre il 40% del totale negli Stati Uniti entro il 2030. Per ora bisogna sopravvivere ai prossimi dieci anni, non sarà una passeggiata e in ogni caso il carburante per questa corsa (leggere alla voce ricavi) sarà ancora la benzina.
Transizione energetica e autonomia nell'approvvigionamento di materie prime sono in cima all'agenda della contemporaneità, apertura di stamattina del Financial Times:
Senza semiconduttori non c'è prodotto, la battaglia è aperta. Nel nuovo governo giapponese è stato creato un nuovo ministero, quello per la "sicurezza economica". Lo guida Takayuki Kobayashi (un flash: Kobayashi era il nome falso che ruotava nella storia del bellissimo film "I soliti sospetti", grande interpretazione di Kevin Spacey) e lancia l'allarme su questa corsa che il Financial Times descrive come "technology nationalism", il nazionalismo tecnologico. Sono temi che non entrano nel dibattito politico italiano, ma questo è quello che conta, che vale, che disegna il futuro. Viviamo tempi microchippati. Forse troppo.
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maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.